Ricerca
Adolfo F. L. Baratta, Luigi Venturi
Prestazioni termiche
di pareti perimetrali
in regime dinamico
Le chiusure opache dotate di una massa consistente accumulano e rilasciano calore in maniera
complessa; alla massa è infatti connessa l’inerzia termica della specifica soluzione tecnologica,
che influisce significativamente sulle prestazioni energetiche e sul comfort interno dell’edificio.
L’osservazione di questi aspetti richiede un modello di analisi in regime dinamico e permette di
introdurre elementi di valutazione prestazionale che tengono conto del variare della temperatura
esterna nell’arco della giornata, sia in inverno che in estate, e degli effetti conseguenti
I
l sistema energetico del mondo industrializzato è rappresentato da un complesso di infrastrutture che attinge principalmente a risorse energetiche primarie, per lo più di natura
fossile, e le trasformano, fino a renderle disponibili a certi costi, sotto forma di diverse fonti energetiche secondarie pronte
per l’uso finale. L’impiego di combustibili fossili per la produzione energetica comporta inevitabilmente un’alta immissione
in atmosfera di gas climalteranti, soprattutto anidride carbonica.
In Italia, dopo il settore dei trasporti, il maggiore responsabile
dei consumi e dell’inquinamento atmosferico, risulta essere il
comparto edilizio, artefice di circa il 40% dei consumi finali di
energia,con effetti pesanti nel danneggiamento della biosfera(1).
Sin dalla crisi petrolifera del 1973, per far fronte alla immediata necessità di ridurre i consumi energetici nel settore civile, sono state sviluppate due strategie differenti ma complementari:curare l’isolamento termico dell’involucro edilizio,in
modo da minimizzare le dispersioni e gli sprechi energetici, e
utilizzare fonti energetiche rinnovabili, tra le quali la più diffusa ed accessibile è sicuramente il sole.
In Italia, queste due tendenze presero corpo con la promulgazione della Legge 30.04.1976,n.373,“Norme per il contenimento
del consumo energetico per gli usi termici negli edifici” e con il boom
dei cosiddetti “pannelli solari”, oggi collettori piani per il riscaldamento dell’acqua sanitaria, agevolato da contributi economici statali. La riduzione del consumo energetico, non più
motivata unicamente da questioni economiche,ma anche dall’emergenza ambientale,ha fatto successivamente spostare l’attenzione di tecnici e progettisti sui sistemi passivi, rispetto ai
quali l’edificio stesso costituisce elemento globale di captazione ed accumulo dell’energia termica. Proprio per questo, a
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causa della continua fluttuazione nel tempo dei fattori ambientali, l’involucro edilizio, attraverso cui avvengono tutti gli
scambi climatici fra esterno ed interno, non è più concepibile
solo come una semplice barriera,ma piuttosto come “filtro selettivo”, dotato della capacità di annettere e/o respingere gli
effetti indotti dalle condizioni ambientali esterne. L’edificio,
secondo le sue caratteristiche morfologiche, dimensionali, distributive e tecnico-costruttive,stabilisce pertanto un rapporto
con l’ambiente esterno tale da produrre notevoli alterazioni
alle condizioni di comfort interno. Se progettato secondo un
corretto approccio riconducibile ai principi dell’architettura
sostenibile, l’involucro edilizio dovrebbe, rispetto al problema
termico invernale, ad esempio, disperdere poco calore e captare energia solare nelle ore diurne e nei periodi caldi; al contrario,è chiamato a respingere,nel periodo estivo,la radiazione
solare e cedere calore, quando necessario.A differenza di climi
tipicamente più freddi, come quelli dell’Europa centro-settentrionale, il clima temperato dell’Europa meridionale propone la sfida, sotto questo aspetto, più difficile: progettare soluzioni che sappiano rapportarsi bene tanto con il freddo
quanto con il caldo.
Il recepimento della Direttiva europea La Direttiva europea 2002/91/CE del 16.12.2002 sul rendimento energetico
in edilizia (Energy Performance of Buildings) ha imposto agli Stati
membri di emanare delle disposizioni legislative in grado di
attivare,con le modalità ritenute più efficaci,il risparmio energetico negli edifici e la riduzione di emissioni di anidride carbonica, nel rispetto delle condizioni di comfort degli utenti.
Mentre molti Stati (Austria, Danimarca, Francia, Germania,
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temperatura
alta massa termica
bassa massa termica
tempo
1. Potenzialità di reimpiego dell’energia termica utilizzata.
2. Numero di ore di condizionamento estivo nel settore
residenziale [fonte: Commissione Europea, 1999].
Svezia,ecc.) hanno da tempo definitivo un preciso quadro normativo nazionale (che ha già portato, tra l’altro, alla certificazione energetica degli edifici),in Italia il legislatore ha emanato
con grave ritardo il decreto legislativo del 19.08.2005, n. 192,
“Attuazione della Direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento
energetico nell’edilizia”, successivamente integrato e corretto dal
decreto legislativo del 29.12.2006,n.311,“Disposizioni correttive
ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della Direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia”. Il decreto di modifica, tuttavia, non ha spostato l’attenzione del legislatore italiano da una valutazione
delle prestazioni energetiche dell’edificio con riferimento al
fabbisogno di energia primaria limitato alla climatizzazione
invernale,ad una valutazione globale che includa anche il fabbisogno dovuto alla climatizzazione in periodo estivo.Al contrario, Paesi climaticamente a noi vicini, quali Spagna e Portogallo, hanno introdotto un sistema di verifica anche sui fabbisogni energetici estivi, che in molti casi superano di gran
lunga quelli relativi alla fase invernale.
In via transitoria,in attesa dei decreti attuativi e delle promesse
“linee guida”, le prestazioni energetiche sono espresse dal legislatore italiano in termini di indice di prestazione energetica
invernale (kWh/m2 anno) e in termini di valore limite per la
trasmittanza termica delle chiusure perimetrali. La problematica estiva è pertanto rinviata a successivi provvedimenti normativi e alla disponibilità di metodi di calcolo non ancora di
facile applicazione e, soprattutto, condivisi. Per il momento, ci
si limita, sempre in via transitoria, a chiedere la valutazione di
sistemi schermanti, verificare in relazione alla zona climatica e
alla insolazione estiva la massa superficiale delle pareti opache
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(in determinati casi maggiore di 230 kg/m2), favorire la ventilazione naturale degli edifici. Si ammette che possano essere
prodotte giustificazioni su base di calcolo atte a dimostrare le
prestazioni energetiche in periodo estivo, evidenziando che
l’obiettivo è quello di contenere le variazioni di temperatura
negli ambienti interni in funzione dell’irraggiamento solare e
delle oscillazioni delle temperature esterne. Pur riconoscendo
la difficoltà di diffondere e applicare metodi di verifica delle
prestazioni energetiche in regime dinamico, questo non giustifica il fatto che né le norme transitorie, né quanto si sta elaborando per la formulazione delle “linee guida” considerino
le caratteristiche dell’inerzia termica dell’involucro, esprimibili (nei confronti dell’interno) in termini di sfasamento ed attenuazione delle oscillazioni di temperatura esterna da parte
delle strutture opache dell’edificio; proprietà termofisiche,
queste, di cui si deve necessariamente tener conto nelle analisi e nelle valutazioni energetiche,soprattutto nel contesto climatico italiano, e non solo con riferimento al periodo estivo.
Le prescrizioni attualmente presenti nella normativa specifica,
se pure meritorie di porre l’attenzione sull’effetto della massa
superficiale sulle prestazioni energetiche e di comfort nel periodo estivo, appaiono riduttive e poco adeguate anche rispetto allo stato delle conoscenze attuali sul comportamento
termodinamico delle pareti di involucro; fenomeni che, in
particolare, il settore del laterizio ha recentemente fatto oggetto di studi(2), peraltro presi in considerazione anche in recenti strumenti di certificazione energetica ambientale, come
il Protocollo ITACA(3), che non solo ne prevede la verifica,
ma fornisce dei riferimenti di classi prestazionali per interpretare compiutamente le prestazioni dell’involucro.
RICERCA
Analisi dinamica delle prestazioni termiche di pareti
multistrato in elementi forati di laterizio: procedure di
calcolo L’analisi delle prestazioni termiche muove, dunque,
da quanto previsto dal D.Lgs. 311/2006, Allegato I, punto 9,
lettera b, ovvero:
1.per tutte le categorie di edifici, al fine di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e di contenere la
temperatura interna degli ambienti,si procede a verificare che:
• nelle zone climatiche A, B, C, D ed E;
• nelle località in cui il valore medio mensile dell’irradianza sul
piano orizzontale (Ims),nel mese di massima insolazione estiva,
sia maggiore o uguale a 290 W/m2;
la massa superficiale (Ms) delle pareti opache verticali, orizzontali e inclinate sia superiore a 230 kg/m2;
2. in alternativa, si produca una adeguata documentazione e
certificazione delle tecnologie e dei materiali che ne attestino
l’equivalenza con l’utilizzo di soluzioni, anche innovative, che
permettano di contenere le oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzione dell’irraggiamento solare.
Nell’ambito delle ricerche promosse da ANDIL Assolaterizi, è
stata condotta la verifica dinamica delle caratteristiche termiche di pareti multistrato con elementi forati in laterizio, al fine
1
2
Valori limite della trasmittanza termica U delle strutture opache verticali
espressa in W/m2K [fonte: D.Lgs. 311/06, Allegato C, tabella 2.1].
Zona
climatica
dal 1° gennaio 2008
U (W/m2K)
dal 1° gennaio 2010
U (W/m2K)
A
0,72
0,62
B
0,54
0,48
C
0,46
0,40
D
0,40
0,36
E
0,37
0,34
F
0,35
0,33
Indicatori di prestazione, sfasamento e attenuazione, per la verifica
di mantenimento delle condizioni di comfort termico negli ambienti
nel periodo estivo [fonte: Protocollo di Itaca].
Prestazioni quantitativa
Punteggio
Sfasamento 6 ore, attenuazione 0,60
-2
Sfasamento 7 ore, attenuazione 0,48
-1
Sfasamento 8 ore, attenuazione 0,40
0
Sfasamento 9 ore, attenuazione 0,35
1
Sfasamento 10 ore, attenuazione 0,30
2
Sfasamento 11 ore, attenuazione 0,20
3
Sfasamento 12 ore, attenuazione 0,15
4
Sfasamento 14 ore, attenuazione 0,12
5
Punteggio raggiunto *
* Giustificare il punteggio raggiunto con idonee motivazioni e/o documentazioni da
allegare. Riferimenti normativi UNI 10375 “Metodo di calcolo della temperatura
interna estiva degli ambienti”.
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di verificare, contemporaneamente alla trasmittanza termica e
alla massa superficiale, la prestazione di inerzia termica(4).
Il requisito di inerzia termica, con riferimento al periodo
estivo, può essere formulato come il comportamento che le
pareti di involucro devono avere al fine di mantenere condizioni di comfort ottimali negli ambienti interni, evitando il
surriscaldamento dell’aria.
A tale riguardo, la prestazione della parete è definita in base a
due parametri prestazionali:
• coefficiente di sfasamento dell’onda termica (in ore);
• attenuazione dell’onda termica (adimensionale).
La capacità termica, specifica o per unità di superficie, di un
elemento edilizio è una caratteristica che indica l’energia termica immagazzinata nella parete per ogni grado di aumento
della sua temperatura media.Si tratta di una grandezza che dipende dal calore specifico del materiale e dalla massa, apprezzabile per il contenimento dei consumi energetici e il mantenimento delle condizioni di comfort, tanto in inverno quanto
in estate. La capacità termica, infatti, determina una attenuazione e uno sfasamento del flusso termico che attraversa la soluzione dell’involucro tra l’ambiente esterno e l’ambiente interno. In funzione dello sfasamento dell’onda termica e del
fattore di attenuazione, nel periodo estivo è possibile calcolare
la temperatura superficiale interna e il flusso termico entrante
in rapporto alla temperatura superficiale esterna sulla parete
(quest’ultima in funzione della temperatura dell’aria esterna
ad una data ora, della irradianza solare e del colore della superficie esterna della parete).
Questa capacità di sfasamento termico, che per i climi mediterranei presenta tempi ottimali tra le 8 e le 14 ore, insieme
alla capacità di attenuazione, che è considerata significativa al
di sotto di 0,35 (35%), indica la capacità di una parete di abbattere la temperatura del flusso del calore al proprio interno e
di ritardarne il passaggio, così da fungere da vero e proprio volano termico:questo è quanto accade efficacemente ad una soluzione costituita da un materiale con elevata inerzia termica.
Edifici costituiti da strutture perimetrali con poca massa termica possono presentare nell’arco della giornata temperature
con punte al di fuori della zona di comfort, con necessità di
riscaldamento nel periodo invernale o di raffrescamento nel
periodo estivo; viceversa, nel caso di edifici massivi la restituzione dell’energia accumulata porta a una maggior efficienza
e, in ogni caso, a un migliore funzionamento degli impianti
correlato ai carichi di punta inferiori(5).
Le simulazioni,riportate nel seguito,sono state condotte in regime dinamico, verificando il comportamento di 1,0 m2 di
parete esposta a sud, nell’ottica di una valutazione delle prestazioni dello specifico componente. Per ogni soluzione tecnica presa in considerazione sono state determinate:
• la massa superficiale Ms [kg/m2];
• la trasmittanza U [W/m2K];
• il flusso termico in regime dinamico, con il calcolo delle
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Esterno
3. Rappresentazione degli effetti
dell’inerzia termica sulla
temperatura dell’aria.
Interno
Attenuazione
Sfasamento
temperature superficiali esterne e interne in periodo estivo a
Milano (zona climatica E);
• l’attenuazione (o fattore di decremento);
• lo sfasamento.
Per il calcolo della trasmitanza termica e della massa superficiale è stato impiegato il software PAN 2.0,integrando la banca
dati esistente con valori di conducibilità λ, densità δ e calore specifico c direttamente ricavati dalle informazioni di mercato.
Per il calcolo del flusso termico in regime dinamico,sono state
utilizzate le formule previste dalla UNI EN ISO 13786,
“Thermal performance of building components. Dynamic thermal
characteristics. Calculation methods”.
I casi studio Le pratiche costruttive nel nostro Paese sono
molto consolidate. In tal senso, la tecnica costruttiva in laterizio, ad esempio, ha una radicata e profonda diffusione in tutte
le regioni italiane (e non solo): anche per tale motivo, è particolarmente significativo fornire a tutti gli operatori coinvolti
nel processo edilizio, compresi gli utenti finali, un’informazione più completa e accurata possibile, anche alla luce dei
cambiamenti normativi e climatici in atto.
A tale fine, è stata fatta una valutazione comparativa tra 5 soluzioni tecniche di pareti perimetrali multistrato in elementi
forati di laterizio: le soluzioni scelte, che non vogliono e non
possono essere considerate esaustive, sono tra quelle più correntemente impiegate nella prassi costruttiva. In sintesi, le pareti analizzate sono le seguenti:
• soluzione A (parete a cassetta,spessore complessivo 32,0 cm).
Intonaco civile per esterni (spessore 2,0 cm), elementi forati di laterizio,a fori orizzontali (spessore 12,0 cm),intonaco di stagnezza (spessore 1,0 cm), isolante termico (spessore 8,0 cm), elementi forati di laterizio, a fori orizzontali (spessore 8,0 cm), intonaco civile per interni
(spessore 1,0 cm);
• soluzione B (parete a cassetta,spessore complessivo 37,0 cm).
Intonaco civile per esterni (spessore 2,0 cm), elementi forati di laterizio,a fori orizzontali (spessore 12,0 cm),intonaco di stagnezza (spessore 1,0 cm), isolante termico (spessore 8,0 cm), intercapedine d’aria
(spessore 5,0 cm), elementi forati di laterizio, a fori orizzontali (spessore 8,0 cm), intonaco civile per interni (spessore 1,0 cm);
• soluzione C (parete a cassetta,spessore complessivo 42,0 cm).
Intonaco civile per esterni (spessore 2,0 cm), blocco in laterizio alleggerito in pasta, a fori verticali (spessore 25,0 cm), intonaco di sta-
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gnezza (spessore 1,0 cm), intercapedine d’aria (spessore 5,0 cm), elementi forati di laterizio, a fori orizzontali (spessore 8,0 cm), intonaco
civile per interni (spessore 1,0 cm);
• soluzione D (parete a cassetta,spessore complessivo 39,0 cm).
Mattoni pieni in laterizio faccia a vista (spessore 12,0 cm), intonaco di
stagnezza (spessore 1,0 cm), isolante termico (spessore 8,0 cm), intercapedine d’aria (spessore 5,0 cm),elementi forati di laterizio,a fori orizzontali (spessore 12,0 cm),intonaco civile per interni (spessore 1,0 cm);
• soluzione E (parete a cassetta,spessore complessivo 41,0 cm).
Intonaco civile per esterni (spessore 2,0 cm), blocco in laterizio alleggerito in pasta, a fori verticali (spessore 25,0 cm), intonaco di stagnezza (spessore 1,0 cm),isolante termico (spessore 4,0 cm),elementi
forati di laterizio, a fori orizzontali (spessore 8,0 cm), intonaco civile
per interni (spessore 1,0 cm).
Tutte le soluzioni, non desolidarizzate al perimetro, presentano giunti di malta verticali ed orizzontali, mentre il materiale isolante ipotizzato è lana di vetro,a bassa densità,con conducibilità termica pari a λ=0,043 W/mK.
Conclusioni Alcuni tra i software che quantificano le prestazioni energetiche di un edificio hanno un ampio consenso fra
gli addetti per effetto della loro immediatezza d’uso anche se,
per contro,forniscono un risultato semplificato.Le simulazioni
effettuate in regime stazionario consentono di indagare solo
parzialmente le reali prestazioni di un edificio perché partono
dall’assunto che la variazione periodica delle temperature e il
contributo della radiazione solare possono essere trascurati,per
cui è possibile utilizzare dati climatici molto aggregati.
Le simulazioni effettuate in regime dinamico,invece,permettono
un’analisi molto più realistica e completa, valutando nel dettaglio i contributi apportati dall’inerzia termica dell’involucro e
dalla ventilazione naturale, che hanno ripercussioni sulle prestazioni termiche sia in regime invernale, sia in quello estivo.
La lettura dei risultati scaturiti dall’indagine svolta mette in evidenza molti aspetti interessanti.
Mentre le soluzioni C, D ed E presentano dei valori di massa
superficiale adeguati alle richieste normative,ovvero superiori
a 230 kg/m2, le soluzioni A e B, con massa superficiale inferiore a 230 kg/m2, possono essere utilizzate nelle località in
cui il valore medio mensile dell’irradianza sul piano orizzontale (Ims), nel mese di massima insolazione estiva, è inferiore a
290 W/m2 (comunque una percentuale significativa del no-
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Soluzione A
1. Spessore (cm)
32,0
2. Massa superficiale (kg/m2) 160,0
3. Massa superficiale
compreso intonaco (kg/m2) 240,0
4. Trasmittanza (W/m2K)
0,39
5. Resistenza termica (m2K/W)
2,38
6. Condensa (°C)
4,0
7. Sfasamento (h)
10,1
8. Attenuazione (%)
32,0
Soluzione B
1. Spessore (cm)
37,0
2. Massa superficiale (kg/m2) 160,0
3. Massa superficiale
compreso intonaco (kg/m2) 240,0
4. Trasmittanza (W/m2K)
0,37
5. Resistenza termica (m2K/W)
2,57
6. Condensa (°C)
4,0
7. Sfasamento (h)
11,20
8. Attenuazione (%)
24,0
Soluzione C
1. Spessore (cm)
42,0
2. Massa superficiale (kg/m2) 310,0
3. Massa superficiale
compreso intonaco (kg/m2) 390,0
4. Trasmittanza (W/m2K)
0,72
5. Resistenza termica (m2K/W)
1,21
6. Condensa (°C)
7. Sfasamento (h)
13,0
8. Attenuazione (%)
16,0
Soluzione D
1. Spessore (cm)
39,0
2. Massa superficiale (kg/m2) 251,0
3. Massa superficiale
compreso intonaco (kg/m2) 331,0
4. Trasmittanza (W/m2K)
0,37
5. Resistenza termica (m2K/W)
2,51
6. Condensa (°C)
2,0
7. Sfasamento (h)
11,80
8. Attenuazione (%)
22,0
Soluzione E
1. Spessore (cm)
41,0
2. Massa superficiale (kg/m2) 310,0
3. Massa superficiale
compreso intonaco (kg/m2) 390,0
4. Trasmittanza (W/m2K)
0,31
5. Resistenza termica (m2K/W)
2,98
6. Condensa (°C)
2,0
7. Sfasamento (h)
15,47
8. Attenuazione (%)
9,0
temperatura superficiale esterna
temperatura superficiale interna
temperatura aria esterna
66
CIL 121
4. Confronto tra le cinque soluzioni
in relazione ai valori di sfasamento
e attenuazione.
sfasamento [h]
attenuazione [%]
Nella pagina a fianco:
calcolo termico in regime dinamico di
cinque soluzioni di pareti perimetrali,
valutate con riferimento alle
condizioni climatiche della città di
Milano (zona climatica E) in periodo
estivo.
SOLUZIONI
stro Paese) o, in alternativa, dovranno essere documentate e
certificate come soluzioni equivalenti alle prime.
La trasmittanza termica presenta valori compresi fra
0,31 W/m2K (soluzione E) e 0,72 W/m2K (soluzione C):
quest’ultima stratificazione non è pertanto conforme agli specifici disposti normativi in nessuna zona climatica. Pur tuttavia, la soluzione C e la corrispondente con isolante in intercapedine (soluzione E) presentano il miglior comportamento
di inerzia termica con uno sfasamento,rispettivamente,di 13,0
e 15,47 ore e una attenuazione del 16 e 9%,collocandosi nelle
fasce più alte di qualità per la prestazione termica secondo le
indicazioni del Protocollo ITACA.
La soluzione completamente in elementi forati (8,0+12,0 cm)
e intercapedine isolata offre prestazioni di trasmittanza termica
che, nel caso di assenza di una intercapedine d’aria e per uno
spessore complessivo di soli 32,0 cm (soluzione A), ne limita
l’uso a partire dal 2010 alle sole zone climatiche A, B e C; peraltro, con uno spessore di 37,0 cm e intercapedine d’aria (soluzione B) si presenta come conforme in qualsiasi zona climatica, ad eccezione della zona F.
Sotto il profilo della inerzia termica,entrambe le soluzioni (A e B)
presentano, in tutti e due gli spessori, un buon sfasamento (10,10
e 11,20 ore), mentre meno efficaci risultano sotto il profilo della
attenuazione, pur se con valori soddisfacenti (32 e 24%).
La soluzione mista, forato più elemento pieno (soluzione D),
presenta una buona resistenza termica (0,37 W/m2K),un buon
sfasamento (11,80 ore) e una discreta attenuazione (22%). ¶
Note
1. Fonte: Enea, Rapporto Energia Ambiente 2006, Roma 12 aprile 2007.
2. A tal proposito,si segnalano le ricerche svolte dal Dipartimento di Scienza
e Tecnologia dell’Ambiente Costruito del Politecnico di Milano [“Prestazioni termiche e comportamento ambientale di soluzioni tecniche di involucro in laterizio finalizzate all’efficienza energetica degli edifici” (responsabile scientifico:
prof.Andrea Campioli] e dal Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura
e Design “P. Spadolini” dell’Università degli Studi di Firenze [“Analisi e del
ciclo di vita di prodotti e sistemi in laterizio” (responsabile scientifico prof.ssa M.
Chiara Torricelli)].
3. Il Protocollo Itaca è, per l’Italia, uno strumento assolutamente innovativo
per la valutazione della qualità energetica ed ambientale di un fabbricato ed
è corredato da circa 82 schede, in cui viene inquadrato ogni singolo requisito relativo ai diversi aspetti dell’eco-sostenibilità di un progetto.Con la co-
67
stituzione di uno specifico gruppo di lavoro, il 6.12.2001 ITACA (Istituto
per la Trasparenza, l’Aggiornamento e la Certificazione degli Appalti) ha ritenuto necessario avviare un confronto tra le Regioni e le Province Autonome italiane per consentire la formulazione di una serie di regole condivise con le quali poter definire le soglie ed i requisiti necessari per la predisposizione di progetti con caratteristiche di sostenibilità edilizia (per lungo
tempo le Regioni hanno operato con finalità profondamente differenti). È
stato quindi elaborato un Protocollo di lavoro condiviso che consente di attribuire un punteggio di eco-sostenibilità agli edifici ma, soprattutto, è stata
univocamente definita una regola basata su presupposti di certezza scientifica, interesse pubblico e semplicità.
4. Baratta A., Pareti leggere e stratificate in laterizio. Il progetto e la qualità delle pareti di divisione,separazione e tamponamento,Edizioni Laterservice,Roma 2008.
5. In Europa, la metodologia di riferimento per il calcolo dei consumi per il
riscaldamento degli ambienti è descritta dalla norma UNI EN ISO 13790,
“Thermal performance of buildings. Calculation of energy use for space heating”, che
nell’approccio semplificato al calcolo del fabbisogno energetico dell’edifico,
caratterizzato da una quota d’uso espressa in percentuale del recupero dei
guadagni solari,restituisce una costante che rappresenta il rapporto tra la capacità termica di accumulo e le perdite dell’edificio. La costante indica la
velocità con cui varia la temperatura in un edificio all’interruzione del riscaldamento o raffrescamento: se ha valore elevato, significa che le perdite
sono ridotte e dunque la temperatura rimarrà stabile a lungo; se il valore è
basso,il cambiamento di temperatura avverrà in poche ore.Si sottolinea,tuttavia,come in situazioni climatiche estreme la differenza tra edifici “leggeri”
e “pesanti” non sia significativa: infatti, negli inverni nordici, in cui l’effetto
della radiazione solare è molto modesto, si ha un utilizzo pressoché completo dei guadagni termici indipendentemente dalla massa complessiva.
Bibliografia
Baratta A., Pareti leggere e stratificate in laterizio. Il progetto e la qualità delle pareti
di divisione, separazione e tamponamento, Edizioni Laterservice, Roma 2008.
Campioli A., Ferrari S., Lavagna M.,“Il comportamento energetico-ambientale di
involucri in laterizio”, Costruire in Laterizio, Faenza, n. 120 (novembre-dicembre 2007), pp. 58-65.
Campioli A. e a., “Variabile tempo. Massa termica e risparmio energetico”, Costruire, n. 284 (gennaio 2007), pp. 94-99.
Campioli A., Ferrari S., Lavagna M.,“Gli involucri edilizi e il rendimento energetico degli edifici”, Costruire in Laterizio, Faenza, n. 111 (maggio-giugno
2006), pp. 64-69.
Carletti C.e Sciupi F.,(a cura di) Passivhaus,Pitagora editrice,Bologna 2005.
Gargari C., “Laterizio: energia e qualità dell’abitare”, Costruire in Laterizio,
Faenza, n. 112 (luglio-agosto 2006), pp. 58-63.
Lavagna M.,Sostenibilità e risparmio energetico.Soluzioni tecniche per involucri ecoefficienti, Libreria Clup, Milano 2005.
Medola M., “Prestazioni termiche dell’involucro edilizio”, Costruire in Laterizio, Faenza, n. 118 (luglio-agosto 2007), pp. 62-67.
Torricelli M. C., Palumbo E., De Cristofaro E., “Ciclo di vita di edifici in laterizio: analisi integrata ambiente, energia e costi”, Costruire in Laterizio, Faenza,
n. 118 (luglio-agosto 2007), pp. 54-61.
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