Dott. Lorenzo Corsi Biologo Nutrizionista Viale G. Galilei 124, 54033

Dott. Lorenzo Corsi Biologo Nutrizionista Viale G. Galilei 124, 54033 Marina di Carrara
www.pesoenutrizione.it
Alimentazione e cancro
Il cancro è una malattia che non può essere ricondotta ad un singolo fattore causale
ma è la risultante di una serie di agenti di varia natura che interagendo fra loro e con il
nostro organismo possono indurre una serie di trasformazioni che in certi casi portano
una cellula sana a sfuggire ai meccanismi che ne controllano la proliferazione ed a
trasformarsi in una tumorale. Esistono rari casi in cui mutazioni genetiche ereditarie
promuovono la crescita di un tumore ma queste mutazioni sono responsabili di meno
del 5% dei casi di cancro a decorso fatale. Lo studio della distribuzione geografica dei
vari tipi di tumore mostra una notevole differenze fra paesi ed anche all’interno di una
stessa nazione le statistiche sull’incidenza del tumore rivelano notevoli divergenze. Gli
studi su emigranti mostrano l'essenzialità del contributo ambientale nella genesi di un
tumore, per esempio i figli di emigrati giapponesi in California mostrano un tasso di
mortalità da tumore allo stomaco molto più basso dei giapponesi residenti in Giappone
mentre si evidenzia un notevole aumento del tasso di mortalità per il cancro alla
prostata e al colon da renderlo sovrapponibile a quello dei bianchi californiani. Nella
maggior parte dei casi i fattori ambientali svolgono un ruolo essenziale e la stessa
Organizzazione Mondiale della Sanità indica in essi la responsabilità del 70-90% dei
tumori umani. Fra i fattori ambientali, il fumo di sigaretta e il tipo di alimentazione
sono, nel mondo industrializzato, le principali cause di eventi neoplastici e negli Stati
Uniti, ad essi si deve ricondurre anche il 60% dei decessi per cancro. Recenti studi
epidemiologici confermano che l’alimentazione può essere considerata responsabile di
circa un terzo di tutte le morti per tumore nei paesi sviluppati. Tutti gli studiosi
concordano quindi nel ritenere che un cambiamento dello stile alimentare
comporterebbe una notevole riduzione dell'incidenza e della mortalità per questa
malattia. Karol Silkora, direttore del programma sul cancro dell'Organizzazione
mondiale della sanità (OMS) in occasione di una sua visita in Italia ha affermato che il
controllo di fumo, dieta e malattie infettive sono le armi per sconfiggere il cancro e che
un uso corretto delle conoscenze che oggi abbiamo già a disposizione sarebbe
sufficiente per ridurre l'incidenza di tumori di almeno 3 milioni. Il solo cambiamento
nelle abitudini alimentari potrebbero comportare una riduzione del 30 per cento dei
casi di neoplasie.
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La dieta e gli alimenti agiscono come dei fattori di rischio con modalità e meccanismi
diversi. Gli eccessi alimentari comportano l’aumento del peso che da solo è
responsabile del 2% di tutte le morti per tumore; il basso consumo di alimenti di
origine vegetale, comportamento che caratterizza l’alimentazione delle società
industrializzate, determina una cronica carenza di sostanze ad azione protettiva come
fibre, vitamine, antiossidanti ed altre biomolecole i cui effetti anticancro sono solo in
parte noti; l'introduzione di sostanze mutagene e cancerogene con gli alimenti,
fenomeno legato anche alla cottura di alcuni cibi, rappresenta un ulteriore fattore di
rischio. Gli studi epidemiologici mostrano una correlazione positiva tra il consumo di
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carne, grassi ed il basso apporto di fibre con il cancro del colon, il consumo di grassi è
pure associato al cancro della mammella, dell'endometrio (corpo dell'utero) e della
prostata. Il rischio del cancro allo stomaco è associato al consumo di alimenti
affumicati, salati, sottaceto e al contenuto di nitrati degli alimenti e la riduzione di
questo tipo di tumore sia nei maschi che nelle femmine è stato posto in relazione ad
una migliore conservazione dei cibi e ad un ridotto uso del sale. Viceversa elevati
consumi di frutta e verdura sono associati con rischi ridotti per la grande maggioranza
dei tipi di tumore. I dati disponibili nella letteratura scientifica evidenziano infatti che i
vegetariani presentano una ridotta incidenza per tutti i tipi di cancro se confrontati con
la popolazione in generale e ricerche condotte per identificare solo gli effetti della
dieta mostrano per i non vegetariani un rischio notevolmente aumentato per il tumore
prostatico e del colon retto.
Per concludere possiamo affermare che pur non essendo ancora possibile identificare
con assoluta certezza una dieta anticancro i numerosi studi ci permettono di sostenere
che una alimentazione a ridotto contenuto di prodotti di origine animale e ricca di
cereali integrali, legumi ortaggi e frutta rappresenta una valida strategia per ridurre il
rischio di sviluppare, oltre al cancro, anche una serie di condizioni patologiche che
possono essere ricondotte ad errate scelte alimentari.
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