PLATONE Idee e mondo sensibile Il materiale informativo è tratto dal testo: G. Reale, D. Antiseri, La filosofia nel suo sviluppo storico, vol. I; Editrice La Scuola (Brescia) Abbagnano N. - Fornero i box sensibili e testi della G.,sono Protagonisti filosofia, vol. A, tomo 1, Milano, Paravia, 2000 Platone Discepolo di Socrate, Aristocle - detto "Platone" per le sue larghe spalle, ovvero per il suo stile ampio - è uno dei più grandi filosofi dell'antichità; al suo pensiero si sono ispirati pensatori di tutti i tempi. Platone Nato da famiglia aristocratica nel 428 a.C. Lettera VII: la morte di Socrate lo colpì come ingiustizia che condanna la politica del suo tempo si dedica al progetto di una riforma della politica alla luce del sapere e di una preliminare riforma dell’esistenza umana= idea di una “politica filosofica” Platone Dopo la morte di Socrate compì molti viaggi (Megara presso Euclide, Egitto, Cirene, Italia merid dove frequentò comunità pitagoriche e a Siracusa dove ebbe amicizia con Dione ma dove fu anche venduto come schiavo dal tiranno Dionigi il vecchio per i suoi progetti di riforma politica) Platone I soldi del riscatto (che furono rifiutati) servirono alla fondazione dell’Accademia (fiorita nel Ginnasio fondato da Accademo) organizzata sul modello delle comunità pitagoriche, dove insegnò fino alla morte (347 a.C.) con la parentesi di un nuovo viaggio a Siracusa presso Dionigi il Giovane che l’aveva chiamato per un progetto di riforma dello stato che sfumò. Le opere 34 dialoghi e 13 lettere scritti giovanili o socratici: Apologia, Critone, Ione, Lachete, Liside, Carmide, Eutifrone, Eutidemo, Ippia minore, Cratilo, Ippia maggiore, Menesseno, Gorgia, Repubblica I, Protagora. Scritti della maturità: Menone, Convito, Fedone, Repubblica II-X, Fedro Scritti della vecchiaia: Parmenide, Teeteto, Sofista, Politico, Filebo, Timeo, Crizia, Leggi. all’ultimo periodo appartengono anche le lettere VII (documento fondamentale dove esprime la motivazione chiave della sua vita: la passione politica che sta alla base del filosofare) e VIII che si rivelano posteriori alla morte di Dione e quindi al 353 a.C. si tramandano anche “dottrine non scritte” (fonti parlano di corsi intitolati “Intorno al Bene”) in cui avrebbe sviluppato una sorta di metafisica a sfondo pitagorico fondata sui concetti di Uno e Diade. Seconda navigazione (Metafisica) Mito Dialoghi Socrate 2 Dualismo episteme 11 Lo Stato 4 3 1 Il mito della caverna Idee PLATONE 5 10 9 Dualismo dell’uomo Cosmo sensibile 6 doxa 8 Arte 7 Eros Conoscenza I dialoghi platonici e il Socrate personaggio dei dialoghi Platone ha esposto la sua "filosofia" nei "dialoghi", cioè in opere in cui alcuni personaggi espongono le loro opinioni, in modo tale che dal confronto, e quindi dalla critica delle opinioni sbagliate, venga fuori la "verità". Nel far questo, egli ha preso a modello il modo di filosofare di Socrate, che ridusse tutta la sua attività di maestro a un dialogare con i discepoli. In questi dialoghi, protagonista sarà per lo più Socrate (anche quando si affrontano argomenti che Socrate non ha trattato), ma protagonista è anche il lettore dei dialoghi, perché la verità (cioè, ciò che Platone vuole insegnare in quel dialogo) non viene esposta in modo sistematico, ma emerge dall'analisi e dal ragionamento che il lettore riesce a fare insieme ai personaggi. Lo stesso Socrate, più che limitarsi ad esporre il "punto di vista" di Platone, opera criticando le opinioni altrui e mostrandone la non-verità. Ovviamente, il Socrate dei "dialoghi" non coincide con il Socrate realmente esistito, ma è una specie di portavoce dello stesso Platone. lettore Socrate dia-logos ricerca protagonisti Dialoghi Socrate Il dialogo Filosofia come sapere “aperto” che ripropone problemi e soluzioni Filosofia come sforzo incessante verso una “verità” che l’uomo non possiede mai totalmente e che emerge dalla ricerca Filosofia rende solidali gli sforzi degli uomini che la coltivano. Carattere di socialità e comunanza Recupero e nuovo significato del "mito" in Platone Leggendo i dialoghi platonici, può sorgere un dubbio: come mai Platone, che attribuisce tanta importanza alla "ragione" (logos), alla riflessione razionale come strumento del filosofare - tanto è vero che considera la vera realtà non quella che appare ai nostri sensi (vista, udito, olfatto,...), ma quella che possiamo cogliere con la ragione, e che lui chiama "idea" - ha usato il "mito", che è una forma di narrazione "fantastica"? Che senso ha il "mito" per Platone? Mito Il "mito" suggerisce la verità, piuttosto che spiegarla razionalmente. Perciò forse Platone vuol farci capire che alcune verità non possono semplicemente essere trasmesse dal filosofo all'allievo, ma richiedono, da parte di quest'ultimo, uno sforzo di rielaborazione personale, un impegno a "ricercare" la verità, sulla strada che il maestro ha indicato: in ciò consiste il significato più autentico della "filosofia" come "amore della saggezza" e quindi come un processo continuo di ricerca personale. Mito Il "mito" serve al filosofo per parlare di realtà che vanno al di là dei limiti cui l’indagine razionale può spingersi “sentieri interrotti” (Heidegger) = cercare un’altra via che Platone individua nell’allusione mitica ricerca verità Mito Le opere - Apologia Esaltazione della vita consacrata alla ricerca filosofica. Socrate dichiara ai giudici che non tralascierà mai il compito che gli è stato affidato dalla divinità: l’esame di se stesso e degli altri per rintracciare la via della virtù e del sapere Le opere - Critone Dilemma : accettare la morte in rispetto alle leggi o fuggire dal carcere? = La ricerca è tale missione che l’uomo non può tradirla Capisaldi dell’insegnamento socratico: 1. la virtù è una e si identifica con la scienza 2. come scienza la virtù è insegnabile 3. nella virtù come scienza consiste la felicità dell’uomo Le opere - Protagora In polemica coi Sofisti nega al loro insegnamento ogni valore educativo e formativo la scienza soltanto si può insegnare e quindi la virtù si può trasmettere e comunicare in quanto è scienza. Le opere - Eutidemo Caricatura dell’eristica dei Sofisti (= arte di battagliare e confutare tutto quello che si dice, vero o falso che sia… fondamento (difeso anche dai Cinici) = non è possibile l’errore e qualsiasi cosa si dica, si dice cosa che è, quindi vera Socrate: in tal caso non ci sarebbe nulla da insegnare e da apprendere dialogo si pone come esortazione alla filosofia: unica scienza che produce conoscenze e anche insegna a utilizzare tali conoscenze per il vantaggio e la felicità dell’uomo Le opere - Gorgia Polemica con la retorica, tecnica della persuasione indifferente alla giustizia della tesi da difendere implica la convinzione che la giustizia è solo una convenzione umana che è da sciocchi rispettare l’intemperante non è l’uomo migliore né il più felice perché passa da un piacere all’altro senza saziarsi il bene deve conseguirsi con la virtù, che coincide con l’ordine e la regolarità della vita umana. L’anima ordinata è saggia, temperante e giusta ad un tempo Le opere - Cratilo Vedere se il linguaggio sia mezzo per insegnare la natura delle cose (Cratilo, Sofisti, Antistene) Platone: non prodotto di convenzione e i nomi imposti ad arbitrio = come ogni strumento deve essere adatto allo scopo, così il linguaggio deve essere adatto a discernere la natura delle cose, cioè deve imitare ed esprimere (con lettere e sillabe) la natura della cosa significata. Tuttavia non si può (come Cratilo) sostenere che la scienza dei nomi sia anche scienza delle cose e che scoprire la realtà significhi scoprirne i nomi Le opere - Cratilo Per giudicare la correttezza dei nomi dovremo rivolgerci alla realtà 1. Linguaggio è convenzione (Eleati, Sofisti, Democrito 2. Linguaggio è prodotto dell’azione causale delle cose (Cratilo, Eraclito e Cinici) 3. Platone = strumento che avvicina l’uomo alla conoscenza delle cose = “ciò che l’oggetto è”, “sostanze” “idee” La "seconda navigazione“ (naturalisti e Socrate) I filosofi "naturalisti" avevano cercato la spiegazione di tutto (la verità) in cause di tipo fisico (acqua, aria, terra, fuoco,...). Socrate, al contrario, aveva indicato che la verità è di tipo concettuale, cioè può essere colta solo dalla ragione, perché essa è universale e necessaria, mentre ogni cosa fisica è sempre particolare. La "seconda navigazione“ (la scoperta della metafisica) Platone porta a compimento la dottrina socratica, affermando che il "vero" non è ciò che percepiamo con i sensi, ( perché il mondo sensibile varia continuamente), ma ciò che sappiamo mediante la ragione, qualcosa di non sensibile, ma razionale, e quindi la verità è "oltre" la sensibilità e il mondo fisico: è "metafisica" ("metà ta fisicà", in greco, vuol dire appunto: "oltre il mondo fisico, sensibile"). A differenza di Socrate, però, Platone attribuisce al "concetto" socratico una esistenza reale (e non solo nella mente dell'uomo), e lo chiama Idea. La verità, dirà Platone, è "idea", cioè realtà razionale. R E L A T IV IS M O O P IN IO N E D oxa La dottrina delle idee contro il relativismo sofistico, collegata alla vocazione politica del filosofo M u t e v o le v a ria n e l T e m p o Sen si Conoscen za re la t iv a M o lt e p li c e v a r i a n e llo S p a z io R E L A T IV IS M O Im p o s s ib ilit à v e rit à U n i v e r s a le e Im m u t a b i le Im p o s s ib ilit à d e t e rm in a z io n e G IU S T IZ IA A s s e n z a r e g o le v i t a s o c i a le A N A R C H IA S O C IA L E C R IS I P O L IT IC A S o g g e ttiv a v a ria n e i d iv e rs i s o g g e t ti I due piani dell'essere Con la scoperta di Platone (seconda navigazione), nella storia della filosofia occidentale viene stabilita, una volta per tutte, la distinzione tra due piani dell'essere, cioè della realtà quale il filosofo può conoscerla: il piano che possiamo cogliere con i nostri sensi (e perciò "sensibile", o "fenomenico", cioè appartenente alle cose che appaiono ai sensi) e quello che possiamo individuare solo con la ragione (e perciò "ultra-sensibile", "metafisico","intellegibile", cioè che può essere colto dall'intelletto-ragione). Il primo è "apparenza", il secondo è "sostanza". Prima navigazione (Fisica) Realtà intellegibile Seconda navigazione (Metafisica) Idee dualismo Realtà sensibile Cosmo La dottrina delle idee S C IE N Z A E P IS T E M E S C IE N Z A V e r it à U n iv e r s a le Im m u t a b ile O g g e tt iv a U g u a le in t u t t i i L U O G H I U g u a le in t u t t i i T E M P I U g u a le p e r tu tti i s o g g e tti T E O R IA D E L R ISP E C C H IA M E N T O R E A L IS M O G N O S E O L O G IC O La dottrina delle idee C O R R IS P O N D E N Z A Conoscenza R e a lt à V E R IT A ' è v e ro d ire : d i c iò c h e è , c h e è ; d i c iò c h e n o n è , c h e n o n è è fa ls o d ire : d i c iò c h e è , c h e n o n è ; d i c iò c h e n o n è , c h e è Nei “Dialoghi” la dottrina non è esposta in modo organico (taluni pensano che essa costituisse forse l’oggetto delle “dottrine non scritte”) La dottrina delle idee La genesi della teoria è da ricercarsi nell’approfondimento del concetto di scienza (epistéme) in antitesi ai Sofisti pensiero riflette l’essere mente come specchio che riproduce ciò che esiste idea = ousìa, entità immutabile e perfetta, realtà autonoma che esiste in una diversa dimensione dell’essere (“iperuranio”) idea = modello unico e perfetto delle cose mutevoli, molteplici e imperfette di questo mondo D U A L IS M O P L A T O N IC O D U A L IS M O D u a lism o G n o se o lo g ico S a p e re D u a lism o O n to lo g ico R e a ltà O p in io n e D oxa S cie n z a E p iste m e M ondo A p p a re n z a M ondo Id e e S en si In te lle tto C o m e le co se S e m b ra n o C o m e le co se Sono A P o ste rio ri A P rio ri Im p e rfe tto P e rfe tto 1 . M u te v o le 2 . M o lte p lice 3 . S o g g e ttiv o 1 . Im m u ta b ile 2 . U n iv e rsa le 3 . O g g e ttiv o Le Idee: modello unico e perfetto delle cose molteplici e imperfette Il mondo che ci circonda è pieno di oggetti, alcuni simili tra loro, altri molto diversi. Se noi, per esempio, incontriamo un nostro amico, riconosciamo in lui un "uomo", cioè un essere che ha alcune caratteristiche in comune con altri esseri simili a lui. Di queste caratteristiche, alcune sono mutevoli e varie (es. il colore dei capelli o degli occhi, l'altezza, ecc.) e noi non le consideriamo essenziali per stabilire che il nostro amico è un "uomo" (cioè egli può essere alto o basso, biondo o bruno, senza essere meno uomo). Altre caratteristiche sono invece tali che senza di esse non possiamo considerarlo "uomo"; ad es., Aristotele dirà che un uomo è un "animale razionale", intendendo con questa definizione che l'uomo appartiene al genere degli esseri animati ("animale"),- ha una serie di caratteristiche in comune con gli animali -, ma se ne differenzia per qualcosa di specifico, che è appunto la "ragione" ("razionale"). Le Idee: modello unico e perfetto delle cose molteplici e imperfette Platone deriva Da Parmenide l’idea che la vera realtà e il vero sapere devono essere immutabili, universali e oggettivi Da Eraclito l’idea che la realtà sensibile e la conoscenza sensibile siano caratterizzate da molteplicità e mutevolezza Le Idee: modello unico e perfetto delle cose molteplici e imperfette Quali sono le idee? Esistono idee relative ad ogni cosa? Per ogni tipo di cosa che noi conosciamo esiste la corrispondente idea, altrimenti non potremo conoscere quella cosa. Tra i tipi di idee i più importanti sono Idee valori: supremi principi morali, politici, estetici, ecc, come: bene, bello, giustizia, verità, ecc. Idee matematiche: gelive ai principi scientifici come: identità, uguaglianza, quadrato, proporzione, ecc. Idee di cose naturali e artificiali: per ogni insieme di cose esistenti esiste anche la corrispondente idea Le Idee: modello unico e perfetto delle cose molteplici e imperfette Rapporto Idee e Cose Se le cose sono quello che sono, per esempio “belle”, a causa dell’idea di bellezza, nasce il problema di stabilire in che modo la proprietà-idea della bellezza è propria delle idee belle. Partecipazione o Metessi = le cose partecipano delle idee, nel senso che ne sono parte. L’idea di bello sarebbe dunque formata da tutte le cose belle prese insieme. Parusia = La proprietà-idea è presente entro la cosa. La bellezza sarebbe una proprietà “contenuta” nelle cose belle. Ma così l’idea perderebbe le sue caratteristiche di universalità e immutabilità. Mimesi = le cose imitano l’idea che le caratterizza. Per esempio, le cose belle sono tali perché imitano l’idea-proprietà di bellezza. Come fossero copie dell’idea e l’idea lo stampo in base a cui sono fatte le singole cose. L'Iperuranio, ovvero il mondo delle Idee Le caratteristiche necessarie perché un essere sia quello che è sono da considerarsi "essenziali"- cioè tali da costituire l'essenza, la sostanza -, perché senza di esse l'essere in questione sarebbe diverso da quello che è. Platone dà un nome a queste sostanze, le chiama Idee, e afferma che esse si trovano in un mondo diverso da quello che cade sotto i nostri sensi: l'Iperuranio ("sopra il cosmo fisico"). Idee e pensieri Bisogna però stare attenti: le Idee, come le intende Platone, non sono i contenuti della nostra mente, del nostro pensiero; esse hanno una realtà autonoma, sono - come Platone dirà in seguito - come dei "modelli", che stanno nell'Iperuranio, e dei quali le cose che stanno sulla terra sono delle semplici copie, più o meno simili, ma mai perfettamente identiche, all'originale. Idee = cause Le Idee sono le vere cause di tutte le cose sensibili (che mutano), ed esse non mutano, sono incorruttibili, perché altrimenti dovrebbero, a loro volta, dipendere da cause ancora più generali. L'Iperuranio non è però un luogo "fisico", visto che è abitato da "essenze non fisiche"; dobbiamo immaginarlo come luogo "metafisico", come una specie di altra dimensione, fatta di realtà puramente "razionali" ed "intellegibili": le Idee. La conoscenza delle Idee Come si spiega che pur vivendo nel mondo del divenire e dell’imperfezione abbiano nozione delle forme ideali ? (problema affrontato nel Menone, Fedone e Fedro) La scienza: ragione e intuizione Per dimostrare una verità scientifica è necessario dedurla (= ricavarla) da un principio superiore Es.: a) Ho di fronte una figura sensibile b) Riconosco che essa è un triangolo c) attribuisco a questa figura tutte le proprietà del triangolo b a c È la conoscenza del Triangolo (= Idea, modello del triangolo) che mi permette di avere conoscenze scientifiche riguardo ai triangoli La conoscenza del Triangolo precede l’esperienza: se non conoscessi già il Triangolo non potrei sapere che quelle figure sensibili che vedo sono dei triangoli: “È impossibile per Platone credere che l’anima acquisisca una qualsiasi conoscenza delle forme attraverso i sensi La conoscenza delle forme, precedente all’esperienza sensibile, è detta intuizione (= nòesis, contatto diretto dell’anima con gli intelligibili) Il procedimento con cui dai principi deduco le conseguenze è opera della ragione (= diànoia, conoscenza discorsiva), tipica dei ragionamenti matematici. La conoscenza delle Idee Come è possibile conoscere le idee? La possibilità di una conoscenza universale e immutabile dipende dalla possibilità di conoscere le idee. Ma come è possibile conoscere le idee? A posteriori = le idee vengono conosciute attraverso i sensi. Tale soluzione risulta impossibile in quanto per riconoscere una cosa ( un uomo, una cosa bella, ecc.) devo già conoscere l’idea corrispondente. A Priori = le idee sono innate nella mente umana da sempre, fanno parte della dotazione naturale del nostro intelletto. Platone spiega questo fatto con la dottrina della reminiscenza. Dottrina della Reminiscenza = “ricordo”. Esposta nel racconto del mito della metempsicosi. L’anima prima di incarnarsi in un corpo è vissuta nel “mondo delle idee”. Dopo che si è incarnata ricorda le idee che ha visto nella sua vita precedente. La conoscenza delle Idee Conoscere è ricordare = forma di innatismo: la conoscenza non deriva dall’esperienza sensibile (che funge solo da stimolo del ricordo) ma da metri di giudizio preesistenti e connaturati al nostro intelletto Portiamo con noi una verità prenatale La gerarchia delle Idee Come abbiamo detto sopra, nell'Iperuranio le Idee sono molteplici: Idee di valori estetici, Idee di valori morali, Idee delle varie realtà fisiche, Idee di enti matematici, ecc.; esse però non si trovano alla rinfusa, ma sono ordinate secondo una scala gerarchica, che va dalla Idee meno universali (in basso) a quella più universale (in alto), che, secondo Platone, è l'Idea del Bene. Tale Idea è come un sole, che, illuminando tutte le altre, ce le fa intendere. L’Idea del bene Platone non ha scritto nulla su questa Idea (Idea del Bene), dalla quale derivano tutte le altre, ma ne parlava ai suoi discepoli nelle sue lezioni "Intorno al Bene", perché - come scrive nella Lettera VII - "La conoscenza di queste cose non è affatto comunicabile come le altre conoscenze, ma dopo molte discussioni fatte su queste cose, e dopo una comunanza di vita, improvvisamente, come luce che si accende da una scintilla che si sprigiona, così nasce nell'anima, e da se stessa si alimenta". Gli enti matematici Al livello più basso della gerarchia del mondo intellegibile, si trovano gli "enti matematici" (numeri e figure geometriche), i quali si trovano più in basso delle altre Idee, perché sono molteplici (molti uno, molti due, molte linee,...), ma si trovano più in alto delle cose sensibili, perché sono enti intellegibili e non fisici: perciò Platone li chiama enti "intermedi" tra le Idee e le cose sensibili. essenza Iperuranio Bene Idee Gerarchia Uno e Diade Enti matematici Difficoltà della filosofia platonica Le Idee sono separate dalle cose: non si capisce bene come esse possano essere cause delle cose Platone non fornisce mai una risposta chiara a questo problema, ma la suggerisce attraverso il mito del Timeo: un “Demiurgo” (= artigiano) contemplando le Idee del mondo intelligibile imprime le forme in una “materia” preesistente. Non “crea” ma “ordina” il cosmo Il “Demiurgo” è probabilmente una metafora che indica una “anima del mondo”: l’anima è infatti proprio quella realtà che è capace di contemplare le Idee ordinare, reggere un corpo materiale La conoscenza L'uomo vive nel mondo sensibile, a contatto con gli oggetti. Come può dunque "conoscerli", visto che conoscerli significa scoprire in essi, al di là delle apparenze mutevoli, il sostrato razionale (Idea), di cui essi non sono che semplici copie? La risposta di Platone è la seguente: conoscere significa "ricordare". La conoscenza è "anamnesi" (ricordo). Platone spiega questa concezione del conoscere in due modi: uno mitico ed uno dialettico. Mito orfico Secondo il mito orfico, l'anima umana, immortale, si incarna più volte (in corpi diversi), ma, fra un'incarnazione e l'altra, dimora presso le Idee e le conosce. Quando si unisce al corpo (che è una sorta di prigione), l'anima dimentica ciò che conosce (le Idee). Poi, a contatto col mondo, viene stimolata a ricordare ciò che già sa. Metodo dialettico La dimostrazione dialettica Platone la fa con uno schiavo ignorante. Interrogandolo, Socrate dimostra che lo schiavo è in grado di risolvere un problema geometrico (il che implica conoscenze matematiche, che nessuno ha insegnato allo schiavo). Donde ha tratto lo schiavo le conoscenze necessarie a risolvere il problema? Non da "fuori di sé" (insegnamento, esperienza,...); quindi non può che averle tratte "da sé". Ciò dimostra che esistono nell'uomo delle conoscenze di cui egli non ha coscienza, se non opportunamente guidato a riconoscerle. Conoscere = ricordare Conoscere è quindi un ricordare, che procede per tappe: perciò diversi saranno i gradini di questa salita verso la conoscenza più perfetta: quella delle Idee. Platone, dopo aver distinto tra una conoscenza più fallace (doxa o opinione) ed una più vera (episteme o scienza), divide ciascuna della due in due gradi diversi. Avremo così, in ordine di salita, quattro tappe: eikasia (immaginazione), pistis (credenza), dianoia (conoscenza mediana), noesis (pura intellezione). Tappe del conoscere noesis (pura intellezione) episteme dianoia (conoscenza mediana) pistis (credenza) doxa eikasia (immaginazione) La dialettica Gli uomini comuni si fermano ai primi due livelli (eikasia e pistis), quindi all'opinione; i matematici arrivano al terzo livello (dianoia); solo il filosofo raggiunge la vetta: la noesis o intellezione pura delle Idee. Il procedimento conoscitivo del filosofo, mediante il quale egli passa da un'Idea all'altra, fino al raggiungimento dell'Idea suprema, è detto "dialettica" (dal greco: dià e leghein, dire tra). Esistono due tipi di dialettica: una "ascensiva" (dal mondo sensibile, alle Idee, fino a quella suprema) ed una "discensiva" (partendo dall'Idea suprema, e procedendo per divisione, si scende verso il basso). reminiscenza episteme Conoscenza doxa Immortalità dell’anima – Il mito di Er – “Fedone” Prova dei contrari: come in natura ogni cosa si genera dai contrari, così la vita si genera dalla morte nel senso che l’anima vive dopo la morte del corpo Essendo l’anima simile alle idee che sono eterne, sarà tale anch’essa L’anima in quanto soffio vitale, è vita e partecipa al’idea di vita,per cui non può accogliere in sé l’idea opposta, l’idea della morte La teoria dell’immortalità che serva per spiegare perché l’uomo possegga le conoscenze, chiarisce anche il destino = Er, morto in battaglia e resuscitato dopo 10 giorni spiega come le anime sono invitate a scegliere al momento della reincarnazione e spiega come ognubo scelta sulla base di quello che è stato in vita (es. Ulisse, che i lunghi travagli hanno svuotato di ogni ambizione, sceglie una vita oscura) La dottrina dell’amore – il Convito Il sapere stabilisce tra l’uomo e le idee e gli uomini associati nella comune ricerca un rapporto che egli defi nisce come “eros” Pausania distingue tra l’eros volgare che si rivolge ai corpi, dall’eros celeste che si rivolge alle anime Medico Erissimaco vede nell’amore una forza cosmica che determina le proporzioni di tutti i fenomeni Aristofane col mito degli androgini divisi dagli dei per punizione esprime uno dei caratteri fondamentali dell’amore: l’insuffi cienza Socrate sostiene che l’amore è fi glio di Penìa (povertà) e Poros (acquisto) Eros Platone ci offre un'interpretazione alquanto originale dell'amore (in greco: Eros), facendone una sorta di metafora della stessa filosofia. Infatti Eros è desiderio di qualcosa che non si possiede ancora, ma di cui si intravede, in qualche modo, il valore. Mito di Eros Eros, secondo il mito,è figlio di Poros (ricchezza) e di Penia (povertà), quindi è un essere intermedio, che traduce in sé la presenza dei genitori nel suo essere "desiderio di", "aspirazione a". Egli non possiede la pienezza del padre (soddisfatto del suo status divino), né la privazione assoluta della madre (insoddisfatta e senza possibilità alcuna di soddisfazione), ma si muove da una condizione di mancanza verso una condizione di possesso, identificandosi con questa "tensione", con questa continua ricerca. Eros = filo-sofia Per questa sua caratteristica, esso ben rappresenta ogni processo di "ricerca" e di mediazione (tra sensibile e soprasensibile, tra umano e divino,...) e soprattutto la "filosofia", che è desiderio dell'assoluto (verità, Idee), partendo dalla condizione umana; infatti la "filo-sofia" è "desiderio di sapienza", non possesso pieno di essa, e il filosofo diventa una specie di metafora dell'uomo, anche lui, in quanto composto di anima e di corpo, sospeso tra il cielo e la terra, ma con una profonda nostalgia della sua patria celeste. Eros = amore del bene-bello (χαλο ς -αγ ατ ο ς ) Eros è perciò il vero desiderio della Bellezza, che a sua volta coincide con il Bene, e perciò l'amore platonico è una via che porta all'assoluto. Esistono vari livelli di amore come la bellezza ha gradi diversi, da quello sensibile a quello spirituale, fino all'amore più puro e perfetto: l'amore del Bello in sé, dell'Assoluto. Filosofia = desiderio Poros Eros Penia Concezione "dualistica" dell'uomo – “Fedro” Come l’anima giunge alla bellezza suprema? E’ il problema affrontato nel “Fedro” Nell’anima caduta il ricordo delle sostanze ideali è risvegliato proprio dalla bellezza L’amore si fa guida dell’anima verso il mondo dell’essere Eros diventa procedimento razionale, dialettica La dialettica è la vera arte della persuasione, la vera retorica, col compito di guidare le anime (psicagogia), con la mediazione della bellezza, verso il loro destino. Concezione "dualistica" dell'uomo – “Fedro” Anima e corpo, nel loro insieme, costituiscono l'uomo; ma essi sono qualitativamente diversi: soprasensibile e immortale, l'una; sensibile e mortale l'altro. Perciò l'uomo è composto "dualisticamente", ma la sua parte migliore (l'anima) non si trova bene nel corpo - che anzi, secondo la dottrina Orfica, è da considerarsi come una "buia prigione"- e aspira a ritornare là dove si sente a casa sua: nell'Iperuranio, a contatto con altre realtà (Idee) della sua stessa natura (intellegibili). Platone paragona l'attività dell'anima rispetto al corpo a un "carro alato", trascinato da due cavalli impetuosi (anima irascibile e anima concupiscibile), che vengono guidati da un auriga esperto (anima razionale). Lo Stato e il filosofo Nella "Repubblica", Platone traccia le linee di uno Stato ideale, modellandolo sulle caratteristiche (anime) dell'essere umano. Nessuna comunità può sussistere senza la giustizia, contro i Sofi sti che la riducevano al diritto del più forte. Alle tre "anime“ (concupiscibile, irascibile, razionale) presenti nell'uomo corrispondono altrettanti funzioni sociali, svolte da "gruppi" (classi) di individui, per il mantenimento di quel grande "corpo sociale", che è appunto lo Stato: i lavoratori / mercanti i guerrieri I filosofi Lavoratori/mercanti i lavoratori e i mercanti, con la loro attività, provvedono al sostentamento materiale dell'organismo sociale. La virtù dell'anima concupiscibile è la temperanza, cioè la sottomissione agli appetiti della ragione; allo stesso modo, la temperanza dei mercanti consiste nella loro ubbidienza alla classe che nello stato rappresenta la ragione: i filosofi. Guerrieri i guerrieri formano la seconda classe. La virtù dell'anima irascibile è la fortezza o il coraggio; loro compito è difendere lo Stato, ed anche loro devono sottomettersi ai filosofi. Filosofi/Custodi l'ultima classe è rappresentata dai filosofi, il cui compito è di guidare lo Stato, allo stesso modo in cui compito dell'anima razionale è di guidare l'uomo. La loro virtù specifica è la sapienza e il loro scopo è la ricerca del Bene. La giustizia La giustizia è poi la virtù comune a tutte e tre le classi e consiste in questo, che ciascuna classe adempia al proprio compito e non se ne attribuisca altro che quello. Giustizia garantisce l’unità e la forza dello Stato ma garantisce anche l’unità e l’efficienza dell’individuo Da tutto ciò si capisce che a Platone lo Stato interessa in quanto ha per scopo il perfezionamento morale degli uomini. Lo Stato Filosofi Anina razionale Guerrieri Anina irascibile Mercanti Anina concupiscibile L’uomo degenerazioni dello stato Timocrazia (governo fondato sull’onore che nasce quando i governanti si appropriano di beni – corrisponde uomo ambizioso e amante del comando e degli onori) Oligarchia (governo fondato sul censo – Lo Stato corrisponde uomo avido di ricchezze, parsimonioso e laborioso) Democrazia (ad ognuno è lecito di fare – corrisponde uomo che tende ad abbandonarsi a desideri smodati) Tirannide (spesso nasce dall’eccesso di libertà della democrazia – corrisponde uomo tirannico e schiavo delle sue passioni ) aristocraticismo platonico Stato sofocratico = ragione al potere e i filosofi al governo Organicismo = lo stato è sano (=giusto) quando ognuno interiorizza col proprio ruolo di essere funzione del bene comune La politica non è destinata a tutti ma solo alla parte aurea della città (natura aurea = capacità di tenere a bada in nome della ragione gli interessi egoistici e passionali) Non serve il consenso dei governati: se gli interessi comuni lo richiedono, si può prescindere Chi custodirà i custodi? = individui addestrati a pensare al bene collettivo. Natura aurea che li predispone a tenere a bada gli interessi egoistici e passionali Il "mito della caverna " Nella "Repubblica" si trova uno dei miti platonici più famosi: il "mito della caverna". Immaginiamo che alcuni schiavi vivano incatenati in una caverna, con le spalle all'uscita e con la faccia rivolta verso la parete di fondo. Immaginiamo poi che fuori della caverna ci sia un muro, oltre il quale passano degli uomini, che portano sulle spalle delle statue raffiguranti tutti i generi di cose e che dietro di loro arda un fuoco, mentre in alto splende il sole. Educazione e conoscenza Educazione al sapere e alla virtù coincide con l’educazione alla filosofia Sapere = fotografia dell’oggetto All’essere corrisponde la scienza Al non-essere l’ignoranza Al divenire la doxa Gli schiavi Gli schiavi nella caverna, vedendo proiettate sul fondo della stessa le "ombre" delle statue e udendo per effetto dell'eco - le voci di chi passa di fuori, crederanno - non avendo mai visto altro - che questa sia la vera realtà. Ma se uno di loro riuscisse a "liberarsi" dalle catene, cambierebbe la sua opinione. Prima, vedendo le statue, crederebbe che esse - e non le ombre - siano la vera realtà; poi, procedendo verso l'esterno, attribuirebbe agli "uomini" che portano le statue il carattere di vera realtà, e infine, abituatosi alla luce del sole, capirebbe che esso, con la sua luce, è la causa di tutte le cose visibili. I quattro significati del mito della caverna Il "mito della caverna" ha quattro significati: 1) Innanzitutto rappresenta i vari livelli della realtà: le ombre sono le pure apparenze; le statue sono le cose sensibili; gli uomini e gli oggetti al di là del muro sono le idee e il Sole simboleggia l'Idea del Bene. 2) In secondo luogo, rappresenta i gradi della conoscenza: la visione delle ombre è l'eikasia (immaginazione, le impressioni superficiali r slegate delle cose); quella delle statue, la pistis (credenza, la percezione chiara e precisa degli oggetti); quella degli oggetti e degli uomini la dialettica nei vari gradi. La conoscenza razionale (episteme) che rispecchia il mondo immutabile delle idee e che comprende: Ragione matematica o discorsiva (diànoia che ha per oggetto le idee matematiche e che avanza per passaggi concatenati) L’intelligenza filosofica o noetica che ha per oggetto le idee valori (intuizione intellettiva immediata) 3) In terzo luogo, rappresenta l'aspetto mistico-religioso del platonismo: durante la vita umana, l'anima è come incatenata in una caverna, dalla quale aspira ad uscire per raggiungere la sua vera patria, a contatto con le realtà intellegibili. 4) Infine, il mito della caverna rappresenta la concezione politica di Platone: egli parla di un "ritorno nella caverna", da parte dello schiavo liberatosi, per aiutare anche i suoi compagni di una volta a liberarsi dalle catene. In tal modo Platone sottolinea l'impegno del filosofo a non ritenersi pago, una volta raggiunta la visione della verità, ma anzi ad impegnarsi (politicamente) per indicare anche agli altri uomini la via della verità e del Bene. L’estetica Nella “Repubblica” contenuta anche la celebre digressione sull’arte per essere messa al bando dall’educazione dei filosofi Platone ha una concezione negativa dell'arte: essa è una "copia" (mimesi) del mondo sensibile, il quale a sua volta è una "copia" del mondo delle Idee; perciò l'arte è una "copia della copia della verità“. L’arte è corruttrice (spinge lo spirito umano verso le cose del mondo e lo allontana dalla Idee) e va bandita dallo Stato ideale. Il “comunismo” platonico Affinchè lo Stato funzioni bene Platone suggerisce l’eliminazione della proprietà privata e la comunanza dei beni per le classi superiori affinché, al di là dei propri interessi, attendano alla gestione della cosa pubblica. I custodi avranno case piccole, cibi semplici, vivono insieme (Russell: “monastero senza celibato”) – non avranno famiglia ma donne in comune – le unioni matrimonali saranno temporanee, stabiliti dallo stato in vista di criteri eugenetici della procreazione di figli sani = modello ascetico del filosofo: felice della conoscenza non ha bisogno di beni materiali L’educazione e le sue tappe I Custodi, prima di saper custodire gli altri, devono custodire se stessi. Da ciò l’importanza dell’educazione = individui addestrati dalla nascita a pensare il bene collettivo. E ciò in base alla natura “aurea” che li predispone a controllare gli interessi egoistici e passionali, in nome della ragione Nella parte centrale della “Repubblica” si dedica a delineare il compito proprio del filosofo, che ricerca la conoscenza nella sua totalità, esplicitando il concetto di sapere come fotografia dell’oggetto L’educazione e le sue tappe Enumera 5 discipline matematiche fondamentali: Aritmetica arte del calcolo Geometria scienza degli enti immutabili Astronomia scienza del movimento ordinato e perfetto Musica scienza dell’armonia Preparano il filosofo alla suprema scienza: dialettica: la scienza delle idee Comunismo e statalismo Da sinistra: aspetti comunitari ed antiindividualistici Da destra = modello del nazi-fascismo: statalismo, struttura gerarchica della società, culto dei Capi, sanità della razza Filosofi inglesi e USA: nella “Repubblica” il modello di stato antiliberale e totalitario Popper “La società aperta e si suoi nemici” (1945) paradigma di regime autoritario e dispotico che discende da un assolutismo dottrinale Russell “Saggi impopolari” (1950) ha giudicato scandalosa l’ammirazione che l’opera politica di Platone ha sempre riscosso L’ultimo Platone • Come va pensato il mondo delle Idee? •Come va concepito il rapporto Idee – realtà naturali ? L’ultimo Platone – il “Parmenide” • posto uno l’Idea e i molti gli oggetti che partecipano all’Idea, come l’Idea partecipa a più oggetti senza perdere l’unità nella molteplicità ? •Confronto/scontro con Parmenide = l’inesistenza di ogni forma di non essere pregiudica la molteplicità delle Idee e i loro rapporti reciproci poiché ogni Idea, non essendo l’altra, implicherebbe l’ammissione del non-essere L’ultimo Platone – il “Teeteto” •Platone si sposta sul terreno della conoscenza • contro i Sofisti si dimostra come sia impossibile la scienza rimanendo nel dominio della soggettività umana e delle mutevoli opinioni dell’individuo, senza rifarsi alle Idee •Se non è possibile rinunciare alle Idee, bisogna rinunciare al principio eleatico •“Sofista” = definitivo parmenicidio di Platone L’ultimo Platone – il “Sofista” • teoria dei “generi sommi” cioè degli attributi fondamentali delle Idee: 1. Essere = ogni idea è o esiste e quindi rientra nell’essere 2. Identico = ogni idea è identica a se stessa (quindi essere ed essere identico sono due generi differenti dell’essere) 3. Diverso = ogni idea è identica a se e quindi diversa da ogni altra 4. Quiete = ogni Idea può starsene in sé 5. Movimento = oppure entrare in rapporto, comunicazione con altre L’ultimo Platone – il “Sofista” Errore di Parmenide = confondere il diverso con il nulla / il non-essere può esistere come diverso = infranto il divieto parmenideo di parlare del non essere e quindi della molteplicità Eristi= l’errore non esiste in quanto implicherebbe un dire il nulla che, come insegna Parmenide, non è Platone= errore non vuol dire pronunciare il nulla ma nel dire le cose in modo diverso da come effettivamente sono L’ultimo Platone – il “Sofista” Che cos’è l’essere ? I materialisti lo riducono a corporeità; Platone lo identifica con le Idee. Ma diciamo che “sono” sia le entità corporee, sia quelle incorporee (es. le virtù) = Platone ricerca allora una definizione più generale e universale dell’essere = l’essere come possibilità = esiste tutto ciò che può entrare in una rete di connessioni possibili (controprova: il nulla inesistente perché non può entare in alcune relazione) * Anticipa l’ontologia aristotelica che indagherà i caratteri formali comuni ad ogni tipo di essere L’ultimo Platone – il “Sofista” – “Politico” La dialettica Scienza che stabilisce la mappa delle relazioni che costituiscono il tessuto dei rapporti possibili del mondo delle Idee 1. Determinazione e definizione di una certa idea 2. Divisione dell’Idea nelle sue articolazioni interne A. Se tutte le Idee comunicassero tra loro, ogni discorso sarebbe vero (come per gli Eristi) B. Se nessuna Idea comunicasse con altre non sarebbe possibile alcun discorso se non del tipo tautologico (es. uomo è uomo) come per i Cinici = dialettica che definisce un’Idea mediante successive identificazioni e diversificazioni con un processo dicotomico che avanza dividendo per due fino a giunbgere a un’idea indivisibile L’ultimo Platone – il “Filebo” Il Bene Nella Repubblica aveva posto il bene come l’oggetto supremo del pensiero. Questa natura oggettiva del bene dev’essere modificata ora che si sono riconosciuto i diversi generi dell’essere. Per l’uomo il bene vede una gerarchia dei valori che pone l’ordine, la misura, il giusto mezzo La virtù come scienza della misura L’ultimo Platone – il “Timeo” Il problema che si pone a questo punto è il seguente: come è possibile che dal mondo delle Idee (intellegibili) nasca il mondo delle cose (sensibili), che è quello nel quale noi viviamo? Platone vuole superare il rigido dualismo fra mondo e Idee La risposta di Platone è la seguente: esiste un Demiurgo (un Dio artefice, ma non creatore, come il Dio cristiano, perché il Dio cristiano ha creato il mondo "dal nulla", e quindi ha creato anche la materia, mentre invece il Demiurgo trova già esistenti sia le Idee che la materia), il quale, prendendo a modello le Idee, che sono delle "forme", plasma la materia sensibile (chora o Necessità). Il mondo come copia Dunque, il mondo che cade sotto i nostri sensi, e che noi consideriamo spesso come l'unica realtà, è invece nient'altro che una "copia", ovvero un insieme di copie molteplici e mutevoli, dell'unico vero mondo, quello delle Idee (modelli ideali). Perché il Demiurgo ha voluto generare il mondo sensibile? Platone risponde: per "bontà" e amore di bene. Perciò, per farlo più perfetto possibile (anche se sempre imperfetto, rispetto alle Idee), lo ha dotato anche di un'anima (l'anima del mondo),una sorta di principio vivificatore, a somiglianza dell'anima umana. Il tempo Per rendere questo mondo simile al modello ideale, che è eterno, il Demiurgo ha generato il tempo, che Platone definisce “immagine mobile dell’eternità”, cioè che nel suo succedersi ordinato riproduce l’ordine immutabile dell’eternità Il tempo è misurato dal movimento degli astri attraverso i quali si incarna la volontà del Demiurgo che si serve di essi per formare e governare la scala gerarchica degli enti importanza dell’astronomia (=sforzo di comprendere gli scopi divini attraverso lo studio dei moti astrali da cui tutto dipende) Il male L’opera del demiurgo è limitata dalla “resistenza” della materia cui Platone attribuisce le imperfezioni e i mali del mondo = soluzione al problema metafisico del male su cui tornerà la filosofia cristiana Il Timeo e il pitagorismo Platone intepreta i numeri come schemi strutturali delle cose e fa della matematica la “sintassi” del mondo, cioè il codice di interopretazione di tutto ciò che esiste Nelle dottrine non scritte avrebbe finito per interpretare il mondo delle idee come un mondo di numeri: Il principio supremo, come abbiamo visto, è l'Idea del Bene, che è detta anche "Uno", perché tutto deriva da lei. All'Uno era contrapposto un secondo principio, generalissimo, ma meno universale: la Diade, o principio della molteplicità. Dalla cooperazione di questi due principi - il primo (Uno) "determinante", il secondo (Diade) "indeterminato" - nasce la totalità delle Idee "determinate", ovvero le singole Idee, ciascuna con le determinazioni (caratteristiche) proprie, che la fanno diversa dalle altre. Il Timeo nella storia Fu tra i pochissimi dialoghi platonici noti nel Medioevo e influenzò una tradizione plurisecolare Diffonde il concetto di una Mente intelligente e ordinatrice del mondo Demiurgo diviene una delle figure più celebri del platonismo e sarà assimilato al Dio xano Il Timeo nella storia Platone finisce per incarnare la più decisiva antitesi a ogni naturalismo e materialismo a favore di una visione finalistico-religiosa del mondo (con le nozioni di scopo, anima, valori) mettendo a tacere il meccanicismo democriteo, contribuendo a ritardare la nascita della scienza Idea pitagorica che la matematica costituisca la chiave interpretativa della natura sarà alla base della scienza moderna Idea chiave = l’essere è qualcosa di buono e razionale (ottimismo metafisico) Il “Politico” Quale dev’essere l’arte del reggitore dei popoli? = arte della misura, del giusto mezzo. Sarebbe auspicabile viver senza leggi, ma esse sono indispensabili per l’impossibilità di dare prescrizioni precise ad ogni singolo individuo e indicano perciò ciò che è bene genericamente per tutti “Crizia” – la concezione della storia Esponendo il mito di Atlantide, Platone recupera una concezione della storia come regresso da una mitica età primordiale, affermando che la felicità risiede prima della fondazione della civiltà e non dopo di essa, ritornando a quella immagine mitica del passato di cui i Sofisti e Democrito avevano cercato di liberarsi Le “Leggi” Problema politico della Repubblica si applicava ad una comunità umana perfetta… nelle “Leggi” il problema si fa più determinato e specifico e si riferisce alle leggi che devono essere adottate per governare e indirizzare gli uomini verso la comunità ideale È necessario che in uno stato ben ordinato vi siano leggi e sanzioni Fine delle leggi è promuovere la virtù che si identifica con la felicità Questa educazione ha come suo fondamento la religione Le “Leggi” Religione come incentivo al rispetto delle virtù e delle leggi e quindi come fondamento di coesione sociale e di stabilità politica = ateismo cancro di ogni comunità Religione a sfondo cosmico che vede la Divinità concretizzata nell’ordine degli astri dei cieli recupera così l’antico pensiero mitico che vedeva divinità negli astri = fondazione cosmica dell’etica e della politica = se la realtà è solo materia appare impossibile per P. derivarvi una solida proposta politica. Se si intepreta il mondo come un organismo razionale e retto da leggi divine, lo stato degli uomini potrà essere concepito come riflesso e impegno di realizzazione di tale ordine Le “Leggi” vs “Repubblica” non più tripartizione delle classi; governo fomr amista di democrazia e aristocrazia; ammessa la famiglia e incoraggiato il matrimonio; reintrodotta la proprietà privata Educazione gestita e sorvegliata dallo Stato Consiglio (che sostituisce i re-filosofi) come supervisore generale della vita collettiva e garante dell’osservanza delle leggi, religione e costumi lettore Socrate ricerca verità Mito protagonisti Prima navigazione (fisica) Iperuranio Bene essenza Seconda navigazione (Metafisica) gerarchia Idee Uno e Diade Dialoghi Socrate dia-logos Dualismo episteme PLATONE apparenza Il mito della caverna Lo Stato Filosofi Guerrieri Lavoratori Cosmo sensibile Dualismo dell’uomo doxa anima Razionale Irascibile Concupiscibile Enti matematici Conoscenza desiderio corpo Copia della copia Demiurgo reminiscenza Eros Arte Poros copia Penia doxa episteme