4° INCONTRO – TITOLO:
L’ombra. Ciò che inconsciamente ci condiziona o che rimane risorsa inespressa

Se ci sentiamo accettati, amati da Lui, abbiamo quel tanto di fiducia per entrare nel
deserto di noi stessi. In quella zona oscura dove, come Gesù nel deserto veniamo
“sospinti”. Senza forzarci…, quando ce la sentiamo, siamo invitati dalla nostra anima
ad addentrarci. Non per coraggio, ne per nostra capacità, ma per fiducia nella guida
dello Spirito Santo che dimora in noi.
Scoprire e convivere, integrare le fiere che ci sono in noi, vuole dire coglierne il potenziale,
anche positivo, indirizzandolo e non demonizzandolo entrando in un conflitto insanabile
con noi stessi.
Non c’è nulla di ciò che è creato da Dio che sia a priori malvagio. Anche la nostra
ambizione, il nostro desiderio di possesso, solo per fare un esempio, se sono da noi
riconosciuti, integrati, orientati a qualcosa di buono…, possono portarci al Bene, alla vita
nel Suo Spirito.
Tra apparenza e verità. Tra limiti e risorse rimosse. La “crisi” che libera ed apre la via alla
verità di se stessi.
OBIETTIVO
Riuscire a far emergere l’altra parte della propria personalità, attraverso la meditazione di
immagini bibliche archetipiche, per poterne prendere coscienza e poterle rielaborare.
Preghiera allo Spirito Santo
VIENI, SPIRITO SANTO
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto conforto.
O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
1
Senza la tua forza
nulla è nell'uomo,
nulla è senza colpa.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò ch'è sviato.
Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna. AMEN.
Presentazione tema
(parte di definizione)
> Camminata, girando intorno al telo dell’Ombra e associando…
2

Seconda parte presentazione tema.
l’Ombra è l’archetipo relativo alla parte oscura, rigettata e minacciosa del Sé.
ciò che una persona non desidera essere; I Ns. istinti incontrollabili, compresi gli impulsi
distruttivi.
All’età di uno o due anni, abbiamo una personalità, diciamo così, a 360 gradi. Ma un
giorno ci accorgiamo che i nostri genitori non amano alcuni aspetti di questa personalità…
sacco….non conforme alle aspettative familiari e sociali.
Per esempio: la rabbia, la paura, la gelosia, parte degli impulsi sessuali, il desiderio del
potere, il timore di sofrire, di sentire la nostra fragilità o depressione; ecc.
L’Ombra ha in sé anche aspetti potenzialmente creativi, risorse espressive esistenziali che
se riusciamo a riconoscere e ad integrare possono agire a nostro favore, verso il bene.
Spesso, attraverso la razionalità, soffochiamo la loro parte profonda, emozionale, i
messaggi che arrivano dall’inconscio e quindi non riconosciamo la ns. Ombra.
Se una persona vuole essere in pace con se stessa, deve riconciliarsi ed integrare l’altra
parte della propria personalità.
Le forze represse nell’inconscio provocano un ristagno di energia
può potare alla depressione o alle esplosioni di aggressività. A malattie psichiche,
psicosomatiche; a problemi relazionali; a provocare danni attraverso la proiezione.
Incontrarla significa accettarla e, accettandola, permetterle di offrire quanto di prezioso
racchiude in se stessa.
Per recuperare l’energia persa, occorre scoprire cosa c'è dentro il nostro sacco.
Riprenderci le nostre proiezioni e l’ accettazione del dolore.
Fin da bambini dobbiamo si avere libertà di espressione, ma anche rafforzare l’Io.
Come fare. Occorre cercare di sviluppare i sensi, per aumentare la nostra sensibilità.
Lo possiamo fare suonando uno strumento musicale, facendo un viaggio lontano, stando
un po' da soli ad ascoltare noi stessi, oppure tenendo un diario. E naturalmente attraverso
la contemplazione – meditazione non razionale.
Il selvaggio-naturale è spontaneo ed è in contatto con tutte le sue parti; sia con il proprio
lato femminile sia con la propria sessualità maschile positiva.
…così pure la persona che ha “mangiato la propria Ombra”, comprende le motivazioni dei
propri atteggiamenti negativi; diffonde calma intorno a sé ed esprime più dolore che
rabbia. Possiede più energia, oltre che più intelligenza. Diviene gradualmente più
luminoso, leggero e giocoso. Incontra maggiormente Cristo, perché Lui è più presente
nelle nostre miserie umane.
l'Ombra è la prima raffigurazione archetipica che si incontra lungo il cammino della via
interiore. Non è realmente inconscia e inconsapevole, ma soltanto non consapevole:
pertanto se un individuo vuole realmente essere onesto con se stesso è in grado di vedere
la propria Ombra.
3
> AIUTAMI A CRESCERE
A volte piangerò
ma non chiamarmi
piccolo
o femminuccia...
Non posso ancora controllare i miei sentimenti
quindi ho bisogno che tu mi dica
che va bene.
Io crescerò
forte e sicuro
se tu mi aiuti a rafforzarmi...
Oppure sarò per sempre debole
se tu mi abbatterai con critiche e rimproveri duri.
Naturalmente cercherò di ottenere le cose a modo mio
ma non accusarmi di "imbrogliare":
sto solo cercando di ottenere ciò che desidero dal mondo,
proprio come tutti gli altri,
non farmi sentire cattivo perché ci sto provando.
Fammi sapere che capisci come mi sento
e quanto sia difficile per me aspettare:
gentilmente spiegami perché non posso ottenere ciò che voglio
a modo mio, in questo momento.
Fammi sapere che va bene
sentirsi tristi
o delusi
o anche arrabbiati:
questi sentimenti sono forti in me
e mi sconvolgono.
Ti prego rassicurami che sono normali
oppure imparerò a bloccare i miei sentimenti,
e a nascondere la mia verità.
Ti amo così tanto...
dimmi spesso che anche tu mi ami
proprio così come sono.
Gwen Randall
>Rileggiamola in silenzio… sottolineature ad alta voce…immagine su come si è formato il
mio sacco!
> Ognuno appunta pensieri personali.
>Condivisione:
4
> CANZONE E VIDEO: “Ti regalero’ una rosa” di Cristicchi
 Commento:
Una rosa…per lenire il dolore; un gesto d’amore permette di poter vivere
consapevolmente il dolore, evitando di rimuoverlo.
“Sono matto…mi stupisco se provo ancora un’emozione…
mi hanno chiuso per 40 anni perché ero matto…
i matti siamo noi quando nessuno ci capisce…
Ho paura…per la società siamo sempre stati considerati spazzatura…
La mia patologia è che son rimasto solo”…
I matti un’etichetta indelebile… sulla quale proiettiamo collettivamente tutte le nostre paure
per gli estremi della nostra irrazionalità; per le emozioni e le parti stesse di noi che non
accettiamo; quelle parti che ci fanno temere di avere qualche aspetto non del
tuttonormale…; accettabile…
“Guardate tra me è voi chi è più pericoloso…
Sorprenditi perché Antonio sa volare…”
Ma fortunatamente Antonio…e così ognuno di noi, può scoprire di saper volare… e che il
pericolo di proiettare è sempre in aguato; in noi e egli altri nei nostri confronti…
>Condivisione: di un’emozione… o un pensiero…
>Leggo a p. 63 (Il piccolo libro dell’Ombra), come rimando sull’atteggiamento positivo di
chi l’Ombra l’ha integrata ed evita proiezioni.

Presentazione essenziale del tema delle tentazioni:
Gesù, come ogni uomo dovrebbe, ha incontrato nella sua vita, simbolicamente nei
quaranta giorni nel deserto, la propria “ombra” interiore, parte della quale è costituita dalle
tentazioni del male. Confrontandosi consapevolmente con la Sua ombra, non ha avuto la
necessità di proiettarlo inconsapevolmente sugli altri.
Nella solitudine del deserto, si è ascoltato…, affrontando anche le bestie feroci, simbolo
delle proprie pulsioni e passioni; avendo la possibilità di riconoscere queste umane parti
istintive, legate al proprio ego e rafforzando l’unità di se stesso, delle proprie parti.
Anche questo brano è testimonianza del Suo risorgere alla vita autentica, libera, salvata.
Possibilità che abbiamo quando troviamo l’integrazione delle nostre diverse parti in noi stessi.
Alcuni versetti dalle “Tentazioni di Gesù nel deserto”:
> Mt4,8-9 8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del
mondo e la loro gloria 9e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi,
mi adorerai".
5
 COMMENTO:
Apparire…; avere potere su più persone e realtà della vita possibili; accogliere Dio come
colui che può garantirci questo potere.
La totale rinuncia al potere, da parte di Gesù, si può presumere comporti, come ombra, la
volontà di potenza; la brama ed il fascino del potere.
Gesù respinge le aspettative del suo popolo e del demonio, prestando attenzione alla sua
voce interna, la “volontà del Padre”, che coincide con il Suo essere.
Vince l’archetipo del Cesare andando Lui a morire piuttosto che trascinare altri alla morte.
> Mt4,11 Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.
> Mc 1, 13: stava con le fiere e gli angeli lo servivano.

COMMENTO: Le bestie feroci che per quaranta giorni (interezza, pienezza della vita)
rappresentano gli istinti e gli impulsi interiori con i quali si confrontò.
Gesù si confronta fino in fondo con le forze dell’inconscio, affrontando in sé il male e
questo gli permette di non proiettarlo sugli altri.
Tra l’entusiasmo religioso ed il fanatismo religioso, di persone in preda a parti di sé
inconsce, per esempio, c’è solo una sottile parete…, dobbiamo sempre vigilare!
Gesù basando la sua fiducia, la sua forza in Dio non è angosciato dalla sua parte istintiva;
non la rifugge. E, d’altra parte, considera la Sua parte spirituale, angelica, come protettiva.
Quindi senza demonizzare e fuggire – rifiutare la parte istintiva di sè ne idealizzare ed
astrarre quella spirituale. Non insegue la perfezione per se stessa, diventando un giudice
moralista dell’umanità.
Al contrario, ognuno di noi, cade spesso nell’essere angosciato, in preda al senso di colpa
e scisso tra il vivere secondo l’istinto e il rifiutare quest’ultimo inseguendo idealizzate
forme di perfezione che non ci appartengono e che rafforzano la parte del giudice farisaico
dentro di noi. Gesù raggiunge l’integrazione, l’unità tra spirito ed istinto.
Gli angeli lo servivano…, condizione divina di Gesù, protetto e accudito dagli angeli…,
…anche di tutti coloro che si mettono nella prospettiva dei figli di Dio, consapevoli dello
Spirito Divino che li abita.
Coloro che, attraverso un costante ascolto di sé, davanti al Signore, integrano, dirigono
verso la volontà di Dio… le “fiere”, le passioni, gli istinti, le “fami”, i bisogni di ogni tipo, le
pulsioni, con l’amorevole, angelica protezione di Dio, che ispira amore, azioni di bene in
noi.
> Immaginazione guidata: ripenso all’attaccamento alle sicurezze del potere…nelle
relazioni quotidiane, nella società, il potere economico, psicologico, altre forme…
Guardo alle fiere, alle le passioni, gli istinti, le “fami”, i bisogni di ogni tipo… nella mia
ombra…come le sento e vivo? Cosa immagino?... (Immaginazione libera).
> Condivisione a coppie, di come mi sono sentito nell’immaginare e volendo di ciò che mi
sento di condividere rispetto all’immagine.
> Appunto sul foglio della mia ombra
> Condivido con tutti un titolo e/o un emozione
6
POMERIGGIO
> Camminata…
Puoi camminare come quella parte di te, nella tua ombra, che hai colto stamane,
Erode
e i magi
Il primo
ombra
dei
secondi
…
.
Obiettivo: Presa di coscienza delle mie parti ostili nascoste (specie quelle
nella relazione con Dio).
Quelle difensive; per es. della parte di noi materialiste; la parte di noi che non
si af-fida al Signore. Non ci piacciono… ma ci sono!
>Lettura (di parte del testo, commentata, vedi pag. successiva).
>Rilettura e sottolineature da parte del grupp
Camminata:
>prima si identificano nei magi:
 I Magi, sono più probabilmente sapienti maghi pagani e non re.
A loro il Signore rileva la salvezza prima che ai giudei e ai religiosi del tempo,
perché cercano con sincerità ed umiltà la verità.
>poi si identificano in Erode:
 Erode Re furbo ed illegittimo. Non è infatti giudeo.
E’ una persona in preda al sospetto e alla paura di perdere il potere al quale
era attaccato. Continuamente sucube del timore della vecchiaia e della
morte.
Con inganno, populismo, intelligenza e violenza si è tenuto stretto il potere.
Ma Erode è anche L’ombra…degli stessi Magi; incarna anche la paura di
perdere…, l’attaccamento alle cose terrene; la rabbia i propri deliri di onnipotenza
che stanno nascosti, tanto o poco nell’Ombra dei Magi, come in ogni persona
Terzo passaggio:
Ognuno, gradualmente diventa un personaggio, simile a Erode, attualizzato…
>Intervista
>Libera partecipazione
>Immaginaz. gui..
Un’immagine che emerge su di me sui contenuti, nella mia ombra, nel mio
rapporto con Dio
>Condivisione a coppie, di ciò che mi sento.
>Appunto sul foglio della mia ombra
>Condivido con tutti un titolo e/o un emozione.
>Se c’è il desiderio di qualcuno: psicodramma e partecipazione
Se no lettera a Gesù; “potrebbe, se volete, iniziare così: Caro Gesù, vorrei
parlarti delle mie paure, delle mie fatiche, dei miei dubbi, della mia rabbia,
della mia ostilità nei tuoi confronti…”
>Libera partecipazione
7
Matteo- Capitolo 2
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo
del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da
oriente a Gerusalemme 2 e dicevano:
"Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei?
Abbiamo visto spuntare la sua stella e
siamo venuti ad adorarlo". 3All'udire questo,
il re Erode restò turbato e con lui tutta
Gerusalemme. 4 Riuniti tutti i capi dei
sacerdoti e gli scribi del popolo, si
informava da loro sul luogo in cui doveva
nascere il Cristo. 5Gli risposero: "A
Betlemme di Giudea, perché così è scritto
per mezzo del profeta:6
E tu, Betlemme,terra di Giuda,
non sei davverol'ultima delle città
principali di Giuda:
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo,
Israele".
7Allora
Erode, chiamati segretamente i
Magi, si fece dire da loro con esattezza il
tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò
a Betlemme dicendo: "Andate e informatevi
accuratamente sul bambino e, quando
l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché
anch'io venga ad adorarlo".
9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la
stella, che avevano visto spuntare, li
precedeva, finché giunse e si fermò sopra il
luogo dove si trovava il bambino. 10Al
vedere la stella, provarono una gioia
grandissima. 11
Entrati nella casa, videro il bambino con
Maria sua madre, si prostrarono e lo
adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli
offrirono in dono oro, incenso e mirra.
12Avvertiti in sogno di non tornare da
Erode, per un'altra strada fecero ritorno al
loro paese.
13
Essi erano appena partiti, quando un
angelo del Signore apparve in sogno a
Giuseppe e gli disse: "Àlzati, prendi con te
il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e
resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti
vuole cercare il bambino per ucciderlo".
14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino
e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15
dove rimase fino alla morte di Erode,
perché si compisse ciò che era stato detto
dal Signore per mezzo del profeta:
Dall'Egitto ho chiamato mio figlio.
Quando Erode si accorse che i Magi si
erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a
uccidere tutti i bambini che stavano a
Betlemme e in tutto il suo territorio e che
avevano da due anni in giù, secondo il
tempo che aveva appreso con esattezza
dai Magi.

Commento e versetti principali
<<Allora Erode, chiamati di nascosto i maghi, si fece
dire esattamente da loro il tempo in cui era apparsa la
stella. >>
 Erode è preoccupato che altri abbiano visto questa
stella, questo segno divino della nascita del
profeta…; quindi, ci dice il testo…
<<Li inviò a Betlemme dicendo: Andate, chiedete
informazioni precise sul bambino e quando l’avrete
trovato fatemelo sapere, perché anch’io venga a
rendergli omaggio.>>
 Il potere di Erode, di fronte alla vita… che Dio
manifesta, attraverso Gesù ed i Suoi segni, sarà
sempre una risposta di tenebre, una risposta di
morte, e soprattutto l’evangelista pone in evidenza
la menzogna del potere. “…fatemelo sapere, perché
anch’io venga a rendergli omaggio”.
<<Essi dunque, udito il Re partirono, ed ecco la stella
che avevano visto sorgere andava avanti a loro. Finché
giunse e si fermò sopra il luogo dov’era il bambino. >>
 Sono pagani, gli esclusi dall’istituzione religiosa,
quelli che, per primi, si accorgono dei segni di Dio.
“Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, si
prostrarono, gli resero omaggio”.
Si prostrarono… significa che riconoscono in questo
bambino la divinità <<e aperti i loro tesori gli offrirono
in dono oro, incenso e mirra.>>
Immaginate che famiglia strana: una coppia dove
l’uomo non è il padre del bambino, i due non sono
sposati, perché non sono passati alla seconda parte
delle nozze, senza lavoro, senza niente, degli
stranieri… c’erano tutti i motivi per un respingimento.
<<Poi, avvertiti in sogno di non passare da Erode per
un’altra strada, fecero ritorno al Paese>>.
 I maghi vengono avvertiti da Dio, questo significa
l’espressione “in sogno”.
<<16 Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi
gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini
che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che
avevano da due anni in giù, secondo il tempo che
aveva appreso con esattezza dai Magi>>


In lui si sprigiona tutta la paura, la rabbia e la potenza, il
delirio di onnipotenza…; i sentimenti che prevalgono in
lui davanti a Gesù.
8
Gesù e i mercanti del tempio
…Per utilizzare adeguatamente la propria parte ed energia
aggressiva talvolta repressa”…
Volendo anche Gesù che supera il “sabato” o altre
tradizioni)…
- Lettura testo
>Gioco di ruolo: al centro
alcune sedie o banchetti con
teli o oggetti sopra. Il gruppo
girandovi intorno, si
identifica,
contemporaneamente con
Mc.11,15-17
Gesù e con la Sua
Gesù scaccia i venditori dal tempio
15Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a aggressiva indignazione
scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano (non verbale).
nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie (Musica aggressiva)
dei venditori di colombe 16e non permetteva che si
trasportassero cose attraverso il tempio. 17E insegnava loro >Immaginaz.guidata
Non solo sulla
dicendo: «Non sta forse scritto:
canalizzazione
La mia casa sarà chiamata
dell’aggressività ma anche
casa di preghiera per tutte le nazioni?
su altri aspetti “risorse”
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
censurate;
inespresse…”ficcate nel
 Commento
“sacco”!
Gesù non tollera che il culto a Dio venga associato al
“Immagina come potrebbe
denaro. Quando l’amore viene venduto, questo si chiama
essere la tua vita con quella
prostituzione.
parte che hai visualizzato
Non teme di essere irriverente, verso il Tempio e verso
integrata con le altre…”
quelle persone. Tira fuori la propria aggressività
- Condivisione
palesemente e questa diviene una risorsa per esprimere la
>Scelta e psicodramma
propria verità e la propria indignazione. Rovescia
fisicamente i banchetti, maledice quel modo di fare.
> Partecipazione
Probabilmente si oppone chiaramente anche ad un certo
modo di fare culto. O alla logica di ridurre Dio al culto
stesso, sostiene qualche biblista.
>A partire dagli appunti raccolti… Disegno (meglio) o lettera (L’Ombra, come fosse una persona si
rivolge all’altra parte di ognuno, presentandosi nei suoi aspetti).
>Condivisione di ciò che si vuole alla fine della giornata. In centro un telo bianco rappresenta Gesù
che ha integrato in sé tutti i colori tutte le parti; anche il nero dell’ombra.
Mammano che si esprime la propria preghiera, vengono posti intorno i propri disegni,
descrivendoli.

Spunti per un rimando a conclusione
Noi potremo com-prendere Dio e noi stessi se seguiremo le indicazioni della nostra anima, se
lasceremo davvero entrar nel cuore il potere salvifico dell’amore di Dio, unico che può darci vera
pace e gioia. Unico che può unirci agli altri, mettendoci con loro in una relazione amorevole. E’ nel
nostro cuore che vive l’unico ordine reale; nessuna legge da sola potrà mai garantirlo. Le leggi
sono necessarie solo davanti alla durezza dei cuori; quando è l’amore che manca.
La potenza di Gesù vince i demoni anche in noi. In altri termini noi veniamo trasformati dal Suo
Spirito nei nostri pensieri, pulsioni, sentimenti ed azioni; trovando pace, siamo abilitati a spezzare i
meccanismi psichici e sociali e a realizzare anche all’esterno una vera umanità. E’ così che il
Regno di Dio viene!
Materiali: teli; riprodut. CD; Luci; Icona, cero e candela; dispensa; 3-4 fogli a4 per persona; video proiettore e portatile per proiettare;
canzone Cristicchi; libro sull’Ombra; musiche misteriose, aggressive e rilassanti; materiale per disegni;
9
ALLEGATI
Premessa
Contributi teorici integrali, dai quali sono stati estrapolati i concetti base espressi dal
conduttore nel percorso formativo sull’Ombra.
E’ consigliata anche la lettura di “Il piccolo libro dell’Ombra Ed. Red – R. Bly e per chi
volesse approfondire l’argomento, a livello scientifico, i testi di Jung e dei suoi allievi che
trattano questo tema.
Mi scuso se alcuni concetti sono stati riportati più volte.
L’ombra, secondo Jung (superando il concetto di inconscio freudiano) è tutta quella
dimensione sedimentata nel profondo e tendenzialmente sconosciuto nostro mondo
interiore, che corrisponde a ciò che, di nostro, abbiamo rimosso, fin dall’infanzia, perché
non conforme alle aspettative familiari e sociali. Una vasta parte che ha in sé anche
aspetti potenzialmente creativi, risorse espressive esistenziali che se riusciamo a
riconoscere e ad integrare possono agire a nostro favore, verso il bene, sulle strade di Dio
e non su quelle opposte.
Secondo Jung l'Ombra è la prima raffigurazione archetipica che si incontra lungo il
cammino della via interiore: come in uno specchio ci viene rimandata la nostra immagine
interiore avanti a cui nessun trucco d'identificazione totale con la nostra 'Persona' regge.
Persona sta qui per identità di copertura in cui si è quel che gli altri vogliono che noi si sia
e quel che noi amiamo pensare di essere. Persona è la maschera dell'attore.
Se una persona vuole essere in pace con se stessa, deve riconciliarsi con l’altra parte
della propria personalità.
Le persone, spesso, attraverso la razionalità, l’intelletto e il “fare” soffocano la loro parte
profonda, emozionale, i messaggi che arrivano dall’inconscio, pensando di risolvere ogni
problema e bisogno esistenziale. Se si trascura il riconoscere ed elaborare le proprie parti
oscure si rischiano delusioni.
Le forze represse nell’inconscio provocano un ristagno di energia che può potare alla
depressione o alle esplosioni di aggressività. A malattie psichiche, psicosomatiche; a
problemi relazionali; alla tendenza a dividersi da altre persone.
Tutti noi abbiamo una parte della nostra personalità «alla luce» e una parte «all'ombra».
Cioè: tutti noi abbiamo una parte di personalità che mostriamo agli altri e che, perciò,
anche noi stessi conosciamo bene. Questa è la parte «alla luce». Però, abbiamo anche
una parte di personalità che non mostriamo a nessuno, perché nemmeno noi sappiamo
d'averla.
Questa
è
la
parte
«all'ombra».
Ma che c'è dentro l'Ombra? Immaginiamo l'Ombra come un sacco invisibile sulle nostre
spalle. In questo sacco mettiamo le parti di noi (cioè della nostra personalità) che non ci
piacciono. Per esempio, ci mettiamo la rabbia, la paura, la gelosia. Iniziamo a riempire il
sacco già da piccoli: ci mettiamo le parti di noi che non piacciono ai nostri genitori. Lo
facciamo per paura di perdere il loro amore. Da adulti ci mettiamo le parti di noi che non
piacciono alla società, al nostro capo, alla persona che amiamo. E anche quelle rispetto
alle quali la religione indica comportamenti specifici (il sesso, per esempio).
10
Il sacco ci fa star male. Perché ogni parte di noi che ci mettiamo dentro è una rinuncia a
una fetta della nostra energia vitale. Perciò, più è grande il sacco, peggio stiamo.
Il sacco ci fa star male anche perché quel che ci abbiamo messo dentro non se ne sta lì
buono. Cerca d'uscire fuori. E, siccome non ce la fa, ci diventa ostile, creandoci problemi
psicologici. E il brutto è che ciò succede in modo non consapevole: non ce ne accorgiamo.
Il sacco ci crea la maggior parte dei danni attraverso il meccanismo della «proiezione».
Che cos'è? Ogni volta che incontriamo qualcuno, abbiamo la tentazione di attribuirgli un
lato di noi che abbiamo messo nel sacco. Per esempio, se odiamo qualcuno per un
aspetto particolare del suo carattere, quell'aspetto è spesso uno di quelli che avevamo
anche noi e che poi abbiamo messo nel sacco. Invece, se amiamo una persona per un
aspetto particolare, spesso è perché anche noi avevamo quell'aspetto e poi l'abbiamo
messo
nel
sacco.
«Proiettare» è pericoloso, per due motivi. Il primo è che così odiamo o amiamo una
persona per un solo aspetto del suo carattere. E gli altri? Il secondo è che è possibile
proiettare anche i lati della nostra personalità che non sono nel sacco. Ciò significa che
l'energia vitale che non abbiamo perso nel sacco la possiamo perdere proiettandola.
Faccio un esempio. Se io sono coraggioso, ma proietto il coraggio su un'altra persona
(cioè penso che l'altra persona rappresenti il coraggio perfetto), finisco per credere che sia
solo
lei
ad
averlo.
Chi
fa
così
perde
tanta
energia
vitale.
Per recuperare la nostra energia vitale abbiamo due modi. Il primo è scoprire che c'è
dentro il nostro sacco. Il secondo è riprenderci le nostre proiezioni. Per esempio, ogni volta
che odiamo qualcuno senza motivo, lì c'è la nostra Ombra. Poi, dobbiamo cercare di
sviluppare i sensi, per aumentare la nostra sensibilità. Lo possiamo fare suonando uno
strumento musicale, facendo un viaggio lontano, stando un po' da soli ad ascoltare noi
stessi, oppure tenendo un diario.
Da
“Onorare
l’Ombra”,
un'intervista
con
William
Booth
Bly: …Jung dice che una persona che ha represso efficacemente la propria Ombra ha
difficoltà a comunicare agli altri i propri sentimenti… Nella nostra cultura, per effetto delle
teorie permissive sull’educazione dei bambini, gli insegnanti di scuola materna, o
perlomeno alcuni di loro, pensano ancora che sia bene che il bambino esprima la rabbia,
che ‘butti fuori l’aggressività’, come spesso si dice. Da noi, alcuni bambini vengono
incoraggiati a esprimere la rabbia. Perciò quel lato della loro Ombra diventa visibile,
appare
alla
luce
del
giorno.
Booth: Questo sembrerebbe un antidoto al problema di cacciare le cose nel sacco.
Bly: L’intenzione è quella, ma non funziona molto bene. E credo che neppure
l’espressione del materiale sessuale nei giovani funzioni molto bene. Il problema è questo:
quando nella scuola materna un bambino esprime rabbia e violenza e l’agisce, è come se
l’impulso elettrico creasse nel cervello un percorso lungo il quale la rabbia scorrerà più
facilmente la prossima volta. Ma un’esplosione di rabbia è spesso vissuta dal’Io come una
sconfitta. Il compito dell’Io è quello di fare di noi degli esseri sociali. Se la rabbia del
bambino innesca quella di un adulto, l’Io del bambino può venire danneggiato da quello
che succede. E quando il bambino che ha ricevuto un’educazione permissiva avrà
quaranta o cinquant’anni, esprimerà ancora la rabbia come faceva alla scuola materna,
11
perché l’elettricità continua a percorrere lo stesso vecchio solco nel cervello. La persona
non viene rafforzata, bensì umiliata da queste esplosioni di rabbia.
Booth: Perciò il bambino deve avere libertà di espressione, ma anche rafforzare l’Io.
Bly: Beh, è un po’ come se l’Io e l’Ombra giocassero fra loro una partita. Quando
l’educatore permissivo interviene e dice al bambino di esprimere la rabbia è come dare
all’Ombra quindici palle e alla struttura nessuna. La teoria permissiva sottovaluta la serietà
di
quella
partita.
Nel suo libro The End of Sex (La fine del sesso), George Leonard dice di essere stato
negli anni Sessanta un entusiastico sostenitore della completa espressione della
sessualità. Oggi sente che quell’espressione alla fine porta a un’umiliazione dell’Io e che di
conseguenza la psiche perde in parte il suo interesse per la sessualità, perde parte del
suo eros. La nostra cultura ha in sé una nostalgia dei modi di espressione primitivi come
antidoto
alla
repressione.
I gruppi giovanili nazisti proponevano una sorta di ritorno alla natura, di primitivismo. Il
nazismo, naturalmente, conteneva una follia di stato, mentre non tutti i movimenti per il
ritorno alla natura sono folli; la maggior parte di essi è essenzialmente sana. E tuttavia
attraverso l’esperienza di Kurtz in Cuore di tenebra possiamo capire il pericolo che la
nostalgia occidentale del primitivo rappresenta per la psiche. Accerchiato dagli impulsi
primitivi, l’Io perde la capacità di difendere il proprio terreno e scompare nei movimenti di
massa,
si
scioglie
come
lo
zucchero
nell’acqua.
(...) Possiamo distinguere le due figure (il selvaggio-naturale e il selvaggio-brutale, NdR)
osservando vari dettagli. Il selvaggio-naturale è spontaneo ed è in contatto sia con il
proprio lato femminile sia con la propria sessualità maschile positiva. Nessuna di queste
qualità implica la violenza o il dominio sugli altri. Per me l’uomo in fondo allo stagno
(Giovanni di ferro, dalla fiaba dei fratelli Grimm, NdR) assomiglia più a un maestro Zen che
a un primitivo, il quale, nell’immagine che ne abbiamo noi, grugnisce soltanto.
L’immagine del selvaggio-naturale corrisponde a uno stato dell’anima che consente al
materiale ombra di ritornare pian piano, in modo da non danneggiare l’Io. Sembra che il
racconto dei Grimm voglia ricordarci gli antichi riti d’iniziazione nell’Europa settentrionale. I
maschi anziani insegnavano ai maschi più giovani ad affrontare il materiale Ombra in
modo tale che non schiacciasse l’Io o la personalità. Insegnavano a fare di quell’incontro
più
un
gioco
che
una
lotta.
Quando l’Ombra viene assorbita, l’essere umano perde gran parte della sua oscurità e
diviene luminoso, leggero e giocoso in modo nuovo. L’Ombra non assorbita crea un alone
scuro
intorno
alla
persona…
Booth: Sono confuso dal modo in cui parli di luminosità in questo contesto, dicendo che
una persona che assorbe l’Ombra non diventa scura, ma luminosa, leggera e giocosa. In
passato, a volte hai usato la parola ‘luce’ in senso negativo. Hai anche detto che Bertrand
Russell aveva troppa luce nella sua personalità e che volevi un leader politico che fosse
un
corvo
e
non
una
colomba
o
una
rondine.
Bly: D’accordo, allora ritiro la parola ‘luminoso’. Marie-Louise von Franz ha detto da
qualche parte che una persona che ha lavorato con l’Ombra o che ha integrato l’Ombra dà
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la sensazione di essere condensata. Gli altri le riconoscono facilmente una certa autorità
nelle questioni morali. Ha detto che se un insegnante ha lavorato con la propria Ombra, gli
studenti, per quanto giovani possano essere, lo sentono. Per lui mantenere la disciplina in
aula è facile, perché gli studenti percepiscono che ha con sé il suo corvo. Altri insegnanti
che non hanno ancora lavorato con la propria Ombra possono parlare di disciplina tutto il
giorno senza però ottenerla. Mi piace l’idea che il lavoro sull’Ombra dia luogo a una
condensazione, a un ispessimento o addensamento della psiche che è immediatamente
evidente e genera un naturale senso di autorità. Senza che l’autorità venga richiesta.
(pagg.
73-78)
…la persona che ha mangiato la propria Ombra diffonde calma intorno a sé ed esprime
più dolore che rabbia. Se è vero, come gli antichi sostenevano, che l’oscurità contiene
intelligenza, nutrimento e perfino informazione, allora la persona che si è nutrita della
propria Ombra possiede più energia, oltre che più intelligenza. Perciò possiamo
domandarci: “Come si fa a mangiare l’Ombra o a riappropriarsi di una proiezione, in
pratica?”
Suggerimenti per la vita quotidiana potrebbero essere: acuire i sensi dell’odorato, del
gusto, del tatto e dell’udito, creare dei vuoti nelle proprie abitudini, visitare tribù primitive,
fare musica, modellare nella creta figure spaventose, suonare uno strumento a
percussione, stare da soli per un mese. Una donna può provare a fare il patriarca nei suoi
momenti liberi e vedere se le piace; ma deve farlo giocosamente.
Un uomo può provare a fare la strega nei suoi momenti liberi e vedere se gli piace, ma
deve farlo giocosamente. Può imparare a fare la risata della strega, per esempio, e
raccontare favole. La donna può imparare a fare la risata del gigante e raccontare favole.
(da
pagg.
64-65)
Robert Bly, tratto da “Il piccolo libro dell’ombra” (Edizioni Red).
L'incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli alle quali si sfugge
proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante. Chi è in condizione di vedere la
propria ombra e di sopportarne la conoscenza ha già assolto una piccola parte del
compito. C.Jung
Fu Jung a descrivere per primo l’immagine profonda dell’Ombra, che Marie Louise Von
Frantz, sua allieva, ha così definito: ” Usiamo la parola Ombra semplicemente per indicare
il fatto che la maggior parte di noi non è pienamente consapevole di tutti i tratti della
propria personalità.”
Robert Bly da poeta, da grande poeta,descrive l’ Ombra con un’altra immagine:” All’età di
uno o due anni, abbiamo una personalità, diciamo così, a 360 gradi. Ma un giorno ci
accorgiamo che i nostri genitori non amano alcuni aspetti di questa personalità. Appeso
alle nostre spalle, però teniamo un invisibile sacco, e le parti di noi che ai nostri genitori
non piacciono, per non perdere il loro amore, le mettiamo là.”
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Perchè tra tutta la “preziosa mercanzia” del sapere psicoanalitico è proprio l’immagine dell’
Ombra a venire esportata e diffusa nella cultura più ampia? Una ragione è probabilmente
che l’ Ombra è ciò che più efficacemente rappresenta l‘inconscio ed i suoi meccanismi.
Nei capitoli di questo Piccolo libro dell’ombra Bly delinea itinerari che ci permettono di
“svuotare il sacco“, guardarci dentro e far pace con la parte più nascosta di noi.
Dice la Von Franz, allieva di Jung, che la vita è doppia, è un duplice impegno, un conflitto
con sé stessa, perché implica perennemente la collisione, o conflitto, di due tendenze.
Jung lo esprime meglio questo conflitto con la definizione di un’altra figura che gravita nel
mondo inconscio che è l’ombra : parte inconscia della personalità caratterizzata da tratti e
comportamenti che la parte cosciente tenta di rimuovere o ignorare Nei sogni è
rappresentata da una persona dello stesso sesso di chi sogna.
Quindi l’anima e l’ombra permettono di comunicare con la "terra dei fantasmi", così detta
dagli sciamani, mentre noi chiamiamo inconscio.
L'Ombra è simile al rimosso freudiano, ma non esattamente la stessa cosa. Essa non è
realmente inconscia e inconsapevole, ma soltanto non consapevole: pertanto se un
individuo vuole realmente essere onesto con se stesso è in grado di vedere la propria
Ombra. Per Jung sono invece maggiormente connesse con la realtà psichica più profonda
altre immagini archetipiche: l'Anima (Animus o Anima), lo Spirito (il Vecchio Saggio, la
Magna Mater etc.) e l'immagine archetipica centrale della psiche, il Sé. L'Anima
rappresenta l'immagine interiorizzata che ogni uomo ha del femminile e l'Animus
l'immagine interiorizzata che ogni donna ha del maschile. Secondo Jung, Animus e Anima
orientano la scelta dei nostri legami affettivi e rappresentano le istanze più profonde della
personalità, quelle che noi tendiamo a proiettare sugli altri; per questo motivo costituiscono
il reale strumento di conoscenza dell'incoscio. Il Sé viene spesso rappresentato nei sogni
da una persona di carattere eccezionale oppure da un animale, che rappresenta la natura
istintuale del sognatore ed i legami di questa con l'ambiente esterno in cui vive.
L'inconscio contiene dunque energia psichica che si manifesta nella spinta innata verso lo
sviluppo della coscienza di sé, la quale tende ad emergere dando luogo al processo di
individuazione. L'individuazione costituisce per Jung il naturale fine dell'esistenza umana
e idealmente, nel corso di questo processo, l'uomo dovrebbe giungere alla scoperta e alla
realizzazione dei propri bisogni individuali più profondi.
Nella psicologia junghiana, l’Ombra è l’archetipo relativo alla parte oscura, rigettata e
minacciosa del Sé. Lo psicanalista svizzero C. G. Jung la chiamava ‘ciò che una persona
non desidera essere’ e può essere vista come il deposito degli istinti incontrollabili,
compresi gli impulsi distruttivi, come pure di tutte le caratteristiche personali considerate
inferiori e indesiderabili (da C. Feltham, W. Dryden, Dizionario di counseling, Sovera, €
18,08).
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Le tribolazioni nella vita > possono essere superate nel momento in cui portiamo alla
consapevolezza i ns. aspetti inconsci, nell’ombra, comprendendo le motivazioni dei nostri
atteggiamenti negativi. Siamo fatti per essere liberi!
Testimone > Siamo come una voragine dentro di noi… con fascino e paura possiamo
scavare…conoscerci. Paradossalmente incontriamo ancor più Cristo nelle miserie con le
quali veniamo a contatto!
L’ombra, secondo Jung (superando il concetto di inconscio freudiano) è tutta quella
dimensione sedimentata nel profondo e tendenzialmente sconosciuto nostro mondo
interiore, che corrisponde a ciò che, di nostro, abbiamo rimosso, fin dall’infanzia, perché
non conforme alle aspettative familiari e sociali. Una vasta parte che ha in sé anche
aspetti potenzialmente creativi, risorse espressive esistenziali che se riusciamo a
riconoscere e ad integrare possono agire a nostro favore, verso il bene, sulle strade di Dio
e non su quelle opposte.
Secondo Jung l'Ombra è la prima raffigurazione archetipica che si incontra lungo il
cammino della via interiore: come in uno specchio ci viene rimandata la nostra immagine
interiore avanti a cui nessun trucco d'identificazione totale con la nostra 'Persona' regge.
Persona sta qui per identità di copertura in cui si è quel che gli altri vogliono che noi si sia
e quel che noi amiamo pensare di essere. Persona è la maschera dell'attore.
Se una persona vuole essere in pace con se stessa, deve riconciliarsi con l’altra parte
della propria personalità.
Le persone, spesso, attraverso la razionalità, l’intelletto e il “fare” soffocano la loro parte
profonda, emozionale, i messaggi che arrivano dall’inconscio, pensando di risolvere ogni
problema e bisogno esistenziale. Se si trascura il riconoscere ed elaborare le proprie parti
oscure si rischiano delusioni.
Le forze represse nell’inconscio provocano un ristagno di energia che può potare alla
depressione o alle esplosioni di aggressività. A malattie psichiche, psicosomatiche; a
problemi relazionali; alla tendenza a dividersi da altre persone.
L'archetipo dell'Ombra
Secondo Jung l'Ombra è la prima raffigurazione archetipica che si incontra lungo il
cammino della via interiore: come in uno specchio ci viene rimandata la nostra immagine
interiore avanti a cui nessun trucco d'identificazione totale con la nostra 'Persona' regge.
Persona sta qui per identità di copertura in cui si è quel che gli altri vogliono che noi si sia
e quel che noi amiamo pensare di essere. Persona è la maschera dell'attore.
L'Ombra è quindi la figura negativa portatrice dei nostri limiti. Ci restituisce anche ciò che
di noi non amiamo vedere.
Incontrarla significa accettarla e, accettandola, permetterle di offrire quanto di prezioso
racchiude in se stessa: non scordiamo che ogni simbolo è ambivalente e che ogni
negativo è ponte verso un positivo e viceversa in un costante gioco dialettico.
E’ bene ricordare che, con la propria ombra, si convivrà tutta la vita stante l'infinita
imperfezione e l'infinita perfettibilità dell'uomo.
Per Bly, tutti noi abbiamo una parte della nostra personalità «alla luce» e una parte
«all'ombra». Cioè: tutti noi abbiamo una parte di personalità che mostriamo agli altri e
che, perciò, anche noi stessi conosciamo bene. Questa è la parte «alla luce». Però,
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abbiamo anche una parte di personalità che non mostriamo a nessuno, perché nemmeno
noi sappiamo d'averla. Questa è la parte «all'ombra». Bly la chiama «Ombra».
Ma che c'è dentro l'Ombra? Bly ci dice d'immaginare l'Ombra come un sacco invisibile
sulle nostre spalle. In questo sacco mettiamo le parti di noi (cioè della nostra personalità)
che non ci piacciono. Per esempio, ci mettiamo la rabbia, la paura, la gelosia. Iniziamo a
riempire il sacco già da piccoli: ci mettiamo le parti di noi che non piacciono ai nostri
genitori. Lo facciamo per paura di perdere il loro amore. Da adulti ci mettiamo le parti di
noi che non piacciono alla società, al nostro capo, alla persona che amiamo. E anche
quelle
che
non
piacciono
alla
religione
(il
sesso,
per
esempio).
Il sacco ci fa star male. Perché ogni parte di noi che ci mettiamo dentro è una rinuncia a
una fetta della nostra energia vitale. Perciò, più è grande il sacco, peggio stiamo.
Il sacco ci fa star male anche perché quel che ci abbiamo messo dentro non se ne sta lì
buono. Cerca d'uscire fuori. E, siccome non ce la fa, ci diventa ostile, creandoci problemi
psicologici. E il brutto è che ciò succede in modo non consapevole: non ce ne accorgiamo.
Il sacco ci crea la maggior parte dei danni attraverso il meccanismo della «proiezione».
Che cos'è? Ogni volta che incontriamo qualcuno, abbiamo la tentazione di attribuirgli un
lato di noi che abbiamo messo nel sacco. Per esempio, se odiamo qualcuno per un
aspetto particolare del suo carattere, quell'aspetto è spesso uno di quelli che avevamo
anche noi e che poi abbiamo messo nel sacco. Invece, se amiamo una persona per un
aspetto particolare, spesso è perché anche noi avevamo quell'aspetto e poi l'abbiamo
messo
nel
sacco.
«Proiettare» è pericoloso, per due motivi. Il primo è che così odiamo o amiamo una
persona per un solo aspetto del suo carattere. E gli altri? Il secondo è che è possibile
proiettare anche i lati della nostra personalità che non sono nel sacco. Ciò significa che
l'energia vitale che non abbiamo perso nel sacco la possiamo perdere proiettandola.
Faccio un esempio. Se io sono coraggioso, ma proietto il coraggio su un'altra persona
(cioè penso che l'altra persona rappresenti il coraggio perfetto), finisco per credere che sia
solo
lei
ad
averlo.
Chi
fa
così
perde
tanta
energia
vitale.
Per recuperare la nostra energia vitale abbiamo due modi. Il primo è scoprire che c'è
dentro il nostro sacco. Il secondo è riprenderci le nostre proiezioni. Ma come si fa? Bly ci
dà qualche consiglio. Per esempio, ogni volta che odiamo qualcuno senza motivo, lì c'è la
nostra Ombra. Poi, dobbiamo cercare di sviluppare i sensi, per aumentare la nostra
sensibilità. Lo possiamo fare suonando uno strumento musicale, facendo un viaggio
lontano, stando un po' da soli ad ascoltare noi stessi, oppure tenendo un diario.
Vedi anche il venerdì santo e da p.70 a 74 in L’anno liturgico di Grun e la poesia del nonno ebreo
sul Piccolo libro dell’ombra edizioni Red
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LETTURE BIBLICHE CONSIGLIATE
Caino e Abele
Giacobbe ed Esaù Gn 4,8
La mia parte “cattiva…”
Gn28,10-22
Gn32,31 Lotta con l’angelo…
Il mio vero nome
comprende la mia ombra…
“Mettiti d’accordo con l’avversario mentre sei
per via con lui…” Mt.5,25s
Il riconciliarsi, anche, con
l’avversario interno
significa non vivere come
capita…, bensì cercare un
ordine interiore, guardando
ciò che di oscuro c’è dentro
ed intorno a noi.
(vedi vecchio commento
mio)
…come ombra in Gesù, la
brama ed il fascino del
potere.
Le bestie feroci che per
quaranta giorni (interezza,
pienezza della vita)
rappresentano gli istinti e
gli impulsi interiori
Presa di coscienza delle
mie parti ostili; difensive
della parte di me
materialista, che non si affida. Non mi piace ma c’è!
Erode, la parte di noi
materialista, che non si affida. Non ci piace ma c’è!
Orientare risorse
censurate; inespresse
- Mt.4,8-9 Tentazioni nel deserto
Erode e i magi (il primo ombra dei secondi)
Erode e il Battista?
Gesù e i mercanti del tempio (“utilizza
adeguatamente la propria parte aggressiva
talvolta repressa”.
Volendo anche Gesù che supera il “sabato” o
altre tradizioni).
Lettera ai Romani di San Paolo (7,14-25)
Di fatto molte nostre azioni
sono sospinte dai bisogni
repressi nella ns. Ombra.
Agiamo come a livello
conscio non vorremmo!
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Caino e Abele;
La storia di Giacobbe illustra l’accettazione dell’ombra. Esaù, con i suoi
desideri di vendetta, rappresenta la pericolosità dell’ombra dentro di noi.
Giacobbe fugge lontano da Esaù per venti anni. Gn28,10-22
Solo quando si riconcilia con suo fratello Esaù, simbolicamente la sua parte
ombra, può diventare padrone di se stesso e conseguire la pienezza della
propria personalità.
Questo necessiterà, nel viaggio di ritorno, di dover affrontare lo straniero
Labbok e di lottare con lui fino all’alba. Lo sconosciuto non è in grado di
vincerlo ma lo colpisce all’anca, slogandogli l’articolazione del femore.
Giacobbe non lo lascia andare finchè non ottiene la sua benedizione. Lo
straniero rivela a Giacobbe che ha lottato con Dio, ne ha visto il volto.
(Gn32,31) e gli da un nuovo nome, Israele. (Dio è con noi?).
Giacobbe ha affrontato suo fratello, ha sfidato l’ombra.
Tanto più si affronta l’ombra, le parti negative o comunque rimosse e tanto
più riemergono le nostre risorse positive, l’immagine di Dio, il Sé, dentro di
noi. Nell’accedere al nostro inconscio, dobbiamo però imparare a distinguere
ciò che emerge, dandone un adeguato significato.
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