RECEPIMENTO DIRETTIVE APPALTI PUBBLICI: TEMI E PROPOSTE PER LA CONFEDERAZIONE EUROPEA DEI SINDACATI I temi che CGIL, CISL e UIL Nazionali intendono sollevare all'attenzione, relativamente alla Direttiva Appalti Pubblici, riguardano l'osservanza dei contratti collettivi, il regime di solidarietà tra l'amministrazione aggiudicatrice e l'operatore economico, le clausole sociali di mantenimento dell'occupazione. La situazione italiana è particolarmente carente per quanto riguarda le clausole di mantenimento dell'occupazione, la giustiziabilità degli interessi collettivi, il regime di solidarietà. Le direttive europee possono essere un'occasione preziosa per individuare strumenti che risolvano tali carenze. Principali punti di carattere sociale delle Direttive appalti pubblici I rapporti di lavoro sono disciplinati dalle normative legali e contrattuali vigenti nel luogo in cui il lavoro è eseguito. Le procedure di appalto, infatti, devono adottare misure adeguate a garantire il rispetto della normativa ”in materia di diritto ambientale, sociale e del lavoro” applicata nei luoghi in cui i lavori sono effettuati e i servizi forniti ”purché tali norme, nonché la loro applicazione, siano conformi al diritto dell'Unione” (con. 37). Le disposizioni a tutela del lavoro sono parte della valutazione qualitativa dell'offerta e inserite tra i criteri di aggiudicazione degli appalti (con. 79). I criteri di aggiudicazione e di esecuzione dell'appalto devono contenere l'indicazione delle tariffe minime salariali, così come stabilite dalla legislazione o dai contratti collettivi nazionali e possono prevedere ”misure intese alla tutela della salute del personale coinvolto nei processi produttivi, all'integrazione sociale di persone svantaggiate o di membri di gruppi vulnerabili nel personale incaricato dell'esecuzione dell'appalto o alla formazione di personale riguardante le competenze richieste per l'appalto” (99 con.). Nelle condizioni di esecuzione dell'appalto si possono prevedere misure volte a favorire “l'uguaglianza tra uomini e donne, ad assumere personale svantaggiato in misura superiore a quanto previsto dalla legislazione nazionale” (98 con.). Le disposizioni relative al lavoro previste dal diritto europeo, nazionale, dai contratti di lavoro devono essere osservate anche dai subappaltatori. Inoltre sono previsti obblighi di informazione in capo al contraente principale, in virtù di clausole specifiche che l'amministrazioni aggiudicatrice dovrà inserire in tutte le procedure di appalto, o in virtù di obblighi che gli Stati membri imporranno al contraente principale (45 con.). L'amministrazione aggiudicatrice ha diritto di rifiutare offerte che appaiono ”anormalmente 1 basse” e non conformi al diritto nazionale con riguardo alla previdenza sociale e al diritto del lavoro (103 con.). Le amministrazioni aggiudicatrici possono richiedere informazioni relative al rispetto delle norme del lavoro e sui contratti collettivi (art. 69, c..5). Parimenti è causa di esclusione ”il mancato pagamento di imposte o contributi previdenziali” che sia stato accertato da una decisione giudiziaria, secondo la legislazione del paese dove ha sede l'impresa o l'amministrazione aggiudicatrice (art. 57, c. 2). PUNTI CRITICI Convenzione OIL 94 La convenzione OIL n. 94, ratificata in 10 paesi membri dell'UE, contiene all'art. 2 un parametro utile all’individuazione dei livelli salariali dei lavoratori impiegati negli appalti pubblici che può essere assunto quale parametro di comparazione nella valutazione delle offerte. La mancata ratifica della convenzione OIL da parte di molti paesi dell'UE crea fenomeni di dumping sociale a carico dei paesi più virtuosi. La circostanza è stata segnalata già dalla CES. Applicazione dei contratti collettivi Il problema si pone per quei paesi (come l'Italia) nei quali i contratti collettivi non hanno efficacia generale legale, ma solo pattizia e per i quali esiste la difficoltà di individuare nei criteri di aggiudicazione dell'appalto un indicatore certo della norma collettiva applicabile. Per questi paesi, come l'Italia, occorre acquisire una norma nella quale si preveda che ”in mancanza di contratti collettivi dotati di efficacia generale le amministrazioni aggiudicatrici indicheranno nei documenti di gara i contratti collettivi di lavoro della categoria e della zona che devono costituire parametro per l'appaltatore nella determinazione dei trattamenti normativi e retributivi applicabili ai lavoratori dipendenti”. Subappalti Vanno riprese e rafforzate negli ordinamenti nazionali le disposizioni che prevedono il pagamento diretto dei subappaltatori da parte della stazione appaltante e il recepimento negli ordinamenti nazionali delle norme relative alla pubblicità di tutti gli operatori economici, loro dipendenti, autonomi che insistono sull'opera/servizio anche preventivamente all’aggiudicazione della procedura. Va anche ricordato che il decreto 69/13 ha aggiunto all'attuale Codice degli appalti all'art. 82 il nuovo comma 3-bis che obbliga l'amministrazione aggiudicatrice a valutare il prezzo più basso al netto delle spese relative al costo del personale. La norma ha una sua valenza e potrebbe essere ripresa anche a livello europeo per sostenere il principio dell’incomprimibilità del costo del lavoro nel rispetto di leggi e contratti. Il regime di solidarietà La nostra normativa sulla solidarietà, modificata più volte e negativamente negli ultimi anni, ha assunto ormai carattere di irrazionalità. Così com’è oggi, infatti, non consente ai lavoratori di ricevere adeguata e tempestiva soddisfazione dei loro diritti e dei loro loro crediti. Occorre che il processo di recepimento delle direttive europee costituisca un pungolo alla verifica e rivisitazione delle normative nazionali sulla solidarietà. Nel rispetto dell'equilibrio tra Europa e singoli Stati occorre ricordare che se la Direttiva appalti pubblici si riferisce a appaltatore e sub-appaltatori, nell’esperienza e giurisprudenza italiana il Committente pubblico viene chiamato a rispondere in caso di inadempienza. Questo principio va salvaguardato. 2 Mantenimento dell'occupazione nell’ipotesi di successione nell'appalto La Direttiva Appalti Pubblici quando rinvia ai contratti collettivi risolve anche il problema del mantenimento dell'occupazione. Nei Paesi in cui il contratto collettivo ha efficacia generale le eventuali clausole di mantenimento dell'occupazione sono vincolanti anche nell'ipotesi di successione nell'appalto. Nelle situazioni come quella italiana o di altri Paesi occorrerebbe una norma nella quale si preveda che ”le procedure sindacali di cui alla direttiva 2001/23/CE si applicano anche alla successione degli operatori economici negli appalti pubblici al fine di garantire la continuità dei contratti di lavoro”, introducendo il concetto di responsabilità solidale. Appalti e legalità Il Rapporto della Commissione europea sulla corruzione segnala per l'Italia un maggiore ricorso rispetto alla media europea di procedure diverse dalla gara pubblica con ricorso alle deroghe. La normativa nazionale è già evoluta su questo punto con il decreto 90/14 e con il provvedimento che ha incorporato dell'AVCP nell'ANAC. Tuttavia permangono scelte legislative contraddittorie in diversi campi e settori come nei beni culturali o, da ultimo, nello stesso “Sblocca Italia”. Quello del ricorso di norma alle gare pubbliche deve essere un parametro europeo per contraddistinguere le procedure nei vari paesi e nell'intero continente. Per le Concessioni deve valere lo stesso criterio del ricorso alla gara pubblica, lo stesso di norma anche per gli appalti del concessionario. Anche e soprattutto per le stazioni appaltanti occorre un parametro europeo di forte riduzione del loro numero, per velocizzare, semplificare, risparmiare, per la messa in trasparenza e legalità. Cooperazione tra gli Stati europei per il rispetto delle norme sul lavoro Ogni Paese europeo deve essere messo in condizione di avere le informazioni sulle imprese partecipanti agli appalti e sul rispetto da parte loro delle norme in materia contrattuale e previdenziale. Programma di infrastrutture europee L'impegno della Commissione europea sul rilancio degli investimenti in infrastrutture richiede un parallelo monitoraggio del rispetto della normativa sugli appalti in tutti i suoi aspetti: sociali, occupazionali, di mercato. A questo fine, anche su impulso della Commissione Europea, è importante prevedere lo strumento di “dibattito pubblico”. Direttiva Concessioni Occorre perfezionare il considerando n. 3, specificando che nel caso di concessioni che coinvolgono utenza pubblica nell’utilizzo di beni e servizi di natura sociale, elettricità-gasacqua, le tariffe delle utilities sono concordate con lo Stato nel rispetto degli obiettivi di politica pubblica, mentre per il resto occorre un accordo tra le parti in funzione dell’applicazione dei piani industriali (ad es. trasporti urbani ed extraurbani, ammodernamento mezzi, pedaggi autostradali CGIL CISL UIL Nazionali Roma 13 ottobre 2014 3 4