Gli indicatori utilizzati per l’indagine Indici di sviluppo E’ stato analizzato con riferimento esclusivo alla provincia di Forlì-Cesena, l’andamento relativo a: • • • fatturato e valore aggiunto deflazionati all’anno 2007; numero addetti; valori per addetto deflazionati all’anno 2007 e precisamente: valore aggiunto, costo del lavoro e margine operativo lordo. Questa analisi è stata applicata per macro settori, per classi di fatturato e per singolo comparto di attività economica. Nell’ambito dell’analisi comparata con l’Emilia Romagna, esclusivamente il fatturato e il valore aggiunto non deflazionati. sono stati esaminati Indici di equilibrio economico L’equilibrio economico può essere definito come la capacità di ottenere rendimenti sul capitale investito superiori al costo sopportato per finanziarlo, in altre parole la capacità di creare valore. L’analisi dell’equilibrio economico, nell’ambito del presente rapporto, viene svolta attraverso l’esame del rendimento del capitale operativo investito netto (quindi il capitale investito nell’attività caratteristica dell’impresa con esclusione delle attività accessorie e finanziarie), rappresentato dall’indicatore ROI (Return on investment) operativo, ottenuto rapportando il margine operativo netto al totale del capitale operativo investito netto. Il ROI rappresenta quindi il rendimento dell’investimento in ambito aziendale, che può essere confrontato con il costo del capitale raccolto (proprio e di terzi) che, a sua volta, è calcolato in funzione anche del rischio specifico di ogni impresa. Quest’ultimo calcolo, nell’ambito di un rapporto sulla totalità dei bilanci delle aziende, potrebbe risultare arbitrario e di soggettiva determinazione. Per queste ragioni la verifica dell’equilibrio economico, viene effettuata confrontando il ROI con un parametro oggettivo quale il ROD (Return on debt), dato dal rapporto tra oneri finanziari e debiti finanziari, e che rappresenta il costo che ogni impresa sostiene per ottenere capitali a prestito. Margini positivi tra ROI e ROD evidenziano la capacità di ottenere rendimenti superiori al costo del capitale di debito e quindi di remunerare il capitale proprio, in misura sempre maggiore, quanto più ampio è il differenziale positivo tra ROI e ROD. Nell’ambito del presente rapporto si assume pertanto come condizione di equilibrio economico, la situazione in cui si ottengono valori del ROI superiori a quelli del ROD. L’esame del ROI viene successivamente approfondito, esclusivamente nell’analisi per singolo settore, attraverso la sua naturale scomposizione nei seguenti indicatori: • • Capital Turnover (CT), che misura la rotazione dei ricavi sul capitale operativo investito netto ed è dato dal rapporto tra il fatturato e il capitale operativo investito netto; Return on sales (ROS), che misura la marginalità sulle vendite, ed è dato dal rapporto tra Margine operativo netto e fatturato. Il ROS viene ulteriormente analizzato, esclusivamente nell’analisi per singolo settore, con l’esame dei seguenti indicatori utili per indagare le dinamiche operative aziendali: • • • • “Valore aggiunto (VA)/Fatturato” “Costo del lavoro (CDL)/Fatturato” “Margine operativo lordo (MOL)/Fatturato” “Valore aggiunto(VA)/Costo del lavoro (CDL)” Il valore aggiunto e il costo del lavoro in rapporto al fatturato, e il valore aggiunto in rapporto al costo del lavoro, forniscono anche utili indicazioni sulle eventuali politiche di minore o maggiore integrazione verticale (esternalizzazione o internalizzazione di attività produttive), e sulle relative ricadute a livello di marginalità operativa. In merito a questa, oltre a disporre del ROS, si è ritenuto opportuno calcolare il rapporto “Margine operativo lordo (MOL)/Fatturato”, per analizzare la redditività operativa senza le eventuali influenze distorsive derivanti dalle “politiche” di ammortamento. Il rapporto “Margine operativo lordo (MOL)/Fatturato”, considerando al numeratore il MOL che contrappone ricavi e costi a cui corrisponderà in futuro un movimento finanziario, rappresenta inoltre un indicatore utile per capire quale può essere la capacità di un'azienda di generare flussi di cassa operativi. L’approfondimento dell’analisi dell’equilibrio economico viene ulteriormente svolto attraverso l’esame dei valori per addetto, che forniscono indicazioni sulla produttività del lavoro, quali il valore aggiunto, il costo del lavoro e il margine operativo lordo, calcolati solo con riferimento alle società di capitale compresenti della provincia di Forlì-Cesena. Completa l’approfondimento dell’analisi dell’equilibrio economico, l’esame del rapporto “Risultato d’esercizio”/Fatturato”, utile anche per verificare l’incidenza delle gestioni non operative sui risultati finali di bilancio. Indici di equilibrio patrimoniale L’equilibrio patrimoniale può essere definito come la capacità di finanziare in maniera corretta il capitale investito nell’attività di impresa. La verifica dell’esistenza di questo equilibrio viene effettuata attraverso l’esame della modalità di finanziamento delle immobilizzazioni totali, che dovrebbero essere finanziate interamente attraverso il capitale proprio e, in caso di insufficienza di questo, mediante fonti di capitale di terzi di natura finanziaria esclusivamente a medio lungo termine. Per indagare la presenza dell’equilibrio patrimoniale sono stati determinati i seguenti indicatori: • • Indice di copertura globale delle immobilizzazioni: (Capitale proprio + Capitale di terzi finanziario a mlt)/Immobilizzazioni totali Indice di copertura primaria delle immobilizzazioni: Capitale proprio/Immobilizzazioni totali L’indice di copertura primaria delle immobilizzazioni, consente di verificare quanta parte delle immobilizzazioni è stata finanziata con capitale proprio, ed è stato calcolato solamente nell’ambito dell’analisi specifica dei singoli settori. L’indice di copertura globale delle immobilizzazioni percentualizzato e per valori superiori al 100%, indica che il totale delle immobilizzazioni è correttamente finanziato con fonti di finanziamento a medio lungo termine, e quindi conferma l’esistenza dell’equilibrio patrimoniale. Indici di equilibrio finanziario L’equilibrio finanziario può essere definito come la capacità di mantenere un corretto rapporto tra i debiti finanziari e il capitale proprio, al fine di tenere sotto controllo il profilo di rischio finanziario dell’azienda. La verifica dell’esistenza di questo equilibrio viene effettuata attraverso l’esame dell’indice di indebitamento o Debt-Equity che, nell’ambito di questo studio, è dato dal rapporto tra l’indebitamento finanziario netto totale e il capitale proprio. Si è in presenza di una situazione di equilibrio finanziario, quando esiste un rapporto tra l’indebitamento finanziario netto totale e il capitale proprio che, oltre ad evidenziare valori nel tempo stabili o preferibilmente in diminuzione, risulta allineato con le medie del settore di riferimento. Oltre a questo indicatore vengono esaminati il rapporto tra Indebitamento finanziario netto totale e Fatturato, e il rapporto tra il Flusso di cassa operativo corrente (FCOC) e il Fatturato che, essendo determinato dal raffronto di due esercizi, viene analizzato solo con riferimento agli anni 2008 e 2009. Il primo indicatore (Indebitamento finanziario netto totale/Fatturato), fornisce informazioni complementari al Debt-Equity in quanto verifica l’intensità del debito in rapporto ai ricavi, che sono la fonte primaria di flussi di cassa dai quali è possibile attingere per il rientro del debito. Il secondo indicatore (Flusso di cassa operativo corrente (FCOC)/Fatturato), rappresenta il flusso di cassa generato dalla gestione operativa, prima quindi di effettuare esborsi per investimenti e per il rientro del debito finanziario. Questo rapporto consente pertanto di valutare la “qualità” dei flussi di cassa complessivi che, se composti in misura significativa in rapporto al fatturato da flussi di cassa operativi correnti, sottolineano la capacità di generare sufficienti flussi finanziari senza il ricorso a operazioni di disinvestimento o raccolta di capitali propri e/o di debito. L’analisi dell’equilibrio finanziario viene ulteriormente approfondita, esclusivamente nell’analisi per singolo settore, attraverso l’esame dei seguenti indicatori: • “Capital Turnover” • “Margine operativo netto (MON)/Gestione finanziaria” • “Gestione finanziaria/Fatturato” Il rapporto “Capital Turnover” dato dal rapporto tra il fatturato e il capitale operativo investito netto, e già esaminato nell’ambito dell’analisi dell’equilibrio economico, viene riproposto in questo ambito in quanto, fornendo informazioni sulla velocità di rigiro dei ricavi sul capitale operativo investito netto, costituisce un elemento che incide sull’equilibrio finanziario. Infatti il Capital Turnover indica quante volte nel corso dell’anno, il capitale operativo investito netto è, in maniera figurativa, ritornato in forma liquida grazie alla moneta recuperata dalle vendite, dando anche indicazioni sulla velocità del ciclo produttivo (cioè il periodo che va dagli acquisti fino all’incasso dei ricavi). Quindi più elevato è questo indice, maggiore è la capacità dell’azienda di realizzare più volte i propri margini sulle vendite in rapporto agli investimenti effettuati, e maggiore è conseguentemente la capacità di generare flussi di cassa da destinare al rimborso del debito. In sostanza pertanto, il “Capital Turnover”, se associato al rapporto di indebitamento (Debt-Equity), può peggiorare o migliorare le risultanze di questo indicatore. Il rapporto “Margine operativo netto (MON)/Gestione finanziaria” è stato utilizzato al fine di misurare l’adeguatezza della redditività operativa in rapporto alle esigenze di copertura derivanti dalle scelte di politica finanziaria, intendendosi per “Gestione finanziaria” il saldo tra oneri e proventi finanziari. L’indicatore è stato “non calcolato” (N.C.), nei casi in cui la gestione finanziaria forniva risultati positivi con una eccedenza dei proventi rispetto agli oneri finanziari. Il rapporto “Gestione finanziaria/Fatturato”, viene utilizzato per verificare quanto un certo livello di indebitamento si è tradotto in maggiori oneri finanziari appesantendo il risultato economico, intendendosi per “Gestione finanziaria” il saldo tra oneri e proventi finanziari. L’indicatore è stato “non calcolato” (N.C.), nei casi in cui la gestione finanziaria forniva risultati positivi con una eccedenza dei proventi rispetto agli oneri finanziari. Redditività netta complessiva L’esame dell’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale viene completato attraverso l’analisi della redditività netta complessiva, che permette di verificare la capacità dell’impresa di remunerare adeguatamente il capitale di rischio apportato dai soci. La misurazione della redditività netta avviene mediante l’indice ROE (Return on equity), dato dal rapporto tra il risultato netto d’esercizio e il capitale proprio, quest’ultimo al netto del risultato d’esercizio dell’anno. Per verificare la congruità di questo indicatore può essere utile confrontarlo con il tasso di rendimenti a rischio zero, quali i titoli di stato, per misurarne il differenziale che costituisce di fatto il premio per il rischio assunto nell’investire capitale in una iniziativa imprenditoriale. Nell’ambito di questa analisi, viene assunto quale tasso di rendimento di investimenti a rischio zero, il rendistato medio lordo annuo (cioè il rendimento medio lordo dei BTP soggetti a imposta con vita residua superiore ad 1 anno) sulla base delle rilevazioni effettuate dalla Banca d’Italia.