Università degli Studi di Roma Tor Vergata Dipartimento di Ing. Elettronica corso di ELETTRONICA APPLICATA Prof. Franco GIANNINI Retroazione 1 Amplificatori a retroazione (I) L’introduzione di una controreazione in un amplificatore ne modifica le caratteristiche in modo che dipende sia da come si preleva il segnale di uscita (campionamento) sia da come lo si riporta in ingresso (confronto). Prima di esaminare i diversi tipi di retroazione è perciò opportuno individuare quelle che sono le proprietà dei vari tipi di amplificatori non retroazionati, per capire come la retroazione le modifichi. A tal proposito distinguiamo 4 tipi di amplificatori: di tensione, di corrente, di transconduttanza, di transresistenza. Amplificatore di Tensione: e’ un amplificatore che dà in uscita una tensione proporzionale alla tensione di ingresso: RS vs vi vO = Av Ro Ri Avvi RL vo RL Ri vs = Av' vs RL + R0 Ri + Rs da cui se Ri>>RS e Ro<<RL (caso ideale Ri=∞ e Ro=0) vo ≅ Avvs sicché la costante di proporzionalità tra le due tensioni è indipendente dalla resistenza di carico e di sorgente. A cura dell’Ing. A. Ticconi 2 Amplificatori a retroazione (II) Amplificatore di Corrente: e’ un amplificatore che dà in uscita una corrente proporzionale alla corrente di ingresso: io ii is RS Ri Aiii RL Ro Ro Rs i = Ai' is Ro + RL Rs + Ri s io ≅ Aii s da cui se Rs>>Ri e Ro>>RL (caso ideale Ri=0 e Ro=∞) io = Ai sicché la costante di proporzionalità tra le due correnti è indipendente dalle resistenze di carico e di sorgente. Amplificatore di Transconduttanza: e’ un amplificatore che dà in uscita una corrente proporzionale alla tensione di ingresso: RS io Ro vs vi io = Gm Ri Gmvi RL Ri Ro vs = Gm' vs Ri + Rs Ro + RL io ≅ Gmvs da cui se Rs<<Ri e RL<<Ro (caso ideale Ri=∞ e Ro=∞) sicché la costante di proporzionalità tra corrente d’uscita e tensione d’ingresso è indipendente dalle resistenze di carico e di sorgente. A cura dell’Ing. A. Ticconi 3 Amplificatori a retroazione (IV) Amplificatore di Transresistenza: e’ un amplificatore che dà in uscita una tensione proporzionale alla corrente di ingresso: ii + is RS Ri - vo = Rm Ro Rmii RL vo RL Rs is = Rm' is Rs + Ri Ro + RL da cui se Rs>>Ri e RL>>Ro (caso ideale Ri=0 e Ro=0) vo ≅ Rmis sicché la costante di proporzionalità tra la tensione d’uscita e la corrente d’ingresso è indipendente dalle resistenze di carico e di sorgente. A cura dell’Ing. A. Ticconi 4 Concetto di controreazione (I) Gli amplificatori reali non sempre soddisfano le condizioni di un “buon” amplificatore di corrente, tensione, transconduttanza, transresistenza. Si può allora pensare di prelevare una parte del segnale di uscita e di riportarlo in ingresso in modo da modificare l’amplificatore di partenza e di avvicinare le prestazioni al case ideale. iS vS S Confronto io i ii Amplificatore (A) vi v Campionamento vo if vf Rete di Retroazione Nello schema di un normale amplificatore sono inserite, oltre alla rete di retroazione che può contenere sia elementi passivi che attivi, le reti che eseguono la comparazione (in serie o parallelo) ed il campionamento (in serie o parallelo) dei segnali. iS RS + - vS RS RL RL Sulla base dello schema di partenza, è possibile definire sia un legame tra le grandezze di ingresso e di uscita dell’amplificatore non reazionato, sia tra la corrente o tensione d’uscita e la corrente o tensione di sorgente. Generalizziamo i legami introducendo la quantità A che potrà di volta in volta v , i i v e A per vo , io , io , vo . rappresentare: , , f vi ii vi ii vs is vs is A cura dell’Ing. A. Ticconi 5 Concetto di controreazione (II) Nel caso ideale, la relazione tra Af ed A si ricava a partire dallo schema seguente nell’ipotesi che i blocchi A e β siano unidirezionali xs + xo xd A xf B Avremo allora, essendo xd=xs-xf e ponendo x0=Afxs: ( xo = A xs − x f Da cui xo = A x e quindi: 1+ β A s Af = ) x f = β xo A 1+ β A Dove la quantità –βA è chiamata guadagno d’anello del sistema e la quantità D=1-(- βA ) è il fattore di desensibilizzazione del sistema, spesso espresso in forma logaritmica (dB): N = −20log D = 20log A f (* ) A Il fattore D è fondamentale nello studio degli amplificatori reazionati perché entra praticamente in tutte le relazioni che ne caratterizzano le prestazioni. (* ) Se N<0 la controreazione è negativa (Af<A) A cura dell’Ing. A. Ticconi 6 Concetto di controreazione (III) Esaminiamo ora il caso reale di un amplificatore di transresistenza caricato da una rete di retroazione e cerchiamo il legame tra l’ingresso e l’uscita iS ii A’ RS RL vo β’ Caratterizziamo le due reti con le matrici ammettenze di corto circuito ⎡⎣YA' ⎤⎦ ⎡⎣YB ' ⎤⎦ e facciamo l’ipotesi che le due reti in parallelo si comportino ancora come reti due porte. Avremo: ⎡Gs ⎡Y ⎤ = ⎡Y ⎤ + ⎡Y ⎤ + ⎡G ⎤ ⎡ ⎤ = G ⎣ ⎦ ⎢0 ⎢⎣ f ⎥⎦ ⎣ A ' ⎦ ⎣⎢ β ' ⎦⎥ ⎣ ⎦ dove ⎣⎢ Quanto alla transresistenza dell’amplificatore controreazionato sarà: Z 21 f = essendo ∆Yf il determinante di [Yf]. Sarà perciò: Z 21 f = − (G + Y s 11 A ' Y vo = − 21 f is c.e. ∆Y f Y21A' + Y21β ' )( 0⎤ ⎥ GL ⎦⎥ ) ( )( + Y11β ' GL + Y22 A' + Y22 β ' − Y21A' + Y21β ' Y12 A' + Y12 β ' ) che introducendo le ipotesi di unidirezionalità: Y21β ' << Y12β ' Y21A' >> Y12 A' ed assumendo quindi: Y12 A' << Y12 β ' Y21β ' << Y21A' diventa Z 21 f ≅ − A cura dell’Ing. A. Ticconi (G + Y s 11 A ' + Y11β ' )( Y21A' GL + Y22 A' + Y22 β ' − Y21A'Y12 β ' ) 7 Concetto di controreazione (IV) Scriviamo ora la transimpedenza Z21f nella forma Z 21 f −Y21A' Gs + Y11A' + Y11β ' GL + Y22 A' + Y22 β ' = −Y21A' 1 + Y12 β ' Gs + Y11A' + Y11β ' GL + Y22 A' + Y22 β ' )( ( ) )( ( ) E confrontiamola con il risultato ottenuto con lo schema di principio Af = A 1+ β A È facile osservare che i risultati ottenibili con tale schema sono estensibili al caso esaminato se si pone: A=− ( −Y21A' Gs + Y11A' + Y11β ' GL + Y22 A' + Y22 β ' )( ) β = Y12β ' In altre parole il legame ingresso-uscita dell’amplificatore “A” è quello dell’amplificatore di partenza ma caricato dalle resistenze RS ed RL nonché dalle ammettenze di ingresso e di uscita della rete di retroazione. La rete di retroazione “β” si riduce invece alla sola ammettenza di trasferimento e non è più quindi una rete fisicamente realizzabile, ma solo quello che ne rimane avendo tolto “Y21β’” per l’ipotesi di unidirezionalità e “Y11β’” e “Y22β’” che Vengono inglobate nell’amplificatore “A” A cura dell’Ing. A. Ticconi ii Y11β’ RSY11A’ Y22A’ A Y22β’ RL vu vi Y21A’vi B Y12β’v2 v2=-vu 8 Concetto di controreazione (V) ii ii iS RS A’ Y11β’ RSY11A’ vo RL Y22A’ A Y22β’ RL vu vi Y21A’vi β’ B Y12β’v2 v2=-vu ⎡Y + Y11β ' + GS ⎡ ⎤ ⎢ 11A' ⎢Y f ⎥ = ⎢ ⎣ ⎦ ⎢ Y ' + Y21β ' A 21 ⎣⎢ ⎡Y + Y11β ' + GS ⎢ 11A' =⎢ Y21A' ⎢ ⎢⎣ = ⎡⎢YA ⎤⎥ + ⎡⎢YB ⎤⎥ ⎦ ⎣ ⎦ ⎣ A cura dell’Ing. A. Ticconi Y12 A' + Y12β ' ⎤ ⎥ ⎥= Y22 A' + Y22β ' + GL ⎥ ⎦⎥ ⎤ ⎡ ⎥ ⎢0 ⎥+⎢ Y22 A' + Y22β ' + GL ⎥ ⎢0 ⎥⎦ ⎣ 0 Y12β ' ⎤⎥ 0 ⎥= ⎥⎦ 9 Concetto di controreazione (VI) v1 = h111 i + h12v2 i2 = h211 i + h22v2 v2 = k11i2 + k12v1 i1 = k21i2 + k22v1 1 Parallelo Parallelo Rete β 2 Y ⎤⎥ Y12β Rmf − R −1 R 3 A cura dell’Ing. A. Ticconi ⎡ ⎢ ⎣ ⎦ 10 Concetto di controreazione (VII) A Y12β A = Rm Z12β A = Gm h12β A = Av k12β A = Ai β A β A β A β 1/Y12β Se A corrispondente è >>1 allora: Af= A cura dell’Ing. A. Ticconi 1/Z12β 1/h12β 1/k12β 11 Proprietà generali della controreazione negativa Premesso che quanto visto per l’amplificatore di transresistenza vale per tutti i tipi di amplificatore controreazionati che verifichino le seguenti condizioni: A) B) C) Il blocco A è unidirezionale (nel caso visto y12A>>y12A ) Il blocco β è unidirezionale (nel caso visto y12β>>y12 β ) Le due reti A e β interconnesse si comportano ancora come reti due porte (vale cioè [Kf](*)= [KA] + [Kβ] ) Esaminiamo i principali effetti della controreazione negativa. Questo tipo di controreazione infatti modifica il comportamento dell’amplificatore producendo uno o più dei seguenti effetti: 1) 2) 3) 4) 5) 6) Stabilizzazione del punto di lavoro Stabilizzazionde del guadagno Variazione della resistenza d’ingresso e/o d’uscita Riduzione degli effetti dei disturbi Riduzione delle distorsioni di non linearità Modifica della risposta in frequenza Quanto detto è in gran parte legato alla seguente osservazione: se |A β |>>1 si ha che Af = A 1 1+ β A β In altre parole le proprietà dell’amplificatore controreazionato dipendono, in questo caso, solo dalla rete di retroazione che, essendo in genere passiva, può realizzarsi con caratteristiche di precisione e stabilità molto migliori del blocco principale A. (*): Con [Kf] si è indicata la rappresentazione matriciale, relativa al tipo di connessione delle due reti, per la quale vale la relazione di somma indicata A cura dell’Ing. A. Ticconi 12 Sensibilità degli amplificatori controreazionati (I) Valutiamo la sensibilità di un amplificatore controreazionato alle variazioni di A e β. Si ha dAf d Af A = A= 1 = dA dA 1 + β A 1 + β A 2 A A(1 + β A) ( ) dAf Af A dAf − A2 β dA 1 β = = − = 2 β β β 1 β + d A Af 1 + β A A (1 + β A) da cui e quindi dA f ≅ − dβ Af β In altre parole la controreazione “desensibilizza” l’amplificatore rispetto alle variazioni del guadagno a catena aperta A ma non ha effetto sulle variazioni della rete di retroazione,che dovrà perciò essere molto stabile. Esaminiamo ora il caso di un amplificatore multi-stadio e confrontiamo, nell’ipotesi Af1= Af2, le due situazioni indicate A Af1 + - A β + - f2 + A - β A + - A A βt β ⎛ A ⎞ Af 1 = ⎜⎜ ⎟⎟ ⎝1+ β A ⎠ n A cura dell’Ing. A. Ticconi A Af 2 = An 1 + βt An 13 Sensibilità degli amplificatori controreazionati (II) dA . Avremo: A n dA = n 1 + βt A A Calcoliamo la sensibilità dei due amplificatori ad una variazione dA f 1 n dA = Af 1 1 + β A A ora, dalla condizione Af1=Af2, si ha: (1 + β A) dA f 2 Af 2 n = 1 + βt An per cui: dA f 2 dA f 1 1 = A f 2 (1 + β A)n−1 A f 1 da cui si ricava che una unica controreazione in una cascata di amplificatori è più efficace della cascata di amplificatori singolarmente controreazionati. Analoga desensibilizzazione si ottiene, nei confronti dei disturbi, controreazionando opportunamente un amplificatore. Fissiamo l’attenzione sulla distorsione che, come sappiamo, dipende dall’ampiezza del segnale ed è perciò particolarmente importante nell’ultimo stadio e negli amplificatori di potenza: N’i Ni S’i A S o = AS i + So ,N o No = Ni S’i + - A + S’o ,N’o β N o' = N i' 1 + βA S o' = AS i' 1 + βA Il confronto tra i due casi può farsi supponendo uguali le uscite (So=So’) oppure uguali agli ingressi (Si=Si’) 1) So=So’: in questo caso anche Ni=Ni’ poiché dipendono dall’ampiezza del segnale in uscita. Si ha però Si’=(1+βA)Si e quindi S’/N’=(1+βA)S/N 2) Si=Si’: in questo caso Ni<Ni’ perché il segnale di uscita So’<So e, come si è detto, la distorsione dipende dall’ampiezza del segnale d’uscita. A cura dell’Ing. A. Ticconi 14 Amplificatori Controreazionati I o=IL + Vs Vi - βv o + + (a) Vf - + RL + Amplificatore di tensione Vo - β Ii I o=I L + is Amplificatore di corrente I f=β I o Vo - a) amplificatore di tensione: controreazione tensione (uscita) serie (ingresso) ovvero: tensione – tensione b) amplificatore di transconduttanza: controreazione corrente (uscita) serie (ingresso) ovvero serie – serie c) RL d) amplificatore di corrente: controreazione corrente (uscita) parallelo (ingresso) ovvero corrente – corrente Vs Vi - βv o + + Vf - Amplificatore di transconduttanza Vo - β (b) Ii RL + is Amplificatore di trans-resistenza amplificatore di transresistenza: controreazione tensione (uscita) parallelo (ingresso) ovvero parallelo – parallelo. β If =V β RL + Vo - o β (c) (d) I diversi tipi di campionamento e confronto possono essere associati ad uno qualunque dei 4 tipi di amplificatori, dando luogo a 16 possibili configurazioni, che si riducono alle 4 indicate se ci si limita ad esaminare quelle situazioni che portano ad un miglioramento delle prestazioni dell’amplificatore di partenza. A cura dell’Ing. A. Ticconi 15 Resistenze d’ingresso (I) a) Tensione - serie (tensione - tensione) + Vs Vi - βv o + + Vf - RL + Amplificatore di tensione ii Vo - Ro Ri + vs vi βvo β + io RL Avv i vo + Definendo Rif=vs/ii avremo, per la maglia d’ingresso vs = ii Ri + β vo = ii Ri + β Av da cui ⎛ ⎞ RL RL vi = Ri ⎜⎜1 + β Av ⎟⎟ ii RL + Ro RL + Ro ⎠ ⎝ Rif = Ri (1 + β AV ) dove AV = Av A cura dell’Ing. A. Ticconi RL RL + Ro 16 Resistenze d’ingresso (II) b) Corrente - serie (serie - serie) I o=IL + Vs Vi - βv o + RL + Amplificatore di transconduttanza Vo io ii - Ri + + vi vs vi Gv m i Ro RL + Vo + Vf - βio β - + Definendo Rif=vs/ii avremo, per la maglia d’ingresso vs = ii Ri + β io = ii Ri + β Gm ⎛ ⎞ Ro Ro vi = Ri ⎜⎜1 + β Gm ⎟⎟ ii Ro + RL Ro + RL ⎝ ⎠ da cui Rif = Ri (1 + β GM ) dove GM = Gm A cura dell’Ing. A. Ticconi Ro Ro + RL 17 Resistenze d’ingresso (III) c) Corrente - parallelo (corrente - corrente) Ii I o=I L is io ii RL Amplificatore di corrente is βi o Ri Aii i Ro RL io I f=βI o β Definendo Rif=vi/is avremo, per la maglia d’ingresso ⎛ ⎞ R R o o is = β io + ii + ii + β Ai = i ⎜1 + β A⎟ Ro + Ri i i i ⎜⎝ Ro + Ri i ⎟⎠ da cui Rif = Ri 1 + β AI dove AI = Ai A cura dell’Ing. A. Ticconi Ro Ro + RL 18 Resistenze d’ingresso (IV) d) Tensione - parallelo (parallelo - parallelo) Ii RL + is Amplificatore di trans-resistenza ii vo - is βv o Ro RL Ri Rm i i If =βV o vo β Definendo Rif=vi/is avremo, per la maglia d’ingresso is = β vo + ii = ii + β RL R i RL + Ro m i da cui Rif = Ri 1 + β RM dove RM = Rm A cura dell’Ing. A. Ticconi RL RL + Ro 19 Resistenze d’uscita (I) a) Tensione - serie (tensione - tensione) + Vs Vi - βv o + RL + Amplificatore di tensione Ro Vo - Ri + vi io i Avv i vo Rof + Vf - βvo β Dal circuito equivalente si ha da cui + vo = Roio + Avvi = Roi − Av β vo vo (1 + Av β ) = Roi e quindi Rof = che ad R’of poi Ro 1 + Av β R'of = Rof // RL che dà R'of ' Ro // RL R o = = 1 + AV β 1 + AV β A cura dell’Ing. A. Ticconi dove AV = RL Av RL Ro + RL 20 R’of Resistenze d’uscita (II) a) Corrente - serie (serie - serie) + Vs Vi - βv o + io RL + Amplificatore di transconduttanza Vo Ri - vi βi o + Gmvi Ro RL Rof + β Vf - da cui essendo I o=IL i = vo − Gmvi = vo + β Gmio Ro Ro io = −i i (1 + β Gm ) = vo Ro da cui ( Rof = Ro 1 + Gm β quanto ad R’of poi ) R'of = Rof // RL che dà R'of R'o (1 + β Gm ) = (1 + β GM ) A cura dell’Ing. A. Ticconi dove GM = Gm Ro Ro + RL 21 vo R’of Resistenze d’uscita (III) d) Corrente - parallelo (corrente - corrente) Ii I o=I L is io ii RL Amplificatore di corrente βi o i s=0 Ri Aii i Ro RL Rof vo I f=βI o β i = vo − Aii i = vo + β Aii o Ro Ro da cui, essendo io e quindi quanto a R’of: = −i vo = i 1 + β A i) Ro ( Rof = Ro (1 + β Ai ) Rof' = Rof // RL che diventa Rof' = Ro' 1 + β Ai 1 + β AI A cura dell’Ing. A. Ticconi dove AI = Ai Ro Ro + RL 22 R’of Resistenze d’uscita (IV) Ii ii RL + is Amplificatore di trans-resistenza If =βV o vo βi o - Ro i Ri i s=0 RL Rm i i Rof v o R’of β vo = iRo + Rmii = iRo − β Rmvo Rof = da cui, essendo e quindi Ro 1 + β Rm Rof' = Rof // RL quanto a R’of: R'of = R 'o 1 + β Rm che diventa Rof' = Ro' 1 1 + β RM A cura dell’Ing. A. Ticconi dove RM = Rm RL Ro + RL 23 Risultati complessivi I risultati precedenti, al di là delle relazioni analitiche trovate, mostrano un’interessante caratteristica dei diversi tipi di reazione. Il comportamento ed il confronto di tipo parallelo abbassano la rispettiva resistenza d’uscita e d’ingresso Il comportamento ed il confronto di tipo serie aumentano la rispettiva resistenza d’uscita e d’ingresso Nella tabella seguente sono sintetizzate le relazioni che permettono di ricavare le quantità Af, Rif, ed Rof, una volta che siano state determinate le quantità A, Ri e Ro dell’amplificatore di potenza non reazionato ma caricato dal generatore, dall’utilizzatore e dalla rete di retroazione Topologia Caratteristiche Feedback Xf Tensione Corrente Serie Serie Tensione Tensione Corrente Parallelo Corrente Tensione Parallelo Corrente Campionamento Xo Tensione Corrente Corrente Tensione Circuito d’ingresso (*) Vo=0 Io=0 Io=0 Vo=0 Circuito d’uscita (*) Ii=0 Ii=0 Vi=0 Vi=0 Sorgente Thevenin Thevenin Norton Norton β=Xf/Xo Vf/Vo Vf/Io If/Io If/Vo A=Xo/Xi AV=Vo/Vi GM=Io/Vi Af=Io/Ii RM=Vo/Ii D=1+ βA 1+ βAV 1+ βGM 1+ βAI 1+ βRM Af AV/D GM /D AI /D RM /D Rif RiD RiD Ri/D Ri/D Rof Ro/(1+ βAV) Ro(1+ βGM) Ro(1+ βAI) Ro/(1+ βRM) R’of R’o/D R’o(1+ βGM)/D R’o(1+ βAI)/D R’o/D A cura dell’Ing. A. Ticconi (* ) Questa procedura fornisce il circuito amplificatore base senza feedback ma tenendo in conto gli effetto di β RL, RS. 24 Esempi di amplificatori a controreazione (I) VCC VCC RC R’ C C B + Vs Ic B If RS RC Io E Vi N Ib Vo Is= Vs/Rs R’of Rs R’if Ri R R’ R’ Vo E If hie Il circuito a) presenta la resistenza R’ come elemento di reazione che agisce in parallelo all’uscita e all’ingresso (caso tensione-parallelo), stabilizzando la transresistenza (parametro RM). Il circuito b) è quello in base al quale si possono calcolare i parametri RM, Ri, Ro dell’amplificatore non reazionato ma caricato dalla rete di reazione. E’ ottenuto dal circuito a) annullando la retroazione (poiché l’inserimento è del tipo parallelo-parallelo ciò significa cortocircuitare il nodo B per valutare il carico dell’uscita e cortocircuitare il nodo C per valutare il carico dell’ingresso). Il generatore di tensione d’ingresso è trasformato in quello di corrente per semplificare i calcoli (RM=Vo/Is). Incominciando a calcolare il parametro β della rete di retroazione. Dalla definizione: β= X f If 1 = − ' X i Vo R espressione ottenuta trascurando la tensione vi tra il nodo B e la massa. Calcoliamo ora le altre quantità, trascurando come al solito i parametri hre e hoe. A cura dell’Ing. A. Ticconi 25 Esempi di amplificatori a controreazione (II) La rete da esaminare è la connessione in parallelo delle due reti due porte indicate: R’ RS + RS RL RL + Vs Vs ed è quindi descritta da: ⎡YF ⎤ = ⎡Y ' ⎤ + ⎡Y ' ⎤ ⎣ ⎦ ⎣ A ⎦ ⎢⎣ β ⎥⎦ dove, ponendo Y12A’=0 e Y12β’=0 abbiamo: 1⎤ ⎡1 − ⎡ ⎢R' 0 ⎤ R '⎥ ⎡Y ⎤ = ⎢Y11A ' ⎡ ⎤ Y = ⎢ ⎥ ⎥ ' ⎣ β⎦ ⎣ A' ⎦ ⎢Y21A ' Y22 A ' ⎥ 1 ⎢ ⎥ ⎣ ⎦ 0 ⎣⎢ R ' ⎦⎥ ⎡YF ⎤ può anche porsi uguale però a: ⎣ ⎦ ⎡YF ⎤ = ⎡YA ⎤ + ⎡Yβ ⎤ dove ⎣ ⎦ ⎣ ⎦ ⎣ ⎦ ⎡ 1 ⎡ 1⎤ Y11A' + 0 ⎢ ' R ⎡Y ⎤ = ⎢0 − R ' ⎥ ⎡YA ⎤ = ⎢ ⎣ ⎦ ⎢ ⎥ ⎣ β⎦ ⎢ 0 0 Y22 A' + ⎣⎢ ⎦⎥ ⎢⎣ Y21A' RS R’ + Vs ⎤ ⎥ ⎥ 1⎥ R ' ⎥⎦ Ovvero ad una rete (β) non fisicamente realizzabile e alla rete (A) seguente: A cura dell’Ing. A. Ticconi RL R’ A β=-1/R’ 26 Esempi di amplificatori a controreazione (III) Si ha: Ri = R // hie , Ro = ∞, h fe RC // R' V0 ⋅R RM = = − IS R + hie Ro' = RC // R' Per calcolare ora Rif, R’of, ed RMf, ricordiamo ora che: RMf = RM D , dove ' Rif = Ri D , R'of = R o D h fe RC // R' R D = 1 + β RM = 1 + ⋅ R + hie R' Si noti in particolare che essendo βRM>>1, si ha: RMf − R' E’ inoltre opportuno ricordare che l’uso delle formule viste è legato, tra l’altro, all’ipotesi che l’amplificatore e la rete di retroazione siano unidirezionali. Ciò comporta che la corrente If sia trascurabile rispetto alla corrente Io. Ponendo hfe=0 si ha If = D’altra parte si ha AVf VS Io = RC dove In conclusione quanto visto vale per: VS RS + R' + RC AVf = R Vo V = o = Mf VS I S RS RS AVf >> RC (R S A cura dell’Ing. A. Ticconi + R' + RC ) 27 Effetto della controreazione sulla risposta in frequenza L’effetto della controreazione negativa sulla risposta in frequenza di un amplificatore è fatta nell’ipotesi più semplice che la risposta dello stadio non reazionato sia del tipo: |Av| 0.707 |Av| ABF = |Aof| Ao 1+ 0.707 |Aof| fLf fL fHf fH LOG (f) 1+ 20log|Aof| -20 dB/decade 20log|Ao/(1+βAo)| ≈20log|1/β| fL ωLf = ω ωH ωL Ao jω Af = = β Ao 1 + β A + ωL 1+ o ωL jω 1+ jω 20log|Ao| ≈20log(βAo) Dove: 1+ j In questo caso in presenza di una controreazione β, si ha per la risposta in bassa frequenza: dB del feedback= 20log|1+βAo| fLf Ao Ao |A| dB, |Af| dB 20 dB/decade ωL jω AHF = fH ωL 1 + Ao β = ωL D = fHf LOG (f) Ao 1 + β Ao 1+ ωL jω ⋅ (1 + β Ao ) Afo = 1+ ωHf = ωH ⋅ (1 + Ao β ) = ωH ⋅ D A cura dell’Ing. A. Ticconi 28 ωLf jω Effetto della controreazione sulla risposta in frequenza L’effetto della controreazione negativa sulla risposta in frequenza di un amplificatore è fatta nell’ipotesi più semplice che la risposta dello stadio non reazionato sia del tipo: |Av| 0.707 |Av| ABF = |Aof| 0.707 |Aof| fLf fL fHf fH |A| dB, |Af| dB LOG (f) 20log|Ao| Af = ≈20log(βAo) 20log|Aof| -20 dB/decade 20log|Ao/(1+βAo)| ≈20log|1/β| fLf Dove: fL ωLf = fH ωL 1 + Ao β = ωL D fHf LOG (f) 1+ ωL jω AHF = Ao 1+ j Ao jω 1+ ωH Ao = ω β Ao 1 + β Ao + j 1+ jω ωH 1+ ωH Ao Afo 1 + β Ao = = ω jω 1+ 1+ j ωHf ωH ⋅ (1 + β Ao ) ωHf = ωH ⋅ (1 + Ao β ) = ωH ⋅ D A cura dell’Ing. A. Ticconi ω ωH E analogamente per la risposta in alta frequenza: dB del feedback= 20log|1+βAo| 20 dB/decade Ao 29 Università degli Studi di Roma Tor Vergata Dipartimento di Ing. Elettronica corso di ELETTRONICA APPLICATA Prof. Franco GIANNINI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI 30 AMPLIFICATORI OPERAZIONALI L’amplificatore operazionale è il più diffuso integrato lineare ed è utilizzato per la realizzazione di un gran numero di circuiti sia lineari che non lineari che effettuano le tre operazioni fondamentali in elettronica: amplificazione, generazione, elaborazione dei segnali. E’ realizzato in genere con amplificatori in continua ad elevato guadagno ed ha in genere un ingresso differenziale. E’ alimentato in modo simmetrico o meno a seconda che il livello di uscita debba o no variare intorno allo zero. Le proprietà dei circuiti che li utilizzano, sono +V praticamente dipendenti solo dalla rete di retroazione, almeno nel caso di op. amp. ideale che presenta le seguenti caratteristiche: + + a) Guadagno di tensione infinito Av=∞ b) Impedenza di ingresso infinita Zin=∞ c) Impedenza d’uscita nulla Zo=0 d) Rapporto di reiezione (CMRR) infinito e) Banda infinita -V i c.c. c.a. massa virtuale v Se ne deduce che l’uscita è finita se l’ingresso è nullo, che la corrente di ingresso è al pari della tensione di ingresso, nulla (massa virtuale), che le prestazioni sono indipendenti dal carico, che se i segnali di ingresso sono uguali l’uscita è nulla, che il tempo di ritardo in-out è nullo. Si noti infine che le tensioni di alimentazione rappresentano la massima e la minima tensione ottenibile in uscita, ovvero i valori delle tensioni di saturazione dell’op. amp. Essendo poi Av infinito, l’op. amp. a catena aperta può assumere solo uno dei due valori di saturazione. A cura dell’Ing. A. Ticconi 31 AMPLIFICATORE INVERTENTE Circuito (a): amplificatore invertente Z2 Essendo nulla la tensione di ingresso avremo: V1 = Z 1 I 1 V2 = − Z 2 I 2 I2 ( vi = 0 ) Z1 Essendo inoltre nulla la corrente di ingresso sarà: I1 = I 2 ( ii = 0 ) e quindi vi + I1 V1 - V2 Z =− 2 V1 Z1 In particolare se il circuito prende il nome di invertitore, se Z2 e Z1 sono semplici resistenze il circuito invertente si comporta come amplificatore di tensione ideale (Rin=∞,R0=0). Circuito (b): sommatore ( ii = 0 ) V1 = Z1 I1 ; V2 = Z 2 I 2 ; V3 = Z3 I 3 ( vi = 0 ) da cui: V4 = − Z3 + V3 - Z4 Z Z V1 − 4 V2 − 4 V3 Z1 Z2 Z3 In generale l’uscita è una combinazione lineare dei segnali di ingresso (somma pesata se Z1, Z2, Z3, Z4, sono delle resistenze). A cura dell’Ing. A. Ticconi + V2 - + a) Essendo nulla la tensione e la corrente di ingresso (massa virtuale) si ha: I1 + I 2 + I 3 = I 4 - + V2 - I Z2 3 Z4 I2 Z1 I4 + I1 V1 - + V4 - + b) 32 AMPLIFICATORE NON INVERTENTE Z2 Anche in questo caso essendo nulla la tensione e la corrente di ingresso avremo: v2 v + = V1 v − = V2 I2 Z1 = v1 Z1 + Z 2 Z1 i1 = i2 I1 da cui: + + V2 - + V1 - v2 Z = 1+ 2 v1 Z1 Z1 Z1 + Z 2 legame, nell’ipotesi di Z1 e Z2 puramente resistite, tipico di un amplificatore di tensione non invertente. Osserviamo poi che assumendo Z2=0 ovvero il rapporto tra l’uscita e l’ingresso diventa unitario restando positivo. Si realizza così uno stadio di buffer (separatore) ideale (Rin=∞, Ro=0, Av=1) in una delle due configurazioni seguenti: Z2 Z2=0 Z1 Z1=∞ + V1 A cura dell’Ing. A. Ticconi V2 + V1 V2 33 AMPLIFICATORE DIFFERENZIALE Utilizzando entrambi gli ingressi dell’amplificatore e applicando la sovrapposizione degli effetti, è facile ottenere, per le tensioni ai morsetti I ed NI, le espressioni: v I = v1 R1 R2 + v3 R1 + R2 R1 + R2 v NI = v 2 R2 R4 R3 + R4 R1 poiché la tensione tra i due morsetti è per ipotesi nulla (vI=vNI) avremo R +R R R v3 = 1 2 4 v2 − 2 v1 R3 + R4 R1 R1 che, supponendo verificata la condizione diventa v3 = V1 - I V2 + NI + V3 - R3 R4 R2 R4 = R1 R3 R2 (v2 − v1 ) R1 che è la tipica funzione di trasferimento di un amplificatore differenziale di amplificazione Ad=R2/R1. Notiamo però che, anche partendo da un operazionale ideale, il CMRR dell’amplificatore differenziale così realizzato non è infinito a causa delle inevitabili differenze tra le resistenze usate. Si ha infatti: v3 = v2 R4 R1 + R2 R2 R R − v1 + 2 v2 − 2 v2 R1 R3 + R4 R1 R1 R1 Assumendo ora v1 ≅ v 2 e quindi v1 + v 2 ≅ v2 2 A cura dell’Ing. A. Ticconi da cui As = v3 = R2 (v2 − v1 ) + R1 R4 − R2 R3 v2 R1 R1 (R3 + R4 ) R1 R4 − R2 R3 R1 ( R3 + R4 ) R2 ⎛ R4 ⎞ ⎜1 + ⎟ R1 ⎝ R3 ⎠ Ad = da cui CMRR = R4 R2 As − R3 R1 34 INTEGRATORE E DERIVATORE Nel caso di un amplificatore invertente il legame tra ingresso ed uscita è del tipo: v2 Z =− 2 v1 Z1 R che possiamo particolarizzare nel caso dei due circuiti indicati. Nel caso (a), poiché: Z2 = 1 j ωC e Z1 = R avremo v2 = − - V1 e Z1 = 1 jωC avremo + V2 - + 1 v1 jω RC a) integratore che corrisponde ad avere in uscita un segnale 1 proporzionale all’integrale dell’ingresso - si ricordi che ∫ dt → jω Nel caso (b), poiché: Z2 = R C i i R v2 = − jω RCv1 che corrisponde ad avere in uscita un segnale proporzionale alla derivata dell’ingresso - si ricordi che d → jω dt C V1 Si noti poi che le funzioni di trasferimento così ottenute dimostrano una notevole sensibilità dei due circuiti rispettivamente alle basse frequenze (circuito integratore) e alle alte frequenze (circuito derivatore). Nei due casi infatti, anche in corrispondenza di piccoli valori dell’ingresso, l’uscita è notevolmente elevata, fatto questo che può portare a cattivo funzionamento. A cura dell’Ing. A. Ticconi + V2 - + b) derivatore 35 INTEGRATORE E DERIVATORE REALI (I) R2 R2 C R1 V1 R1 C - V1 - + V2 - + + V2 - + b) a) Per rendere l’integratore ed il derivatore meno sensibili rispettivamente alle alte ed alle basse frequenze, i circuiti vengono modificato come in fig. (a) e (b). Si ha infatti: a) b) v2 Z R R 1 =− 2 =− 2 =− 2 v1 Z1 R1 1 + jωR2 C R1 v2 Z R =− 2 =− 2 v1 Z1 R1 1 1+ 1 jωR1C =− R2 R1 1 1+ j f fs 1 1+ fi jf L’inserzione delle resistenze, non presenti negli schemi ideali, modifica dunque le risposte impedendo che vadano all’infinito nei casi limite esaminati. Ciò comporta in realtà l’aver limitato superiormente (caso a) ed inferiormente (caso b) la banda passante dell’operazionale, che è supposta infinita. Ciò suggerisce di limitare la banda dell’operazionale nel modo seguente A cura dell’Ing. A. Ticconi 36 INTEGRATORE E DERIVATORE REALI (II) C2 R1 R2 C1 20 log - V1 + f |G|dB V G = 2 V1 R2 R1 20 dB fs 0, fi f 0 −20 dB dec + V2 - 2π fi = 1 RC 1 1 2π fs = 1 R2C2 dec ω Per rendere l’integratore ed il derivatore meno sensibili rispettivamente alle alte ed alle basse frequenze, i circuiti vengono modificato come in fig. (a) e (b). Si ha infatti: a) b) v2 Z R R 1 =− 2 =− 2 =− 2 v1 Z1 R1 1 + jωR2 C R1 v2 Z R =− 2 =− 2 v1 Z1 R1 1 1+ 1 jωR1C =− R2 R1 1 1+ j f fs 1 1+ fi jf L’inserzione delle resistenze, non presenti negli schemi ideali, modifica dunque le risposte impedendo che vadano all’infinito nei casi limite esaminati. Ciò comporta in realtà l’aver limitato superiormente (caso a) ed inferiormente (caso b) la banda passante dell’operazionale, che è supposta infinita. Ciò suggerisce di limitare la banda dell’operazionale nel modo seguente A cura dell’Ing. A. Ticconi 37 INTEGRATORE REALE Utilizzando i diagrammi di Bode, la risposta dell’integratore reale diventa: Av dB R = 20 log 2 + 20 log R1 ∠Av = π − arctg 1 ⎛ f ⎞ 1+ ⎜ ⎟ ⎝ fs ⎠ 2 con |Av| 1 fs = 2π R2C2 3 dB f fs Av fs log(f) 180° 45° 90° Confrontando questi risultati con la risposta in frequenza del passa basso Av = R2 V1 C V2 v2 = v1 ovvero 1 1+ j Av f fs dB fs con f s = = 20 log log(f) 1 2πR2 C 1 ⎛ f ⎞ 1+ ⎜ ⎟ ⎝ fs ⎠ 2 ∠Av = − arctg f fs se ne deduce che l’integratore reale si comporta come il passa basso, ovvero che il gruppo R2C limita la banda di funzionamento dell’operazionale che dà in uscita un segnale proporzionale all’ingresso fino alla frequenza fs, frequenza di taglio superiore, ed integra il segnale per frequenze superiori a fs. A cura dell’Ing. A. Ticconi 38 DERIVATORE REALE Utilizzando i diagrammi di Bode, la risposta del derivatore reale diventa: Av dB R = 20 log 2 + 20 log R1 ∠Av = π + arctg 1 ⎛ f ⎞ 1+ ⎜ i ⎟ ⎝ f ⎠ 2 con |Av| 1 fi = 2π R1C1 3 dB fi f Av fi log(f) 270° 45° 180° Confrontando questi risultati con la risposta in frequenza del passa alto C V1 Av = R2 V2 v2 1 = v1 1 + fi j⋅ f ovvero Av dB fs con = 20 log fs = log(f) 1 2π R1C 1 ⎛ f ⎞ 1+ ⎜ i ⎟ ⎝ f ⎠ 2 ∠Av = arctg fi f Ne deduciamo che il derivatore reale si comporta come il passa-alto, ovvero che il gruppo R,C limita la banda di funzionamento dell’operazionale che dà in uscita un segnale proporzionale all’ingresso per frequenze superiori a fi, frequenza di taglio inferiore, e “deriva” il segnale per frequenze inferiori a fi. A cura dell’Ing. A. Ticconi 39 BANDA PASSANTE Riprendiamo il caso dell’amplificatore operazionale “caricato” come in figura: è evidente che la sua risposta in frequenza, in termini di modulo e di fase, potrà essere scritta come: R A ( f ) = 20 log 2 + 20 log R1 ∠A ( f ) = π − arctg 1 ⎛ f ⎞ 1+ ⎜ ⎟ ⎝ fs ⎠ 2 + 20 log ⎛ f ⎞ 1+ ⎜ i ⎟ ⎝ f ⎠ R2 C1 - V1 2 + V2 - + f f + arctg i fs f ovvero come mostrato in figura: 1 fi = 2π R1C1 R1 1 C2 20 dB − 20 dB dec fi 1 fs = 2π R2C2 Banda Passante fs dec log(f) dove (fs-fi) è la banda passante dell’amplificatore. fi A cura dell’Ing. A. Ticconi fs 40