Il Brasile

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Introduzione
Brasile (República Federativa do Brasil),
repubblica federale dell'America meridionale.
Nessun paese accende da sempre
l'immaginazione dell'Occidente come il Brasile,
per secoli simbolo della grande fuga nel paradiso
tropicale primordiale.
Dalla passione sfrenata del Carnevale all'oscura
profondità dell'Amazzonia, il Brasile è un paese
dalle proporzioni mitiche.
Con una superficie di
8.547.404 km², è lo
stato più grande del
continente. Il paese si
estende per circa
4.300 km in lunghezza
e larghezza.
L'estensione delle
coste è di 7.490 km.
Confina a nord con il
Venezuela, la Guyana,
il Suriname e la
Guayana Francese, a
sud con l'Uruguay, a
ovest con l'Argentina, il
Paraguay, la Bolivia e
il Perù, a nord-ovest
con la Colombia; a est
è bagnato dall'oceano
Atlantico.
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Approssimativamente delle
stesse dimensioni degli
Stati Uniti, il Brasile è un
paese vastissimo che
occupa circa la metà
dell'intero continente
sudamericano.
Fanno parte del Brasile le
isole Fernando de
Noronha, l'atollo das
Rocas, gli scogli di São
Pedro e São Paolo, l'isola
di Trindade e gli isolotti
Martin Vaz.
La capitale è Brasilia.
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Territorio
Il territorio del Brasile può essere suddiviso in due vaste regioni naturali: il bacino del Rio delle Amazzoni,
nella sezione settentrionale, e l'altopiano del Brasile, formato da una serie di altipiani che si estendono per
3.000.000 di km2 nella sezione centrorientale.
Il bassopiano amazzonico, interamente percorso dal Rio delle Amazzoni e dai suoi numerosissimi affluenti e
subaffluenti, occupa più di un terzo della superficie del paese. Si tratta di una regione prevalentemente
pianeggiante, in molte zone paludosa e soggetta a periodiche inondazioni. Il bassopiano, che coincide in
parte con la regione naturale dell'Amazzonia, comprende estese foreste pluviali (selvas), in molte aree
inaccessibili a causa della fitta vegetazione; a nord, la regione è delimitata dai bassi rilievi del massiccio
della Guayana.
L'altopiano del Brasile è un grande basamento eroso di rocce archeozoiche la cui altitudine media varia dai
700 ai 1200 m. Comprende, soprattutto verso nord-est, catene montuose e valli fluviali e in numerosi punti si
innalza ripido sulla costa oceanica. Le principali catene montuose dell'altopiano del Brasile comprendono la
Serra di Mantiqueira, la Serra do Mar e la Serra do Espinhaçoo, che hanno un'altitudine media di circa 1200
m. La parte centro-occidentale del tavolato comprende il Mato Grosso. Gran parte del territorio dell'altopiano
è costituito da vaste praterie (campos) e da grandi aree boschive. Nella regione del Nordeste, prevalgono gli
aridi altipiani noti come sertão.
Le vette più elevate del Brasile sono il Pico da Neblina (3.014 m), al confine con il Venezuela, e il Pico da
Bandeira (2.890 m). La linea costiera, bordata da una stretta fascia pianeggiante presenta alcune profonde
insenature che creano porti naturali, come quelli di Rio de Janeiro, di Salvador e di Recife.
Benché le terre coltivabili rappresentino il 7,7% della superficie totale del paese, il Brasile ha nell'agricoltura
una delle sue principali risorse naturali. Grazie alla foresta amazzonica, che copre circa 532.481 migliaia di
ettari, il paese dispone di immense risorse di legno. Altrettanto ricche sono le risorse minerarie, tra cui
bauxite, diamanti, oro, nichel, cromo, ferro, uranio, manganese, stagno e petrolio. La vasta rete idrografica
del paese ha permesso un ampio sfruttamento dell'energia idroelettrica.
Idrografia
Gran parte del territorio brasiliano è compreso nei sistemi fluviali del Rio delle Amazzoni e del Rio de la
Plata-Paraná. Il Rio delle Amazzoni e i suoi maggiori tributari, il Negro, il Japurá, il Putumayo, il Purus, il
Madeira, il Tapajós, lo Xingu e il Tocantins, formano un'estesa rete di navigazione interna paragonabile solo
a quella del fiume Mississipi negli Stati Uniti. Il fiume, che dalle sorgenti andine fino alla foce, sulla costa
nordorientale del Brasile, ha un corso di 6.400 km, è navigabile per circa 4000 km anche da imbarcazioni di
grandi dimensioni. I principali fiumi navigabili che scendono dagli altipiani sono il São Francisco e il
Parnaíba. Il primo, navigabile nel suo corso superiore, è interrotto a circa 305 km sopra la foce dalle cascate
Paulo Alonso; rapide e cascate interrompono anche la navigabilità del Parnaíba, dell'Iguaçu e dell'Uruguay,
uno dei fiumi principali del sistema del Rio de la Plata che percorre il territorio brasiliano per più di 965 km
segnando per un lungo tratto il confine con l'Argentina.
Flora e fauna
La vegetazione brasiliana è estremamente ricca e diversificata, specie nel bacino amazzonico. Qui domina
la foresta pluviale, in cui la vegetazione è particolarmente rigogliosa e composta da centinaia di specie di
piante distribuite in base al grado di umidità dei suoli: tra queste, palme e piante della famiglia delle
euforbiacee (dalle quali si ricava il caucciù). Lungo la costa crescono rigogliose foreste di mangrovie, alberi
del cacao, palme nane e numerose altre specie, tra cui la Caesalpinia echinata; a questa pianta (chiamata
dagli autoctoni pau-brasil) si deve il nome del paese. I frutti maggiormente coltivati sono l'ananas, il mango,
la banana, l'uva, l'arancia, il fico e la guaiava. Negli altipiani, la lussureggiante vegetazione lungo le valli
fluviali si fa più rada nelle zone montuose, dove crescono soprattutto specie decidue. Nelle zone temperate
abbondano le conifere, mentre nelle sezioni aride dell'altopiano sono comuni i cactus e una vegetazione di
tipo arbustivo.
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La fauna del Brasile è estremamente ricca e varia. Tra i mammiferi di grandi dimensioni sono diffusi il
capibara, il puma, il giaguaro e l'ocelot. Non mancano il pecari, il tapiro, il formichiere, il bradipo, l'opossum e
l'armadillo, oltre a vampiri e ad altri tipi di pipistrello. Nelle regioni meridionali sono presenti numerosissimi
cervi. Le foreste sono popolate da diverse specie di scimmie e di uccelli tropicali, soprattutto pappagalli e
tucani. Tra i rettili, numerose le specie di alligatori e serpenti, tra cui il crotalo muto, il ferro di lancia e il boa.
Nei fiumi e lungo la costa atlantica ricchissima è la popolazione di tartarughe e pesci (tra cui piranha e
barracuda).
A Prateria
B Foresta pluviale amazzonica
C Cerrado
D Caatinga
E Foresta pluviale atlantica
F Pantanal
G Foresta pluviale atlantica (ora
scomparsa)
Problemi e tutela dell'ambiente
L'immenso bacino idrografico del Rio delle Amazzoni è interamente coperto da foreste tropicali e
savane, che costituiscono il più grande polmone verde del pianeta, in grado di influenzarne il clima
e di ridurre l'anidride carbonica in eccesso nell'atmosfera. Il bacino del Rio delle Amazzoni è anche
un prodigioso serbatoio di biodiversità per la quantità e la varietà delle specie vegetali e animali in
esso presenti.
La foresta amazzonica copre il 63% del territorio del Brasile. Il ricchissimo patrimonio amazzonico
è però gravemente minacciato dal crescente sfruttamento delle risorse determinato dal processo di
industrializzazione. Il governo brasiliano ha a lungo promosso e incoraggiato l'occupazione e lo
sfruttamento della foresta, avviando la realizzazione di infrastrutture viarie e idrauliche al fine di
accelerare l'insediamento di coloni e grandi aziende, l'apertura di miniere, lo sfruttamento del
legname e la costruzione di vaste fattorie per l'allevamento. A seguito di ciò, il 12% circa delle
foreste amazzoniche è andato perduto, soprattutto in Brasile, dove tra il 1979 e il 1990 il tasso
annuo di deforestazione aveva raggiunto l'allarmante livello di 20.000 km² all'anno. Nelle zone
interessate dal disboscamento si è assistito al rapido degrado del suolo, all'inquinamento dei corsi
d'acqua e alla cacciata di migliaia di indios dalla propria terra.
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Per limitare il disastro ambientale, in questi ultimi anni il governo brasiliano, anche grazie alle
pressione internazionale, ha in parte ridotto gli incentivi concessi per lo sviluppo industriale del
bacino del Rio delle Amazzoni; d'altro lato, gli aiuti economici e politici accordati dalle
organizzazioni internazionali al paese sono sempre più improntati al rispetto e alla tutela
dell'ambiente.
Il 91,02% dell'elettricità del paese proviene dall'energia idroelettrica, prodotta attraverso la
realizzazione di dighe e giganteschi bacini artificiali lungo i corsi d'acqua amazzonici, che hanno
però drammaticamente alterato l'equilibrio ecologico. Per tale ragione la BIRS ha rifiutato una
richiesta da parte delle autorità brasiliane di fondi destinati alla realizzazione di una nuova diga per
la produzione di energia idroelettrica. Lungo la costa tra Rio de Janeiro e São Paulo si trova l'unica
centrale nucleare brasiliana, che produce lo 0,99% dell'energia nazionale.
Secondo dati del 1997 il 4,2% del territorio del paese risultava soggetto a protezione ambientale.
Disseminati sul territorio brasiliano si trovano infatti numerosi parchi nazionali, riserve biologiche e
riserve antropologiche. Il Brasile possiede inoltre aree naturali riconosciute come patrimonio
dell'umanità e riserve della biosfera poste sotto la tutela dell'UNESCO.
Nel 1992 il Brasile ha ospitato a Rio de Janeiro la Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente e
lo Sviluppo, anche nota come Earth Summit, durante la quale, oltre alla promozione di iniziative
ambientali, si è giunti alla definizione del concetto di sviluppo sostenibile. A livello internazionale,
il Brasile ha ratificato numerosi trattati, tra cui il Trattato Antartico, la Convenzione sul diritto del
mare e la Convenzione sull'Emisfero Settentrionale (1940). Sulla base del Trattato di cooperazione
amazzonico (1978), il paese coopera alla protezione del Bacino del Rio delle Amazzoni.
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Clima
Pur essendo vero che solo a sud si registrano
escursioni climatiche stagionali estreme simili a
quelle dell'Europa e degli Stati Uniti, nel resto del
paese, l'alternarsi delle stagioni è accompagnato
da notevoli variazioni della piovosità, della
temperatura e del tasso di umidità presente
nell'aria. In generale, spostandosi da nord a sud si
assiste a variazioni climatiche stagionali sempre
più marcate.
L'inverno brasiliano coincide con il periodo
compreso tra giugno e agosto; nonostante nel
paese si registrino quasi ovunque temperature miti
durante tutto l'anno, negli stati meridionali di Rio
Grande do Sul, Santa Catarina, Parana e Sào
Paulo le temperature invernali medie oscillano tra i
13°C e i 18°C e in alcune città può addirittura
nevicare, evento sorprendente per i tanti Brasiliani
che non hanno mai visto la neve.
La stagione estiva va invece da dicembre a
febbraio; con tutti i Brasiliani che si godono le
vacanze, viaggiare può rivelarsi un'impresa
difficile e costosa, tanto piùche nelle regioni a sud
di Rio, città compresa, il tasso di umidità può
raggiungere livelli intollerabili. Questo, tuttavia, è
anche il momento più vivace e gioioso dell'anno,
che vede i Brasiliani, in fuga dai loro piccoli
appartamenti arroventati, riversarsi sulle spiagge e
nelle strade. Le vacanze scolastiche iniziano
verso la metà di dicembre e proseguono fino a
Carnevale, che di solito cade alla fine di febbraio.
In estate la città di Rio è calda e afosa, con
temperature spesso comprese tra i 30°C e i 40°C
e a volte superiori anche a quest'ultimo valore.
Acquazzoni brevi e frequenti contribuiscono a
rinfrescare leggermente l'aria, ma è la forte
umidità a rendere l'atmosfera opprimente. Durante
gli altri mesi dell'anno a Rio si registrano
temperature più fresche, in genere sui 25°C, che
tuttavia possono a volte superare i 30°C. Se vi
trovate a Rio in inverno e le condizioni
meteorologiche sono pessime (può piovere per
giorni e giorni) oppure desiderate una località più
calda, dirigetevi verso il Nordeste.
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In estate, sulla costa del Nordeste la colonnina di mercurio si alza tanto quanto a Rio, ma una splendida
brezza tropicale e un inferiore tasso di umidità mitigano l'aria rendendola meno afosa. Tra Bahia e Maranhão
le temperature stagionali sono in genere lievemente più alte che a Rio e raramente scendono al di sotto dei
28°C. Tutto sommato, è difficile immaginare un clima migliore.
Sul Planalto (altopiano), per esempio nel Mìnas Gerais e nel distretto di Brasilia, si registra solitamente
qualche grado in meno sia di temperatura sia di umidità rispetto alla costa. Qui le piogge estive sono
piuttosto frequenti, mentre sulla costa tendono a essere più irregolari.
Nonostante in Brasile l'andamento della piovosità subisca notevoli variazioni a seconda delle regioni, la
pioggia è un elemento costante durante tutto l'anno e in genere si presenta sottoforrna di brevi rovesci
tropicali assolutamente imprevedibili che raramente alterano o interferiscono con i programmi di viaggio. Il
sertão costituisce un'eccezione degna di nota, infatti, a periodi di piogge molto intense della durata di
qualche mese si alternano ciclicamente periodi di siccità che devastano la regione.
Nel bacino del Rio delle Amazzoni si ha una piovosità maggiore proprio nelle zone del bassopiano
appartenenti al Brasile; Belém, per esempio, è una delle città più piovose del mondo, ma qui il refrigerio degli
acquazzoni è considerato una vera e propria manna dal cielo. L' Amazzonia, in realtà, non è assolutamente
calda come la maggioranza della gente immagina (la temperatura media si aggira sui 27°C), ma è invece
molto umida. Il caldo tende a diminuire lievemente tra i mesi di giugno e agosto. In alcune zone del Norte il
periodo che va da gennaio a marzo è chiamato inverno perché è il periodo di maggiore piovosità.
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Divisioni amministrative e città principali
Il Brasile è formato da 26 stati e dal distretto federale di Brasilia.
Appartengono alla regione del Norte gli stati di Acre, Amapá, Amazonas, Pará, Rondônia, Roraima e
Tocantins; la regione del Nordeste comprende gli stati di Alagoas, Bahia, Ceará, Maranhão, Paraíba,
Pernambuco, Piauí, Rio Grande do Norte e Sergipe; il Sudeste include gli stati di Espirito Santo, Minas
Gerais, Rio de Janeiro e São Paulo; il Sul quelli di Paraná, Rio Grande do Sul e Santa Catarina; il CentroOeste quelli di Goiás, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul.
Le principali città del Brasile sono São Paulo, la più popolosa città del paese e dell'America meridonale; Rio
de Janeiro, capitale del paese prima di Brasilia, metropoli costiera e principale città portuale; Porto Alegre,
Salvador, Belém, Recife, Natal, Curitiba, Fortaleza, Belo Horizonte e Manaus, sul Rio delle Amazzoni.
Lo stato di Rio de Janeiro vanta alcune delle spiagge più belle del Brasile, dalla famosissima Búzios a
quella molto meno attrezzata di Ilha Grande.
Le città brasiliane si svilupparono con particolare rapidità negli anni Ottanta e Novanta del XX secolo in
conseguenza della massiccia affluenza della popolazione rurale che raggiunse le aree urbane in cerca di
lavoro. Questo fenomeno di massivo inurbamento fu la causa dell'edificazione di quartieri poveri e degradati,
costituiti da bidonville costruite senza alcun criterio urbanistico, noti con il nome di favelas.
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Pur non essendo il paradiso in terra immaginato da tanti viaggiatori, il Brasile è un paese di sorprendente
bellezza, dove esistono tuttora distese di foresta pluviale inesplorata, isole con spiagge tropicali
incontaminate, fiumi immensi e bellissime città. E non dimentichiamo i Brasiliani, capaci di conquistare i
visitatori con la loro energia positiva, fantasia e gioia di vivere.
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Economia
Il Brasile, stato tradizionalmente agricolo, ha assistito, negli anni Sessanta e Settanta, a un rapido sviluppo
industriale che ha portato a una considerevole diversificazione del settore economico. Fiorente è l'industria
estrattiva, che sfrutta i giacimenti di ferro e di carbone, e la produzione siderurgica, chimica e di automobili.
Lo Stato deve tuttavia risolvere gravi problemi di disoccupazione (7,8%, 1997), inflazione (263,9%, in
rapporto al PIL) e debito estero, una delle principali cause, questa, della miseria del paese. Nel 1999 il
prodotto interno lordo fu di 751.505 milioni di dollari USA, corrispondente a un PIL pro capite di circa 4.470
dollari USA.
L'unità monetaria del Brasile è il real, suddiviso in 100 centavos e introdotto nel luglio del 1994 in
sostituzione del cruzeiro. La banca di emissione è la Banca centrale del Brasile (1965).
Agricoltura e allevamento
Il settore agricolo del paese è basato sui prodotti di piantagione: circa un quarto della produzione mondiale
di caffè, destinata in gran parte alle esportazioni, proviene dai distretti di São Paulo, Paraná, Espíritu Santo e
Minas Gerais. Il Brasile è inoltre uno dei primi produttori mondiali di canna da zucchero, da cui si ricavano
zucchero raffinato e alcol per combustibili, e di cacao. Altre colture di rilievo sono le oleaginose, quali soia,
semi di lino, ricino e palme da olio, e frutta, quali banane, arance, ananas e noci di cocco. L'allevamento
viene praticato in quasi tutte le regioni del paese, soprattutto negli stati del Sud. Cospicuo è il patrimonio di
bovini, più modesto, ma ugualmente diffuso, quello di cavalli, suini e volatili da cortile.
Risorse forestali e pesca
Dalle fitte foreste del Brasile si ricavano caucciù, cera di carnauba, piante medicinali, oli vegetali e resine,
oltre a diversi tipi di legno da costruzione. Abbondanti anche i legni pregiati quali il cedro, il palissandro e il
pino del Paraná. L'industria della pesca (gamberi, sardine e aragoste), nonostante le difficoltà dovute alla
carenza di capitali e di strutture per la conservazione, rappresenta un settore di considerevole importanza.
Risorse energetiche e minerarie
Il Brasile è un paese ricco di risorse minerarie che alimentano un'importante industria estrattiva, nonostante
il loro sfruttamento sia stato ostacolato, fino agli anni Settanta, dalla carenza di capitali e dall'inadeguatezza
dei sistemi di trasporto. La risorsa principale del settore è il ferro, del quale il paese è il secondo produttore
del mondo, ricavato dai giacimenti di Serra dos Carajáa e Minas Gerais. Il Brasile è inoltre uno dei maggiori
produttori di stagno, cristalli di quarzo e berillio. Lo sfruttamento delle immense risorse minerarie del paese
svolge un ruolo fondamentale nell'economia del paese. Tra queste, manganese, gas naturale, bauxite e
mica, zinco, magnesio, titanio, grafite, rame, platino e mercurio. Più tradizionale è l'estrazione di minerali
preziosi, quali oro, argento e diamanti.
Industria
Il settore industriale, che occupa il 20% (1997) della forza lavoro del paese, è in gran parte concentrato nella
regione del Sudeste, dove sono situate le industrie di punta del paese. L'industria brasiliana poggia sul
settore della lavorazione delle materie prime: sono quindi presenti stabilimenti alimentari e della lavorazione
del tabacco, della gomma e della carta. São Paulo è lo stato più industrializzato, dopo Rio de Janeiro, Belo
Horizonte e Porto Alegre. Settori produttivi e di primaria importanza per l'economia del paese sono inoltre
l'industria automobilistica, tessile, chimica e siderurgica.
Commercio e finanza
I prodotti maggiormente esportati sono caffè, zucchero, cacao, tabacco, minerali di ferro, acciaio,
componenti per l'industria dei trasporti, macchinari, calzature e tessili. I principali paesi importatori di prodotti
brasiliani nei primi anni Novanta furono gli Stati Uniti (più di un quarto del valore totale delle esportazioni), la
Germania, il Giappone, l'Italia, l'Argentina, la Francia, l'Olanda e la Gran Bretagna. Con l'entrata in vigore del
Mercosur, nel 1995, il Brasile ha potuto potenziare gli scambi commerciali con gli altri paesi dell'America
Meridionale.
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Trasporti e vie di comunicazione
Le reti stradale (1.724.924 km, di cui solo il 10% asfaltati) e ferroviaria (4.183 km) sono sviluppate
soprattutto nelle regioni costiere, scarsamente collegate con le aree interne del paese. I progetti di sviluppo
delle reti stradali comprendono il completamento della Transamazzonica, un'arteria lunga più di 5000 km che
unirà la regione del Nordeste al Perù. La rete fluviale rappresenta una basilare via di comunicazione interna,
mentre lungo la costa circa 40 porti costituiscono importanti centri di commercio interno e internazionale. Tra
questi i principali sono Santos, Rio de Janeiro, Paranaguá, Recife e Vitoria. La compagnia aerea nazionale è
la Varig; sono presenti numerosi aeroporti necessari a garantire i collegamenti all'interno di un paese così
vasto.
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Ordinamento dello stato
Potere giudiziario
Il sistema giudiziario prevede una Corte
suprema federale composta da 11
giudici nominati a vita dal presidente e
confermati dal Senato. La pena di morte
è in vigore per reati eccezionali o
commessi in tempo di guerra.
Istituzioni periferiche
Il Brasile comprende 26 stati, ciascuno
dotato di Costituzione propria, e un
distretto federale (distrito federal).
Indipendente dal 1822, il Brasile diventò una repubblica nel
1889 in seguito a una rivolta militare. Con la Costituzione
del 1891 il paese si diede una forma di governo
presidenziale e un assetto federale. Sottoposto a diverse
dittature durante il XX secolo, il Brasile ha riconquistato la
democrazia nel 1985.
Potere esecutivo
Il presidente, eletto a suffragio universale con un mandato di
quattro anni, è anche capo del governo ed è coadiuvato da
un gabinetto di ministri da lui nominati.
Potere legislativo
Il sistema legislativo è basato su un Parlamento, il
Congresso nazionale (Congresso Nacional), composto da
due camere. Il Senato federale (Senado Federal) riunisce
81 membri eletti con sistema maggioritario per otto anni; la
Camera dei deputati (Câmara dos deputados) ha 513
membri eletti attraverso un sistema proporzionale per un
termine di quattro anni.
Difesa
Il servizio militare è obbligatorio per tutti
i cittadini maschi abili a partire dai 18
anni di età.
Forze politiche
I partiti politici sono tornati alla legalità
nel 1985, dopo la fine dell'ultima
dittatura militare. Attualmente i principali
schieramenti sono: il Partito del fronte
liberale (Partido da frente liberal, PFL;
conservatori-liberali); il Partito
socialdemocratico (Partido da social
democracia brasileiro, PSDB); il Partito
del movimento democratico (Partido do
movimento democrático brasileiro,
PMDB; centristi); il Partito progressista
(Partido progressista brasileiro, PPB;
conservatori) e il Partito dei lavoratori
(Partido dos trabalhadores, PT;
socialisti).
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Storia
Il territorio del Brasile era abitato in origine da popolazioni amerinde seminomadi, appartenenti alle tribù degli
arawak, tra le quali i caribi, stanziati nelle regioni settentrionali, e i tupí-guaraní che vivevano lungo la costa
orientale e nella valle del Rio delle Amazzoni.
L'esplorazione europea e i primi coloni
Nell'aprile del 1500 il navigatore portoghese Pedro Alvares Cabral raggiunse le coste brasiliane, rivendicate
formalmente alla Corona di Lisbona col nome di Terra da Vera Cruz.
Dopo il 1530 il re portoghese Giovanni III diede inizio alla colonizzazione del paese, che fu diviso in distretti
o capitanerie, inizialmente affidati a eminenti personaggi di corte e, in seguito, all'autorità di un governatore
generale. Il primo di questi, Thomé de Souza, giunto in Brasile nel 1549, organizzò un sistema di governo
centralizzato con capitale nella città di Salvador, o Bahia; per ovviare alla scarsità di manodopera, i
portoghesi ricorsero molto presto all'importazione di schiavi dall'Africa.
Il governo spagnolo e le incursioni olandesi
Quando nel 1580 Filippo II, re di Spagna, acquisì anche la Corona portoghese, i possedimenti brasiliani
vennero coinvolti nelle azioni di guerra mossegli contro da inglesi e olandesi. Nel 1624 questi ultimi si
impadronirono della città di Bahia, riconquistata un anno dopo da un esercito composto da spagnoli,
portoghesi e amerindi. Nel 1630 una nuova spedizione patrocinata dalla Compagnia olandese delle Indie
Occidentali attaccò Pernambuco (attuale Recife); fecero seguito altre azioni militari che assicurarono agli
olandesi il controllo della maggior parte del territorio compreso tra l'isola di Maranhão e il basso corso del
São Francisco. Sotto l'efficace governo del conte Joan Mauritz van Nassau-Siegen, la zona occupata
sviluppò presto un'economia fiorente, ma, dopo le dimissioni del governatore, entrato in conflitto con la
dirigenza della Compagnia nel 1644, e un lungo braccio di ferro protrattosi sino al 1661, i coloni portoghesi si
riappropriarono del territorio e gli olandesi rinunciarono formalmente a qualsiasi ulteriore rivendicazione su
territori brasiliani.
Il dominio portoghese
Dopo il 1640, anno in cui le Corone di Spagna e Portogallo si divisero nuovamente, il Brasile tornò sotto il
dominio portoghese e divenne un vicereame.
L'espandersi della colonizzazione del paese verso sud fu preceduto dalla penetrazione di vaste aree
dell'interno ad opera di missionari gesuiti operanti nella valle dell'Amazzonia sin dagli inizi del XVI secolo.
Nel frattempo gruppi di paulisti (residenti di São Paulo) avevano raggiunto l'alto corso del Paraná durante
spedizioni finalizzate alla cattura di indigeni da utilizzare poi come schiavi; questa pratica suscitò la ferma
condanna dei missionari gesuiti che, inizialmente, ottennero l'appoggio della Corona. Molti paulisti furono
attratti dalla ricerca di oro e diamanti, specialmente dopo la scoperta nel 1693 di vasti giacimenti nella
regione del Minas Gerais; altri si dedicarono alle colture di canna da zucchero e caffè.
Il primo ministro portoghese, il marchese di Pombal, promosse numerose riforme nelle colonie brasiliane:
liberò gli amerindi ridotti in schiavitù e incoraggiò l'immigrazione, ridusse le tasse a carico dei coloni, abolì il
monopolio regio del commercio estero brasiliano e centralizzò la burocrazia amministrativa, trasferendo la
sede del governo da Bahía a Rio de Janeiro. Allontanò inoltre i gesuiti dal paese (1760), cedendo alle
richieste di molti proprietari terrieri irritati dall'azione dei missionari in difesa degli indigeni e dal loro
crescente potere economico.
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L'indipendenza
Le guerre napoleoniche alterarono profondamente il corso della storia brasiliana. Quando nel novembre del
1807 Napoleone invase il Portogallo, il principe Giovanni si rifugiò con la sua corte a Rio de Janeiro, dove
pose la sua residenza e la sede del governo locale.
Durante il suo soggiorno nella colonia, e prima di fare ritorno in patria col titolo regale e il nome di Giovanni
VI (1821), il sovrano in esilio perdette progressivamente popolarità tra i suoi sudditi a causa della corruzione
e dell'inefficienza che caratterizzarono la sua opera. Egli favorì così il diffondersi delle idee repubblicane, che
già nelle vicine colonie spagnole originavano diffusi moti indipendentistici e che nel 1816 portarono
all'occupazione della Banda Oriental (Uruguay), allora sotto il controllo dei rivoluzionari ispano-americani e
ufficialmente annessa al Brasile cinque anni dopo. Poco prima della sua partenza per il Portogallo, Giovanni
VI nominò il figlio Don Pedro sovrano reggente del Brasile. Nel 1822 questi convocò un'Assemblea
costituente e proclamò l'indipendenza del paese, assumendo il titolo imperiale e il nome di Pietro I. In breve
tempo tutte le truppe portoghesi lealiste furono costrette ad arrendersi all'autorità del nuovo regime.
L'impero del Brasile
Pietro I, sovrano autocrate, perse presto il credito di popolarità inizialmente goduto presso i suoi sudditi. Nel
1823 sciolse l'Assemblea costituente da lui stesso voluta per promulgare la Carta fondamentale della nuova
nazione indipendente (marzo 1824). L'anno successivo il sostegno argentino a una rivolta della Banda
Orientale fu causa di un conflitto al termine del quale il Brasile concesse l'indipendenza ai territori che si
costituirono nella repubblica dell'Uruguay (1828). Sempre più pressato dalle critiche e dall'opposizione
popolari, nell'aprile del 1831 l'imperatore abdicò in favore del figlio di cinque anni Pietro II. Dopo una fase di
interregno che durò fino al 1840, il giovanissimo re si rivelò un politico e uno statista abilissimo; promosse
nuove esplorazioni, inaugurò reti di trasporto ferroviario e marittimo e promulgò una serie di riforme agrarie.
Offrì inoltre sostegno ai rivoluzionari in guerra contro il dittatore argentino Juan Manuel de Rosas e, alleatosi
con l'Argentina e l'Uruguay, vinse una guerra contro il Paraguay, durata dal 1865 al 1870.
Il principale problema che l'imperatore dovette affrontare fu tuttavia quello dell'abolizione della schiavitù nel
paese. L'importazione di nuovi schiavi dall'Africa fu dichiarata illegale nel 1853 e negli anni successivi fu
lanciata una campagna per l'emancipazione dei due milioni e mezzo di schiavi che incontrò fortissime
resistenze da parte dei proprietari terrieri ed ebbe esito soltanto nel maggio del 1888.
La prima repubblica
Nel novembre del 1889 una rivolta militare guidata dal generale Manuel Deodoro da Fonseca obbligò Pietro
II a rinunciare al trono. Proclamata la repubblica, con Fonseca capo del governo provvisorio, furono
promosse alcune riforme strutturali, come la separazione tra Chiesa e Stato, e nel 1891 fu promulgata una
nuova Costituzione federalista sul modello di quella degli Stati Uniti d'America.
I primi anni della nuova repubblica furono caratterizzati da una grave e permanente turbolenza politica
interna, anche a seguito della mancanza di esperienza e di tradizioni democratiche della nazione. Nel 1891
politiche e metodi arbitrari del presidente Fonseca sollevarono una forte opposizione in seno al Congresso,
da lui sciolto agli inizi di novembre per stabilire un regime di tipo dittatoriale. Una rivolta della Marina, nel
medesimo mese di novembre, lo obbligò a dimettersi in favore del suo vice, Floriano Peixoto. Anche Peixoto
stabilì un regime dittatoriale che dovette affrontare una serie di sollevazioni nel sud del paese.
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Il governo civile
L'ordine ritornò gradualmente nel paese a partire dall'amministrazione di Prudente José de Moraes Barros,
che inaugurò la serie di esecutivi guidati da esponenti civili. L'ex governatore di São Paulo, Manuel Ferraz
de Campos Salles, divenuto presidente della Repubblica nel 1898, adottò le energiche misure indispensabili
a riattivare un'economia nazionale ormai prossima al collasso, anche grazie a un consistente prestito
internazionale, che rafforzò le finanze brasiliane e dette respiro alla produzione e agli scambi commerciali.
Le produzioni di caffè e caucciù presero a crescere stabilmente, ma tra il 1906 e il 1910 il loro prezzo sul
mercato mondiale calò bruscamente, determinando l'aprirsi di una nuova congiuntura economica
sfavorevole, a sua volta generatrice di agitazioni sociali e politiche. Lo scoppio della prima guerra mondiale
provocò un forte aumento della domanda estera cui anche il Brasile poté contribuire, alleviando in parte la
sua grave situazione economica.
Inizialmente neutrale, per gli attacchi subiti dalle sue navi da parte della flotta tedesca, il Brasile sospese le
relazioni diplomatiche con la Germania e nell'ottobre del 1917 entrò in guerra a fianco degli Alleati.
Nell'immediato dopoguerra il processo di riconversione dell'economia a un regime di pace rese necessari
forti tagli nell'industria e un drastico ridimensionamento delle commesse e della spesa pubblica. Nel luglio
del 1924 una lunga e diffusa catena di agitazioni sfociò in un'insurrezione antigovernativa che ebbe il suo
epicentro a São Paulo. Gran parte dell'esercito rimase a fianco del presidente Artur da Silva Bernardes, e i
ribelli furono sconfitti dopo più di sei mesi di guerra civile, durante la quale fu introdotta (e poi non più
sospesa sino alla fine del mandato) la legge marziale. L'aggravarsi del quadro economico internazionale e
interno causò anche in seguito ondate di radicalismo e moltissimi scioperi, dichiarati infine illegali dal
governo nell'agosto del 1927, contestualmente al varo di altre severe misure anticomuniste.
L'età di Vargas
Alle elezioni presidenziali del marzo 1930 il candidato governativo Julio Prestes si impose su Getulio
Dornelles Vargas, esponente degli ambienti nazionalisti e degli interessi del Rio Grande do Sul. Garantitosi il
sostegno di numerosi militari e leader politici, questi promosse una rivolta contro il governo e, dopo breve
tempo, assunse tutti i poteri in qualità di presidente provvisorio.
Nel tentativo di superare le difficoltà economiche del paese, Vargas intese ridurre la disponibilità di caffè sul
mercato internazionale (aumentandone così il prezzo), acquistando e distruggendo, a spese dello Stato, il
surplus di produzione; i costi dell'operazione aggravarono tuttavia nell'immediato la situazione debitoria del
paese verso i suoi creditori esteri. Dopo aver represso nel sangue una nuova rivolta scoppiata nel 1932 a
São Paulo, per dare una risposta definitiva al problema dell'ormai cronica instabilità del quadro politico
interno, Vargas convocò un'Assemblea costituente (1933) che mise a punto una nuova Costituzione; essa
prevedeva drastiche riduzioni dei poteri degli stati locali, il suffragio alle donne, l'assistenza sociale per i
lavoratori e l'elezione dei futuri presidenti della repubblica da parte del Congresso.
Rieletto alla presidenza sulla base della nuova carta fondamentale, Vargas dovette affrontare la forte
opposizione dell'ala radicale del movimento laburista brasiliano, e nel 1935 una serie di abortiti tentativi
insurrezionali gli fornì l'occasione per introdurre la legge marziale e governare per decreto. La
radicalizzazione dello scontro politico che seguì, in un contesto di peggioramento anche del quadro
economico, vide il governo oggetto della convergente azione di opposizione, spesso violenta, di movimenti
estremisti; tra questi ottenne crescenti consensi nella classe media il partito filonazista detto "integralista".
Nel novembre del 1937, prima della scadenza del suo mandato, Vargas sciolse il Congresso e proclamò una
nuova Costituzione che gli conferiva poteri dittatoriali, dando vita a un regime ispirato a quelli nazifascisti al
potere in Germania e in Italia.
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L'Estado Novo
Il nuovo regime fu ufficialmente denominato Estado Novo (stato nuovo). Una serie di decreti estese e
migliorò l'assistenza ai lavoratori delle piantagioni, garantendo a Vargas il consenso di gran parte della
popolazione. Il carattere totalitario del suo regime non gli impedì peraltro di mantenere buone relazioni con
gli Stati Uniti e le altre democrazie occidentali. Intervenuto a fianco degli Alleati nella seconda guerra
mondiale e ottenuto in questo modo il rinnovato sostegno del potente vicino statunitense, il regime di Vargas
fu in grado di lanciare un vasto programma di espansione industriale, basato sulla produzione della gomma
e di altre materie prime indispensabili alla produzione bellica. Sul piano interno, tutte le restrizioni alle attività
politiche furono gradualmente rimosse, e nell'immediato dopoguerra furono annunciate libere elezioni in vista
delle quali fu decretata un'amnistia per tutti i prigionieri politici.
Durante la campagna elettorale alcune disposizioni di Vargas fecero temere l'aprirsi di una nuova fase
totalitaria del regime, così che nell'ottobre del 1945 un colpo di stato militare lo obbligò alle dimissioni. Le
elezioni presidenziali tenute in dicembre furono vinte a grande maggioranza dall'ex ministro della Guerra,
Eurico Gaspar Dutra, mentre il Parlamento formulò una nuova Costituzione, entrata in vigore nel settembre
del 1946.
Nei mesi seguenti, sullo sfondo dell'accendersi della Guerra Fredda, apparve chiara la scelta filoccidentale
del Brasile, confermata dall'adesione al trattato di Rio e dall'introduzione di misure restrittive limitanti l'attività
di esponenti e movimenti comunisti nel paese.
La seconda presidenza di Vargas
Nel gennaio del 1951 Getúlio Vargas tornò al potere, dopo aver sconfitto a larga maggioranza i candidati
rivali alle presidenziali dell'ottobre precedente. Formato un gabinetto di coalizione con tutti i partiti maggiori,
egli adottò misure di emergenza per riassestare il bilancio nazionale, ridurre il costo della vita, aumentare i
salari ed estendere l'assistenza sociale; in un secondo momento giunse anche alla decisione di
nazionalizzare le risorse petrolifere. La contraddittorietà del programma finì col renderlo oggetto di una dura
opposizione sia da parte delle forze moderate sia di quelle radicali, frange delle quali avevano già iniziato a
mettere a segno azioni terroristiche.
L'assassinio nell'agosto del 1954 di un ufficiale dell'aviazione in un attentato portò alla richiesta di dimissioni
di Vargas da parte dei militari; certo dell'imminenza di un pronunciamento ai suoi danni, il presidente
annunciò il passaggio di consegne al suo vice, João Café Filho, e alcune ore dopo si suicidò.
Le amministrazioni Kubitschek, Quadros e Goulart
L'ex governatore del Minas Gerais, Juscelino Kubitschek, vinse le elezioni presidenziali dell'ottobre 1955 con
l'appoggio dei sostenitori di Vargas e dei comunisti. Egli annunciò un ambizioso programma quinquennale di
sviluppo economico, sostenuto da un consistente prestito della Banca americana di import-export, e avviò la
costruzione della nuova capitale federale, Brasilia. La rapida crescita industriale di quegli anni si sovrappose
alla contemporanea caduta dei prezzi internazionali del caffè e l'inflazione provocò numerose rivolte e
scioperi di lavoratori e studenti.
Nel gennaio del 1961 il neopresidente Junio da Silva Quadros promosse un rigoroso programma di tagli alle
spese statali, avviando inoltre una decisa azione tesa a stroncare la piaga della corruzione, ampiamente
diffusasi nel corso della precedente amministrazione. Dopo le inaspettate dimissioni di Quadros, i militari si
opposero all'assunzione dei poteri da parte del vicepresidente João Belchoir Marques Goulart, ritenuto
simpatizzante del regime castrista a Cuba. Solo una riforma costituzionale che toglieva gran parte dei poteri
al presidente rese possibile il passaggio di consegne, ma un anno dopo essere entrato in carica (settembre
1961) Goulart indisse e vinse un referendum per verificare il sostegno popolare a un ritorno al regime
presidenziale (gennaio 1963). Forte della ritrovata autorità, il presidente si apprestò a realizzare un vasto
piano di riforme, decretando agli inizi del 1964 l'entrata in vigore di controlli sui livelli degli affitti, la
nazionalizzazione delle raffinerie petrolifere, l'espropriazione delle terre non coltivate e limitazioni
all'esportazione dei capitali. Due mesi dopo l'annuncio di queste misure, il governo fu rovesciato dai militari;
Goulart riparò in Uruguay e il generale Humberto Castelo Branco, capo di stato maggiore dell'esercito, prese
il suo posto alla guida del paese.
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Il governo militare
Il nuovo regime, con i poteri straordinari conferitigli dall'Atto istituzionale firmato in aprile, eliminò ogni
opposizione politica e restrinse i diritti politici, adottando inoltre versioni addolcite di molte riforme prefigurate
da Goulart, specialmente in materia di controlli statali sui livelli dei prezzi e dei salari. Una legge del 1965
restrinse le libertà civili, accrebbe le funzioni del governo e reintrodusse l'elezione del presidente e del suo
vice da parte del Congresso. Il resto del decennio trascorse sotto il regime del maresciallo Artur da Costa e
Silva, durante il quale il miglioramento della situazione economica nazionale si unì a una caratterizzazione
sempre più autoritaria delle istituzioni e a un intensificarsi della repressione di ogni forma di opposizione
politica. Quest'ultima tendenza fu accentuata dal successore di Costa, il generale Emílio Garrastazú Médici,
che intensificando le misure repressive provocò un incremento dell'attivismo dei gruppi rivoluzionari. Nel
contempo la crescita economica generale e lo sviluppo delle vaste regioni dell'interno del paese promosse
dal governo risultarono soffocate dagli alti costi dell'energia, dall'inflazione incontrollata e da una bilancia
commerciale in forte deficit.
Il quadro rimase immutato durante i due successivi mandati dei generali Ernest Geisel e João Baptista de
Oliveira Figueiredo.
La restaurazione del governo civile
Nel 1985 Tancredo Neves fu il primo presidente civile eletto in poco più di un ventennio; morì prima di
assumere l'incarico e fu sostituito da José Sarney. Questi prefigurò la necessità di drastiche misure di
austerità per sradicare l'inflazione e far fronte allo schiacciante debito estero; coscienti infine che l'uscita
dalla crisi economica non poteva avvenire che contestualmente al mutare anche del quadro politico
nazionale, i militari acconsentirono nell'ottobre del 1988 alla reintroduzione dell'elezione diretta del
presidente. Un anno dopo, il rappresentante del Partito conservatore di ricostruzione nazionale, Fernando
Collor de Mello, ebbe così accesso alla presidenza della repubblica. Il suo programma per combattere
l'inflazione ebbe come conseguenza la più grave recessione del decennio, mentre la sua popolarità crollò a
seguito della messa in stato d'accusa per corruzione, che lo spinse alle dimissioni. Gli subentrò Itamar
Franco che riuscì a frenare l'inflazione e a rilanciare l'economia, svolta simboleggiata dall'introduzione della
nuova valuta nazionale, il real, e che contribuì a consolidare in parte le ancora giovani istituzioni
democratiche brasiliane.
Alla fine del 1994 alla presidenza del Brasile fu eletto Fernando Henrique Cardoso, già ministro delle
Finanze del governo di Itamar Franco, che si impose sul candidato delle sinistre Luis Inázio da Silva (detto
"Lula"). Di idee socialdemocratiche e riformiste, Cardoso si adeguò alle tesi neoliberiste sostenute dai suoi
alleati di governo; la messa in opera di un ampio programma di privatizzazioni e di abbattimento della spesa
sociale gli consentì di battere l'iperinflazione, ma provocò un netto peggioramento delle condizioni di vita
delle classi più povere e un aumento della disoccupazione (tra il 1997 e il 1998, la disoccupazione nel paese
crebbe di quasi l'1% al mese; nello stato di São Paulo, uno dei più industrializzati del paese, nel 1998 aveva
raggiunto il 16,5%).
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Sviluppi recenti
Nell'ottobre 1998, sostenuto da tutte le forze moderate, Cardoso è stato rieletto alla presidenza del Brasile
con il 53% dei voti; lo sfidante di Cardoso è stato ancora "Lula", che ha ottenuto il 32% dei voti. La crisi
finanziaria, di cui si erano percepiti i segnali durante tutto il 1998, si è abbattuta sul Brasile all'indomani delle
elezioni presidenziali per trasformarsi in vera tempesta nel gennaio 1999. Infatti, dopo l'accordo con il Fondo
monetario internazionale per un prestito di 41 milioni di dollari (concesso per sostenere l'economia brasiliana
contro gli effetti negativi della crisi asiatica e russa) e dopo un lungo periodo di speculazioni che avevano
bruciato più di 40 miliardi di dollari, agli inizi del 1999 il Brasile è stato costretto a lasciar fluttuare il real, che
ha immediatamente perso il 40% del suo valore. A distanza di cinque anni dal lancio del "piano real" lo
sviluppo del Brasile è oggi fortemente condizionato da un enorme indebitamento pubblico (350 miliardi di
dollari, metà del prodotto interno lordo) e dalla ricomparsa della recessione.
Per protestare contro la politica economica di Cardoso, il Movimento dos sem terra ("Movimento dei senza
terra", un'associazione contadina nata negli anni Ottanta che rivendica una più equa distribuzione delle terre
statali, attualmente appannaggio di pochi latifondisti) ha organizzato una singolare "Marcia popolare per il
Brasile"; un migliaio di membri dell'associazione, partiti a luglio 1999 da Rio de Janeiro, hanno raggiunto a
ottobre Brasilia dopo aver percorso più di mille e cinquecento chilometri. Agli inizi del 2000 il Brasile ha
festeggiato il 500° anniversario della sua scoperta; l'evento è stato commemorato dagli indios, che lo
considerano l'inizio del loro sterminio, con una serie di manifestazioni di protesta messe in atto a Coroa
Vermelha, nello ststo di Bahia, il luogo dello sbarco portoghese nel 1500.
Nell'ultimo anno l'economia brasiliana ha dato qualche segno di ripresa, grazie al buon andamento delle
esportazioni (favorite dalla svalutazione del real), alla tenue ripresa dell'industria e ai drastici tagli apportati
alla spesa sociale. Le misure di austerità hanno però ulteriormente aggravato la situazione delle classi più
povere, causando un diffuso malcontento; oggi il Brasile è il paese che presenta la distribuzione del reddito
più ineguale al mondo, con una ristretta classe agiata che detiene la gran parte della ricchezza del paese e
una grossa quota di popolazione che vive sotto la soglia di povertà. I partiti di governo, nell'importante test
elettorale delle municipali svoltosi tra ottobre e novembre 2000, sono stati sonoramente battuti dai partiti
della sinistra, che hanno conquistato molti importanti centri, tra cui São Paulo, Recife, Porto Alegre, Belém.
Negli ultimi quatto anni la presidenza del Brasile è poi passata a Silva Luis Inácio da o Lula (Garanhuns,
Pernambuco 1945), sindacalista e uomo politico brasiliano conosciuto con il nome di “Lula” . Nato da una
povera famiglia contadina, primo di undici figli, emigrò all’età di sette anni e a dodici era già operaio in una
fabbrica di São Paulo, distinguendosi per il suo impegno di organizzatore sindacale.
Diventato presidente del sindacato dei metalmeccanici nel 1975, negli anni seguenti si batté contro il regime
militare e nel 1980 fondò con altri il Partido dos trabalhadores (PT; Partito dei lavoratori), che in pochi anni
diventò il più autorevole partito della sinistra brasiliana. Il PT attrasse infatti nelle sue file artisti e intellettuali,
molti militanti di base della Chiesa cattolica, migliaia di contadini e dei cosiddetti seringueiros, cioè i
raccoglitori di caucciù delle foreste dell’Amazzonia, il cui leader Chico Mendes venne ucciso da un sicario
dei latifondisti nel 1988.
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Popolazione
Il maggior gruppo etnico del paese (55%) è
costituito da bianchi di origine europea
(soprattutto portoghesi e spagnoli). I neri,
gruppo composto da discendenti degli
schiavi africani giunti nel paese nel periodo
della colonizzazione e da immigrati
provenienti dall'Angola e dal Congo,
ammontano all'11%. Gli amerindi
rappresentano ormai un'esigua minoranza
(2%). La forte commistione di etnie fa sì che
mulatti e meticci formino il 32% della
popolazione complessiva. Nei primi decenni
del XX secolo un considerevole flusso
migratorio dall'Europa ha portato in Brasile
numerosi italiani, spagnoli, tedeschi,
scandinavi e slavi.
La popolazione del Brasile, che registra un
tasso di crescita demografica pari allo 0,91%
è di 174.468.580 abitanti (2001). La
distribuzione territoriale è tuttavia poco
uniforme: la maggior parte della popolazione
(81%, 1999) è concentrata nelle aree urbane
delle regioni costiere e, in particolare, nelle
città di São Paulo e di Rio de Janeiro. La
densità media del paese è di 20 abitanti per
km² (2001), tuttavia nella regione
dell'Amazzonia ammonta appena a 1
abitante per km2. Il paese, uno dei più
popolosi del mondo, registra uno dei più alti
tassi di sottoalimentazione del pianeta: 16,2
milioni.
Lingua e religione
La lingua ufficiale è il portoghese e la
religione prevalente quella cattolica (90%).
La ricca composizione etnica ha avuto una
forte incidenza nelle pratiche religiose diffuse
nel paese. Il 4% della popolazione pratica
infatti culti afro-brasiliani, quali il candomblé
e la macumba, derivati dal sincretismo tra il
cattolicesimo e diverse religioni amerindie e
africane.
Istruzione e cultura
L'istruzione primaria in Brasile è gratuita e obbligatoria
dai 7 ai 14 anni di età, il tasso di alfabetizzazione è
tuttavia pari solo all'92,8%. Le principali università
statali sono quelle di Brasilia (1961), São Paulo (1934)
e Rio de Janeiro (1920); vi sono poi le università
cattoliche pontificie di Campinas (1941) e Rio Grande
do Sul (1948).
Per quanto riguarda centri di studio e biblioteche, a Rio
de Janeiro si trovano l'Archivio nazionale (1838), che
contiene una raccolta di testi riguardanti soprattutto la
storia del Brasile, e la Biblioteca nazionale (1810), che
conserva preziosi volumi e manoscritti. Le principali
istituzioni culturali comprendono il Museo d'arte
moderna (fondato nel 1948) e il Museo nazionale delle
belle arti (1818), con interessanti sezioni di geologia,
botanica e antropologia, entrambi a Rio de Janeiro.
Per ulteriori informazioni sulla cultura brasiliana si
vedano le voci Letteratura brasiliana; Arte
latinoamericana; Teatro latinoamericano; Danza
latinoamericana; Musica latinoamericana e Cinema
latinoamericano.
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Musica
Musica e danza
Nata dalla commistione di svariati generi musicali provenienti da tre continenti diversi, la musica popolare
brasiliana è sempre stata caratterizzata da una grande diversità. Nella samba canção, per esempio,
confluiscono il bolero spagnolo e le cadenze e i ritmi della musica africana, mentre il bossa nova fonde la
musica nordamericana, in particolare il jazz, con la samba. La musica detta tropicalismo, invece, si rifà a stili
musicali giunti in Brasile negli anni Sessanta e Settanta, tra cui le ballate italiane, il bossa nova, il blues e il
rock nordamericano. Ma il Brasile ancora oggi crea forme musicali nuove e originali.
Se, prima della partenza, volete scoprire la musica brasiliana (e sicuramente Io vorrete al ritorno),
consigliamo due buoni siti web da cui cominciare la ricerca: www.allbrazilianmusic.com e
www.slipcue.corn/music/brazil/brazillist. Quest'ultimo segnala molte registrazioni disponibili fuori dal Brasile.
Samba e pagode
Tudo da samba: tutto fa samba. La musica più famosa del Brasile, la samba, ha avuto origine fra i neri di
Bahia a Rio de Janeiro ed è stata eseguita per la prima volta al Carnevale di Rio nel 1917, benché le sue
origini siano molto più antiche. La samba è profondamente legata ai ritmi africani, soprattutto al tam-tam dell'
Angola, da cui ha tratto la cadenza di base e i tipici passi di danza. Essa si diffuse rapidamente in Brasile
con l'avvento della radio e dei dischi e da allora è diventata un simbolo nazionale, la musica delle masse per
eccellenza.
Gli anni Trenta sono passati alla storia come 'l'epoca d'oro della samba'. A quel tempo erano già nate le
samba canção, melodie europee accompagnate da percussioni africane, eseguite da piccoli gruppi, così
come il choro, una musica romantica, improvvisata, dove le note dell'ukulele o della chitarra, si mescolano a
quelle del flauto o di un registratore.
L'interprete brasiliana più famosa di quel periodo, o forse di tutti i tempi, è la portoghese Carmen Miranda.
Stella di molti musical hollywoodiani dell'epoca, è nota per il suo carattere focoso, il suo temperamento latino
e i suoi costumi di scena 'alla frutta '.
Negli anni Cinquanta, Sessanta e nei primi Settanta, alla samba si preferirono altri stili. Poi a Rio de Janeiro
prese forma il pagode, una samba informale, quel tipo di musica che si può eseguire nelle piccole festicciole
con un cavaquinho, una piccola chitarra a quattro corde, con alcune lattine di birra e dei tavoli su cui battere
il tempo. Rilassato, ritmico e melodico, in questo momento è, forse, il genere musicale più popolare del
paese.
I pionieri furono cantanti come Beth Carvalho (regina anche della samba canção), Jorge Aragão e Zeca
Pagodinho, e il gruppo Fundo de Quintal, che introdusse il banjo e sostituì il pesante tom-tom (tamburo) con
il repinique, un piccolo tamburino suonato con bacchette di plastica. Bezerra da Silva inventò lo stile del
sambandido (gangsta samba), molto prima del gangsta rap americano. Negli anni Novanta il nome pagode
venne dato a una samba più commerciale, influenzata dalla musica pop e rock. Ma i pionieri del 'pagode
puro' come Carvalho (che ha celebrato il XXI secolo a Copacabana), Aragão e Pagodinho vanno ancora
molto forte.
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Musica regionale
La samba, il tropicalismo e la bossa nova sono tutte forme musicali nazionali, ma ovunque in Brasile
troverete una produzione musicale locale tipica di ciascuna regione.
Il Nordeste presenta la maggior varietà di stili regionali, ognuno accompagnato dalla propria danza. Tra
questi il più importante è il forró, una musica vivace e sincopata centrata sulla fisarmonica e la zabumba (un
tamburo africano). Sebbene alcuni artisti come Luiz Gonzaga e Jackson do Pandeiro siano noti a livello
nazionale, il forró è stato a lungo disdegnato dagli abitanti delle città più meridionali del Brasile perché
considerato rozzo e campagnolo, com' è chiaramente illustrato dal titolo di una buona compilation disponibile
a livello internazionale: Forró: Music for Maids and Taxi Drivers (Forró: musica per cameriere e tassisti).
Ultimamente, tuttavia, il forró si è affermato a livello nazionale e al contempo ha abbandonato la musica
elettrica ed è tornato alle sue radici - fisarmonica, zabumba e triangolo -, sicuramente aiutato in questo dal
successo del film Eu, Tu, Eles, che propone molto forró pé-de-serra (pedemontano) e un'apparizione di
Gilberto Gil, il veterano dei tropicaiismo che canta il successo Esperando na lanela. I Falamansa, un gruppo
di forró di São Paulo con un solo componente proveniente dal Nordeste, dopo l'uscita, nel 2000, delioro
primo album, Deixe Entrar, hanno venduto 800.000 copie in sette mesi.
Un altro tipo particolare di musica è quello offerto dal fantastico festival di Bumba Meu Boi di São Luls, nel
Maranhão. La musica tipica di Recife e della vicina Olinda è invece il frevo, una musica frenetica, collegata
alla samba, basata sul Carnevale.
Il trio elétrico, detto anche frevo baiano, costituisce più una variazione tecnologica che musicale. Nacque per
scherzo negli anni Cinquanta durante il Carnevale di Salvador, quando Dodô, Armandinho e Osmar salirono
sul pianale di un camion e iniziarono a suonare il frevo con le chitarre elettriche. Il trio elétrico, pur non
essendo necessariamente un trio, rappresenta la spina dorsale del Carnevale di Salvador: decine di camion
carichi di amplificatori su cui si sistemano i musicisti sfilano per la città circondati da una massa di gente che
balla. Questa forma musicale rimase sconosciuta finché Caetano Veloso, all'epoca del tropicalismo, iniziò a
scrivere canzoni su di essa. Un altro elemento importante del Carnevale per le strade di Salvador è l'afro
bloco, ovvero un gruppo di percussioni afro-brasiliane. I complessi più famosi sono i Filhos de Gandhi e il
Grupo Olodum; i primi hanno profonde radici africane e sono fortemente influenzati dal candomblé (religione
afro-brasiliana), mentre i secondi hanno inventato il samba-reggae.
Il Mangue Beat, proveniente da Recife, combina stili folcloristici e regionali con generi musicali internazionali
diversi, che vanno dall'hip-hop al neo-psychedelic al tejano. Gli interpreti più importanti di questo genere
sono stati Chico Science e Nação Zumbi: Afrociberdelia, uscito nel 1996, è il loro migliore lavoro. Chico
Science morì nel1997 in un incidente automobilistico, ma Nação Zumbi e molti altri artisti, come i Mestre
Ambrósio e i Mundo Livre SIA, hanno proseguito senza di lui e continuano a portare avanti la fiaccola del
Mangue.
L'axé, un genere tradizionale nato a Salvador negli anni Novanta, fonde i ritmi della samba con influenze
pop/rock/reggae/funk e musica caraibica. Ispirato dalle più antiche forme di Carnevale di Salvador, l' axé fu
reso popolare dalla sfolgorante e vistosa Daniela Mercury. Fra gli altri esponenti di questo stile ricordiamo gli
Ara Ketu e i Chiclete com Banana. Nelle sue espressioni migliori è una musica grande e superenergetica
(ascoltate Daniela cantare Toda Menina Baiana, cioè Ogni ragazza di Bahia), ma verso la fine degli anni
Novanta alcuni gruppi l'hanno resa troppo commerciale.
L'influenza della musica indigena è stata assorbita e in parte modificata dai vari stili brasiliani, così come è
successo per altri aspetti delle culture autoctone del Brasile. Il carimbó (musica della regione amazzonica
dove oggi vive la maggior parte degli indios) risente in particolare della vicinanza della popolazione nera del
litorale.
I Brasiliani sono uno dei popoli più 'musicali' del pianeta e la musica è senza dubbio la forma d'arte più
sviluppata. Ovunque andiate troverete gente che suona, canta e balla. Forse a causa delle sue radici
africane, la musica brasiliana è sempre un evento collettivo, una celebrazione o una festa che coinvolge
l'intera comunità ed è virtualmente inseparabile dalla danza. Generi come il pagode, la samba, il frevo, il
forró e la lambada vengono tutti accompagnati dalle rispettive danze.
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Bossa nova
Con l'imporsi della bossa nova negli anni Cinquanta, la natura democratica della musica brasiliana cambiò
completamente. La bossa nova era un ritmo nuovo, moderno, intellettuale e destinato a riscuotere grandi
successi in tutto il mondo. I ceti medi del Brasile smisero di ascoltare le vecchie interpretazioni della samba e
altri tipi di musica regionali, come il forró del Nordeste.
La bossa nova rappresentò l'inizio di un nuovo modo di suonare e cantare. Lo stile operistico e fiorito del
cantato fu sostituito da un tono di voce più pacato e rilassato; ricordate forse il suono morbido di La ragàzza
di lpanema composta dall'ormai defunto Antônio Carlos (Tom) Jobim e Vinícius de Moraes.
Il chitarrista João Gilberto, considerato il padre fondatore di una bossa nova molto tranquilla, suona ancora,
mentre altre figure di rilievo della scena musicale, come il chitarrista e compositore Baden Powell e le
cantanti Nara Leao ed Elis Regina, non sono più fra noi. La figlia di Joao Gilberto, Bebel, con i suoi album in
cui mischia lounge e world music, ha regalato una nuova ondata di popolarità ai ritmi della bossa nova.
Questa musica veniva associata all'ascesa della classe media urbana e colta del Brasile e costituiva la
risposta, a livello musicale, ad altri movimenti modernisti degli anni Cinquanta e Sessanta, come il Cinema
Novo e l'Architettura Moderna Brasiliana di Oscar Niemeyer e altri.
Tropicalismo
Alla fine degli anni Sessanta si affacciò sulla scena musicale brasiliana il movimento noto come tropicalismo,
che decretò una sorta di amnistia generale per tutte le tradizioni musicali del passato. I musicisti più
rappresentativi di questa corrente, tra i quali spiccano Gilberto Gil, Caetano Veloso, Rita Lee, Maria Betania
e Gai Costa (ancora tutti in vita, con il sempre innovativo Veloso), ritengono che gli stili musicali siano tutti
ugualmente importanti e significativi e che le diverse forme e tradizioni musicali del Brasile possano essere
contaminate liberamente.
Questa mentalità aperta e innovativa ha favorito l'introduzione della chitarra elettrica nella musica brasiliana
e l'affermarsi di un nuovo stile di samba elettrico. Il tropicalismo ha avuto anche la sua dimensione politica, e
figure come Velo so e Gil durante la dittatura militare hanno vissuto la galera e l'esilio.
Musica Popular Brasileira (MPB)
Parallelamente a queste correnti musicali, con cui in parte coincide e a volte si contamina fin dagli anni
Settanta, c'è stata la musica conosciuta come MPB, Musica Popular Brasileita (Musica Popolare Brasiliana).
Questo tendine nebuloso sta a indicare una varietà di stili che vanno dalla musica influenzata dal jazz
innovativo e dal bossa nova a un pop abbastanza languido.
I primi e più famosi esponenti dell'MPB sono stati Chico Buarque de Hollanda, che immette nella samba
tradizionale elementi di un gusto più moderno e universale, e Jorge Ben, proveniente dalla peculiare
tradizione musicale nera dei sobborghi di Rio, che produce invece un'originale samba pop innestata sui ritmi
tipici della musica nera.
Milton Nascimento, originario del Minas, è da tempo apprezzato in Brasile per la sua bella voce e per gli
splendidi canti e le ballate che riflettono la spiritualità del Mineiro (persona originaria del Minas). Anch'egli
influenzato dal jazz, ha mantenuto il suo tocco innovativo più a lungo di molti altri pionieri del genere.
Roberto Carlos, il compositore di molti dei primi classici della MPB e, un tempo, acceso amante del rock and
roll, ora è passato a ballate sdolcinate, cantate in spagnolo invece che in portoghese. I suoi dischi comunque
continuano a essere i più venduti sul mercato brasiliano.
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Rock brasiliano
Di influenza più inglese che americana, questa forma musicale è la meno brasiliana di tutte, ma è molto
popolare. Se siete amanti del rock, vale la pena ascoltare gruppi come i Kid Abelha, i Legião Urbana (che
hanno ispirato un'ondata di gruppi punk di Brasilia), oltre agli Skank e ai Cidade Negra, di genere più reggae.
Il versatile e originale Ed Mona. ,di Rio, inserisce soul, jazz, musica tradizionale brasiliana e altro nel rock.
Vale la pena cercare qualcuno dei suoi dischi: As Segundas Intençoes do Manual Pratico, uscito nel 2000, è
probabilmente il suo album migliore. Il gruppo heavy metal dei Sepultura, del Minas Gerais, negli anni
Novanta si è affermato fra i metallari di tutto il mondo.
I Racionais MC, di São Paulo, hanno contribuito all'affermazione della musica rap brasiliana fin dalla fine
degli anni Ottanta puntando su testi graffianti in cui raccontano la vita brutale nelle favelas e nelle prigioni.
Sobrevivendo no Inferno (Sopravvivendo all'inferno), l'album del 1998, ha venduto un milione di copie, che in
Brasile è un record per un'etichetta indipendente. Un' altra star del rap è Gabriel o Pensador, un Carioca
bianco che nelle sue canzoni critica la classe media brasiliana alla quale lui stesso appartiene. I componenti
dei Planet Hemp, un gruppo di Rio che suona musica rock/rap, si battono attivamente per la legalizzazione
della marijuana e di conseguenza si cacciano in un sacco di problemi legali. La televisione ha dato
moltissimo spazio a un funk molto noioso, proveniente per lo più da Rio. Fiduciosamente aspettiamo che
gruppi giovanili come gli O Bonde do Tigrão svaniscano così repentinamente come sono apparsi.
Altri generi musicali
La lambada è un altro genere divenuto popolarissimo in tutto il mondo. Influenzata dal carimbó e dai ritmi
caraibici come la rumba, il merengue e la salsa, negli ultimi anni Ottanta la lambada si è diffusa prima in
Brasile, poi in Europa e infine negli Stati Uniti, anche se per un breve periodo. La più famosa interprete di
lambada è stata Beto Barbosa con il suo gruppo, i Kaoma.
Altrettanto diffuso entro i confini nazionali è il sertanejo, una specie di musica country western brasiliana
apprezzata dai camionisti e dai cowboy. Il sertanejo è caratterizzato da crescendi melodiosi e testi che
parlano di cuori infranti, della vita sulla strada, ecc. Tra gli esponenti più famosi di questo genere ricordiamo
Milionário e José Rico, Chitãozinho e Xororo e Leandro e Leonardo.
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Capoeira
Molti tipi di danza derivano dalle arti marziali e
dalle tecniche di addestramento militare. La
capoeira, arte marziale di probabile origine
angolana attualmente diffusa in Brasile, era
eseguita dagli schiavi neri costretti a
combattere sulle linee di frontiera dai coloni.
Pur essendo oggi considerata principalmente
una forma di danza, la capoeira conserva
intatto il proprio potenziale difensivo e viene
tuttora praticata a questo scopo nelle aree
rurali e urbane.
Coreografie di una lotta...
A metà tra lotta e ballo, la capoeira è caratterizzata da falsi calci, figure plastiche e salti acrobatici,
accompagnati da strumenti a percussione, come il birimbao. Dopo aver formato un cerchio (la roda) in cui si
balla e si suona, due lottatori-danzatori, dei veri acrobati, danno inizio al confronto. La capoeira è soprattutto
espressione di libertà.
Il termine capoeira significa "erba alta" ed indica i campi in cui si nascondevano gli schiavi africani costretti
alle catene e dunque a movimenti ristretti. Negli anni alcuni di loro riuscirono a fuggire e a costituire
comunità indipendenti, chiamate quilombos. Per difenderle dai coloni, gli schiavi lottavano a mani nude, e
con acrobazie, tipiche della capoeira. Il governo Portoghese, allora, bandì questa pratica. E da quel
momento venne esercitata di nascosto e mascherata da musica e coreografie.
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Note dell'autore
Oi... io sono Patric, l'autore di questo sito, che ho sviluppato traendo s punto da alcuni
libri, enciclopedie, e conoscenze proprie, nel corso del 2005.
Sono nato ed ho vissuto in Svizzera fino all'età di 31 anni, ho avuto la fortuna di
conoscere diversi Brasigliani di diverse regioni, tra i quali ho instaurato anche alcune
buone amicizie.
Ora, o meglio prossimamente (anche se spero di mandare in porto questo progetto
abbastanza presto, presumibilmente per la fine di quest'anno o l'inizio del prossimo),
intendo trasferirmi a vivere in Brasile ed aprirmi una piccola attività in proprio.
Ringrazio e saluto i visitatori di questo sito, con la speranza che l'abbiate trovato
interessante o vi sia tornato utile.
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