PREVENIRE I TRAUMI DA SPORT - I TRAUMI SPORTIVI SI DIVIDONO IN DUE CATEGORIE: 1)QUELLI PROVOCATI DA EVENTI IMPROVVISI E VIOLENTI 2)QUELLI CAUSATI DA SQUILIBRI MUSCOLARI CONSEGUENTI A GESTI ATLETICI SPECIFICI DELLO SPORT PRATICATO SUI PRIMI IL MEDICO ED IL FISIOTERAPISTA NON POSSONO INTERVENIRE PREVENTIVAMENTE, TUTTAVIA SONO I MENO FREQUENTI, SUI SECONDI INVECE,CHE SONO QUELLI PIU’ FREQUENTI, SI PUO’ INTERVENIRE PREVENTIVAMENTE. - PER PREVENZIONE SI INTENDE L’INTERVENTO TECNICO NELLA IMPOSTAZIONE DELLA PREPARAZIONE ATLETICA IN MODO DA CONTRASTARE L’INSORGENZA DI QUEI PARAMORFISMI CHE, LEGATI ALLA SPECIFICITA’ DEI SINGOLI SPORTS, POSSONO FACILITARE TRAUMI E ALGIE O DIMINUIRE IL RENDIMENTO IN GARA. LA PREVENZIONE DELLE LESIONI MUSCOLARI (STIRAMENTI E STRAPPI MUSCOLARI) - STRAPPI E STIRAMENTI MUSCOLARI NON SONO ALTRO CHE DIVERSI ASPETTI DI UNO STESSO TRAUMA: LA ROTTURA DI UNA PARTE IMPONENTE DEL MUSCOLO, NEL PRIMO CASO, O DI ALCUNE FIBRILLE NEL SECONDO CASO. - SI HA SEMPRE COMUNQUE UNA SOLUZIONE DI CONTINUITA’ DI FIBRE MUSCOLARI, CHE PUO’ GUARIRE SOLTANTO CON LA FORMAZIONE DI TESSUTO CONNETTIVO CHE FORMA UNA MASSA CICATRIZIALE SOLIDA E POCO ELASTICA - PERTANTO SI GIUSTIFICA IL GRANDE INTERESSE CHE GLI ADDETTI AI LAVORI DANNO ALLA PREVENZIONE DELLE CAUSE CHE PREDISPONGONO ALLA LESIONE MUSCOLARE. CAUSE PREDISPONENTI FATICA MUSCOLARE O NERVOSA DIFETTO DI ALLENAMENTO AMBIENTE UMIDO O FREDDO NON PERFETTO ORTOSTATISMO (ANCHE DELLA COLONNA VERTEBRALE) - I TRAUMI DA STRAPPO SONO CAUSATI DA UN AUMENTO IMPROVVISO DELLA TENSIONE MUSCOLARE FISIOLOGICA E POSSONO VERIFICARSI SIA SUL MUSCOLO CHE SI CONTRAE CHE SUL SUO ANTAGONISTA, CHE NON SI RILASCIA AL MOMENTO OPPORTUNO. SI TRATTA COMUNQUE SEMPRE DI UN ERRORE DEL MECCANISMO DI ALTERNANZA FRA CONTRAZIONE E RILASCIAMENTO CHE E’ ALLA BASE DI OGNI MOVIMENTO DEL CORPO UMANO. FASI SENSIBILI DELLE CAPACITA’ MOTORIE NEL PERIODO EVOLUTIVO Schema delle fasi sensibili 6 an ni 7 an ni 8 an ni 9 an ni 10 an ni 11 an ni 12 an ni 13 an ni 12 10 8 6 4 2 0 Forza Mobilità Resistenza Rapidità MOBILITA’ ARTICOLARE Per quanto riguarda la mobilità articolare, intesa come capacità di eseguire movimenti di grande escursione, il periodo favorevole di allenabilità va dagli 8 ai 12-13 anni. Le cause della precoce buona allenabilità di questa capacità motoria sono prevalentemente di natura anatomo-fisiologica. Per tutta l’infanzia le masse muscolari restano scarsamente sviluppate, i tendini, i legamenti ed i muscoli sono molto elastici ed estensibili. Con il passare degli anni si nota invece una diminuzione della mobilità articolare, dovuta soprattutto all’aumento della forza, che sembra una qualità correlata negativamente con la mobilità articolare. Possiamo affermare che già verso i 16 anni rimane soltanto un 50% massimo di mobilità articolare di cui si disponeva, se i vari distretti articolari non sono stati sufficientemente interessati. Dopo i 16 anni è praticamente impossibile pretendere un’ulteriore sviluppo di questa qualità, ma è solo possibile mantenere i livelli raggiunti. Nell’ambito di una singola seduta di allenamento gli esercizi di mobilizzazione vanno eseguiti prevalentemente nelle fasi di riscaldamento, gli esercizi di stretching nelle fasi di recupero tra una seduta e l’altra in modo che i gruppi muscolo-tendinei interessati dalle sollecitazioni di forza, resistenza o velocità vengano esaurientemente distesi e così ricaricati di energia, prima di riprendere l’esercizio. ( da: Trattato di medicina dello Sport applicata al Calcio – prof. Leonardo Vecchiet ) Possibilità di intervento sulle capacità motorie nelle varie fasce di età ETÀ (anni) FORZA RAPIDITÀ RESISTENZA ORGANICA CAPACITÀ COORDINATIVE MOBILITÀ ARTICOLARE Blando intervento sul trofismo muscolare Intervento progressivo Instabilità psicologica per impegni ripetitivi e prolungati Età ottimale di intervento Blando intervento 9-11 Intervento progressivo sul trofismo muscolare Età ottimale di intervento Intervento progressivo Età ottimale di intervento Età ottimale di intervento 12-14 Intervento progressivo sulla forza relativa (carico naturale) Tende a stabilizzarsi per poi decrescere Progressivo e graduale intervento Tendono a stabilizzarsi per poi decrescere Età ottimale di intervento Progressivo e graduale intervento (forza generale e forza rapida) con carico naturale e pesi liberi da bassi a medi Tende a decrescere Età ottimale di intervento (anche resistenza specifica) Tendono a decrescere (alcune) Tende a stabilizzarsi per poi decrescere 6-8 15-16 Principali alterazioni dell’apparato muscolo-scheletrico nell’età evolutiva SCOLIOSI: CIFOSI: LORDOSI: DORSO PIATTO: SCAPOLE ALATE: GINOCCHIO VALGO: GINOCCHIO VARO: GINOCCHIO RICURVATO: PIEDE PIATTO: PIEDE VALGO: PIEDE VARO: Deviazione in senso laterale e rotatorio della colonna. Aumento della curvatura dorsale fisiologica della colonna. Aumento della curva lombare fisiologica della colonna: Diminuzione delle curve lordotica e cifotica fisiologiche. Abnorme sporgenza del margine vertebrale delle scapole. Deviazione verso l’esterno dell’asse verticale della gamba. Deviazione verso l’interno dell’asse verticale della gamba. Iperestensione del ginocchio oltre i 180°. Appiattimento della concavità mediale della pianta del piede. Posizione viziata del piede in pronazione. Posizione viziata del piede in supinazione. Le alterazioni morfologiche si definiscono: Atteggiamenti viziati: difetti del portamento correggibili volontariamente. Paramorfismi: difetti del portamento, che senza alcuna modificazione ossea, alterano l’armonico sviluppo dell’organismo. Sono difetti lievi che se ben curati non comportano alcun problema. Dismorfismi: alterazioni strutturali ossee e muscolo-legamentose che inducono atteggiamenti posturali errati non reversibili. PATOLOGIE DELL’ETA’ EVOLUTIVA Ampio gruppo di forme morbose a localizzazione intra od extra articolare che colpiscono quasi sempre un solo segmento scheletrico, durante le fasi di maturazione ed accrescimento. Sono caratterizzate da benignità del decorso e buona evoluzione degli esiti. Insorgono in età variabile dai 7 ai 14 anni in funzione del grado di maturità ossea e del tipo di sollecitazione ricevuta (microtraumatismi) Malattia Malattia Malattia Malattia Malattia Malattia Malattia di di di di di di di Scheuermann (osteocondrosi vertebrale giovanile) Panner (osteocondrosi del condilo omerale) Freiberg (osteocondrosi della testa del II metatarso) Osgood-Schlatter (apofisite tibiale prossimale) Sinding-Larsen-Johansson (polo inf. Rotuleo) Sevres (osteocondrosi del calcagno) Perthes (necrosi asettica della testa del femore) Sintomi: Dolore al movimento accentuato da traumi compressivi/contusivi sulla parte dolente. Talora dolore anche a riposo Terapia Riposo funzionale Antinfiammatori locali o sistemici se necessario Piramide alimentare Le “regole” della piramide degli alimenti: Olio grassi 1. Limitare all’indispensabile condimenti e dolci dolci Uova 2. Consumare ogni giorno frutta e verdura Latte carne formaggi 3. Pasta e pane vanno assunti ogni giorno pesce 4. I secondi piatti devono alternare Verdura Frutta carne, pesce, uova e formaggi 5. Nessun alimento può Pane e pasta soddisfare da solo le esigenze dell’organismo I gruppi nutrizionali Possiamo dividere gli alimenti in 5 diversi gruppi nutrizionale, in base al loro contenuto (è bene conoscerli per poter alternare i cibi: infatti, gli alimenti si possono sostituire tra loro all’interno dello stesso gruppo): Gruppo nutrizionale Contenuto 1. Carne pesce uova Proteine nobili, ferro, lipidi, vit.B 2. Latte e derivati Proteine nobili, calcio, fosforo, lipidi, vit.B 3. Cereali e patate Carboidrati, vit.B, proteine di medio valore 4. Legumi Ferro, carboidrati, fibre, vit.B, pro. di medio val. 5. Grassi da condimento Lipidi, acidi grassi essenziali, vitamine 6. Ortaggi e frutta Minerali, fibre, acqua, zucchero, vitamine Cosa bere durante l’attività sportiva La sudorazione (meccanismo attraverso il quale il nostro corpo mantiene la temperatura di 37 °C) comporta la perdita, durante lo sforzo, di fluidi e sali minerali, quali calcio, fosforo, magnesio, sodio, potassio). Se questa perdita non è controllata l’atleta è sottoposto al rischio di disidratazione (limitazione prestazioni, rischio collasso cardiaco). Anche la quantità dei carboidrati non deve raggiungere livelli troppo bassi. Una bevanda opportunamente composta può far fronte a questi problemi che sorgono durante l’attività sportiva. Bevande per lo sport Ci sono tre tipi di bevande: Tipo Contenuto Ipotonica Liquido, sali minerali, carboidrati <2/3% Isotonica Liquido, sali minerali, 5/6% di carboidrati Ipertonica Liquido, sali minerali, carboidrati >8% • Una bevanda ipotonica può essere assunta prima dello sforzo, poiché grazie al basso livello di carboidrati viene svuotata rapidamente dallo stomaco introducendo comunque sali minerali che saranno poi persi; • Una bevanda ipertonica va assunta dopo lo sforzo per l’elevato apporto calorico; • Una bevanda isotonica è da assumere durante lo sforzo, poiché contiene il giusto apporto di carboidrati e sali minerali.