MONTAGNE RACCONTA SESTO FESTIVAL DEL RACCONTO www.montagneracconta.it [email protected] 22-23 LUGLIO 2016 TEATRO | MUSICA | INCONTRI Raccontare e ascoltare storie, lasciarsi suggestionare dai racconti è un’attitudine congenita all’essere umano e soprattutto fa parte della nostra tradizione popolare. Il rapporto uomo-narrazione ha caratterizzato il bisogno di evasione, la possibilità di trasmissione dei saperi, ha raggruppato persone per la circolazione delle idee, ha dato l’occasione di conoscere imprese e mondi sconosciuti. Riscoprire oggi questa pratica antica, creare un evento culturale, ospitare un festival di narrazione a Montagne, vuol dire immaginare questo paese come luogo di ricerca, come possibilità di recuperare la nostra dimensione umana più profonda; vuol dire risvegliare il patrimonio locale inconscio e farlo diventare, da eredità nostalgica, una risorsa attiva per il presente, proiettata verso il futuro anche in termini di sviluppo locale. É un ambizioso progetto culturale e civile che vuole rimettere in circolo un’attitudine che fa parte del nostro bagaglio culturale e dargli forma artistica; è anche l’idea di un incontro tra parole che vengono da fuori e storie che Montagne stessa racconta. Programma VENERDÌ 22 LUGLIO 17.00 Apertura del Festival con A so casa transformance di comunità sui ricordi di domani a cura di Roberto Aldorasi e Alessandra Manti con Nicola Sordo e Luigi D’Elia Apertura delle osterie nel centro storico di Larzana Inizio trasmissioni dalla Radio del Festival a cura di Alessio Kogoj e Nicola Sordo 18.00 Racconto-incontro Di passi e di respiri di e con Giuseppe Cederna 19.00 Racconti dal Laboratorio di narrazione condotto da Francesco Niccolini e Roberto Aldorasi Manzoni senza filtri di Manuela De Meo Heroes di Ippolito Chiarello - itinerante 21.15 Fissò Armonikos di e con Giorgio Felicetti e con Valentina Bonafoni e con la partecipazione della Piccola Orchestra Armonikòs 22.30 ORLANDO furiosamente solo rotolando messo in scena e raccontato da Enrico Messina con la collaborazione di Micaela Sapienza Libera rotolata medievale di Enrico Messina e Alberto Nicolino SABATO 23 LUGLIO 10.30 Cammelli a Barbiana di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia con Luigi D’Elia regia di Fabrizio Saccomanno Passeggiata con spettacolo Su prenotazione - 5.00 € compreso pranzo al sacco Per info e prenotazioni: [email protected] cell. +39 349 5259441 14.00 Prato delle meraviglie Letture giochi e laboratori per bambini a cura di Luisa Ferrari e Nadia Simeonova Chiusura ore 18.00 Apertura delle osterie nel centro storico di Larzana Inizio trasmissioni dalla Radio del Festival a cura di Alessio Kogoj e Nicola Sordo 15.30 L’amore delle tre melarance spettacolo di burattini di e con Luciano Gottardi 17.30 Corrispondenze testi di Francesco Niccolini con Claire-Lise Daucher e Anne Palomeres regia di Roberto Aldorasi 19.00 Racconti dal Laboratorio di narrazione Ci vuole fegato di Fabrizio Brandi Rapsodia di un sognatore in erba di Stefano Santomauro 20.00 Musica per osteria con la Piccola Orchestra Armonikòs 21.15 Italianesi di e con Saverio La Ruina 3 22.30 Concerto di chiusura con I Luf mappa di Larzana Via Co e Via Giov anni XXII I 4 3 9 P.zza Simoni 6 erdi .V ia G V 7 2 1 5 8 1. 2. 3. 4. 5. Osteria dai “Fenomeni” Osteria dai “Blegioc’” Osteria da “la Cort” Cort da la Selma Piaza granda 6. 7. 8. 9. Piaza picióla Ort dal Cente Prato delle Meraviglie Sala del municipio 4 Venerdì 22 luglio A so casa è la storia di un uomo che torna, dopo tanti anni, nei luoghi della sua infanzia senza riuscire più a riconoscerli, che cerca la sua vecchia casa senza trovarla, fino a dubitare di essere finito in un altro paese, ma sorto nello stesso luogo dove c’era quello dei suoi ricordi. Che è un po’ quello che ci viene da pensare quando guardiamo le vecchie foto di Montagne o di qualunque altro luogo, quell’identità infedele di cui scrive Calvino nelle sue Città Invisibili: ...un disordinato affiorare di ricordi, chiazze di colori, vibrazioni che si manifestano e subito svaniscono perché, dopo tanti anni, ogni cosa scompare, e là dov’era il tuo letto c’è un melo, là dov’era la macchina Singer di tua madre, un cespuglio di rose, mentre, dei piccoli tram azzurri e gialli non rimane traccia (...) Perché con i ricordi è sempre così. Non si è mai sicuri... Il lavoro ideato dal regista Roberto Aldorasi e commissionato dal festival Montagne Racconta è una transformance, uno degli spettacoli/ site-specific che la compagnia Occupazioni Insolite realizza ispirandosi alla storia, ai luoghi e alla comunità dei paesi ospitanti e che vede la partecipazione di Luigi D’Elia come voce narrante, dell’attore-cantante Nicola Sordo, dei Cori Monte Iron e Cima Tosa, della Banda di Ragoli, di Aurora Giovanella, Alessia, Karin e Sofia Simoni e di tante altre persone di Montagne. 5 ore 17.00 - Piaza picióla A SO CASA Transformance di comunità per i ricordi di domani A cura di Roberto Aldorasi e Alessandra Manti con Luigi D’Elia e Nicola Sordo ore 17.00 - Piaza picióla LA RADIO DEL FESTIVAL a cura di Alessio Kogoj e Nicola Sordo È un’emittente radiofonica in diretta sulle frequenze del Festival; si nutre della linfa vitale del paese e dei suoi ospiti, raccoglie e smista canzoni, ricordi e passioni. Trasmette previsioni meteo, interviste e dà informazioni sulla programmazione di Montagne Racconta. ore 18.00 - Cort da la Selma Racconto-incontro DI PASSI E DI RESPIRI… di e con Giuseppe Cederna Cosa succede nelle nostre vite - cosa deve succedere - perché qualcosa di quello che viviamo - un incontro, un avvenimento, un libro, uno spettacolo, un film, un viaggio - ci tocchi così profondamente da lasciare un’impronta e diventare parte di noi? Con questa domanda comincia lo spettacolo di Giuseppe Cederna, un viaggio sulle orme dei pellegrini e dei camminatori erranti del nostro mondo. Storie d’acqua e di pietra: dai sentieri di polvere dell’Himalaya verso le sorgenti del Gange, alle barche dei migranti in fuga dalla guerra. Dall’Oscar di un piccolo grande film italiano, al miracolo dei fiumi di Ungaretti sulle rive dell’Isonzo. Passo dopo passo. Incontri straordinari, naufragi, derive e illuminazioni. Sempre con la poesia nello zaino, sempre con la meraviglia delle storie: le parole giuste che illuminano la strada e scaldano il cuore. “Le storie sono come i fiumi dell’Himalaya. Scendono dalle grandi montagne, raccolgono terra, foglie, tronchi, voci, altre storie, altra acqua, si perdono e si ritrovano finché arrivano al mare, il grande mare dei racconti e il viaggio ricomincia”. 6 RACCONTI DAL LABORATORIO DI NARRAZIONE condotto a maggio 2016 da Francesco Niccolini e Roberto Aldorasi Un laboratorio per otto attori narratori e due insegnanti: un drammaturgo esperto di narrazione e un trainer regista. Tre settimane di prove e lavoro dove è stato chiesto a ognuno dei partecipanti, selezionati attraverso un bando, di arrivare con una propria storia in costruzione; dal lavoro di laboratorio ognuno, a modo proprio e con tecniche diverse, è stato condotto fino a un racconto definito da proporre al Festival. Una vetrina per giovani narratori provenienti da tutta Italia che non è in cerca di grandi numeri ma della massima cura. I racconti MANZONI SENZA FILTRI di Manuela De Meo Siamo sicuri che un libro si possa solo leggere? È proprio vero che i Promessi Sposi finiscono bene? L’Innominato era poi davvero un uomo così tutto d’un pezzo? E Manzoni, è realmente così mite o nasconde un’anima precocemente punk? HEROES - racconto itinerante di Ippolito Chiarello Clark Kent è il DJ dell’unica Radio senza frequenze che si può ascoltare in tutto il mondo: Wolf Radio e conduce per strada la trasmissione APPUNTAMENTO CON IL DESTINO. Una specie di UOMO RADIO itinerante, in onda tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Racconta destini sorprendenti, inattesi, da farsi venire i brividi. Racconta i miti della musica e il Club 27 in particolare. Con la modalità del Barbonaggio Teatrale, il DJ dà la possibilità al pubblico per strada di comprare l’incontro con il proprio mito. Tutti vorremmo essere immortali o vivere oltre la vita. Tutti abbiamo il desiderio di lasciare un segno anche dopo la morte. Il DJ invita le persone ad ascoltarlo, proprio per imparare a conoscere il mondo dei miti, dei supereroi e di tutti gli eroi e gli immortali, per poter imparare a scoprire l’unicità della propria vita, già mitica se vissuta nel quotidiano, confidando sui propri superpoteri e le proprie “melodie”. ore 21.15 - Piaza granda FISSO’ ARMONIKOS UOMINI E FISARMONICHE scritto e diretto da Giorgio Felicetti con Giorgio Felicetti e Valentina Bonafoni e con la partecipazione della Piccola Orchestra Armonikos: Pierluigi Bambozzi all’organetto Christian Riganelli alla fisarmonica Peppe Franchellucci al violoncello È uno spettacolo sull’umanità. È uno spettacolo sulla passione. È uno spettacolo sulla musica. E sullo strumento più popolare e totale, la fisarmonica. 7 ore 19.00 - Ort dal Cente È uno spettacolo epico, esilarante e commovente, che si muove sui tasti di un accordion, usando più registri teatrali: dal comico-circense alla narrazione civile, dal cabaret musicale al teatro canzone, dalla fiaba popolare alla patafisica scientifica. A dar soffio al racconto è sempre la fisarmonica. E gli artisti-inventori che ne hanno creato i suoni. È la storia di una grande famiglia, in due secoli: dal 1815 al 2015. Falegnami, poi costruttori. Infine suonatori. In mezzo alle botteghe artigiane viennesi, ai funerali di Beethoven, alle battaglie risorgimentali di Garibaldi, alle scoperte musicali dei contadini dell’800, tra il popolo di Giuseppe Verdi. Dentro c’è l’epopea del primo fabbricatore Paolo Soprani, ci sono le bibliche migrazioni verso le Americhe, con la più terribile tragedia mineraria nella storia del lavoro italiano. Il ‘900 musicale, il boom della fisarmonica, archetipo femminile, strumento da stringere al petto, orchestra ambulante, suono viaggiante che conquista il mondo dello spettacolo con i tangos argentini e la musica da film: Hollywood e Piazzolla. Gli echi del Tanztheater di Pina Bausch. Edith Piaf che canta il suo disperato amore a un accordeoniste. Il mondo dei circhi di periferia. Le balere da liscio di riviera. Chi, ancora oggi, lavora in punta d’orecchio, e fabbrica suoni. E c’è un soffio. Che non si estingue. Una favola sentimentale, che fa ridere, commuovere, stupire, e invita lo spettatore a ballare i propri sogni on the road, che dall’Italia arriva alle strade d’Europa, e poi di là, fino alle Americhe. Alla ricerca di quella magica scatola musicale, e degli incredibili suonatori che l’hanno amata. E continuano ad abbracciarla. Appassionatamente. 8 Armamaxa teatro ORLANDO furiosamente solo rotolando messo in scena e raccontato da Enrico Messina con la collaborazione di Micaela Sapienza tratto da “Hruodlandos. Libera rotolata medievale” di Enrico Messina e Alberto Nicolino “…Una fondamentale differenza divide gli eroi di queste storie... Ci sono quelli costruiti di pasta fatata, che più gli fioccano addosso colpi di lancia e spada e più si temprano, come se tanto ferro giovasse alla loro salute; e ci sono quelli, non meno nobili e valorosi, che essendo costruiti di pasta umana ricevono ferite che sono ferite vere e ne possono morire…” Italo Calvino Camicia bianca, una tromba e uno sgabello: è tutto quel che serve per raccontare le vicende dei paladini di Carlo Magno e dei terribili saraceni. All’essenzialità della scena si contrappongono la ricchezza e i colori delle immagini evocate: accampamenti, cavalieri, dame, duelli, incantagioni, palazzi, armature, destrieri… Un vortice di battaglie e inseguimenti il cui motore è sempre la passione, vera o presunta, per una donna, un cavaliere, un ideale. Reale trasporto o illusorio incantesimo? Sono solo storie. Storie senza tempo di uomini d’ogni tempo, in cui tutto è paradosso, iperbole, esasperazione. Riscoprire il piacere della fabulazione e della fascinazione della parola, il senso di ascoltare delle storie e di ascoltarle assieme ad altri. Arte un tempo assai familiare alla nostra cultura, ormai trascurata se non del tutto dimenticata. Ecco perché l’Orlando Furioso di Ariosto, che proprio dall’arte dei cantastorie prese linfa per diventare alta letteratura; ed ecco perché il travolgente racconto che ne ha fatto Italo Calvino insieme a stralci di immagini “rubate” ad altri suoi libri come “Il Cavaliere Inesistente”. Così le parole dei canti e delle ottave di Ariosto prendono nuova vita, un po’ tradite un po’ ri-suonate, e la narrazione avanza tra guizzi di folgorante umorismo e momenti di grande intensità, mescolando origini, tradizioni e dialetti. Nell’appassionante lavoro di scrittura alcuni episodi sono stati ripresi, altri rielaborati, altri completamente inventati com’è nell’essenza stessa dell’arte di raccontare. 9 ore 23.00 - Prato delle meraviglie Sabato 23 luglio ore 10.30 Passeggiata con spettacolo** CAMMELLI A BARBIANA di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia con Luigi D’Elia regia Fabrizio Saccomanno una produzione Thalassia con la collaborazione del festival Montagne Racconta ** Su prenotazione. 5.00 € pranzo al sacco compreso Ritrovo ore 10.30 presso punto Info Prenotazioni: Claudia 349 5259441 Era una fune in realtà, non un cammello. Ai pescatori ai quali Cristo si rivolgeva, l’esempio doveva sembrare molto più credibile e vicino alla loro vita: è più facile che una fune passi dalla cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli. Per chi costruiva reti da pesca intrecciava funi e lenze, forse era un’immagine più chiara. Però quel cammello... quel cammello è forse una delle immagini più potenti, che sin da bambini portiamo con noi, e la nostra educazione da piccoli chierichetti: il cammello, la trave nell’occhio, pani e pesci, il canto del gallo. Ma se nasci ricco, molto ricco, e speri con tutto te stesso di entrare nel regno dei cieli, è quel cammello che rischia di perseguitarti tutta la vita, e molto più di una comunissima fune. È quello che accadde a Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti, giovane e gaudente pittore di ricchissima famiglia fiorentina, che sotto i bombardamenti 10 11 del ‘43 viene folgorato sulla sua via di Damasco. Da cosa non si sa. Ma la folgorazione è assoluta, e gli sconvolge totalmente la vita. Inizia così la breve vita sacerdotale di don Milani: muore giovane, per un male incurabile, ma ha il tempo di lasciare un segno profondissimo in tutti coloro che lo hanno conosciuto, a partire dai sei primi ragazzini della sua scuola, la scuola di Barbiana, la scuola più bella che c’è, 12 ore al giorno per 365 giorni l’anno. Senza lavagna, senza banchi, senza primo della classe e soprattutto senza somari né bocciati. Barbiana - un esilio per isolare un prete scomodissimo, nei piani della diocesi fiorentina - diventa il luogo unico e meraviglioso della rivoluzione copernicana che don Milani provoca nella scuola e nella vita di comunità. Un autentico terremoto che, a distanza di quasi cinquant’anni dalla morte, non invecchia: chi lo conosce non ne perde un sorso, e chi lo scopre oggi, viene colto dal desiderio di non lasciarlo più. Non è comoda, questa rivoluzione e meno ancora don Lorenzo, anzi. Pretende. È dura. Non accetta compromessi, dice pane al pane e vino al vino, porta lacerazioni e battaglie durissime, ma ti cambia la vita, per sempre. ore 15.30 - Piaza picióla L’AMORE DELLE TRE MELARANCE di e con Luciano Gottardi ore 14.00 - 18.00 IL PRATO DELLE MERAVIGLIE Laboratori a cura di Luisa Ferrari e Nadia Simeonova ... ovvero come entrai in un prato e risvegliai il mondo Sentire, toccare, annusare e manipolare; ispirati dalle favole daremo forma all’argilla e alla nostra fantasia. Poi con semplici canne di bambù, fascette, vecchie lenzuola, mollette e scatole di cartone, costruiremo un villaggio delicato e fragile, come noi, come le relazioni, come l’ecosistema, come tutte le cose più preziose. Il villaggio fragile si animerà con ombre cinesi, girandole e i mille giochi che la nostra scatenata fantasia inventerà. Il PRATO DELLE MERAVIGLIE è uno spazio popolato di storie e materiali che si trasformano dove al viaggiatore spetterà il compito di attivare la meraviglia. Aspettiamo grandi e piccini, papà ingegneri e bambini ingegnosi, mamme creative, nonni falegnami e nonne coltivatrici, babysitter con borse da Mary Poppins. Il principe Tartaglia, figlio del Re Silvio, è afflitto da una grave malattia: la tristezza. Per guarirlo suo padre ha chiamato tutti i più gran medici del Regno, ma nessuno di loro è riuscito a trovare la soluzione. Finalmente si fa avanti Truffaldino, buffone di corte, che promette di guarire il principino con frizzi e lazzi. Con l’involontario aiuto di una vecchietta l’espediente funziona, ma si scoprirà che la vecchietta altri non è che la Fata Morgana che, d’accordo con Clarice e Leandro, due cortigiani infedeli, sta cercando di eliminare Tartaglia. Gli lancia infatti questa maledizione: “Ti innamorerai follemente delle Tre Melarance e pace non avrai finché non le avrai trovate!” 12 CORRISPONDENZE testi di Francesco Niccolini con Claire-Lise Daucher e Anne Palomeres regia di Roberto Aldorasi Cara Alina, siamo sempre più convinte che il nucleo più profondo della nostra vita non è dicibile fino in fondo: sarebbe come spiegare l’amore, e l’amore si può solo accogliere, vivere, al più intuire. Viviamo il livello zero dell’umanità, qui si intrecciano le ricerche di noi, di te, di tutti. Se ha senso qualcosa, tutto oppure niente. Alina Marazzi, Per Sempre Due donne vicine e lontane. Una ha fatto la scelta della clausura. L’altra è una professionista affermata che gira il mondo senza fermarsi mai. Le loro vite sono tanto diverse quanto per certi versi - si assomigliano. Ma soprattutto sono sorelle, e cercano di tenere vivo quel legame di sangue, che le aiuti a comprendersi e, probabilmente, perdonarsi. Perché c’è qualcosa nel loro passato familiare che chiede una fuga e che porta con sé qualcosa difficile mettere a fuoco. Lo spettacolo, tra movimento, azione e una parola molto rarefatta, racconta queste due vite parallele. Ma trattandosi non di una geografia euclidea ma di geografia umana, dunque misteriosa, qui le parallele si toccano: attraverso la fitta corrispondenza fra le due donne e alcuni gesti che, inconsapevolmente, sono uguali per entrambe. Il tutto scandito da un doppio scorrere: quello verticale della liturgia delle ore e quello orizzontale del passato che incombe sul presente. 13 ore 17.30 - Sala comunale ore 19.00 - Ort dal Cente RACCONTI DAL LABORATORIO DI NARRAZIONE condotto a maggio 2016 da Francesco Niccolini e Roberto Aldorasi I racconti CI VUOLE FEGATO di Fabrizio Brandi Maggio 2002, l’aria è quasi estiva. Mentre il sole cala dietro le montagne del Mugello, una Fiat Punto sgangherata, verde bottiglia, è lanciata sull’autostrada Firenze-Bologna. Alla guida c’è Mario Nesi che corre all’appuntamento con il fratello Ivano. Durante il viaggio Mario, tra soste all’autogrill e incontri inaspettati, ripercorre con i ricordi, le storie e le vicende familiari che lo legano a Ivano. RAPSODIA DI UN SOGNATORE IN ERBA di Stefano Santomauro Una storia surreale ambientata in una metropoli grigia e senza speranza. Un’avventura incredibile di tre amici che lottano per i propri sogni. Avete presente quando in mezzo al cemento un filo d’erba combatte per uscire e vedere la luce? ore 20.00 - Itinerante MUSICA PER OSTERIE con Piccola Orchestra Armonikòs ore 21.15 - Prato delle meraviglie ITALIANESI di e con Saverio La Ruina regia di Saverio La Ruina produzione Scena Verticale Esiste una tragedia inaudita, rimossa dai libri di storia, consumata fino a qualche tempo fa a pochi chilometri dalle nostre case. Alla fine della Seconda guerra mondiale, migliaia di soldati e civili italiani rimangono intrappolati in Albania con l’avvento del regime dittatoriale, costretti a vivere in un clima di terrore e fatti oggetto di periodiche e violente persecuzioni. 14 Con l’accusa di attività sovversiva ai danni del regime la maggior parte di essi viene condannata e poi rimpatriata in Italia. Donne e bambini vengono invece trattenuti e internati in campi di prigionia per la sola colpa di essere mogli e figli di italiani. Vivono in alloggi circondati da filo spinato, controllati dalla polizia segreta del regime, sottoposti a interrogatori, appelli quotidiani, lavori forzati e torture. In quei campi di prigionia rimangono quarant’anni, dimenticati. Come il “nostro” che vi nasce nel 1951 e vive quarant’anni nel mito del padre e dell’Italia che raggiunge nel 1991 a seguito della caduta del regime. Riconosciuti come profughi dallo Stato italiano, arrivano nel Belpaese in 365, convinti di essere accolti come eroi, ma paradossalmente sono condannati a essere italiani in Albania e albanesi in Italia. ore 21.15 - Piaza granda 15 CONCERTO DI CHIUSURA - I LUF Artisti Roberto Aldorasi Regista. Ha studiato e lavorato in Danimarca, all’Odin Teatret, agli spettacoli Ur-Hamlet (2006) e Medeas Bryllup (2008), regia di Eugenio Barba e a Clairobasper, diretto da Donald Kitt. Con Questi Fantasmi & Sons, la compagnia fondata insieme a Mira Noltenius, ha realizzato performance e progetti di site-specific in Danimarca, Svezia, Germania, Brasile, Regno Unito, Siria e Libano e lo spettacolo Instruction Manual (2008), presentato al Fringe Festival di Edimburgo. Ha lavorato con The Jasonites e poi con il Laboratorio di Altamira, fondato inseme a Pierangelo Pompa. Per Giorgio Barberio Corsetti ha curato le coreografie del Don Carlos (2012), diretto da Valerij Gergiev al Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, e per La Sonnambula (2013), al Teatro Petruzzelli di Bari. È stato assistente di Giorgio Barberio Corsetti ne La Guerra di Kurukshetra (2013) e, insieme a Corsetti, ha diretto Pier Paolo! (2014). Ha lavorato, come curatore dei movimenti scenici, a Educazione Siberiana (2013) di Nicolai Lilin, una produzione Teatro Stabile di Torino. Insieme a Francesco Niccolini, per Thalassia, ha diretto gli spettacoli Kater (2014) e Andrè e Dorine (2014), con Luigi D’Elia. Nel 2013 ha diretto In Flagrante Delicto, una produzione Fattore K con Marcello Prayer. Nel 2015 debutta come coreografo, vincendo il premio I Teatri del Sacro con lo spettacolo Corrispondenze e ha debuttato al Festival dei Due Mondi di Spoleto con I Duellanti, con Alessio Boni e Marcello Prayer. Fabrizio Brandi (Livorno, 1965) attore. Si diploma alla Scuola di Ricerca Teatrale “Laboratorio Nove” e alla Scuola di Commedia dell’Arte di Antonio Fava. Inizia come attore comico insieme a Paolo Migone. Lavora con Barbara Nativi, Stefano Filippi, Emanuele Barresi. È attore di televisione e cinema ed ha lavorato con Paolo Virzì, Roan Johnson, Francesco Bruni, Diego Abatantuono, Eugenio Cappuccio. Svolge in parallelo un percorso artistico personale realizzando numerosi spettacoli di narrazione. Giuseppe Cederna Giuseppe Cederna, nato nel 1957 a Roma, di origini valtellinesi e sarde, è attore di cinema e teatro. Inizia la sua carriera come attore teatrale e nel 1977 fonda la Compagnia Anfeclown, dove si metterà in luce per una comicità surreale e principalmente fisica. Collabora con il Teatro dell’Elfo in “Sogno di Una Notte d’Estate”, regia G. Salvatores, poi è la volta di “Amadeus” di P. Shaffer regia di M. Missiroli, “il Giardino dei Ciliegi” di A. Cechov regia di G. Lavia, “La Febbre” di W. Shawn e regia di G. Gallione, “Tacalabala, il racconto del calcio” regia di G. Gallione, “Il Grande Viaggio” tratto dal suo omonimo libro sul racconto di un pellegrinaggio alle sorgenti del Gange. Con “Il Viaggiatore Incantato” Giuseppe Cederna continua a raccontare in teatro le sue esperienze e passioni dal viaggio alla poesia ed alla letteratura. Negli Anni Ottanta inizia la sua carriera cinematografica partecipando a vari film tra cui La famiglia di E. Scola, Marrakech Express di G. Salvatores, Italia - Germania 4-3 di Andrea Barzini, Il viaggio di Capitan Fracassa E. Scola; Mediterraneo di G. Salvatores, Il partigiano Johnny di G. Chiesa, El Alamein di E. Monteleone, Aspettando il sole di A. Panini, Diverso da chi? di U. Carteni, Nine di R. Marshall, Maschi contro femmine di F. Brizzi. Attore e viaggiatore, Cederna dalla fine degli anni Novanta si dedica anche alla scrittura: 16 Ippolito Chiarello Nasce nel 1967 a Corsano (LE). Artista pugliese eclettico, che spazia dal teatro al cinema, alla musica. In questi campi si è cimentato principalmente come attore, ma ha praticato anche la strada della regia e della formazione anche in ambito di disagio sociale. Dopo varie frequentazioni e momenti di formazione attoriale e scrittura e l’incontro con Dario Fo ha lavorato per circa dieci anni con la Compagnia Koreja di Lecce (19952004) per poi intraprendere una sua strada indipendente legata alla sua sigla teatrale NASCA TEATRI DI TERRA e al lavoro come scritturato o in collaborazione con altri gruppi italiani e stranieri. Il suo percorso di ricerca (spettacoli, progetti, formazione) si focalizza nel recupero della relazione pubblico-artista e ha generato la modalità del Barbonaggio Teatrale (ormai diventato vero e proprio movimento teatrale) come strumento di diffusione, distribuzione e di promozione del teatro. Nel 2014 ha fondato la Compagnia Ammirata che in forma collettiva porta il teatro e gli allestimenti anche in strada. Ha debuttato nel 2014 con il nuovo spettacolo PSYCHO KILLER quanto mi dai se ti uccido? Suoi spettacoli fortunati sono Oggi sposi, regia di Maria Cassi, un varietà tragicomico contemporaneo in repertorio con successo ormai da 12 anni e Fanculopensiero stanza 510 con la regia di Simona Gonella e la drammaturgia di Michele Santeramo, rappresentato in tutta Italia e nelle principali capitali europee e origine dell’esperienza del Barbonaggio Teatrale e di un lungometraggio dal titolo “Ogni volta che parlo con me” che firma insieme a Matteo Greco. Claire-Lise Daucher Danzatrice e coreografa Dopo una formazione in danza contemporanea, classica, tango e circo, dal 2003 lavora come danzatrice per la compagnia Pascal Montrouge, 2005- 2009 (Superman et moi, 200 Histoire de Melody Nelson, L’histoire des enfants des voisins d’à côté, Les petits rouges, L’extension de la théorie d’Antoine); per il Collectif Dynamo, 2003-2009 (Dimanche et jours fériés, Oulala Opus1); per il Collectif Proche du Ravin (Quintet per 4 guitares et une danseuse); per il gruppo Clairobasper, 2011, all’Odin Teatret e per la compagnia La P’tite folie, 2014 (Intallez-vous, conversation dansée e Get Well Soon). Continua le sue ricerche con lo studio del Butô, del teatro fisico di Jerzy Grotowski, della capoeira angolana e del canto. Dal 2005 ininzia a dare dei seminari di improvvisazione e composizione e nel 2012 fonda la compagnia Impulse con la quale crea i suoi primi spettacoli come coreografa (Sora e Nahele, 2009; In a Silent Mood, 2012; Dans le silence des jardins, 2012; Lichen, 2013). Luigi D’Elia Artista ed educatore ambientale vive e lavora in Puglia tra la Riserva di Torre Guaceto e Brindisi. Conduce da diversi anni una ricerca tra arte e ambiente con una visione e un approccio sistemico e complesso alle grandi questioni ambientali intraprendendo un cammino profondo e consapevole di cittadinanza attiva, recupero delle identità territoriali, tutela e valorizzazione del paesaggio. Raccoglie, assembla, colleziona giocattoli arrivati dal mare e costruisce oggetti scenici, sculture e opere di art brut nei materiali più svariati con una particolare predilezione per tutto ciò che è detrito della storia e delle comunità. 17 Il grande viaggio, Feltrinelli e Ticino. Le voci del fiume, storie d’acqua e di terra, Excelsior 1881. L’ultimo libro, Piano Americano, esce per Feltrinelli a maggio 2011. Nel 2012 ha recuperato, pulito, selezionato e accatastato le parti lignee della motovedetta albanese Kater I Rades naufragata nel canale d’Otranto nella strage del Venerdì Santo. Autore, scrive e racconta di storie dei luoghi, delle persone, della natura, del paesaggio. Condivide con Francesco Niccolini una proficua ricerca sulla narrazione ambientale e civile. Da due anni e da oltre centro repliche porta in giro per boschi, teatri e riserve naturali lo spettacolo Storia d’amore e alberi scritto da Francesco Niccolini e ispirato al romanzo “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono. Lo spettacolo è stato terzo classificato al premio nazionale Eolo Awards 2011 per il Teatro Ragazzi e ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria Popolare di FESTEBÀ Teatro Festival (Ferrara, settembre 2011). La Grande Foresta ha vinto nel maggio 2013 il premio nazionale Eolo Awards 2013 come Migliore Novità. Aspettando il vento, terzo spettacolo fatto insieme a Francesco Niccolini, ha vinto nel settembre 2013 il Festival di Teatro Ragazzi Festebà. Manuela De Meo Attrice diplomata alla scuola Paolo Grassi di Milano. Ha lavorato con diversi registi: Alessadro Genovesi, Massimo Castri, Marco Plini, Nelson Valente e per quattro anni ha condiviso un percorso creativo con César Brie. È fondatrice della compagnia Teatro Presente e dal 2015 dirige, insieme a Pietro Traldi, le Sementerie Artistiche, spazio agri-culturale di creazione, formazione e residenza artistica in provincia di Bologna. Giorgio Felicetti Giorgio Felicetti è diplomato, come attore di prosa, presso la Scuola di Teatro di Bologna. Ha poi frequentato la Scuola Europea di Specializzazione di Pisa e approfondito la propria formazione, fra gli altri, con Pierre Byland, col metodo Lecoq, e al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Come attore è stato diretto da famosi registi italiani ed europei. Dirige il Teatro Laboratorio Les Enfants du Paradis. È ideatore e direttore artistico di ESTEUROPA-OVEST, Festival internazionale dei teatri delle musiche delle letterature e direttore artistico di Teatri d’Inverno. Da tempo persegue una sua personale ricerca sulla storia e la memoria del suo paese, per un Teatro civile e di impegno sociale. Luisa Ferrari Nasce a Tione di Trento nel 1975.Consegue la maturità liceale nel 1993. Nel 2001 partecipa ad un laboratorio di ceramica raku, condotto da Guido Omezzolli e viene completamente travolta dalla ceramica ed in particolare dalla ceramica Raku. Nel 2003 si trasferisce a Milano dove frequenta la scuola “Giovanni e Irene Cova”, conseguendo la qualifica di “ceramista modellista decoratrice”. Nel 2004 partecipa ad uno stage nello studio ceramico di Guido de Zan a Milano. Nel 2005 frequenta al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, i corsi di didattica rivolti ai bambini,“giocare con l’arte”, ideati da Bruno Munari. Dal 2005 stringe un rapporto di collaborazione con Rosanna Palumbo, con cui condivide il momento della cottura raku. Dal 2008 conduce laboratori didattici per bambini e laboratori artistici di ceramica Raku per adulti. Dal 2011 collabora con il Centro di Igiene Mentale di Tione di Trento proponendo sia la tecnica Raku che altre tecniche ceramiche. 18 La compagnia “I BURATTINI” di Luciano Gottardi è attiva dal 1992 ed ha realizzato numerosi allestimenti di spettacoli di burattini tradizionali tra cui “L’Amore delle Tre Melarance”, “La fata Morgana”, “Il principe di pietra”, “I Capelli dell’Orco”, “Il segreto del medaglione” e “Il bandito Polenta”. Dal 1997 ad oggi realizza numerosi altri spettacoli e allestimenti anche in tedesco. Ha collaborato con il Centro Servizi Santa Chiara, il Museo degli Usi e Costumi della gente trentina, Pergine Spettacolo Aperto, l’ensemble Mikrokosmos di Udine e l’Orchestra Haydn di Bolzano. Alessio Kogoj È nato a Quistello (MN) il 2 maggio del 1973. Professione regista, lavora come autore, attore e formatore teatrale. Dal 1996 vive di teatro realizzando spettacoli per bambini, teatro di ricerca, narrazione teatrale, formazione al teatro, ed organizzazione di eventi culturali. Nel 2001 consegue la laurea in Sociologia con una tesi in Antropologia teatrale e del teatro. È stato direttore artistico del Centro Teatro del Comune di Trento Politiche Giovanili dal 2010 al 2013. Inizia la sua formazione sul palcoscenico nel 1988 sotto la guida della maestra d’arte drammatica Adriana Zardini Lorenzoni. Decisivi per la sua crescita artistica sono gli incontri con i danzatori e coreografi Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, l’artista e regista Josè Antonio Portillo, l’attore-cantante Peppe Barra, l’attore e drammaturgo Giacomo Anderle, la ricercatrice Mafra Gagliardi, la regista drammaturga Letizia Quintavalla, l’attore Danio Manfredini, gli scrittori Michele Mari, Wu Ming, Maurizio Maggiani e il poeta Edoardo Sanguineti. Nel 1993 fonda la Confraternita Teatrata Soffioni denominata in seguito “I Teatri Soffiati” di cui cura le linee artistiche e la cui vocazione teatrale di produzione è diventata realtà riconosciuta sia in ambito locale che nazionale con parecchie produzioni realizzate dal 2009 ad oggi. Saverio La Ruina Diplomato alla Scuola di Teatro di Bologna, prosegue la sua formazione con Jerzy Stuhr e lavora con Leo De Berardinis e Remondi e Caporossi. Nel 1992 con Dario De Luca fonda a Castrovillari la compagnia Scena Verticale. La compagnia frutto di enormi sacrifici si impegna a portare il teatro nella città, facendo appassionare e partecipare in toto moltissimi studenti castrovillaresi, i quali svolgeranno diverse rappresentative teatrali che in ambito cittadino riscuoteranno notevole successo. Nelle edizioni 1999 e 2000 della Biennale di Venezia è selezionato tra i giovani registi negli atelier di regia curati da Eimuntas Nekrosius. Dal 1999 è direttore artistico, con Dario De Luca, di Primavera dei Teatri, festival sui nuovi linguaggi della scena contemporanea. Nel 2001 vince, con Scena Verticale, il Premio Bartolucci per una realtà nuova e nel 2003 il Premio della Critica Teatrale assegnato dall’Associazione Nazionale dei Critici Teatrali. Nel 2007 vince due Premi UBU come Migliore attore italiano e per il Migliore testo italiano con Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria, monologo di cui è autore, regista ed interprete. Nel 2009 il festival Primavera dei Teatri vince il Premio UBU. Nel 2010, con La Borto, monologo di cui è autore, regista ed interprete, vince il Premio Hystrio per la Drammaturgia e il Premio UBU per il Migliore testo italiano oltre ad ottenere una nomination al Premio UBU come Migliore attore italiano. Nel 2012 vince il Premio UBU come Migliore attore italiano con Italianesi. 19 Luciano Gottardi I Luf Alessandra Manti I Luf nascono da un’idea di Dario Canossi, nato sulle montagne della Val Camonica, terra che ispira quasi tutte le sue canzoni. Canzoni che parlano di vita comune e “camuna”, personaggi e storie vere, nel senso più poetico del termine. Piccole perle di dialetto, amore per la cultura, tradizione popolare e impegno sociale, tutti elementi che sono alla base della filosofia dei Luf. Da quelle parti “luf” vuol dire lupi e i Luf infatti sono un branco di musicisti che arrivano da esperienze diverse e che insieme riescono a creare un impatto sonoro forte, con una grande impronta folk-rock. I Luf muovono quindi, sostanzialmente da dove Van De Sfroos si è fermato con “Breva e Tivan”, disco al quale ha collaborato lo stesso Canossi e si collocano sul versante che, dai Modena City Ramblers in poi e su derivazione del calco internazionale dei Pogues, ha mischiato temi e musiche tradizionali rielaborate con ritmiche e meccaniche rock. Ne esce un impasto divertente e vitale che trascina e coinvolge. Il gruppo prende forma all’alba del 2000: due anni di duro lavoro e finalmente arriva il primo disco: “Ocio ai Luf” che ottiene un buon successo. Il camuno Dario Canossi, voce e leader de “I Luf”, abbandonata l’avventura Van De Sfroos, esperienza a cui aveva contribuito fortemente, decide di intraprendere la via del folk, con un repertorio di composizioni originali. Ecco quindi “I Luf”, musica vivace e dalla grande comunicativa, la vitalità del rock si incontra con la profondità e i ritmi della tradizione. Se le musiche de “I Luf” creano un’atmosfera gioiosa, i testi delle canzoni, taluni in dialetto della Val Camonica, sono ricchi di riferimenti all’attualità. La musica dei LUF è intrisa di folk e bagnata di rock, è allegria e ballo, colpisce contemporaneamente al cuore e alle gambe senza comunque cadere nella banalità dei testi che, nella tradizione di Dario Canossi, sono pieni di riferimenti all’attualità e all’impegno sociale. Si dedica da diversi anni ad un lavoro di sperimentazione didattico-musicale con i bambini della scuola dell’infanzia ed elementare. Parallelamente al suo percorso di ricerca legato alla didattica musicale e alla pedagogia, affianca l’insegnamento dello strumento ed in particolare la formazione pianistica individuale e collettiva. Diplomata in pianoforte, si è specializzata nell’insegnamento della metodologia Orff frequentando il V e VI e corso di aggiornamento “Metodologia e pratica dell’Orff-Schulwerk” organizzato dalla Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia in Roma, diretto da Giovanni Piazza e riconosciuto dal Ministero della Pubblica Istruzione. Ha partecipatola V Corso nazionale di Didattica Pianistica diretto da Walter Fischetti e ha seguito seminari con C. Padano, A. Rebaudengo, A. Sangiorgio, A. Talamonti, B. Bolton, P. Anselmi, E. Gordon, H. Setala, C. Dina, L. Di Segni, F. Ferrari, E. Strobino, S. Martinet, Y. Diaz. Collabora con la Cooperativa Ruotalibera di Roma nei laboratori musicali per la Scuola materna ed elementare del primo “Centro multidisciplinare delle arti per lo spettacolo dal vivo per l’infanzia ed i giovani”. Dal 1998 insegna presso la Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia nei laboratori di Propedeutica, Interclasse di pianoforte e Musicascenica del Dipartimento Junior e dal 2000 è insegnante di Pianoforte e Propedeutica nei Corsi per bambini e ragazzi della Scuola Popolare di Musica di Testaccio. Ha presentato il suo lavoro didattico a “ Scuole in musica” con le classi del Propedeutico 1 e 2 della SPM Testaccio presso il Conservatorio S. Cecilia, alla manifestazione Intermundia con le classi della scuola dell’infanzia Di Donato di Roma ed ospite del “Gala di Ginnastica” al Teatro Massimo con le classi della Scuola elementare R. Sanzio. Tiene Corsi di aggiornamento per insegnanti della scuola dell’infanzia ed elementari. 20 Foggiano, dal 1969, è attore e autore. Frequenta tra il 1991 e il 1994 la Scuola di Formazione Attoriale del Teatro del Sole di Milano, con cui lavora già dal 1993 in Ubu, Oltremare e Aso una storia africana, per la regia di Serena Sartori. Con il Teatro del Sole rappresenta i suoi spettacoli in molti paesi europei. In seguito all’incontro con l’attore Beppe Rosso del Laboratorio Teatro Settimo di Torino, nel 1995 nasce Ritratti: studio su brevi storie di radici. Dal 1996, con lunghi soggiorni di studio e ricerca nell’Africa Centro-Occidentale in Burkina Faso, Senegal e Costa d’Avorio, approfondisce in particolare il lavoro sulla tradizione orale e sulla danza come “strumento” della narrazione. Quella strada lo riporta all’indagine della propria cultura. Insieme ad Alberto Nicolino e Micaela Sapienza nel 1998 fonda Armamaxa teatro, e con la scrittura e messa in scena di HruodlandUS libera rotolata medioevale inizia un percorso di recupero dell’oralità e della fabulazione, alla ricerca dell’equilibrio possibile tra la parola detta e il movimento nel lavoro di narrazione. Tiene laboratori dedicati all’arte del racconto e collabora con alcune tra le più interessanti realtà del teatro di ricerca italiano; e particolare attenzione ha dedicato all’attività laboratoriale legata al disagio e al territorio (Istituto Penale Minorile “Fornelli” di Bari, Comunità Emmaus di Foggia). Con Armamaxa teatro ha costruito un percorso culturale e artistico fortemente legato al presente. La ricerca sull’oralità e sul movimento è proseguita con il PROGETTO BRACCIANTI. Nella stagione 2007/2008 cura con Micaela Sapienza per Armamaxa teatro il PROGETTO TERRE PARLANTI “Colloqui tra le terre di Puglia e di Grecia”. Nel Novembre 2008 Armamaxa teatro vince il Bando di Residenza Teatrale TEATRI ABITATI del Teatro Pubblico Pugliese ed Enrico Messina assume la Direzione Artistica della Residenza Teatrale di Ceglie Messapica presso il Teatro Comunale. Concepisce e realizza “La Diritta Via. La Costituzione e Dante Alighieri senza distinzione di razza né lingua” con il magistrato milanese Giuliano Turone e la musica dal vivo di Mirko Lodedo. Nel 2010 scrive e presenta lo studio di “Robin Hood; la storia di Roberto di Legno che colpiva sempre nel segno”. Francesco Niccolini Nasce ad Arezzo nel 1965, laureato in Storia dello Spettacolo all’Università di Firenze. Drammaturgo, sceneggiatore, talvolta regista. Da molti anni lavora, studia e scrive con Marco Paolini e insieme a lui ha realizzato Il Milione,Appunti Foresti, Parlamento chimico. Storie di plastica, la versione televisiva del Vajont i racconti del Teatro civico di Report per RAI3, insieme ad Andrea Purgatori. Nel 2011 hanno debuttato conITIS Galileo dedicato a Galileo Galilei. Ha scritto testi e spettacoli per Sandro Lombardi, Arnoldo Foà, Luigi D’Elia, Anna Bonaiuto, Massimo Schuster, Antonio Catalano, Enzo Toma, Fabrizio Saccomanno, Roberto Citran, Anna Meacci, Roberto Abbiati, Angela Finocchiaro, Giuseppe Cederna, Roberta Biagiarelli, Banda Osiris e Alessandro Benvenuti. Molti dei suoi spettacoli sono stati rappresentati in tutti i paesi d’Europa, in Africa, Stati Uniti e in Asia con alcune delle più importanti compagnie italiane, francesi e belghe. Anne Palomeres Danzatrice e light designer. Dopo i suoi studi di danza contemporanea al Conservatorio Nazionale Superiore di Musica e di Danza e al Centro Nazionale per la Danza di Parigi, Anne Palomeres si dedica all’attività di interprete. Si unisce a Sur Une Patte, collettivo che mischia teatro danza, clownerie e teatro di figura 21 Enrico Messina in creazioni ispirate da uno humour assurdo. Fonda la compagnia Caryl Truchos con Emeline Pubert, realizzando il duo Mae’r Antur. Le loro ricerche coreografiche si svolgono in luoghi pubblici o naturalistici, interrogando il ruolo dell’uomo nel suo ambiente d’appartenenza e la sua evoluzione insieme o contro quell’ambiente. È anche interprete nella compagnia svizzera Lurelure, di Marion Allon, (Unfinished Stories, Zone Out, Lonesome Birds, Turbulences, Surnatural Orchestra e Alcool). Anne Palomeres è anche una light designer per lo spettacolo formatasi a Laser Formation (Parigi) e al 20ème Théâtre, sempre a Parigi e lavora come direttore tecnico al teatro Le Ranelagh. Nicola Sordo Nicola Sordo è un clown, cantimbanco e performer nato a Milano con laurea in Scienze Agrarie, un vero e proprio agronomo. Durante gli studi, nel 1998, intraprende anche un percorso di formazione teatrale presso la Scuola di Teatro e Arti Circensi di Maurizio Accattato a Milano. Qui si appassiona al mondo del clown. Studia con Jango Edwards, Johnny Melville, Peter Shub, Carlo Colombaioni e Paolo Nani. Uscito dall’Università la domanda che lo tormenta ogni mattina quando si sveglia è agronomo o clown? Si accorge col tempo che non c’è alcun bivio; c’è una sola strada... Piccola Orchestra Armonikòs La Piccola Orchestra Armonikòs nasce appositamente per lo spettacolo teatrale FISSÒ ARMONIKÒS, dall’unione di tre straordinari strumentisti, una cantanteattrice, ed un regista teatrale. La Piccola Orchestra è ospite a Montagne, dove presenta brani musicali della tradizione marchigiana ed italiana, riarrangiati per il festival, in chiave etno-jazz e folk. Pierluigi Bambozzi, allievo del musicista ed etnomusicologo Roberto Lucanero. È attivo come fisarmonicista, organettista. La sua attenzione si rivolge alla musica e alla danza tradizionale della sua terra, le Marche, dall’antichità ai giorni nostri, dopo aver fatto parte di gruppi di “liscio” e folk. Peppe Franchellucci, violoncellista eclettico, diplomato presso l’Istituto Musicale “O. Vecchi” di Modena, insieme all’interesse per la musica classica e barocca che lo ha portato ad esibirsi in Italia e all’estero, ha maturato la passione per la sperimentazione moderna, etnica e jazz. Nella musica leggera vanta collaborazioni con Renato Zero, Gianna Nannini, Ron, ed Iskra Menarini. Vive e lavora a Bologna. Cristian Riganelli, fisarmonicista. È presidente del Museo della fisarmonica di Castelfidardo, e direttore artistico del FIF Festival Internazionale della Fisarmonica di Castelfidardo. Collabora coi maggiori musicisti del settore, in repertori che spaziano da Piazzolla a Richard Galliano. Valentina Bonafoni, attrice e cantante, ha collaborato con molti teatri italiani e registi, tra cui Giampiero Solari, Cherif, Valerio Binasco. Allieva del prestigioso New Voice Studio, ha intrapreso un suo personale studio sulla voce, applicata alla recitazione ed al canto. Da quattro anni collabora stabilmente con Giorgio Felicetti, dapprima nello spettacolo MATTEI PETROLIO E FANGO, ed ora in FISSÒ ARMONIKÒS. Stefano Santomauro Attore livornese multitasking. Approfondisce la propria comicità con Paolo Migone, destreggiandosi tra il Cabaret (Zelig Lab On The Road, Eccezionale Veramente La7) e il Teatro di Prosa. Amante del surreale, racconta storie al limite della realtà. 22 INFO E CONTATTI www.montagneracconta.it Seguici su Facebook Montagne.Racconta twitter: @MontagneRaccont [email protected] T +39 335 5630512 Organizzatori Sostenitori 24