PLATONE
Idee e mondo sensibile

Il materiale informativo è tratto dal testo:
 G. Reale, D. Antiseri, La filosofia nel suo sviluppo
storico, vol. I; Editrice La Scuola (Brescia)
 Abbagnano N. - Fornero
i box
sensibili e testi della
G.,sono
Protagonisti
filosofia, vol. A, tomo 1, Milano, Paravia, 2000
Platone

Discepolo di Socrate, Aristocle - detto
"Platone" per le sue larghe spalle,
ovvero per il suo stile ampio - è uno dei
più grandi filosofi dell'antichità; al suo
pensiero si sono ispirati pensatori di tutti
i tempi.
Platone

Nato da famiglia aristocratica nel 428
a.C.

Lettera VII: la morte di Socrate lo colpì come
ingiustizia che condanna la politica del suo
tempo
si dedica al progetto di una riforma della
politica alla luce del sapere e di una
preliminare riforma dell’esistenza umana=
idea di una “politica filosofica”

Platone

Dopo la morte di Socrate compì molti
viaggi (Megara presso Euclide, Egitto,
Cirene, Italia merid dove frequentò
comunità pitagoriche e a Siracusa dove
ebbe amicizia con Dione ma dove fu
anche venduto come schiavo dal
tiranno Dionigi il vecchio per i suoi
progetti di riforma politica)
Platone

I soldi del riscatto (che furono rifiutati)
servirono alla fondazione dell’Accademia
(fiorita nel Ginnasio fondato da Accademo)
organizzata sul modello delle comunità
pitagoriche, dove insegnò fino alla morte (347
a.C.) con la parentesi di un nuovo viaggio a
Siracusa presso Dionigi il Giovane che
l’aveva chiamato per un progetto di riforma
dello stato che sfumò.
Le opere

34 dialoghi e 13 lettere

scritti giovanili o socratici: Apologia, Critone, Ione, Lachete, Liside,
Carmide, Eutifrone, Eutidemo, Ippia minore, Cratilo, Ippia maggiore,
Menesseno, Gorgia, Repubblica I, Protagora.
Scritti della maturità: Menone, Convito, Fedone, Repubblica II-X, Fedro
Scritti della vecchiaia: Parmenide, Teeteto, Sofista, Politico, Filebo,
Timeo, Crizia, Leggi.
all’ultimo periodo appartengono anche le lettere VII (documento
fondamentale dove esprime la motivazione chiave della sua vita: la
passione politica che sta alla base del filosofare) e VIII che si rivelano
posteriori alla morte di Dione e quindi al 353 a.C.
si tramandano anche “dottrine non scritte” (fonti parlano di corsi
intitolati “Intorno al Bene”) in cui avrebbe sviluppato una sorta di
metafisica a sfondo pitagorico fondata sui concetti di Uno e Diade.




Seconda
navigazione
(Metafisica)
Mito
Dialoghi
Socrate
2
Dualismo
episteme
11
Lo Stato
4
3
1
Il mito della
caverna
Idee
PLATONE
5
10
9
Dualismo
dell’uomo
Cosmo
sensibile
6
doxa
8
Arte
7
Eros
Conoscenza
I dialoghi platonici e il Socrate
personaggio dei dialoghi



Platone ha esposto la sua "filosofia" nei "dialoghi", cioè in opere in cui
alcuni personaggi espongono le loro opinioni, in modo tale che dal
confronto, e quindi dalla critica delle opinioni sbagliate, venga fuori la
"verità". Nel far questo, egli ha preso a modello il modo di filosofare di
Socrate, che ridusse tutta la sua attività di maestro a un dialogare con i
discepoli.
In questi dialoghi, protagonista sarà per lo più Socrate (anche quando
si affrontano argomenti che Socrate non ha trattato), ma protagonista è
anche il lettore dei dialoghi, perché la verità (cioè, ciò che Platone
vuole insegnare in quel dialogo) non viene esposta in modo
sistematico, ma emerge dall'analisi e dal ragionamento che il lettore
riesce a fare insieme ai personaggi. Lo stesso Socrate, più che limitarsi
ad esporre il "punto di vista" di Platone, opera criticando le opinioni
altrui e mostrandone la non-verità.
Ovviamente, il Socrate dei "dialoghi" non coincide con il Socrate
realmente esistito, ma è una specie di portavoce dello stesso Platone.
lettore
Socrate
dia-logos
ricerca
protagonisti
Dialoghi
Socrate
Il dialogo
Filosofia come
sapere “aperto”
che ripropone
problemi e
soluzioni
Filosofia come
sforzo incessante
verso una “verità”
che l’uomo non
possiede mai
totalmente e che
emerge dalla
ricerca
Filosofia rende
solidali gli sforzi
degli uomini che la
coltivano. Carattere
di socialità e
comunanza
Recupero e nuovo significato
del "mito" in Platone

Leggendo i dialoghi platonici, può sorgere un dubbio:
come mai Platone, che attribuisce tanta importanza
alla "ragione" (logos), alla riflessione razionale come
strumento del filosofare - tanto è vero che considera
la vera realtà non quella che appare ai nostri sensi
(vista, udito, olfatto,...), ma quella che possiamo
cogliere con la ragione, e che lui chiama "idea" - ha
usato il "mito", che è una forma di narrazione
"fantastica"? Che senso ha il "mito" per Platone?
Mito

Il "mito" suggerisce la verità, piuttosto che spiegarla
razionalmente. Perciò forse Platone vuol farci capire
che alcune verità non possono semplicemente
essere trasmesse dal filosofo all'allievo, ma
richiedono, da parte di quest'ultimo, uno sforzo di
rielaborazione personale, un impegno a "ricercare" la
verità, sulla strada che il maestro ha indicato: in ciò
consiste il significato più autentico della "filosofia"
come "amore della saggezza" e quindi come un
processo continuo di ricerca personale.
Mito


Il "mito" serve al filosofo per parlare di realtà che
vanno al di là dei limiti cui l’indagine razionale
può spingersi
“sentieri interrotti” (Heidegger) = cercare un’altra
via che Platone individua nell’allusione mitica
ricerca
verità
Mito
Le opere - Apologia

Esaltazione della vita consacrata alla ricerca
filosofica. Socrate dichiara ai giudici che non
tralascierà mai il compito che gli è stato affidato
dalla divinità: l’esame di se stesso e degli altri per
rintracciare la via della virtù e del sapere
Le opere - Critone





Dilemma : accettare la morte in rispetto alle leggi
o fuggire dal carcere? = La ricerca è tale missione
che l’uomo non può tradirla
Capisaldi dell’insegnamento socratico:
1. la virtù è una e si identifica con la scienza
2. come scienza la virtù è insegnabile
3. nella virtù come scienza consiste la felicità
dell’uomo
Le opere - Protagora


In polemica coi Sofisti nega al loro insegnamento
ogni valore educativo e formativo
la scienza soltanto si può insegnare e quindi la virtù
si può trasmettere e comunicare in quanto è
scienza.
Le opere - Eutidemo



Caricatura dell’eristica dei Sofisti (= arte di
battagliare e confutare tutto quello che si dice,
vero o falso che sia…
fondamento (difeso anche dai Cinici) = non è
possibile l’errore e qualsiasi cosa si dica, si dice
cosa che è, quindi vera
Socrate: in tal caso non
ci sarebbe nulla da insegnare e da apprendere
dialogo si pone come esortazione alla filosofia:
unica scienza che produce conoscenze e anche
insegna a utilizzare tali conoscenze per il vantaggio
e la felicità dell’uomo
Le opere - Gorgia





Polemica con la retorica, tecnica della persuasione
indifferente alla giustizia della tesi da difendere
implica la convinzione che la giustizia è solo una
convenzione umana che è da sciocchi rispettare
l’intemperante non è l’uomo migliore né il più felice
perché passa da un piacere all’altro senza saziarsi
il bene deve conseguirsi con la virtù, che coincide
con l’ordine e la regolarità della vita umana.
L’anima ordinata è saggia, temperante e giusta ad
un tempo
Le opere - Cratilo



Vedere se il linguaggio sia mezzo per insegnare la
natura delle cose (Cratilo, Sofisti, Antistene)
Platone: non prodotto di convenzione e i nomi
imposti ad arbitrio = come ogni strumento deve
essere adatto allo scopo, così il linguaggio deve
essere adatto a discernere la natura delle cose,
cioè deve imitare ed esprimere (con lettere e
sillabe) la natura della cosa significata.
Tuttavia non si può (come Cratilo) sostenere che la
scienza dei nomi sia anche scienza delle cose e che
scoprire la realtà significhi scoprirne i nomi
Le opere - Cratilo




Per giudicare la correttezza dei nomi dovremo
rivolgerci alla realtà
1. Linguaggio è convenzione (Eleati, Sofisti,
Democrito
2. Linguaggio è prodotto dell’azione causale delle
cose (Cratilo, Eraclito e Cinici)
3. Platone = strumento che avvicina l’uomo alla
conoscenza delle cose = “ciò che l’oggetto è”,
“sostanze” “idee”
La "seconda navigazione“
(naturalisti e Socrate)


I filosofi "naturalisti" avevano cercato la spiegazione
di tutto (la verità) in cause di tipo fisico (acqua, aria,
terra, fuoco,...).
Socrate, al contrario, aveva indicato che la verità è di
tipo concettuale, cioè può essere colta solo dalla
ragione, perché essa è universale e necessaria,
mentre ogni cosa fisica è sempre particolare.
La "seconda navigazione“
(la scoperta della metafisica)


Platone porta a compimento la dottrina socratica,
affermando che il "vero" non è ciò che percepiamo
con i sensi, ( perché il mondo sensibile varia
continuamente), ma ciò che sappiamo mediante la
ragione, qualcosa di non sensibile, ma razionale, e
quindi la verità è "oltre" la sensibilità e il mondo
fisico: è "metafisica" ("metà ta fisicà", in greco, vuol
dire appunto: "oltre il mondo fisico, sensibile").
A differenza di Socrate, però, Platone attribuisce al
"concetto" socratico una esistenza reale (e non solo
nella mente dell'uomo), e lo chiama Idea. La verità,
dirà Platone, è "idea", cioè realtà razionale.
R E L A T IV IS M O
O P IN IO N E
D oxa
La dottrina delle idee
contro il relativismo
sofistico, collegata alla
vocazione politica del
filosofo
M u t e v o le
v a ria n e l T e m p o
Sen si
Conoscen za
re la t iv a
M o lt e p li c e
v a r i a n e llo S p a z io
R E L A T IV IS M O
Im p o s s ib ilit à v e rit à
U n i v e r s a le e Im m u t a b i le
Im p o s s ib ilit à
d e t e rm in a z io n e
G IU S T IZ IA
A s s e n z a r e g o le
v i t a s o c i a le
A N A R C H IA S O C IA L E
C R IS I P O L IT IC A
S o g g e ttiv a
v a ria n e i d iv e rs i s o g g e t ti
I due piani dell'essere

Con la scoperta di Platone (seconda navigazione),
nella storia della filosofia occidentale viene stabilita,
una volta per tutte, la distinzione tra due piani
dell'essere, cioè della realtà quale il filosofo può
conoscerla: il piano che possiamo cogliere con i
nostri sensi (e perciò "sensibile", o "fenomenico",
cioè appartenente alle cose che appaiono ai sensi) e
quello che possiamo individuare solo con la ragione
(e perciò "ultra-sensibile", "metafisico","intellegibile",
cioè che può essere colto dall'intelletto-ragione). Il
primo è "apparenza", il secondo è "sostanza".
Prima
navigazione
(Fisica)
Realtà
intellegibile
Seconda
navigazione
(Metafisica)
Idee
dualismo
Realtà
sensibile
Cosmo
La dottrina delle
idee
S C IE N Z A
E P IS T E M E
S C IE N Z A
V e r it à
U n iv e r s a le
Im m u t a b ile
O g g e tt iv a
U g u a le
in t u t t i i L U O G H I
U g u a le
in t u t t i i T E M P I
U g u a le
p e r tu tti i s o g g e tti
T E O R IA D E L R ISP E C C H IA M E N T O
R E A L IS M O
G N O S E O L O G IC O
La dottrina delle
idee
C O R R IS P O N D E N Z A
Conoscenza
R e a lt à
V E R IT A '
è v e ro d ire :
d i c iò c h e è , c h e è ; d i c iò c h e n o n è , c h e n o n è
è fa ls o d ire :
d i c iò c h e è , c h e n o n è ; d i c iò c h e n o n è , c h e è
Nei “Dialoghi” la dottrina non è esposta in modo
organico (taluni pensano che essa costituisse
forse l’oggetto delle “dottrine non scritte”)
La dottrina delle idee





La genesi della teoria è da ricercarsi
nell’approfondimento del concetto di scienza
(epistéme) in antitesi ai Sofisti
pensiero riflette l’essere
mente come specchio che riproduce ciò che esiste
idea = ousìa, entità immutabile e perfetta, realtà
autonoma che esiste in una diversa dimensione
dell’essere (“iperuranio”)
idea = modello unico e perfetto delle cose
mutevoli, molteplici e imperfette di questo mondo
D U A L IS M O P L A T O N IC O
D U A L IS M O
D u a lism o G n o se o lo g ico
S a p e re
D u a lism o O n to lo g ico
R e a ltà
O p in io n e
D oxa
S cie n z a
E p iste m e
M ondo
A p p a re n z a
M ondo
Id e e
S en si
In te lle tto
C o m e le co se
S e m b ra n o
C o m e le co se
Sono
A P o ste rio ri
A P rio ri
Im p e rfe tto
P e rfe tto
1 . M u te v o le
2 . M o lte p lice
3 . S o g g e ttiv o
1 . Im m u ta b ile
2 . U n iv e rsa le
3 . O g g e ttiv o
Le Idee: modello unico e perfetto delle
cose molteplici e imperfette

Il mondo che ci circonda è pieno di oggetti, alcuni simili tra loro,
altri molto diversi. Se noi, per esempio, incontriamo un nostro
amico, riconosciamo in lui un "uomo", cioè un essere che ha
alcune caratteristiche in comune con altri esseri simili a lui. Di
queste caratteristiche, alcune sono mutevoli e varie (es. il colore
dei capelli o degli occhi, l'altezza, ecc.) e noi non le
consideriamo essenziali per stabilire che il nostro amico è un
"uomo" (cioè egli può essere alto o basso, biondo o bruno,
senza essere meno uomo). Altre caratteristiche sono invece tali
che senza di esse non possiamo considerarlo "uomo"; ad es.,
Aristotele dirà che un uomo è un "animale razionale",
intendendo con questa definizione che l'uomo appartiene al
genere degli esseri animati ("animale"),- ha una serie di
caratteristiche in comune con gli animali -, ma se ne differenzia
per qualcosa di specifico, che è appunto la "ragione"
("razionale").
Le Idee: modello unico e perfetto delle
cose molteplici e imperfette



Platone deriva
Da Parmenide l’idea che la vera realtà
e il vero sapere devono essere
immutabili, universali e oggettivi
Da Eraclito l’idea che la realtà
sensibile e la conoscenza sensibile
siano caratterizzate da molteplicità e
mutevolezza
Le Idee: modello unico e perfetto delle
cose molteplici e imperfette






Quali sono le idee? Esistono idee relative ad ogni cosa?
Per ogni tipo di cosa che noi conosciamo esiste la
corrispondente idea, altrimenti non potremo conoscere quella
cosa.
Tra i tipi di idee i più importanti sono
Idee valori: supremi principi morali, politici, estetici, ecc,
come: bene, bello, giustizia, verità, ecc.
Idee matematiche: gelive ai principi scientifici come:
identità, uguaglianza, quadrato, proporzione, ecc.
Idee di cose naturali e artificiali: per ogni insieme di cose
esistenti esiste anche la corrispondente idea
Le Idee: modello unico e perfetto delle
cose molteplici e imperfette


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

Rapporto Idee e Cose
Se le cose sono quello che sono, per esempio “belle”, a causa
dell’idea di bellezza, nasce il problema di stabilire in che modo la
proprietà-idea della bellezza è propria delle idee belle.
Partecipazione o Metessi = le cose partecipano delle idee, nel senso
che ne sono parte. L’idea di bello sarebbe dunque formata da tutte
le cose belle prese insieme.
Parusia = La proprietà-idea è presente entro la cosa. La bellezza
sarebbe una proprietà “contenuta” nelle cose belle. Ma così l’idea
perderebbe le sue caratteristiche di universalità e immutabilità.
Mimesi = le cose imitano l’idea che le caratterizza. Per esempio, le
cose belle sono tali perché imitano l’idea-proprietà di bellezza.
Come fossero copie dell’idea e l’idea lo stampo in base a cui sono
fatte le singole cose.
L'Iperuranio, ovvero il
mondo delle Idee


Le caratteristiche necessarie perché un essere sia
quello che è sono da considerarsi "essenziali"- cioè
tali da costituire l'essenza, la sostanza -, perché
senza di esse l'essere in questione sarebbe diverso
da quello che è.
Platone dà un nome a queste sostanze, le chiama
Idee, e afferma che esse si trovano in un mondo
diverso da quello che cade sotto i nostri sensi:
l'Iperuranio ("sopra il cosmo fisico").
Idee e pensieri

Bisogna però stare attenti: le Idee, come le intende
Platone, non sono i contenuti della nostra mente, del
nostro pensiero; esse hanno una realtà autonoma,
sono - come Platone dirà in seguito - come dei
"modelli", che stanno nell'Iperuranio, e dei quali le
cose che stanno sulla terra sono delle semplici
copie, più o meno simili, ma mai perfettamente
identiche, all'originale.
Idee = cause


Le Idee sono le vere cause di tutte le cose sensibili
(che mutano), ed esse non mutano, sono
incorruttibili, perché altrimenti dovrebbero, a loro
volta, dipendere da cause ancora più generali.
L'Iperuranio non è però un luogo "fisico", visto che è
abitato da "essenze non fisiche"; dobbiamo
immaginarlo come luogo "metafisico", come una
specie di altra dimensione, fatta di realtà puramente
"razionali" ed "intellegibili": le Idee.
La conoscenza delle Idee


Come si spiega che pur vivendo nel
mondo del divenire e dell’imperfezione
abbiano nozione delle forme ideali ?
(problema affrontato nel Menone,
Fedone e Fedro)
La scienza: ragione e intuizione




Per dimostrare una verità scientifica è
necessario dedurla (= ricavarla) da un principio
superiore
Es.: a) Ho di fronte una figura sensibile
b) Riconosco che essa è un triangolo
c) attribuisco a questa figura tutte le
proprietà del triangolo
b
a
c
È la conoscenza del Triangolo (= Idea, modello
del triangolo) che mi permette di avere
conoscenze scientifiche riguardo ai triangoli




La conoscenza del Triangolo precede l’esperienza:
se non conoscessi già il Triangolo non potrei sapere
che quelle figure sensibili che vedo sono dei
triangoli:
“È impossibile per Platone credere che l’anima
acquisisca una qualsiasi conoscenza delle forme
attraverso i sensi
La conoscenza delle forme, precedente
all’esperienza sensibile, è detta intuizione (=
nòesis, contatto diretto dell’anima con gli
intelligibili)
Il procedimento con cui dai principi deduco le
conseguenze è opera della ragione (= diànoia,
conoscenza discorsiva), tipica dei ragionamenti
matematici.
La conoscenza delle Idee





Come è possibile conoscere le idee?
La possibilità di una conoscenza universale e immutabile dipende
dalla possibilità di conoscere le idee. Ma come è possibile conoscere
le idee?
A posteriori = le idee vengono conosciute attraverso i sensi. Tale
soluzione risulta impossibile in quanto per riconoscere una cosa ( un
uomo, una cosa bella, ecc.) devo già conoscere l’idea corrispondente.
A Priori = le idee sono innate nella mente umana da sempre, fanno
parte della dotazione naturale del nostro intelletto. Platone spiega
questo fatto con la dottrina della reminiscenza.
Dottrina della Reminiscenza = “ricordo”. Esposta nel racconto del
mito della metempsicosi. L’anima prima di incarnarsi in un corpo è
vissuta nel “mondo delle idee”. Dopo che si è incarnata ricorda le
idee che ha visto nella sua vita precedente.
La conoscenza delle Idee



Conoscere è ricordare
= forma di innatismo: la conoscenza
non deriva dall’esperienza sensibile
(che funge solo da stimolo del
ricordo) ma da metri di giudizio
preesistenti e connaturati al nostro
intelletto
Portiamo con noi una verità prenatale
La gerarchia delle Idee

Come abbiamo detto sopra, nell'Iperuranio le Idee
sono molteplici: Idee di valori estetici, Idee di valori
morali, Idee delle varie realtà fisiche, Idee di enti
matematici, ecc.; esse però non si trovano alla
rinfusa, ma sono ordinate secondo una scala
gerarchica, che va dalla Idee meno universali (in
basso) a quella più universale (in alto), che, secondo
Platone, è l'Idea del Bene. Tale Idea è come un sole,
che, illuminando tutte le altre, ce le fa intendere.
L’Idea del bene

Platone non ha scritto nulla su questa Idea (Idea del
Bene), dalla quale derivano tutte le altre, ma ne
parlava ai suoi discepoli nelle sue lezioni "Intorno al
Bene", perché - come scrive nella Lettera VII - "La
conoscenza di queste cose non è affatto
comunicabile come le altre conoscenze, ma dopo
molte discussioni fatte su queste cose, e dopo una
comunanza di vita, improvvisamente, come luce che
si accende da una scintilla che si sprigiona, così
nasce nell'anima, e da se stessa si alimenta".
Gli enti matematici

Al livello più basso della gerarchia del mondo
intellegibile, si trovano gli "enti matematici" (numeri
e figure geometriche), i quali si trovano più in basso
delle altre Idee, perché sono molteplici (molti uno,
molti due, molte linee,...), ma si trovano più in alto
delle cose sensibili, perché sono enti intellegibili e
non fisici: perciò Platone li chiama enti "intermedi"
tra le Idee e le cose sensibili.
essenza
Iperuranio
Bene
Idee
Gerarchia
Uno e Diade
Enti matematici
Difficoltà della filosofia platonica



Le Idee sono separate dalle cose: non si
capisce bene come esse possano essere cause
delle cose
Platone non fornisce mai una risposta chiara a
questo problema, ma la suggerisce attraverso
il mito del Timeo: un “Demiurgo” (= artigiano)
contemplando le Idee del mondo intelligibile
imprime le forme in una “materia”
preesistente. Non “crea” ma “ordina” il cosmo
Il “Demiurgo” è probabilmente una metafora
che indica una “anima del mondo”: l’anima è
infatti proprio quella realtà che è capace di


contemplare le Idee
ordinare, reggere un corpo materiale
La conoscenza



L'uomo vive nel mondo sensibile, a contatto con gli
oggetti. Come può dunque "conoscerli", visto che
conoscerli significa scoprire in essi, al di là delle
apparenze mutevoli, il sostrato razionale (Idea), di cui
essi non sono che semplici copie?
La risposta di Platone è la seguente: conoscere
significa "ricordare". La conoscenza è "anamnesi"
(ricordo).
Platone spiega questa concezione del conoscere in
due modi: uno mitico ed uno dialettico.
Mito orfico

Secondo il mito orfico, l'anima umana, immortale, si
incarna più volte (in corpi diversi), ma, fra
un'incarnazione e l'altra, dimora presso le Idee e le
conosce. Quando si unisce al corpo (che è una sorta
di prigione), l'anima dimentica ciò che conosce (le
Idee). Poi, a contatto col mondo, viene stimolata a
ricordare ciò che già sa.
Metodo dialettico

La dimostrazione dialettica Platone la fa con uno
schiavo ignorante. Interrogandolo, Socrate dimostra
che lo schiavo è in grado di risolvere un problema
geometrico (il che implica conoscenze matematiche,
che nessuno ha insegnato allo schiavo). Donde ha
tratto lo schiavo le conoscenze necessarie a risolvere
il problema? Non da "fuori di sé" (insegnamento,
esperienza,...); quindi non può che averle tratte "da
sé". Ciò dimostra che esistono nell'uomo delle
conoscenze di cui egli non ha coscienza, se non
opportunamente guidato a riconoscerle.
Conoscere = ricordare


Conoscere è quindi un ricordare, che procede per
tappe: perciò diversi saranno i gradini di questa salita
verso la conoscenza più perfetta: quella delle Idee.
Platone, dopo aver distinto tra una conoscenza più
fallace (doxa o opinione) ed una più vera (episteme
o scienza), divide ciascuna della due in due gradi
diversi. Avremo così, in ordine di salita, quattro tappe:
eikasia (immaginazione), pistis (credenza), dianoia
(conoscenza mediana), noesis (pura intellezione).
Tappe del conoscere
noesis (pura intellezione)
episteme
dianoia (conoscenza mediana)
pistis (credenza)
doxa
eikasia (immaginazione)
La dialettica



Gli uomini comuni si fermano ai primi due livelli
(eikasia e pistis), quindi all'opinione; i matematici
arrivano al terzo livello (dianoia); solo il filosofo
raggiunge la vetta: la noesis o intellezione pura delle
Idee.
Il procedimento conoscitivo del filosofo, mediante il
quale egli passa da un'Idea all'altra, fino al
raggiungimento dell'Idea suprema, è detto
"dialettica" (dal greco: dià e leghein, dire tra).
Esistono due tipi di dialettica: una "ascensiva" (dal
mondo sensibile, alle Idee, fino a quella suprema) ed
una "discensiva" (partendo dall'Idea suprema, e
procedendo per divisione, si scende verso il basso).
reminiscenza
episteme
Conoscenza
doxa
Immortalità dell’anima – Il
mito di Er – “Fedone”




Prova dei contrari: come in natura ogni cosa si
genera dai contrari, così la vita si genera dalla morte
nel senso che l’anima vive dopo la morte del corpo
Essendo l’anima simile alle idee che sono eterne,
sarà tale anch’essa
L’anima in quanto soffio vitale, è vita e partecipa
al’idea di vita,per cui non può accogliere in sé l’idea
opposta, l’idea della morte
La teoria dell’immortalità che serva per spiegare perché l’uomo
possegga le conoscenze, chiarisce anche il destino = Er, morto in
battaglia e resuscitato dopo 10 giorni spiega come le anime sono
invitate a scegliere al momento della reincarnazione e spiega come
ognubo scelta sulla base di quello che è stato in vita (es. Ulisse, che i
lunghi travagli hanno svuotato di ogni ambizione, sceglie una vita
oscura)
La dottrina dell’amore – il Convito





Il sapere stabilisce tra l’uomo e le idee e gli uomini
associati nella comune ricerca un rapporto che egli
defi nisce come “eros”
Pausania distingue tra l’eros volgare che si rivolge ai
corpi, dall’eros celeste che si rivolge alle anime
Medico Erissimaco vede nell’amore una forza
cosmica che determina le proporzioni di tutti i
fenomeni
Aristofane col mito degli androgini divisi dagli dei per
punizione esprime uno dei caratteri fondamentali
dell’amore: l’insuffi cienza
Socrate sostiene che l’amore è fi glio di Penìa
(povertà) e Poros (acquisto)
Eros


Platone ci offre un'interpretazione alquanto
originale dell'amore (in greco: Eros),
facendone una sorta di metafora della stessa
filosofia.
Infatti Eros è desiderio di qualcosa che non
si possiede ancora, ma di cui si intravede, in
qualche modo, il valore.
Mito di Eros

Eros, secondo il mito,è figlio di Poros (ricchezza) e
di Penia (povertà), quindi è un essere intermedio,
che traduce in sé la presenza dei genitori nel suo
essere "desiderio di", "aspirazione a". Egli non
possiede la pienezza del padre (soddisfatto del suo
status divino), né la privazione assoluta della madre
(insoddisfatta e senza possibilità alcuna di
soddisfazione), ma si muove da una condizione di
mancanza verso una condizione di possesso,
identificandosi con questa "tensione", con questa
continua ricerca.
Eros = filo-sofia

Per questa sua caratteristica, esso ben rappresenta
ogni processo di "ricerca" e di mediazione (tra
sensibile e soprasensibile, tra umano e divino,...) e
soprattutto la "filosofia", che è desiderio dell'assoluto
(verità, Idee), partendo dalla condizione umana;
infatti la "filo-sofia" è "desiderio di sapienza", non
possesso pieno di essa, e il filosofo diventa una
specie di metafora dell'uomo, anche lui, in quanto
composto di anima e di corpo, sospeso tra il cielo e la
terra, ma con una profonda nostalgia della sua patria
celeste.
Eros = amore del bene-bello
(χαλο ς -αγ ατ ο ς )


Eros è perciò il vero desiderio della Bellezza, che a
sua volta coincide con il Bene, e perciò l'amore
platonico è una via che porta all'assoluto.
Esistono vari livelli di amore come la bellezza ha
gradi diversi, da quello sensibile a quello spirituale,
fino all'amore più puro e perfetto: l'amore del Bello in
sé, dell'Assoluto.
Filosofia = desiderio
Poros
Eros
Penia
Concezione "dualistica"
dell'uomo – “Fedro”





Come l’anima giunge alla bellezza suprema? E’ il
problema affrontato nel “Fedro”
Nell’anima caduta il ricordo delle sostanze ideali è
risvegliato proprio dalla bellezza
L’amore si fa guida dell’anima verso il mondo
dell’essere
Eros diventa procedimento razionale, dialettica
La dialettica è la vera arte della persuasione, la
vera retorica, col compito di guidare le anime
(psicagogia), con la mediazione della bellezza,
verso il loro destino.
Concezione "dualistica"
dell'uomo – “Fedro”


Anima e corpo, nel loro insieme, costituiscono l'uomo;
ma essi sono qualitativamente diversi: soprasensibile e
immortale, l'una; sensibile e mortale l'altro. Perciò l'uomo
è composto "dualisticamente", ma la sua parte migliore
(l'anima) non si trova bene nel corpo - che anzi, secondo
la dottrina Orfica, è da considerarsi come una "buia
prigione"- e aspira a ritornare là dove si sente a casa sua:
nell'Iperuranio, a contatto con altre realtà (Idee) della sua
stessa natura (intellegibili).
Platone paragona l'attività dell'anima rispetto al corpo a un
"carro alato", trascinato da due cavalli impetuosi (anima
irascibile e anima concupiscibile), che vengono guidati da
un auriga esperto (anima razionale).
Lo Stato e il filosofo


Nella "Repubblica", Platone traccia le linee di uno
Stato ideale, modellandolo sulle caratteristiche
(anime) dell'essere umano.
Nessuna comunità può sussistere senza la giustizia,
contro i Sofi sti che la riducevano al diritto del più
forte. Alle tre "anime“ (concupiscibile, irascibile,
razionale) presenti nell'uomo corrispondono
altrettanti funzioni sociali, svolte da "gruppi" (classi) di
individui, per il mantenimento di quel grande "corpo
sociale", che è appunto lo Stato:



i lavoratori / mercanti
i guerrieri
I filosofi
Lavoratori/mercanti

i lavoratori e i mercanti, con la loro attività,
provvedono al sostentamento materiale
dell'organismo sociale. La virtù dell'anima
concupiscibile è la temperanza, cioè la
sottomissione agli appetiti della ragione; allo
stesso modo, la temperanza dei mercanti
consiste nella loro ubbidienza alla classe che
nello stato rappresenta la ragione: i filosofi.
Guerrieri

i guerrieri formano la seconda classe. La
virtù dell'anima irascibile è la fortezza o il
coraggio; loro compito è difendere lo Stato,
ed anche loro devono sottomettersi ai filosofi.
Filosofi/Custodi

l'ultima classe è rappresentata dai filosofi, il
cui compito è di guidare lo Stato, allo stesso
modo in cui compito dell'anima razionale è di
guidare l'uomo. La loro virtù specifica è la
sapienza e il loro scopo è la ricerca del Bene.
La giustizia



La giustizia è poi la virtù comune a tutte e tre
le classi e consiste in questo, che ciascuna
classe adempia al proprio compito e non se
ne attribuisca altro che quello.
Giustizia garantisce l’unità e la forza dello
Stato ma garantisce anche l’unità e
l’efficienza dell’individuo
Da tutto ciò si capisce che a Platone lo Stato
interessa in quanto ha per scopo il
perfezionamento morale degli uomini.
Lo Stato
Filosofi
Anina
razionale
Guerrieri
Anina
irascibile
Mercanti
Anina
concupiscibile
L’uomo
degenerazioni dello stato
Timocrazia
(governo fondato sull’onore che nasce
quando i governanti si appropriano di beni – corrisponde uomo
ambizioso e amante del comando e degli onori)
Oligarchia (governo fondato sul censo –
Lo Stato
corrisponde uomo avido di ricchezze, parsimonioso e
laborioso)
Democrazia
(ad ognuno è lecito di fare – corrisponde uomo che tende ad
abbandonarsi a desideri smodati)
Tirannide
(spesso nasce dall’eccesso di libertà della
democrazia – corrisponde uomo tirannico e schiavo delle sue passioni
)
aristocraticismo platonico





Stato sofocratico = ragione al potere e i filosofi al
governo
Organicismo = lo stato è sano (=giusto) quando
ognuno interiorizza col proprio ruolo di essere
funzione del bene comune
La politica non è destinata a tutti ma solo alla parte
aurea della città (natura aurea = capacità di tenere
a bada in nome della ragione gli interessi egoistici e
passionali)
Non serve il consenso dei governati: se gli interessi
comuni lo richiedono, si può prescindere
Chi custodirà i custodi? = individui addestrati a
pensare al bene collettivo. Natura aurea che li
predispone a tenere a bada gli interessi egoistici e
passionali
Il "mito della caverna "


Nella "Repubblica" si trova uno dei miti platonici più
famosi: il "mito della caverna".
Immaginiamo che alcuni schiavi vivano incatenati in
una caverna, con le spalle all'uscita e con la faccia
rivolta verso la parete di fondo. Immaginiamo poi che
fuori della caverna ci sia un muro, oltre il quale
passano degli uomini, che portano sulle spalle delle
statue raffiguranti tutti i generi di cose e che dietro di
loro arda un fuoco, mentre in alto splende il sole.
Educazione e conoscenza





Educazione al sapere e alla virtù
coincide con l’educazione alla filosofia
Sapere = fotografia dell’oggetto
All’essere corrisponde la scienza
Al non-essere l’ignoranza
Al divenire la doxa
Gli schiavi


Gli schiavi nella caverna, vedendo proiettate sul
fondo della stessa le "ombre" delle statue e udendo per effetto dell'eco - le voci di chi passa di fuori,
crederanno - non avendo mai visto altro - che questa
sia la vera realtà.
Ma se uno di loro riuscisse a "liberarsi" dalle catene,
cambierebbe la sua opinione. Prima, vedendo le
statue, crederebbe che esse - e non le ombre - siano
la vera realtà; poi, procedendo verso l'esterno,
attribuirebbe agli "uomini" che portano le statue il
carattere di vera realtà, e infine, abituatosi alla luce
del sole, capirebbe che esso, con la sua luce, è la
causa di tutte le cose visibili.
I quattro significati
del mito della caverna


Il "mito della caverna" ha quattro
significati:
1) Innanzitutto rappresenta i vari livelli
della realtà: le ombre sono le pure
apparenze; le statue sono le cose
sensibili; gli uomini e gli oggetti al di là del
muro sono le idee e il Sole simboleggia
l'Idea del Bene.

2) In secondo luogo, rappresenta i gradi
della conoscenza: la visione delle ombre è
l'eikasia (immaginazione, le impressioni
superficiali r slegate delle cose); quella
delle statue, la pistis (credenza, la
percezione chiara e precisa degli oggetti);
quella degli oggetti e degli uomini la
dialettica nei vari gradi.



La conoscenza razionale (episteme) che
rispecchia il mondo immutabile delle idee
e che comprende:
Ragione matematica o discorsiva (diànoia
che ha per oggetto le idee matematiche e
che avanza per passaggi concatenati)
L’intelligenza filosofica o noetica che ha
per oggetto le idee valori (intuizione
intellettiva immediata)

3) In terzo luogo, rappresenta l'aspetto
mistico-religioso del platonismo: durante la
vita umana, l'anima è come incatenata in
una caverna, dalla quale aspira ad uscire
per raggiungere la sua vera patria, a
contatto con le realtà intellegibili.

4) Infine, il mito della caverna rappresenta la
concezione politica di Platone: egli parla di un
"ritorno nella caverna", da parte dello
schiavo liberatosi, per aiutare anche i suoi
compagni di una volta a liberarsi dalle catene.
In tal modo Platone sottolinea l'impegno del
filosofo a non ritenersi pago, una volta
raggiunta la visione della verità, ma anzi ad
impegnarsi (politicamente) per indicare anche
agli altri uomini la via della verità e del Bene.
L’estetica


Nella “Repubblica” contenuta anche la celebre
digressione sull’arte per essere messa al bando
dall’educazione dei filosofi
Platone ha una concezione negativa dell'arte: essa è
una "copia" (mimesi) del mondo sensibile, il quale a
sua volta è una "copia" del mondo delle Idee; perciò
l'arte è una "copia della copia della verità“. L’arte è
corruttrice (spinge lo spirito umano verso le cose del
mondo e lo allontana dalla Idee) e va bandita dallo
Stato ideale.
Il “comunismo” platonico



Affinchè lo Stato funzioni bene Platone suggerisce
l’eliminazione della proprietà privata e la comunanza
dei beni per le classi superiori affinché, al di là dei
propri interessi, attendano alla gestione della cosa
pubblica.
I custodi avranno case piccole, cibi semplici, vivono
insieme (Russell: “monastero senza celibato”) – non
avranno famiglia ma donne in comune – le unioni
matrimonali saranno temporanee, stabiliti dallo stato
in vista di criteri eugenetici della procreazione di figli
sani
= modello ascetico del filosofo: felice della
conoscenza non ha bisogno di beni materiali
L’educazione e le sue tappe


I Custodi, prima di saper custodire gli altri, devono
custodire se stessi. Da ciò l’importanza
dell’educazione = individui addestrati dalla nascita a
pensare il bene collettivo. E ciò in base alla natura
“aurea” che li predispone a controllare gli interessi
egoistici e passionali, in nome della ragione
Nella parte centrale della “Repubblica” si dedica a
delineare il compito proprio del filosofo, che ricerca la
conoscenza nella sua totalità, esplicitando il concetto
di sapere come fotografia dell’oggetto
L’educazione e le sue tappe






Enumera 5 discipline matematiche fondamentali:
Aritmetica arte del calcolo
Geometria scienza degli enti immutabili
Astronomia scienza del movimento ordinato e
perfetto
Musica scienza dell’armonia
Preparano il filosofo alla suprema scienza: dialettica:
la scienza delle idee
Comunismo e statalismo





Da sinistra: aspetti comunitari ed antiindividualistici
Da destra = modello del nazi-fascismo: statalismo,
struttura gerarchica della società, culto dei Capi,
sanità della razza
Filosofi inglesi e USA: nella “Repubblica” il modello
di stato antiliberale e totalitario
Popper “La società aperta e si suoi nemici” (1945)
paradigma di regime autoritario e dispotico che
discende da un assolutismo dottrinale
Russell “Saggi impopolari” (1950) ha giudicato
scandalosa l’ammirazione che l’opera politica di
Platone ha sempre riscosso
L’ultimo Platone
• Come va pensato il mondo delle Idee?
•Come va concepito il rapporto Idee – realtà
naturali ?
L’ultimo Platone – il “Parmenide”
• posto uno l’Idea e i molti gli oggetti che
partecipano all’Idea, come l’Idea partecipa a più
oggetti senza perdere l’unità nella molteplicità ?
•Confronto/scontro con Parmenide = l’inesistenza di
ogni forma di non essere pregiudica la molteplicità
delle Idee e i loro rapporti reciproci poiché ogni
Idea, non essendo l’altra, implicherebbe
l’ammissione del non-essere
L’ultimo Platone – il “Teeteto”
•Platone si sposta sul terreno della conoscenza
• contro i Sofisti si dimostra come sia impossibile la
scienza rimanendo nel dominio della soggettività
umana e delle mutevoli opinioni dell’individuo,
senza rifarsi alle Idee
•Se non è possibile rinunciare alle Idee, bisogna
rinunciare al principio eleatico
•“Sofista” = definitivo parmenicidio di Platone
L’ultimo Platone – il “Sofista”
•
teoria dei “generi sommi” cioè degli attributi
fondamentali delle Idee:
1. Essere = ogni idea è o esiste e quindi rientra nell’essere
2. Identico = ogni idea è identica a se stessa (quindi essere
ed essere identico sono due generi differenti dell’essere)
3. Diverso = ogni idea è identica a se e quindi diversa da
ogni altra
4. Quiete = ogni Idea può starsene in sé
5. Movimento = oppure entrare in rapporto, comunicazione
con altre
L’ultimo Platone – il “Sofista”
 Errore di Parmenide = confondere il diverso con
il nulla / il non-essere può esistere come diverso
= infranto il divieto parmenideo di parlare del
non essere e quindi della molteplicità
 Eristi= l’errore non esiste in quanto
implicherebbe un dire il nulla che, come insegna
Parmenide, non è  Platone= errore non vuol
dire pronunciare il nulla ma nel dire le cose in
modo diverso da come effettivamente sono
L’ultimo Platone – il “Sofista”
Che cos’è l’essere ?
I materialisti lo riducono a corporeità; Platone lo identifica con
le Idee. Ma diciamo che “sono” sia le entità corporee, sia
quelle incorporee (es. le virtù)
= Platone ricerca allora una definizione più generale e
universale dell’essere = l’essere come possibilità
= esiste tutto ciò che può entrare in una rete di connessioni
possibili (controprova: il nulla inesistente perché non può
entare in alcune relazione)
* Anticipa l’ontologia aristotelica che indagherà i caratteri
formali comuni ad ogni tipo di essere
L’ultimo Platone – il “Sofista” – “Politico”
La dialettica
Scienza che stabilisce la mappa delle relazioni che costituiscono il
tessuto dei rapporti possibili del mondo delle Idee
1.
Determinazione e definizione di una certa idea
2.
Divisione dell’Idea nelle sue articolazioni interne
A.
Se tutte le Idee comunicassero tra loro, ogni discorso sarebbe
vero (come per gli Eristi)
B.
Se nessuna Idea comunicasse con altre non sarebbe possibile
alcun discorso se non del tipo tautologico (es. uomo è uomo)
come per i Cinici
= dialettica che definisce un’Idea mediante successive identificazioni
e diversificazioni con un processo dicotomico che avanza
dividendo per due fino a giunbgere a un’idea indivisibile
L’ultimo Platone – il “Filebo”
Il Bene
Nella Repubblica aveva posto il bene come l’oggetto
supremo del pensiero. Questa natura oggettiva
del bene dev’essere modificata ora che si sono
riconosciuto i diversi generi dell’essere.
Per l’uomo il bene vede una gerarchia dei valori che
pone l’ordine, la misura, il giusto mezzo
La virtù come scienza della misura
L’ultimo Platone – il “Timeo”


Il problema che si pone a questo punto è il seguente:
come è possibile che dal mondo delle Idee
(intellegibili) nasca il mondo delle cose (sensibili), che
è quello nel quale noi viviamo? Platone vuole
superare il rigido dualismo fra mondo e Idee
La risposta di Platone è la seguente: esiste un
Demiurgo (un Dio artefice, ma non creatore, come il
Dio cristiano, perché il Dio cristiano ha creato il
mondo "dal nulla", e quindi ha creato anche la
materia, mentre invece il Demiurgo trova già esistenti
sia le Idee che la materia), il quale, prendendo a
modello le Idee, che sono delle "forme", plasma la
materia sensibile (chora o Necessità).
Il mondo come copia



Dunque, il mondo che cade sotto i nostri sensi, e che
noi consideriamo spesso come l'unica realtà, è
invece nient'altro che una "copia", ovvero un insieme
di copie molteplici e mutevoli, dell'unico vero mondo,
quello delle Idee (modelli ideali).
Perché il Demiurgo ha voluto generare il mondo
sensibile? Platone risponde: per "bontà" e amore di
bene.
Perciò, per farlo più perfetto possibile (anche se
sempre imperfetto, rispetto alle Idee), lo ha dotato
anche di un'anima (l'anima del mondo),una sorta di
principio vivificatore, a somiglianza dell'anima umana.
Il tempo



Per rendere questo mondo simile al modello ideale,
che è eterno, il Demiurgo ha generato il tempo, che
Platone definisce “immagine mobile dell’eternità”,
cioè che nel suo succedersi ordinato riproduce
l’ordine immutabile dell’eternità
Il tempo è misurato dal movimento degli astri
attraverso i quali si incarna la volontà del Demiurgo
che si serve di essi per formare e governare la scala
gerarchica degli enti
 importanza dell’astronomia (=sforzo di
comprendere gli scopi divini attraverso lo studio dei
moti astrali da cui tutto dipende)
Il male


L’opera del demiurgo è limitata dalla “resistenza”
della materia cui Platone attribuisce le
imperfezioni e i mali del mondo
= soluzione al problema metafisico del male su cui
tornerà la filosofia cristiana
Il Timeo e il pitagorismo





Platone intepreta i numeri come schemi strutturali delle cose
e fa della matematica la “sintassi” del mondo, cioè il codice di
interopretazione di tutto ciò che esiste
Nelle dottrine non scritte avrebbe finito per interpretare il
mondo delle idee come un mondo di numeri:
Il principio supremo, come abbiamo visto, è l'Idea del Bene,
che è detta anche "Uno", perché tutto deriva da lei.
All'Uno era contrapposto un secondo principio, generalissimo,
ma meno universale: la Diade, o principio della molteplicità.
Dalla cooperazione di questi due principi - il primo (Uno)
"determinante", il secondo (Diade) "indeterminato" - nasce la
totalità delle Idee "determinate", ovvero le singole Idee,
ciascuna con le determinazioni (caratteristiche) proprie, che la
fanno diversa dalle altre.
Il Timeo nella storia



Fu tra i pochissimi dialoghi platonici
noti nel Medioevo e influenzò una
tradizione plurisecolare
Diffonde il concetto di una Mente
intelligente e ordinatrice del mondo
Demiurgo diviene una delle figure più
celebri del platonismo e sarà
assimilato al Dio xano
Il Timeo nella storia
Platone finisce per incarnare la più decisiva antitesi a
ogni naturalismo e materialismo a favore di una
visione finalistico-religiosa del mondo (con le
nozioni di scopo, anima, valori) mettendo a tacere il
meccanicismo democriteo, contribuendo a
ritardare la nascita della scienza
Idea pitagorica che la matematica costituisca la
chiave interpretativa della natura sarà alla base
della scienza moderna
Idea chiave = l’essere è qualcosa di buono e razionale
(ottimismo metafisico)
Il “Politico”
Quale dev’essere l’arte del reggitore dei
popoli?
= arte della misura, del giusto mezzo.
Sarebbe auspicabile viver senza leggi, ma
esse sono indispensabili per l’impossibilità
di dare prescrizioni precise ad ogni singolo
individuo e indicano perciò ciò che è bene
genericamente per tutti
“Crizia” – la concezione della storia
Esponendo il mito di Atlantide, Platone
recupera una concezione della storia come
regresso da una mitica età primordiale,
affermando che la felicità risiede prima
della fondazione della civiltà e non dopo di
essa, ritornando a quella immagine mitica
del passato di cui i Sofisti e Democrito
avevano cercato di liberarsi
Le “Leggi”
Problema politico della Repubblica si applicava ad una
comunità umana perfetta… nelle “Leggi” il problema
si fa più determinato e specifico e si riferisce alle
leggi che devono essere adottate per governare e
indirizzare gli uomini verso la comunità ideale
È necessario che in uno stato ben ordinato vi siano
leggi e sanzioni
Fine delle leggi è promuovere la virtù che si
identifica con la felicità
Questa educazione ha come suo fondamento la
religione
Le “Leggi”
Religione come incentivo al rispetto delle virtù e delle leggi e
quindi come fondamento di coesione sociale e di stabilità
politica
= ateismo cancro di ogni comunità
Religione a sfondo cosmico che vede la Divinità concretizzata
nell’ordine degli astri dei cieli  recupera così l’antico
pensiero mitico che vedeva divinità negli astri
= fondazione cosmica dell’etica e della politica = se la realtà è
solo materia appare impossibile per P. derivarvi una solida
proposta politica. Se si intepreta il mondo come un organismo
razionale e retto da leggi divine, lo stato degli uomini potrà
essere concepito come riflesso e impegno di realizzazione di
tale ordine
Le “Leggi” vs “Repubblica”
non più tripartizione delle classi; governo
fomr amista di democrazia e aristocrazia;
ammessa la famiglia e incoraggiato il
matrimonio; reintrodotta la proprietà
privata
Educazione gestita e sorvegliata dallo Stato
Consiglio (che sostituisce i re-filosofi) come
supervisore generale della vita collettiva e
garante dell’osservanza delle leggi,
religione e costumi
lettore
Socrate
ricerca
verità
Mito
protagonisti
Prima
navigazione
(fisica)
Iperuranio
Bene
essenza
Seconda
navigazione
(Metafisica)
gerarchia
Idee
Uno e Diade
Dialoghi
Socrate
dia-logos
Dualismo
episteme
PLATONE
apparenza
Il mito della
caverna
Lo Stato
Filosofi
Guerrieri
Lavoratori
Cosmo
sensibile
Dualismo
dell’uomo
doxa
anima
Razionale
Irascibile
Concupiscibile
Enti
matematici
Conoscenza
desiderio
corpo
Copia
della copia
Demiurgo
reminiscenza
Eros
Arte
Poros
copia
Penia
doxa
episteme