Il caffè del Cafiero - Liceo Scientifico Statale

Il caffè del Cafiero
SOMMARIO

Perché il Caffè del
Cafiero??

Unità d’Italia, di
un’italia che non fu

Piacere della lettura

Anoressia

Recensione: bianca
come come il latte
rossa come il sangue

Monique:la campionessa disabile
torna a camminare

Roberto Ferri,
oltre i sensi

Musica da leggere:
rap

Sport: atletica e
tiro con l’arco

Sanremo I

Sanremo II

San Valentino

Racconto: Sei settembre 1914

I ,
N U M E R O
La magia fatta
musica
I
M A R Z O
2 0 1 1
A cura di Valeria
La storia dietro il
tricolore

A N N O
Modugno
CARLO CAFIERO: STORIA DI UN ANARCHICO
ITALIANO
1° settembre 1846.
In un‟Italia non ancora unita,in cui comincia a diffondersi
il pensiero marxista, nasce Carlo Cafiero, un uomo che
dedicherà la sua vita a lottare contro il
potere, per trasformare finalmente
l‟oppressione in libertà. Libertà. Questa semplice parola
era il fine di ogni
agire, una sorta di
bene supremo per il
comunista antiautoritario barlettano.
La sua vicenda politica è alquanto travagliata, non occupò alcuna carica istituzionale,ma si
schierò sempre in
difesa dei lavoratori
e dei più debo-
li.Dopo essersi avvicinato particolarmente agli ideali
espressi da Marx, vi
si allontanò a causa
del totalitarismo
che li caratterizzava
negativamente e
prese parte a diversi
movimenti ed associazioni anarchiche,
collaborando con
Errico Malatesta,
Andrea Costa, Giuseppe Fanelli ed altri esponenti della
Lega Internazionale
dei Lavoratori.Il suo pensiero, riassumibile nella nota
citazione “La rivoluzione è causa ed
effetto del progresso umano, è la condizione di vita, la
legge naturale
dell’umanità: arre-
starla è un crimine;
ristabilire il suo
corso è un dovere
umano” , lo portò
più volte ad essere
incarcerato; dieci
anni prima della sua
morte, però, affermò di voler rinunciare “non
all’ideale, ma alla
pratica anarchica,non
all’anarchia, ma
all’anarchismo”,
dichiarandosi favorevole all‟attivismo
elettorale, seppur
rifiutando ogni possibile candidatura.Un barlettano
che ha lasciato il
segno in uno dei
periodi storici che
hanno maggiormente segnato la Storia.
A cura di
Concetta Lacalamita
Il caffè del Cafiero
A N N O
I ,
N U M E R O
I
M A R Z O
2 0 1 1
Perché “Il Caffè del Cafiero”???
Vorremmo esordire sulla prima pagina del
“Caffè Cafiero” raccontandovi il perché della
scelta di questo nome
per il nostro giornale.
Dobbiamo partire dal
periodo illuminista, pervaso da un senso di profonda
considerazione
per la razionalità. In
quel periodo nacque l'opinione pubblica, che da
questo momento in poi
smetterà di dipendere
completamente dall'opinione ufficiale del sovrano, ma diventò autonoma e si servì della
pubblicazione dei giornali, fondati sul principio della libertà di pensiero e della libertà di
espressione. La diffusione dei primi periodici e
dei caffè letterari avvenne in Inghilterra e si diffuse, di conseguenza,
anche in Italia con la
pubblicazione del giornale il “Caffè”, da parte
dei fratelli Verri e con la
collaborazione di Cesare Beccaria.” Il caffè” fu
fondato nel 1764 e uscì
ogni dieci giorni fino al
1766. Questo particolare
nome derivava dal fatto
che i redattori del giornale originario fingevano di riferire, sul giornale, le conversazioni che
si effettuavano all'interno della bottega di Demetrio, caffettiere di
origine greca, che si era
trasferito a Milano, nella cui bottega ci si poteva deliziare con un ottimo caffè. Le tematiche
che erano discusse nel
periodico riguardavano
“cose varie,cose disparatissime, cose inedite,
cose fatte da diversi autori, cose tutte dirette
alla pubblica utilità.”
Con questo abbiamo
voluto riprendere le parole usate da Pietro Verri per descrivere cosa
stiamo cercando di creare attraverso questo
giornale e cosa abbiamo
intenzione di trasmettere al pubblico. Vorremmo avere con questo
giornale l'occasione di
esprimere i nostri pensieri su tutto ciò che ci
circonda, su argomenti
vari e disparatissimi e
attraverso tanti punti di
vista.
Attualizzeremo
molti argomenti e li renderemo vivi in modo da
non annoiare, ma da appassionare e divertire i
nostri lettori.
A CURA DI : MICHELE SARCINA E MARIO MONTENERO
Il caffè del Cafiero
La storia dietro il tricolore
Nell‟antistoria nazionale tutti i
ruoli giocati dai vari padri della
patria, vengono sovvertiti secondo
un ordine morale, quasi utopistico.
Si consegna nelle mani degli Italiani un paese logoro, diviso linguisticamente, culturalmente e ideologicamente.
Sminuire le figure dei Garibaldi,
dei Mazzini, dei Cavour significa,
però, sminuire 150 anni di storia,
distruggere un patrimonio immenso al cui cospetto il mondo si prostra in continuazione.
VERDE. La speranza. Gli ideali
proposti vengono finalmente messi
in pratica. Il progetto di un‟Italia
unita è realizzato nel 1861, ed è
ancora in svolgimento, grazie al
carisma e al commovente senso
unitario che accomuna ogni singolo personaggio del Risorgimento
italiano. Garibaldi, pur senza quella capacità oratoria dei vari Hitler e
Mussolini, è riuscito a farsi amare
perché ha esaltato e persuaso il
popolo, affermando la vera natura
degli Italiani; un‟origine comune
che è stata sempre messa in dubbio
dall‟inesorabile procedere della
storia; questa è stata riscritta, ha
valicato ogni data o evento, stravolgendo secoli di dominio sul popolo
italiano. L‟Unità che nasconde
l‟Italianità.
BIANCO. La neve caduta sulle Alpi
mentre si combatteva il nemico
austriaco. Un‟occupazione che
riguardava per lo più, se non esclusivamente, le oppresse popolazioni
lombardo-venete, e, indirettamente,
le mire espansionistiche sabaude. Il
popolo intero protesta contro
l‟Aquila nemica (ndr. Austria), con
vigore e partecipazione attiva. È la
prova evidente, quindi, che gli ideali, o almeno i bisogni, spingano
storicamente l‟uomo a liberarsi.
ROSSO. Il sangue versato dai patrioti. Qui la principale protagonista
è l‟antistoria già citata, fatta non di
battaglie e uomini, ma di realtà ben
precise e chiare.
Garibaldi arriva in Sicilia da mito,
conquistatore e padrone dei confini
del mondo, e ne esce comicamente
e tragicamente da uomo ambiguo.
Conclude la sua esperienza italiana
con un “Obbedisco” che smonta la
leggenda dell‟eroe dei due mondi.
Se il brigantaggio è stata pura criminalità, allora l‟Unità d‟Italia è un
evento giustificato, ma se quel fenomeno è storia del Risorgimento,
testimonianza della prima Resistenza, allora le prospettive cambiano.Garibaldi stesso sosteneva che:
“Talvolta la stessa libertà va forzata nei popoli per il loro bene futuro”, ma come avrebbe confutato
l‟ideologia di un suddito siciliano,
ostile all‟Unità che depauperava il
Regno delle Due Sicilie? Terra
ricca, potenzialmente superiore per
cultura, storia ed economia al resto
d‟Italia, che passò dal governo delle
tre “F”, forcone, farina e feste, alla
tassazione opprimente del nuovo
governo italiano.
Ma come già affermato l‟Unità
d‟Italia è l‟eredità degli avi che
forse credevano davvero
all‟Italianità e a un Tricolore da
commemorare. Non resta che seguirne le orme, senza confondersi
nel grigio torpore politico, e continuare a perseguire il meglio da
Campione d‟Italia a Lampedusa.
Ma Siam pronti alla morte? Ai
posteri l’ardua sentenza.
Unità d’Italia, di un’Italia che non fu
Torino, 17 Marzo 1961- Il Senato e la
Camera dei Deputati approvano il seguente articolo: “Il Re Vittorio Emanuele
II assume per sé e suoi Successori il
titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la
presente, munita del Sigillo dello Stato,
sia inserita nella raccolta degli atti del
Governo, mandando a chiunque spetti di
osservarla e di farla osservare come legge
dello Stato. Da Torino addì 17 marzo
1861". E’ così che nasce l’Italia; ma
abbiamo fatto gli italiani? 17 Marzo 2011
- Si scatenano le polemiche sui festeggiamenti dei 150 anni d‟Unità d‟Italia: è
stato veramente un movimento di riunificazione? Per molti non lo è stato, è stato
solo un movimento di colonizzazione da
parte dei Savoia, che avevano come
unico obbiettivo quello di arricchirsi,
infatti per noi meridionali non è stato
positivo il passaggio dal Regno dei Borboni a quello dei Savoia: per esempio noi
abbiamo avuto la prima ferrovia (NapoliPortici), le prime industrie, molti fondi
statali e non dimentichiamoci che siamo
stati la culla della civiltà Greco-Romana.
Al nord che c‟era? Di chi erano successori? Erano discendenti dei barbari e
non c‟era niente, e per questo il Re
decise di venire ad arricchirsi al sud.
Infatti dopo l‟Unità d‟Italia tutte questi
beni, queste attività sono state spostate
(non emulate) al settentrione: è questa
un‟unificazione? Al tempo Luigi Carlo
Farini, inviato a Napoli con la carica di
Luogotenente, scriveva a Cavour: "Altro
che Italia! Questa è Africa. I beduini, a
riscontro di questi cafoni, sono fior di
virtù civile». Oggi i rappresentanti della
Lega Nord ci chiamano terroni; ma
questo non è dovuto a noi, ma a loro.
Però, nonostante Cavour dicesse che
questa è una “forzatura storica”, nonostante ci siano differenze linguistiche, di
mentalità, di tradizioni, di cultura e di
abitudini, non si può ancora non riconoscere il nostro stato: in un mondo invaso
dalla globalizzazione, che mira a una
società pacifica e unita, come si fa a non
riconoscere il proprio Stato? E addirittura, come si fa a volerne la scissione? E‟
inconcepibile se non “infantile” lagnarsi su ciò che ormai non si può cambiare; al tempo c‟erano i briganti che
volevano la scissione, ma solo perché
erano ignoranti e non vedevano oltre
l‟orizzonte. Perché non facciamo tutti
un sacrificio? Impegniamoci tutti, dopo
150 anni d’Unità d’Italia, a rendere il
nostro stato migliore, cosicché i nostri
discendenti non si lamentino come
facciamo noi. L‟Italia è la nostra patria,
e dobbiamo volerla bene, proteggerla e
farla emergere fra i migliori stati del
mondo. Viva l‟Italia, che in questi
giorni compierà 150 anni;
AUGURI ITALIA!
ARIT
DI: ANN
A CURA
CCHIO
A DI TA
Il caffè del Cafiero
Il piacere della lettura
La lettura è un “fastidioso
rumore di fondo di cui non
si può fare a meno”, questa è la frase di Calvino
che più mi ha affascinato.
E‟ come sentire il frastuono dei muratori che ogni
giorno irrimediabilmente
continuano a costruire i
loro palazzi e tu, ogni
giorno, ti lamenti dei loro
rumori sapendo che, quando ormai saranno andati
via, ti mancheranno un
po‟.E‟ come un‟abitudine,
l‟abitudine di leggere un
libro. A dir la verità è da
pochissimo, quasi due
mesi, che la passione della
lettura è ritornata in me!
La passione di avere un
libro tra le mani sfogliarlo
e domandarsi a cosa stesse
pensando chi lo ha scritto,
guardare la copertina e
leggere sul risvoltino chi è
l‟autore e da quale parte
del mondo mi parla…E
questo è solo l‟inizio di
un‟intensa storia!
Adoro uscire dalla realtà per qualche tempo, per quel tempo che
dedico al mio libro, guardare con gli occhi dalla
fantasia personaggi e luoghi in cui si svolgono le
storie.Leggendo, le emozioni si amplificano e diventano più intense. Puoi
viaggiare con il pensiero,
puoi recarti in tutti i luoghi del mondo e imparare
tantissimo, solo con un
libro, il tuo libro. Un libro
che può essere di venti ,cento o mille pagine,
ma che con ognuna trasmette emozioni diverse.La cosa più bella è dimenticarsi di avere gli
occhi sul libro: a quel punto leggi senza accorgertene, le parole ti entrano
dagli occhi quasi da sole,
si arrampicano una
sull‟altra e costruiscono
una tela su cui si dipinge
ciò a cui esse, unite
all‟immaginazione, danno
vita.I libri non suggeriscono immagini simili a tutti i
lettori, ma sono diversi
per ogni uomo: è come
entrare in un film. Il tuo
film. Non ci sono errori.
Non c‟è niente che non ti
piaccia e, a volte, ci sei
così dentro che senti anche
gli odori, i sapori, senti il
caldo del deserto, il freddo
delle montagne,la sabbia
che ti graffia il viso.Spesso uno dei personaggi sei proprio tu… ed
entri in un altro universo.
A volte mi è capitato di
leggere libri dai quali sono
successivamente sono stati
tratti film e ho scoperto di
aver immaginato cose
completamente diverse,
notevolmente superiori
rispetto a ciò che veniva
rappresentato nel film:
altro che effetti speciali!
Ho molti amici che non
leggono e, sinceramente,
con il passare del tempo li
sento lontani dal mio modo di vivere e vedere le
cose. Non posso credere
che molti di loro rinuncino al profumo di quelle
pagine lisce e profumate
di stampa, a quella sensazione fantastica
dell‟ultimo capitolo, quando chiudi il tuo libro ed
hai sempre qualcosa di
nuovo dentro; alla sensazione di stringere un volume nuovo tra le mani e a
quelle ore passate in libreria, seduto per terra per
riuscire a leggere i titoli
posti negli scaffali più
bassi.E quando cresci non
dimentichi, ma ti rimangono nel cuore tutti i libri
letti. E‟ quasi come aver
perso di vista un amico
che forse rivedrai tanti
anni più tardi, un amico
che ti ha fatto piangere,
illudere, sorridere ed anche dispiacere, un amico
che, come dice Calvino,
sarà sempre nascosto nella
tua memoria, come il primo amore, incancellabile.
Un amore che si chiama
libro.
Il caffè del Cafiero
ANORESSIA: MORTA LA
MODELLA-CHOCK
L‟anoressia
è
un
inferno,
scappate finché
siete in tempo…» :
Si presenta così
l‟attrice e modella marsigliese
Isabelle Caro sul
suo blog, il cui
ultimo aggiornamento risale allo
scorso fine settembre. Gravemente malata di
anoressia
fin
dall‟età di tredici
anni, quando ha
cominciato a pesare a stento i
suoi 31 Kg.
( distribuiti per
un‟ altezza di
ben 165 cm.), da
allora la giovane
è sempre vissuta
su di un filo sospeso tra la vita
e la morte, finc
h
é
quest‟ultima
non l‟ha
risucchiata a sé
allo
scoccare
dei suoi 28 anni
(afflitta da una
profonda polmonite). Fortissimo lo sconforto dei familiari che, scioccati e sofferenti,
ne hanno mantenuto a lungo
il riserbo… Una tragedia premeditata la sua,
narrata
dalla
stessa vittima
nella sua autobiografia intitolata La ragazza
che non voleva
crescere. Isabelle fu una
donna, un tem-
ISABELLE CARRO IN UNA DELLE SUE ULTIME FOTO
po, ma solo per poco;
tutti la ricordano come
un orribile manichino
col corpo consumato di
una vecchia e la mentalità di una povera persona insoddisfatta e depressa…
Anno I, numero I
A CURA DI MARIA FRANCESCA ARBUES
Il caffè del Cafiero
TUTTI I COLORI DELL'ADOLESCENZA.
Il romanzo di D’AVENIA dedicato agli adolescenti
Copertina del
romanzo di
D‟Avenia
"Un figlio di re mangiava a tavola. Tagliando la ricotta, si ferì un
dito e una goccia di sangue andò
sulla ricotta. Disse a sua madre:Mammà, vorrei una donna bianca
come il latte e rossa come il sangue.- -Eh, figlio mio, chi è bianca
non è rossa, e chi e rossa non è
bianca. ma cerca pure se la trovi."
Tratto dalla fiaba di Italo Calvino
" L'amore delle tre melagrane", è
stato fonte d'ispirazione per il
titolo del primo romanzo di Alessandro D'Avenia. A spingerlo a
questa scelta è stato anche il suo
amore per la ricotta, come ammette scherzosamente in un'intervista di presentazione del suo
libro presso la Feltrinelli, specificando la sua origine siciliana,
quasi a voler giustificare questa
sua passione. Il vero motivo sta
nel significato più profondo della
frase, che riassume in un'unica
metafora la storia scritta nel romanzo. Il romanzo è " un attestato di stima", così D'Avenia lo
definisce, un attestato di stima
verso le persone con le quali passa metà delle sue giornate: gli
studenti. Scrivendo ha cercato di
riscattare noi adolescenti dal triste pregiudizio che spesso gli
adulti hanno nei nostri confronti.
E‟ un romanzo d'amore, d'amicizia, ma anche di morte, dove la
sete di realtà, che ci caratterizza
in questo periodo, viene placata
dal rosso delle passioni, quali
l'amore per una ragazza che pare
irraggiungibile, l'adrenalina dei
brevi momenti d'euforia,
contrapposti
paradossalmente non al nero, ma bensì al bianco del nulla,
dell'odio per la scuola,
della monotonia familiare e
della morte. Leo il protagonista; Nico il suo migliore
amico; Silvia sua saggia
consigliera e salda ancora,
alla quale aggrapparsi in
qualsiasi momento; Beatrice, il sogno da realizzare;
Terminator, il suo cane; il
nuovo supplente di storia e
filosofia, soprannominato
"il Sognatore", che smuoverà la sua parte più recondita e il suo Ipod, con il
quale vive in assoluta simbiosi, sono gli ingredienti
fondamentali di questo
libro, che, con l'aggiunta di
qualche spezia, ne fanno il
più gustoso piatto sull' adolescenza che io abbia mai
assaporato.
"La morte porta le cose alla
vita" è proprio il bianco
della morte che fa svegliare
Leo dal torpore dell'adagiarsi e gli fa aprire gli
occhi , forse per la prima
volta, facendolo ripiegare
in sé stesso, per poi spalancarsi al mondo, scoprendo
cose che prima aveva solo
visto e non GUARDATO.
Con più di 30.000 copie
vendute “Bianca come il
latte e Rossa come il
sangue” è l'esordio del
33enne professore siciliano Alessandro D'Avenia, che consiglio a
tutti voi con gli occhi e
con la pancia, perché,
come noi adolescenti
ben sappiamo, nella
nostra età i libri vengono letti di pancia e non
di testa...
buona degustazione a tutti voi!!
L‟autore Alessandro
D‟Avenia
marzo 2011
A CURA DI : ADRIANA LOIODICE
MONIQUE:
LA CAMPIONESSA DISABILE TORNA A CAMMINARE
«Per me adesso ogni giorno è Natale» . Gioisce così, raggiante, la vitale campionessa di hochey sul prato
Monique Van der Vorst, l’olandese
ventiseienne costretta a trascorrere
metà della sua esistenza su di una
sedia a rotelle, perché vittima di una
paralisi alla spina dorsale. La ragione
del suo stato d‟animo è ben chiara:
l‟atleta, resa invalida a causa di una
caduta apparentemente di poco conto,
è adesso sana e forte come non lo è
mai stata…
Tutto ebbe inizio all‟età di 13 anni
quando Monique rimase bloccata
ad entrambe le gambe in seguito ad
un intervento chirurgico alla caviglia.
Un evento tragico che trasformò
l‟avvincente esperienza dell‟ hochey
sul prato in un incubo e che interruppe una carriera iniziata nel migliore
dei modi. Era infatti il 1998 quando
la sportiva riconobbe e seguì la sua
passione per l‟handbike, mentre nel
2000 partecipò alla sua prima gara,
vincendola. L‟anno successivo, soddisfatta, ha poi conquistato con lodevole impegno il suo primo importante
trofeo, laureandosi campionessa
europea; fu infine nel recente 2008
che vinse con successo le due gare di
handbike ai Giochi paralimpici di
Pechino, a seguito dei quali si è meritata due splendide medaglie
d’argento. Tuttavia, per quanto la
sua malattia le abbia potuto concedere, andò a lungo tutto a rotoli finché
un nuovo, sconvolgente colpo di sce-
na, alcuni mesi fa ha segnato
nuovamente la vita
dell‟audace donna. E‟ un mistero più unico che raro: dopo due incidenti durante gli
allenamenti, la campionessa
paraolimpica dell‟ hand-bike
ha ripreso a camminare,
seppur ancora frastornata
dall‟accaduto. Si tratta di un
episodio davvero unico nel
suo genere, che ha lasciato di
stucco anche i medici più
quotati…<<Per me ora comincia una nuova sfida>>confessa speranzosa Monique
ai giornalisti.-<<Non so
quando,ma sono certa che
tornerò di nuovo a correre>>conclude infine,sorridente,la
giovane ed energica sportiva.
campionessa di hochey sul prato Monique Van der Vorst
A
C U R A
D I
C L A U D I A
S P I N A Z Z O L A
ARTE
ROBERTO FERRI
OLTRE I SENSI
Roberto Ferri è un giovane artista
pugliese, nato nel 1978, precisamente a Taranto. Importante è
sottolineare l‟acerba età del medesimo, date le sue impressionanti
capacità tecniche ed espressive.
Ha seguito gli studi prima al liceo
Artistico di Taranto e
all‟Accademia delle Belle Arti di
Roma poi seguito dal professore
Gaetano Castelli e successivamente da Francesco Zito.
Inutile citare le innumerevoli mostre di cui è stato protagonista,
riscuotendo successo un po‟ dappertutto. Parliamo non solo di Roma e Milano, ma anche di Londra,
New York, Madrid, Barcellona,
Miami, Boston, solo per citarne
alcune. Ciò di cui ci importa è
parlare di quello che riesca a riprodurre, quasi creare, su una semplice tela bianca, con pennelli e modelli. Riprendendo maestri seicenteschi, a cui ha rivolto soprattutto i
suoi studi, in particolare Caravaggio, egli riesce a scostarsi sia dai
miti passati e sia dalle avanguardie
contemporanee; è in grado di inventare un altro mondo, copia di
nessun‟altra realtà. Nei suoi dipinti
non vediamo solo immagini al limite
della bellezza di donne, uomini e figure mitologiche, ma è possibile vedere
l‟anima non tanto dei soggetti, quanto
del pittore stesso, che si mette a nudo,
come diceva Oscar Wilde, riuscendo
persino a coinvolgere la nostra parte
più intima. Vediamo come la mitologia può diventare vocabolario di emozioni, assumendo un‟attualità ed
un‟eternità, in fatto di tematiche, assoluta. È il caso del dipinto „Eros
Anteros’, olio su tela 95x70 cm, che
raffigura il dio Cupido nelle vesti di un
adolescente con viso maschile, ma con
corpo femminile e sviluppato, che volge la spalle e lo sguardo allo spettatore. Il sesso è addirittura irriconoscibile,
date le cosce serrate; ma poco importa
riconoscere le sembianze di questo
soggetto, poiché l‟amore, coinvolgendo entrambi i sessi, è bisex. Soffermiamoci, quindi, sulla bellezza e sul messaggio mozzafiato: l‟opposizione e
l‟ambiguità sembrano regnare, partendo già dal titolo dell‟opera, a ragion
del fatto che l‟amore offre diverse
sfaccettature, per nostra fortuna. Avremo, sì , la spensieratezza, la beatitudi-
ne dell‟amore ricambiato, e perciò le
ali come simbolo, ma inevitabilmente
ci si ferisce. È come un ciclo vitale,
un‟unione di opposti che permettono
l‟esistenza dell‟amore. Le catene perciò tengono legati noi terrestri verso
l‟alto (come si può osservare dal dipinto), dandoci l‟impressione di poter
volare. Nel frattempo, però, la giovane
è colpita e ferita da una lancia; vi è
anche un giglio sanguinante, simbolo
soprattutto della verginità femminile.
È possibile, così,
trovare anche
l‟accezione sensuale, data non solo dal
corpo nudo. In particolare Ferri ci
invita a spogliarci, ovviamente dalle
cose inutili, materiali, senza senso,
ecco, sì, senza senso, poiché sono proprio i sensi che vanno seguiti, ascoltati, per poi andar oltre. Dove? Non si
sa, lo sapremmo solo provandoci.
Voliamo, quindi, perché possiamo,
date le ali, e perché dobbiamo, date le
catene che ci conducono verso l‟alto.
A CURA DI GIULIA ASTRID MATERA,ROSARIA CINIERO E IVANA CASSANO
Ciao, amici lettori!
Come avrete già capito
questa è la rubrica musicale del nostro giornale. Una rubrica che
parla di musica, l‟arte
che amiamo più al
mondo.
La musica è bella da
ascoltare e da suonare,
ma…chissà se può essere bella anche da
leggere? “Musica da
leggere” è proprio il
titolo che abbiamo
scelto per questo appuntamento mensile
che si dividerà in quat-
tro uscite.
Osservate con attenzione il
logo in alto: qualcuna di
quelle lettere ha un aspetto
familiare, non credete? I
più esperti di voi le avranno già riconosciute tutte,
ma casomai servisse qualche chiarimento, diciamo
subito che compaiono i
loghi di famosi gruppi musicali quali Muse, U2, Beatles, Oasis, Coldplay,
Linkin Park, Doors, Led
Zeppelin, Greenday e
Guns n‟Roses.
Condensare in quattro parti una rubrica musicale è
un compito difficile: per
questo abbiamo scelto quattro generi principali che
affronteremo ogni mese, in
ordine non cronologico: il
rap, il pop, il rock e la musica anni ‟80.
Seguiteci in questo viaggio!
Buona “musica da leggere”!
RAP
Anni ‟70, New York: siamo nel celebre quartiere
del Bronx, il cuore etnico
della città.
Qui tutto prende vita: i
muri si ricoprono di graffiti
multicolori e le strade si
animano grazie ai frequenti
Block Party, le feste di
strada in cui giovani afroamericani e latinoamericani
si incontrano per suonare,
ballare, cantare. Tra loro
c‟è anche un immigrato
giamaicano, Clive Campbell, meglio conosciuto
come DJ Kool Herc: la sua
idea geniale, destinata a dare
vita ad un genere musicale
tra i più famosi del mondo,
nasce da una semplice osservazione: nota infatti che la
gente, ballando su dischi di
musica funk, rock e disco, si
muove a ritmo delle percussioni e dei suoni di basso.
Così inizia ad usare un doppio giradischi con lo stesso
vinile, alternando e mixando
i suoni per ottenere un ritmo
energico e trascinante. La
sua tecnica, il looping, viene presto arricchita da un
nuovo elemento: i perfor-
mers, cantanti che accompagnano la musica parlando su di essa, chiamati
MCs (Master of Ceremonies) e, più tardi, rapper. I
testi, improvvisati, parlano
di vita quotidiana, sogni e
desideri, e non tardano ad
assumere il carattere di un
mezzo di libera espressione
dei disagi personali e sociali.
Un‟intera cultura si intreccia intorno al nuovo
genere musicale nascente: nel 1979 viene
Fabi Fibra
A N N O
I ,
N U M E R O
I
Michele Salvemini in arte Caparezza
inciso il primo singolo rap della storia,
“King Tim III” dei Fatback Band, un
gruppo funk in declino proveniente dal
quartiere di Brooklin: il pezzo, inizialmente sottovalutato e collocato nella
facciata b di un 45 giri, divenne una
vera e propria icona tra i giovani. Nello
stesso anno, invece, viene inciso il primo successo commerciale, “Rapper‟s
Delight” della Sugarhill Gang, creato
con il tipico parlato degli MCs sulla
base del precedente “Good Times”
degli Chic. Il brano, anch‟esso sconosciuto, scalò le classifiche, restando in
testa per oltre un mese.
Al giorno d‟oggi, il rap è diventato un
vero e proprio stile di vita: uno stile
che veste sportivo e parla uno slang
tutto suo.
Gli artisti e gruppi rap più famosi del
momento sono Eminem, Ne-Yo, 50
Cent e molti altri ancora…ma se vogliamo restringere il campo solo al rap
italiano, dobbiamo riconoscere due
icone assolute del genere: Fabri Fibra e
Caparezza, che in questo periodo hanno scavalcato le classifiche grazie ai
loro ultimi successi.Entrato
nell‟ambiente del rapper underground
negli anni ‟90, come membro di diversi
gruppi, Fabrizio Tarducci, in arte Fabri
Fibra, pone le basi per la sua luminosa
carriera. Dopo il suo primo disco da
solista, intitolato Turbe giovanili, segna un‟altra rete a suo
favore in seguito alla pubblicazione di
Mr. Simpatia: è una svolta decisiva che
gli fa conquistare un contratto con la
Universal, nota etichetta musicale italiana per la quale inciderà altri successoni come Applausi per Fibra,
Bugiardo, In Italia e Vip in trip. Nel
2009 scala la top-ten italiana con “Chi
vuol essere Fabri Fibra?”, album che si
distingue dagli altri per l‟assenza della
caratteristica “aggressività”: argomento
dei dieci brani contenuti in esso sono
infatti i progetti che l‟artista riserva al
futuro.
Molte discussioni si sono susseguite per
testi di brani da lui incisi e ritenuti controversi; lo stile di Fabri Fibra, caratterizzato da un linguaggio incisivo e diretto, lo ha portato a scontrarsi anche con
altri artisti. Nonostante ciò, ha riscosso
un ulteriore successo con il suo ultimo
album.
Controcultura è il titolo del sesto album
da solista del rapper italiano, pubblicato
il 7 dicembre 2010. Chi non conosce
l‟ormai famosissimo Tranne te? Noto
come il secondo singolo del disco, secondo un sondaggio è la canzone più
ascoltata dai giovani nell'ultimo periodo.
In poche parole, Fabri Fibra: diretto,
critico e pieno dell'energia necessaria
per coinvolgeAccanto a Fabri Fibra, nel
panorama del rap italiano, un‟altra figura
di spicco continua a far sentire la sua
(splendida) voce: icona di stravaganza,
dal carattere rivoluzionario, ormai la
Capa-Rezza, “testa riccia” in dialetto
molfettese, torna a far rizzare tutti!
Non lontana, infatti, è l‟uscita del suo
nuovo singolo Goodbye Malinconia, che
fa parte del suo nuovo album in uscita a
marzo, Il sogno Eretico (annunciato in
rete da una serie di brevi video pubblicata sul sito ufficiale di CapaRezza ed intitolata The Boias ), nel quale il ricciolone
più famoso tra i cantanti rap oggi in voga si sofferma sul tema dell‟emigrazione
di massa dei giovani europei negli ultimi
anni.
Elemento innovativo ed originale è il
duetto con l‟artista inglese Tony Hadley,
cantante degli Spandau Ballet, gruppo
musicale re ragazzi di tutte le età.Accanto a Fabri Fibra, nel panorama
del rap italiano, un‟altra figura di spicco
continua a far sentire la sua (splendida)
voce: icona di stravaganza, dal carattere
rivoluzionario, ormai la Capa-Rezza,
“testa riccia” in dialetto molfettese, torna
a far rizzare tutti!
Non lontana, infatti, è l‟uscita del suo
nuovo singolo Goodbye Malinconia,
che fa parte del suo nuovo album in
uscita a marzo, Il sogno Eretico
(annunciato in rete da una serie di
brevi video pubblicata sul sito ufficiale di CapaRezza ed intitolata The
Boias ), nel quale il ricciolone più
famoso tra i cantanti rap oggi in voga
si sofferma sul tema dell‟emigrazione
di massa dei giovani europei negli
ultimi anni.
Elemento innovativo ed originale è il
duetto con l‟artista inglese Tony Hadley, cantante degli Spandau Ballet,
gruppo musicale britannico che raggiunse l‟apice del successo negli anni ‟80.
Ancora una volta lo spirito innovativo e
creativo di Capa ha fatto breccia nel
cuore di coloro che lo ammirano: ciò che
lo rende un grande artista è la capacità di
trovare le parole per le sue canzoni nel
minor tempo possibile, senza perdere
tempo a cercarle, ma è anche il suo carattere vivace che lo connota come un
artista amato dai giovani.
In ogni suo album, Caparezza inserisce
qualcosa della sua terra, la Puglia, a cui è
molto legato.
L‟artista pugliese ha cantato anche con
famosi gruppi musicali quali i Mondomarcio, gli Aretuska e i Radiodervish; di
recente, è anche comparso nella parte di
sé stesso nel film Che Bella Giornata,
l‟ultimo successo cinematografico di
Checco Zalone. Una curiosità? Fa parte
del gruppo Sunny Cola Connection,
che canta in dialetto molfettese, il cui
album Alla Molfettesa Manera è scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale .
Ciò che caratterizza questo, come tutti i testi di
canzoni rap, è che ognuno può ritrovarvi una parte di sé stesso, riconoscersi in una frase o in una parola che a volte possono esprimere sentimenti ed emozioni meglio di
noi: ma è forse proprio
questo lo scopo della musica,
“linguaggio
dell‟anima”, destinato soprattutto a chi sa ascoltare…
O a chi lo sa leggere, proprio come voi state facendo adesso!
Ed è già arrivato il momento di separarci: ci ritroveremo qui, tra un mese, con altra “musica da
leggere”. A presto! Nel
frattempo, vogliamo ricordarvi due appuntamenti importanti: - Il 25
febbraio Fabri Fibra,
nel live tour di Controcultura, si esibirà al
Demodè, una discoteca
barese. Se non avete
ancora il biglietto in
tasca vi conviene affrettarvi, perché si
parla già del “tutto esaurito”!
- Caparezza inizierà
quest‟anno il suo nuovo tour proprio da Bari a “La casa delle musiche Puglia Sounds” il
16 marzo. Inoltre,
l‟artista salentino si esibirà all‟Alcatraz di
Milano il 22 Marzo ed
all‟Estragon di Bologna il 26 Marzo. (I biglietti sono disponibili
sul circuito Booking
Show. Tutti i dettagli
s u l
s i t o
www.informazione.it ).
Locandina del concerto di Fabri Fibra a Bari
A CURA DI : MASSIMILIANO DIPASQUALE E ROBERTO PASTORE
Sport
BARLETTA E L’ATLETICA UN BINOMIO SEMPRE PIU’ PERFETTO
L‟atletica leggera è uno sport
che si compone di numerose
specialità suddivise in tre
discipline fondamentali: corsa, salti e lanci. Questo è uno
sport fatto di sacrifici, impegno, dedizione, elementi
fondamentali e imprescindibili in ogni tipo di sport.
Noi Barlettani siamo particolarmente affezionati a questo
fantastico sport, avendo tra i
nostri concittadini il grande
Pietro Mennea. Lo sprinter
Barlettano infatti è stato detentore del primato mondiale
dei 200 metri piani dal 1979 al 1996 (con il
tempo di 19"72, attuale record europeo) e di altre grandissime vittorie, come l‟oro
alle Olimpiadi di Mosca e le
varie medaglie ottenute in
campo Europeo.
A portare avanti la grande
tradizione dell‟atletica leggera qui a Barletta ci hanno
pensato due alunni della nostra scuola, il Liceo Statale
“Carlo Cafiero”, Michele Paparella e Vito Incantalupo che hanno portato la nostra città agli
onori nazionali.
Entrambi iniziano la loro carriera
grazie a scuola, e grazie alle gare
di corsa campestre, ma presto si
scopriranno „‟esperti‟‟ in altre
distanze: Vito Incantalupo si
rivelerà un vero e proprio portento sui 300m e, grazie a duri allenamenti e a grande dedizione, in
pochi mesi riuscirà a tenere testa
ai migliori d‟Italia. Michele Paparella, invece, è un prodigio
negli 800 m e nei 1500 m, dove
riuscirà a farsi strada e, a guadagnarsi la convocazione in rappresentativa. Pugliese. Non ci resta
che augurare ai due corridori un
futuro fatto di vittorie
e soddisfazioni.
Vito Incantalupo in uno scatto poderoso
Record e Ultimi successi Barlettani in Tiro con l’arco
Calcio, Pallacanestro, Pallavolo,Tennis, questi gli sport
più praticati da giovani e non
solo nella nostra regione, ma
da qualche anno a questa
parte hanno conquistato il
loro spazio nel nostro Territorio anche due nuove e spettacolari discipline: l‟Atletica
e il Tiro con l‟Arco.
Le protagoniste dell‟Archery
Team Barletta, infatti, hanno
recentemente festeggiato in
concomitanza sia il ventennale della fondazione societaria e sia un nuovo e straordinario record nella gara
indoor a 18 metri tenutasi a
Piacenza.
Le tre ragazze, nostre compaesane, erano già state campioni d‟Italia nel 2009 ed ora
stabiliscono un nuovo record
superando il precedente,
conseguito da una compagine campana nel 2001.
Un eccezionale pagina di
sport che entusiasma la popolazione, incrementa la
fiducia e ripaga lo sforzo di
una disciplina che vanta un
consenso sempre più vasto.
A CURA DI: Lucia Balice, Loredana Manosperti e Carmen Russo
Grande successo per l‟edizione 2011 del festival di Sanremo; ascolti da record e
ospiti internazionali hanno decretato lo straordinario successo del programma
andato in onda su rai 1 dal 15 al 19 febbraio.
Alle prime ore di domenica 21
febbraio 2011, si è concluso il 61°
festival di Sanremo presentato da
Gianni Morandi con la sua squadra formata da Luca Nervi e Paolo
Kessisoglu, Belen Rodriguez ed
Elisabetta Canalis. La scelta di
questi cinque presentatori risulta
varia, ma eccessiva. Se negli anni
precedenti sul palcoscenico si
alternavano al massimo tre presentatori, quest‟anno la situazione
si presenta più confusionaria,
perché il ruolo di ogni personaggio è minore, in quanto deve dare
spazio agli altri quattro. Gianni
Morandi, inoltre, essendo un cantante, ha dimostrato di non saper
condurre: infatti, quando è entrata
Monica Bellucci, non è riuscito ad
intervistarla con disinvoltura, ma
si è rivelato impacciato e imbarazzato al punto tale da scatenare
l‟ilarità del pubblico quando ha
tentato di baciare l‟ospite. Luca e
Paolo non sono adatti a questo
tipo di trasmissione, perché conduttori comici abituati a fare satira
politica che, sebbene sia un aspetto caratteristico della televisione
italiana di questi ultimi tempi e
che sembra aver caratterizzato
anche Sanremo 2011, sono stati
talvolta eccessivi e fuori luogo.
Belen ed Elisabetta sono le rivelazioni di quest‟anno perché si pensava che non sarebbero state in
grado di presentare: Belen ha
dimostrato
di saper cantare e ballare con
disinvoltura, meglio di come presenta; infatti spesso si è resa ridicola a causa dei suoi errori, così
come la sua compagna Elisabetta.
Quest‟ultima, proprio nella penultima serata con l‟ospite internazionale Robert De Niro, si è mostrata inadatta nel gestire
un‟intervista in lingua inglese, a
differenza di quanto tutti si erano
immaginati avendo un compagno
americano. L‟unica nota positiva
da attribuire ad alcune donne del
festival è la notevole raffinatezza
dei vestiti che hanno indossato;
altre invece si sono distinte per la
stravaganza degli abiti. Un esempio evidente è stato quello di
Giusy Ferreri che nella serata di
apertura indossava un vestito che
lasciava intravedere il seno, Anna
Tatangelo, invece, si è distinta per
essersi abbigliata come un ragazzo ed essersi truccata in modo
esagerato nella prima serata; infine Anna Oxa e Patty Pravo avevano acconciature bizzarre che sfociavano nel ridicolo. Questa 61°
edizione è stata innovativa anche
dal punto di vista canoro perché
sono stati affrontati temi di attualità, che andavano dalla celebrazione dell‟Unità d‟Italia, al racconto della triste storia di una
ragazza dell‟est, fino alla condizione dei giovani che devono
lottare per ottenere il diritto allo
studio. La canzone meno indicata
per un palcoscenico come quello
dell‟Ariston è quella di Anna
Tatangelo, il cui testo ripete ininterrottamente un termine colloquiale, quasi scurrile
denti condotti da Paolo Bono- canzone vincitrice della seziolis e Antonella Clerici, anche
ne giovani. Con “Follia
se c‟è stato il boom di ascolti
d‟amore” il pianista e cantaunella terza serata quando il
tore eclettico, talentuoso, di
grande Roberto Benigni che ha una semplicità rara e disarmanpresentato e spiegato le parole
te, Raphael Gualazzi sta già
dell‟Inno di Mameli: è stato
riuscendo nel suo intento di
uno dei momenti più belli e
“rendere popolare il jazz, una
significativi di questo festival,
musica piena di storia”.
perché ha risvegliato in ognuno di noi l‟orgoglio di essere
italiani e l‟amore verso il nostro paese, e al tempo stesso è
stato divertente per la satira
politica e un po‟ pesante, visto
l‟argomento storico.
Le tre canzoni che sono salite
sul podio di questo festival
sono quella di Albano, con la
canzone “Amanda è libera”,
classificato al terzo posto; Emma Marrone e i Modà con
“Arriverà”, classificati al secondo posto e infine il vincitore è stato Roberto Vecchioni
Da sinistra a decon “Chiamami ancora amostra: Luca Bizzarre”. La canzone vincitrice è
stata una delle più belle perché
ri, Belen Rodriè completa sia dal punto di
guez, Elisabetta
vista musicale che contenutistiCanalis,Paolo Kesco, essendo molto ricca di sensissoglu e Gianni
timenti. Nonostante l‟età anaMorandi
grafica del cantautore, la sua
canzone non lo dimostra essendo stata apprezzata dai giovani
almeno quanto quella dei Modà con Emma, cantanti amati
(bastardo…bastardo..). Questo
da tantissimi ragazzi italiani.
Sanremo non è stato in grado
Un‟altra rivelazione è stata la
di bissare il successo dei prece-
A CURA DI Sergio Dimiccoli
Come cambia il nostro paese? Il festival non ci aiuta!
Sanremo: è un' Italia di canzonette, ma il comico
ci salva.
Quale canzone ha vinto? L'Inno di Benigni!
E così ci risiamo: di nuovo
e ancora Sanremo! Appuntamento fisso dell'inverno
italiano, il festival della
canzone quest'anno ha sfoggiato le solite bellezze femminili, Belen Rodriguez ed
Elisabetta Canalis, e il
“meno solito” bravo presentatore: Gianni Morandi forse è più bravo a cantare che
a guidare il grande baraccone. Altrettanto solito il repertorio fisso di trovate e
colpi di scena per aumentare l'audience, con momenti
di vera “leggerezza” tutta
italiana, di cui ancora pochi, purtroppo, si vergognano. I nostri complimenti
vanno senz'altro a Luca e
Paolo, che hanno scomodato il Rubygate con la loro
canzone che sul web fa faville. Il vero problema di
questo festival è che ogni
anno il valore della musica
va a farsi benedire dai vari
falsi presentatori, dai ballerini di balli di gruppo e dalle donne sempre più vistose. Ma parliamo dei tre finalisti:
-Roberto
Vecchioni
(vincitore): il classico milanese anche se la tipica classe italiana c'è.
Emma & i Modà (secondi
classificati): la cantante è il
classico prodotto sfornato
da Amici, e anche qui la
“classe italiana” c'è. In questo caso il gruppo farà cassa
alla
radio.
-Albano (terzo classificato):
è il terzo anno consecutivo
che partecipa, ma le canzoni sono sempre le stesse.
Ma il “cantante” che, secondo me, è stato il vero
protagonista di questo 61°
festival della canzone italiana è ... Roberto Benigni.
Con la sua ilarità fuori dal
comune, si è esibito in uno
spettacolo che si è rivelato
uno dei pochi motivi per
assistere al festival: Benigni
ha scelto di parlare di un
argomento molto delicato,
del quale quasi nessuno
conosce il vero significato:
l'Inno di Mameli. Per dirla
alla Benigni, questa è stata
una “serata memorabile”,
dedicata ai 150 anni
dall‟Unità d‟Italia. L‟atteso
comico arriva in groppa ad
un cavallo bianco sventolando il nostro tricolore. E‟
partito subito spedito, iniziando a prendere in giro il
conduttore: “Oggi parleremo del Risorgimento. Anche tu Gianni hai dedicato
una canzone a Garibaldi:
Uno su mille ce la fa “. E
non si è lasciato sfuggire la
satira politica. “Dov’è la
Vittoria? Sembra una canzone scritta dal PD: Bersani, dov‟è la vittoria?”. Ma
non ha risparmiato nemmeno
Silvio
Berlusconi:
“L’Italia compie 150 anni
che per una nazione non
sono niente, l’Italia è una
minorenne”. E poi nomina
anche Ruby consigliando al
Premier: “Se non ti piace,
gira sul Due. Ah no, c’è
Santoro: stasera è una serataccia”. Dopo i primi 15
minuti di satira politica,
dove l‟attore colpisce sia
destra che sinistra, il registro cambia e Benigni si
addentra
nella
lettura
dell‟Inno, sul modello delle
sue celebri interpretazioni
dei canti della Commedia di
Dante. Impossibile non sentirsi un po' più italiani dopo
la sua spiegazione sull'Inno,impossibile non commuoversi
nell‟ascoltarlo
cantare a cappella. Una
straordinaria lezione di
storia, una dichiarazione
d‟amore verso l‟Italia,
una critica a chi vuole dividere una nazione così
bella: il comico toscano ha
incantato la platea.
E così, ci risiamo: abbiamo
parlato ancora di San remo!
A CURA DI : ANNARITA DI TACCHIO
San Valentino : festa dell’amore o del consumismo ?
La festa di San Valentino che ,è una
Insomma, San Valentino è ormai
considerata da molta gente, più
ricorrenza dedicata agli innamorati e
alle porte!Questa notizia ci è già
che una festa d‟amore, una
celebrata in gran parte del mondo
chiara dai cuori che cominciano
festa in grado di far rialzare i
il 14 febbraio, ha delle origini antiche
ad apparire su tutte le vetrine dei
guadagni di ristoranti e negozi
abbastanza curiose. Ogni anno infatti
negozi. L’atmosfera degli inna-
di ogni genere, perciò l‟unica
a metà febbraio si svolgevano i Lu-
morati inizia ad essere sempre
preoccupazione è, immancabil-
percali, in onore a Lupercus, dio della
più palpabile: nelle pasticcerie e
mente, il regalo: sembra, qua-
fertilità. Questa era una festa impor-
nei supermercati, si iniziano ad
si che, senza esso, la festa sia
tante durante la quale la gente festeg-
intravedere i famosi orsacchiotti
incompiuta o non soddisfacen-
giava l'avvicinarsi della bella stagione
contenenti i baci perugina!
te…
e contemporaneamente si auguravano
A San Valentino è ormai consue-
Se ci soffermiamo un attimo
buoni futuri raccolti, la fecondità della
tudine che tutte le coppie si scam-
capiamo che, si può festeggiare
terra e dei suoi abitanti. Per fare ciò i
bino un regalo, come simbolo del
nei modi più svariati ma con
contadini si purificavano attraverso un
loro amore. .C‟è chi se ne fa una
un‟unica regola fissa:
loro particolare rito amoroso e sessua-
malattia, e magari parte ad orga-
le: i nomi delle giovani vergini e quel-
nizzarlo anche l’anno prima, per
li dei giovani uomini,venivano scritti
non arrivare senza idee all’ultimo
su dei bigliettini posti dentro due ap-
momento…c‟è chi fa regali di
positi contenitori. Due fanciulli pesca-
lusso, c‟è chi regala un sempli-
vano un bigliettino formando così le
ce mazzo di rose rosse, e chi ad-
coppie che,durante l‟anno, avrebbero
dirittura prenota per un bellissi-
condiviso l‟intimità allo scopo di met-
mo week end romantico in un
tere in atto un‟azione che avrebbe
luogo d’incanto.
favorito la fertilità, con la benedizione
E‟ proprio per questo infatti, che
di tutti gli dei.
questa particolare festa, viene
stare bene con la persona
che amiamo!!
A N N O
I ,
Sei settembre 1914
A CURA DI ALESSANDRO ANGLANI
A volte speriamo che l’equilibrio dell’esistenza quotidiana non possa mai spezzarsi. Poi un giorno, quando
meno te lo aspetti, la trottola si ferma nella tua direzione; è il tuo turno. C’è poco da spiegare, o da giustificare, quando ti ritrovi con le mani tremanti a caricare una Mauser1 con sette bossoli esplosivi. Non hai altra
scelta, se la decisione ti viene imposta dall’alto, così mio padre tentò di consolare mia madre quando ancora
non sapevo che mi avrebbero sbattuto qui, in mezzo al fango. Prussia Orientale, una distesa di basse colline
innevate che si perdono a vista d’occhio. Non un albero, non un animale. Tra una voragine provocata da un
mortaio e una trincea mezza crollata su se stessa, spuntano timidamente i laghi Masuri2, che al confronto
delle incalcolabili spaccature provocate dalle esplosioni sembrano essere degli sputi. E poi i cadaveri. Migliaia
e migliaia di corpi dilaniati dalle granate o perforate dai proiettili mentre tentavano di oltrepassare i cespugli
di filo spinato. Poi, scesa la notte, le unità di riserva passano per il campo di battaglia e recuperano i corpi, se
ce la fanno, sempre col terrore che i nemici non rispettino la tregua pattuita. Sette proiettili. Se ben utilizzati,
possono togliere la vita ad altrettanti uomini; altrimenti, potresti fare tu la fine che spetta a loro. In realtà
non dovrei neanche averla, questa pistola. E’ stato Berthold, Bert per gli amici, a darmene una in mano mentre ci stavamo spostando verso il fronte. Si era avvicinato a me con fare divertito e circospetto: “Prendi una
di queste, Adi. Non si sa mai che ci possano servire.” Io lo guardai con occhi sgranati, fissando per un po’
l’arma e per un po’ il suo volto che si faceva via via più impaziente: “Su, forza, Adelbert … non ti vorrai mica
far beccare dal caporale. Ti spiegherò più tardi.” La sera stessa, mi spiegò che Maximilian, la riserva da campo del battaglione, aveva trovato quelle due armi mentre si occupava di riportare i cadaveri nelle trincee,
ancora cariche e funzionanti. Bert chiuse l’argomento scherzando sul fatto che comunque i legittimi proprietari non ne avrebbero avuto più bisogno. La 8.Armee Hindenburg3 era appena reduce da un combattimento
vicino Tannemberg4, dove aveva perso ventimila uomini in un’agonia di bombardamenti durata più di due
settimane; infliggendo però ai Russi invasori quasi il doppio delle perdite. Dopo le numerose perdite, la
Landwehr5 tedesca aveva deciso di inviare altri supplementi all’ottava armata. Tra questi c’ero io.
1 La Mauser C96 è una pistola semiautomatica tedesca che ebbe molto successo già dal periodo della prima
guerra mondiale. Solo alcuni ufficiali ne possedevano una.
2 Oggi questa zona della Polonia viene chiamata Masuria, dai suoi
laghi.
3 Una grande unità militare dell’esercito tedesco, contava fino a
210.000 uomini nel 1914.
4 Un piccolo comune tedesco della Sassonia, teatro della famosa
battaglia omonima.
5 La Landwehr (esercito territoriale) è una istituzione militare caratteristica dell’Impero Tedesco. 2
Alessandro Anglani
A CURA DI IGNAZIO CAPUANO
t
e
n
r
e
t
n
I
e
a
tro tra Music
Incon
In Bb(Si bemolle) 2.0,A N N O
I ,
LA MAGIA FATTA MUSICA
Il primo click. Passa qualche secondo.
Un secondo click,un terzo, e magari un
quarto, e parte la magia. Al contrario
di quanto ci si potrebbe aspettare, i
suoni si mischiano, si incrociano, ballano perfettamente. All‟ascolto della
melodia dapprima si rimane a bocca
aperta, poi ,estasiati.” In Bb” (si legge
Si bemolle) 2.0 è un sito internet, un
progetto musicale, un esperimento di
fusione tra internet e la musica. La
homepage del sito è molto semplice:
Non un titolo, non un „intestazione, ma
una sola frase: “play these togheter,
some or all, start them at any time, in
any order”, in italiano “fai partire
questo video insieme, qualcuno o tutti,
falli partire quando vuoi e nell'ordine
che preferisci” e sotto ben 20 video
caricati su Youtube, in ognuno dei
quali si sente una melodia, o semplici
suoni, nella tonalità appunto di Si bemolle.
All'inizio si può essere dubbiosi se far
partire insieme o in momenti diversi più
video musicali diversi, ma alla fine il risultato è strepitoso.Con qualsiasi modalità lo
si faccia il risultato sarà sempre una stupenda melodia, non definita in termini
musicali da un tempo preciso, da un ritmo
scandito, ma perfetta, celestiale, soave,
emozionante, a tratti commovente. Difficile da descrivere con le parole cosa si può
as c ol t ar e c l i c c ando s u ht t p: / /
www.inbflat.net/ (Questo il sito in questione).
Dalle poche righe aggiuntive che appaiono
cliccando su "more info.." veniamo a conoscenza che l'autore del progetto è Darren Solomon, componente della band emergente "Science for Girls" in collaborazione con altri utenti del web (per la registrazione dei 20 video).
Inoltre veniamo a sapere che questo sito è
la seconda versione del progetto iniziale,
chiamato In Bb 1.0 (che possiamo trovare
su "http://www.scienceforgirls.net/
blog/?p=223”)che è un sito molto simile
a quello della versione 2.0 con qualche
video in meno.
Un'idea molto semplice, ma realizzata
splendidamente; una melodia celestiale
che funziona perfettamente, emoziona
ed è capace di trasportarti quasi in
un'altra dimensione, una dimensione
di riflessione e relax; un‟ interfaccia
grafica semplice, che aiuta l'ascoltatore
a non distrarsi dalla melodia: questo è
In Bb 2.0.