4° INCONTRO – TITOLO: L’ombra. Ciò che inconsciamente ci condiziona o che rimane risorsa inespressa Se ci sentiamo accettati, amati da Lui, abbiamo quel tanto di fiducia per entrare nel deserto di noi stessi. In quella zona oscura dove, come Gesù nel deserto veniamo “sospinti”. Senza forzarci…, quando ce la sentiamo, siamo invitati dalla nostra anima ad addentrarci. Non per coraggio, ne per nostra capacità, ma per fiducia nella guida dello Spirito Santo che dimora in noi. Scoprire e convivere, integrare le fiere che ci sono in noi, vuole dire coglierne il potenziale, anche positivo, indirizzandolo e non demonizzandolo entrando in un conflitto insanabile con noi stessi. Non c’è nulla di ciò che è creato da Dio che sia a priori malvagio. Anche la nostra ambizione, il nostro desiderio di possesso, solo per fare un esempio, se sono da noi riconosciuti, integrati, orientati a qualcosa di buono…, possono portarci al Bene, alla vita nel Suo Spirito. Tra apparenza e verità. Tra limiti e risorse rimosse. La “crisi” che libera ed apre la via alla verità di se stessi. OBIETTIVO Riuscire a far emergere l’altra parte della propria personalità, attraverso la meditazione di immagini bibliche archetipiche, per poterne prendere coscienza e poterle rielaborare. Preghiera allo Spirito Santo VIENI, SPIRITO SANTO Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto conforto. O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. 1 Senza la tua forza nulla è nell'uomo, nulla è senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch'è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. AMEN. Presentazione tema (parte di definizione) > Camminata, girando intorno al telo dell’Ombra e associando… 2 Seconda parte presentazione tema. l’Ombra è l’archetipo relativo alla parte oscura, rigettata e minacciosa del Sé. ciò che una persona non desidera essere; I Ns. istinti incontrollabili, compresi gli impulsi distruttivi. All’età di uno o due anni, abbiamo una personalità, diciamo così, a 360 gradi. Ma un giorno ci accorgiamo che i nostri genitori non amano alcuni aspetti di questa personalità… sacco….non conforme alle aspettative familiari e sociali. Per esempio: la rabbia, la paura, la gelosia, parte degli impulsi sessuali, il desiderio del potere, il timore di sofrire, di sentire la nostra fragilità o depressione; ecc. L’Ombra ha in sé anche aspetti potenzialmente creativi, risorse espressive esistenziali che se riusciamo a riconoscere e ad integrare possono agire a nostro favore, verso il bene. Spesso, attraverso la razionalità, soffochiamo la loro parte profonda, emozionale, i messaggi che arrivano dall’inconscio e quindi non riconosciamo la ns. Ombra. Se una persona vuole essere in pace con se stessa, deve riconciliarsi ed integrare l’altra parte della propria personalità. Le forze represse nell’inconscio provocano un ristagno di energia può potare alla depressione o alle esplosioni di aggressività. A malattie psichiche, psicosomatiche; a problemi relazionali; a provocare danni attraverso la proiezione. Incontrarla significa accettarla e, accettandola, permetterle di offrire quanto di prezioso racchiude in se stessa. Per recuperare l’energia persa, occorre scoprire cosa c'è dentro il nostro sacco. Riprenderci le nostre proiezioni e l’ accettazione del dolore. Fin da bambini dobbiamo si avere libertà di espressione, ma anche rafforzare l’Io. Come fare. Occorre cercare di sviluppare i sensi, per aumentare la nostra sensibilità. Lo possiamo fare suonando uno strumento musicale, facendo un viaggio lontano, stando un po' da soli ad ascoltare noi stessi, oppure tenendo un diario. E naturalmente attraverso la contemplazione – meditazione non razionale. Il selvaggio-naturale è spontaneo ed è in contatto con tutte le sue parti; sia con il proprio lato femminile sia con la propria sessualità maschile positiva. …così pure la persona che ha “mangiato la propria Ombra”, comprende le motivazioni dei propri atteggiamenti negativi; diffonde calma intorno a sé ed esprime più dolore che rabbia. Possiede più energia, oltre che più intelligenza. Diviene gradualmente più luminoso, leggero e giocoso. Incontra maggiormente Cristo, perché Lui è più presente nelle nostre miserie umane. l'Ombra è la prima raffigurazione archetipica che si incontra lungo il cammino della via interiore. Non è realmente inconscia e inconsapevole, ma soltanto non consapevole: pertanto se un individuo vuole realmente essere onesto con se stesso è in grado di vedere la propria Ombra. 3 > AIUTAMI A CRESCERE A volte piangerò ma non chiamarmi piccolo o femminuccia... Non posso ancora controllare i miei sentimenti quindi ho bisogno che tu mi dica che va bene. Io crescerò forte e sicuro se tu mi aiuti a rafforzarmi... Oppure sarò per sempre debole se tu mi abbatterai con critiche e rimproveri duri. Naturalmente cercherò di ottenere le cose a modo mio ma non accusarmi di "imbrogliare": sto solo cercando di ottenere ciò che desidero dal mondo, proprio come tutti gli altri, non farmi sentire cattivo perché ci sto provando. Fammi sapere che capisci come mi sento e quanto sia difficile per me aspettare: gentilmente spiegami perché non posso ottenere ciò che voglio a modo mio, in questo momento. Fammi sapere che va bene sentirsi tristi o delusi o anche arrabbiati: questi sentimenti sono forti in me e mi sconvolgono. Ti prego rassicurami che sono normali oppure imparerò a bloccare i miei sentimenti, e a nascondere la mia verità. Ti amo così tanto... dimmi spesso che anche tu mi ami proprio così come sono. Gwen Randall >Rileggiamola in silenzio… sottolineature ad alta voce…immagine su come si è formato il mio sacco! > Ognuno appunta pensieri personali. >Condivisione: 4 > CANZONE E VIDEO: “Ti regalero’ una rosa” di Cristicchi Commento: Una rosa…per lenire il dolore; un gesto d’amore permette di poter vivere consapevolmente il dolore, evitando di rimuoverlo. “Sono matto…mi stupisco se provo ancora un’emozione… mi hanno chiuso per 40 anni perché ero matto… i matti siamo noi quando nessuno ci capisce… Ho paura…per la società siamo sempre stati considerati spazzatura… La mia patologia è che son rimasto solo”… I matti un’etichetta indelebile… sulla quale proiettiamo collettivamente tutte le nostre paure per gli estremi della nostra irrazionalità; per le emozioni e le parti stesse di noi che non accettiamo; quelle parti che ci fanno temere di avere qualche aspetto non del tuttonormale…; accettabile… “Guardate tra me è voi chi è più pericoloso… Sorprenditi perché Antonio sa volare…” Ma fortunatamente Antonio…e così ognuno di noi, può scoprire di saper volare… e che il pericolo di proiettare è sempre in aguato; in noi e egli altri nei nostri confronti… >Condivisione: di un’emozione… o un pensiero… >Leggo a p. 63 (Il piccolo libro dell’Ombra), come rimando sull’atteggiamento positivo di chi l’Ombra l’ha integrata ed evita proiezioni. Presentazione essenziale del tema delle tentazioni: Gesù, come ogni uomo dovrebbe, ha incontrato nella sua vita, simbolicamente nei quaranta giorni nel deserto, la propria “ombra” interiore, parte della quale è costituita dalle tentazioni del male. Confrontandosi consapevolmente con la Sua ombra, non ha avuto la necessità di proiettarlo inconsapevolmente sugli altri. Nella solitudine del deserto, si è ascoltato…, affrontando anche le bestie feroci, simbolo delle proprie pulsioni e passioni; avendo la possibilità di riconoscere queste umane parti istintive, legate al proprio ego e rafforzando l’unità di se stesso, delle proprie parti. Anche questo brano è testimonianza del Suo risorgere alla vita autentica, libera, salvata. Possibilità che abbiamo quando troviamo l’integrazione delle nostre diverse parti in noi stessi. Alcuni versetti dalle “Tentazioni di Gesù nel deserto”: > Mt4,8-9 8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai". 5 COMMENTO: Apparire…; avere potere su più persone e realtà della vita possibili; accogliere Dio come colui che può garantirci questo potere. La totale rinuncia al potere, da parte di Gesù, si può presumere comporti, come ombra, la volontà di potenza; la brama ed il fascino del potere. Gesù respinge le aspettative del suo popolo e del demonio, prestando attenzione alla sua voce interna, la “volontà del Padre”, che coincide con il Suo essere. Vince l’archetipo del Cesare andando Lui a morire piuttosto che trascinare altri alla morte. > Mt4,11 Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano. > Mc 1, 13: stava con le fiere e gli angeli lo servivano. COMMENTO: Le bestie feroci che per quaranta giorni (interezza, pienezza della vita) rappresentano gli istinti e gli impulsi interiori con i quali si confrontò. Gesù si confronta fino in fondo con le forze dell’inconscio, affrontando in sé il male e questo gli permette di non proiettarlo sugli altri. Tra l’entusiasmo religioso ed il fanatismo religioso, di persone in preda a parti di sé inconsce, per esempio, c’è solo una sottile parete…, dobbiamo sempre vigilare! Gesù basando la sua fiducia, la sua forza in Dio non è angosciato dalla sua parte istintiva; non la rifugge. E, d’altra parte, considera la Sua parte spirituale, angelica, come protettiva. Quindi senza demonizzare e fuggire – rifiutare la parte istintiva di sè ne idealizzare ed astrarre quella spirituale. Non insegue la perfezione per se stessa, diventando un giudice moralista dell’umanità. Al contrario, ognuno di noi, cade spesso nell’essere angosciato, in preda al senso di colpa e scisso tra il vivere secondo l’istinto e il rifiutare quest’ultimo inseguendo idealizzate forme di perfezione che non ci appartengono e che rafforzano la parte del giudice farisaico dentro di noi. Gesù raggiunge l’integrazione, l’unità tra spirito ed istinto. Gli angeli lo servivano…, condizione divina di Gesù, protetto e accudito dagli angeli…, …anche di tutti coloro che si mettono nella prospettiva dei figli di Dio, consapevoli dello Spirito Divino che li abita. Coloro che, attraverso un costante ascolto di sé, davanti al Signore, integrano, dirigono verso la volontà di Dio… le “fiere”, le passioni, gli istinti, le “fami”, i bisogni di ogni tipo, le pulsioni, con l’amorevole, angelica protezione di Dio, che ispira amore, azioni di bene in noi. > Immaginazione guidata: ripenso all’attaccamento alle sicurezze del potere…nelle relazioni quotidiane, nella società, il potere economico, psicologico, altre forme… Guardo alle fiere, alle le passioni, gli istinti, le “fami”, i bisogni di ogni tipo… nella mia ombra…come le sento e vivo? Cosa immagino?... (Immaginazione libera). > Condivisione a coppie, di come mi sono sentito nell’immaginare e volendo di ciò che mi sento di condividere rispetto all’immagine. > Appunto sul foglio della mia ombra > Condivido con tutti un titolo e/o un emozione 6 POMERIGGIO > Camminata… Puoi camminare come quella parte di te, nella tua ombra, che hai colto stamane, Erode e i magi Il primo ombra dei secondi … . Obiettivo: Presa di coscienza delle mie parti ostili nascoste (specie quelle nella relazione con Dio). Quelle difensive; per es. della parte di noi materialiste; la parte di noi che non si af-fida al Signore. Non ci piacciono… ma ci sono! >Lettura (di parte del testo, commentata, vedi pag. successiva). >Rilettura e sottolineature da parte del grupp Camminata: >prima si identificano nei magi: I Magi, sono più probabilmente sapienti maghi pagani e non re. A loro il Signore rileva la salvezza prima che ai giudei e ai religiosi del tempo, perché cercano con sincerità ed umiltà la verità. >poi si identificano in Erode: Erode Re furbo ed illegittimo. Non è infatti giudeo. E’ una persona in preda al sospetto e alla paura di perdere il potere al quale era attaccato. Continuamente sucube del timore della vecchiaia e della morte. Con inganno, populismo, intelligenza e violenza si è tenuto stretto il potere. Ma Erode è anche L’ombra…degli stessi Magi; incarna anche la paura di perdere…, l’attaccamento alle cose terrene; la rabbia i propri deliri di onnipotenza che stanno nascosti, tanto o poco nell’Ombra dei Magi, come in ogni persona Terzo passaggio: Ognuno, gradualmente diventa un personaggio, simile a Erode, attualizzato… >Intervista >Libera partecipazione >Immaginaz. gui.. Un’immagine che emerge su di me sui contenuti, nella mia ombra, nel mio rapporto con Dio >Condivisione a coppie, di ciò che mi sento. >Appunto sul foglio della mia ombra >Condivido con tutti un titolo e/o un emozione. >Se c’è il desiderio di qualcuno: psicodramma e partecipazione Se no lettera a Gesù; “potrebbe, se volete, iniziare così: Caro Gesù, vorrei parlarti delle mie paure, delle mie fatiche, dei miei dubbi, della mia rabbia, della mia ostilità nei tuoi confronti…” >Libera partecipazione 7 Matteo- Capitolo 2 Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2 e dicevano: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo". 3All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4 Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:6 E tu, Betlemme,terra di Giuda, non sei davverol'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele". 7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: "Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo". 9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. 13 Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo". 14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15 dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato mio figlio. Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Commento e versetti principali <<Allora Erode, chiamati di nascosto i maghi, si fece dire esattamente da loro il tempo in cui era apparsa la stella. >> Erode è preoccupato che altri abbiano visto questa stella, questo segno divino della nascita del profeta…; quindi, ci dice il testo… <<Li inviò a Betlemme dicendo: Andate, chiedete informazioni precise sul bambino e quando l’avrete trovato fatemelo sapere, perché anch’io venga a rendergli omaggio.>> Il potere di Erode, di fronte alla vita… che Dio manifesta, attraverso Gesù ed i Suoi segni, sarà sempre una risposta di tenebre, una risposta di morte, e soprattutto l’evangelista pone in evidenza la menzogna del potere. “…fatemelo sapere, perché anch’io venga a rendergli omaggio”. <<Essi dunque, udito il Re partirono, ed ecco la stella che avevano visto sorgere andava avanti a loro. Finché giunse e si fermò sopra il luogo dov’era il bambino. >> Sono pagani, gli esclusi dall’istituzione religiosa, quelli che, per primi, si accorgono dei segni di Dio. “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, si prostrarono, gli resero omaggio”. Si prostrarono… significa che riconoscono in questo bambino la divinità <<e aperti i loro tesori gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.>> Immaginate che famiglia strana: una coppia dove l’uomo non è il padre del bambino, i due non sono sposati, perché non sono passati alla seconda parte delle nozze, senza lavoro, senza niente, degli stranieri… c’erano tutti i motivi per un respingimento. <<Poi, avvertiti in sogno di non passare da Erode per un’altra strada, fecero ritorno al Paese>>. I maghi vengono avvertiti da Dio, questo significa l’espressione “in sogno”. <<16 Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi>> In lui si sprigiona tutta la paura, la rabbia e la potenza, il delirio di onnipotenza…; i sentimenti che prevalgono in lui davanti a Gesù. 8 Gesù e i mercanti del tempio …Per utilizzare adeguatamente la propria parte ed energia aggressiva talvolta repressa”… Volendo anche Gesù che supera il “sabato” o altre tradizioni)… - Lettura testo >Gioco di ruolo: al centro alcune sedie o banchetti con teli o oggetti sopra. Il gruppo girandovi intorno, si identifica, contemporaneamente con Mc.11,15-17 Gesù e con la Sua Gesù scaccia i venditori dal tempio 15Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a aggressiva indignazione scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano (non verbale). nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie (Musica aggressiva) dei venditori di colombe 16e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. 17E insegnava loro >Immaginaz.guidata Non solo sulla dicendo: «Non sta forse scritto: canalizzazione La mia casa sarà chiamata dell’aggressività ma anche casa di preghiera per tutte le nazioni? su altri aspetti “risorse” Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». censurate; inespresse…”ficcate nel Commento “sacco”! Gesù non tollera che il culto a Dio venga associato al “Immagina come potrebbe denaro. Quando l’amore viene venduto, questo si chiama essere la tua vita con quella prostituzione. parte che hai visualizzato Non teme di essere irriverente, verso il Tempio e verso integrata con le altre…” quelle persone. Tira fuori la propria aggressività - Condivisione palesemente e questa diviene una risorsa per esprimere la >Scelta e psicodramma propria verità e la propria indignazione. Rovescia fisicamente i banchetti, maledice quel modo di fare. > Partecipazione Probabilmente si oppone chiaramente anche ad un certo modo di fare culto. O alla logica di ridurre Dio al culto stesso, sostiene qualche biblista. >A partire dagli appunti raccolti… Disegno (meglio) o lettera (L’Ombra, come fosse una persona si rivolge all’altra parte di ognuno, presentandosi nei suoi aspetti). >Condivisione di ciò che si vuole alla fine della giornata. In centro un telo bianco rappresenta Gesù che ha integrato in sé tutti i colori tutte le parti; anche il nero dell’ombra. Mammano che si esprime la propria preghiera, vengono posti intorno i propri disegni, descrivendoli. Spunti per un rimando a conclusione Noi potremo com-prendere Dio e noi stessi se seguiremo le indicazioni della nostra anima, se lasceremo davvero entrar nel cuore il potere salvifico dell’amore di Dio, unico che può darci vera pace e gioia. Unico che può unirci agli altri, mettendoci con loro in una relazione amorevole. E’ nel nostro cuore che vive l’unico ordine reale; nessuna legge da sola potrà mai garantirlo. Le leggi sono necessarie solo davanti alla durezza dei cuori; quando è l’amore che manca. La potenza di Gesù vince i demoni anche in noi. In altri termini noi veniamo trasformati dal Suo Spirito nei nostri pensieri, pulsioni, sentimenti ed azioni; trovando pace, siamo abilitati a spezzare i meccanismi psichici e sociali e a realizzare anche all’esterno una vera umanità. E’ così che il Regno di Dio viene! Materiali: teli; riprodut. CD; Luci; Icona, cero e candela; dispensa; 3-4 fogli a4 per persona; video proiettore e portatile per proiettare; canzone Cristicchi; libro sull’Ombra; musiche misteriose, aggressive e rilassanti; materiale per disegni; 9 ALLEGATI Premessa Contributi teorici integrali, dai quali sono stati estrapolati i concetti base espressi dal conduttore nel percorso formativo sull’Ombra. E’ consigliata anche la lettura di “Il piccolo libro dell’Ombra Ed. Red – R. Bly e per chi volesse approfondire l’argomento, a livello scientifico, i testi di Jung e dei suoi allievi che trattano questo tema. Mi scuso se alcuni concetti sono stati riportati più volte. L’ombra, secondo Jung (superando il concetto di inconscio freudiano) è tutta quella dimensione sedimentata nel profondo e tendenzialmente sconosciuto nostro mondo interiore, che corrisponde a ciò che, di nostro, abbiamo rimosso, fin dall’infanzia, perché non conforme alle aspettative familiari e sociali. Una vasta parte che ha in sé anche aspetti potenzialmente creativi, risorse espressive esistenziali che se riusciamo a riconoscere e ad integrare possono agire a nostro favore, verso il bene, sulle strade di Dio e non su quelle opposte. Secondo Jung l'Ombra è la prima raffigurazione archetipica che si incontra lungo il cammino della via interiore: come in uno specchio ci viene rimandata la nostra immagine interiore avanti a cui nessun trucco d'identificazione totale con la nostra 'Persona' regge. Persona sta qui per identità di copertura in cui si è quel che gli altri vogliono che noi si sia e quel che noi amiamo pensare di essere. Persona è la maschera dell'attore. Se una persona vuole essere in pace con se stessa, deve riconciliarsi con l’altra parte della propria personalità. Le persone, spesso, attraverso la razionalità, l’intelletto e il “fare” soffocano la loro parte profonda, emozionale, i messaggi che arrivano dall’inconscio, pensando di risolvere ogni problema e bisogno esistenziale. Se si trascura il riconoscere ed elaborare le proprie parti oscure si rischiano delusioni. Le forze represse nell’inconscio provocano un ristagno di energia che può potare alla depressione o alle esplosioni di aggressività. A malattie psichiche, psicosomatiche; a problemi relazionali; alla tendenza a dividersi da altre persone. Tutti noi abbiamo una parte della nostra personalità «alla luce» e una parte «all'ombra». Cioè: tutti noi abbiamo una parte di personalità che mostriamo agli altri e che, perciò, anche noi stessi conosciamo bene. Questa è la parte «alla luce». Però, abbiamo anche una parte di personalità che non mostriamo a nessuno, perché nemmeno noi sappiamo d'averla. Questa è la parte «all'ombra». Ma che c'è dentro l'Ombra? Immaginiamo l'Ombra come un sacco invisibile sulle nostre spalle. In questo sacco mettiamo le parti di noi (cioè della nostra personalità) che non ci piacciono. Per esempio, ci mettiamo la rabbia, la paura, la gelosia. Iniziamo a riempire il sacco già da piccoli: ci mettiamo le parti di noi che non piacciono ai nostri genitori. Lo facciamo per paura di perdere il loro amore. Da adulti ci mettiamo le parti di noi che non piacciono alla società, al nostro capo, alla persona che amiamo. E anche quelle rispetto alle quali la religione indica comportamenti specifici (il sesso, per esempio). 10 Il sacco ci fa star male. Perché ogni parte di noi che ci mettiamo dentro è una rinuncia a una fetta della nostra energia vitale. Perciò, più è grande il sacco, peggio stiamo. Il sacco ci fa star male anche perché quel che ci abbiamo messo dentro non se ne sta lì buono. Cerca d'uscire fuori. E, siccome non ce la fa, ci diventa ostile, creandoci problemi psicologici. E il brutto è che ciò succede in modo non consapevole: non ce ne accorgiamo. Il sacco ci crea la maggior parte dei danni attraverso il meccanismo della «proiezione». Che cos'è? Ogni volta che incontriamo qualcuno, abbiamo la tentazione di attribuirgli un lato di noi che abbiamo messo nel sacco. Per esempio, se odiamo qualcuno per un aspetto particolare del suo carattere, quell'aspetto è spesso uno di quelli che avevamo anche noi e che poi abbiamo messo nel sacco. Invece, se amiamo una persona per un aspetto particolare, spesso è perché anche noi avevamo quell'aspetto e poi l'abbiamo messo nel sacco. «Proiettare» è pericoloso, per due motivi. Il primo è che così odiamo o amiamo una persona per un solo aspetto del suo carattere. E gli altri? Il secondo è che è possibile proiettare anche i lati della nostra personalità che non sono nel sacco. Ciò significa che l'energia vitale che non abbiamo perso nel sacco la possiamo perdere proiettandola. Faccio un esempio. Se io sono coraggioso, ma proietto il coraggio su un'altra persona (cioè penso che l'altra persona rappresenti il coraggio perfetto), finisco per credere che sia solo lei ad averlo. Chi fa così perde tanta energia vitale. Per recuperare la nostra energia vitale abbiamo due modi. Il primo è scoprire che c'è dentro il nostro sacco. Il secondo è riprenderci le nostre proiezioni. Per esempio, ogni volta che odiamo qualcuno senza motivo, lì c'è la nostra Ombra. Poi, dobbiamo cercare di sviluppare i sensi, per aumentare la nostra sensibilità. Lo possiamo fare suonando uno strumento musicale, facendo un viaggio lontano, stando un po' da soli ad ascoltare noi stessi, oppure tenendo un diario. Da “Onorare l’Ombra”, un'intervista con William Booth Bly: …Jung dice che una persona che ha represso efficacemente la propria Ombra ha difficoltà a comunicare agli altri i propri sentimenti… Nella nostra cultura, per effetto delle teorie permissive sull’educazione dei bambini, gli insegnanti di scuola materna, o perlomeno alcuni di loro, pensano ancora che sia bene che il bambino esprima la rabbia, che ‘butti fuori l’aggressività’, come spesso si dice. Da noi, alcuni bambini vengono incoraggiati a esprimere la rabbia. Perciò quel lato della loro Ombra diventa visibile, appare alla luce del giorno. Booth: Questo sembrerebbe un antidoto al problema di cacciare le cose nel sacco. Bly: L’intenzione è quella, ma non funziona molto bene. E credo che neppure l’espressione del materiale sessuale nei giovani funzioni molto bene. Il problema è questo: quando nella scuola materna un bambino esprime rabbia e violenza e l’agisce, è come se l’impulso elettrico creasse nel cervello un percorso lungo il quale la rabbia scorrerà più facilmente la prossima volta. Ma un’esplosione di rabbia è spesso vissuta dal’Io come una sconfitta. Il compito dell’Io è quello di fare di noi degli esseri sociali. Se la rabbia del bambino innesca quella di un adulto, l’Io del bambino può venire danneggiato da quello che succede. E quando il bambino che ha ricevuto un’educazione permissiva avrà quaranta o cinquant’anni, esprimerà ancora la rabbia come faceva alla scuola materna, 11 perché l’elettricità continua a percorrere lo stesso vecchio solco nel cervello. La persona non viene rafforzata, bensì umiliata da queste esplosioni di rabbia. Booth: Perciò il bambino deve avere libertà di espressione, ma anche rafforzare l’Io. Bly: Beh, è un po’ come se l’Io e l’Ombra giocassero fra loro una partita. Quando l’educatore permissivo interviene e dice al bambino di esprimere la rabbia è come dare all’Ombra quindici palle e alla struttura nessuna. La teoria permissiva sottovaluta la serietà di quella partita. Nel suo libro The End of Sex (La fine del sesso), George Leonard dice di essere stato negli anni Sessanta un entusiastico sostenitore della completa espressione della sessualità. Oggi sente che quell’espressione alla fine porta a un’umiliazione dell’Io e che di conseguenza la psiche perde in parte il suo interesse per la sessualità, perde parte del suo eros. La nostra cultura ha in sé una nostalgia dei modi di espressione primitivi come antidoto alla repressione. I gruppi giovanili nazisti proponevano una sorta di ritorno alla natura, di primitivismo. Il nazismo, naturalmente, conteneva una follia di stato, mentre non tutti i movimenti per il ritorno alla natura sono folli; la maggior parte di essi è essenzialmente sana. E tuttavia attraverso l’esperienza di Kurtz in Cuore di tenebra possiamo capire il pericolo che la nostalgia occidentale del primitivo rappresenta per la psiche. Accerchiato dagli impulsi primitivi, l’Io perde la capacità di difendere il proprio terreno e scompare nei movimenti di massa, si scioglie come lo zucchero nell’acqua. (...) Possiamo distinguere le due figure (il selvaggio-naturale e il selvaggio-brutale, NdR) osservando vari dettagli. Il selvaggio-naturale è spontaneo ed è in contatto sia con il proprio lato femminile sia con la propria sessualità maschile positiva. Nessuna di queste qualità implica la violenza o il dominio sugli altri. Per me l’uomo in fondo allo stagno (Giovanni di ferro, dalla fiaba dei fratelli Grimm, NdR) assomiglia più a un maestro Zen che a un primitivo, il quale, nell’immagine che ne abbiamo noi, grugnisce soltanto. L’immagine del selvaggio-naturale corrisponde a uno stato dell’anima che consente al materiale ombra di ritornare pian piano, in modo da non danneggiare l’Io. Sembra che il racconto dei Grimm voglia ricordarci gli antichi riti d’iniziazione nell’Europa settentrionale. I maschi anziani insegnavano ai maschi più giovani ad affrontare il materiale Ombra in modo tale che non schiacciasse l’Io o la personalità. Insegnavano a fare di quell’incontro più un gioco che una lotta. Quando l’Ombra viene assorbita, l’essere umano perde gran parte della sua oscurità e diviene luminoso, leggero e giocoso in modo nuovo. L’Ombra non assorbita crea un alone scuro intorno alla persona… Booth: Sono confuso dal modo in cui parli di luminosità in questo contesto, dicendo che una persona che assorbe l’Ombra non diventa scura, ma luminosa, leggera e giocosa. In passato, a volte hai usato la parola ‘luce’ in senso negativo. Hai anche detto che Bertrand Russell aveva troppa luce nella sua personalità e che volevi un leader politico che fosse un corvo e non una colomba o una rondine. Bly: D’accordo, allora ritiro la parola ‘luminoso’. Marie-Louise von Franz ha detto da qualche parte che una persona che ha lavorato con l’Ombra o che ha integrato l’Ombra dà 12 la sensazione di essere condensata. Gli altri le riconoscono facilmente una certa autorità nelle questioni morali. Ha detto che se un insegnante ha lavorato con la propria Ombra, gli studenti, per quanto giovani possano essere, lo sentono. Per lui mantenere la disciplina in aula è facile, perché gli studenti percepiscono che ha con sé il suo corvo. Altri insegnanti che non hanno ancora lavorato con la propria Ombra possono parlare di disciplina tutto il giorno senza però ottenerla. Mi piace l’idea che il lavoro sull’Ombra dia luogo a una condensazione, a un ispessimento o addensamento della psiche che è immediatamente evidente e genera un naturale senso di autorità. Senza che l’autorità venga richiesta. (pagg. 73-78) …la persona che ha mangiato la propria Ombra diffonde calma intorno a sé ed esprime più dolore che rabbia. Se è vero, come gli antichi sostenevano, che l’oscurità contiene intelligenza, nutrimento e perfino informazione, allora la persona che si è nutrita della propria Ombra possiede più energia, oltre che più intelligenza. Perciò possiamo domandarci: “Come si fa a mangiare l’Ombra o a riappropriarsi di una proiezione, in pratica?” Suggerimenti per la vita quotidiana potrebbero essere: acuire i sensi dell’odorato, del gusto, del tatto e dell’udito, creare dei vuoti nelle proprie abitudini, visitare tribù primitive, fare musica, modellare nella creta figure spaventose, suonare uno strumento a percussione, stare da soli per un mese. Una donna può provare a fare il patriarca nei suoi momenti liberi e vedere se le piace; ma deve farlo giocosamente. Un uomo può provare a fare la strega nei suoi momenti liberi e vedere se gli piace, ma deve farlo giocosamente. Può imparare a fare la risata della strega, per esempio, e raccontare favole. La donna può imparare a fare la risata del gigante e raccontare favole. (da pagg. 64-65) Robert Bly, tratto da “Il piccolo libro dell’ombra” (Edizioni Red). L'incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli alle quali si sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante. Chi è in condizione di vedere la propria ombra e di sopportarne la conoscenza ha già assolto una piccola parte del compito. C.Jung Fu Jung a descrivere per primo l’immagine profonda dell’Ombra, che Marie Louise Von Frantz, sua allieva, ha così definito: ” Usiamo la parola Ombra semplicemente per indicare il fatto che la maggior parte di noi non è pienamente consapevole di tutti i tratti della propria personalità.” Robert Bly da poeta, da grande poeta,descrive l’ Ombra con un’altra immagine:” All’età di uno o due anni, abbiamo una personalità, diciamo così, a 360 gradi. Ma un giorno ci accorgiamo che i nostri genitori non amano alcuni aspetti di questa personalità. Appeso alle nostre spalle, però teniamo un invisibile sacco, e le parti di noi che ai nostri genitori non piacciono, per non perdere il loro amore, le mettiamo là.” 13 Perchè tra tutta la “preziosa mercanzia” del sapere psicoanalitico è proprio l’immagine dell’ Ombra a venire esportata e diffusa nella cultura più ampia? Una ragione è probabilmente che l’ Ombra è ciò che più efficacemente rappresenta l‘inconscio ed i suoi meccanismi. Nei capitoli di questo Piccolo libro dell’ombra Bly delinea itinerari che ci permettono di “svuotare il sacco“, guardarci dentro e far pace con la parte più nascosta di noi. Dice la Von Franz, allieva di Jung, che la vita è doppia, è un duplice impegno, un conflitto con sé stessa, perché implica perennemente la collisione, o conflitto, di due tendenze. Jung lo esprime meglio questo conflitto con la definizione di un’altra figura che gravita nel mondo inconscio che è l’ombra : parte inconscia della personalità caratterizzata da tratti e comportamenti che la parte cosciente tenta di rimuovere o ignorare Nei sogni è rappresentata da una persona dello stesso sesso di chi sogna. Quindi l’anima e l’ombra permettono di comunicare con la "terra dei fantasmi", così detta dagli sciamani, mentre noi chiamiamo inconscio. L'Ombra è simile al rimosso freudiano, ma non esattamente la stessa cosa. Essa non è realmente inconscia e inconsapevole, ma soltanto non consapevole: pertanto se un individuo vuole realmente essere onesto con se stesso è in grado di vedere la propria Ombra. Per Jung sono invece maggiormente connesse con la realtà psichica più profonda altre immagini archetipiche: l'Anima (Animus o Anima), lo Spirito (il Vecchio Saggio, la Magna Mater etc.) e l'immagine archetipica centrale della psiche, il Sé. L'Anima rappresenta l'immagine interiorizzata che ogni uomo ha del femminile e l'Animus l'immagine interiorizzata che ogni donna ha del maschile. Secondo Jung, Animus e Anima orientano la scelta dei nostri legami affettivi e rappresentano le istanze più profonde della personalità, quelle che noi tendiamo a proiettare sugli altri; per questo motivo costituiscono il reale strumento di conoscenza dell'incoscio. Il Sé viene spesso rappresentato nei sogni da una persona di carattere eccezionale oppure da un animale, che rappresenta la natura istintuale del sognatore ed i legami di questa con l'ambiente esterno in cui vive. L'inconscio contiene dunque energia psichica che si manifesta nella spinta innata verso lo sviluppo della coscienza di sé, la quale tende ad emergere dando luogo al processo di individuazione. L'individuazione costituisce per Jung il naturale fine dell'esistenza umana e idealmente, nel corso di questo processo, l'uomo dovrebbe giungere alla scoperta e alla realizzazione dei propri bisogni individuali più profondi. Nella psicologia junghiana, l’Ombra è l’archetipo relativo alla parte oscura, rigettata e minacciosa del Sé. Lo psicanalista svizzero C. G. Jung la chiamava ‘ciò che una persona non desidera essere’ e può essere vista come il deposito degli istinti incontrollabili, compresi gli impulsi distruttivi, come pure di tutte le caratteristiche personali considerate inferiori e indesiderabili (da C. Feltham, W. Dryden, Dizionario di counseling, Sovera, € 18,08). 14 Le tribolazioni nella vita > possono essere superate nel momento in cui portiamo alla consapevolezza i ns. aspetti inconsci, nell’ombra, comprendendo le motivazioni dei nostri atteggiamenti negativi. Siamo fatti per essere liberi! Testimone > Siamo come una voragine dentro di noi… con fascino e paura possiamo scavare…conoscerci. Paradossalmente incontriamo ancor più Cristo nelle miserie con le quali veniamo a contatto! L’ombra, secondo Jung (superando il concetto di inconscio freudiano) è tutta quella dimensione sedimentata nel profondo e tendenzialmente sconosciuto nostro mondo interiore, che corrisponde a ciò che, di nostro, abbiamo rimosso, fin dall’infanzia, perché non conforme alle aspettative familiari e sociali. Una vasta parte che ha in sé anche aspetti potenzialmente creativi, risorse espressive esistenziali che se riusciamo a riconoscere e ad integrare possono agire a nostro favore, verso il bene, sulle strade di Dio e non su quelle opposte. Secondo Jung l'Ombra è la prima raffigurazione archetipica che si incontra lungo il cammino della via interiore: come in uno specchio ci viene rimandata la nostra immagine interiore avanti a cui nessun trucco d'identificazione totale con la nostra 'Persona' regge. Persona sta qui per identità di copertura in cui si è quel che gli altri vogliono che noi si sia e quel che noi amiamo pensare di essere. Persona è la maschera dell'attore. Se una persona vuole essere in pace con se stessa, deve riconciliarsi con l’altra parte della propria personalità. Le persone, spesso, attraverso la razionalità, l’intelletto e il “fare” soffocano la loro parte profonda, emozionale, i messaggi che arrivano dall’inconscio, pensando di risolvere ogni problema e bisogno esistenziale. Se si trascura il riconoscere ed elaborare le proprie parti oscure si rischiano delusioni. Le forze represse nell’inconscio provocano un ristagno di energia che può potare alla depressione o alle esplosioni di aggressività. A malattie psichiche, psicosomatiche; a problemi relazionali; alla tendenza a dividersi da altre persone. L'archetipo dell'Ombra Secondo Jung l'Ombra è la prima raffigurazione archetipica che si incontra lungo il cammino della via interiore: come in uno specchio ci viene rimandata la nostra immagine interiore avanti a cui nessun trucco d'identificazione totale con la nostra 'Persona' regge. Persona sta qui per identità di copertura in cui si è quel che gli altri vogliono che noi si sia e quel che noi amiamo pensare di essere. Persona è la maschera dell'attore. L'Ombra è quindi la figura negativa portatrice dei nostri limiti. Ci restituisce anche ciò che di noi non amiamo vedere. Incontrarla significa accettarla e, accettandola, permetterle di offrire quanto di prezioso racchiude in se stessa: non scordiamo che ogni simbolo è ambivalente e che ogni negativo è ponte verso un positivo e viceversa in un costante gioco dialettico. E’ bene ricordare che, con la propria ombra, si convivrà tutta la vita stante l'infinita imperfezione e l'infinita perfettibilità dell'uomo. Per Bly, tutti noi abbiamo una parte della nostra personalità «alla luce» e una parte «all'ombra». Cioè: tutti noi abbiamo una parte di personalità che mostriamo agli altri e che, perciò, anche noi stessi conosciamo bene. Questa è la parte «alla luce». Però, 15 abbiamo anche una parte di personalità che non mostriamo a nessuno, perché nemmeno noi sappiamo d'averla. Questa è la parte «all'ombra». Bly la chiama «Ombra». Ma che c'è dentro l'Ombra? Bly ci dice d'immaginare l'Ombra come un sacco invisibile sulle nostre spalle. In questo sacco mettiamo le parti di noi (cioè della nostra personalità) che non ci piacciono. Per esempio, ci mettiamo la rabbia, la paura, la gelosia. Iniziamo a riempire il sacco già da piccoli: ci mettiamo le parti di noi che non piacciono ai nostri genitori. Lo facciamo per paura di perdere il loro amore. Da adulti ci mettiamo le parti di noi che non piacciono alla società, al nostro capo, alla persona che amiamo. E anche quelle che non piacciono alla religione (il sesso, per esempio). Il sacco ci fa star male. Perché ogni parte di noi che ci mettiamo dentro è una rinuncia a una fetta della nostra energia vitale. Perciò, più è grande il sacco, peggio stiamo. Il sacco ci fa star male anche perché quel che ci abbiamo messo dentro non se ne sta lì buono. Cerca d'uscire fuori. E, siccome non ce la fa, ci diventa ostile, creandoci problemi psicologici. E il brutto è che ciò succede in modo non consapevole: non ce ne accorgiamo. Il sacco ci crea la maggior parte dei danni attraverso il meccanismo della «proiezione». Che cos'è? Ogni volta che incontriamo qualcuno, abbiamo la tentazione di attribuirgli un lato di noi che abbiamo messo nel sacco. Per esempio, se odiamo qualcuno per un aspetto particolare del suo carattere, quell'aspetto è spesso uno di quelli che avevamo anche noi e che poi abbiamo messo nel sacco. Invece, se amiamo una persona per un aspetto particolare, spesso è perché anche noi avevamo quell'aspetto e poi l'abbiamo messo nel sacco. «Proiettare» è pericoloso, per due motivi. Il primo è che così odiamo o amiamo una persona per un solo aspetto del suo carattere. E gli altri? Il secondo è che è possibile proiettare anche i lati della nostra personalità che non sono nel sacco. Ciò significa che l'energia vitale che non abbiamo perso nel sacco la possiamo perdere proiettandola. Faccio un esempio. Se io sono coraggioso, ma proietto il coraggio su un'altra persona (cioè penso che l'altra persona rappresenti il coraggio perfetto), finisco per credere che sia solo lei ad averlo. Chi fa così perde tanta energia vitale. Per recuperare la nostra energia vitale abbiamo due modi. Il primo è scoprire che c'è dentro il nostro sacco. Il secondo è riprenderci le nostre proiezioni. Ma come si fa? Bly ci dà qualche consiglio. Per esempio, ogni volta che odiamo qualcuno senza motivo, lì c'è la nostra Ombra. Poi, dobbiamo cercare di sviluppare i sensi, per aumentare la nostra sensibilità. Lo possiamo fare suonando uno strumento musicale, facendo un viaggio lontano, stando un po' da soli ad ascoltare noi stessi, oppure tenendo un diario. Vedi anche il venerdì santo e da p.70 a 74 in L’anno liturgico di Grun e la poesia del nonno ebreo sul Piccolo libro dell’ombra edizioni Red 16 LETTURE BIBLICHE CONSIGLIATE Caino e Abele Giacobbe ed Esaù Gn 4,8 La mia parte “cattiva…” Gn28,10-22 Gn32,31 Lotta con l’angelo… Il mio vero nome comprende la mia ombra… “Mettiti d’accordo con l’avversario mentre sei per via con lui…” Mt.5,25s Il riconciliarsi, anche, con l’avversario interno significa non vivere come capita…, bensì cercare un ordine interiore, guardando ciò che di oscuro c’è dentro ed intorno a noi. (vedi vecchio commento mio) …come ombra in Gesù, la brama ed il fascino del potere. Le bestie feroci che per quaranta giorni (interezza, pienezza della vita) rappresentano gli istinti e gli impulsi interiori Presa di coscienza delle mie parti ostili; difensive della parte di me materialista, che non si affida. Non mi piace ma c’è! Erode, la parte di noi materialista, che non si affida. Non ci piace ma c’è! Orientare risorse censurate; inespresse - Mt.4,8-9 Tentazioni nel deserto Erode e i magi (il primo ombra dei secondi) Erode e il Battista? Gesù e i mercanti del tempio (“utilizza adeguatamente la propria parte aggressiva talvolta repressa”. Volendo anche Gesù che supera il “sabato” o altre tradizioni). Lettera ai Romani di San Paolo (7,14-25) Di fatto molte nostre azioni sono sospinte dai bisogni repressi nella ns. Ombra. Agiamo come a livello conscio non vorremmo! 17 Caino e Abele; La storia di Giacobbe illustra l’accettazione dell’ombra. Esaù, con i suoi desideri di vendetta, rappresenta la pericolosità dell’ombra dentro di noi. Giacobbe fugge lontano da Esaù per venti anni. Gn28,10-22 Solo quando si riconcilia con suo fratello Esaù, simbolicamente la sua parte ombra, può diventare padrone di se stesso e conseguire la pienezza della propria personalità. Questo necessiterà, nel viaggio di ritorno, di dover affrontare lo straniero Labbok e di lottare con lui fino all’alba. Lo sconosciuto non è in grado di vincerlo ma lo colpisce all’anca, slogandogli l’articolazione del femore. Giacobbe non lo lascia andare finchè non ottiene la sua benedizione. Lo straniero rivela a Giacobbe che ha lottato con Dio, ne ha visto il volto. (Gn32,31) e gli da un nuovo nome, Israele. (Dio è con noi?). Giacobbe ha affrontato suo fratello, ha sfidato l’ombra. Tanto più si affronta l’ombra, le parti negative o comunque rimosse e tanto più riemergono le nostre risorse positive, l’immagine di Dio, il Sé, dentro di noi. Nell’accedere al nostro inconscio, dobbiamo però imparare a distinguere ciò che emerge, dandone un adeguato significato. 18