statorico in funzione della conduttività termica trasversale delle lamiere k q . Le s o v r a t e m p e r a t u r e corrispondono ai p u n t i p i ù caldi, sono cioè le sovratemper a t u r e nel mezzo della zona centrale del pacco lamiere ; è la sovratemperatura media del ferro del pacco c e n t r a l e ; la s o v r a t e m p e r a t u r a del r a m e misurata p e r variazione di resistenza. Segue dalla fig. 2 che, nella gamma dei valori usuali della conduttività termica trasversale delle lamiere, l'influenza di detta conduttività sulle sov r a t e m p e r a t u r e del r a m e e del ferro è molto notevole. P a r t i c o l a r m e n t e cospicua è l'influenza sulle s o v r a t e m p e r a t u r e massime. A u n a variazione di k q da 0,015 watt/pollice°C a 0,04 watt/pollice°C corrisponde u n a variazione di 6°C in e di 11°C in La fig. 2 segnala inoltre che un a u m e n t o della conduttività termica trasversale delle lamiere al di sopra di 0,05 watt/pollice°C ha scarso effetto sulle s o v r a t e m p e r a t u r e del r a m e e del ferro. L'influenza del fattore di r i e m p i m e n t o è considerevole. A parità di ogni altra condizione (materiale, pressione e t e m p e r a t u r a ) la conduttività trasversale delle lamiere varia tra 0,016 e 0,025 watt/pollice°C al variare del coefficiente di riemp i m e n t o da 0,92 a 0,95. La fig. 2 si riferisce allo statore di u n a macchina sincrona a poli salienti, 1600 k V A , trifase, 6300 V, 250 g i r i / m i n , 50 Hz e c o s φ = 0 , 7 . Il d i a m e t r o int e r n o dello statore della m a c c h i n a è 72 pollici, la lunghezza geometrica del nucleo 24,5 pollici e la lunghezza di u n a semispira m e d i a 47,5 pollici. La figura dà le s o v r a t e m p e r a t u r e del r a m e e del ferro La fig. 3 analizza il flusso di calore nella macchina nei casi di k q = 0,0125 e k q = 0 , 1 2 5 . La quantità di calore dissipata dai canali di ventilazione e dalle testate è nel p r i m o caso il 47,3 %, nel secondo caso il 57,4 % delle p e r d i t e totali. Un a u m e n t o della q u a n t i t à di calore trasmessa attraverso i canali di ventilazione diminuisce le s o v r a t e m p e r a t u r e massime del ferro e del r a m e . Le curve di fig. 2 ed i valori di fig. 3 sono stati calcolati secondo il m e t o d o proposto p e r la prima volta d a l l ' a u t o r e al Congresso Internazionale di Elettricità a Parigi nel 1932 ( 2 ). Tale m e t o d o , migliorato e verificato nel corso degli a n n i , fornisce risultati soddisfacenti, che coincidono con i risultati ottenuti u s a n d o il circuito equivalente del flusso termico. Michele Liwschitz Brooklyn, U.S.A. - Polytechnic Institute. (1) T. SPOONER, Conduttività termica delle lamiere, Electric Journal, 1926, p. 106. (2) M. LIWSCHITZ, Congrès International d'Électricité, Paris, 1932, Sect. 3, Rapport 6. 272 ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - ANNO 6 - N. 8-9 - AGOSTO-SETTEMBRE 1952 a Giancarlo Vallauri Sul comportamento dell'alternatore durante l'autoeccitazione su carico puramente capacitivo(*) Premessi alcuni richiami sul fenomeno dell'autoeccitazione di un alternatore anisotropo su carico puramente capacitivo, viene studiato in via teorica l'andamento nel tempo di tale fenomeno transitorio e vengono ricercati i parametri che lo governano, tenendo conto dell'effettivo andamento della caratteristica di eccitazione. Successivamente si indica il modo per ricavare con semplici prove i parametri suddetti, di cui è anche possibile la determinazione con il calcolo in base ai dati costruttivi. Una serie di prove sperimentali, in buon accordo con le previsioni teoriche, confermano che le ipotesi semplificative avanzate sono praticamente accettabili. 1. - Premessa. Allo scopo di evitare le sovratensioni che si manifestano q u a n d o un alternatore è collegato ad una lunga linea ad alta tensione aperta (assimilabile approssimativamente ad u n a capacità), si p r o cede n o r m a l m e n t e all'installazione di organi di regolazione automatica, che nelle evenienze citate oper a n o la diseccitazione, e, se necessario, la controeccitazione delle generatrici sincrone. Poichè il costo di tali organi di regolazione è t a n t o maggiore q u a n t o più g r a n d e è la loro velocità di intervento, ci si p u ò chiedere se è p r o p r i o necessario istallare nelle centrali di p r o d u z i o n e dispositivi autoregolatori a grande velocità, come è la tendenza m o d e r n a , o piuttosto se è possibile procedere con velocità inferiori o a d d i r i t t u r a , in caso di necessità, alla semplice regolazione a m a n o dell'eccitazione delle generatrici sincrone. Nella letteratura tecnica sono apparsi lavori teorici assai interessanti ed esaurienti sulla questione dell'autoeccitazione degli alternatori su carico p u r a m e n t e capacitivo (vedi Bibliografia). Ma in generale si giunge a soluzioni complesse e si considerano p a r a m e t r i di non sempre facile determinazion e . I n o l t r e , come in quasi t u t t i gli studi di transitori nelle macchine elettriche, non si tien conto dell'effettivo a n d a m e n t o delle caratteristiche magnetiche supponendole invece rettilinee. Limitazione questa assai grave nel caso attuale poichè adottandola si giunge necessariamente a prevedere un fenom e n o in p e r m a n e n z a esaltantesi senza nessuna possibilità di raggiungere u n o stato di equilibrio. Tali studi perciò interessano essenzialmente la determinazione delle condizioni sotto le quali p u ò o meno verificarsi il fenomeno dell'autoeccitazione. È stato così dimostrato che, sotto particolari ipotesi semplificative, indicando con X d e X q le reattanze sincrone rispettivamente secondo l'asse diretto e trasverso, con ωL d la reattanza di dispersione, che si s u p p o n e p e r semplicità abbia lo stesso valore secondo i due assi, e con la reattanza capacitiva collegata ai morsetti della macchina, si ha possibilità di autoeccitazione q u a n d o : (1) (*) Gli Autori dedicano il presente lavoro a S. E. il Prof. Giancarlo Vallauri, alla cui Scuola si sentono legati, sia direttamente, sia indirettamente tramite l'appassionato insegnamento del Prof. Michele Paris. Inoltre si è visto che, soddisfatta tale condizione, la r a p i d i t à con cui si inizia il fenomeno è notevolmente diversa a seconda oppure che Nel secondo caso il fenomeno avverrebbe con u n a r a p i d i t à assai maggiore che nel p r i m o e tale da non p o t e r essere seguito da nessun regolatore. Ne consegue che il c o m p o r t a m e n t o degli alternatori a poli salienti ( X d > X q ) si differenzia in maniera notevole da quello degli alternatori a indutrisulta tore liscio p e r i quali, essendo sempre q u a n d o è soddisfatta la condi- zione (1). Con la presente nota si vuol r i p r e n d e r e in esame la questione ricercando, n o n tanto le condizioni sotto cui si inizia il fenomeno dell'autoeccitazione, q u a n t o lo svolgimento nel t e m p o di esso, t e n e n d o conto dell'effettiva forma della caratteristica di eccitazione. P e r far ciò si è p a r t i t i da posizioni un poco diverse da quelle consuete, cercando di semplificare al massimo la trattazione teorica e di ricorrere all'impiego di p a r a m e t r i facilmente calcolabili o di facile determinazione sperimentale. Lo studio si limita al caso più frequente di u n a macchina a poli salienti chiusa su una capacità la cui reattanza è compresa tra i valori di X d e X q . Gli Autori si r i p r o m e t t o n o di r i p r e n d e r e in un secondo t e m p o lo studio del caso di nel quale rientra praticamente quello della macchina con rotore liscio. Inoltre si è r i t e n u t o o p p o r t u n o di a d o t t a r e il p r o c e d i m e n t o m a t e m a t i c o classico delle equazioni differenziali, ciò p e r c h è la semplicità delle equazioni a cui si giunge n o n r e n d e necessaria l'adozione del calcolo o p e r a t o r i o funzionale. 2. - Analisi teorica. Si avanzano le seguenti ipotesi semplificative : a) sia trascurabile la resistenza d ' i n d o t t o ; b) esista concatenamento magnetico perfetto tra i due circuiti elettrici, i n d u t t o r e , i n d o t t o , e smorzatore, agenti secondo l'asse magnetico d i r e t t o ; c) sia costante la velocità angolare di rotazione, anche d u r a n t e il regime t r a n s i t o r i o ; d) la d u r a t a del fenomeno transitorio sia ri- ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - ANNO 6 - N. 8-9 - AGOSTO-SETTEMBRE 1952 273 Ne risulta che si verifica o no il fenomeno dell'autoeccitazione a seconda che la caratteristica di carico capacitivo è inferiore o superiore alla retta tangente alla p a r t e iniziale della caratteristica di eccitazione. I due casi sono separati dalla coincidenza delle due rette, cui corrisponde un particolare valore della reattanza capacitiva di carico che indicheremo come « reattanza capacitiva limite » e che, riferendosi a q u a n t o detto nella premessa, coincide in valore assoluto con la reattanza sincrona diretta. Nel caso in cui si verifica l'autoeccitazione, si p u ò ricavare il valore della f.e.m. E 2 a regime dal p u n t o di incontro delle d u e caratteristiche ( p u n t o P di figura 1). La tensione ai morsetti V 2 si p o t r à ottenere sommando ad E 2 la caduta dovuta alla reattanza di dispersione ωL d p e r la c o r r e n t e I 2 , ascissa del p u n t o P, o p p u r e più semplicemente mediante la relazione (3) Fig. 1. - Caratteristica di eccitazione dell'alternatore su cui si sono eseguite le prove ed esempio di caratteristica di carico capacitivo. levante in confronto alla d u r a t a del p e r i o d o delle grandezze sinoidali; e) sia trascurabile l'effetto derivante dalla presenza di c a m p i a r m o n i c i . Si ricorda inoltre come la caratteristica di eccitazione rotorica e 2 = f 1 (i 1 ) (figura 1), che si ricava dalla consueta prova a vuoto degli a l t e r n a t o r i , p u ò r a p p r e s e n t a r e anche la caratteristica di eccitazione statorica e 2 = f 2 (i 2 ) dovuta ad una corrente i 2 nel circuito indotto d i r e t t o ; è sufficiente p e r questo rip o r t a r e la corrente i 2 al n u m e r o di spire dell'induttore moltiplicandone l'intensità p e r il « coefficiente di reazione » K 2 ricavabile dal triangolo di P o t i e r . Infatti si p u ò definire K 2 come r a p p o r t o fra la corrente di eccitazione i 1 e la c o r r e n t e statorica i 2 , ad essa equivalente agli effetti magnetici. P e r l'ipotesi a), con carico p u r a m e n t e reattivo, la corrente di indotto dell'alternatore interessa esclusivamente il circuito diretto. Inoltre se la reattanza è capacitiva, la relazione tra la f.e.m. e 2 e la corrente i 2 è data dalla relazione (2) che sul p i a n o cartesiano (e 2 , i 2 ) r a p p r e s e n t a u n a retta passante p e r l'origine (figura 1). I n d i c a n d o tale retta col n o m e di « caratteristica di carico capacitivo », si p u ò n o t a r e come essa, e la caratteristica di eccitazione statorica, rappresentino due legami tra le stesse variabili; legami che possono essere e n t r a m b i soddisfatti solo se le d u e curve h a n n o p u n t i a comune e se tali p u n t i corrispondono a condizioni di equilibrio stabile. 274 Poichè tale tensione non viene raggiunta istant a n e a m e n t e all'atto della chiusura d e l l ' a l t e r n a t o r e sul carico capacitivo, ci si p r o p o n e di ricercare la funzione del t e m p o , e 2 = e 2 (t), da cui si ricava facilmente m e d i a n t e la (3) la v 2 = v 2 (t), essendosi indicati con e 2 e v 2 rispettivamente i valori efficaci istantanei ( 1 ) della f.e.m. interna e della tensione ai morsetti della generatrice sincrona. Oltre alle notazioni adottate si indichi ora con : il , i2 , ig il valore istantaneo delle correnti circolanti rispettivamente nel circuito ind u t t o r e , indotto, s m o r z a t o r e ; i u n a corrente fittizia che circolando n e l l ' i n d u t t o r e p r o d u c e da sola u n a f . m . m . pari alla f.m.m. totale sull'asse d i r e t t o ; R1 , Rg N1, N2, Ng Kg le resistenze o h m i c h e del circuito rispettivamente i n d u t t o r e e s m o r z a t o r e ; il n u m e r o di spire equivalente (cioè comprensivo del fattore di avvolgim e n t o e di altri eventuali coefficienti numerici) relativo al circuito induttore, indotto, s m o r z a t o r e ; il r a p p o r t o di trasformazione fra circuito smorzatore ed i n d u t t o r e ; φ il flusso magnetico risultante secondo l'asse d i r e t t o ; E1 la f.e.m. continua di eccitazione. Si ritiene o p p o r t u n o fare ricorso ad un circuito equivalente della m a c c h i n a sincrona. In virtù dell'ipotesi di assenza di flusso magnetico secondo l'asse trasverso della macchina e d e l l ' a l t r a ipotesi relativa al perfetto c o n c a t e n a m e n t o esistente fra i circuiti che abbracciano il flusso diretto, la macchina sincrona considerata da un osservatore solidale nella rotazione con il r o t o r e , p u ò riguardarsi come costituita da tre circuiti elettrici come è specificato in figura 2. Il circuito i n d u t t o r e è sottoposto in generale sia alla f.e.m. di eccitazione E 1 sia ad u n a f.e.m. i n d o t t a dalla variazione del flusso diretto concatenato. Il circuito smorzatore, che deve intendersi costituito n o n solo della gabbia smorzatrice vera e p r o p r i a secondo l'asse magnetico diretto ma a n c h e dai varii circuiti presenti nelle p a r t i metalliche massicce, è soggetto alla sola avendo posto n e l l ' u l t i m a espressione: (5) Poichè la f.e.m. e 2 è, per l'ipotesi di velocità di rotazione costante, direttamente proporzionale al flusso φ, avendo indicato con h il coefficiente di proporzionalità (e 2 = hφ), le (4) divengono: (6) f.e.m. indotta in esso dalla variazione del flusso diretto concatenato. P e r q u a n t o concerne il circuito statorico, si osservi come la corrente a l t e r n a t a che in esso circola p r o d u c a n e l caso a t t u a l e u n a f.m.m. r o t a n t e che agisce secondo l'asse d i r e t t o , in concomitanza con la f.m.m. p r i m a r i a ; ciò, dal p u n t o di vista magnetico, equivale a dire che il circuito indotto si comp o r t a come un avvolgimento avente in ogni istante il p r o p r i o asse orientato secondo l'asse magnetico d i r e t t o — e q u i n d i con esso r o t a n t e — percorso da u n a corrente continua fittizia i 2 . D ' a l t r a p a r t e il flusso φ, e con esso la f.e.m. e 2 , d i p e n d o n o dalla f . m . m . totale agente secondo l'asse diretto e q u i n d i dalla c o r r e n t e : (7) La relazione t r a e 2 e la corrente i è data dalla caratteristica di eccitazione, che p u ò esprimersi con la relazione: (8) Affinchè in tale circuito equivalente statorico circoli la corrente i 2 è necessario s u p p o r r e l'esistenza di u n a f.e.m. esterna continua e 2 p r o p o r zionale al flusso diretto concatenato φ ( e 2 = hφ) nonchè la chiusura del circuito su u n a resistenza Ricavando dalla (6) le correnti nei tre circuiti ed introducendole nella (8), si ha in definitiva p e r e 2 l'equazione differenziale: fittizia di valore Alla difficoltà di risoluzione di tale e q u a z i o n e , dovuta al fatto che la caratteristica di eccitazione I segni di e 2 e di sono scelti in m o d o che, se nel circuito statorico prevale la reattanza capacitiva, la resistenza fittizia risulta positiva e la corrente dovuta ad e 2 ha effetto magnetico concomitante con la corrente di eccitazione i 1 , m e n t r e se prevale la reattanza induttiva, la resistenza fittizia è negativa e la corrente dovuta ad e 2 ha effetto smagnetizzante; ciò è in accordo con i fenomeni di reazione d ' i n d o t t o nel caso di carico reattivo. Si p u ò r i t e n e r e che tale circuito equivalente statorico, la cui adozione è p i e n a m e n t e giustificata nella condizione di regime, valga a n c h e d u r a n t e il transit o r i o , p e r cui in esso in tali circostanze, oltre alla f.e.m. e 2 , agirà anche la f.e.m. (9) Fig. 2. - Circuito equivalente dell'alternatore per lo studio dell' autoeccitazione. circuito indotto sull'asse d i r e t t o derivante dalla variazione del flusso φ. Premesso q u a n t o sopra e con riferimento alla figura 2 si possono scrivere le seguenti relazioni, derivate d a l l ' a p p l i c a z i o n e del II p r i n c i p i o di Kirchhoff r i s p e t t i v a m e n t e alle maglie r a p p r e s e n t a t e dai circuiti i n d u t t o r e , smorzatore ed i n d o t t o : circuito smorzatore circuito induttore (4) (1) La dizione « valore efficace istantaneo » è giustificata dalla supposizione che la durata del fenomeno transitorio in studio sia rilevante in confronto al periodo (ipotesi d) ). ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - ANNO 6 - N. 8-9 - AGOSTO-SETTEMBRE 1952 ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - ANNO 6 - N. 8-9 - AGOSTO-SETTEMBRE 1952 275 e t e n e n d o conto della (10), la (9) diviene: (12) Date le ipotesi stabilite, detta equazione differenziale risulta, entro l'intervallo di t e m p o considerato « non omogenea ed a coefficienti costanti » e la sua soluzione, t e n e n d o conto delle condizioni ai limiti, v a l e : (13) essendosi indicato con t i l'istante iniziale dell'intervallo di t e m p o considerato, e con ε la base dei logaritmi n a t u r a l i . L'equazione algebrica (13) si c o m p o n e del termine da ritenersi costante nell'intervallo di t e m p o considerato, e del t e r m i n e P r a t i c a m e n t e , stabilito il valore della capacità C suscettibile di provocare l'autoeccitazione, la q u a n t i t à B, data dalla seconda delle (11), in virtù della variabilità del coefficiente ρ, decrescente al crescere di e 2 , r i s u l t a : B < 0 , nel p r i m o t r a t t o della caratteristica di eccitazione: in t a l caso l'esponenziale che c o m p a r e nella (13) ha esponente positivo, ciò che corrisponde ad un fenomeno esaltantesi nel t e m p o ; B = 0, nel p u n t o della caratteristica di eccitazione la cui t a n g e n t e geometrica è parallela alla caratteristica di carico capacitivo tracciata in figura 1; n e l l ' i n t o r n o di detto p u n t o si vedrà che il fenomeno segue u n a legge lineare col t e m p o ; B > 0, nel r i m a n e n t e t r a t t o della caratteristica di eccitazione: in q u e s t ' u l t i m o caso l'esponenziale ha esponente negativo ed in conseguenza il fenomeno va smorzandosi col tempo. Fig. 7. - Alcuni oscillogrammi forniti dalle prove per il rilievo del parametro “ a „. gura 4, risulterà formato da d u e rami : l ' u n o , p e r i valori più bassi di e 2 , concavo verso l'alto, l'altro invece concavo verso il basso; i d u e r a m i si raccordano fra di loro con un tratto p r a t i c a m e n t e rettilineo n e l l ' i n t o r n o del valore B = 0. Nel caso che interessi conoscere l ' a n d a m e n t o della corrente i 1 nell'avvolgimento di eccitazione, la legge con cui essa varia in funzione del t e m p o può essere facilmente ricavata dalle espressioni sopra r i p o r t a t e . Infatti la p r i m a delle (6), t e n u t o che la (13) fornisce: presente che è Fig. 3. - Procedimento per il rilievo dei parametri ρ ed e'2 dalla caratteristica di eccitazione. n o n è esprimibile a n a l i t i c a m e n t e , si p u ò ovviare o p e r a n d o entro intervalli di t e m p o sufficientemente piccoli e conseguentemente con piccoli incrementi di f.e.m. e 2 , tali che il t r a t t o di caratteristica interessato possa confondersi con la p r o p r i a t a n g e n t e . I n d i c a n d o allora (figura 3) con e 20 il valore assunto dalla f.e.m. all'inizio dell'intervallo di t e m p o considerato, con ρ il coefficiente angolare della tangente geometrica alla caratteristica di eccitazione n e l p u n t o e 2 = e 2 0 , e con e' 2 l'intersezione di tale t a n g e n t e con l'asse delle o r d i n a t e , la (8) si trasform a , entro tale intervallo di tempo, nella diviene : (14) 3. (10) e 2 = e'2 + ρi e la (9) viene modificata in conseguenza. Ponendo : Fig. 6. - Schema per il rilievo del parametro “ a „. Nel p u n t o di separazione B = 0, p e r il q u a l e la (13) è i n d e t e r m i n a t a , ricercando il limite a cui essa t e n d e p e r B t e n d e n t e a zero, si h a : (11) - Determinazione dei parametri. I p a r a m e t r i che, entro un d e t e r m i n a t o intervallo di t e m p o , regolano il funzionamento della macchina sincrona autoeccitantesi sono essenzialmente ρ ed A. R i c o r d a n d o la definizione di ρ, dalla caratteristica di eccitazione si p u ò ricavare m e d i a n t e derivazione grafica tale q u a n t i t à in funzione della f.e.m. e 2 ; dalla medesima caratteristica è opport u n o ricavare a n c h e la q u a n t i t à e' 2 in funzione della stessa e 2 e r i u n i r e i d u e d i a g r a m m i in un unico grafico. In figura 5 sono r i p o r t a t i tali diag r a m m i relativi alla macchina, su cui è stato speFig. 8. - Diagramma sperimentale della funzione per la macchina su cui è stato sperimentato. Fig. 4. - Andamento generico della funzione e 2 = f 1 (t). Fig. 5. - Valori di ρ e di e'2 in funzione della f.e.m. stellata per l'alternatore su cui è stato sperimentato. che r a p p r e s e n t a nello stesso intervallo u n a tensione variabile con legge esponenziale, la cui costante di tempo è variabile da istante a istante. La quantità B ha u n a i m p o r t a n z a decisiva sia nello stabilire il segno della tensione che inter- viene in a m b e d u e i t e r m i n i della (13), sia nel det e r m i n a r e il segno dell'esponenziale. 276 espressione che mostra la variazione lineare col t e m p o annunziata in precedenza. Premesso q u a n t o sopra, p e r ricavare la funzione e 2 = e 2 (t), basterà fissare un intervallo di t e m p o (t-t i ) sufficientemente piccolo e ricercare il valore che assume la e 2 alla fine di tale intervallo m e d i a n t e l'espressione (13) impiegando in essa i valori di ρ, B e E* spettanti al valore di e 2 raggiunto alla fine dell'intervallo p r e c e d e n t e e che coincide adesso con e 2 0 ; e ciò iniziando dalla f.e.m. dovuta al magnetismo residuo. Il diagramma della funzione e 2 = e 2 (t) così otten u t o , il cui a n d a m e n t o generico è r i p o r t a t o in fiATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - ANNO 6 - N. 8-9 - AGOSTO-SETTEMBRE 1952 ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - ANNO 6 - N. 8-9 - AGOSTO-SETTEMBRE 1952 277 Il coefficiente a della (15) v a l e : dalle q u a l i è possibile ricavare sia la q u a n t i t à utile p e r d e t e r m i n a r e l'effetto dello smorzamento statorico (e con questo resta d e t e r m i n a t a A dalla ed è d e t e r m i n a b i l e s p e r i m e n t a l m e n t e , rilevando con oscillogramma la tensione ai morsetti della macchina sincrona funzionante a vuoto ed eccitata bruscamente con u n a c o r r e n t e di eccitazione che interessi il t r a t t o iniziale rettilineo della caratteristica, p e r il quale ρ è p r a t i c a m e n t e costante. Scegliendo da tale oscillogramma due o p p o r t u n i valori di e 2 , e 2t' ed e 2 t " , corrispondenti agli istanti t' e t", si p u ò ricavare a m e d i a n t e la seguente relazione dedotta dalla (15): P e r q u a n t o verrà detto fra poco è necessario eseguire varie prove con valori di R 1 diversi e c o m p e n d i a r e i risultati in un unico d i a g r a m m a P e r la m a c c h i n a in esame sono state ese- Fig. 9. - Schema per le prove sperimentali sotto carico. guite le prove descritte, i m p i e g a n d o lo schema di figura 6. In figura 7 sono r i p o r t a t i esempi degli oscillogrammi o t t e n u t i , m e n t r e in figura 8 è riport a t o il d i a g r a m m a rimeritato. Noto ρ e fissato C, risulta subito determ i n a t a p e r ogni valore della f.e.m. e 2 a n c h e la q u a n t i t à B t e n e n d o presente che il coefficiente K 2 e la reattanza di dispersione ωL d possono essere d e t e r m i n a t i p r e l i m i n a r m e n t e con la nota prova a carico t o t a l m e n t e reattivo. La d e t e r m i n a z i o n e della q u a n t i t à A è invece p i ù laboriosa. A m e n o che n o n si conoscano esatt a m e n t e p e r la m a c c h i n a in esame le grandezze di cui A è funzione secondo la p r i m a delle (11) (ciò che è assai raro), p e r d e t e r m i n a r e A occorre p r o cedere in m a n i e r a c o m b i n a t a sperimentale e analitica. Si osservi a tale scopo che qualora si esegua la ricerca della e 2 = e 2 (t) p e r la macchina funzion a n t e a v u o t o , cioè con circuito esterno a p e r t o , si perviene alla seguente espressione p e r tale funzione : (15) da essi ricavato. Noto a si risale al p a r a m e t r o A, t e n u t o presente che, dal confronto della p r i m a delle (11) con la (16), si d e d u c e : (17) Questo ci dice che nella prova sotto carico, come è n a t u r a l e , interviene nello stabilire il valore della costante di t e m p o anche l'effetto dello smorzam e n t o statorico nella cui espressione è incognito u n i c a m e n t e il fattore (17) ), sia la quantità che r a p p r e s e n t a l'inver- so della resistenza del circuito smorzatore r i p o r t a t a al circuito i n d u t t o r e . 4. - Rilievi sperimentali. La m a c c h i n a sincrona a n i s o t r o p a , su cui è stato sperimentato ( 2 ), ha le seguenti caratteristiche: Potenza Tensione n o m i n a l e Corrente n o m i n a l e N u m e r o dei poli Frequenza Collegamento 4 kVA 220 V 11,5 A 4 50 Hz Fig. 11. - Confronto fra i risultati sperimentali e i risultati teorici per le V2 ed i1 in funzione del tempo. La sua caratteristica di eccitazione è r i p o r t a t a in figura 1; dalla prova con carico c o m p l e t a m e n t e reattivo sono stati dedotti il valore della sua reattanza di dispersione alla frequenza di 50 Hz (ωL d = 1,125 Ω) ed il valore del coefficiente di reazione ( K 2 = 0,0666). Lo schema dell'istallazione di prova è riport a t o in figura 9; il g r a p p o è dotato di un regolat o r e di velocità t i p o Dornig, che agisce sull'ecci-. tazione del m o t o r e a c o r r e n t e continua di t r a i n o , m a , come è o p p o r t u n o rilevare, con u n a p r o p r i a costante di t e m p o . Su tale g r u p p o è stata condotta u n a serie di prove con E 1 = 0, e capacità superiori al valore limite di autoeccitazione. La serie di prove compiute è consistita nella (2) Tale macchina, insieme col motore a corrente continua e coi relativi accessori, è stata acquistata con i fondi forniti dalla Associazione Nazionale Imprese Distributrici di Energia Elettrica (ANIDEL) che gli Autori ringraziano. esecuzione di t r e oscillogrammi (fig. 10); la macchina è stata ogni volta collegata ad u n a stessa t e r n a di capacità (188,4 μ F, con collegamento a t r i a n golo) ma con valori diversi della resistenza R 1 del circuito di r o t o r e . Si è proceduto inoltre al calcolo della v 2 = e 2 (t), seguendo i concetti illustrati n e l paragrafo 2, p e r il valore di C stabilito e p e r gli stessi valori di R 1 : sono stati così dedotti m e d i a n t e il calcolo t r e diag r a m m i che, messi a raffronto con gli analoghi d i a g r a m m i sperimentali (fig. 11), p r o v a n o l'attendibilità del m e t o d o . Le discrepanze sono da attrib u i r e fra l ' a l t r o a l l ' e n t i t à delle tensioni e cori-enti raggiunte, di p a r e c c h i e volte superiori ai valori nom i n a l i ; esse h a n n o fatto sì che le p e r d i t e n e l l ' a l t e r n a t o r e fossero u n a frazione considerevole della potenza di t a r g a , e che, conseguentemente, p e r l'improvviso carico, il m o t o r e rallentasse riprend e n d o p o i con relativa lentezza la velocità n o r m a l e . Avendo a dispo- sizione il diagramma di figura 8, stabiliti due diversi valori R 1 ' ed R 1 '' della resistenza rotorica, la (16) ci fornisce due distinte relazioni: Fig. 12. - Tratti dell'oscillogramma relativo alla prova con capacità limite. (18) come i m m e d i a t a m e n t e si deduce dalla (13), notando che a vuoto si ha C = C' = 0 e q u i n d i B = l. Fig. 10. - Oscillogrammi forniti dalle prove sotto carico. 278 ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - ANNO 6 - N. 8-9 - AGOSTO-SETTEMBRE 1952 ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - ANNO 6 - N. 8-9 - AGOSTO-SETTEMBRE 1952 279 limite p e r l'innescarsi del fenomeno, e coincideva con quella prevista con il calcolo. La descrizione delle operazioni grafiche ed a n a litiche eseguite esorbita dai limiti imposti alla presente esposizione. 5. Fig. 13. - Diagramma fornito dalla prova con capacità limite. Nella stessa figura 11 sono r i p o r t a t i a n c h e i d i a g r a m m i calcolati e rilevati della corrente nell'avvolgimento rotorico i 1 in funzione del t e m p o . L'oscillogramma di figura 12 si riferisce invece ad u n a prova eseguita con capacità p a r i al valore limite calcolato (141 µF con collegamento a triangolo); di tale oscillogramma p e r ragioni p r a t i c h e sono stati r i p o r t a t i solamente tre t r a t t i ma i dati da esso forniti sono stati riassunti nel diagramma di figura 13. È interessante n o t a r e come nei primi istanti si sia avuto un inizio di autoeccitazione che è successivamente cessato, p r o b a b i l m e n t e per la diminuita velocità della macchina, stabilizzandosi la tensione ai morsetti ad un valore di poco superiore alla f.e.m. dovuta al magnetismo residuo. In seguito p e r qualche causa accidentale è aum e n t a t a , sia p u r e di poco, la velocità del g r u p p o e il fenomeno ha avuto inizio di nuovo, svolgendosi secondo l ' a n d a m e n t o previsto. L'instabilità riscontrata dimostra che la capacità con cui si è operato era effettivamente quella - Conclusione. Lo studio compiuto ha permesso di individuare i p a r a m e t r i che d e t e r m i n a n o l ' a n d a m e n t o nel tempo del fenomeno di autoeccitazione. Essi possono essere calcolati in sede di progetto o p p u r e essere rilevati in sede di collaudo m e d i a n t e prove assai semplici, che non richiedono di sottoporre la macchina a carico nè attivo nè reattivo. Conoscendo il valore di tali p a r a m e t r i è possibile stabilire con sufficiente esattezza, almeno p e r q u a n t o riguarda il fenomeno dell'autoeccitazione, la m i n i m a velocità con cui devono intervenire i regolatori di tensione. Mario Picchi, Alfredo Vallini Pisa - Istituto di Elettrotecnica dell'Università. BIBLIOGRAFIA C. PALESTRINO e C. CAMINITI, Tecnica degli Impianti Elettrici, UTET, Torino, 1934. P. WALDVOGEL, Theorie der Spannungshaltung einer auf eine lange leerlaufende Leitung arbeitenden Drehstrommaschine, Brown Boveri Miti., 1945, XXXII, pag. 251. R. KELLER, Die Beherrschung der Selbsterregung bei Synchrongeneratoren, Bullettin de l'Ass. Suisse des Electr., 1949, XL, pag. 173. C. LAVANCHY, La stabilité des génératrices synchrones, Revue Brown Boveri, 1949, XXXVI, pag. 264. ]. HERLITZ, Problèmes relatifs au fonctionnement des réseaux de transport d'energie a haute tension et a grande distance, C.I.G.R.E., Parigi 1949, Tomo III, Rapporto n. 406. a Giancarlo Vallauri Stato attuale degli studi sulla trasmissione d'energia a corrente continua ad alta tensione Riassunti gli studi compiuti o in corso di esecuzione sulla trasmissione d'energia a corrente continua ad alta tensione, si accenna a quelli che verranno effettuati presso l'I.E.N.G.F. e si considera la convenienza che esperienze di esercizio vengano compiute in Italia. 1. - Indirizzo generale degli studi. Le esperienze sulla trasmissione a corrente continua ad alta tensione con sottostazioni di conversione a vapore di mercurio ebbero inizio poco prima dell'ultima guerra. A b b a n d o n a t o il vecchio concetto di T h u r y della produzione diretta dell'energia a corrente continua ad alta tensione, si delineò con esse la figura dell'impianto m o d e r n o di trasmissione a corrente continua, con produzione mediante generatori trifasi e doppia conversione, da corrente alternata in corrente continua in partenza, da corrente continua in corrente alternata all'arrivo. L'uso dei convertitori a vapore di mercurio p e r la doppia conversione fu conseguenza del progresso costruttivo dei commutatori corrispondenti, che, soprattutto con l'introduzione delle griglie di comando e di elettrodi ausiliari fra anodo 280 e catodo, consentivano nella maniera migliore la conversione nei due sensi a tensione elevata: altri c o m m u t a t o r i , quelli di Marx, ad arco in aria compressa, p u r e studiati p e r le alte tensioni, non riuscivano altrettanto convenienti, così che furono scartati all'atto degli studi, di poco posteriori, p e r la progettazione e l'esecuzione della linea Elba-Berlino, di cui sarà fatta parola in seguito. In questo tipo di i m p i a n t i , il sistema di produzione e quello di trasmissione p e r m e t t o n o di u n i r e i vantaggi economici della produzione mediante generatori trifasi e quelli della trasmissione a corrente continua attraverso linee, aeree o in cavo, a due o addirittura a un solo conduttore, con ritorno p e r il t e r r e n o . P e r contro la doppia conversione accresce il costo complessivo degli i m p i a n t i , atten u a n d o e a n n u l l a n d o a volte, secondo i valori delle ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - ANNO 6 - N. 8-9 - AGOSTO-SETTEMBRE 1952 potenze da trasmettere e delle distanze di trasmissione, e il percorso della linea, i vantaggi economici del sistema di trasmissione. Mentre nei confronti della trasmissione a corrente continua con produzione diretta di energia di questa forma, la trasmissione a corrente continua con produzione a corrente trifase e doppia conversione ha ottenuto u n a facile prevalenza, nei confronti con la trasmissione trifase si è stabilita u n a competizione, che, risoltasi nel periodo immediatamente successivo alla guerra a favore della trasmissione trifase a tensione oltre 200 kV e fino a 400 k V , non p u ò dirsi ancora chiusa. 2. - Schemi usati. Esperienze passate o in corso di esecuzione. Due schemi di trasmissione a corrente raddrizzata furono sperimentati da principio, quello in serie, a corrente costante, seguendo in questo il concetto classico di T h u r y , quello in derivazione, a tensione costante, più corrispondente, come modalità d'esercizio, agli usuali impianti di trasmissione tritasi. Negli Stati Uniti d'America, fra Schenectady e Mechanicville, nel 1936, la G.E.C. eseguì la trasmissione sperimentale di circa 180 A a 15 k V , col sistema a corrente costante, servendosi dello schema monociclico di Steinmetz p e r passare dal circuito a tensione costante del generatore a quello a corrente costante del trasformatore, del commutatore e della linea di trasmissione, o viceversa da questo a quello dell'utilizzatore (fig. 1) [ 1 ] . Tale schema non ha avuto diffusione in seguito, forse anche in conseguenza del fatto che al problema della trasmissione a corrente continua non sono state dedicate in America ulteriori speciali attenzioni, essendosi rivolte piuttosto le case costruttrici a m e r i c a n e , specie dopo la guerra, verso lo studio dei problemi della trasmissione trifase a tensione superiore a 220 k V . Tutti gli studi compiuti e in corso di esecuzione in E u r o p a sono stati effettuati invece su linee di trasmissione a tensione costante. Lo schema dei convertitori prescelto il più delle volte è quello trifase di Graetz, che meglio si adatta alle alte tensioni d'esercizio, perchè comporta il m i n o r valore della tensione inversa, eguale a quello della tensione raddrizzata, anzichè circa d o p p i o di essa, come avviene negli schemi con conduzione a u n a sola via. P e r le tensioni di esercizio maggiori sono stati usati o previsti più gruppi tritasi connessi in serie in ogni convertitore ed eventualmente più elementi di commutatori in serie nello stesso lato dello schema. Usando elementi dei tipi più recenti, che possono sostenere con piena sicurezza u n a tensione di esercizio di 50 k V , lo schema della fig. 2, con due gruppi in serie fra loro e due elementi di commutatore in serie in ogni lato dello schema, p e r m e t t e di effettuare una trasmissione a 200 k V : m e t t e n d o a terra il p u n t o di connessione fra i due g r u p p i , i due conduttori di linea si trovano a potenziali di 100 k V ; con una corrente continua di 250 A, che p u ò facilmente ottenersi con gli elementi indicati, è possibile trasmettere una potenza di 50 M W . Fig. 1. - Trasmissione a corrente costante con schema monociclico di Steinmetz. L'uso di elementi per tensioni più elevate o p e r correnti più intense, che non è impossibile costruire, consentirebbe la trasmissione di potenze proporzionalmente maggiori. Con elementi simili e schemi più semplici costituiti da un solo g r u p p o avente un elemento in ogni lato del commutatore ( q u i n d i c o m p r e n d e n t e 6 elementi di commutatore in tutto) è possibile effettuare la trasmissione di potenze dell'ordine di 12-15 M W , a 50-60 k V , con un estremo di un convertitore a terra o con ritorno p e r la terra. Il p r i m o i m p i a n t o a tensione costante ad alta tensione, sperimentato in E u r o p a , fu installato dalla B.B.C. di Baden nel 1939, fra Wettingen e Zurigo (30 km), in occasione dell'Esposizione nazionale svizzera tenuta q u e l l ' a n n o in quella città [ 2 ] . La potenza trasmessa era di 500 k W , la tensione di 50 k V . Lo schema dei convertitori era con conduzione a u n a sola via (fig. 3); i c o m m u t a t o r i , polianodici, erano in cilindro di acciaio. A p a r t e le esperienze, di poco successive, sull ' i m p i a n t o da L e h r t e a Misburg (Hannover-Braunschweig) p e r la trasmissione di 16 MW a 80 kV con convertitori equipaggiati con c o m m u t a t o r i di Marx ad arco in aria compressa, che avevano p e r scopo la messa al p u n t o di questi commutatori e n o n h a n n o avuto seguito, come già è stato accenn a t o , numerose esperienze sono state eseguite in E u r o p a a p a r t i r e da quegli a n n i , con convertitori a vapore di mercurio, quasi sempre in cilindro di acciaio [ 3 ] . La Siemens aveva eseguito delle prove a Siemensstadt, fin dal 1937, con ampolle monoanodiche in vetro, a 75 k V , 4 A raddrizzati, e altre ne compì anni d o p o , fra Charlottenburg e Moabit (di- ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - ANNO 6 - N. 8-9 - AGOSTO-SETTEMBRE 1952 281