Dieta ed aumento della sopravvivenza. Scritto da Creton Giovanni Mercoledì 08 Dicembre 2010 15:47 - Ultimo aggiornamento Venerdì 10 Dicembre 2010 13:24 Dieta ed aumento della sopravvivenza I sogni di un’eterna giovinezza hanno caratterizzato numerose culture nel corso della storia, ma fu solo nel 20 ° secolo che la ricerca della longevità è divenuto un obiettivo generalizzato almeno per i paesi sviluppati. Il processo d’invecchiamento da un punto di vista biologico è ancora misterioso. Ci sono molti settori di ricerca che studiano come vivere più a lungo, ed uno dei più promettenti è la restrizione calorica la cui sperimentazione è stata portata avanti negli ultimi anni soprattutto sugli animali di laboratorio. Questi studi hanno evidenziato che una dieta ipocalorica non solo estende la durata della vita degli animali, ma diminuisce l’insorgenza di una serie di malattie. Presupponendo che i risultati di questi esperimenti abbiano lo stesso effetto sull’essere umano, alcuni individui hanno già adottato una alimentazione con una dieta limitata in calorie. Questo sembra essere utile e benefico sia sugli animali sia sull’uomo. Intorno agli anni 30 del secolo scorso, in una serie di studi su animali di laboratorio, fu evidenziato che topi sottoposti ad una dieta ipocalorica vivevano molto più a lungo, purché nella dieta ci fosse un apporto normale di vitamine e minerali. L’idea sembra contro intuitiva, dopo tutto, la fame o il digiuno continuato non portano certo benefici alla salute. In verità sembrerebbe che una riduzione limitata delle calorie può sicuramente migliorare la sopravvivenza di vari tipi di organismi tra i quali i funghi, i nematodi , i vermi, i moscerini della frutta. In particolare è stato visto nei topi che una riduzione nelle calorie dal 30 al 50%, aumenta del 50% la lunghezza della loro vita. Ancora più interessante: i mammiferi alimentati con poche calorie sono protetti da numerose malattie correlate all’età, come i tumori, le malattie cardiache, il diabete di tipo 2 e la malattia d’Alzheimer. Non è chiaro perché mangiare meno dovrebbe rendere gli animali più longevi. Una dieta ristretta innesca numerosi cambiamenti a livello molecolare e genetico, solo alcuni di questi sono comuni a tutte le specie testate. Tuttavia, l’ipotesi più accreditata sostiene che una carenza di alimentazione induce gli organismi a sottrarre risorse destinate per la crescita, la riproduzione e la sopravvivenza per salvaguardare le funzioni vitali di base. Dal punto di vista evolutivo, questi adattamenti potrebbero aiutare un organismo a sopravvivere alle carestie. La domanda che tutti si pongono: la restrizione calorica ha un effetto benefico sull’essere umano? Gli esseri umani sono più longevi e ben più difficili da studiare di mosche o topi; di recente due ricerche molto interessanti sembrano avallare questa ipotesi. Il primo studio è stato eseguito su una specie di scimmia il macaco, naturalmente molto più simile agli esseri umani rispetto a vermi o topi. Quando questa popolazione di macachi ha 1/5 Dieta ed aumento della sopravvivenza. Scritto da Creton Giovanni Mercoledì 08 Dicembre 2010 15:47 - Ultimo aggiornamento Venerdì 10 Dicembre 2010 13:24 raggiunto l’età di 10 anni, equivalente all’età adulta negli esseri umani, la metà del gruppo è stata sottoposta a una dieta con una riduzione in calorie del 30% rispetto all’altro la metà. Gli ultimi risultati pubblicati recentemente, hanno evidenziato che l’80% delle scimmie in dieta ipocalorica era ancora viva, superando di quasi il 50% nella percentuale di sopravvivenza, il gruppo di controllo. Inoltre negli animali sottoposti a dieta, un terzo di questi moriva di meno in seguito all’insorgenza di malattie correlate al progredire dell’età. Il secondo indizio proviene dallo studio di persone che si sono sottoposti ad una restrizione calorica. Esistono molte comunità che raggruppano migliaia di persone, che hanno fatto la scelta di adottare una dieta ipocalorica. .Inutile sottolineare che questo stile di vita non è semplice, ed inoltre almeno quanto riferito dagli stessi partecipanti, compaiono effetti collaterali come la sensazione di freddo, la scarsa guarigione dalle ferite ed anche la sterilità temporanea. Molte di queste persone insistono in ogni modo sul fatto che la fame non è il problema principale, e che in realtà si sentono più felici e più sani dopo aver iniziato quest’alimentazione frugale. Queste persone si sono adattate a ridurre dal 10 al 30% l’alimentazione raccomandata e la maggior parte di questi presentano un indice di massa corporea “normale” vicino al limite inferiore. Per assicurarsi tutte le sostanze nutritive di cui hanno bisogno, senza alterare la loro quota di calorie (la loro dieta si basa prevalentemente su verdure), spesso molti di costoro ricorrono ad un programma di computer. Come per le scimmie, è troppo presto per dire se la restrizione calorica estende la durata della vita di queste persone, in quanto la maggior parte di questi al momento attuale ha un’età intorno ai 70 anni, che rappresenta la loro aspettativa di vita media, ma ci sono alcuni dati che suggeriscono che queste persone presentano ottimi profili metabolici e livelli di pressione arteriosa e di colesterolo diminuiti. Inoltre è stato osservato che le persone sottoposte a questa restrizione calorica presentano prove di funzionalità cardiaca simili a quella di persone più giovani di almeno vent’anni. Da alcuni studi sembra che nella risposta osservata negli uomini è negli animali alla restrizione calorica, intervenga con una certa importanza a un ormone prodotto dal fegato denominato fattore di crescita insulino-simile IGF-1 . Questo fattore sembrava avere un’azione fondamentale sull’invecchiamento, ed i livelli di questo ormone sono più bassi del normale nei vermi, nelle moscerini e nei topi sottoposti a una dieta ristretta, e questo si pensa essere almeno in parte responsabile della loro durata di vita maggiore. E’ stato visto comunque, che non in tutte le persone sottoposte ad una dieta ristretta, il livello di IGF-1 rimane normale, e la spiegazione di questa anomalia sembra trovarsi in una nuova ipotesi su come la dieta possa influenzare l’invecchiamento. Questa, sostiene che non può essere solo la riduzione in calorie responsabile per l’estensione della durata della vita in alcune specie, ma che questo deve accompagnarsi ad un ridotto apporto delle proteine alimentari. Una conferma a quest’ipotesi nasce da una serie di studi effettuati nei moscerini della frutta e nei topi. Infatti, se questi animali sono nutriti con diete con riduzione degli aminoacidi (che sono i mattoni delle proteine), gli stessi animali possono mangiare la quantità di calorie illimitata, continuando a vivere più a lungo. Questi risultati dimostrano chiaramente che non serve limitare solo le calorie, per ottenere l’estensione nella 2/5 Dieta ed aumento della sopravvivenza. Scritto da Creton Giovanni Mercoledì 08 Dicembre 2010 15:47 - Ultimo aggiornamento Venerdì 10 Dicembre 2010 13:24 durata della vita. Per confermare quest’ipotesi è stato chiesto ad un gruppo di persone, già sottoposta una dieta ipocalorica, ma non ristretta in proteine, di diminuire la percentuale d’apporto proteico per verificare i livelli dell’ormone IGF-1. Come ipotizzato, è stata notata una diminuzione di questo fattore dopo solo tre settimane dall’inizio della nuova dieta. Se questa ipotesi è vera, il razionale delle diete a basso contenuto calorico deve essere riformulato a favore di una dieta che abbia una limitazione sia di proteine sia di calorie. Alcuni studiosi suggeriscono addirittura che le diete ad alto contenuto proteico potrebbero aumentare il rischio di invecchiamento ed accelerare l’ insorgenza di cancro. Questa naturalmente è una buona notizia per chi già vive ricorrendo a dieta a basso contenuto proteico, come i vegani che sono vegetariani integrali ed evitano di mangiare carne uova e latticini; infatti, è stato dimostrato che in queste persone i livelli di IGF-1 sono più bassi rispetto alle persone che mangiano carne. E stato inoltre visto, in alcuni studi sui moscerini della frutta e su topi, che l’assunzione di un particolare aminoacido, la metionina allunga la vita in modo simile a quanto osservato in chi si sottopone a una restrizione calorica. Infatti, le proteine della carne di altri prodotti animali hanno alti livelli di metionina. È chiaro che per la maggior parte delle persone, è difficile una dieta con una restrizione di calorie e naturalmente diventa ulteriormente più difficile un’alimentazione dove c’è un ridotto apporto di calorie e di proteine. Nel mondo moderno, per chi non voglia cambiare la propria dieta, la prospettiva più allettante e ricorrere a una pillola che possa replicare gli effetti delle diete rigide come quelle fino a qui descritte. Non è un caso che molte aziende farmaceutiche hanno focalizzato il loro interesse nel trovare sostituti in pillole che possano sostituire la più complessa restrizione di calorie o di proteine. Esistono molte ipotesi differenti per quanto riguarda l’apporto di fattori alimentari particolari ed aumento della sopravvivenza. Per esempio il resveratrolo, un composto presente nel vino rosso, si è dimostrato utile a prolungare la sopravvivenza in alcune specie e questo ha aumentato di molto le vendite di vino rosso o di composti contenenti questo prodotto, anche se gli ultimi studi effettuati su specie animali non hanno confermato quest’ipotesi. Esistono altri composti che sembrano molto promettenti per quanto riguarda prolungamento della vita delle specie animali e di quell’umana, uno di questi è la rapamicina, un immunosoppressore utilizzato in pazienti sottoposti a trapianto d’organo. Questo composto si è dimostrato utile per estendere la vita media dei topi. Comunque, questa sostanza, essendo un forte immunosoppressore, non è un prodotto semplice da somministrare al solo scopo di prolungare la vita delle persone, in quanto potrebbe creare problemi collaterali maggiori. Un’altra sostanza molto studiata è un’antidiabetico orale, la metformina, di solito utilizzata per trattare il diabete di tipo 2, che nelle sperimentazioni animali riesce a prolungare la vita sia di vermi sia di topi. È questa sostanza un agente utile a rallentare l’invecchiamento? In alcuni studi su pazienti che prendono questo antidiabetico, sembra che la percentuale di neoplasie sia minore. Questo farmaco rispetto ad un immunosoppressore è meno tossico, ma presenta anche effetti collaterali quale nausea e 3/5 Dieta ed aumento della sopravvivenza. Scritto da Creton Giovanni Mercoledì 08 Dicembre 2010 15:47 - Ultimo aggiornamento Venerdì 10 Dicembre 2010 13:24 diarrea. Da queste ricerche viene fuori che è ancora lunga la via per trovare la pillola che ci permetta di vivere a lungo. È comunque prematuro considerare valida l’ipotesi che una restrizione di calorie e proteine possa estendere la vita umana. Infatti, esistono altri fattori ,altrettanto importanti, che giocano un ruolo fondamentale come gli acidi grassi od il colesterolo, mentre altri ricercatori sostengono che è importante considerare il giusto rapporto alimentare tra calorie e proteine nella nostra dieta. Gli ultimi dati suggeriscono che sebbene la restrizione calorica presenta dei benefici per l’uomo, non è altrettanto chiara se prolunghi la durata della vita stessa. Ci sono buone notizie che sia possibile ritardare l’invecchiamento senza ridurre del tutto la nostra assunzione di cibo, in altre parole esistono prove che una dieta bilanciata e corretta possa offrire una vita più lunga senza una restrizione alimentare eccessiva. Esistono dati per esempio che evidenziano un miglioramento della salute e della longevità se si ricorre ad una restrizione dietetica a giorni alterni, in altre parole in un giorno si mangia una quantità normale e nel giorno successivo un importo inferiore di calorie. Uno studio condotto in Spagna negli anni 50 ha evidenziato che gli anziani che consumavano solo latte e frutta a giorni alterni avevano un tasso inferiore di ospedalizzazione e di mortalità. Un tipo di dieta di questo genere non implica una restrizione calorica rigida ed evita un dimagrimento eccessivo. Nel frattempo il modo migliore per ritardare l’invecchiamento ed evitare le malattie può essere ancora valido il vecchio e saggio suggerimento di mangiare soprattutto cibi verdi vale a dire i vegetali che sono stato per secoli il cibo dei nostri antenati. Bibliografia 1. R.Colman . Caloric Restriction Delays Disease Onset and Mortality in Rhesus Monkeys-Science 10 July 2009: Vol. 325 no. 5937 pp. 201-204 2. L.Cassida . Eat less, live longer?-New Scientist 03 June 2010 3. L. Fontana, T. E. Meyer, et al. Long-Term Low-Calorie Low-Protein Vegan Diet and Endurance Exercise are Associated with Low Cardiometabolic Risk. Rejuvenation Research. June 2007, 10(2): 225-234. doi:10.1089/rej.2006.0529. 4. G.W.D. Landman , et al. Associated With Lower Cancer Mortality in Type 2 4/5 Dieta ed aumento della sopravvivenza. Scritto da Creton Giovanni Mercoledì 08 Dicembre 2010 15:47 - Ultimo aggiornamento Venerdì 10 Dicembre 2010 13:24 Diabetes.DIABETES CARE 5. R. C. Grandison, M.D. W. Piper1 et al- Amino-acid imbalance explains extension of lifespan by dietary restriction in Drosophila. Nature 462, 1061-1064 (24 December 2009 6. F.Contreras . The low-methionine content of vegan diets may make methionine restriction feasible as a life extension strategy. Medical hypothesys published online 15 September 2008. http://en.wikipedia.org/wiki/Alternate_day_fasting 5/5