Algebra Lineare e Geometria Analitica Politecnico di Milano – Ingegneria Applicazioni Lineari 1. Sia f : R3 → R3 l’applicazione lineare definita da f (x, y, z) = (x + ky + z, x − y + 2z, x + y − z) per ogni (x, y, z) ∈ R3 , e sia X il sottospazio di R3 generato dai vettori x1 = (1, 2, 3) e x2 = (3, 2, 1) . Determinare il parametro reale k in modo che l’immagine del vettore v = (1, 1, −1) appartenga al sottospazio X . 2. Data l’applicazione lineare f : R3 → R3 definita da f (x, y, z) = (x + 2y − z, x + y − z, x + 2y) per ogni (x, y, z) ∈ R3 , (a) mostrare che è invertibile, (b) determinare l’applicazione lineare inversa. 3. Data l’applicazione lineare F : R2 [x] → R3 definita da F (f (x)) = (f (0), f (1), f (2)) per ogni f (x) ∈ R2 [x] , (a) scrivere la matrice rappresentativa rispetto alle basi canoniche, (b) scrivere la matrice rappresentativa rispetto alle basi B = {x + 1, x2 − x, x2 + x + 1} C = {(1, 1, 1), (1, 1, 0), (1, 0, 0)} , (c) stabilire se f è un isomorfismo, (d) trovare la controimmagine del vettore v = (1, 2, 1) . 4. Sia f : R3 → R3 l’applicazione lineare definita da f (x) = x + a ∧ x per ogni x ∈ R3 , dove a = (1, 1, 1) . (a) Determinare l’insieme F dei punti fissi di f . (b) Scrivere la matrice rappresentativa di f rispetto alla base canonica. (c) Scrivere la matrice rappresentativa di f rispetto alla base B = {b1 , b2 , b3 } fissata nel dominio e alla base canonica fissata nel codominio, dove b1 = (1, 1, 2) , b2 = (3, 1, −1) , b3 = (2, −1, 3) . 5. Data l’applicazione lineare f : R4 → R3 rappresentata dalla matrice 1 1 3 1 A = 1 −3 −1 1 1 −1 1 1 rispetto alla base B = {b1 , b2 , b3 , b4 } di R4 e alla base C = {c1 , c2 , c3 } di R4 , dove b1 = (1, 1, 0, 3) c1 = (1, −1, 3) b2 = (1, 0, 0, −1) b3 = (1, −1, 0, −2) c2 = (2, 0, 1) c3 = (1, −2, 2) , b4 = (0, 1, 2, −1) 1 (a) determinare il nucleo di f , (b) determinare l’immagine di f . 6. Sia f : R4 → R3 l’applicazione lineare definita da f (x, y, z, t) = (x + y − 2z + t, x + 2y + 2z − t, x − y − z + t) per ogni (x, y, z, t) ∈ R4 , e sia g : R3 → R4 l’applicazione lineare definita sui vettori della base canonica da g(e1 ) = e1 + e2 − e3 g(e2 ) = e1 + 2e2 + e3 − e4 g(e3 ) = e1 − e2 + 2e3 + 2e4 . Scrivere la matrice che rappresenta le applicazioni composte g ◦ f e f ◦ g rispetto alle basi canoniche. 7. Sia f : R3 → R3 l’applicazione lineare definita da f (x, y, z) = (x − 3y − z, 2x + 2y − 2z, x + 4y − z) per ogni (x, y, z) ∈ R3 . Scrivere la matrice che rappresenta f rispetto alla base B = {b1 , b2 , b3 } fissata nel dominio e alla base C = {c1 , c2 , c3 } fissata nel codominio, dove b1 = (1, 1, 2) , b2 = (1, −1, 1) , b3 = (2, −1, 1) c1 = (1, 0, −1) , c2 = (1, −1, −1) , c3 = (0, −1, 1) . 8. Sia f : R3 → R3 l’applicazione lineare rappresentata dalla matrice 1 1 0 1 A = 2 1 1 −1 −1 rispetto alla base B = {b1 , b2 , b3 } fissata nel dominio e alla base C = {c1 , c2 , c3 } fissata nel codominio, dove b1 = (1, 0, 1) , b2 = (1, −1, 1) , b3 = (0, 1, −1) c1 = (1, 1, −1) , c2 = (1, −1, 0) , c3 = (−1, 1, 1) . (a) Stabilire se f è un automorfismo. (b) Determinare il nucleo e l’immagine di f . (c) Scrivere la matrice che rappresenta f rispetto alla base canonica (fissata sia nel dominio sia nel codominio). (d) Scrivere le equazioni di f . 9. Scrivere le equazioni dell’applicazione lineare f : R3 → R3 data dalla simmetria (ortogonale) rispetto al piano π : 2x − y + 3y = 0 . 10. Sia V uno spazio vettoriale di dimensione 2n + 1 sul campo reale R . Stabilire se esiste un’applicazione lineare f : V → V tale che f 2 = −1V , ossia tale che f (f (v)) = −v per ogni v ∈ V . 11. Sia f : U → V un’applicazione lineare iniettiva e sia g : V → W un’applicazione lineare suriettiva tali che Imf + Kerg = V . Se dim U > dim W , è possibile che la somma Imf + Kerg sia diretta? 2 Soluzioni 1. Si ha f (v) = f (1, 1, −1) = (k, −2, 3) . Poiché f (v) ∈ X linearmente da x1 e da x2 , si deve avere ¯ ¯ ¯ 1 2 3¯ ¯ ¯ ¯ 3 2 1¯ = 0 ¯ ¯ ¯k −2 3¯ se s solo se f (v) dipende e questo accade per k = −7 . 2. La matrice rappresentativa di f rispetto alla base canonica è 1 2 −1 A = 1 1 −1 . 1 2 0 (a) Poiché |A| = −1 6= 0 , l’applicazione f è invertibile. (b) Poiché A−1 si ha −2 = 1 −1 2 1 −1 0 , 0 1 f −1 (x, y, z) = (−2x + 2y + z, x − y, −x + z) . 3. (a) Poiché le immagini dei vettori della base canonica sono F (1) = (1, 1, 1) F (x) = (0, 1, 2) F (x2 ) = (0, 2, 4) , la matrice rappresentativa rispetto alle basi 1 A = 1 1 canoniche è 0 0 1 1 . 2 4 (b) Poiché F (x + 1) = (1, 2, 3) = 3(1, 1, 1) − (1, 1, 0) − (1, 0, 0) F (x2 − x) = (0, 0, 2) = 2(1, 1, 1) − 2(1, 1, 0) F (x2 + x + 1) = (1, 3, 7) = 7(1, 1, 1) − 4(1, 1, 0) − 2(1, 0, 0) , la matrice rappresentativa rispetto alle basi B e C è 3 2 7 B = −1 −2 −4 . −1 0 −2 (c) Poiché |A| = 2 6= 0 , l’applicazione lineare f è invertibile, ossia è un isomorfismo. (d) Dato un polinomio f (x) = a + bx + cx2 si ha F (f (x)) = (a, a + b + c, a + 2b + 4c) . Quindi F (f (x))) = v se e solo se (a, a + b + c, a + 2b + 4c) = (1, 2, 1) , ossia se e solo se a = 1 a = 1 a+b+c=2 b=2 a + 2b + 4c = 1 c = −1 . Quindi la controimmagine di v è f (x) = 1 + 2x − x2 . 3 4. (a) L’insieme F dei punti fissi di f è l’insieme dei vettori x ∈ R3 tali che f (x) = x , ossia tali che a ∧ x = 0 . ossia tali che x sia parallelo ad a . Pertanto F = hai = h(1, 1, 1)i . (b) Si ha f (e1 ) = e1 + a ∧ e1 = (1, 1, −1) f (e2 ) = e2 + a ∧ e2 = (−1, 1, 1) f (e3 ) = e3 + a ∧ e3 = (1, −1, 1) . Pertanto, la matrice rappresentativa di f rispetto alla base canonica è 1 −1 1 1 −1 . A= 1 −1 1 1 (c) Si ha f (b1 ) = b1 + a ∧ b1 = (2, 0, 2) f (b2 ) = b2 + a ∧ b2 = (1, 5, −3) f (b3 ) = b3 + a ∧ b3 = (6, −2, 0) . Pertanto, la matrice rappresentativa di f rispetto alle basi B ed E è 2 1 6 B = 0 5 −2 . 2 −3 0 5. (a) Iniziamo col determinare il nucleo di A . Tale nucleo ha equazione Ax = 0 , ossia è determinato dal sistema x + y + 3z + t = 0 x − 3y − z + t = 0 x−y+z+t=0 dal quale si ricava z = −y e t = −x + 2y . Pertanto, si ha KerA = {(x, y, −y, −x + 2y) : x, y ∈ R} = h(1, 0, 0, −1), (0, 1, −1, 2)i . Quindi, il nucleo di f è generato dai due vettori x1 = b1 − b4 = (1, 0, −2, 4) x2 = b2 − b3 + 2b4 = (0, 3, 3, −4) , ossia Kerf = h(2, −1, −4, 4)i . (b) Poiché dim Kerf = 2 , per il teorema delle dimensioni si ha dim Imf = 4 − Kerf = 4 − 2 = 2 . Poiché le prime due colonne di A sono linearmente indipendenti, si ha ImA = h(1, 1, 1), (1, −3, −1)i . Di conseguenza, l’immagine di f è generata dai due vettori y1 = c1 + c2 + c3 = (4, −3, 6) y2 = c1 − 3c2 − c3 = (−6, 1, −2) , ossia Imf = h(4, −3, 6), (−6, 1, −2)i . 6. Le matrici che rappresentano f e g , rispetto alle basi canoniche, sono 1 1 1 −2 1 2 2 −1 A = M (f ) = 1 2 e B = M (g) = −1 1 −1 −1 1 0 4 1 2 1 −1 1 −1 . 2 2 Pertanto, le matrici che rappresentano le applicazioni composte sono 1 1 1 3 2 −1 1 1 1 −2 1 2 3 7 2 −1 1 −1 1 2 2 −1 = M (g ◦ f ) = M (g)M (f ) = BA = −1 1 2 2 −1 2 0 1 −1 −1 1 0 −1 2 1 −4 −4 3 e 1 1 1 1 1 −2 1 5 0 −2 2 2 −1 2 −1 1 . M (f ◦ g) = M (f )M (g) = AB = 1 2 = 3 8 −1 1 2 1 −1 −1 1 0 −3 2 0 −1 2 7. Primo modo. Utilizzando la definizione di f , si ha f (b1 ) = f (1, 1, 2) = (−4, 0, 3) = −5c1 + c2 − c3 f (b2 ) = f (1, −1, 1) = (3, −2, −4) = 3c2 − c3 f (b3 ) = f (2, −1, 1) = (4, 0, 3) = 5c1 − c2 + c3 . Pertanto, i vettori delle coordinate delle immagini f (b1 ) , f (b2 ) e f (b3 ) rispetto alla base C fissata nel codominio sono 5 0 −5 f (b1 )C = 1 , f (b1 )C = 3 , f (b1 )C = −1 . −1 −1 1 Pertanto , la matrice che rappresenta f rispetto alle due basi B e C è −5 0 5 1 3 −1 . −1 −1 1 Secondo modo. Sia H la matrice che rappresenta l’applicazione identità rispetto alle basi B ed E . Sia K la matrice che rappresenta l’applicazione identità rispetto alle basi C ed E . Allora si ha 1 1 2 H = [ b1 E b2 E b3 E ] = 1 −1 −1 2 1 1 1 1 0 K = [ c1 E c2 E c3 E ] = 0 −1 −1 . −1 −1 1 Se E è la matrice che rappresenta f rispetto alla base canonica, allora 1 −3 −1 E = 2 2 −2 1 4 −1 e A = K −1 EH . Quindi, si ha 1 A = 0 −1 2 = −1 1 5 = −4 2 −5 = 1 −1 ossia −1 0 1 −3 −1 1 1 2 −1 2 2 −2 1 −1 −1 1 1 4 −1 2 1 1 1 1 1 −3 −1 1 1 2 −1 −1 2 2 −2 1 −1 −1 0 1 1 4 −1 2 1 1 0 −5 1 1 2 −3 4 1 −1 −1 1 −2 2 1 1 0 5 3 −1 . −1 1 1 −1 −1 5 8. (a) Poiché |A| 6= 0 , f è un automorfismo. (b) Poiché f è un automorfismo, f è biunivoca e quindi è iniettiva e suriettiva. Di conseguenza, si ha Kerf = {0} e Imf = R3 . (c) Primo modo. Poiché la colonna j-esima della matrice rappresentativa A dà le coordinate dell’immagine del vettore bj , si ha f (b1 ) = c1 + 2c2 + c3 = (2, 0, 0) = 2e1 f (b2 ) = c1 + c2 − c3 = (3, −1, −2) = 3e1 − e2 − 2e3 f (b3 ) = c2 − c3 = (2, −2, −1) = 2e1 − 2e2 − e3 . Poiché b1 = e1 + e3 b2 = e1 − e2 + e3 b3 = e2 − e3 , per la linearità di f , si ottiene il seguente sistema f (e1 ) + f (e3 ) = 2e1 f (e1 ) − f (e2 ) + f (e3 ) = 3e1 − e2 − 2e3 f (e2 ) − f (e3 ) = 2e1 − 2e2 − e3 dal quale si ottiene f (e1 ) = 5e1 − 3e2 − 3e3 f (e2 ) = −e1 + e2 + 2e3 f (e3 ) = −3e1 + 3e2 + 3e3 . Pertanto, la matrice che rappresenta f rispetto 5 −1 E = −3 1 −3 2 alla base canonica è −3 3 . 3 Secondo modo. Sia H la matrice che rappresenta l’applicazione identità rispetto alle basi B ed E . Sia K la matrice che rappresenta l’applicazione identità rispetto alle basi C ed E . Allora si ha 1 1 0 H = [ b1 E b2 E b3 E ] = 0 −1 1 1 1 −1 1 1 −1 K = [ c1 E c2 E c3 E ] = 1 −1 1 . −1 0 1 Se E è la matrice che rappresenta f rispetto alla base canonica, allora A = K −1 EH e quindi E = KAH −1 . Pertanto, si ha −1 1 1 −1 1 1 0 1 1 0 1 0 −1 1 E = 1 −1 1 2 1 −1 0 1 1 −1 −1 1 1 −1 1 1 −1 1 1 0 0 1 1 1 1 −1 −1 = 1 −1 1 2 1 −1 0 1 1 −1 −1 1 0 −1 2 3 2 0 1 1 = 0 −1 −2 1 −1 −1 0 −2 −1 1 0 −1 5 −1 −3 3 . = −3 1 −3 2 3 6 (d) Poiché 5 Ex = −3 −3 −1 1 2 −3 x 5x − y − 3y 3 y = −3x + y + 3z , 3 z −3x + 2y + 3z l’applicazione f è definita da f (x, y, z) = (5x − y − 3y, −3x + y + 3z, −3x + 2y + 3z) per ogni (x, y, z) ∈ R3 . 9. Per determinare la matrice rappresentativa della simmetria f , basta scegliere una base opportuna. Una tale base può essere scelta come l’insieme formato dai vettori di una base del sottospazio Vπ associato al piano π e da un vettore a ortogonale al piano π stesso. Poiché il generico vettore di Vπ ha la forma v = (x, 2x + 3z, z) , si ha Vπ = hv1 , v2 i , dove v1 = (1, 2, 0) e v2 = (0, 3, 1) . Inoltre, un vettore ortogonale a π è dato, ad esempio, dal vettore a = (2, −1, 3) . Scegliamo, quindi, come base di R3 , l’insieme B = {v1 , v2 , a} . L’azione dell’applicazione f sui vettori di questa base si determina facilmente. Infatti, si ha f (v1 ) = v1 f (v2 ) = v2 f (a) = −a . Di conseguenza, rispetto a questa base (fissata sia nel domino che nel codominio), la matrice rappresentativa di f è 1 0 0 A = 0 1 0 . 0 0 −1 La matrice che rappresenta l’applicazione identità rispetto alle basi B ed E è 1 0 2 H = [ v1 E v2 E aE ] = 2 3 −1 . 0 1 3 Pertanto, la matrice che rappresenta f rispetto alla base canonica è E = HAH −1 , ossia −1 1 0 2 1 0 0 1 0 2 E = 2 3 −1 0 1 0 2 3 −1 0 1 3 0 0 −1 0 1 3 10 2 −6 1 0 2 1 0 0 1 −6 3 5 = 2 3 −1 0 1 0 14 0 1 3 0 0 −1 2 −1 3 1 0 −2 10 2 −6 1 2 3 1 −6 3 5 = 14 0 1 −3 2 −1 3 3 2 −6 1 2 6 3 . = 7 −6 3 −2 In conclusione, si ha f (x, y, z) = 1 (3x + 2y − 6, 2x + 6y + 3, −6x + 3y − 2z) . 7 10. Sia A una matrice che rappresenta f rispetto a una data base di V . Se f 2 = −1V , allora si dovrebbe avere A2 = −I e quindi |A2 | = | − I| , ossia |A|2 = (−1)2n+1 |I| , ossia |A|2 = −1 . Poiché quest’ultima condizione è impossibile sul campo reale, non è possibile che esista un’applicazione lineare f che soddisfi la proprietà richiesta. 7 11. Poiché f è iniettiva, si ha dim Kerf = 0 . Poiché g è suriettiva, si ha dim Img = dim W . Quindi, per il teorema delle dimensioni, si ha dim U = dim Kerf + dim Imf = dim Imf dim V = dim Kerg + dim Img = dim Kerg + dim W ossia dim Imf = dim U dim Kerg = dim V − dim W . Pertanto, essendo Imf + Kerg = V , per la formula di Grassmann, si ha dim(Imf ∩ Kerg) = dim Imf + dim Kerg − dim(dim Imf + dim Kerg) = dim U + dim V − dim W − dim V = dim U − dim W . Poiché per ipotesi si ha dim U > dim W , si ha dim(Imf ∩Kerg) ≥ 1 e la somma Imf +Kerg non può essere diretta. 8