classe IV sezione D E. C., V. C., G. S., F. S. “I Romani posero ogni cura in tre cose soprattutto, che furono dai Greci neglette, cioè nell’aprire le strade, nel costruire acquedotti e nel disporre nel sottosuolo le cloache.” (Plinio il Vecchio) Talvolta si pensa all’antichità come ad un’ epoca caratterizzata da una vita quieta e sedentaria. La mobilità delle persone ed il trasporto delle merci sono sempre stati, però, fattori decisivi per lo sviluppo delle società, comprese quelle del passato. Numerose sono le similitudini che i problemi del giorno d’oggi potrebbero trovare con l’epoca antica. Anche nell’antica Roma, per esempio, furono posti dei limiti e delle norme per la circolazione urbana a causa dell’eccessivo traffico. Data la notevole estensione dell’impero, gli spostamenti erano lunghi ed impegnativi, ma necessari per mantenere i contatti con Roma. Innumerevoli reperti archeologici hanno provato che l’ antica rete stradale romana fu un “sistema” determinante dal punto di vista strategico, per le influenze politiche, economiche e commerciali. La realizzazione di tracciati stradali, ponti, gallerie, viadotti e opere pubbliche, fu un lavoro stratosferico, svoltosi spesso in condizioni disumane per mano di militari, prigionieri di guerra, schiavi o criminali, presso i quali sorgevano non di rado malcontenti, causa di rivolte sanguinose. Un aspetto significativo e determinante fu la realizzazione in contemporanea di strade e acquedotti, poiché il loro abbinamento offriva benefici e vantaggi al vivere civile. Il bassorilievo rappresenta la scena in cui un viandante giunge in una delle cosiddette mansiones, le stazioni di posta. Questi agglomerati di locande, magazzini, scuderie e ostelli offrivano un alloggio momentaneo ai viaggiatori ed erano poste alla distanza di un giorno di viaggio l’una dall’altra. L’esecuzione delle opere stradali fu testimonianza dei livelli di potenza e civiltà che seguirono o anticiparono eventi storici e caratterizzarono sia i centri urbani che le province. A Roma era notevole la differenza tra i “quartieri alti”, dove sorgevano le dimore dei ricchi, circondate da edifici religiosi e pubblici, e la parte bassa della città, caratterizzata da un groviglio di strade strette, polverose e piene di rumori. Lavori di manutenzione e sovraffollamento nelle strade complicavano la vita dei Romani anche 2000 anni fa. La carruca era un veicolo chiuso a quattro ruote per effettuare lunghi viaggi e poteva trasportare fino a sei persone. Il veicolo più usato dai soldati era il carrus,. Altri mezzi utilizzati dagli eserciti erano le macchine da guerra, spesso dotate di autonome ruote. Erano diffusi anche i porti presso i quali sostavano le imbarcazioni riservate al commercio marittimo. Se si era particolarmente ricchi, ci si poteva permettere la lettiga, simile ad un letto, coperta da un baldacchino per proteggere il passeggero dal sole. Le lettighe più belle avevano anche tendine con finestrature o addirittura sottilissime lastre di marmo o vetri opachi. L’ abbigliamento da viaggio doveva lasciare libertà di movimento. Per l’inverno veniva impiegato un mantello di lana e per l’ estate un cappello accompagnato a calzature chiuse allacciate con stringhe. L’ archeologia subacquea , con numerose scoperte di relitti, ha rivelato l’esistenza di un’ estesa rete mercantile, lungo la quale sono stati rinvenuti vasi e anfore. Il trasporto marittimo e quello fluviale non richiedevano la realizzazione di infrastrutture “continue” come le strade o i ponti, dato che le imbarcazioni erano mezzi capaci di carico ed in grado di condurre un’ efficace azione di trasporto. Qui è riportata un’ immagine del vaso d’ argento ritrovato a Vicarello; vi è inciso l’ itinerario da Cadice a Roma. Risalente al I secolo a. C., era probabilme nte un’ offerta per il santuario di Apollo.