MONTAGNE RACCONTA
SESTO FESTIVAL DEL RACCONTO
www.montagneracconta.it [email protected]
22-23 LUGLIO 2016
TEATRO | MUSICA | INCONTRI
Raccontare e ascoltare storie, lasciarsi
suggestionare dai racconti è un’attitudine
congenita all’essere umano e soprattutto fa
parte della nostra tradizione popolare.
Il rapporto uomo-narrazione ha
caratterizzato il bisogno di evasione, la
possibilità di trasmissione dei saperi, ha
raggruppato persone per la circolazione
delle idee, ha dato l’occasione di conoscere
imprese e mondi sconosciuti.
Riscoprire oggi questa pratica antica,
creare un evento culturale, ospitare un
festival di narrazione a Montagne, vuol dire
immaginare questo paese come luogo di
ricerca, come possibilità di recuperare la
nostra dimensione umana più profonda;
vuol dire risvegliare il patrimonio locale
inconscio e farlo diventare, da eredità
nostalgica, una risorsa attiva per il presente,
proiettata verso il futuro anche in termini
di sviluppo locale. É un ambizioso progetto
culturale e civile che vuole rimettere in
circolo un’attitudine che fa parte del nostro
bagaglio culturale e dargli forma artistica;
è anche l’idea di un incontro tra parole che
vengono da fuori e storie che Montagne
stessa racconta.
Programma
VENERDÌ 22 LUGLIO
17.00 Apertura del Festival con
A so casa transformance di comunità sui ricordi di domani
a cura di Roberto Aldorasi e Alessandra Manti
con Nicola Sordo e Luigi D’Elia
Apertura delle osterie nel centro storico di Larzana
Inizio trasmissioni dalla Radio del Festival a cura di Alessio Kogoj e Nicola Sordo
18.00 Racconto-incontro Di passi e di respiri di e con Giuseppe Cederna
19.00 Racconti dal Laboratorio di narrazione condotto da Francesco Niccolini
e Roberto Aldorasi
Manzoni senza filtri di Manuela De Meo
Heroes di Ippolito Chiarello - itinerante
21.15 Fissò Armonikos di e con Giorgio Felicetti e con Valentina Bonafoni
e con la partecipazione della Piccola Orchestra Armonikòs
22.30 ORLANDO furiosamente solo rotolando messo in scena e raccontato
da Enrico Messina con la collaborazione di Micaela Sapienza
Libera rotolata medievale di Enrico Messina e Alberto Nicolino
SABATO 23 LUGLIO
10.30 Cammelli a Barbiana di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia
con Luigi D’Elia
regia di Fabrizio Saccomanno
Passeggiata con spettacolo
Su prenotazione - 5.00 € compreso pranzo al sacco
Per info e prenotazioni: [email protected] cell. +39 349 5259441
14.00 Prato delle meraviglie
Letture giochi e laboratori per bambini a cura di Luisa Ferrari e Nadia Simeonova
Chiusura ore 18.00
Apertura delle osterie nel centro storico di Larzana
Inizio trasmissioni dalla Radio del Festival a cura di Alessio Kogoj e Nicola Sordo
15.30 L’amore delle tre melarance spettacolo di burattini di e con Luciano Gottardi
17.30 Corrispondenze testi di Francesco Niccolini
con Claire-Lise Daucher e Anne Palomeres
regia di Roberto Aldorasi
19.00 Racconti dal Laboratorio di narrazione
Ci vuole fegato di Fabrizio Brandi
Rapsodia di un sognatore in erba di Stefano Santomauro
20.00 Musica per osteria con la Piccola Orchestra Armonikòs
21.15 Italianesi di e con Saverio La Ruina
3
22.30 Concerto di chiusura con I Luf
mappa di Larzana
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7
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1
5
8
1.
2.
3.
4.
5.
Osteria dai “Fenomeni”
Osteria dai “Blegioc’”
Osteria da “la Cort”
Cort da la Selma
Piaza granda
6.
7.
8.
9.
Piaza picióla
Ort dal Cente
Prato delle Meraviglie
Sala del municipio
4
Venerdì 22 luglio
A so casa è la storia di un uomo che
torna, dopo tanti anni, nei luoghi
della sua infanzia senza riuscire più a
riconoscerli, che cerca la sua vecchia
casa senza trovarla, fino a dubitare di
essere finito in un altro paese, ma sorto
nello stesso luogo dove c’era quello dei
suoi ricordi.
Che è un po’ quello che ci viene da
pensare quando guardiamo le vecchie
foto di Montagne o di qualunque altro
luogo, quell’identità infedele di cui
scrive Calvino nelle sue Città Invisibili:
...un disordinato affiorare di ricordi,
chiazze di colori, vibrazioni che si
manifestano e subito svaniscono
perché, dopo tanti anni, ogni cosa
scompare, e là dov’era il tuo letto c’è un
melo, là dov’era la macchina Singer di
tua madre, un cespuglio di rose, mentre,
dei piccoli tram azzurri e gialli non
rimane traccia (...) Perché con i ricordi è
sempre così. Non si è mai sicuri...
Il lavoro ideato dal regista Roberto
Aldorasi e commissionato dal
festival Montagne Racconta è una
transformance, uno degli spettacoli/
site-specific che la compagnia
Occupazioni Insolite realizza ispirandosi
alla storia, ai luoghi e alla comunità
dei paesi ospitanti e che vede la
partecipazione di Luigi D’Elia come
voce narrante, dell’attore-cantante
Nicola Sordo, dei Cori Monte Iron e
Cima Tosa, della Banda di Ragoli, di
Aurora Giovanella, Alessia, Karin e
Sofia Simoni e di tante altre persone di
Montagne.
5
ore 17.00 - Piaza picióla
A SO CASA Transformance
di comunità per i ricordi di domani
A cura di Roberto Aldorasi
e Alessandra Manti
con Luigi D’Elia e Nicola Sordo
ore 17.00 - Piaza picióla
LA RADIO DEL FESTIVAL
a cura di Alessio Kogoj e Nicola Sordo
È un’emittente radiofonica in diretta
sulle frequenze del Festival; si nutre
della linfa vitale del paese e dei suoi
ospiti, raccoglie e smista canzoni,
ricordi e passioni. Trasmette previsioni
meteo, interviste e dà informazioni
sulla programmazione di Montagne
Racconta.
ore 18.00 - Cort da la Selma
Racconto-incontro
DI PASSI E DI RESPIRI…
di e con Giuseppe Cederna
Cosa succede nelle nostre vite - cosa
deve succedere - perché qualcosa di
quello che viviamo - un incontro, un
avvenimento, un libro, uno spettacolo,
un film, un viaggio - ci tocchi così
profondamente da lasciare un’impronta
e diventare parte di noi?
Con questa domanda comincia lo
spettacolo di Giuseppe Cederna,
un viaggio sulle orme dei pellegrini
e dei camminatori erranti del nostro
mondo. Storie d’acqua e di pietra: dai
sentieri di polvere dell’Himalaya verso le
sorgenti del Gange, alle barche
dei migranti in fuga dalla guerra.
Dall’Oscar di un piccolo grande film
italiano, al miracolo dei fiumi
di Ungaretti sulle rive dell’Isonzo.
Passo dopo passo. Incontri straordinari,
naufragi, derive e illuminazioni.
Sempre con la poesia nello zaino,
sempre con la meraviglia delle storie:
le parole giuste che illuminano la strada
e scaldano il cuore.
“Le storie sono come i fiumi
dell’Himalaya. Scendono dalle grandi
montagne, raccolgono terra, foglie,
tronchi, voci, altre storie, altra acqua, si
perdono e si ritrovano finché arrivano
al mare, il grande mare dei racconti e il
viaggio ricomincia”.
6
RACCONTI DAL LABORATORIO
DI NARRAZIONE
condotto a maggio 2016 da
Francesco Niccolini e Roberto Aldorasi
Un laboratorio per otto attori narratori
e due insegnanti: un drammaturgo
esperto di narrazione e un trainer
regista. Tre settimane di prove e lavoro
dove è stato chiesto a ognuno dei
partecipanti, selezionati attraverso
un bando, di arrivare con una propria
storia in costruzione; dal lavoro di
laboratorio ognuno, a modo proprio e
con tecniche diverse, è stato condotto
fino a un racconto definito da proporre
al Festival. Una vetrina per giovani
narratori provenienti da tutta Italia che
non è in cerca di grandi numeri ma della
massima cura.
I racconti
MANZONI SENZA FILTRI
di Manuela De Meo
Siamo sicuri che un libro si possa solo
leggere? È proprio vero che i Promessi
Sposi finiscono bene?
L’Innominato era poi davvero un uomo
così tutto d’un pezzo? E Manzoni,
è realmente così mite o nasconde
un’anima precocemente punk?
HEROES - racconto itinerante
di Ippolito Chiarello
Clark Kent è il DJ dell’unica Radio
senza frequenze che si può ascoltare
in tutto il mondo: Wolf Radio e
conduce per strada la trasmissione
APPUNTAMENTO CON IL DESTINO.
Una specie di UOMO RADIO
itinerante, in onda tutti i giorni, fino
alla fine del mondo. Racconta destini
sorprendenti, inattesi, da farsi venire
i brividi. Racconta i miti della musica
e il Club 27 in particolare. Con la
modalità del Barbonaggio Teatrale,
il DJ dà la possibilità al pubblico per
strada di comprare l’incontro con il
proprio mito. Tutti vorremmo essere
immortali o vivere oltre la vita. Tutti
abbiamo il desiderio di lasciare un
segno anche dopo la morte. Il DJ invita
le persone ad ascoltarlo, proprio per
imparare a conoscere il mondo dei
miti, dei supereroi e di tutti gli eroi e gli
immortali, per poter imparare a scoprire
l’unicità della propria vita, già mitica
se vissuta nel quotidiano, confidando
sui propri superpoteri e le proprie
“melodie”.
ore 21.15 - Piaza granda
FISSO’ ARMONIKOS
UOMINI E FISARMONICHE
scritto e diretto da Giorgio Felicetti
con Giorgio Felicetti e Valentina Bonafoni
e con la partecipazione
della Piccola Orchestra Armonikos:
Pierluigi Bambozzi all’organetto
Christian Riganelli alla fisarmonica
Peppe Franchellucci al violoncello
È uno spettacolo sull’umanità.
È uno spettacolo sulla passione.
È uno spettacolo sulla musica.
E sullo strumento più popolare e totale,
la fisarmonica.
7
ore 19.00 - Ort dal Cente
È uno spettacolo epico, esilarante e commovente, che si muove sui tasti di un
accordion, usando più registri teatrali: dal comico-circense alla narrazione civile, dal
cabaret musicale al teatro canzone, dalla fiaba popolare alla patafisica scientifica.
A dar soffio al racconto è sempre la fisarmonica. E gli artisti-inventori che ne
hanno creato i suoni. È la storia di una grande famiglia, in due secoli: dal 1815 al
2015. Falegnami, poi costruttori. Infine suonatori. In mezzo alle botteghe artigiane
viennesi, ai funerali di Beethoven, alle battaglie risorgimentali di Garibaldi, alle
scoperte musicali dei contadini dell’800, tra il popolo di Giuseppe Verdi.
Dentro c’è l’epopea del primo fabbricatore Paolo Soprani, ci sono le bibliche
migrazioni verso le Americhe, con la più terribile tragedia mineraria nella storia
del lavoro italiano. Il ‘900 musicale, il boom della fisarmonica, archetipo femminile,
strumento da stringere al petto, orchestra ambulante, suono viaggiante che
conquista il mondo dello spettacolo con i tangos argentini e la musica da film:
Hollywood e Piazzolla. Gli echi del Tanztheater di Pina Bausch.
Edith Piaf che canta il suo disperato amore a un accordeoniste. Il mondo dei
circhi di periferia. Le balere da liscio di riviera. Chi, ancora oggi, lavora in punta
d’orecchio, e fabbrica suoni. E c’è un soffio. Che non si estingue. Una favola
sentimentale, che fa ridere, commuovere, stupire, e invita lo spettatore a ballare i
propri sogni on the road, che dall’Italia arriva alle strade d’Europa, e poi di là, fino
alle Americhe. Alla ricerca di quella magica scatola musicale, e degli incredibili
suonatori che l’hanno amata. E continuano ad abbracciarla. Appassionatamente.
8
Armamaxa teatro
ORLANDO furiosamente solo rotolando
messo in scena e raccontato
da Enrico Messina
con la collaborazione di Micaela Sapienza
tratto da “Hruodlandos.
Libera rotolata medievale”
di Enrico Messina e Alberto Nicolino
“…Una fondamentale differenza divide
gli eroi di queste storie... Ci sono
quelli costruiti di pasta fatata, che più
gli fioccano addosso colpi di lancia
e spada e più si temprano, come se
tanto ferro giovasse alla loro salute; e ci
sono quelli, non meno nobili e valorosi,
che essendo costruiti di pasta umana
ricevono ferite che sono ferite vere
e ne possono morire…”
Italo Calvino
Camicia bianca, una tromba e uno
sgabello: è tutto quel che serve per
raccontare le vicende dei paladini di
Carlo Magno e dei terribili saraceni.
All’essenzialità della scena si
contrappongono la ricchezza e i colori
delle immagini evocate: accampamenti,
cavalieri, dame, duelli, incantagioni,
palazzi, armature, destrieri…
Un vortice di battaglie e inseguimenti
il cui motore è sempre la passione, vera
o presunta, per una donna, un cavaliere,
un ideale. Reale trasporto o illusorio
incantesimo? Sono solo storie.
Storie senza tempo di uomini d’ogni
tempo, in cui tutto è paradosso,
iperbole, esasperazione.
Riscoprire il piacere della fabulazione
e della fascinazione della parola,
il senso di ascoltare delle storie
e di ascoltarle assieme ad altri.
Arte un tempo assai familiare alla
nostra cultura, ormai trascurata se non
del tutto dimenticata. Ecco perché
l’Orlando Furioso di Ariosto,
che proprio dall’arte dei cantastorie
prese linfa per diventare alta letteratura;
ed ecco perché il travolgente racconto
che ne ha fatto Italo Calvino insieme
a stralci di immagini “rubate” ad
altri suoi libri come “Il Cavaliere
Inesistente”. Così le parole dei canti e
delle ottave di Ariosto prendono nuova
vita, un po’ tradite un po’ ri-suonate,
e la narrazione avanza tra guizzi di
folgorante umorismo e momenti di
grande intensità, mescolando origini,
tradizioni e dialetti.
Nell’appassionante lavoro di scrittura
alcuni episodi sono stati ripresi, altri
rielaborati, altri completamente
inventati com’è nell’essenza stessa
dell’arte di raccontare.
9
ore 23.00 - Prato delle meraviglie
Sabato 23 luglio
ore 10.30 Passeggiata con
spettacolo**
CAMMELLI A BARBIANA
di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia
con Luigi D’Elia
regia Fabrizio Saccomanno
una produzione Thalassia
con la collaborazione del festival
Montagne Racconta
** Su prenotazione.
5.00 € pranzo al sacco compreso
Ritrovo ore 10.30 presso punto Info
Prenotazioni: Claudia 349 5259441
Era una fune in realtà, non un
cammello. Ai pescatori ai quali Cristo
si rivolgeva, l’esempio doveva sembrare
molto più credibile e vicino alla loro
vita: è più facile che una fune passi dalla
cruna di un ago che un ricco entri nel
regno dei cieli.
Per chi costruiva reti da pesca
intrecciava funi e lenze, forse era
un’immagine più chiara.
Però quel cammello... quel cammello è
forse una delle immagini più potenti, che
sin da bambini portiamo con noi, e la
nostra educazione da piccoli chierichetti:
il cammello, la trave nell’occhio, pani e
pesci, il canto del gallo.
Ma se nasci ricco, molto ricco, e speri
con tutto te stesso di entrare nel regno
dei cieli, è quel cammello che rischia di
perseguitarti tutta la vita, e molto più
di una comunissima fune.
È quello che accadde a Lorenzo Carlo
Domenico Milani Comparetti, giovane e
gaudente pittore di ricchissima famiglia
fiorentina, che sotto i bombardamenti
10
11
del ‘43 viene folgorato sulla sua via
di Damasco. Da cosa non si sa.
Ma la folgorazione è assoluta, e gli
sconvolge totalmente la vita.
Inizia così la breve vita sacerdotale di
don Milani: muore giovane, per un
male incurabile, ma ha il tempo di
lasciare un segno profondissimo in
tutti coloro che lo hanno conosciuto, a
partire dai sei primi ragazzini della sua
scuola, la scuola di Barbiana, la scuola
più bella che c’è, 12 ore al giorno per
365 giorni l’anno.
Senza lavagna, senza banchi, senza
primo della classe e soprattutto senza
somari né bocciati.
Barbiana - un esilio per isolare un
prete scomodissimo, nei piani della
diocesi fiorentina - diventa il luogo
unico e meraviglioso della rivoluzione
copernicana che don Milani provoca
nella scuola e nella vita di comunità.
Un autentico terremoto che, a distanza
di quasi cinquant’anni dalla morte, non
invecchia: chi lo conosce non ne perde
un sorso, e chi lo scopre oggi, viene
colto dal desiderio di non lasciarlo più.
Non è comoda, questa rivoluzione
e meno ancora don Lorenzo, anzi.
Pretende. È dura.
Non accetta compromessi, dice pane
al pane e vino al vino, porta lacerazioni
e battaglie durissime, ma ti cambia la
vita, per sempre.
ore 15.30 - Piaza picióla
L’AMORE DELLE TRE MELARANCE
di e con Luciano Gottardi
ore 14.00 - 18.00
IL PRATO DELLE MERAVIGLIE
Laboratori
a cura di Luisa Ferrari
e Nadia Simeonova
... ovvero come entrai in un prato e
risvegliai il mondo
Sentire, toccare, annusare e manipolare;
ispirati dalle favole daremo forma
all’argilla e alla nostra fantasia.
Poi con semplici canne di bambù,
fascette, vecchie lenzuola, mollette
e scatole di cartone, costruiremo un
villaggio delicato e fragile, come noi,
come le relazioni, come l’ecosistema,
come tutte le cose più preziose.
Il villaggio fragile si animerà con
ombre cinesi, girandole e i mille
giochi che la nostra scatenata fantasia
inventerà.
Il PRATO DELLE MERAVIGLIE è
uno spazio popolato di storie e
materiali che si trasformano dove al
viaggiatore spetterà il compito di
attivare la meraviglia. Aspettiamo
grandi e piccini, papà ingegneri e
bambini ingegnosi, mamme creative,
nonni falegnami e nonne coltivatrici,
babysitter con borse da Mary Poppins.
Il principe Tartaglia, figlio del Re Silvio,
è afflitto da una grave malattia:
la tristezza. Per guarirlo suo padre ha
chiamato tutti i più gran medici del
Regno, ma nessuno di loro è riuscito
a trovare la soluzione. Finalmente si fa
avanti Truffaldino, buffone di corte, che
promette di guarire il principino con
frizzi e lazzi. Con l’involontario aiuto di
una vecchietta l’espediente funziona,
ma si scoprirà che la vecchietta altri
non è che la Fata Morgana che,
d’accordo con Clarice e Leandro, due
cortigiani infedeli, sta cercando di
eliminare Tartaglia. Gli lancia infatti
questa maledizione: “Ti innamorerai
follemente delle Tre Melarance e pace
non avrai finché non le avrai trovate!”
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CORRISPONDENZE
testi di Francesco Niccolini
con Claire-Lise Daucher
e Anne Palomeres
regia di Roberto Aldorasi
Cara Alina,
siamo sempre più convinte che
il nucleo più profondo della nostra
vita non è dicibile fino in fondo:
sarebbe come spiegare l’amore, e
l’amore si può solo accogliere, vivere,
al più intuire. Viviamo il livello zero
dell’umanità, qui si intrecciano le
ricerche di noi, di te, di tutti. Se ha
senso qualcosa, tutto oppure niente.
Alina Marazzi, Per Sempre
Due donne vicine e lontane.
Una ha fatto la scelta della clausura.
L’altra è una professionista affermata
che gira il mondo senza fermarsi mai.
Le loro vite sono tanto diverse quanto per certi versi - si assomigliano.
Ma soprattutto sono sorelle, e cercano
di tenere vivo quel legame
di sangue, che le aiuti a comprendersi
e, probabilmente, perdonarsi.
Perché c’è qualcosa nel loro passato
familiare che chiede una fuga e che
porta con sé qualcosa difficile mettere
a fuoco. Lo spettacolo, tra movimento,
azione e una parola molto rarefatta,
racconta queste due vite parallele.
Ma trattandosi non di una geografia
euclidea ma di geografia umana,
dunque misteriosa, qui le parallele
si toccano: attraverso la fitta
corrispondenza fra le due donne e
alcuni gesti che, inconsapevolmente,
sono uguali per entrambe.
Il tutto scandito da un doppio scorrere:
quello verticale della liturgia delle ore
e quello orizzontale del passato che
incombe sul presente.
13
ore 17.30 - Sala comunale
ore 19.00 - Ort dal Cente
RACCONTI DAL LABORATORIO
DI NARRAZIONE
condotto a maggio 2016
da Francesco Niccolini
e Roberto Aldorasi
I racconti
CI VUOLE FEGATO
di Fabrizio Brandi
Maggio 2002, l’aria è quasi estiva.
Mentre il sole cala dietro le montagne
del Mugello, una Fiat Punto
sgangherata, verde bottiglia, è lanciata
sull’autostrada Firenze-Bologna.
Alla guida c’è Mario Nesi che corre
all’appuntamento con il fratello Ivano.
Durante il viaggio Mario, tra soste
all’autogrill e incontri inaspettati,
ripercorre con i ricordi, le storie e le
vicende familiari che lo legano a Ivano.
RAPSODIA DI UN SOGNATORE
IN ERBA
di Stefano Santomauro
Una storia surreale ambientata in una
metropoli grigia e senza speranza.
Un’avventura incredibile di tre amici
che lottano per i propri sogni. Avete
presente quando in mezzo al cemento
un filo d’erba combatte per uscire e
vedere la luce?
ore 20.00 - Itinerante
MUSICA PER OSTERIE
con Piccola Orchestra Armonikòs
ore 21.15 - Prato delle meraviglie
ITALIANESI
di e con Saverio La Ruina
regia di Saverio La Ruina
produzione Scena Verticale
Esiste una tragedia inaudita, rimossa dai
libri di storia, consumata fino a qualche
tempo fa a pochi chilometri dalle nostre
case. Alla fine della Seconda guerra
mondiale, migliaia di soldati e civili
italiani rimangono intrappolati in Albania
con l’avvento del regime dittatoriale,
costretti a vivere in un clima di terrore
e fatti oggetto di periodiche e violente
persecuzioni.
14
Con l’accusa di attività sovversiva ai danni del regime la maggior parte di essi viene
condannata e poi rimpatriata in Italia.
Donne e bambini vengono invece trattenuti e internati in campi di prigionia per
la sola colpa di essere mogli e figli di italiani. Vivono in alloggi circondati da filo
spinato, controllati dalla polizia segreta del regime, sottoposti a interrogatori, appelli
quotidiani, lavori forzati e torture.
In quei campi di prigionia rimangono quarant’anni, dimenticati. Come il “nostro” che
vi nasce nel 1951 e vive quarant’anni nel mito del padre e dell’Italia che raggiunge
nel 1991 a seguito della caduta del regime.
Riconosciuti come profughi dallo Stato italiano, arrivano nel Belpaese in 365, convinti
di essere accolti come eroi, ma paradossalmente sono condannati a essere italiani in
Albania e albanesi in Italia.
ore 21.15 - Piaza granda
15
CONCERTO DI CHIUSURA - I LUF
Artisti
Roberto Aldorasi
Regista. Ha studiato e lavorato in
Danimarca, all’Odin Teatret, agli spettacoli
Ur-Hamlet (2006) e Medeas Bryllup (2008),
regia di Eugenio Barba e a Clairobasper,
diretto da Donald Kitt. Con Questi Fantasmi
& Sons, la compagnia fondata insieme a
Mira Noltenius, ha realizzato performance
e progetti di site-specific in Danimarca,
Svezia, Germania, Brasile, Regno Unito, Siria
e Libano e lo spettacolo Instruction Manual
(2008), presentato al Fringe Festival di
Edimburgo. Ha lavorato con The Jasonites
e poi con il Laboratorio di Altamira,
fondato inseme a Pierangelo Pompa.
Per Giorgio Barberio Corsetti ha curato le
coreografie del Don Carlos (2012), diretto
da Valerij Gergiev al Teatro Mariinsky di San
Pietroburgo, e per La Sonnambula (2013), al
Teatro Petruzzelli di Bari. È stato assistente
di Giorgio Barberio Corsetti ne La Guerra di
Kurukshetra (2013) e, insieme a Corsetti,
ha diretto Pier Paolo! (2014).
Ha lavorato, come curatore dei movimenti
scenici, a Educazione Siberiana (2013) di
Nicolai Lilin, una produzione Teatro Stabile
di Torino. Insieme a Francesco Niccolini,
per Thalassia, ha diretto gli spettacoli Kater
(2014) e Andrè e Dorine (2014), con Luigi
D’Elia. Nel 2013 ha diretto In Flagrante
Delicto, una produzione Fattore K con
Marcello Prayer. Nel 2015 debutta come
coreografo, vincendo il premio I Teatri del
Sacro con lo spettacolo Corrispondenze e
ha debuttato al Festival dei Due Mondi di
Spoleto con I Duellanti, con Alessio Boni e
Marcello Prayer.
Fabrizio Brandi
(Livorno, 1965) attore. Si diploma alla Scuola
di Ricerca Teatrale “Laboratorio Nove”
e alla Scuola di Commedia dell’Arte di
Antonio Fava. Inizia come attore comico
insieme a Paolo Migone. Lavora con
Barbara Nativi, Stefano Filippi, Emanuele
Barresi. È attore di televisione e cinema ed
ha lavorato con Paolo Virzì, Roan Johnson,
Francesco Bruni, Diego Abatantuono,
Eugenio Cappuccio. Svolge in parallelo un
percorso artistico personale realizzando
numerosi spettacoli di narrazione.
Giuseppe Cederna
Giuseppe Cederna, nato nel 1957 a
Roma, di origini valtellinesi e sarde, è
attore di cinema e teatro. Inizia la sua
carriera come attore teatrale e nel 1977
fonda la Compagnia Anfeclown, dove si
metterà in luce per una comicità surreale
e principalmente fisica. Collabora con il
Teatro dell’Elfo in “Sogno di Una Notte
d’Estate”, regia G. Salvatores, poi è la
volta di “Amadeus” di P. Shaffer regia di
M. Missiroli, “il Giardino dei Ciliegi” di A.
Cechov regia di G. Lavia, “La Febbre” di W.
Shawn e regia di G. Gallione, “Tacalabala,
il racconto del calcio” regia di G. Gallione,
“Il Grande Viaggio” tratto dal suo omonimo
libro sul racconto di un pellegrinaggio alle
sorgenti del Gange. Con “Il Viaggiatore
Incantato” Giuseppe Cederna continua
a raccontare in teatro le sue esperienze
e passioni dal viaggio alla poesia ed alla
letteratura. Negli Anni Ottanta inizia la sua
carriera cinematografica partecipando a vari
film tra cui La famiglia di E. Scola, Marrakech
Express di G. Salvatores, Italia - Germania
4-3 di Andrea Barzini, Il viaggio di Capitan
Fracassa E. Scola; Mediterraneo di G.
Salvatores, Il partigiano Johnny di G. Chiesa,
El Alamein di E. Monteleone, Aspettando il
sole di A. Panini, Diverso da chi?
di U. Carteni, Nine di R. Marshall, Maschi
contro femmine di F. Brizzi.
Attore e viaggiatore, Cederna dalla fine degli
anni Novanta si dedica anche alla scrittura:
16
Ippolito Chiarello
Nasce nel 1967 a Corsano (LE).
Artista pugliese eclettico, che spazia dal
teatro al cinema, alla musica. In questi
campi si è cimentato principalmente come
attore, ma ha praticato anche la strada della
regia e della formazione anche in ambito di
disagio sociale.
Dopo varie frequentazioni e momenti di
formazione attoriale e scrittura e l’incontro
con Dario Fo ha lavorato per circa dieci anni
con la Compagnia Koreja di Lecce (19952004) per poi intraprendere una sua strada
indipendente legata alla sua sigla teatrale
NASCA TEATRI DI TERRA e al lavoro come
scritturato o in collaborazione con altri
gruppi italiani e stranieri. Il suo percorso
di ricerca (spettacoli, progetti, formazione)
si focalizza nel recupero della relazione
pubblico-artista e ha generato la modalità
del Barbonaggio Teatrale (ormai diventato
vero e proprio movimento teatrale) come
strumento di diffusione, distribuzione e di
promozione del teatro. Nel 2014 ha fondato
la Compagnia Ammirata che in forma
collettiva porta il teatro e gli allestimenti
anche in strada. Ha debuttato nel 2014 con
il nuovo spettacolo PSYCHO KILLER quanto
mi dai se ti uccido?
Suoi spettacoli fortunati sono Oggi sposi,
regia di Maria Cassi, un varietà tragicomico
contemporaneo in repertorio con successo
ormai da 12 anni e Fanculopensiero stanza
510 con la regia di Simona Gonella e la
drammaturgia di Michele Santeramo,
rappresentato in tutta Italia e nelle principali
capitali europee e origine dell’esperienza
del Barbonaggio Teatrale e di un
lungometraggio dal titolo “Ogni volta che
parlo con me” che firma insieme
a Matteo Greco.
Claire-Lise Daucher
Danzatrice e coreografa
Dopo una formazione in danza
contemporanea, classica, tango e circo,
dal 2003 lavora come danzatrice per la
compagnia Pascal Montrouge, 2005- 2009
(Superman et moi, 200 Histoire de Melody
Nelson, L’histoire des enfants des voisins
d’à côté, Les petits rouges, L’extension de la
théorie d’Antoine); per il Collectif Dynamo,
2003-2009 (Dimanche et jours fériés, Oulala
Opus1); per il Collectif Proche du Ravin
(Quintet per 4 guitares et une danseuse);
per il gruppo Clairobasper, 2011, all’Odin
Teatret e per la compagnia La P’tite folie,
2014 (Intallez-vous, conversation dansée e
Get Well Soon).
Continua le sue ricerche con lo studio del
Butô, del teatro fisico di Jerzy Grotowski,
della capoeira angolana e del canto.
Dal 2005 ininzia a dare dei seminari di
improvvisazione e composizione e nel 2012
fonda la compagnia Impulse con la quale
crea i suoi primi spettacoli come coreografa
(Sora e Nahele, 2009; In a Silent Mood,
2012; Dans le silence des jardins, 2012;
Lichen, 2013).
Luigi D’Elia
Artista ed educatore ambientale vive
e lavora in Puglia tra la Riserva di Torre
Guaceto e Brindisi. Conduce da diversi
anni una ricerca tra arte e ambiente con
una visione e un approccio sistemico e
complesso alle grandi questioni ambientali
intraprendendo un cammino profondo
e consapevole di cittadinanza attiva,
recupero delle identità territoriali, tutela e
valorizzazione del paesaggio.
Raccoglie, assembla, colleziona giocattoli
arrivati dal mare e costruisce oggetti
scenici, sculture e opere di art brut nei
materiali più svariati con una particolare
predilezione per tutto ciò che è detrito
della storia e delle comunità.
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Il grande viaggio, Feltrinelli e Ticino. Le voci
del fiume, storie d’acqua e di terra, Excelsior
1881. L’ultimo libro, Piano Americano, esce
per Feltrinelli a maggio 2011.
Nel 2012 ha recuperato, pulito, selezionato e
accatastato le parti lignee della motovedetta
albanese Kater I Rades naufragata nel canale
d’Otranto nella strage del Venerdì Santo.
Autore, scrive e racconta di storie dei luoghi,
delle persone, della natura, del paesaggio.
Condivide con Francesco Niccolini una
proficua ricerca sulla narrazione ambientale
e civile. Da due anni e da oltre centro
repliche porta in giro per boschi, teatri e
riserve naturali lo spettacolo Storia d’amore
e alberi scritto da Francesco Niccolini e
ispirato al romanzo “L’uomo che piantava
gli alberi” di Jean Giono. Lo spettacolo è
stato terzo classificato al premio nazionale
Eolo Awards 2011 per il Teatro Ragazzi
e ha ricevuto la Menzione Speciale della
Giuria Popolare di FESTEBÀ Teatro Festival
(Ferrara, settembre 2011).
La Grande Foresta ha vinto nel maggio
2013 il premio nazionale Eolo Awards 2013
come Migliore Novità. Aspettando il vento,
terzo spettacolo fatto insieme a Francesco
Niccolini, ha vinto nel settembre 2013 il
Festival di Teatro Ragazzi Festebà.
Manuela De Meo
Attrice diplomata alla scuola Paolo Grassi
di Milano. Ha lavorato con diversi registi:
Alessadro Genovesi, Massimo Castri, Marco
Plini, Nelson Valente e per quattro anni ha
condiviso un percorso creativo con César
Brie. È fondatrice della compagnia Teatro
Presente e dal 2015 dirige, insieme a Pietro
Traldi, le Sementerie Artistiche, spazio
agri-culturale di creazione, formazione e
residenza artistica in provincia di Bologna.
Giorgio Felicetti
Giorgio Felicetti è diplomato, come attore di
prosa, presso la Scuola di Teatro di Bologna.
Ha poi frequentato la Scuola Europea di
Specializzazione di Pisa e approfondito la
propria formazione, fra gli altri, con Pierre
Byland, col metodo Lecoq, e al Centro
Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Come attore è stato diretto da famosi
registi italiani ed europei. Dirige il Teatro
Laboratorio Les Enfants du Paradis.
È ideatore e direttore artistico di
ESTEUROPA-OVEST, Festival internazionale
dei teatri delle musiche delle letterature e
direttore artistico di Teatri d’Inverno.
Da tempo persegue una sua personale ricerca
sulla storia e la memoria del suo paese, per un
Teatro civile e di impegno sociale.
Luisa Ferrari
Nasce a Tione di Trento nel 1975.Consegue
la maturità liceale nel 1993.
Nel 2001 partecipa ad un laboratorio
di ceramica raku, condotto da Guido
Omezzolli e viene completamente travolta
dalla ceramica ed in particolare dalla
ceramica Raku.
Nel 2003 si trasferisce a Milano dove
frequenta la scuola “Giovanni e Irene
Cova”, conseguendo la qualifica di
“ceramista modellista decoratrice”.
Nel 2004 partecipa ad uno stage nello studio
ceramico di Guido de Zan a Milano.
Nel 2005 frequenta al Museo Internazionale
della Ceramica di Faenza, i corsi di didattica
rivolti ai bambini,“giocare con l’arte”, ideati
da Bruno Munari.
Dal 2005 stringe un rapporto di
collaborazione con Rosanna Palumbo, con
cui condivide il momento della cottura raku.
Dal 2008 conduce laboratori didattici per
bambini e laboratori artistici di ceramica
Raku per adulti. Dal 2011 collabora con il
Centro di Igiene Mentale di Tione di Trento
proponendo sia la tecnica Raku che altre
tecniche ceramiche.
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La compagnia “I BURATTINI” di Luciano
Gottardi è attiva dal 1992 ed ha realizzato
numerosi allestimenti di spettacoli di
burattini tradizionali tra cui “L’Amore delle
Tre Melarance”, “La fata Morgana”,
“Il principe di pietra”, “I Capelli dell’Orco”,
“Il segreto del medaglione” e “Il bandito
Polenta”. Dal 1997 ad oggi realizza numerosi
altri spettacoli e allestimenti anche in
tedesco. Ha collaborato con il Centro Servizi
Santa Chiara, il Museo degli Usi e Costumi
della gente trentina, Pergine Spettacolo
Aperto, l’ensemble Mikrokosmos di Udine e
l’Orchestra Haydn di Bolzano.
Alessio Kogoj
È nato a Quistello (MN) il 2 maggio del 1973.
Professione regista, lavora come autore,
attore e formatore teatrale.
Dal 1996 vive di teatro realizzando spettacoli
per bambini, teatro di ricerca, narrazione
teatrale, formazione al teatro,
ed organizzazione di eventi culturali.
Nel 2001 consegue la laurea in Sociologia
con una tesi in Antropologia teatrale
e del teatro. È stato direttore artistico
del Centro Teatro del Comune di Trento Politiche Giovanili dal 2010 al 2013.
Inizia la sua formazione sul palcoscenico
nel 1988 sotto la guida della maestra d’arte
drammatica Adriana Zardini Lorenzoni.
Decisivi per la sua crescita artistica sono gli
incontri con i danzatori e coreografi Michele
Abbondanza e Antonella Bertoni, l’artista
e regista Josè Antonio Portillo,
l’attore-cantante Peppe Barra, l’attore
e drammaturgo Giacomo Anderle, la
ricercatrice Mafra Gagliardi,
la regista drammaturga Letizia Quintavalla,
l’attore Danio Manfredini, gli scrittori Michele
Mari, Wu Ming, Maurizio Maggiani e il poeta
Edoardo Sanguineti.
Nel 1993 fonda la Confraternita Teatrata
Soffioni denominata in seguito
“I Teatri Soffiati” di cui cura le linee artistiche
e la cui vocazione teatrale di produzione
è diventata realtà riconosciuta sia in
ambito locale che nazionale con parecchie
produzioni realizzate dal 2009 ad oggi.
Saverio La Ruina
Diplomato alla Scuola di Teatro di Bologna,
prosegue la sua formazione con Jerzy Stuhr
e lavora con Leo De Berardinis e Remondi
e Caporossi. Nel 1992 con Dario De Luca
fonda a Castrovillari la compagnia Scena
Verticale. La compagnia frutto di enormi
sacrifici si impegna a portare il teatro nella
città, facendo appassionare e partecipare
in toto moltissimi studenti castrovillaresi, i
quali svolgeranno diverse rappresentative
teatrali che in ambito cittadino riscuoteranno
notevole successo. Nelle edizioni 1999 e
2000 della Biennale di Venezia è selezionato
tra i giovani registi negli atelier di regia curati
da Eimuntas Nekrosius.
Dal 1999 è direttore artistico, con Dario De
Luca, di Primavera dei Teatri, festival sui
nuovi linguaggi della scena contemporanea.
Nel 2001 vince, con Scena Verticale,
il Premio Bartolucci per una realtà nuova
e nel 2003 il Premio della Critica Teatrale
assegnato dall’Associazione Nazionale dei
Critici Teatrali. Nel 2007 vince due Premi
UBU come Migliore attore italiano e per il
Migliore testo italiano con Dissonorata. Un
delitto d’onore in Calabria, monologo di cui
è autore, regista ed interprete. Nel 2009 il
festival Primavera dei Teatri vince il Premio
UBU. Nel 2010, con La Borto, monologo
di cui è autore, regista ed interprete, vince
il Premio Hystrio per la Drammaturgia e il
Premio UBU per il Migliore testo italiano
oltre ad ottenere una nomination al Premio
UBU come Migliore attore italiano. Nel 2012
vince il Premio UBU come Migliore attore
italiano con Italianesi.
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Luciano Gottardi
I Luf
Alessandra Manti
I Luf nascono da un’idea di Dario Canossi,
nato sulle montagne della Val Camonica,
terra che ispira quasi tutte le sue canzoni.
Canzoni che parlano di vita comune e
“camuna”, personaggi e storie vere, nel
senso più poetico del termine.
Piccole perle di dialetto, amore per la cultura,
tradizione popolare e impegno sociale, tutti
elementi che sono alla base della filosofia
dei Luf. Da quelle parti “luf” vuol dire lupi
e i Luf infatti sono un branco di musicisti
che arrivano da esperienze diverse e che
insieme riescono a creare un impatto sonoro
forte, con una grande impronta folk-rock.
I Luf muovono quindi, sostanzialmente da
dove Van De Sfroos si è fermato con “Breva
e Tivan”, disco al quale ha collaborato lo
stesso Canossi e si collocano sul versante
che, dai Modena City Ramblers in poi e
su derivazione del calco internazionale
dei Pogues, ha mischiato temi e musiche
tradizionali rielaborate con ritmiche e
meccaniche rock. Ne esce un impasto
divertente e vitale che trascina e coinvolge.
Il gruppo prende forma all’alba del 2000:
due anni di duro lavoro e finalmente arriva
il primo disco: “Ocio ai Luf” che ottiene un
buon successo. Il camuno Dario Canossi,
voce e leader de “I Luf”, abbandonata
l’avventura Van De Sfroos, esperienza a
cui aveva contribuito fortemente, decide
di intraprendere la via del folk, con un
repertorio di composizioni originali. Ecco
quindi “I Luf”, musica vivace e dalla grande
comunicativa, la vitalità del rock si incontra
con la profondità e i ritmi della tradizione. Se
le musiche de “I Luf” creano un’atmosfera
gioiosa, i testi delle canzoni, taluni in dialetto
della Val Camonica, sono ricchi di riferimenti
all’attualità. La musica dei LUF è intrisa di folk
e bagnata di rock, è allegria e ballo, colpisce
contemporaneamente al cuore e alle gambe
senza comunque cadere nella banalità dei
testi che, nella tradizione di Dario Canossi,
sono pieni di riferimenti all’attualità e
all’impegno sociale.
Si dedica da diversi anni ad un lavoro di
sperimentazione didattico-musicale con
i bambini della scuola dell’infanzia ed
elementare. Parallelamente al suo percorso
di ricerca legato alla didattica musicale e alla
pedagogia, affianca l’insegnamento dello
strumento ed in particolare la formazione
pianistica individuale e collettiva.
Diplomata in pianoforte, si è specializzata
nell’insegnamento della metodologia
Orff frequentando il V e VI e corso di
aggiornamento “Metodologia e pratica
dell’Orff-Schulwerk” organizzato dalla
Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia
in Roma, diretto da Giovanni Piazza e
riconosciuto dal Ministero della Pubblica
Istruzione. Ha partecipatola V Corso
nazionale di Didattica Pianistica diretto da
Walter Fischetti e ha seguito seminari con
C. Padano, A. Rebaudengo, A. Sangiorgio,
A. Talamonti, B. Bolton, P. Anselmi,
E. Gordon, H. Setala, C. Dina, L. Di Segni,
F. Ferrari, E. Strobino, S. Martinet, Y. Diaz.
Collabora con la Cooperativa Ruotalibera di
Roma nei laboratori musicali per la Scuola
materna ed elementare del primo “Centro
multidisciplinare delle arti per lo spettacolo
dal vivo per l’infanzia ed i giovani”.
Dal 1998 insegna presso la Scuola Popolare
di Musica Donna Olimpia nei laboratori
di Propedeutica, Interclasse di pianoforte
e Musicascenica del Dipartimento Junior
e dal 2000 è insegnante di Pianoforte e
Propedeutica nei Corsi per bambini e
ragazzi della Scuola Popolare di Musica
di Testaccio. Ha presentato il suo lavoro
didattico a “ Scuole in musica” con le
classi del Propedeutico 1 e 2 della SPM
Testaccio presso il Conservatorio S. Cecilia,
alla manifestazione Intermundia con le
classi della scuola dell’infanzia Di Donato
di Roma ed ospite del “Gala di Ginnastica”
al Teatro Massimo con le classi della Scuola
elementare R. Sanzio. Tiene Corsi di
aggiornamento per insegnanti della scuola
dell’infanzia ed elementari.
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Foggiano, dal 1969, è attore e autore.
Frequenta tra il 1991 e il 1994 la Scuola di
Formazione Attoriale del Teatro del Sole
di Milano, con cui lavora già dal 1993 in
Ubu, Oltremare e Aso una storia africana,
per la regia di Serena Sartori. Con il Teatro
del Sole rappresenta i suoi spettacoli in
molti paesi europei. In seguito all’incontro
con l’attore Beppe Rosso del Laboratorio
Teatro Settimo di Torino, nel 1995 nasce
Ritratti: studio su brevi storie di radici. Dal
1996, con lunghi soggiorni di studio e
ricerca nell’Africa Centro-Occidentale in
Burkina Faso, Senegal e Costa d’Avorio,
approfondisce in particolare il lavoro
sulla tradizione orale e sulla danza come
“strumento” della narrazione.
Quella strada lo riporta all’indagine della
propria cultura.
Insieme ad Alberto Nicolino e Micaela
Sapienza nel 1998 fonda Armamaxa teatro,
e con la scrittura e messa in scena di
HruodlandUS libera rotolata medioevale
inizia un percorso di recupero dell’oralità e
della fabulazione, alla ricerca dell’equilibrio
possibile tra la parola detta e il movimento
nel lavoro di narrazione. Tiene laboratori
dedicati all’arte del racconto e collabora con
alcune tra le più interessanti realtà del teatro
di ricerca italiano; e particolare attenzione
ha dedicato all’attività laboratoriale legata
al disagio e al territorio (Istituto Penale
Minorile “Fornelli” di Bari, Comunità
Emmaus di Foggia). Con Armamaxa teatro
ha costruito un percorso culturale e artistico
fortemente legato al presente.
La ricerca sull’oralità e sul movimento è
proseguita con il PROGETTO BRACCIANTI.
Nella stagione 2007/2008 cura con
Micaela Sapienza per Armamaxa teatro il
PROGETTO TERRE PARLANTI “Colloqui tra
le terre di Puglia e di Grecia”.
Nel Novembre 2008 Armamaxa teatro
vince il Bando di Residenza Teatrale TEATRI
ABITATI del Teatro Pubblico Pugliese
ed Enrico Messina assume la Direzione
Artistica della Residenza Teatrale di Ceglie
Messapica presso il Teatro Comunale.
Concepisce e realizza “La Diritta Via.
La Costituzione e Dante Alighieri senza
distinzione di razza né lingua” con il
magistrato milanese Giuliano Turone e la
musica dal vivo di Mirko Lodedo. Nel 2010
scrive e presenta lo studio di “Robin Hood;
la storia di Roberto di Legno che colpiva
sempre nel segno”.
Francesco Niccolini
Nasce ad Arezzo nel 1965, laureato in Storia
dello Spettacolo all’Università di Firenze.
Drammaturgo, sceneggiatore, talvolta
regista. Da molti anni lavora, studia e
scrive con Marco Paolini e insieme a lui
ha realizzato Il Milione,Appunti Foresti,
Parlamento chimico. Storie di plastica, la
versione televisiva del Vajont i racconti del
Teatro civico di Report per RAI3, insieme
ad Andrea Purgatori. Nel 2011 hanno
debuttato conITIS Galileo dedicato a
Galileo Galilei. Ha scritto testi e spettacoli
per Sandro Lombardi, Arnoldo Foà, Luigi
D’Elia, Anna Bonaiuto, Massimo Schuster,
Antonio Catalano, Enzo Toma, Fabrizio
Saccomanno, Roberto Citran, Anna Meacci,
Roberto Abbiati, Angela Finocchiaro,
Giuseppe Cederna, Roberta Biagiarelli,
Banda Osiris e Alessandro Benvenuti. Molti
dei suoi spettacoli sono stati rappresentati
in tutti i paesi d’Europa, in Africa, Stati Uniti
e in Asia con alcune delle più importanti
compagnie italiane, francesi e belghe.
Anne Palomeres
Danzatrice e light designer.
Dopo i suoi studi di danza contemporanea
al Conservatorio Nazionale Superiore
di Musica e di Danza e al Centro Nazionale
per la Danza di Parigi, Anne Palomeres si
dedica all’attività di interprete. Si unisce a
Sur Une Patte, collettivo che mischia teatro
danza, clownerie e teatro di figura
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Enrico Messina
in creazioni ispirate da uno humour assurdo.
Fonda la compagnia Caryl Truchos con
Emeline Pubert, realizzando il duo
Mae’r Antur. Le loro ricerche coreografiche
si svolgono in luoghi pubblici o naturalistici,
interrogando il ruolo dell’uomo nel
suo ambiente d’appartenenza e la sua
evoluzione insieme o contro quell’ambiente.
È anche interprete nella compagnia svizzera
Lurelure, di Marion Allon, (Unfinished
Stories, Zone Out, Lonesome Birds,
Turbulences, Surnatural Orchestra e Alcool).
Anne Palomeres è anche una light designer
per lo spettacolo formatasi a Laser
Formation (Parigi) e al 20ème Théâtre,
sempre a Parigi e lavora come direttore
tecnico al teatro Le Ranelagh.
Nicola Sordo
Nicola Sordo è un clown, cantimbanco
e performer nato a Milano con laurea
in Scienze Agrarie, un vero e proprio
agronomo.
Durante gli studi, nel 1998, intraprende
anche un percorso di formazione teatrale
presso la Scuola di Teatro e Arti Circensi
di Maurizio Accattato a Milano. Qui si
appassiona al mondo del clown.
Studia con Jango Edwards, Johnny Melville,
Peter Shub, Carlo Colombaioni e Paolo Nani.
Uscito dall’Università la domanda che lo
tormenta ogni mattina quando si sveglia è
agronomo o clown? Si accorge col tempo
che non c’è alcun bivio; c’è una sola strada...
Piccola Orchestra Armonikòs
La Piccola Orchestra Armonikòs nasce
appositamente per lo spettacolo teatrale
FISSÒ ARMONIKÒS, dall’unione di tre
straordinari strumentisti, una cantanteattrice, ed un regista teatrale. La Piccola
Orchestra è ospite a Montagne, dove
presenta brani musicali della tradizione
marchigiana ed italiana, riarrangiati per il
festival, in chiave etno-jazz e folk.
Pierluigi Bambozzi, allievo del musicista
ed etnomusicologo Roberto Lucanero. È
attivo come fisarmonicista, organettista.
La sua attenzione si rivolge alla musica e alla
danza tradizionale della sua terra, le Marche,
dall’antichità ai giorni nostri, dopo aver fatto
parte di gruppi di “liscio” e folk.
Peppe Franchellucci, violoncellista
eclettico, diplomato presso l’Istituto
Musicale “O. Vecchi” di Modena, insieme
all’interesse per la musica classica e barocca
che lo ha portato ad esibirsi in Italia e
all’estero, ha maturato la passione per la
sperimentazione moderna, etnica e jazz.
Nella musica leggera vanta collaborazioni
con Renato Zero, Gianna Nannini, Ron,
ed Iskra Menarini. Vive e lavora a Bologna.
Cristian Riganelli, fisarmonicista.
È presidente del Museo della fisarmonica
di Castelfidardo, e direttore artistico del FIF
Festival Internazionale della Fisarmonica
di Castelfidardo. Collabora coi maggiori
musicisti del settore, in repertori che
spaziano da Piazzolla a Richard Galliano.
Valentina Bonafoni, attrice e cantante, ha
collaborato con molti teatri italiani e registi,
tra cui Giampiero Solari, Cherif, Valerio
Binasco. Allieva del prestigioso New Voice
Studio, ha intrapreso un suo personale
studio sulla voce, applicata alla recitazione
ed al canto. Da quattro anni collabora
stabilmente con Giorgio Felicetti, dapprima
nello spettacolo MATTEI PETROLIO E
FANGO, ed ora in FISSÒ ARMONIKÒS.
Stefano Santomauro
Attore livornese multitasking. Approfondisce
la propria comicità con Paolo Migone,
destreggiandosi tra il Cabaret (Zelig Lab
On The Road, Eccezionale Veramente La7)
e il Teatro di Prosa. Amante del surreale,
racconta storie al limite della realtà.
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