Strade romane II LEZIONE

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TUTTE LE STRADE
PORTANO
A ROMA
II Lezione
LA CARREGGIATA
Il sistema stradale
• L'antica rete stradale romana fu un "sistema"
di grande importanza per l'amministrazione
dei territori conquistati e per l'affermazione di
influenze politiche, economiche e culturali. I
numerosi ritrovamenti archeologici, e le fonti
storiche, testimoniano che conquiste
territoriali e costruzione delle strade
andavano di pari passo.
Un impero in gabbia
• Forse nessun aspetto della civiltà romana è
emblematico come la strada. Altri popoli sono stati
grandi organizzatori e combattenti come i Romani; altri
popoli, come loro, hanno lasciato imponenti
testimonianze architettoniche ed artistiche: con
qualche eccezione per gli Incas, nessun altro popolo
era riuscito o aveva tentato di "ingabbiare" il mondo
con una stupefacente rete viaria come i Romani hanno
fatto. Si calcola che nel periodo di massimo splendore
erano percorribili - in Europa, Asia e Africa - circa
centomila chilometri di strade costruite, controllate e
curate dalle istituzioni di Roma.
Il reticolo viario
LE AUTOSTRADE DEL PASSATO
Non stupisce soltanto la quantità; ancor più avveniristica
era la qualità di queste opere, rimasta eccezionale fino al
tramonto del mondo antico: bisognerà aspettare la
seconda metà del XX secolo, con le autostrade, perché
tornino a realizzarsi concezioni simili a quelle romane.
Infatti le vie consolari prediligevano i rettilinei,
affrontavano direttamente i dislivelli, evitando il disegno
a tornanti; e per questo richiedevano opere colossali
quali ponti a parecchie arcate, scavi di gallerie, tagli di
coste rocciose.
•La capacità di virata degli assali
anteriori dei carri imponeva il raggio di
curvatura tra i 5 e gli 8 metri, per
questo le curve venivano tagliate in
diagonale
•mentre le pendenze massime non
dovevano superare il 20%.
(VIA LAPIDIBUS ) STRATA
STRATA è partic. pass. del verbo sterno-is
strevi stratum sternere da una radice
STER /STRA. In italiano i suoi derivati
più noti sono appunto
st ato/st atifica e, st ada/st adale,
st a e , a a che st age (i teso
come uccisi stesi a terra) mediante
ampliamento –G > STRAG [c’è
interessante evoluzione nella vox
popularis spezzina stragiàe ve sa e,
cospa ge e a te a ]. A st ada si
arriva invece con lenizione sett. T > D.
In ambito greco (passato al lat.) la
radice ha prodotto da στρατός stratòs
(p op ia e te distesa, ca po >
acca pa e to a ata, ese cito
accampato): stratega, strategia,
strategico, stratagemma.
Visione del cantiere
Il VIAM STERNERE
era lavoro da schiavi
• La costruzione di un così imponente sistema di
opere pubbliche, di tracciati stradali, di ponti,
gallerie e viadotti, fu un lavoro immenso,
realizzato quasi sempre in condizioni inumane,
ad opera di militari, prigionieri di guerra,
schiavi o criminali, che periodicamente si
ribellavano, con rivolte spesso sanguinose.
Il poeta Stazio nelle Silvae descrive il processo di costruzione della via
Domitiana; l’u ica testi o ia za che possedia o igua do le p i cipali
operazioni compiute nella stesura di una sede stradale in età romana
•
•
Hic primus labor incohare sulcos / et
rescindere limites et alto / egestu
penitus cavare terras; / mox haustas
aliter replere fossas / et summo
gremium parare dorso, / ne nutent sola,
ne maligna sedes / et pressis dubium
cubile saxis; / tunc umbonibus hinc et
hinc coactis / et crebris iter alligare
gomphis. / O quantae pariter manus
laborant! / hi caedunt nemus
exuuntque montes, / hi ferro scopulos
trabesque levant; / illi saxa ligant
opusque texunt / cocto pulvere
sordidoque tofo; / hi siccant bibulas
manu lacunas/ et longe fluvios agunt
minores
•
Qui la prima fatica fu tracciare i solchi ed
eliminare i sentire e scavare la terra con
una profonda rimozione; poi si riempiono
le fosse scavate con altro materiale e
predisporre la base per lo strato superiore, perché non avvenissero cedimenti
del suolo e il suolo maldisposto non
offrisse ai sassi pressati una base vacillante; poi con numerosi perni si fissa la
carreggiata con i massi disposti da una
pa te e dall’alt a. O ua te a i fatica o
contemporaneamente! Questi tagliano il
bosco e spogliano i monti, quelli levigano i
blocchi e piallano le travi; altri uniscono i
sassi e icop o o l’ope a co la calce uscita
dal forno simile a polvere e con comune
tufo; altri con le mani prosciugano le
pozze imbevutesi e spingono lontano
l’ac ua i piccoli igag oli.
.
Dopo u ’a u ata fase
progettuale ad opera di un
architectus e degli
assistenti tecnici
(gromatici, agrimensores,
libratores) che definivano
il tracciato e le sue quote
tramite gli strumenti allora
in uso (la GROMA o
squadro, la diottra o
traguardo e la LIBRA
AQUARIA, la livella), si
procedeva come segue:
Il
gromaticus
la messa a punto della groma
LE CURVE
La capacità di virata degli assali anteriori dei carri
imponeva il raggio di curvatura tra i 5 e gli 8 metri, mentre
le pendenze massime non dovevano superare il 20%.
Delimitazioni
dell’AGGER
VIAE
Scavata la FOSSA
fossatrincea che doveva
ospitare i tre STRATA si
passava alla fase di
REPLERE FOSSAS per
dare stabilità e drenare le
acque; 1) STATUMEN
2) RUDUS 3) NUCLEUS,
Prima di stendere e
battere i BASOLI del
SUMMUM DORSUM a
schiena d’asino venivano
collocati gli UMBONES, i
cordoli che delimitavano
la carreggiata e avevano
funzione di cunetta.
come ultime si ponevano
le PIETRE MILIARI
Calcoli degli agrimensori e gromatici
Con gromma e diottra si facevano calcoli in base alla pendenza e al
livello e al percorso quanto più possibile rettilineo
umbones
I o doli ve iva o i fissi e
cementati in fila ben COACTI
(serrati):
1) Per delimitare la
carreggiata
2) Pe a oglie e l’a ua
piova a a o’ di u etta
3) Per sostenere i
MARGINES destinati ai
pedoni; nelle città si
trasformavano in
CREPIDINES destinati al
transito dei pedoni che
indossavano il crepidinem
sa dalo
MILIARIUM piet a ilia e era una colonna circolare su di una solida
base rettangolare, infissa nel terreno lungo la riga degli umbones per oltre
60 cm, alta 1,50 m, con 50 cm di diametro e del peso di oltre 2 tonnellate
Già prima del 250 a.C. per la via Appia e
dopo il 124 a.C. per la maggior parte
delle altre, le distanze tra una città e
l'altra erano contate in miglia con le
pietre miliari numerate progressivamente. La parola "miglio" deriva
infatti dal lat. milia (passuum), cioè
" ille passi i a 48
et i . La
pietra miliare era una sorta di lavagna:
riportava numero di miglio della strada,
distanza dal Foro di Roma e altre
inform. su chi aveva costruito o riparato
la strada, e quando. Le iscrizioni sono
preziosi documenti storici raccolte nel
volume XVII del Corpus Inscriptionum
Latinarum.
MILIARUM AUREUM
Base della colonna marmorea
ivestita d’o o
• I romani avevano una spiccata preferenza
per la standardizzazione, ove possibile, e
Augusto, dopo essere divenuto
Commissario permanente alle strade nel 20
a.C., posizionò la pietra miliare aurea nel
foro a Roma, accanto al tempio di Saturno.
• Si considerava idealmente che tutte le
strade iniziassero da questo monumento in
bronzo dorato (ma spesso il computo
iniziava dalle mura serviane).
• Su di esso era riportata la lista delle
maggiori città dell'Impero, e le loro
distanze da Roma. Costantino lo chiamò
Umbilicus Romae (ombelico di Roma).
• Le pietre miliari permettevano di
conoscere esattamente i luoghi di arrivo e
le loro distanze. Non ci volle molto perché i
fatti più importanti venissero registrati
riferendosi al miglio in cui accadevano.
PIETRE MILIARI
MISURAVANO LA
DISTANZA DA
ROMA
e/o LA DISTANZA
DAL TERMINE
DELLA VIA
DAVANO A VOLTE
NOTIZIE DEL
COSTRUTTTORE
DELLA STRADA
GOMPHI
• Collocati tra gli umbones avevano lo
scopo :
• Di non far salire i carri fuori della
carreggiata come i dissuasori odierni
• Di aiutare a salire o scendere da cavallo
o dai carri
I
FORA
centri amministrativi
con funzioni:
- giuridiche
-religiose
commerciali
Per dirlo con termini attuali:
l’autog ill av e e le
potenzialità, dato il numero
di automobilisti e
autotrasportatori di
diventare un forum
(parcheggio, caffetteria,
ristorante, toilette,
carburanti, officine,
gommai, negozi, tabacchi,
giornali ecc)
• si è verificato che a metà circa dell’i te a
lunghezza del percorso furono creati i Fora,
che spesso presero il nome dai costruttori.
Si discute sia sulla possibilità che essi
fossero già previsti nella fase di
progettazione della strada : in ogni caso la
loro funzione di aggregazione delle
popolazioni circostanti ne determinò la
crescita e la trasformazione in Municipi,
che si sono perpetuati anche nel nome fino
ai tempi moderni. E’ il caso di Fo u Livii (
Forlì ) sulla via Emilia, di Forum Pompilii (
Forlimpopoli ), Forum Sempronii
(Fossombrone ) sul Metauro, Forum Cassii
(S. Maria dei Forcassi) sulla via Cassia,
mentre Forum Iulii ( Cividale ) ha dato
pe si o o e all’i te a egio e del Friuli.
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