Articolo spaghetti blues

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Articolo spaghetti blues
Cari ragazzi è un bel po’ di tempo che non ci sentiamo, e sono contento di avere la possibilità di rispondere
a questo ormai annoso quesito che Voi proponete.
Come dicevo questi problemi, anche se forse prima in forma meno appariscente, sono sempre esistiti.
I musicisti non professionisti o professionisti diciamo , prostitute della musica, che si svendono suonando nei
locali o nei festival per poco o niente ci sono sempre stati.
Forse non sapete che quest'anno ricorre il quarantennale da quando ho cominciato a suonare il Blues,
quindi probabilmente sono forse uno dei primi che ha cercato di suonare e di proporre questo genere
musicale in Italia, poi nel 1971 ho incontrato Cooper Terry e ilo resto ormai è la storia del Blues in Italia.
Tutto ciò non per elogiare me stesso, ma per far capire che negli gli anni che ho vissuto in questo mondo
problemi come quelli da voi esposti si sono continuamente ripetuti senza che mai se ne sia trovata una
soluzione.
Avete diviso i vari tipi di pseudo-musicisti, ma fondamentalmente le differenze tra loro sono poche, in tutti
casi sono persone che non capiscono i seri problemi che creano al nostro mondo.
Molti pensano che il blues sia una musica facile da suonare, non rendendosi conto che le difficoltà non sono
nel fare il classico giro, ma il modo in cui ciò viene fatto: il groove, il walking, lo swing il cuore e quindi l'anima
e perché no anche la tecnica e l'esperienza non sono cose che si improvvisano, o li hai o non li hai ed il
pubblico anche se spesso incompetente lo sente e si accorge di chi e cosa sta ascoltando.
Rimane comunque il fatto che oggi stiamo vivendo un momento molto particolare, la crisi si sente in tutti i
settori e nel nostro in particolare, visto poi che noi proponiamo anche cultura e come sappiamo tutti la
cultura nella nostra società è la prima cosa che viene sacrificata.
Chi organizza sia nei locali che nei festival ormai pensa esclusivamente all'aspetto commerciale e della parte
artistica non gliene frega più niente, senza contare che il nostro genere musicale assolutamente non
pubblicizzato dai max-media e poco conosciuto e di conseguenza è mancato il ricambio generazionale, i
giovani molto spesso o non conoscono il genere o ne hanno un idea assolutamente distorta.
Lo stesso vale per le nuove generazione di musicisti, almeno in parte, che spesso non conoscendo la
tradizione e le radici del blues non fanno altro che rifare delle cover di cover di altri musicisti più famosi che
si rifanno alla tradizione, ma già riarrangiando brani arcaici scritti dai grandi del blues.
Quindi il problema è non avere la conoscenza della letteratura musicale della tradizione, e di conseguenza
spesso questi nuovi gruppi sono alla stesso livello delle cover band di altri generi musicali, suonando non del
blues, ma delle canzoni di blues, non so se sono stato chiaro.
Tra altro anche io che per molti anni ho vissuto solo di musica, da parecchio tempo però per poter
continuare a fare la musica che amo ho dovuto intraprendere un altra professione, che mi consente di avere
almeno una certa sicurezza per me e per la mia famiglia; fortunatamente insegnando ho molto tempo libero
per dedicarmi al blues.
Ma come forse sapete per poter continuare ad alti livelli devo dedicarmi non solo a suonare, ma anche ad
organizzare trovando concerti e diversificando le proposte della mia Band la "Nite Life" con molti artisti,
bluesmen, diversi per poter continuare a restare in qualche modo, brutta parola, nel mercato.
Non si può più pensare di poter fare questo mestiere senza essere in parte anche PR e manager di se
stessi, trovare un agenzia che si occupi dei bluesmen italiani è sempre stato un impresa ed ora più di un
tempo, nessuno ti viene a cercare se non sa chi sei, bisogna suonare in giro per farsi conoscere, la gavetta
è indispensabile. Bisogna ammettere però che oggi è molto più difficile di un tempo anche per me che suono
con una Band e con degli artisti conosciuti e di alto livello. Per poter fare un decimo dei concerti che facevo
fino a pochi anni fa , mi devo fare un mazzo incredibile, e spesso penso che non so quanto alla fine ne valga
ancora la pena. Quello che non mi fa desistere è ancora la passione e l'amore che ho per il blues e perché
no anche il fatto che ancora mi diverto un casino non suolo a suonare, ma anche a fare la vita del musicista,
l'unica vera menata è trovare le serate e gestire il gruppo, ma d’altronde questa è l'unica soluzione per poter
continuare ad essere ancora "ON THE ROAD"
Grandi soluzioni purtroppo non ne vedo, l’unica penso sia quella di continuare ad amare il blues e cercare di
fare di tutto, sia da parte dei musicisti che degli addetti ai lavori, per poter far conoscere ed apprezzare
questo a genere a più gente possibile, le difficoltà ci sono e non sono poche, ma anche grazie ad iniziative
come la vostra forse possono essere utili per cercare di migliorare la situazione. Parlandone poi forse anche
gli pseudo-musicisti prima o poi si renderanno conto che il loro atteggiamento è controproducente non solo
per i professionisti, ma anche per loro stessi.
Certo che se tutti noi musicisti riuscissimo ad avere un sindacato valido che sapesse rappresentarci le cose
potrebbero essere più facili e migliorare, ma qui siamo forse nel campo della fantascienza, ma chissà se un
giorno forse, cerchiamo di essere nonostante tutto ottimisti.
Un caro abbraccio spero di vedervi presto .
Lillo Rogati
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