1° incontro 16 gennaio 2008 - Dott.sa Paola Cavalcaselle Psicologa

Corso di formazione per docenti
Introduzione ai
Disturbi Specifici di Apprendimento:
ISTITUTO COMPRENSIVO
“A. Moro”
VAREDO(MI)
1° incontro : 16 genaio 2008
Relatore: Dott.sa Paola Cavalcaselle Psicologa, tecnico A.I.D.
Master in “DIAGNOSI E TRATTAMENTO DELLE DISABILITÀ DI APPRENDIMENTO IN ETÀ EVOLUTIVA”
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1° incontro
Mercoledì 16 gennaio 2008 ore 16-19
• Descrizione dei DSA :
–caratteristiche del disturbo
–Cause
–la diagnosi
–gli aspetti psicologici e i disturbi
associati
–evoluzione
nel tempo.
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Prossimi incontri
2° incontro Giovedì 24 gennaio 2008 ore 16-19
- Indicatori di rischio per il primo riconoscimento delle
difficoltà di lettura e scrittura.
- Cenni alle difficoltà nella lingua straniera.
-Tecniche, strumenti e strategie per l'intervento didattico
(modalità di screening , strumenti compensativi e
dispensativi) in relazione alla lettoscrittura.
3° incontro Mercoledì 30 gennaio 2008 ore 16-19
- caratteristiche delle difficoltà di calcolo e indicatori di rischio
per un primo riconoscimento
- difficoltà di comprensione e studio nei dsa
-Tecniche, strumenti e strategie per l'intervento didattico nello
studio e nel calcolo (compensativo e dispensativi)
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Riflessioni…
malgrado migliaia di lingue
siano state parlate dall’uomo
solo 106
hanno strutturato una forma scritta
oggi
su 3000 lingue parlate
solo 78 hanno una letteratura
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La lettura è…
Uno dei prodotti più recenti
dell’uomo: “appena” dal 3500 a.C.
Homo habilis: i suoi resti fossili, datati tra i 2 e 1 milione di anni fa
(ma alcuni resti sembra si datino a 3 milioni di anni fa)
Homo sapiens neanderthalensis, vissuto tra gli 80000 e i 35000 a.c.
È un “artefatto” culturale:
necessita di insegnamento
STELE DI ROSETTA:
3 DIFFERENTI
GRAFIE-196 a.C.
Un linguaggio scritto: necessita di
conoscenza del codice per
interpretarlo e neppure la direzione
è scontata
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MODALITÀ ATTRAVERSO CUI
AVVENGONO GLI APPRENDIMENTI
DA “LE AQUILE SONO NATE PER VOLARE” di R. Grenci –La Meridiana
ESPERIENZA DIRETTA (FARE)
PARLARE E SCRIVERE
ASCOLTARE E VEDERE (INSIEME)
VISTA
UDITO
LETTURA
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90%
70%
50%
30%
20%
10%
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Anche se il linguaggio verbale è lo
strumento privilegiato del pensiero, un
pensiero senza linguaggio verbale è
possibile.
Il pensiero,
attività cognitiva dell'individuo,
non è necessariamente compromesso
da una incompetenza linguistica.
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Non ce ne rendiamo conto
perché è come se avessimo
un “traduttore simultaneo”
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Linguaggio/pensiero
differenze rispetto alle regole che
vincolano il parlato e lo scritto:
- ordine “logico” (soggettivo?)
- ordine cronologico
- spaziale (ds/sin)
- ordine “psicologico”
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
     
    
    
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    
   
 
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LETTURA FONOLOGICA e…
• Lapidu munato bacuto miotra notole
ecchiu lapiro quodre amizio gamapi
falaso tigomo nivaba barloma giagna
dagumi buglia strova defito fromopu
irrole scorpi pilcone tifola beniro
enchea vostia fucido avelli vicepo
chiore digato
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LETTURA FONOLOGICA
• Lapidu munato bacuto miotra
notole ecchiu lapiro quodre amizio
gamapi falaso tigomo nivaba
barloma giagna dagumi buglia
strova defito fromopu irrole scorpi
pilcone tifola beniro enchea vostia
fucido avelli vicepo chiore digato
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LETTURA LESSICALE
Socdno una riccrea dlel’Unvrsetiià di
Carbmdgie l’oidrne dlele lertete all’iternno di
una praloa non ha imprtzaona a ptato che la
pimra e l’ulimta saino nllea gusita psoizoine.
Anhce se le ltteere snoo msese a csao una
peonrsa può leggere l’inetra fasre sneza
poblremi. Ciò è dovuto al ftato che il nstoro
celverlo non lgege ongi sigonla leterta ma tiene
in cosinaderzione la prolaa nel suo inesime.
Icnrebidile he?
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tipi
quan
voi
nol
dosso
eggere
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bue
sterighe?
tipi
quan
voi
dosso
nol
bue
eggere
sterighe?
ti-di
quan
voi
no-l
posso
eggere
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que
ste-righe?
Modello di lettura ad alta voce a due
vie
a -via lessicale semantica
1
Parola scritta
Sistema di
analisi visiva
e non semantica 2
b- via fonologica 3
Lessico di
entrata visiva
VIA 1
Sistema
semantico
VIA 2
Conversione.
grafema-fonema
Lessico di uscita
fonologico
Buffer
fonemico
Parola letta
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VIA 3
chiamavano
met-metropoli
Salto di riga
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d’
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La Definizione dei “D.S.A.” secondo il
manuale diagnostico e statistico DSM-IV
• DISTURBO DELL’APPRENDIMENTO
(in precedenza “Disturbo delle capacità scolastiche”)
• Disturbo di lettura (dilessia)
• Disturbo dell’espressione scritta (disgrafia,
disortografia)
• Disturbo del calcolo (discalculia)
Altre definizioni:
Disturbo Specifico di Apprendimento
Disturbo dell’ apprendimento scolastico
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Definizione:
dalla “Consesus Conference”
gennaio 2007-http://www.aiditalia.org
La categoria dei Disturbi Evolutivi Specifici
di Apprendimento viene convenzionalmente
identificata con l’acronimo DSA.
Con il termine Disturbi evolutivi Specifici di
Apprendimento ci si riferisce ai soli disturbi
delle abilità scolastiche, e in particolare a:
DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA,
e DISCALCULIA.
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Definizione:
dalla “Consesus Conference”
gennaio 2007 (www.aiditalia.it)
La principale caratteristica di definizione di
questa “categoria nosografia” è quella
della “specificità”,
intesa come un disturbo che interessa uno
specifico dominio di abilità in modo
significativo, ma circoscritto,
lasciando intatto il funzionamento intellettivo
generale.
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Difficoltà /disabilità DI APPRENDIMENTO
D.A.
Learning disability L.D.
Altro
Specifico
Disprassie
D.S.A.
Apprendimento
scolastico
D.S.L
•Disturbo di lettura specifico del
linguaggio
•Disturbo
dell’espressione
scritta
•Disturbo di calcolo
D. Funzione
motoria
Impropriamente
“DISLESSIA”
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•Disturbi del linguaggio
•Problematiche
Socioculturali o
Psicopatologiche
•Ritardo mentale (R.M.)
• Disarmonie evolutive
(autismo)
•Disturbo d’attenzione e
iperattività.(D.D.A.I.o
A.D.H.D.)
•Epilessia
Si è “dislessici”(=DSA) quando:
Vi è un livello in lettura e/o scrittura e/o calcolo
sostanzialmente (2 deviazioni standard) al di
sotto della media di quanto previsto in base :
• all’età cronologica
• alla valutazione psicometrica
dell’intelligenza
• all’istruzione adeguata all’età.
Se è presente un deficit sensoriale,
le difficoltà di apprendimento devono andare al di là
di quelle di solito associate al deficit.
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DISCREPANZA
abilità di lettura,
scrittura, calcolo
85
intelligenza
100
115
130
Abilità nella lettura a confronto con
l’intelligenzawww.paolacavalcaselle.it
in soggetti con D.S.A.
Disturbo Specifico d’Apprendimento
=
“DISLESSIA”
Disturbo di LETTURA
Disturbo di SCRITTURA
=
=
DISLESSIA
DISGRAFIA e
DISORTOGRAFIA
Disturbo di CALCOLO
=
DISCALCULIA
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in Italia
Disturbi Specifici di Apprendimento
3% - 8%
È importante considerare che le stime attuali
sono fatte sull’affluenza ai servizi e sulle
diagnosi accertate.
Quanti però hanno una diagnosi ?
Quanti hanno avuto accesso ai servizi?
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25
25
25
25
4 OGNI 100 VUOL DIRE ..UNO PER CLASSE
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Italiano:
lingua
“trasparente”
vi è una corrispondenza molto alta
tra suoni e simboli;
per le sillabe si arriva ad una
corrispondenza che supera il 90%
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LINGUE DIVERSE :
•VI SONO DIFFERENZE DI CULTURA (organizzazione
del pensiero e del linguaggio)
•DIFFERENZA NELL’ORTOGRAFIA E GRAMMATICA
L’inglese ha più di 1000 modi diversi per
rappresentare i 44 suoni con diversi grafemi
L’italiano: 33 diversi grafemi per 25 fonemi
•ORTOGRAFIE DIVERSE MA
DISFUNZIONI SIMILI
•Modi di scrittura diversi (ideogrammi)
Disfunzioni diverse
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C.Vio, 2007
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-Studi epidemiologici stimano che
il 4 % della popolazione mondiale è
affetto da dislessia
-L'incidenza del disturbo è
maggiore nei paesi che hanno un sistema
ortografico più complesso o irregolare
(profondo) come la lingua inglese
-Nei bambini italiani di 10 anni, per esempio, la
percentuale di casi riscontrati è la metà di
quella evidenziata nei bambini statunitensi
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Incidenza percentuale dei tipi fondamentali di
difficoltà di apprendimento (Cornoldi,1999)
TIPO DI DIFFICOLTA’
Basso rendimento
Disturbi specifici di
apprendimento
Disturbi del linguaggio
Disturbi di attenzione
Ritardo mentale
Disturbi di personalità
Disabilità plurime
Sordità e ipoacusia
MASCHI
FEMMINE
13%
4,5%
7%
3,5%
1,5%
5%
1%
1%
0,15%
0,15%
1%
1,2%
1%
1%
0,15%
0,15%
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Altri criteri utili per la definizione dei DSA sono:
A) il carattere “evolutivo” di questi disturbi;
B) la diversa espressività del disturbo nelle
diverse fasi evolutive dell’abilità in
questione;
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Altri criteri utili per la definizione dei DSA sono:
D) il carattere neurobiologico delle
anomalie processuali che
caratterizzano i DSA.
E’ altrettanto importante sottolineare
che i fattori “biologici” interagiscono
attivamente nella determinazione
della comparsa del disturbo, con i
fattori ambientali;
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• C) la quasi costante associazione ad
altri disturbi (comorbilità); fatto questo
che determina la marcata
eterogeneità dei profili funzionali e di
espressività con cui i DSA si
manifestano, e che comporta
significative ricadute sul versante
dell’indagine diagnostica;
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LO SPORTIVO ESPERTO
AUTOMATIZZA GLI SCHEMI
COMPORTAMENTALI CHE GLI
CONSENTONO DI
UTILIZZARE LE STRATEGIE
DI GIOCO PER VINCERE
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Apprendere le abilità per
leggere, scrivere, contare
…non è facile come sembra:
Processi cognitivi complessi che
coinvolgono attività coordinate
di molte regioni cerebrali
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AREE COINVOLTE
NELL’UTILIZZO
DEL LINGUAGGIO
VERBALE
EMISFERO
SINISTRO
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AREE di ATTIVITA’ CEREBRALE riferita alle parole
GUARDARE
ASCOLTARE
PRONUNCIARE
PENSARE
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A. globale
A. focale
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ABILITÀ
CAPACITÀ DI METTERE IN ATTO UNA SERIE DI AZIONI,
SPESSO IN SEQUENZA TRA LORO,
IN MODO RAPIDO ED EFFICIENTE,
IN MANIERA DA RAGGIUNGERE UNO SCOPO
PER RAGGIUNGERE UN’ABILITÀ:
•Predisposizione innata
•Un’esposizione ripetuta agli stimoli
(frequenza = ALLENAMENTO)
•Semplicità e stabilità della sequenza degli atti
da apprendere (stimoli adeguati facilitano l’acquisizione)
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ABILITÀ
CAPACITÀ DI METTERE IN ATTO UNA SERIE DI AZIONI,
SPESSO IN SEQUENZA TRA LORO,
IN MODO RAPIDO ED EFFICIENTE,
IN MANIERA DA RAGGIUNGERE UNO SCOPO
PER RAGGIUNGERE UN’ABILITÀ:
•Predisposizione innata
•Un’esposizione ripetuta agli stimoli
(frequenza = ALLENAMENTO)
•Semplicità e stabilità della sequenza degli atti
da apprendere (stimoli adeguati facilitano l’acquisizione)
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Disturbo o disabilità
di apprendimento?
La dislessia evolutiva è una disabilità
specifica dell’apprendimento di origine
neurobiologica.
L’handicap è un incontro fra individuo e situazione.
E’ uno svantaggio riducibile o (purtroppo)
aumentabile.
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• …ll punto di partenza deve
però essere chiaro: l’individuo
è relativamente handicappato,
cioè l’handicap è un fatto
relativo e non un assoluto.
• In altri termini, ad esempio
un’amputazione non può
essere negata ed è quindi
assoluta;
lo svantaggio (handicap) è invece relativo
alle condizioni di vita e di lavoro, in una
parola della realtà in cui l’individuo è
collocato
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Non si tratta di
cosa o di quanto
apprendo(competenza),
ma di come:
Lettura, scrittura e calcolo
sono
strumenti
a cui
devo avere accesso per
apprendere
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Come accedo alla conoscenza?
• Con quali strumenti?
Come la accerto?
• Con quali strumenti?
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Quale mezzo/strumento?
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“DIS”-ABILITÀ
INCAPACITÀ DI
COSTRUIRE UNA ROUTINE DI AZIONI,
CHE RENDE FACILE RAGGIUNGERE UN
DETERMINATO SCOPO
LA MANCATA
PREDISPOSIZIONE
RENDE INEFFICACE
L’ALLENAMENTO
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… COME TRACCE SULLA
SABBIA…
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INTEGRAZIONE ED
AUTOMATIZZAZIONE FUNZIONI
SE UN’ABILITÀ NON È IN AUTOMATICA
OCCORRE UNO SFORZO MAGGIORE PER
ESEGUIRE UN COMPITO CHE VIENE
INOLTRE PERCEPITO COME DIFFICILE.
Quando ad un soggetto con DSA viene chiesto di
portare a termine due compiti in apparente
competizione tra loro non ce la fa a ricorrere a
strategie per ovviare al problema.
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PROCESSI
CONTROLLATI
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Consci
Attentivi
Guidati dal concetto
Dall’alto verso il basso
Funzionamenti limitato
Di tipo seriale
Disponibili per tempo limitato
Alto dispendio risorse
Tipici di attività riflessive
Flessibili, adatti a compiti
creativi
• Allerta focale
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
AUTOMATICI
Inconsci
Preattentivi
Guidati dallo stimolo
Dal basso verso l’alto
Funzionamento illimitato
Di tipo parallelo
Per attività durature
Basso consumo di risorse
Appresi o innati
Rigidi, adatti per compiti
ripetitivi
Allerta generico
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Una definizione di dislessia
Dr David Pollak, De Montfort University,Leicester, England
•
•
•
•
•
Un tipo particolare di cervello
Pensiero non-verbale
Pensiero non-lineare
Problemi di memoria
Lenta processazione delle informazioni
… Non intrinsecamente disabili, ma
possono essere resi disabili dal
sistema educativo
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IN CHI ha un DSA
PER QUESTO È COSÌ
DIFFICILE DA CAPIRE
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Il patrimonio ereditario definisce solo le condizioni di base del
progetto, ma
…è il risultato finale che porta alla costruzione di un
sistema nervoso sempre pronto ad adattarsi alle
nuove esigenze dell’ambiente e non è mai certo:
sono sempre possibili soluzioni diverse da quella
standard
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• E’ un disturbo che non scompare mai
del tutto: molti adulti sono dislessici
• Il cervello del dislessico è
organizzato in un modo diverso dal
solito,
il che crea difficoltà nell’elaborazione del
linguaggio, in particolare dei fonemi
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PERSONA NON DISLESSICA
PERSONA DISLESSICA
AREA NON ATTIVATA
NEI DISLESSICI
(da E.Paulesu et al.,2001)
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SOGGETTI NON DISLESSICI
SOGGETTI CON
DISLESSIA EVOLUTIVA
RICORDO
DI
LETTERE
RIME
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PRINCIPALI ELEMENTI DI
RISCHIO
• Familiarità
• Disturbo della programmazione
fonologica in seconda infanzia
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La prognosi (il “come si presenterà”)
favorevole della dislessia è in relazione a:
1) buona condizione cognitiva
2) identificazione e intervento precoce
3) adeguato ambiente educativo e familiare
4) adeguata assistenza didattico-educativa
5) buon equilibrio psicologico del bambino
(Critchley)
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NON è opportuno
fare diagnosi
prima dell’esposizione
prolungata all’apprendimento
della lettoscrittura
generalmente
FINE SECONDA DELLA SCUOLA
PRIMARIA
anche se in alcuni casi si può parlare di
“ragionevole dubbio” anche in prima.
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È importante fare una
valutazione che tenga
conto delle varie possibilità
che possono essere causa
del disturbo con sintomi
simili
(diagnosi differenziale)
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Ricordare la differenza tra
Diagnosi / Diagnosi
Funzionale
Certificato / Certificazione(LEGGE 104)
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Diagnosi: chi?
PROFESSIONALITÀ COINVOLTE NELLA
VALUTAZIONE DEI DSA:
(seguendo un PROTOCOLLO DIAGNOSTICO DI BASE proposto
dall’A.I.D.)
• Neuropsichiatra infantile o neurologo per la visita
neurologica
• Neuropsichiatra infantile, psicologo o neuropsicologo
per la valutazione dell’efficienza intellettiva
• Psicologo per l’approfondimento psicodiagnostico e
la valutazione della personalità
• Psicologo, Neuropsicologo con Logopedista e
Psicopedagogista per gli approfondimenti specifici
Per maggiori informazioni:www.aiditalia.org/it/come_valutare.html
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PER ESSERE DEFINITI
“DISLESSICI”
è NECESSARIO
ESSERE
INTELLIGENTI
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Capire….
ASPETTI PSICOLOGICI:
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KEIRA KNIGHTLEY
Patrick Dempsey
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Autostima
Motivazione
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FATICA
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Tensione
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frustrazione
Rabbia
Insofferenza
Fuga dal compito
Co
m
tip po
r
rit o de tam
iro p
e
di , c res nti
sin hi si
di
v
u
di
t
st ere sur o:
ra
zio sse, a,
ne
nti
e
m
a
t
r
o
o
”
p
i
v
Com eratti rbo
“ip distu
di
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autostima
per sopportare la fatica
devo vedere dei vantaggi
devo sperimentare il successo
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Cicli dell’opinione di sé e dell’autostima
Opinione negativa di sé
Mancanza di
autostima
Ciclo delle opinioni
negative di sé
Comportamento
autolimitante
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Aspettative
negative
Cicli dell’opinione di sé e dell’autostima
Opinione positiva di sé
Autostima
rinforzata
Ciclo delle opinioni
positive di sé
Comportamento
efficace, deciso
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Aspettative
positive
TEMPO
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Il rimando oggettivo
che il ragazzo dislessico
riceve quotidianamente
dalla realtà scolastica è
comunque sempre di
inadeguatezza.
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Ma, dopo 3,4,6 o più anni di scuola, loro stessi
non credono più nella loro intelligenza
La loro personalità è divisa tra due messaggi opposti
e contrastanti:
stentano a formarsi una
reale e unitaria immagine di sé
(ciò può portare a patologie di personalità).
La maggior parte dei messaggi, comunque, soprattutto
a scuola, propende per la prima collocazione, tra gli
“stupidi”.
troppo poche sono, di solito, le occasioni in cui riesce
ad emergere l’altra caratteristica.
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Le emozioni hanno un peso nella
costruzione della personalità, così
come in quello che alcuni
definiscono “concetto di sé
scolastico”
e di autoefficacia
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Cognizioni, capacità di apprendere,
emozioni e motivazioni
sono saldamente intrecciate
uno stato d’animo più disponibile e
meno preoccupato può
influenzare positivamente
il ragionamento
i processi cognitivi
il comportamento sociale.
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Stati d’animo negativi:
• rendono meno efficienti il ricorso a strategie
di risoluzione dei problemi
• minore la possibilità di utilizzare competenze di
cui si è in possesso
• minore l’attenzione agli aspetti semantici del
problema.
Stati animo positivi
• influenzano positivamente i processi di
memorizzazione e di discriminazione
percettiva e
• le competenze connesse alla propria
professione e agli impegni sociali.
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Posso aumentare l’autostima
Alle volte basta poco:
dimentichiamo spesso l’importanza
della semplice connotazione positiva:
“Hai lavorato bene”
psicologicamente è molto diverso da
“Hai lavorato bene …
ma avresti potuto…”
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• Le relazioni con i compagni sono difficili se
vi è competizione e poca attenzione alla
singolarità ed unicità di ogni individuo.
• Spesso il bisogno di sentirsi come gli altri
porta a sottolineare l’errore altrui in una
sorta di
“sei come me, anche tu sbagli”
• È importante lavorare dal punto di vista
educativo sulla diversità e
sulla sua accettazione
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DISTURBI ASSOCIATI
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• Il ragazzo con DSA può presentare anche
difficoltà familiari, educative, emotive e
motivazionali, ma questi generalmente
sono fattori secondari (o conseguenze)
al suo disturbo di apprendimento.
• È possibile che siano co-presenti più disturbi e
che l’ambiente socioculturale “accentui” le
caratteristiche del disturbo.
La difficoltà sta nel distinguere nella diagnosi e
per questo è necessario l’intervento degli
specialisti.
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•Disturbi Specifici di
Linguaggio(DSL)
•Disturbi d’ansia
•Depressione
•Disturbo da Deficit di Attenzione
e Iperattività (DDAI)
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Disturbi specifici di linguaggio
Il livello di sviluppo linguistico raggiunto in età prescolare
è il dato predittivo più sicuro
dell’apprendimento della lettura alla scuola elementare
(Satz, 1974; Ferreiro, 1976)
Nei bambini in cui è presente DSL dopo i 4 anni è frequente
la presenza successiva di disturbi di apprendimento
della letto scrittura:
–
–
nel 50-75% per Shriberg e Kwiatowski 1994
nel 37-63% per Silva 1983
(a seconda del tipo di compromissione delle componenti del linguaggio)
Il 40% di bambini con DSA
risulta aver manifestato precedenti disturbi o ritardi del
linguaggio
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•DISTURBI D’ANSIA
• Quando questi bambini/e e poi ragazzi/e hanno
patito una sofferenza relativamente transitoria,
che ha comunque trovato uno sbocco o un senso,
possono in una qualche misura residuare una
certa vulnerabilità psicologica, particolarmente
sensibile alle situazioni di stress e agli
attacchi all’autostima
• Quando invece soffrono a lungo perché non
sono compresi nel loro problema e non sono
aiutati nel modo corretto possono organizzare la
loro personalità in modo patologico in modo
stabile.
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la DEPRESSIONE
(forma psicopatologica legata allo stress)
- Levi, Faruggia (1984) : i bambini con DSA rivelano
un rischio psicopatologico per la Depressione 8-9
volte superiore rispetto alla popolazione generale
della stessa fascia d’età.
- Levi, Penge, Biondi (1988): tra i bambini con
DSA studiati, 2 su 5 presentano depressione.
- Studi negli USA riscontrano una prevalenza della
depressione nella fascia di età 7 –12 della
popolazione generale dell’1,8% mentre risulta dal 30
al 40% nei bambini con DSA
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I problemi
depressivo/ansiosi sono
spesso “mascherati” dai
comportamenti disadattivi
o di “disturbo”
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I soggetti con DSA tendono ad
attribuire a sé la responsabilità dei
propri fallimenti
e al caso quella dei successi
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….grazie dell’attenzione.
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