MERCATO DEL LAVORO • DOMANDA DI LAVORO Focalizzando l’attenzione sul mercato del lavoro, il comportamento della singola impresa, caratterizzato dalla scelta del livello di produzione ottimo che massimizza i profitti , non cambia. Se la produzione è funzione del solo fattore lavoro , cioè , allora il costo della produzione non è altro che il costo del lavoro: dove è il salario nominale. Al fine di dare alla funzione di produzione una forma funzionale allo stesso tempo realistica (compatibile cioè con i rendimenti marginali decrescenti) e semplice da manipolare analiticamente, si ipotizza che: la produttività marginale del lavoro è quindi pari a: La regola ottima che consente alla impresa di massimizzare i profitti è identica a quella già studiata (ora l’impresa sceglie la quantità del fattore lavoro da utilizzare nella produzione): La individua la scelta ottima dell’impresa: i profitti sono massimizzati quando l’impresa sceglie una domanda di lavoro tale per cui il valore della produttività marginale è pari al salario nominale. La regola è spesso espressa come l’uguaglianza tra salario reale (il rapporto tra salario nominale e prezzo) e produttività marginale del lavoro:1 Dalla o dalla è possibile ricavare la domanda di lavoro dell’impresa: Ovviamente decrescente nel salario (sia nominale che reale). Esercizio 1. Sia la funzione di produzione di una certa impresa operante in un mercato di concorrenza perfetta. Sapendo che il salario nominale è pari a e il prezzo pari a , si determini la domanda di lavoro ottimale dell’impresa. L’impresa fa profitti o perdite ? 1 Nell'ipotesi di concorrenza perfetta sul mercato dei beni e di massimizzazione dei profitti, la condizione che definisce il volume di lavoro impiegabile dall'impresa è l’uguaglianza tra produttività marginale e costo marginale del fattore lavoro (cioè il salario). 1 Utilizzando la regola prima introdotta si ricava che . • . L’impresa fa profitti, infatti EQUILIBRIO NEL MERCATO DEL LAVORO Esercizio 2. La domanda e l'offerta di lavoro sono date dalle seguenti equazioni: dove (il numero di lavoratori che le imprese sono intenzionate ad assumere) è decrescente (il numero di individui che vogliono lavorare) è invece crescente in nel salario reale, mentre . Si determini: (1) il salario reale di mercato; (2) il nuovo equilibrio in corrispondenza di un salario reale pari a . (1) ; . (2) Un salario più alto di quello di mercato riduce la domanda di lavoro dell’impresa e determina un eccesso di offerta di lavoro, che si traduce in una disoccupazione “involontaria” positiva pari alla differenza tra offerta e domanda di lavoro: . In pratica è il numero di lavoratori che al salario corrente sono disposti a lavorare ma non riescono a trovare un impiego. Si noti che in questo caso parliamo di disoccupazione involontaria perchè anche nel caso (1) esisteva disoccupazione ma “volontaria”. Per cogliere la differenza tra i due tipi di disoccupazione utilizziamo una semplice analisi grafica. Si supponga che il salario a cui siano disposti a lavorare sia proprio . Nel primo caso (grafico a sinistra), la loro disoccupazione è “volontaria” (il salario di mercato è ritenuto troppo basso); mentre, nel secondo caso (grafico a destra), essi vorrebbero lavorare ma non 2 trovano occupazione dal momento che l’impresa ha ridotto la domanda di lavoro proprio in conseguenza dell’incremento del salario reale. Esercizio 3. Il prodotto marginale di una impresa con lavoratori è pari a . Si determini: (1) L’occupazione in corrispondenza di un salario reale pari a ; (2) L’occupazione in corrispondenza di un salario nominale pari a euro e un prezzo del bene prodotto pari a ; (3) La funzione della domanda di lavoro dell’impresa; (4) il salario di equilibrio in . corrispondenza di un’offerta di lavoro pari a (3) L’impresa dovrebbe strategicamente assumere lavoratori fin tanto che il prodotto marginale eccede il salario reale. Pertanto, se il salario reale è pari a 20, l’impresa assumerà lavoratori , e bloccherà le assunzioni quando . Per trovare il livello di finché occupazione, si risolve per (4) la precedente equazione, ottenendo . . Si noti che il risultato è identico al precedente. (5) Dalla scelta ottima dell’impresa che richiede l’uguaglianza tra salario reale e produttività marginale del lavoro , , si ricava la funzione della domanda di lavoro dell’impresa: , ovviamente decrescente nel salario reale. (6) • DISOCCUPAZIONE Esercizio 4. Due economie hanno lo stello livello di produzione potenziale a cui stanno producendo (in sostanza, hanno la stessa disoccupazione strutturale e la loro disoccupazione ciclica è zero dal momento che non stanno sperimentando periodi di recessione e/o espansione). Tuttavia, le loro dinamiche occupazionali interne sono molto differenti: nella prima economia, la percentuale di flussi in entrata nella disoccupazione (licenziamenti) è pari al 37%, mentre è pari al 2,5% nella seconda. I flussi in uscita (assunzioni) sono pari al 35,5% nella prima e all’1% nella seconda. In quale delle due economie è preferibile cercare lavoro ? (Suggerimento: si confrontino le loro disoccupazioni frizionali calcolate come differenza tra flussi in entrata e in uscita dalla disoccupazione). Le due economie hanno anche lo stesso livello di disoccupazione frizionale. Tuttavia, è preferibile cercare lavoro nell’economia più “dinamica” (dove cioè sono maggiori i flussi in entrata e uscita dalla disoccupazione). 3