trentamila vitamine perdute

annuncio pubblicitario
TRENTAMILA VITAMINE PERDUTE
Tratto dal libro "Diventa medico di te stesso" di Giuseppe Nacci, medico chirurgo, specializzato
in medicina nucleare, ricercatore, scienziato.
La razza umana ha perso milioni di anni fa, come la scimmia,la capacità di sintetizzare
moltissime sostanze vitali, sostanze che trovava abitualmente nella frutta e nelle verdure
fresche delle grandi foreste africane. Queste sostanze, essenziali per la vita, si chiamano oggi
"vitamine" e sono decine di migliaia, in gran parte ancora da studiare.
Un semplice pomodoro, appena colto da una pianta su un terreno assolutamente privo di
sostanze tossiche, può contenere fino a 10.000 sostanze chimiche naturali diverse, ognuna
delle quali è una vitamina, cioè un fattore coenzimatico o un antiossidante. Ciò vale per tutte
le verdure, i frutti, gli ortaggi, i tuberi.
Ciascuno di noi dovrebbe consumare obbligatoriamente vegetali freschi, cioè frutta fresca,
ortaggi freschi, tuberi freschi, verdure fresche. Dopo una settimana di frigo le verdure perdono
il 25% di vitamina C e l'80% dopo un'altra settimana.
Dopo tre ore di frigo una macedonia ha perso praticamente tutti i suoi valori nutritivi
vitaminici. Occorre inoltre fare in modo che le persone possano nutrirsi di cibo assolutamente
privo pesticidi, erbicidi, colle, antigermoglianti, ecc.
L'utilizzo di fertilizzanti impedisce alle piante di assorbire dal terreno i minerali più importanti,
come ad esempio il selenio, il germanio, il ferro, ecc. L'uso massiccio di concime azotato,
eseguito per potenziare la resa dei vegetali, fa aumentare la resa delle sostanze azotate in essi
contenuti. Di qui la grave realtà di ortaggi resi più ricchi di azoto, ma con altrettanto grave
problema che, se non vengono conservati con modalità idonee, e se non vengono consumati in
tempi brevi dopo la raccolta, finiscono per produrre nitrati e nitriti all'interno dello stesso
vegetale, con potenziali conseguenze tossiche e immuno-depressive.
Oltre 200 studi hanno messo in evidenza la relazione fra cancro e diete povere di frutta e
verdure fresche. La prevenzione del cancro si fa con una alimentazione ricca di alimenti freschi,
vitaminici, antiossidanti, ma per questo occorre che i vegetali non siano inquinati.
La moderna agricoltura ha come scopo il massimo rendimento per l'agricoltore, a prescindere
dalla qualità del cibo ottenuto. Egli pertanto non ha alcuno scrupolo ad utilizzare sostanze
chimiche totalmente estranee al ciclo biologico della pianta, con conseguenze disastrose per
l'equilibrio biologico della terra, sottoposta a questi trattamenti intensivi. Sostanze come
pesticidi e diserbanti lasciano residui nei cibi, dando luogo a tumori.
Soltanto in Italia, nel 1985 si impiegavano circa 10 chili di pesticidi per ettaro coltivato. Oggi
molti di più. Un elenco molto parziale di pesticidi noti o sospetti di indurre tumori nell'uomo
sono i seguenti (segue un elenco di 53 pesticidi normalmente usati). Inoltre la tecnica
produttiva propria dell'agricoltura chimica, oltre a produrre cibo avvelenato, produce anche
cibo povero di principi vitaminici, fattori co-enzimatici e sali minerali essenziali.
La coltivazione intensiva, la selezione forzata di varietà precocemente e abbondantemente
produttive, lo sconvolgimento del sistema biologico di controllo degli insetti e dei parassiti
(siepi, varietà colturali, uccelli, piccoli predatori naturali scomparsi, ecc.) rendono necessario
trattare i frutteti con insetticidi e anticrittogamici per decine e decine di volte nel corso
dell'anno. Le sostanze utilizzate oggi sono di tipo “sistemico”; vengono cioè spruzzate sulle
foglie e, attraverso queste, assorbite e trasportate con la linfa a impregnare tutta la pianta
frutta compresa.
Non ha quindi più senso pensare di modificare in modo sostanziale l'inquinamento di un frutto
semplicemente sbucciandolo o lavandolo sotto l'acqua di casa, fra l'altro spesso clorata o
fluorizzata. La scelta veramente risolutiva consiste nel consumare frutta coltivata con sistemi
biologici.
Giuseppe Nacci
Scarica