musei in musica parole teatro danza 21-24 marzo 2008 SCHEDE EVENTI Musei Capitolini - Esedra del Marco Aurelio, Piazza del Campidoglio MUSICA DA CAMERA PER COLORI IN CORSA EZIO BOSSO AND THE BUXUSCONSORT in concerto con video proiezioni a cura di GIUSEPPE ZAMBON Sabato 22 e Domenica 23 marzo ore 21.00 Ezio Bosso – contrabbasso, Giacomo Agazzini - primo violino, Roberta Bua - secondo violino, Roberto Tarenzi - Viola, Claudia Ravetto - Violoncello Dedicare un concerto all'Esedra di Marco Aurelio, impresa non facile. Quello che ho pensato di proporre in queste serate è un piccolo percorso nei sogni e nei colori attraverso la musica da camera per quartetto e contrabbasso che ho scritto negli ultimi anni; dalle musiche di Io non ho paura a brani per The lodger di Hitchcok, di Un amore a Brani dedicati a pittori sognatori come Pinot Gallizio e Folon alle ossessioni e alla relazione tra l'uomo e lo spazio con brani come Introduction a la patagonie per contrabbasso e a un brano nuovo dedicato alla serata "colloqui con se stesso" sempre per contrabbasso solo. Proprio questo suonare (anche se per poco) a tre anni dall'incidente è un altro tributo al luogo in cui ci troveremo, mi sembrava giusto. Sarà faticoso, mi alternerò ogni tanto ai miei cari colleghi e in qualche brano suoneremo insieme. Sono brani che "parlano" soprattutto di uomini grandi e piccoli e del loro rapporto con un universo impossibile o con una realtà da cui ribellarsi solo attraverso il sogno o l'ossessione. Per fare questo abbiamo pensato di usare lo spazio come una scatola di colori, di immagini che seguano il senso di sogno, di poesia dello spazio, suonando colori e dipingendo suoni. ad aiutarmi sarà un amico con il quale abbiamo realizzato tante cose, Giuseppe Zambon oltre ad essere un apprezzato video artista e un meraviglioso contro-tenore con cui ho cominciato la mia esperienza di compositore e quindi conosce la mia musica si può dire da sempre chissà che non venga anche a fare un brano con noi... Perché in fondo non era soprattutto un sognatore eccellente Marco Aurelio? E quale modo più delicato e rispettoso per omaggiarlo se non questo caos organizzato che chiamiamo: "musica". Ezio Bosso Ezio Bosso è considerato uno dei rari virtuosi di contrabbasso. Come compositore ha spaziato tra il teatro, la danza e il cinema. In particolare, a partire dal 1996, ha scritto musica per teatro lavorando con registi quali Malosti, Terracciano, Bertolucci, Galland, Chappel of chance. Nel settore della danza, ha scritto per coreografi come Castello, Yap, Liv Lorent, Christopher Wheeldon, George Piper Dance, Scottish Dance Theater. In campo cinematografico ha collaborato con registi come Tavarelli, Terracciano, Porporati e soprattutto con Gabriele Salvatores, con cui è nato un sodalizio costante che ha portato Ezio Bosso a firmare le musiche di tutti i suoi progetti. Nel 2003 con la colonna sonora del film “Io non Ho Paura”, Ezio Bosso viene acclamato dalla critica e dal pubblico di tutto il mondo. Nel 2005 fonda, con elementi del quartetto di Torino, dell'ex quartetto Borciani e altri giovani musicisti italiani, il Buxusconsort. Pur essendo un gruppo d'archi classico,il gruppo segue un percorso simile a quello di una band, eseguendo tutti i progetti con archi di Ezio e un repertorio che spazia dall'800 ai giorni nostri. Ezio Bosso è l’unico compositore classico italiano ad aver ricevuto l’Italian Music Award (Italian Grammy). Dal 2005 tutte le sue composizioni vengono prodotte da Hector Castillo e Dan Bora (David Bowie, Lou Reed, Philip Glass) presso il Looking Glass Studio di Philip Glass a New York. Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta TRACCE di e con MARCO BALIANI Venerdì 21 e Sabato 22 marzo ore 21.00 Presento questa mia ricerca teatrale con il termine "studio"; non solo per me Tracce è un'opera non terminata ma pretenderebbe di mai terminare. Provate ad immaginare una scultura che in sé potrebbe evolversi in molte direzioni e che continua invece a vivere come un abbozzo continuo, una traccia di significati ancora da assumere, di immagini ancora da evocare. D'altronde la traccia è ciò che di labile si lascia dietro, è un segno di scoperta, le tracce raccontano sempre qualcosa. Quando ho letto Tracce di Bloch, che è all'origine di questa impresa, mi è accaduto qualcosa del genere e allora mi sono detto: sarà possibile anche in teatro creare una condizione di ascolto immaginativo, dove si possa, come dice Bloch, "pensare affabulando", dove le direzioni (anche formali, di linguaggi usati) siano molteplici, aperte, non linearmente definibili? Lo stupore e l'incantamento, i due temi che mi hanno guidato, sono luoghi che visito di sovente nel mio lavoro d'attore o quando guido altri attori, sono due sostanze profonde dell'atto teatrale. Vorrei presentare queste sostanze attraverso una specie di mappa, di costellazioni narrative diverse, come un ronzio multiforme di racconti, aneddoti, ricordi, poesie, digressioni, riflessioni, domande. Vorrei alla fine che gli spettatori si alzassero forse sconcertati, dispersi, ma colmi di altre memorie non dette, desiderosi di aggiungere altri racconti alla collana, di completare non il mio lavoro ma il loro percorso. all'interno della mappa. Marco Baliani Marco Baliani è nato nel 1950 ed è attore, autore e regista. Dopo gli happening tra il situazionista e l’agit prop all’università di Roma si dedica al teatro per ragazzi. Inizia poi a lavorare ad un suo spettacolo basato su un celebre racconto di Kleist, Michael Kohlhaas. Prende forma a questo punto una sua lunga ricerca sulla narrazione che lo porta a realizzare e interpretare diversi spettacoli per un solo attore da Kohlhaas (1990), a Tracce (1996), fino a Corpo di Stato. Il delitto Moro: una generazione divisa (1998). Tra le sue regie si ricordano anche Peer Gynt (1995) che ha per protagonista un grande affabulatore, Migranti (1996), Gioventù senza dio (1997), un intenso affresco giovanile tratto da romanzo di Ödon von Horvàth, La crociata dei bambini (1999). Nel 1994 ha vinto il premio IDI come regista, per lo spettacolo Come gocce di una fiumana. Per il cinema ha lavorato come attore in vari film tra cui: Teatro di guerra di Mario Martone (1998), Domani di Francesca Archibugi (2000) e Il più bel giorno della mia vita di Cristina Comencini (2002). Nel 2007 ha recitato in In memoria di me di Saverio Costanzo (2007), e La ragazza del lago di Andrea Molaioli (2007). Ha pubblicato: con Felice Cappa "Francesco a testa in giù" (2000), con Remo Ristagno "Kohlhaas" (2001), con il figlio Mirto Baliani "Il signor Ventriglia" (2002), "Colpo di stato. Il delitto Moro" (2003), "Nel regno di Acilia" (2004), "Pinocchio nero. Diario di un viaggio teatrale" (2005). Centrale Montemartini, Via Ostiense 106 AMORE E PSICHE Sabato 22 e Domenica 23 marzo ore 21.00 In collaborazione con Pierfrancesco Pisani, regia di Silvio Peroni, coreografie di Umberto Bianchi, scenografie di Giuseppe Laronga "wolf", e musiche del dj-compositore Zizzed. Con l’attrice Terry Paternoster e con i ballerini Mariana Porceddu, Luca Tomao, Domenico Ausilio. Viene messa in scena in modo originale e suggestivo la favola di Amore e Psiche di Apuleio, sulla base della traduzione di Matteo Maria Boiardo. Il risultato è uno spettacolo di teatro musicale o scène lirique dove le dinamiche dei ballerini, nel contesto musicale riconducibile ai più disparati generi (dal rumorismo al jazz, dalla musica classica all’elettronica), diventano elemento scenografico e visionario producendo movimento, suono e parola. Anche il linguaggio vocale utilizzato evoca il potere sinestetico della musica e della danza. “Il mito è tale perché: pronto a mutare la sua forma non muta il suo significato”. Nell’affrontare teatralmente questo testo narrativo il primo fattore da tenere in considerazione non era la difficoltà del linguaggio scritto ma bensì se lo scritto potesse o no essere attuale; la risposta è si,in quanto il testo rappresentando la condizione umana diventando archetipo, trascende il tempo, muta la sua forma ma non il suo significato. Ne “La Favola di Amore e Psiche” l’aspetto primordiale è il suo significato: cioè l’immortalità dell’anima (della Psiche appunto) e della difficoltà umana per raggiungerla. La rappresentazione del mito teatralmente non doveva limitarsi alla sua forma, al classicismo troppo legato al tempo ed ai luoghi in cui venne scritto, ma bensì ai mezzi che meglio servivano alla descrizione del significato. Il primo mezzo, per descrivere il significato, era la ricerca di una traduzione che in italiano rendesse al meglio la musicalità dell’originale, si è quindi scelta la versione rinascimentale di Matteo Maria Boiardo dove le strutture retoriche e le forme linguistiche enfatizzano melodiosamente le vicende del testo. Il secondo punto era l’aspetto visivo da dare all’opera; come doveva essere la scenografia. Restando coerente con le premesse si è scelto di affidare l’aspetto estetico non ad uno scenografo ma ad un giovane pittore (Wolf) che mantenendo il proprio stile, un mélange fra classico e moderno, riuscisse ad esprimere al meglio l’ a-temporalità della favola. In terzo luogo i tempi del libro: le musiche. Per queste ci si è affidati ad un dj-compositore: Zizzed. Con le musiche si arriva all’aspetto fondamentale della teatralizzazione, anche qui si parte dalla linea guida di tutta la struttura registica, la musica non è mai didascalica, ma descrittiva come in un melodramma attiva assieme alla voce recitante si evolve, si trasforma sconfinando qualsiasi limite di genere: arrangiamenti jazz alla Keith Jarrett, ritmiche Trip Hop, archi classicheggianti, rumorismi noise. Infine, la voce recitante-cantante la voce-volto del racconto Terry Paternoster microfonata attraverso l’ausilio di effetti vocali fa rivivere i personaggi della Favola. La favola di Amore e Psiche autore: Apuleio - traduzione di Matteo Maria Boiardo Psiche, bella figlia di re, suscita l’invidia di Venere che manda da lei suo figlio Amore perché la faccia innamorare dell’uomo più brutto della terra, ma è il dio ad innamorarsene perdutamente e, con l’aiuto del vento Zefiro, magicamente la fa approdare nel suo palazzo incantato e la fa sua. Da allora ogni notte si unisce a lei, ma solo al buio e avendo cura di nascondere bene il suo volto nell’ombra. Una notte Psiche, istigata dalle sorelle, illumina con la lucerna il bel volto di Amore restandone affascinata, però una goccia d’olio cade dalla lampada ustionando lo sposo: il dio se ne va e Venere, adirata, sottopone Psiche ad una serie di prove durissime finché Giove, mosso a compassione, fa in modo che gli sposi possano ricongiungersi. Psiche viene assunta come dea fra gli dei dell’Olimpo e diviene sposa d’Amore generando così una figlia chiamata “voluttà”. Museo di Roma Palazzo Braschi (Cortile), Piazza S. Pantaleo 10 4 VENTI Sabato 22 e domenica 23 marzo ore 11.30 Marco Conti sax soprano; Francesco Marini sax alto; Sandra Ugolini sax tenore; Elvio Gigliordini sax baritono; Patrizia Polia soprano Un concerto articolato come un viaggio musicale tra Francia e Spagna, attraverso diverse sfaccettature: da un lato compositori francesi e spagnoli, dall’altro autori non provenienti da tali paesi ma la cui musica si è fortemente ispirata ad essi, attraverso testi, suoni e colori. Nel programma sono presenti autori del passato di grande modernità come il Rossini “francese”, ed Albeniz, legato alla più antica tradizione spagnola; autori moderni come Poulenc e contemporanei come Quarta, sorprendenti nella scrittura elegante, originale e piena di fascino sebbene classici nell’adesione a strutture consolidate. L’accostamento della voce ai saxofoni, inedita ma immediata nell’espressività, permette, attraverso il testo poetico, un’invasione ancor più forte nei sentimenti e nello spirito dei brani. Tra i brani eseguiti: La courte Paille di F.Poulenc, Canzona variée (dal Quatuor opus 109) di A.Glazunov, C e Fêtes galantes di F.Poulenc, Preludio religioso (dalla Petite Messe Solennelle) di G.Rossini, Perastor di F.Marini, Trois pièces di I.Albeniz, Parole ai Quattro Venti - Cinque liriche per soprano e quattro sassofoni su testi di Federico Garcia Lorca di A.Quarta. Il quartetto per sassofoni e voce "4 Venti" nasce nel settembre 2000. Provenienti da una formazione jazzistica, i suoi componenti collaborano musicalmente da molto tempo. Il loro comune intento è confrontarsi senza preconcetti con la musica scritta per quartetto di saxofoni, organico di oramai lunga tradizione, interpretando composizioni di carattere e provenienza eterogenea. Nel repertorio del quartetto troviamo infatti brani originali scritti da autori come Javier Girotto, Alessandro Quarta, Marco Tiso, Dimitri Nicolau, Francesco Marini, accostati a brani della tradizione francese come le trascrizioni dei Trois Pieces de Albeniz o il quartetto che Glazunov dedicò al quartetto di M. Mule, grande solista della prima metà del '900, ed a composizioni di musica medioevale e rinascimentale trascritta, creando un insieme sonoro che spazia dal jazz alla musica moderna. L'originalità di questa formazione è costituita soprattutto dalla particolare sonorità, estremamente naturale, che si allontana dal tipico suono "francese" di molti quartetti, dando suono e colore molto diversi da quelli tradizionali. Il quartetto si avvale della collaborazione della soprano Patrizia Polia, sperimentando un inedito accostamento tra la voce ed i saxofoni. Con questa formazione il quintetto si accosta alla musica vocale del secolo scorso (Poulenc, Britten,ecc.) e si apre alla sperimentazione su pezzi originali. Planetario e Museo Astronomico, Piazza G. Agnelli 10 I MIGLIORI RACCONTI NOTTURNI DELLA NOSTRA VITA Venerdì 21 marzo ore 18.00 e ore 20.30 - Sabato 22 marzo ore 20.00 e ore 21.30 PROGETTO SCUOLA DI SCRITTURA OMERO di Paolo Restuccia ed Enrico Valenzi Letture di Francesco Piccolo, Vitaliano Trevisan, Carola Susani, e Antonio Pascale Il progetto intitolato “I migliori racconti notturni della nostra vita” prevede una serie di quattro incontri (due per serata, rispettivamente il 21 marzo e il 22 marzo 2008) nei quali altrettanti scrittori scelgono, leggono e commentano racconti da loro selezionati dalla produzione letteraria di ogni tempo, ambientati nelle ore notturne (o con una scena essenziale che si svolge di notte). Gli incontri si svolgono presso il Planetario Astronomico di Roma, non a caso, perché la caratteristica delle ore notturne è proprio quella di rendere possibile, quasi come in un osservatorio astronomico, la visione di pianeti e astri. Durante la lettura dei racconti scorreranno sulla volta del Planetario immagini di repertorio che avranno come protagonisti pianeti, costellazioni, galassie e che saranno montate tenendo conto del ritmo e dei contenuti delle storie lette. Tutto questo per creare una sorta di musica stellare che armonizzi parole narrate e visioni “celesti”. Gli incontri, della durata di 60 minuti l’uno, si svolgono di fronte al pubblico, che ha la possibilità di porgere domande e formulare riflessioni dopo la lettura e l’analisi da parte degli autori. Le letture saranno effettuate dai noti scrittori: Carola Susani, Antonio Pascale, Francesco Piccolo, Vitaliano Trevisan. Carola Susani, ha pubblicato nel 1995 il suo primo romanzo, Il libro di Teresa (Giunti), nel 1998 La terra dei dinosauri (Feltrinelli). Con Feltrinelli ha pubblicato i romanzi per ragazzi Il licantropo (2002) e Cola Pesce (2004). Nel 2005 per Gaffi è uscito Rospo, raccolta di due radiodrammi. Nel 2006 per minimum fax è uscita la raccolta di racconti Pecore vive. Ha collaborato alle riviste “Perap”, “Accattone” e a “Linea d’Ombra” e fa parte della redazione di “Nuovi Argomenti”. Antonio Pascale ha pubblicato il libro di reportage narrativo La città distratta (L’Ancora 1999, poi ripubblicato per Einaudi nel 2001), che ha vinto i premi Sandro Onofri ed Elsa Morante nel 2001. Seguono la pubblicazione del libro di racconti La manutenzione degli affetti (Einaudi 2003) e i romanzi Passa la bellezza (Einaudi 2005) e S’è fatta ora (minimum fax 2006). Ha curato l’edizione 2005 dell’antologia Best Off, raccolta dei migliori testi pubblicati su riviste letterarie italiane (minimum fax 2005). Francesco Piccolo ha pubblicato nel 1998 con Feltrinelli il romanzo E se c’ero, dormivo, seguito, nel 2000, da Il tempo imperfetto e da Allegro occidentale, 2003, diario di un viaggiatore auto ironico e paradossale, finalista al premio Strega 2004, L'Italia spensierata, Laterza, 2007. Molte le sceneggiature di film importanti, come: My name is Tanino di Paolo Virzì, Agata e la tempesta di Silvio Soldini, Il caimano di Nanni Moretti e L’Orchestra di Piazza Vittorio documusical di Agostino Ferrente. Vitaliano Trevisan ha pubblicato Un mondo meraviglioso, ed. Theoria 1997, Trio senza pianoforte/oscillazioni, ed. Theoria 1998, Quando cado, ed. Rosario Morra 2000, I quindicimila passi, Einaudi 2002, Standards vol.I, collana Indicativo Presente, Sironi editore 2002, Wordstar(s) Trilogia della memoria, tre pièce teatrali, Sironi editore 2004, Shorts Stile Libero Einaudi 2004, Il ponte, un crollo Stile Libero Einaudi 2007. Vitaliano Trevisan è anche sceneggiatore e attore in Primo amore di Matteo Garrone. Come testi teatrali ricordiamo i recenti Quattro stanze con bagno e Oscillazioni. Villa Torlonia - Technotown - Villino Medioevale, Ingresso Via Spallanzani 1A IL GIARDINO DIPINTO Sabato 22, domenica 23 e lunedì 24 marzo - ore 11.30 e ore 17.00 Regia di Davide Venturini e Francesco Gandi, danza Erika Faccini e Stefania Rossetti, graphic design Elsa Mersi, sound design Spartaco Cortesi. Il "giardino dipinto" è un giardino creato dal pittore Rebwar Saeed in cui si incontrano e si inseguono i colori del paesaggio naturale curdo e le forme sinuose del giardino islamico. In questo spazio arabeggiante il pittore invita il pubblico ad entrare in un giardino attraverso quattro porte, ognuna delle quali conduce in una zona dedicata ad un colore ed un elemento diverso. Il giardino giallo (di terra), il giardino blu (d'acqua), il giardino verde (di foglie), il giardino rosso (dell'amore). L'azione teatrale termina nel "giardino dei giochi d'acqua". In questo viaggio i bambini esplorano i colori, la materia, l'uso delle forme e dello spazio, la bellezza dei giardini immaginari di Rebwar. Sulla scena due danzatrici creano delle coreografie all'interno dei diversi paesaggi, ognuno dei quali contiene un ambiente di gioco animato che il pittore propone ai bambini. L'esplorazione prosegue per quadri e le danzatrici invitano il pubblico ad entrare nei giardini e qui, pietre, terra, piante, fiori, acqua, animali suggeriscono una relazione teatrale che permette al giardino di crescere e svilupparsi. In questo scenario tecnologicamente sofisticato il pubblico è invitato ad interagire e vivere in modo leggero ed istantaneo un'esperienza teatrale basata su di un rapporto "tattile" con le immagini e i suoni. I giardini propongono un'esperienza estetica e sensoriale, laddove i giochi correlati al tappeto sensibile rappresentano metafore delle relazioni tra bambini, approfondiscono il rapporto tra sé e gli altri, aiutano a sviluppare l'approccio primario al teatro, al movimento ed al contatto ludico con le arti. CCC il tappeto interattivo è allestito all'interno di uno spazio scenico a pianta centrale progettato dal Tpo in collaborazione con Martin von Gunten e Rossano Monti per la realizzazione di azioni teatrali con dinamiche interattive. La scena è composta da un tappeto da danza bianco, un videoproiettore che invia dall'alto immagini animate e un sistema di 32 sensori (nascosti sotto il tappeto) che reagiscono ad impulso sincronizzando suoni e immagini. Sul tappeto vengono creati paesaggi virtuali attraverso lo sviluppo di giochi ed azioni individuali o di gruppo. Entrando in questo spazio scenico è possibile creare composizioni musicali, attivare immagini ed altri eventi complessi attraverso il movimento e la pressione sui sensori. Musei di Villa Torlonia- Casino Nobile, Ingresso Via Nomentana, 70 DANZA CON ME Teatro delle Apparizioni Sabato 22 dalle 19.00 alle 23.30 Ideazione e regia Fabrizio Pallara Attori: Alessandro Cassoni, Francesco Grillo, Margherita Lacchè, Fabrizio Pallata, Giuliano Polgar Architettura sonora: Valerio Vigliar Danza con me è un invito, e una provocazione. Chiede allo spettatore ciò che di norma il teatro non chiede: di partecipare all’azione. Di più: gli chiede di esserne partner. Partner di una danza non scritta, i cui passi non sono definiti. L’incontro tra l’attore e lo spettatore-partner e tra loro e la musica indicherà la strada da seguire, i passi da compiere. La musica, dunque, e uno spazio. Sono questi i limiti entro cui avverrà l’incontro tra il corpo dell’attore e il corpo dello spettatore. Da qui in poi, di ciò che accade è impossibile parlarne: la qualità della danza la decide la qualità dell’incontro (fisico ed emotivo) tra due persone e una musica. Per parlarne, bisognerebbe conoscere nell’intimo lo spettatore e l’attore che vengono a contatto, e il loro stato d’animo, la loro compatibilità, e le reazioni alla musica. C'è ancora una cosa da dire, però. E forse è l’essenziale: lo spettatore sarà bendato. Danza con me è un piccolo viaggio, un’esplorazione. La meta è il corpo umano. Per esplorarlo, il corpo è necessario sentirlo. Allora la vista non serve, può essere un freno. La vista è, tra tutti, il senso preponderante. Il senso di cui più ci fidiamo. Al punto da dimenticare sempre più spesso che è solo uno dei nostri sensi, e non necessariamente il migliore. Ed è anche il senso più minacciato: la società moderna è la società dell’immagine, che inganna la vista facendo credere vero ciò che vero non è. Senza la vista per riscoprire un nuovo modo di vedere. Per riattivare e affinare gli altri canali percettivi del nostro corpo. Per sentire l’azione, e non semplicemente vederla. E scoprire che l’azione – o l’inter-azione – se efficace si rivela immaginifica: cioè in grado di generare visioni. Musei di Villa Torlonia- Casino Nobile - esterno, Ingresso Via Nomentana, 70 GERMANO MAZZOCCHETTI ENSEMBLE Lunedì 24 ore 12.30 ore 15.30 Germano Mazzocchetti, fisarmonica - Francesco Marini, sassofoni e clarinetto - Paola Emanuele, viola - Maurizio Lazzaro, chitarra – Andrea Avena, contrabbasso - Massimo D’Agostino, batteria Sergio Quarta, percussioni Il Germano Mazzocchetti Ensemble è composto da solisti che hanno svariate esperienze musicali, dalla classica al jazz alla world music. Le composizioni dello stesso Mazzocchetti sono quindi orientate verso un linguaggio che faccia convivere le diverse anime dei musicisti: atmosfere colte e assoli improvvisati, nenie popolaresche e momenti più scopertamente ritmici appoggiano su una base che si ispira alla musica popolare mediterranea, nelle sue molteplici sfaccettature. Il risultato è una musica caratterizzata da uno spiccato sincretismo linguistico, che bene si allinea ad alcune tra le più interessanti esperienze della musica d’oggi. Germano Mazzocchetti viene da Città Sant’Angelo, in provincia di Pescara, dove è nato nel 1952. La sua formazione musicale è per metà popolare e per metà jazzistica: dapprima studia fisarmonica poi si laurea in Musicologia con una tesi sulla storia del jazz. Nel 1978 l’incontro con il regista Antonio Calenda lo avvicina alla composizione di musiche per il teatro. Ha collaborato con molti registi, tra i quali ricordiamo Antonio Calenda, Vittorio Gassman, Egisto Marcucci, Luigi Squarzina, Walter Pagliaro, Beppe Navello, Vincenzo Salemme, Giancarlo Sammartano, Attilio Corsini, Vittorio Franceschi, Lorenzo Salveti, Ugo Gregoretti, Monica Conti, Renato Carpentieri, Maurizio Scaparro, Gastone Moschin, Pino Micol, Maurizio Panici, Fabio Grossi, Massimo Venturiello, Alessandro D’Alatri, Armando Pugliese. Ha scritto varie commedie musicali: "Arcobaleno", nel 1993 con la regia di Gino Landi; "La ballata dell’amore disonesto", su libretto e regia di Augusto Fornari, "Pulcinella e compagnia bella", testo di Paola Ossorio e regia di Lorenzo Salveti; "Gastone", testo di Nicola Fano e regia di Massimo Venturiello; "Brignano con la O", di e con Enrico Brignano. Per la sua attività teatrale, ha vinto il Premio Flaiano e due volte il Premio EtiOlimpici. Per il cinema ha composto la colonna sonora di vari film, tra cui "Il viaggio della sposa" di Sergio Rubini. Per la televisione è l’autore delle musiche della fiction "Carabinieri", e della fiction "Sotto copertura". Ha pubblicato vari lavori discografici e svolge attività concertistica con il "Germano Mazzocchetti Ensemble”. Museo Carlo Bilotti- Aranciera di Villa Borghese, Viale Fiorello La Guardia LETTURA ROCK PAROLE IN MUSICA Sabato 22 ore 11.00 e ore 12.00 di e con Adriano Braidotti Stefano Mecca alla chitarra elettrica L'attore Adriano Braidotti leggerà testi, citazioni, monologhi sulle note della chitarra elettrica di Stefano Mecca. Lo spettacolo consiste nell'esplorazione di testi e brani che hanno rappresentato il manifesto di due intere generazioni, quelle che negli anni '60 e '70 si riconoscevano nei miti del viaggio, della musica rock e della ribellione a una società basata sul consumismo e sul conformismo. Un viaggio alla ricerca di quei suoni e quelle parole di comunione umana e spirituale, di provocazione ed esaltato dissenso, che hanno caratterizato un'epoca e tutte le sue forma di arte. Frammenti di testi e sceneggiature passate e presenti legate alla stessa forza d'opinione integreranno il percorso tra note acide e psichedeliche, rock e funk. Musiche e testi tratti dai lavori di: Andy Warhol, Orwell 1984, Roderigo Garzia - Teatro Macelleria, Eric Bogòsian, Orson Wells - Quarto Potere, Hunter S.Thompson - Marx a Soho, John Lennon, Rolling Stones, Deep Purple, Doors, Velvet Underground, Lou Reed, Beatles, Bob Dylan, Joan Baez, Jefferson Airplane, Frank Zappa, Johnny Cash, Pink Floyd, Genesis. Adriano Braidotti Nel 1998 è uno dei giovani protagonisti dei “I piccoli maestri” di D. Lucchetti, diplomato alla “Scuola di teatro di Bologna” nel 2001, è primo classificato al Premio Histryio alla vocazione. Dopo avere lavorato sulla maschera con la compagnia Pantakin di Venezia, collabora con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e con il regista Antonio Calenda con il quale nel 2001 interpreta un giovanissimo Cassio nell’Otello accanto a Michele Placido e successivamente Edmund nel Re Lear con Roberto Herlitzka. Collabora poi con Walter Pagliaro, Maurizio Panici, con la compagnia di Mariano Rigillo e con Edoardo Siravo. Attualmente è impegnato nella turnè dei “I due gemelli Veneziani” nel ruolo di Arlecchino con Massimo Dapporto per la regia di Antonio Calenda. Stefano Mecca Il cantante e chitarrista Stefano Mecca, nato a Napoli nel 1967, ha iniziato da bambino lo studio della chitarra. All’età di otto anni, grazie agli insegnamenti del maestro Michele Postiglione, si è avvicinato alla canzone classica napoletana proseguendo poi per circa dieci anni sotto la guida di Roberto Murolo. Teatro della Casa del Cinema - Villa Borghese, Piazza Marcello Mastroianni FRA FRE FRO – CANTI, CONTI E BURATTINI Sabato 22 marzo ore 15.30 di Ambrogio Sparagna, con la Piccola Orchestra Pizzicata di Organetti & Tamburelli e i burattini di Maurizio Stammati Uno spettacolo tra musica e teatro dei burattini in cui un cantastorie racconta le fantastiche avventure di personaggi mitici della tradizione popolare dell'Italia meridionale. I protagonisti delle ballate sono eroi popolari in grado di compiere, grazie al potere della loro musica, eventi straordinari, magici, come quello realizzato da Fraviano che per sfuggire al fuoco incrociato delle pallottole di un esercito le trasforma in tante prelibatezze gastronomiche determinando nei soldati l'abbandono delle armi e la scelta di una pantagruelica festa liberatoria. O ancora come la ballata di Ruccano, che trasforma il suo organetto in una grande macchina volante con cui intraprendere un viaggio alla ricerca di un mondo senza più paure. Ma mentre il cantastorie racconta queste ed altre meravigliose avventure, in teatro si consuma un violento misfatto: Pulcinella colpisce il nobile don Nicola Pacchesicco perché ha ripetutamente insidiato la propria fidanzata Teresina. Ne nasce così una storia nella storia che attraversa tutto lo spettacolo e che tinge la trama narrativa di colori e modalità espressive tipiche del teatro popolare, con l'uso della tradizionale baracca per i burattini, generando una serie di situazioni surreali tra il comico ed il poetico. Musiche coinvolgenti e ballate fantastiche, invogliano il pubblico, di grandi e bambini, ad immergersi nelle antiche atmosfere meravigliose del nostro folklore. Ad affrontare un fantastico viaggio nei terreni, ormai inconsueti, della memoria delle favole contadine. Ambrogio Sparagna Uno dei più importanti musicisti nel panorama della nuova musica italiana, già direttore dell’Orchestra de La Notte della Taranta e Fondatore e Direttore dell’Orchestra dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Maurizio Stammati Attore e musicista, ha partecipato ai lavori di numerosi gruppi teatrali (Teatro Potlach, Teatro dell’Acquario, Teatro Agricantus) e ha a sua volta prodotto una serie di spettacoli con il Collettivo B. Brecht del quale è fondatore. Orchestra Pizzicata di Organetti & Tamburelli Diretta da Ambrogio Sparagna, è un'originale orchestra di organetti, percussioni e altri strumenti tradizionali che propone un repertorio di composizioni d'autore e di balli popolari delle diverse regioni dell'Italia.Il gruppo vanta una ampia e qualificata esperienza, in Italia e all'estero, di spettacolarizzazioni di quartieri, piazze, paesi attraverso interventi musicali e teatrali che hanno sempre catturato l'attenzione e la partecipazione del pubblico. Giardino del Lago – Villa Borghese PRIMO CORSO DI GIARDINAGGIO per giardinieri "anonimi rivoluzionari" incontro teatrale con un’attrice giardiniera di e con Lorenza Zambon Lunedì 24 marzo ore 11.00 e ore 15.00 Pare che nel nostro paese sempre più persone si stiano appassionando al giardino. Tutti gli altri continuano a pensare che il giardinaggio sia la cosa più noiosa del mondo. Ecco una lezione di giardinaggio. Vera. Semiseria. La dimostrazione pratica di alcune tecniche di riproduzione delle piante: la talea, il trapianto, la semina, la messa a dimora dei bulbi. Ma fra vasi, semi, cesoie e terricci ogni tecnica si collega all’esempio e all’insegnamento di alcuni “maestri giardinieri” piuttosto particolari dalla “sioretta di periferia” che rubava le piante, all’ “uomo che piantava gli alberi” dalle parti di Vinchio, dal signore che ha creato l’ “arboreto salvatico”, al mitico Nandino che ha salvato il mais otto file di Antignano, fino a una strana inglese no-global che fa delle “azioni rivoluzionarie” con i fiori Tecniche ed ispirazioni. o meglio istigazioni. Per un giardinaggio fuori dai giardini. Perché il vero giardinaggio non è faccenda di consumo, di mostre snob, di riviste patinate. Perché per essere giardinieri non occorre possedere un giardino. Il giardino è il pianeta e noi tutti ci viviamo in mezzo. Lorenza Zambon da alcuni anni opera esperimenti di “ibridazione” del teatro con la sua passione, maniacale, per le piante e la natura. Questo ha portato ad una personalissima linea di ricerca e a una variegata pratica di teatro-fuori-dai-teatri popolata da, appunto, strani ibridi: creazioni teatrali come “Sette volte bosco, sette volte prato. Storia del dialogo fra gli uomini e le piante”, “Variazioni sul giardino. Viaggio alla scoperta di un pezzo di Terra”, “Paesaggi. Una passeggiata fra il visibile e l’invisibile” …. Oppure “Naturalmente arte” il primo (e forse unico) festival teatrale profondamente dedicato al rapporto fra l’arte e la natura … O anche il “Laboratorio fotografico teatrale di botanica urbana” o quello “Voci in giardino” … e poi interventi di militanza ambientale, ricerche … E le semine continuano. Giardino del Lago - Villa Borghese VARIAZIONI SUL GIARDINO Spettacolo itinerante Lunedì 24 marzo ore 17.00 di e con Lorenza Zambon Musiche originali eseguite dal vivo di Gianpiero Malfatto e luci di Franco Rasulo Con "Variazioni sul giardino" Lorenza Zambon prosegue quell'esplorazione del rapporto tra teatro e natura nata con lo spettacolo "Sette volte bosco sette volte prato.", percorso attraverso il dialogo millenario tra gli uomini e le piante, i miti ancestrali, le leggende, la letteratura, a cui si intreccia l'esperienza intima, personale di questa attrice/giardiniera. In "Variazioni sul giardino", questa esplorazione si sviluppa all'interno della realtà-giardino, che, come dice Eleonora Fiorani " ...è mondo mentale e materiale in cui prende forma la territorialità dell'uomo. Il giardino, luogo della messa in scena della natura e dell'artificio, [...] parla il linguaggio del proprio tempo, mentre conserva la trama di una lunga durata. [...] I paesaggi sono opera della mente non meno che delle tecniche idrauliche, agrarie, costruttive, sono fatti di memoria, di miti e di utopie, non meno che di sedimenti rocciosi, acque e manti vegetali; portano il peso della storia e sono lievi come le brezze che li accarezzano. E tanto più lo sono i giardini, in cui prendono corpo i sogni e gli immaginari. [...] Non si può vivere senza il giardino. Per questo, il ritrovare in esso la nostra territorialità è tanto più importante e non è nostalgia di un mondo perduto, ma riscoperta delle ragioni e dei valori della nostra terrestrità come contraltare della "rete" globale di oggi, che dobbiamo rendere utile senza perdere il nostro senso". (Eleonora Fiorani, "Il sogno del giardino"). Lo spettacolo è strutturato come un vero e proprio itinerario che il pubblico è chiamato a percorrere attraverso tre diversi "giardini". Lungo tutto il viaggio un altro racconto si snoda e si intreccia al primo, quello della musica composta e interpretata da Gianpiero Malfatto che con il suo trombone, il bombardino, il flauto e la zanza apre spazi altri nel flusso delle parole e delle azioni donando un differente tempo e aprendo la visione, in uno spettacolo che vogliamo pieno di respiro. MUSEI CAPITOLINI Palazzo dei Conservatori e Palazzo Nuovo, Piazza del Campidoglio CACCIA AL TESORO E LABORATORI per bambini da 6 a 11 anni dal 20 al 27 marzo 2008 dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 19 Dal 20 al 27 marzo 2008, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 19, sono previsti laboratori e attività gratuite per bambini dai 6 agli 11 anni. Nelle splendide sale dei Musei Capitolini i bambini potranno partecipare a cacce al tesoro tematiche: nel Palazzo dei Conservatori giocheranno ad indovinare Chi ha rapito Marco Aurelio?, mentre nel Palazzo Nuovo scopriranno La favola di Amore e Psiche ed andranno alla ricerca di Minerva, dei Satiri, di Ercole e di Apollo in una divertente Caccia al personaggio. Saranno inoltre coinvolti in altri quattro laboratori che analizzeranno il ricco patrimonio culturale del Campidoglio: - La storia del Campidoglio dall’epoca arcaica ai nostri giorni consentirà ai bambini di apprenderla divertendosi - Capire le immagini li porterà alla scoperta dei meccanismi della percezione visiva - Produrre le immagini aiuterà i bambini ad analizzare i codici del linguaggio visivo (disegno, pittura, scultura, architettura, oggetti e mass media) - I grandi temi della comunicazione farà analizzare loro i temi utilizzati dall’arte per comunicare (il paesaggio, la natura morta, la figura umana e gli animali). MUSEO DELL’ARA PACIS, Lungotevere in Augusta I COLORI E LE PAROLE DELLA PACE Laboratorio per bambini da 6 a 11 anni - dal 20 al 27 marzo 2008 dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 19 Dal 20 al 27 marzo 2008, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 19, sono in programma laboratori gratuiti per bambini dai 6 agli 11 anni. Il Museo dell’Ara Pacis ospiterà un laboratorio su I colori e le parole della pace: dopo il racconto di alcune favole provenienti da tutto il mondo e ispirate al tema della pace, i bambini saranno invitati ad interpretarle attraverso l’uso del colore. Potranno così disegnare i simboli della pace con i materiali messi a loro disposizione (matite colorate, pastelli, carta crespa, carta colorata). Nel corso del laboratorio viene illustrata la differenza tra colori primari, secondari e complementari e tra le differenti tecniche cromatiche (acquerello, tempera e pittura a olio). A questo punto i bambini vengono invitati a individuare il colore che meglio rappresenta il tema della pace e poi a disegnare un particolare delle favole che avranno ascoltato. Favole che parlano di pace e che provengono da tutto il mondo. Il significato simbolico di ciascun colore può cambiare da una cultura all’altra e attraverso le epoche. Ad esempio mentre oggi tutti considerano il verde come un colore pacificante, nel Medioevo veniva considerato il simbolo del disordine oppure, mentre in Oriente il bianco simboleggia il lutto, in Occidente esso ha un significato ben diverso. Questa variabilità dipende dal fatto che per i colori non esiste un sistema di regole che lo leghi solo a un determinato significato. Nell’arte accade che un colore oltre che per comunicare un concetto, viene scelto anche per l’effetto immediato che suscita in chi lo osserva: l’azzurro per la dolcezza, il rosso per la sua sonorità, il blu per la sua profondità ecc. MUSEO CIVICO DI ZOOLOGIA, Via U. Aldovrandi 18 LABORATORI DIDATTICI a cura dell’Associazione Myosotis Venerdì 21 Marzo dalle 10.30 alle 12.30 Uova, Animali & Co - Animali in primavera (il risveglio dei sensi!) Lunedì 24 Marzo dalle 10.30 alle 12.30 Dimmi cosa mangi Il Museo Civico di Zoologia prevede i seguenti laboratori per bambini, che potranno divertirsi a scoprire ed osservare da vicino il mondo animale: UOVA, ANIMALI & CO. Un laboratorio per scoprire e osservare da vicino tutte le diverse uova del mondo animale (dallo storione al gabbiano, dallo squalo al pitone) e per ogni bambino il suo uovo da decorare e da portare a casa. (età consigliata 5-8 anni) ANIMALI IN PRIMAVERA (il risveglio dei sensi!) E’ primavera anche per gli animali?…un laboratorio ludico in cui i bambini potranno provare in prima persona e in forma di gioco quali sensi utilizzano gli animali in particolare in primavera per incontrarsi e comunicare fra loro. (età consigliata 7-11 anni) DIMMI COSA MANGI Denti, becchi e crani di cavallo, gabbiano, lupo e istrice… un laboratorio-gioco alla scoperta di questi ed altri animali e del loro cibo “preferito”. (età consigliata 5-8 anni) MUSEO CIVICO DI ZOOLOGIA, Via U. Aldovrandi 18 LETTURE DA LE COSMICOMICHE venerdì 21 e sabato 22 marzo 2008 ore 15.30 e ore 17.00 «Protagonista delle cosmicomiche è sempre un personaggio, Qfwfq, difficile da definire, perché di lui non si sa nulla. Non è nemmeno detto che sia un uomo [...] si deve calcolare che ha più o meno l'età dell'universo» (prefazione de Le cosmicomiche) L’attrice Monica Cervini effettuerà letture tratte da “Le Cosmicomiche” di Italo Calvino presso il Salone dell’Elefante del Museo Civico di Zoologia. I bambini ed i loro genitori potranno ascoltare le straordinarie narrazioni del vecchio Qfwfq, protagonista e narratore de Le Cosmicomiche, che descrivono in modo unico e fantasioso la crescita dell’universo, la nascita della vita sulla terra e la sua evoluzione. Alle ore 15.30 si svolgerà la lettura da "Lo zio acquatico", racconto che riferisce il passaggio della vita dal mondo acquatico al mondo terrestre Alle ore 17.00 avrà invece luogo il reading dal racconto "I Dinosauri", che narra della scomparsa dei dinosauri dalla terra. Al termine di ogni lettura i bambini prenotati potranno eseguire una visita guidata del museo.