ESERCIZIO 1: La tensione vIN(t) in ingresso al circuito in figura 1 è costituita da un’onda triangolare periodica con valore di picco VP=24V, offset 12V e frequenza 1 KHz. Sapendo che EO = 12V, si tracci l’andamento temporale della tensione d’uscita vO(t) e la transcaratteristica vO = ƒ(Vin) indicando, inoltre, per ciascuno dei suoi tratti, la condizione di funzionamento dei diodi, supposti ideali. Si tratta di un circuito con due diodi D1 e D2, supposti ideali, alimentato da un segnale in tensione a forma d’onda triangolare unidirezionale con un valore medio VM = offset = VP/2 = 12 V. Per i R/2 D1 due diodi verrà utilizzato il modello lineare a tratti fra loro perpendicolari intersecantesi R/2 nell’origine degli assi delle coordinate VAK, ID. R In sostanza si considera nulla sia la tensione di D2 Vin(t) VO(t) soglia Vγγ, sia la tensione di conduzione VDON dei due diodi D1 e D2. EO + Una delle strategie iniziali di analisi del circuito − è quella di ritenere, contemporaneamente, i due diodi interdetti e verificare se la rete circuitale (figura - 1) che ne deriva sia elettricamente compatibile e coerente con i valori che nel tempo assume il segnale di ingresso. L’ipotesi relativa ai diodi D1 e D2 entrambi interdetti conduce a verificare, per ispezione diretta, la validità elettrica o meno della rete di seguito riportata come figura 1a, in cui i due diodi sono modellati con due interruttori aperti e si considera inizialmente VIN(t) = 0. In tali ipotesi, per ispezione diretta della rete, si evince che: VA2 = EO ; VK2 = 0, cioè VAK2 > 0 e A1 K1 questo costituisce una stridente contraddizione R/2 con l’aver supposto D2 interdetto. R/2 Dunque, per VIN(t) = 0 il diodo D1 è interdetto, R K2 cioè è OFF, mentre D2 conduce, cioè è ON. Ne Vin(t) VO(t) consegue che: A2 EO + − ∀t : 0 ≤ vin (t ) < 2 Eo = 8V 3 D1 è OFF mentre D2 è ON. Il circuito che deve essere esaminato è quella mostrata in figura 1b (figura - 1a) D in cui 1 è modellato con un circuito aperto e D2 con un corto circuito. La tensione di uscita vO(t) è determinata dalla ripartizione della tensione del generatore indipendente EO operata dal partitore resistivo costituito dalle due resistenze R/2 ed R; si A K R/2 1 1 ottiene la relazione di seguito riportata: vo ( t ) = R ⋅ Eo R ⋅ Eo 2 = Eo = 8V = R + ( R 2) ( 3 R 2 ) 3 R/2 Vin(t) K2 R VO(t) A2 In conclusione si osserva che fino a che la tensione di ingresso non raggiunge il valore di VIN = 2·EO/3 EO + =8V il diodo D1 è interdetto e D2 conduce. − Quando VIN = 2·EO/3 =8V, il diodo D1 si porta nello stato di conduzione in quanto risulta VA1 = VIN = 8V (figura - 1b) e VK1 = VO = 8V. Poiché VAK1 È NON negativa, D1 si porta anch’esso in conduzione; tale stato è garantito dall’aumentare del segnale di ingresso VIN. In tali ipotesi, per ispezione diretta della rete di figura 1c, si evince che: ∀t : A R/2 1 K1 2 3 Eo ≤ vin (t ) < Eo = 18V 3 2 D1 è ON e pure D2 è ON. Il circuito che deve essere esaminato è quella mostrata in figura 1c R K2 in cui D1 e D2 sono entrambi modellizzati con Vin(t) A2 VO(t) un corto circuito. Si tratta di una rete classica + due nodi la cui tensione comune di nodo a EO − vO(t) è determinabile con il noto principio dei “potenziali di nodo” che nel contesto è dato come principio di Millman. Si ricava poi, per (figura - 1c) la tensione comune a tutti i lati posti fra loro in parallelo, con riferimento alla rete di figura 1c, la relazione seguente: R/2 vin (t ) E o + R2 R 2 2 [vin (t ) + Eo ] 2 R vo ( t ) = = ⋅ = ⋅ ⋅ [vin (t ) + Eo ] = 2 2 1 R ( 5 R ) R 5 + + R R R 2 2 = vin (t ) + Eo 5 5 Il legame ottenuto caratterizza una retta con coefficiente angolare m= tagα α = 2/5. Osserviamo che per vIN(t) = 8V viene riconfermato il valore vO = (2EO/3) = 8V. Pertanto, la tensione di uscita risulta una funzione continua e tale sarà anche la transcaratteristica vO = ƒ(VIN). Resta ora da chiedersi fino a quali valori del segnale d’ingresso vIN(t) la rete di figura 1c resta elettricamente compatibile con le ipotesi fatte. Il diodo D1, all’aumentare di vIN(t) resterà sicuramente in conduzione mentre il diodo D2 si interdirà allorché il potenziale del catodo K2 tenderà a superare quello dell’anodo A2. La rete di figura 1d, in cui D2 viene modellato con un circuito aperto, A1 K1 mostra chiaramente che l’interdizione di D2 inizia R/2 e si mantiene quando il segnale di ingresso vIN R/2 ha raggiunto e superato il valore necessario a far R si che la tensione del catodo VK2 uguagli e superi K2 Vin(t) A2 VO(t) la tensione dell’anodo VA2 = EO. Ciò si verifica per il particolare valore v*IN(t) della tensione + d’ingresso per cui risulta soddisfatta la relazione EO − seguente: 2 * 2 vo (t ) = Eo = vin (t ) + Eo 5 5 (figura - 1d) da cui si ricava la scrittura di seguito riportata: Eo − 2 2 * E o = vin (t ) 5 5 ⇒ 3 2 * Eo = vin (t ) 5 5 * ⇒ vin (t ) = 3 E o = 18V 2 Quanto premesso, l’ispezione diretta della rete di figura 2d consente di esplicitare che: ∀t : 3 E o ≤ vin (t ) ≤ VP 2 con VP = 24V ⇒ D1 è ON mentre D2 è OFF Dal circuito mostrata in figura 1d, in cui D1 è ancora modellato con un corto circuito mentre D2, come già detto, viene ora modellato da un circuito aperto, si evince che la tensione di uscita è data dalla ripartizione della tensione vIN(t) di ingresso fra le due resistenze R/2 ed R; si ottiene, pertanto, la relazione di seguito riportata: vo ( t ) = R R 2 ⋅ vin ( t ) = ⋅ vin (t ) = vin (t ) R + ( R 2) ( 3R 2) 3 Il legame ottenuto caratterizza una retta con coefficiente angolare m= tagβ β = 2/3. Osserviamo che per vIN(t) = (3·EO)/2 = 18V viene riconfermato il valore vO = (2/3)·(3EO/2) = EO = 12V. Pertanto, la tensione di uscita risulta una funzione continua e tale sarà anche la transcaratteristica vO = ƒ(VIN). VIN D1 OFF D2 ON D1 ON D2 ON D1 ON D2 OFF (figura 1e) 16 V β 12 V α 2EO/3 2EO/3 Vi(t) 3EO/2 VP =24V VO VO(t) (figura - 1f) 24 V 16 V 12 V 8V t La transcaratteristica vO = ƒ(VIN) è mostrata in figura 1e nella quale sono evidenziati per ciascuno dei tratti della spezzata, che definisce la curva in oggetto, lo stato di conduzione dei diodi, e la pendenza di ciascun tratto. Nella figura 1f, invece, sono evidenziati i due andamenti temporali del segnale d’ingresso Vi(t) e del segnale di uscita VO(t). La forma d’onda triangolare allo ingresso subisce sia una deformazione sia un’attenuazione frutto dei tratti con pendenza diversa fra loro nonché di valore diverso da un angolo di 45°. ESERCIZIO 2: La tensione vIN(t) in ingresso al circuito in figura 2 è un’onda triangolare periodica con valore di picco VP = 150 V, offset 75 V e frequenza 1 KHz. Sapendo che E1 = 25 V, E2 = 100V, R1 = 100 KΩ Ω , R2 = 200 KΩ Ω si determini la transcaratteristica VO = ƒ(VIN) indicando, per ciascuno intervallo, la condizione di funzionamento dei diodi supposti ideali e si tracci il grafico accurato della tensione vO(t). Si tratta di un circuito con due diodi D1 e D2, supposti ideali, alimentato da un segnale in tensione a forma d’onda triangolare unidirezionale con un D1 D2 valore medio VM = offset = VP/2 = 75 V. Per i due diodi verrà utilizzato il modello lineare a tratti fra loro perpendicolari ed intersecantesi R1 R2 nell’origine degli assi delle coordinate VAK, ID. Vin(t) VO(t) In sostanza si considera nulla sia la tensione di + + soglia Vγγ, sia la tensione di conduzione VDON − E1 − E2 dei due diodi D1 e D2. Una delle strategie iniziali di analisi del circuito (figura - 2) è quella di ritenere, contemporaneamente, i due diodi D1 e D2 interdetti e verificare se la rete circuitale che ne deriva è elettricamente compatibile e coerente con i valori che nel tempo assume il segnale di ingresso. L’ipotesi relativa ai diodi D1 e D2 entrambi interdetti conduce a verificare, per ispezione diretta, la validità elettrica o meno della rete di seguito riportata come figura 2a, in cui i due diodi sono modellati da due interruttori aperti e si considera inizialmente VIN(t) = 0. In tale contesto si deduce che: ♦ VA1 = Vin = 0V, mentre VK1 = E1 = 25 V, per A1 K2 K1 A2 cui risulta VAK1 = VA1 − VK1 = −25V, ovvero si conferma che D1 è interdetto cioè OFF; ♦ VK2 = VK1 = 25V, mentre VA2 = E2 = 100 V, R1 R2 per cui risulta VAK2 = VA2 − VK2 = 75 V > 0, Vin(t) VO(t) il che, contraddicendo l’ipotesi che il diodo + + D2 sia interdetto, sancisce in realtà che D2 si − E1 − E2 trova in conduzione, cioè ON. Il circuito da esaminare è mostrato in figura (figura - 2a) 2b, in cui il diodo D1 viene modellato da un circuito aperto, ed il diodo D2 è modellato da un corto circuito. La tensione di uscita vO(t) A1 K K1 A2 2 resta determinata dall’applicazione alla rete binodale del noto principio di Millman che R1 R2 consente di relazionare così come segue: Vin(t) ( E1 R1 ) + ( E 2 R2 ) VO(t) + + v ( t ) = , ovvero: o − E1 − E2 (1 R1 ) + (1 R2 ) (figura - 2b) vo ( t ) = E1 R2 + E2 R1 ( R1 + R2 ) Sostituendo i dati forniti dalla traccia ed effettuati i relativi calcoli si giunge alle seguenti scritture: vo ( t ) = E1 R2 + E2 R1 25 ⋅ 200 + 100 ⋅ 100 100 ⋅ (25 ⋅ 2 + 100) 150 = = 50V = = ( R1 + R2 ) (100 + 200) 300 3 Dalla rete di figura 2b, per ispezione diretta, si evince che VK1 = VK2 = VA2 = vO(t); pertanto il diodo D1 è OFF ed il diodo D2 è ON finché il segnale di ingresso non raggiunge il valore vin(t) = 50 V; si conclude, pertanto che: ∀t : 0 ≤ vin (t ) ≤ 50V ⇒ D1 è OFF, D2 è ON ⇒ vO(t) = 50V Quando il segnale d’ingresso vin(t) supera il valore di 50V anche il diodo D1 si porta in conduzione: la rete da esaminare è mostrata in figura 2c, in A1 K2 K1 A2 cui anche il diodo D1 viene modellato con un corto circuito. Per ispezione diretta si evince R1 che la tensione d’uscita vO(t) costituisce la R2 trasparenza della tensione d’ingresso vin(t), Vin(t) VO(t) + + di rimando vale la relazione che di seguito si − E1 − E2 riporta: vo (t ) = vin (t ) (figura - 2c) Al crescere di vin(t) la situazione non cambia finché la tensione di ingresso, che coincide con la tensione VK2 del catodo del diodo D2, non riesce a superare il valore E2 = 100 V, valore che porta il diodo D2 all’interdizione. Si conclude, così, che: ∀t : 50 ≤ vin (t ) ≤ ( E 2 = 100V ) ⇒ D1 è ON, D2 è ON ⇒ vO(t) = vin(t) Quando la tensione di ingresso vin(t) supera il valore della tensione del generatore E2 il diodo D2 si porta in interdizione e la rete da esaminare è mostrata in figura 2d in cui il diodo D2 viene modellato A1 K1 K2 A2 R1 Vin(t) + − R2 + − E1 E2 VO(t) con un circuito aperto. Per ispezione diretta si evince che l’apertura del diodo D2 fa si che la tensione di uscita vO(t) coincida col valore della tensione del generatore E2; si perviene, pertanto, alla relazione di seguito esplicitata: ∀t : ( E2 = 100V ) ≤ vin (t ) ≤ 150V D1 è ON, D2 è OFF ⇒ vO(t) = E2 La transcaratteristica, con evidenziate le varie condizioni di conduzione dei diodi D1 e D2, è mostrata in figura 2e. Nella figura 2f vengono evidenziate le forme d’onda sia della tensione di ingresso vin(t), sia della tensione di uscita vO(t). Si evince che il circuito in esame costituisce un limitatore a doppio livello, con livello inferiore LF = 50 V e livello superiore pari a LS = 100 V. (figura - 2d) VO D1 OFF D2 ON D1 ON D2 ON D1 ON D2 OFF E2 m = tag α = 1 α = 45° vO(t) = vin(t) α 50 V 50 V E2 VP=150 V Vin (figura - 2e) Vin VO VP E2 50 V t T = 1 ms (figura - 2f) ESERCIZIO 3: La tensione vIN(t) in ingresso al circuito in figura 3 è un’onda triangolare periodica con valore di picco VP = 150 V, offset 75 V e frequenza 1 KHz. Sapendo che E2 = 25 V, E1 = 100 V, R1 = 100 KΩ Ω , R2 = 200 KΩ Ω si vuole determinare la transcaratteristica VO = f(VIN), indicando, per ciascuno intervallo, la condizione di funzionamento dei diodi supposti ideali e si tracci il grafico accurato della tensione vO(t). Si tratta di un circuito con due diodi D1 e D2, supposti ideali, alimentato da un segnale in tensione a forma d’onda triangolare unidirezionale con un valore medio VM = offset = VP/2 = 75 V. Per i due diodi verrà utilizzato il modello lineare di prima specie, a tratti fra loro perpendicolari D2 R1 che si intersecano proprio all’origine degli assi R 2 D1 coordinati VAK, ID. In sostanza si considera nulla sia la tensione di v0(t) vin(t) soglia Vγγ, sia la tensione di conduzione VDON + + dei due diodi D1 e D2. E1 E2 − − Una delle strategie iniziali di analisi del circuito è quella di ritenere contemporaneamente i due (figura - 3) diodi D1 e D2 interdetti e verificare se la rete circuitale che ne deriva è elettricamente compatibile e coerente con i valori che nel tempo assume il segnale d’ingresso. L’ipotesi relativa ai diodi D1 e D2 entrambi interdetti conduce a verificare, per ispezione diretta, la validità elettrica o meno della rete, di seguito riportata come figura 3a, A 2 K2 in cui i due diodi vengono modellati come due R1 A1 R2 interruttori aperti e si considera inizialmente VIN(t) = 0. In tale contesto si deduce che K1 v0(t) vin(t) ♦ VA1 = Vin = 0V, mentre VK1 = E1 = 100 V, per + + cui risulta VAK1 = VA1 − VK1 = −100V, cioè E E2 1 − − si conferma che D1 è interdetto. cioè OFF; ♦ VK2 = 25V, mentre VA2 = VA1 = Vin = 0 V, per (figura - 3a) cui risulta: VAK2 = VA2 − VK2 = −75 V < 0, il che, conferma l’ipotesi che anche il diodo D2 sia interdetto, cioè OFF. Il diodo D2 uscirà dallo stato di interdizione ed entrerà in conduzione allorché il potenziale del suo anodo raggiungerà il valore della tensione fornita dal generatore E2 = 25 V. Consegue la seguente posizione: ∀t : 0 ≤ vin (t ) ≤ ( E 2 = 25V ) D1 è OFF, D2 è OFF ⇒ vO(t) = E2 = 25 V All’aumentare del segnale d’ingresso vIN(t), per tensioni superiori a E2 = 25 V, il diodo D2 si porta nello stato di conduzione, mentre il diodo D1 persiste nello stato d’interdizione finché il potenziale dell’anodo A1 non raggiunge il valore dato da VA1 = VK1 = E1 = 100 V. La rete da esaminare A 2 K2 R1 viene mostrata in figura 3b, in cui il diodo D2 A1 R2 è modellato con un corto circuito ed il diodo K1 D2 conserva la rappresentazione equivalente v (t) 0 vin(t) data dal circuito aperto. In questo contesto, la + + tensione di uscita vO(t) è determinata dalla E1 E2 − − applicazione del principio di Millman alla rete binodale di figura 3b; è così lecito relazionare (figura - 3b) nella forma che di seguito si riporta: vo ( t ) = (vin (t ) R1 ) + ( E 2 R2 ) vin (t ) R2 + E 2 R2 R2 ⋅ vin (t ) RE = = + 1 2 (1 R1 ) + (1 R2 ) ( R1 + R2 ) R1 + R2 R1 + R2 Sostituendo i dati forniti dalla traccia ed operando i dovuti calcoli, si perviene alle seguenti scritture: vo ( t ) = R2 ⋅ vin (t ) RE 200 ⋅ vin ( t ) 100 ⋅ 25 2 25 + 1 2 = + = ⋅ vin (t ) + R1 + R2 R1 + R2 100 + 200 100 + 200 3 3 Dalla relazione appena ricavata si può verificare che per vin(t) = 25 V viene confermato il valore, già precedentemente calcolato, di vO(t) = 25 V; il che esplicita che la transcaratteristica è una funzione continua. Si può concludere affermando quanto segue: * ∀t : ( E 2 = 25V ) < vin (t ) ≤ vin (t ) ⇒ D1 è OFF, D2 è ON 2 25 ⇒ vo ( t ) = ⋅ vin ( t ) + 3 3 La rete di figura 3b risulta essere coerente con i valori del segnale di ingresso vin(t) finché questi si mantiene ad un valore inferiore al valore v*in(t) che porta il potenziale dell’anodo di A1 ad assumere il valore vA1 = E1 = 100 V; in tale circostanza, infatti, il diodo D1 esce dallo stato di interdizione ed inizia a condurre. Il diodo D2, invece, a maggior ragione, al crescere di vin(t) persiste nello stato di conduzione. La rete da esaminare è mostrata nella figura 3c in cui il diodo D1 viene modellato da un corto circuito. Il valore del segnale d’ingresso da ricercare è quel particolare valore v*IN(t) della A2 K2 R1 tensione d’ingresso per cui, nella rete di figura A1 R2 3b, risulta soddisfatta la relazione seguente: K1 2 * 25 v0(t) vin(t) v ( t ) = E = v ( t ) + o 1 in + + E1 − − 3 E2 da cui si ricava la scrittura di seguito riportata: * 3E1 = 2 ⋅ vin (t ) + 25 ovvero: (figura - 3c) * vin (t ) = 3 3E1 − 25 3 ⋅ 100 − 25 275 = = = 137 ,5V 2 2 2 Con riferimento alla figura 3b, si completa l’analisi asserendo quanto segue: * ∀t : ( E 2 = 25V ) < vin (t ) ≤ (vin (t ) = 137,5V ) ⇒ D1 è OFF, D2 è ON ⇒ vo ( t ) = 2 25 ⋅ vin (t ) + 3 3 Con riferimento alla figura 3c vale la seguente posizione: * ∀t : (vin (t ) = 137,5V ) < vin (t ) ≤ (VP = 150V ) ⇒ D1 è ON, D2 è ON ⇒ vo ( t ) = E1 = 100V La transcaratteristica vO = ƒ(vin), con evidenziate le varie condizioni di conduzione dei diodi D1 e D2, viene mostrata in figura 2d. Nella figura 2e sono evidenziate le forme d’onda sia della tensione di ingresso vin(t), sia della tensione di uscita vO(t). Si evince che il circuito in esame costituisce un limitatore a doppio livello, con livello inferiore LF = 25 V e livello superiore pari a LS = 100 V. VO D1 OFF D2 ON D1 OFF D2 OFF D1 ON D2 ON E1 25 V m = tag α = 2/3 α = arctag (2/3) = 33,69° vO(t) = (2/3)·vin(t) + (25/3) α E2 = 25 V (figura - 3d) 137,5 V VP=150 V Vin Vin VO v*in(t) VP 137,5 V E1 25 V t T = 1 ms (figura - 2e) ESERCIZIO 4: La tensione vIN(t) in ingresso al circuito di figura 4 è un’onda triangolare periodica con valore massimo VM = 16 V, minimo Vm = 0 V e frequenza ƒs = 1 KHz. Sapendo che i diodi sono ideali e che EO = 12 V si tracci il grafico accurato della tensione vO(t) (6 punti). Si indichi, inoltre, per ciascun tratto della trascaratteristica vO = ƒ(vIN) la condizione dello stato di funzionamento dei diodi (3 punti). (Prima Prova in Itinere - 23 novembre 2007) Si tratta di un circuito con due diodi D1 e D2, supposti ideali, alimentato da un segnale in tensione ad onda triangolare unidirezionale con un valore medio o di offset VP/2 = 8 V. + Per entrambe i diodi sarà utilizzato il modello EO − lineare a tratti di prima specie, formato da R tratti fra loro perpendicolari che, appunto, si v0(t) vin(t) D2 R intersecano nell’origine degli assi coordinati VAK, ID. In sostanza si considera nulla sia la tensione di soglia Vγγ, sia la tensione VDON di R/2 D1 conduzione dei due diodi D1 e D2. Una delle strategie iniziali d’analisi del circuito consiste nel considerare che entrambe i diodi D1 e D2 siano contemporaneamente interdetti e verificare se la rete circuitale che ne deriva è compatibile e coerente elettricamente con i valori che assume nel tempo il segnale d’ingresso. L’ipotesi attinente ai due diodi D1 e D2 entrambi (figura - 4a) ε R/2 interdetti porta a verificare, per ispezione diretta, α la validità elettrica o meno della rete, riportata di seguito come figura 4a, in cui i due diodi vengono + modellati come due interruttori aperti nonché si EO − R considera inizialmente VIN(t) = 0V. In tale contesto, K2 NON circolando corrente in alcuna delle resistenze VA2K2 v0(t) R si ha vO = 0 V; consegue che la legge di Kirchhoff A2 β delle tensioni applicata alla maglia (αεδβα) consente di scrivere: R/2 A1 K1 Eo − vo − VA2 K 2 = 0 , da cui segue: R/2 (figura - 4) δ E o − V A2 K2 = 0 ⇒ E o = V A2 K2 > 0 Poiché la tensione fra l’anodo A2 ed il catodo K2del diodo D2 risulta maggiore di zero, si deve concludere che la rete di figura 4a smentisce l’ipotesi del diodo D2 nello stato di interdizione, ma stabilisce, invero, che il diodo D2 è certamente in conduzione. Pertanto, sempre nella condizione di segnale d’ingresso vIN = 0 V, la rete da esaminare è mostrata in figura 4b in cui D2 viene modellato da un corto circuito mentre per D1 si ipotizza ancora lo stato di interdizione. L’ispezione diretta della rete evince che la tensione vO è positiva cioè Vαδ =VA1K1> 0 e ciò contraddice assolutamente l’ipotesi che con R/2 α (figura - 4b) ε VIN = 0 V il diodo D1 sia nello stato d’interdizione. Il calcolo della tensione di uscita vO(t) è fornito dalla legge del partitore resistivo di tensione che + E di seguito si riporta: O − R R ⋅ Eo R ⋅ Eo 2 Eo v ( t ) = = = K2 o v0(t) R R + (R 2 ) (3R 2 ) 3 A2 β A1 vo ( t ) = R/2 K1 2 ⋅ 12 = 8V 3 Si termina l’analisi affermando che per vIN = 0 V i VA1K1 due diodi sono entrambe in conduzione e la rete da esaminare è mostrata in figura 4c in cui i diodi sono modellati dagli equivalenti corto circuiti. δ R/2 α (figura - 4c) + − EO R K2 A2 A1 β K1 R/2 ε R v0(t) + − R/2 vIN α (figura - 4d) + − EO R K2 A2 A1 K1 v0(t) R β R/2 ε I IR IG δ La rete di figura 4c, che ammette l’equivalente configurazione esplicitata in figura 4c bis, consente di calcolare la tensione in uscita vO(t) con la regola (figura - 4c bis) del partitore resistivo di tensione che consente, così, di relazionare come segue: δ + − EO R β R/2 R δ R/2 v0(t) (R R 2 ) ⋅ Eo , ovvero: (R 2 ) + (R R 2 ) ( R 3) ⋅ E o 2 Eo R 6E vo ( t ) = = ⋅ o = ( R 2) + ( R 3) 3 5R 5 vo ( t ) = Con i valori assegnati dalla traccia si ha: vO(t) = 4,8 V. Si è, ora, nella possibilità di valutare l’evoluzione del segnale di uscita vO(t) al variare del segnale d’ingresso vIN(t). Dall’analisi precedentemente sviluppata si può asserire che: * ∀t : 0 ≤ vin (t ) < vin (t ) ⇒ D1 è ON, D2 è ON La rete da esaminare è mostrata in figura 4d che evidenzia la presenza del generatore di segnale vIN e i due diodi modellati dal bipolo corto circuito. L’applicazione del “principio dei potenziali di nodo”, considerando come riferimento il nodo δ, consente di relazionare come segue: IG = vo ( t ) − vin ( t ) v ( t ) − Eo v (t ) ; I= o ; IR = o ; ( R 2) ( R 2) R L’applicazione della legge di Kirchhoff delle correnti al nodo δ consente di esplicitare quanto segue: vo ( t ) − vin ( t ) vo ( t ) − E o vo ( t ) + + =0 ( R 2) ( R 2) R IG + I + I R = 0 ⇒ Svolgendo i dovuti passaggi algebrici e le necessarie semplificazioni si giunge alle seguenti scritture: 2vo (t ) 2vin (t ) 2vo (t ) 2 E o vo (t ) − + − + =0 R R R R R 5vo (t ) 2vin (t ) 2 E o 2 2 − − = 0 ⇒ vo (t ) = ⋅ vin (t ) + E o R R R 5 5 Utilizziamo la relazione ora ricavata quale conferma dei risultati già conseguiti e verifichiamo che per vIN(t) = 0 V si ribadisce quanto dedotto dall’analisi della rete di figura 4c e figura 4c bis; si ottiene: 2 2 2 2 24 2 vo (t ) t = 0 = ⋅ vin (t ) + Eo = ⋅ vin (0) + Eo = E o = = 4,8V 5 5 t =0 5 5 5 5 Al variare del segnale di ingresso vIN(t) il diodo D1 persisterà nello stato di conduzione finché la tensione fra anodo e catodo sarà non negativa; se D1 cessa di condurre allora è certamente IG = 0 A, come del resto è suggerito dalla figura 4d. Ne consegue che, indicato con v*IN(t) il particolare valore della tensione di ingresso per il quale il diodo D1 cessa di condurre ed inizia ad interdirsi, si dovrà verificare quanto segue: vo (t ) − vin* (t ) IG = =0 vo (t ) − vin* (t ) = 0 ⇒ vo (t ) = vin* (t ) ( R 2) Imponendo tale condizione nella relazione che fornisce il legame fra la tensione di uscita vO(t) e la tensione di ingresso vIN(t) si ottiene la scrittura che di seguito si esplicita: * vin (t ) = 2 * 2 ⋅ vin (t ) + E o 5 5 ⇒ 3 * 2 vin (t ) = E o 5 5 * ⇒ vin (t ) = 2 E o = 8V 3 Atteso quanto premesso, è assolutamente dimostrato l’asserto che segue: 2 2 * ∀t : 0 ≤ vin (t ) < vin (t ) = 8V ⇒ D1 e D2 sono ON ⇒ vo (t ) = vin (t ) + E o 5 5 * ∀t : [vin (t ) = 8V ] < vin (t ) ≤ (V M = 16V ) ⇒ D1 è OFF e D2 è ON (figura - 4e) R/2 + − EO + v (t) − IN K2 β A2 A1 R K1 R/2 R v0(t) La rete da esaminare è mostrata nella figura 4e che, per quanto attiene il calcolo della tensione di uscita vO(t), è da ritenersi sostanzialmente del tutto equivalente alla rete riportata in figura 4b e già ampiamente esaminata. Per questo motivo si riportano le risultanze in precedenza espresse: R ⋅ Eo R ⋅ Eo 2 Eo = = R + (R 2 ) (3R 2 ) 3 2 ⋅ 12 vo ( t ) = = 8V 3 vo ( t ) = La tensione d’uscita vO(t) assume, pertanto, un valore costante. La transcaratteristica è costituita da due tratti come mostrato in figura 4f e del primo tratto viene anche indicata la pendenza fornita tramite l’angolo α e la condizione dello stato di funzionamento dei diodi D1 e D2 nei corrispondenti intervalli dei valori del segnale di ingresso oggetto di analisi. L’evoluzione temporale del segnale di uscita vO(t) relativo alla transcaratteristica espressa in figura 4f, viene mostrato nella figura 4g. VO 8V 4,8 V D1 OFF D2 ON D1 ON D2 ON m = tag α = 2/5 α = arctag (2/5) = 21,80° vO(t) = (2/5)·vin(t) + (24/5) α V*IN = 8 V VM=16 V Vin (figura - 4f) Vin VO VM v*in(t) 8V 4,8 V t T = 1 ms (figura – 4g)