Sommario IN COPERTINA 6 Intervista esclusiva RON DISCO | NOVITÀ 16 “RESTART” il brano antibullismo dell’artista Cesare. Firmato da DiTUTTO e prodotto dall’Arca del Blues. MUSICA | RECENSIONE 8 “Madison Spencer Band e Fluttante” MUSICA | LE BAND 9 “The Blow Up” CONOSCERE LA CHITARRA 10 Gli accordi ARTE 12 Blue, Blue, Blues MUSICA | RECENSIONE La via maestra del Rap 13 stampa MAXISTAMPE srlsu - galatone (le) MUSICA 14 “TROYE SIVAN” la nuova rivelazione della musica elettronica MUSICA | SCUOLA 17 La Yamaha Music School “Mille e una Nota” MUSICA | LA STORIA La scrittura musicale 18 ARCA DEL BLUES | NEWS 20 Inaugurata la sede brindisina dell’Arca del Blues MUSICA | REPORTAGE 22 Le quattro giornate di Vasco Rossi Puoi sfogliare questa rivista anche su www.ditutto.it IL PERSONAGGIO IN COPERTINA I RON “Una città per cantare” è una canzone che ha un senso già suo, di grande forza, perché è la storia di tutti noi che andiamo in giro a cantare e a suonare e non riusciamo a smettere, non riusciamo mai a trovare un momento per fermarci perché la musica è troppo forte e perché la gente ti aspetta. Questa canzone mi sembrava quella adatta perché la potessimo cantare tutti insieme. Credo che sia venuta fuori una cosa molto bella e unica. C'è un tour in occasione di questo progetto discografico. La tappa di Francavilla fontana fa parte di questo n questi primi mesi del 2016 hai avviato tour. E' un tour che andremo a finire per quanto un progetto rivolto alla lotta alla sla riguarda questa estate nell'ambito di una settimana radunando tanti altri artisti. Ce ne vuoi dieci giorni poi vediamo per l'inverno di riprendere in mano la situazione. parlare? Ho cercato di coinvolgere ventiquattro artisti, miei colleghi, che hanno partecipato con grande entusia- Cosa c'è in progetto per la stagione smo e grande cuore al progetto. Abbiamo realizza- 2016/2017 to ventisei duetti, una cosa bellissima. Questo dop- E' tutto da vedere. Credo che questo disco possa pio cd è stato messo in vendita e tutto il ricavato dare ancora molto, proprio perché non è un disco andrà a favore della ricerca per la sclerosi laterale fatto di tre canzoncine ma è un disco che è costato amiotrofica che è questa malattia terribile che si molta fatica, nessuno ha guadagnato nulla, ci abbiam messo sei mesi a farlo. Alla fine è un anno chiama Sla. di lavoro intenso per cui questo lavoro non va Canzone simbolo di questo progetto disco- perso per strada perché bisogna prendere da quegrafico è sicuramente “una città per canta- sti dischi tutto il possibile, in più sai c'è sempre il fatto che la ricerca ha sempre bisogno di soldi, per re” cui anche se i dischi purtroppo non si vendono molto sicuramente rappresentano una buona parte per aiutare in qualche modo la ricerca. Ron, siamo alla fine della nostra intervista ti salutiamo. Un grande abbraccio da parte di Ron e da parte di tutti gli artisti che hanno fatto parte di questo progetto discografico. Da Jovanotti, Renga, Marco Mengoni e tutti gli altri un saluto a tutti… Ciao! Antonio Palano Foto: Julian Hargreaves 7 ARCA del BLUES - Ottobre 2016 Radiopuntosud MUSICA| RECENSIONE MADISON SPENCER BAND E FLUTTUANTE " Quando gli artisti si incontrano per collaborare, può nascere un connubio che amplifica gli intenti, rendendo le loro voci più forti. Per il vostro ultimo disco vedrei bene un prisma triangolare e un fascio di luce che lo attraversa”: avrà detto così nel 1973 Storm Thorgerson, lo storico designer di fiducia dei Pink Floyd, prima dell’uscita di The Dark Side of The Moon, e prima che il mondo scegliesse quell’album per farlo diventare il più venduto della storia del rock. La sua copertina sarà sembrata visionaria e underground quanto basta da convincere Waters e Gilmour a sceglierla, per promuovere il loro album e per dare visibilità a quell’arte così singolare. Madison Spencer Band è un gruppo alternative rock formatosi a Gagliano del Capo, dall’incontro di Marco Fersini, Mauro Varratta e Carlo Cazzato con lo storico batterista dei Super Reverb, Filippo Longo. Il loro album “Zirconia” è un mix di pugni, calci e adrenalina, ordinati in sette pezzi rock travolgenti. Il loro sound nasce nel Salento, ma incorpora le tracce e i principi del rock d’oltre-oceano; è fin troppo facile rimanere coinvolti dalla loro musica durante i loro concerti: l’interesse è provocato dal loro modo di suonare appassionato e senza fronzoli, dall’energia contagiante che tutte le loro canzoni sprigionano, ma l’intrigo fiorisce se ci si ritrova con il loro album tra le mani. Il motivo? Hanno chiesto ad un artista di rappresentare il loro mondo, traducendo i ritmi e le parole in immagini, e portando avanti un vero e proprio progetto artistico, come solo i grandi hanno fatto prima di loro. Fluttuante, autore della copertina e del progetto grafico di “Zirconia”, è Eduardo, artista salentino emergente che usa il suo profilo instagram (@fluttuante) per promuovere un’arte fatta di geometrie iridescenti e colori cangianti. Le sue opere nascondono, dietro un’apparenza decorativa, velati messaggi di denuncia e una ossessione per le illusioni visive. I chiari riferimenti all’Optical Art di Bridget Riley, misti all’influenza della street art contemporanea (da vedere il murale realizzato da Fluttuante presso l’Ateneo di Lecce), rendono i suoi pattern dei capolavori della composizione, destinati ad avere successo. Una voragine di linee, fluide e taglienti, che hanno contribuito a rendere Zirconia, un capolavoro dei nostri tempi… e della nostra terra. Un invito ai colleghi conterranei: collaborate! ARCA del BLUES - Ottobre 2016 Marianna Greco 8 MUSICA | LE BAND S THE BLOW UP ono seduto con l'amico Gino Manno autore di qualità indubbie al quale chiedo di raccontarmi la storia di una delle band più famose del nostro territorio di cui ha fatto parte. I dischi con la RCA notissima etichetta discografica ne evidenziano lo spessore artistico. Ciao Gino raccontaci la storia di questa band. Ciao Nando. allora... Blow Up è il nome che scegliemmo appena vedemmo il film di Antonioni, Blow Up appunto, eravamo alle prime prove e scambio di idee insieme a Mario Limetti giovane chitarrista, Romolo Gusella cantante e compositore, Antonio di Giovine primissimo batterista, Elio Giordano chitarrista e Gino Manno al basso, prova e riprova ci esibimmo con questa formazione in vari locali e feste private, poi, il primissimo batterista andò via per servizio di leva, per cui optammo per Bruno Marotta al quale si aggiunse Franco Ferrante all'organo Farfisa, in quel periodo, era il 1968, cominciò a girare il nome ed eravamo sempre più richiesti a suonare nei locali, ne cito qualcuno, Club Azzurro di Porto Cesareo, Pegaso a Lecce, Hotel Risorgimento Lecce, veglioni al cinema Fiamma, Circolo Cittadino Circolo Tennis, varie puntate a Cavallino, Campi, Manduria Salice e marine sulla costa tipo, Lo Scoglio a Porto Cesareo e circolo La Vela a S. Maria di Leuca, in seguito al repertorio di covers di brani dell'epoca, molti dei Beatles, cominciammo ad aggiungere brani inediti composti da Romolo Gusella e fu appunto suonando al Maxi Club a Peschici che conoscemmo un talente scout della RCA, si chiamava Mario Cenci, il quale ci propose di andare a Roma e partecipare nel 9 salone dei concerti della stessa RCA, ad una manifestazioneauditorium, in cui si esibivano dietro varie sagnalazioni dei diversi talent scout della casa discografica, dei diversi artisti selezionati in tutta Italia, fra i quali l'allora esordiente Angelo Branduardi, il gruppo prog. Il Rovescio della Medaglia ed altri che si affermarono in seguito, un pettegolezzo... noi ci classificammo prima di Angelo Branduardi, suonammo 2 brani di Romolo, Baby i'm in love, e Freebirds... poi ci telefonarono e decisero di produrci. Siete arrivati in RCA per cui un sogno si è concretizzato ai vostri occhi. Quante pubblicazioni avete realizzato e cosa vi è capitato durante questo periodo di artisticamente indelebile ai vostri giovani occhi di artiti emergenti. Intanto per diversi problemi e maturazioni, decidemmo di cambiare il batterista e sostituimmo Bruno Marotta con Raniero Abbaticola, all'epoca enfant prodige della batteria e ci fu la fuoriuscita di Elio Giordano alle prese con il servizio militare in Marina e di Franco Ferrante, così rimanemmo in 4 e cominciò l'avventura discografica. Il primo 45 giri inciso fu una cover di un brano statunitense che si titolava Beautyful Sunday e in italiano diventò Proprio Stasera, e nella facciata b registrammo The Nonsense Song con un testo scritto in italiano da Cesare De Natale il nostro produttore che sostituì Mario Cenci. Ogni settimana trasmettevano su radio Rai il brano che cominciò ad avere un discreto successo. Dopo circa 6 mesi, ci chiamarono per registrare un 33 giri con diverse covers tra le quali la più importante era il brano di Bob Dylan Blowin' in the Wind che titolava l'album, in quel 33 ci concessero di mettere 2 brani di Romolo e cioè Freebirds e Out of my Life e come promozione, siamo già nel Maggio 1974, andammo negli studi Rai di Milano per partecipare alla 21a puntata del Dirodorlando, una trasmissione per ragazzi condotta da Cino Tortorella. In seguito registrammo 2 cassette stereo 8 che andavano molto in quel periodo, sempre con covers scelte da loro di vari autori, ne cito qualcuna, Daniels di EltonJohn, Minds Games di John Lennon ed altre... In seguito sorsero tensioni fra di noi, poichè Romolo aveva composto una Rock Opera come si usava a quei tempi, dal titolo The Silor's Legend ma, la RCA aveva preparato per noi un brano inedito da lanciare alla grande, Romolo non era d'accordo e cominciarono le discussioni sul futuro del gruppo che ci portarono a sciogliere la formazione... Il resto è nella storia. Sono contento di aver dato spazio a te ed alla vostra musica perchè è giusto che anche le nuove generazioni sappiano quanto questo territorio in passato ha dato all'arte ed alla musica. ARCA del BLUES - Ottobre 2016 Nando Mancarella CONOSCERE LA CHITARRA 10 ARTE B BLU, BLUE, BLUES lu! Blu come il cielo o l’oceano. Blu come il sangue dei nobili. “Nel blu dipinto di blu”, cantava Domenico Modugno. Praticamente un colore, in realtà molto di più. L’umanità ha attribuito una considerevole importanza a questo colore, non solo perché si associa ad elementi affascinanti tipo il mare o il firmamento, ma il senso di regalità che conferiamo al blu è dipeso dalla sua rarità in natura. A differenza di altri colori, il blu non si ricavava dalle terre o da elementi vegetali o animali, bensì dal lapislazzulo ossia uno dei minerali più rari. Prima della sintesi chimica dei colori, per ottenere una tinta blu, era necessario mescolare olio di lino e polvere di lapislazzulo; questo procedimento rendeva il blu il colore più costoso in assoluto tra la gamma dei colori a olio ed era quindi usato con molta parsimonia, al contrario di colori come il marrone in cui bastava mescolare olio e terra. Il lapislazzulo era la pietra prediletta dai faraoni egizi ed è considerato dai buddisti uno dei sette tesori; anche il cristianesimo ha attribuito un valore simbolico molto forte divenendo, ad esempio, la tonalità principale del manto della Madonna intesa come Regina. Il lapislazzulo si trova in giacimenti soprattutto in Afghanistan, in Cina e Cile ed è presente anche in piccola parte nei vulcani campani e laziali. Si pensi che in antichità il lapislazzulo aveva un valore anche maggiore all’oro perciò spesso è stato utilizzato per identificare la divinità, sia cristiana che pagana. E’ doveroso ricordare due capolavori indiscussi dell’umanità: il ciclo con le Storie della vita di San Francesco ad Assisi diretto da Giotto nell’ultima decade del XIII secolo e la cappella sistina a Roma, i cui lavori sono stati diretti da Michelangelo Buonarroti tra il 1475 e il 1481. In entrambe le opere vi è una preponderanza di colore blu ottenuto dal lapislazzulo, questo proprio per identificarli come luoghi nevralgici della cristianità. Solo all’inizio del ‘700 si è potuto optare per un altro procedimento più economico per ottenere il blu, seppure più scuro e diverso dall’azzurro intenso del lapislazzulo, ossia il Blu di Prussia o Blu di Berlino che si ottiene per reazione tra il ferrocianuro di potassio e ioni di ferro. Il nome “di Prussia” si è diffuso poiché venne impiegato per colorare le divise dei gendarmi prussiani e napoleonici. Nonostante tutte queste caratteristiche il blu è considerato un “colore freddo” che da un lato conferisce pace ma anche tristezza, malinconia. Si pensi che nella prima produzione artistica di Pablo Picasso si riconosce sia il periodo blu, caratterizzato da temi malinconici, che rosa con opere dai temi più positivi e vitali. Un collegamento interessante in questo caso è con un genere musicale molto noto, ovvero il “Blues” che nasce come un canto popolare, afroamericano, in concomitanza con la necessità da parte della popolazione africana resa schia- ARCA del BLUES - Ottobre 2016 12 va di esternare il proprio lamento. Blues deriva dall'espressione "to have the blue devils" (avere i diavoli blu) col significato di "essere triste" e per questo motivo, nella lingua inglese il colore blu viene comunemente associato alla sofferenza, alla tristezza, all'infelicità e alla malinconia. Da qui nasce anche la base del genere, cioè la “blue note” che è una nota corrispondente a uno dei gradi III, V e VII della scala maggiore abbassata di circa un semitono cioè suonata o cantata in maniera leggermente calante (quindi, in definitiva, i gradi sono abbassati per meno di un semitono teorico). Le III, V e VII note corrispondo nella scala del Do a "Mi", "Sol" e "Si". Il significato dell'aggettivo inglese blue è connesso all'associazione tra il colore blu e un senso di nostalgia e tristezza tipico della musica afro-americana, così come essa era percepita dall'orecchio di uditori europei abituato alla dicotomia maggiore-minore. E’ doveroso ricordare il successo planetario di Domenico Modugno e Franco Migliacci “Nel blu dipinto di blu”, conosciuto anche come “Volare”. Nel tempo vi sono state diverse dichiarazioni degli autori sull’origine di questo brano, ma è significativo ricordare il riferimento di Migliacci con un’opera straordinaria di Marc Chagall “Le coq rouge dans la nuit”. Certamente rimane vivida la memoria di quel testo dove il colore è assoluto e legato al senso onirico di infinito, in particolare nel suo verso più celebre: “nel blu dipinto di blu, felice di stare lassù. E volavo…”. Gian Piero Personè MUSICA| RECENSIONE A LA VIA MAESTRA DEL RAP ll eyez on me anno di uscita 1996, più di dieci milioni di copie vendute e 9 dischi di platino, prodotto dalla “casa del gangsta rap” Death Row. 2pac è carico al massimo come una molla, e rilascia tutta l’energia e la rabbia accumulata durante il periodo di detenzione con questo album. Abbandona quasi completamente i 13 temi cervellotici e sentimentali presenti nelle raccolte precedenti e spara dritto sulla strada , sulle autorità che l’hanno tenuto in prigione, per “ingiuste cause”, e sull’ autocelebrazione; nei brani “Life goes on” e “I ain’t mad at cha” piccole parentesi su amici andati via prematuramente e per i suoi fratelli che sono riusciti ad uscire dai fanghi della strada. Le collaborazioni sono tutte mirate e di eccellenze del rap, presenti grandi baluardi come Snoop Dog e Dr Dree (tra l’altro produttore del cd) nelle canzoni “2 amerikaz most wanted” e “California love”. Pezzi immortali.Lo stile melodico è sempre una garanzia , miscela perfetta di rap ,funky e R&B che rendono la musica adatta per ogni situazione , a casa, in spiaggia, a lavoro o sorseggiando una birra, è sempre il momento giusto per ascoltare 2pac. Un album che se analizzato a pieno( specialmente nei testi) può risultare troppo aggressivo e rappresentante di uno stile di vita non certo da seguire, ma che sicuramente traccia un solco importante nella storia del rap con melodie uniche e un modo cavalcare la melodia inimitabile ,che molti “rapper” moderni farebbero bene a ripassare. Angelo Mariano MUSICA D TROYE SIVAN a star di YouTube ad ar tista più influente dell’anno, Troye Sivan nasce in Sud Africa, nel 1995, e all’età di 2 anni si trasferisce con la sua famiglia a Per th, in Australia. Sin da bambino si dedica al canto ma anche alla recitazione, ed è proprio grazie al ruolo di un giovane Wolverine, nel film “X-Men Origins: Wolverine” del 2009, che fa il suo debutto in ambito cinematografico. Ma è attraverso il suo canale YouTube che costruisce le fondamenta per la sua carriera musicale. Dopo aver rilasciato nel 2007, due EP prodotti indipendentemente, nel 2013, firma un contratto con la major label EMI Australia e pubblica un anno dopo il suo terzo EP, TRXYE. Nel 2015, Troye Sivan ritorna con il suo quar to EP, “WILD”, che insieme alla triologia dei video WILD, FOOLS e TALK ME DOWN, anticipa il suo nuovo album di debutto: “Blue Neighbourhood”. Il disco, contenente dieci brani, è del tutto autobiografico e racconta nei vari testi quelle che sono le emozioni caratteristiche dell’età adolescenziale, creando un’emotional roller coaster, che sfreccia tra fragilità, ansia, gioia ed esuberanza. “Blue Neighbourhood” rappresenta le varie sfaccettature della musica pop-elettronica ed è lo stesso Troye a parlare di un disco che è "lo specchio del pop del 2015": si spazia dalla electronic dance music (EDM) al synth pop, generi in cui i protagonisti sono i beat elettronici delle drum machine e i suoni anni ’80 dei synth e delle tastiere. Ed è proprio grazie all’innovazione delle sonorità proposte nelle varie tracce e alla sua timbrica vocale che è riuscito ad attirare un numero sempre maggiore di fan, che ha por tato alle stelle le views dei suoi video, e a scalare le classifiche internazionali, affermandosi come il nuovo fenomeno della musica elettronica. In definitiva, Troye Sivan è la dimostrazione del fatto che, sperimentando e contaminando generi differenti, si possa creare ancora della buona musica pop. Cesare Montinaro 14 “RESTART” IL BRANO ANTIBULLISMO DELL’ARTISTA CESARE d un anno di distanza dalla pubblicazione del suo EP “Cesare”, disco d’esordio per il giovane cantautore, Cesare ha rilasciato il suo nuovo singolo “Restart”. Il brano, frutto della collaborazione con Francesco Mancarella, produttore e arrangiatore del suo ultimo lead single “You Are My Grey”, si presenta inizialmente come una ballad, caratterizzata da sonorità evocative, in cui voce e pianoforte, da protagonisti assoluti, tessono le fila della storia, per poi approdare ad uno stile pop-elettronico ed a un beat che richiama, in maniera non evidente, la musica dance. “Una volta concluso e riletto il testo, ho percepito, sin dal primo verso, un legame profondo con questo brano. Ogni singola parola mi riportava a tutti quei momenti bui della mia vita, ma anche a tutte le volte in cui ho trovato la forza per combattere per quello in cui credevo” afferma Cesare in un’intervista. “Il mio obiettivo è diffondere, attraverso la musica, un messaggio di grande importanza come la lotta al bullismo”, un arduo compito che l’autore ha assegnato a questa canzone. “Per il titolo ho scelto una parola che ha per me un significato importante: ricominciare (in inglese restart). Credo che chiunque abbia fermato la propria vita a causa di altri, debba avere il coraggio di prendere in mano la situazione e ricominciare a vivere”, spiega Cesare, onorato dalla scelta dell’Arca del Blues nel produrre il brano, da “DiTUTTO” per aver firmato il progetto discografico e da “SBAM” e “MaBasta” per aver deciso di supportare il progetto.“Spero che Restart possa essere d’ispirazione per tutti, per dimostrare che ricominciando da sé stessi e accettando una mano dalle persone a noi care, si possono superare tutti gli ostacoli che si presentano nel nostro cammino”. Il brano si può acquistare su tutti i musical store. Info su www.ditutto.it DISCO | RECENSIONE A È un progetto discografico firmato da DiTUTTO e prodotto dall’Arca del Blues 16 MUSICA ! SCUOLA merita, merita non una semplice scuola di musica, ma tutto ciò che c’è oltre quelle pareti ovvero sacrifici, passione e un team di professionisti, qualificati YAMAHA che AMANO la MUSICA e che vogliono trasmettere questo amore a chiunque. Ho scelto di aprire una YAMAHA MUSIC SCHOOL perché i programmi educativi dedicati all’infanzia, che Yamaha propone nelle sue scuole di musica, tengono in debita considerazione le caratteristiche dei bambini in relazione alla loro età e alle loro caratteristiche «Fin da bambino ho sempre sognato di essere un musicista. A 4 anni iniziai a studiare il pianoforte col metodo tradizionale: tantissimi anni di sacrifici da parte dei miei genitori, dispendi economici e di energie per quella che stava pian piano diventando la mia passione più grande che non avrei mai lasciato per nulla al mondo. Mi ritrovo adesso a 23 anni a voler donare il mio amore per la Musica, quella con la “M” maiuscola, a tutti i bambini, i ragazzi, gli adulti che e psichiche. I principi pedagogici applicati desiderino assaporare la Bellezza di quest’Arte così fisiche nelle YAMAHA Music School tengono conto di un’educazione adeguata all’età, comprendono lezioni collettive e sviluppano la creatività. La YAMAHA MUSIC SCHOOL “Mille e Una Nota” propone corsi di musica classica, moderna e pop di tutti i principali strumenti musicali: batteria, chitarra classica, chitarra elettrica, pianoforte, tastiere, basso e canto. I Corsi sono rivolti a tutti: dai 4 anni di età ai 99 anni. I docenti formati utilizzano il metodo Yamaha, il più innovativo in assoluto tra tutti che propone un approccio molto concreto e pratico sullo strumento. Inoltre Le Mille e una Nota ti offre una preparazione completa per gli esami di ingresso nei Conservatori di Musica (OSA) e in più, in collaborazione con Arca del Blues, la realizzazione di registrazioni di brani inediti. Mi auguro che sia un lungo nobile (purtroppo non considerata tale da tutti nel cammino da fare insieme al mio Team Docenti, allo nostro Paese). Per questo motivo ho aperto la Staff e a voi per la Musica, quella Vera!» YAMAHA MUSIC SCHOOL “Mille e Una Nota” a Veglie in via Damiano Chiesa 54. Ho scelto Veglie, il mio AdB paese, perché oltre a rappresentare le mie radici, lo 17 ARCA del BLUES - Ottobre 2016 MUSICA | LA STORIA L LA SCRITTURA MUSICALE a scrittura musicale si è evoluta nel tempo, durante il quale sono andati a stabilirsi gli elementi primari (altezza, durata, intensità e timbro) e secondari (linee, segni, parole, abbreviazioni numeri e segni grafici). La scrittura musicale più antica è sicuramente quella alfabetica. I suoni venivano rappresentati tramite lettere dell’alfabeto collocate sopra le sillabe da cantare, mentre i valori erano raffigurati da linee e punti posti sopra le lettere stesse (fig.1). Questo sistema greco fu poi adottato dai latini e successivamente trasmesso agli studiosi del medioevo. Si sviluppò quindi un nuovo tipo di notazione che si basava su simboli grafici: i neumi (indicavano approssimativamente l’andamento della melodia (fig.2). Al sistema della notazione neumatica poi nacque la necessità di perfezionamento nell’altezza dei suoni. Il primo fu quello di utilizzare sul testo da cantare una linea rossa che prendeva il nome FA per definire un punto di riferimento, e successivamente quello di aggiungere una linea di colore giallo detta DO. Nel corso tempo andarono ad aggiungersi altre linee, fino ad arrivare alla nascita del vero e proprio rigo musicale quando Guido d’Arezzo propose l’adozione del tetragramma (rigo di quattro linee (fig.3), che poteva essere attraversato verticalmente da stanghette per dividere tra loro le frasi musicali. Guido d’Arezzo, oltre ad aver definito il tetragramma, diede pure il nome alle prime sei note (esacordo) traendole dalle prime sillabe di un inno dedicato a S. Giovanni. Con questo nuovo tipo di notazione si poteva indicare con precisione la melodia dal punto di vista dell’altezza. Rimaneva da definire quindi la figura 1 figura 2 figura 3 ARCA del BLUES - Ottobre 2016 18 MUSICA | LA STORIA figura 4 figura 5 19 durata. Nel gregoriano (genere musicale vocale nato nel VIII secolo) il ritmo era molto relativo essendo che era sostanzialmente affidato all’orecchio che con una certa libertà seguiva gli accenti delle parole. Questa libertà però andò a svanire con la nascita della polifonia(stile compositivo a 2 o più voci indipendenti) perché era necessario far andare insieme voci diverse con parole diverse. Si ebbe così la necessità, quindi, di stabilire dei segni per indicare la durata delle note (fig.4). Intanto andarono ad aumentare le linee destinate a precisare nuove altezze sonore, fino a quando nel cinquecento il teorico musicale Giuseppe Zarlino definì il nostro attuale pentagramma musicale (fig.5) con l’uso di segni grafici o figure musicali per rappresentare suoni o pause di silenzio di varia durata, aggiungendo al tutto la settima nota della scala: il SI. Con l’invenzione della stampa nel XVI secolo prese definitivamente forma la grafia sonora totale, che ha contribuito alla nascita di grandi capolavori della musica europea e all’evoluzione del linguaggio musicale che è andato negli anni via via raffinandosi. Lorenzo Mancarella ARCA DEL BLUES | NEWS INAUGURATA LA SEDE BRINDISINA DELL’ARCA DEL BLUES S L’Arca del Blues 2, guidata da Francesca Miccoli, apre le porte a San Pietro Vernotico, ed offre corsi di canto e servizi di produzione musicale abato 17 settembre alle 19.30 è stata inaugurata la nuova sede dell’Arca del Blues, una tra le maggiori realtà artistiche pugliesi di formazione e produzione musicale. La sede dell’Arca del Blues 2 è situata a San Pietro Vernotico (BR), in via Carrozzo 25, ed è guidata dalla direzione artistica di Francesca Miccoli. Le iscrizioni ai corsi di canto e strumento sono state aperte lunedì 19 settembre. Sono quindi disponibili anche nel territorio brindisino gli stessi servizi offerti dalla storica sede leccese: corsi di canto, pop e lirico, e di strumento (pianoforte, chitarra, violino, basso, batteria, ecc.), condotti da maestri professionisti del settore. La stessa Francesca Miccoli, che cura anche il corso di canto pop, è cresciuta artisticamente sotto la produzione discografica dell’Arca del Blues e del suo direttore Nando Mancarella, e studia canto jazz al conservatorio di Taranto. Nel suo curriculum c’è la vittoria dell’edizione 2014 del FestivalShow, rassegna musicale itinerante che ha preso il posto del Festivalbar, per la cui serata finale si è esibita sul palco dell’Arena di Verona con il brano “Il Carillon dei Compromessi”. Ha anche disputato una sfida all’interno del programma Amici di Maria De Filippi. Ma non vi è spazio solo per lezioni e formazione: L’Arca del Blues 2 offre tutti i servizi legati alla produzione televisiva e musicale (studio di registrazione, produzione videoclip e cortometraggi) e all’etichetta discografica (consulenza artistica, stampa e pubblicazione di dischi). Senza dimenticare la produzione della rivista bimestrale L’Arca del Blues – Musica e Spettacolo, distribuita in tutto il Salento, e la web radio Arca del Blues in onda sulla piattaforma Spreaker. Tra le produzioni dell’etichetta discografica Arca del Blues si ricordano i singoli di Cesare Montinaro, tra cui “Restart”, messaggio di lotta contro il bullismo lanciato dalla testata DiTutto.it, e “Illusione” dei Kayssah, finalisti dell’edizione 2015 del FestivalShow. Tutte le produzioni discografiche dell’Arca del Blues sono acquistabili su iTunes, anche tramite il sito ufficiale www.arcadelblues.it Bianca Chiriatti ARCA del BLUES - Ottobre 2016 20 MUSICA | REPORTAGE C ’è qualcosa che rende davvero magico un concerto di Vasco ed è quel senso di appartenenza che si crea tra il pubblico, la band e il mitico cantante di Zocca. Il concerto è basta, non pensano alla sua persona, pensano solo al modo in cui canta, alla capacità che ha di far breccia nei loro cuori, amano Vasco a prescindere. Vasco con i suoi testi si mette a nudo, mette in come un’onda emotiva tra il palco e la gente e le canzoni sono un momento di condivisione assoluta. “Si prova un emozione talmente forte, è un’energia che arriva talmente potente che è chiaro che è come una droga pesante […] che quando stai lì ti aiuta tantissimo, perché quell’energia non riusciresti ad averla normalmente.” È così che descrive un suo concerto il Komandante. I fan amano Vasco e mostra pregi e difetti, forze e debolezze, momenti belli e momenti brutti; il suo pubblico lo ama perché mette in mostra tutto ciò perché si immedesima, trova punti in comune in quei testi sentendosi meno diverso, meno solo. Vasco riesce ad essere quei momenti in cui hai bisogno di sentire le sue canzoni, di sentire qualcosa che ti capisce e ti assomiglia. Il cantante di Zocca ha dimostrato come fare Il più grande evento di quest’estate, i quattro concerti di Vasco Rossi allo Stadio Olimpico di Roma ARCA del BLUES - Ottobre 2016 22 numeri record, come riempire gli stadi e come riempirli per quattro giorni. Tutto ciò è riuscito perché Vasco è vero, sa cosa fare, sa quali obiettivi deve raggiungere, sa come toccare le emozioni dei suoi fan. Il suo effetto trasversale colpisce diverse generazioni e diverse par ti d’Italia e del mondo. Il popolo di Vasco è talmente vasto e diverso che non si può negare la passione che mette in ogni sua canzone e l’af- fetto che riesce a trasmettere. Non importa se le frasi dei testi non sono legate, è proprio quello l’obiettivo del cantante, cercare di usare quanto più impressionismo possibile, in modo tale da dare la possibilità al suo pubblico di riempire gli spazi tra le frasi con la propria immaginazione. Ogni concerto è uguale ma profondamente diverso. Ogni volta è come la prima volta. La fase finale del concerto è la parte più bella e affascinante di tutto il concerto, quando tutto il suo pubblico si unisce in un’unica voce per accompagnare Vasco nell’esecuzione di “Albachiara” ed è questo che ti fa capire di come tutto sia perfettamente unico. Vasco non è l’unico rocker italiano ma certo il più grande. Marco Malecore Foto: pagina fb Vasco Rossi