Metodiche diagnostiche a confronto: rx ecografia (fast), Tc, RMN Daniele Della Santa DMV, PhD, Dipl. ECVDI - Libero professionista, Pisa E-mail: [email protected] La diagnostica per immagini riveste un ruolo fondamentale nei pazienti con raccolta addominale (gassosa o, più comunemente, liquida) in quanto consente di confermarne/confutarne la presenza e spesso rende possibile determinarne la causa allo scopo di pianificare nel modo migliore la successiva gestione terapeutica. La raccolta di gas libero a livello addominale (pneumoperitoneo) può essere di origine iatrogena (es. pneumoperitoneo post-laparatomia addominale) oppure conseguire ad una patologia intraaddominale (solitamente la perforazione di un viscere cavo o della parete addominale; più raramente consegue ad una peritonite sostenuta da microrganismi gas-produttori o può essere idiopatico). La presenza di gas libero in cavità addominale determina tipicamente un aumento del contrasto addominale rendendo più netto il margine sieroso dei visceri addominali. La regione dove più facilmente il gas è evidenziabile nelle radiografie laterali è la regione retrodiaframmatica dorsale. Può tuttavia accadere che siano presenti piccole quantità di gas associato a del liquido di versamento (es. in corso di peritonite secondaria a perforazione intestinale); in questi casi il rilievo del gas, solitamente sotto forma di piccole bolle di gas non localizzabili all’interno delle anse intestinali, può essere particolarmente difficoltoso. Le metodiche radiografiche più sensibili nel rilevare piccole quantità di gas endoaddominale libero sono quelle ottenute con il fascio radiogeno orizzontale (radiografie della regione epigastrica con il paziente in decubito dorsale o dell’ipocondrio destro con paziente in decubito laterale sinistro). In medicina umana l’ecografia sembra essere una metodica più sensibile della radiologia nel determinare la presenza di gas libero a livello addominale. Poiché il gas libero tende a localizzarsi nelle porzioni più elevate della cavità addominale è a questo livello che deve essere cercato con l’ecografia. Il gas appare come una o più linee (in quantità e con dimensioni variabili dipendendentemente dalla quantità di gas presente) con interfaccia iperecogena e i classici artefatti da riverbero distali. Ad esempio con il paziente in decubito laterale destro, deve essere cercato nella porzione craniale sinistra dell’addome. In questa sede particolare attenzione deve essere rivolta alla porzione craniale del colon discendente che, presentando parete sottile e spesso contenuto gassoso, può rendere difficoltosa (soprattutto in caso di ridotta qualità dell’immagine) l’esatta localizzazione del gas per la mancata visualizzazione della parete e alla conseguente emissione di una diagnosi falsamente positiva. La tomografia computerizzata (TC) è la metodica di elezione per la diagnosi del pneumoperitoneo, in quanto consente di evidenziare anche minime quantità di gas ma il suo impiego, almeno in prima istanza, è limitato dalla sua disponibilità e dalla necessità dell’anestesia. Il versamento addominale è una condizione di frequente riscontro nella clinica dei piccoli animali; se il rilievo del versamento è semplice, determinarne la causa può rappresentare una vera e propria sfida in cui la diagnostica per immagini svolge un ruolo centrale. . La radiologia è una metodica che spesso consente di diagnosticare la presenza di un versamento addominale, ma che raramente consente di determinarne la causa. I rilievi radiografici tipici sono, dipendentemente dalla quantità di liquido presente, riduzione del contrasto addominale e ridotta/nulla visibilità dei margini sierosi degli organi addominali, eventualmente associati ad aumento di volume dell'addome. Nei casi più gravi solo le anse intestinali contenenti gas risultano visibili. La ridotta sensibilità della radiologia fa sì che versamenti addominali di piccola entità non siano identificabili con certezza; ne consegue che la metodica non costituisce un adeguato mezzo di screening. Lo studio radiografico del torace può essere indicato in presenza di rilievi clinici suggestivi della presenza di una cardiopatia in atto o di concomitante versamento pleurico. L’ecografia è la metodica diagnostica usata più di frequente in corso di versamento addominale in quanto caratterizzata da un’elevata sensibilità (è possibile rilevare anche minime quantità di liquido: classicamente il versamento è rilevabile se presente in quantità superiore a 2 ml/kg, ma con gli apparecchi ecografici moderni probabilmente anche quantità inferiori possono essere evidenziate) e da una notevole accuratezza diagnostica. Quando possibile l’ecografia dovrebbe essere eseguita dopo l’analisi del liquido di versamento e, se questo è particolarmente abbondante, dopo una paracentesi in quanto l’elevata tensione della parete addominale, soprattutto in animali di grossa taglia, può rendere difficoltoso l’esame e ridurne l’accuratezza diagnostica. L'esame del liquido di versamento è fondamentale in quanto consentirà all'ecografista di ridurre la lista delle possibili diagnosi differenziali e quindi eseguire un esame più focalizzato sulle strutture addominali potenzialmente responsabili del versamento. L'ecogenicità del versamento peritoneale è proporzionale al suo contenuto cellulare e alle sostanze in esso disciolte (tab. 1), ma esiste una notevole sovrapposizione tra le diverse tipologie di liquido che rende la valutazione di questo aspetto non affidabile nel 100% dei casi. Tab. 1 - Tipico aspetto ecografico dei versamenti peritoneali Liquido anecogeno o ipoecogeno Trasudato puro o modificato Liquido sieroemorragico Urina Chilo Liquido ecogeno e corpuscolato Emorragia recente Trasudato modificato Essudato purulento Carcinomatosi Chilo Liquido fortemente Essudato purulento ecogeno con tralci di fibrina Masse ecogene mobili Coaguli Masse o noduli a carico di mesentere, omento o sierosa viscerale L'ecografia consente facilmente l'evidenziazione di lesioni occupanti spazio addominali, più difficoltoso può essere, specialmente se di grandi dimensioni, determinarne la pertinenza anatomica. E' importante inoltre ricordare che non tutte le lesioni occupanti spazio sono di natura neoplastica, ma dovrebbero essere valutate criticamente in base all'acronimo CHANG (Cyst, Hematoma, Abscess, Neoplasia, Granuloma). In presenza di una lesione occupante spazio, particolare attenzione deve essere rivolta allo studio del mesentere, del peritoneo e dei linfonodi allo scopo di evidenziarne alterazioni potenzialmente suggestive di una sua diffusione metastatica. Se clinicamente indicato, l'ecografia può essere impiegata come guida per la raccolta di campioni cito/istologici da analizzare. Un importante aspetto da valutare è la diffusione delle anse intestinali nel liquido di versamento: queste infatti sono solitamente fluttuanti nel liquido, ma in presenza di aderenze (che possono rendere più difficoltoso un eventuale intervento chirurgico), possono essere compattate nella porzione centrale dell'addome. In corso di peritonite il rilievo di anse intestinali corrugate (suggestive di irritazione intestinale) o distese e prive di peristalsi (suggestive di ileo), essendo presente pressoché costantemente, non è indicativo di un'origine enterica della patologia. In presenza di uroperitoneo e quindi di una sospetta lesione a carico delle basse vie urinarie l'esame diagnostico di elezione è l'uretrocistografia con mezzo di contrasto positivo. Questa metodica è infatti di semplice e rapida esecuzione e non comporta particolari controindicazioni. La metodica prevede l'esecuzione di uno studio radiografico in bianco della porzione caudale dell'addome cui deve seguire l'inoculazione di un mezzo di contrasto iodato non ionico e la ripresa di una radiografia durante l'inoculazione stessa del mezzo di contrasto; una seconda radiografia può essere scattata al termine dell'inoculazione. In questo modo, oltre a evidenziare la fuoriuscita in addome del mezzo di contrasto, può essere possibile anche avere delle informazioni circa la localizzazione della lesione. La TC è la metodica di elezione per lo studio delle lesioni occupanti spazio addominali in quanto consente una visione di insieme che l'ecografia non è in grado di fornire, nella maggioranza dei casi consente di determinare l'origine anatomica della lesione e, in presenza di una lesione neoplastica, consente di stadiarla adeguatamente. L’impiego della risonanza magnetica (RMN) nello studio delle strutture addominali non è al momento routinario, ma le segnalazioni relative al suo utilizzo sono sporadiche, prevalentemente per la diffusione e il favorevole rapporto costo/beneficio legato all’impiego della radiologia tradizionale e dell’ecografia. Ciononostante la crescente diffusione di tecniche di scansione rapide, tali da minimizzare gli artefatti legati alla peristalsi intestinale e ai movimenti respiratori, e i numerosi studi attualmente in corso in medicina umana (specialmente in ambito oncologico), renderanno in futuro la RMN addominale un importante ausilio diagnostico anche in medicina veterinaria. Bibliografia Penninck D, D'Anjou MA. Atlas of small animal ultrasonography. Blackwell publishing 2008 Thrall DE. Textbook of Veterinary Diagnostic Radiology. WB Saunders, Philadelphia, 2002 O'Brien R, Barr F. BSAVA manual of canine and feline abdominal imaging. BSAVA 2009 Gavin PR, Bagley RS. Practical small animal MRI. Wiley-Blackwell, 2009