FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI

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FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 04/03/2016
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INDICE
IN PRIMO PIANO
04/03/2016 Il Centro - Nazionale
La ricetta diventa digitale e presto andrà in soffitta
7
04/03/2016 Il Centro - Nazionale
Chef Salvatore e l'arte della pizza
9
04/03/2016 Il Quotidiano del Sud - Calabria - Reggio Calabria
«Infondata l'ipotesi di un mio ingresso in giunta»
10
03/03/2016 Dagospia 17:59
POSTA! PER ROCCO SIFFREDI LA BOSCHI SAREBBE PERFETTA PER UNA
"GANG BANG" IN UN SUO FILM. LEI INVECE HA PREFERITO LA "GANG BANK" DI
BANCA ETRURIA - DOPO LA LEGGE SULL'OMICIDIO STRADALE, BISOGNERÀ
CREARE ANCHE IL REATO DI "FEMMINICIDIO STRADALE"
11
03/03/2016 IlFarmacistaOnline.it 11:35
Ddl concorrenza. Via libera dalla commissione Industria al bugiardino "digitale" e
alla nomina anche dei "non soci" alla direzione di farmacie. Bocciata
liberalizzazione farmaci fascia C
13
03/03/2016 IlFarmacistaOnline.it 11:00
FarmacistaPiù. Intervista a Pace (Fofi): "A Firenze grande attenzione ai
cambiamenti in atto per poter rispondere a nuovi bisogni imprenditoriali e sociali"
14
03/03/2016 IlFarmacistaOnline.it 02:30
Ddl concorrenza. Via libera da commissione Industria al bugiardino "digitale" e a
nomina anche dei "non soci" a direzione di farmacie. Bocciata liberalizzazione dei
farmaci di fascia C
15
03/03/2016 IlFarmacistaOnline.it 00:01
Perugia. Oggi il corso su "I farmaci innovativi: Ieri, Oggi & Domani"
16
03/03/2016 QS - QuotidianoSanita.it
Ddl concorrenza. Via libera dalla commissione Industria al bugiardino "digitale" e
alla nomina anche dei "non soci" alla direzione di farmacie. Bocciata
liberalizzazione farmaci fascia C
17
03/03/2016 QS - QuotidianoSanita.it
FarmacistaPiù. Intervista a Pace (Fofi): "A Firenze grande attenzione ai
cambiamenti in atto per poter rispondere a nuovi bisogni imprenditoriali e sociali"
18
03/03/2016 Repubblica.it
Andrea Mandelli: "Controlli a tappeto sulle famacie"
19
SANITÀ NAZIONALE
04/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale
«Stop ai test sugli animali per studiare gli effetti di alcol e droghe»
21
04/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale
Che cosa succede ad Abano Terme ?
22
04/03/2016 Il Sole 24 Ore
La scommessa pugliese della generazione startup
24
04/03/2016 La Repubblica - Nazionale
"Dai generici la soluzione a questa emergenza"
26
04/03/2016 La Repubblica - Nazionale
Quelle 1200 medicine cancellate in farmacia
27
04/03/2016 L'Espresso
Mazzette in quota rosa*
30
04/03/2016 L'Espresso
Crocetta, parlano le carte
32
04/03/2016 La Stampa - Nazionale
Dona un rene per salvare il nipote
34
04/03/2016 La Stampa - Nazionale
«Il ragazzo è stato liberato dall'obbligo della dialisi»
36
04/03/2016 Il Giornale - Nazionale
«Fissare le visite sarà veloce come prenotare un aereo»
37
04/03/2016 Il Fatto Quotidiano
Eutanasia, appello all'Istat" Pubblicate i dati sui suicidi "
39
04/03/2016 L'Unità - Nazionale
Quella verità che ancora non c'è
40
04/03/2016 Il Mattino - Nazionale
Sveglia l'intestino combatti la stitichezza
42
04/03/2016 Corriere della Sera - Sette
Glossario del leghista intercettato
43
04/03/2016 Corriere della Sera - Sette
Occhio ai blog "liberi", la salute è cosa seria
45
04/03/2016 Il Venerdi di Repubblica
PER CURARE I MALATI: TERAPIE ED EMPATIA
46
04/03/2016 Mondo Erre
HAND MADE
47
04/03/2016 Viver Sani e Belli
VIVERE IN BELLEZZA
48
VITA IN FARMACIA
04/03/2016 Corriere della Sera - Roma
San Gallicano, la visita di Mattarella Lorenzin: «Orgogliosi del lavoro fatto»
50
04/03/2016 Corriere della Sera - Roma
la mano della dottoressa un vero grazie al «pertini»
51
04/03/2016 La Repubblica - Roma
Case della Salute dalla Regione 5.5 milioni alle Asl
52
04/03/2016 La Repubblica - Torino
La nonna dona un rene al nipote quindicenne
53
04/03/2016 La Repubblica - Torino
Oftalmico, l'opposizione si scatena
55
04/03/2016 La Repubblica - Torino
"Un patto tra cliniche e Regione"
56
04/03/2016 La Repubblica - Napoli
La caccia alle streghe colpisce i medici
57
04/03/2016 La Repubblica - Napoli
SANITÀ, MEGLIO GLI SPECIALISTI AL POSTO DEI PRIMARI
58
04/03/2016 La Repubblica - Palermo
Il nonno di Loris "Veronica mente sul mio conto"
60
04/03/2016 La Stampa - Cuneo
Il Comune tenta di affittare quattro locali commerciali nell'area del Movicentro
61
04/03/2016 Il Messaggero - Abruzzo
Affitti: mancano 45mila euro Esposto alla Corte dei Conti
62
04/03/2016 Il Messaggero - Rieti
Gardenie Aism nelle piazze per la ricerca sulla sclerosi
63
04/03/2016 Il Messaggero - Marche
Bando per assumere un farmacista Corallini e Rossi: Centioni se ne vada
64
04/03/2016 Avvenire - Milano
Troppi scandali, la sanità è sotto accusa Scanagatti (Anci): territori fuori da scelte
65
04/03/2016 QN - Il Resto del Carlino - Macerata
Farmacie comunali, bando nel mirino «Il sindaco lo annulli»
66
04/03/2016 QN - Il Giorno - Milano
Cologno fuori dal Nord Milano «Adesso andiamo in Martesana»
67
04/03/2016 QN - La Nazione - Pistoia Montecatini
Via Zamenhof diventa a pagamento Spariscono venti posti «bianchi»
68
PROFESSIONI
04/03/2016 Il Foglio
Il destino del Sole 24 Ore precipita sulla corsa alla presidenza degli industriali.
Tabù dei tabù
70
PERSONAGGI
04/03/2016 Il Giornale - Milano
La corsa dei candidati
73
04/03/2016 Cronaca Qui Torino
"B-Corp e terzo settore" per il capitale sociale
75
04/03/2016 La Settimana di Saronno
Ecco la ricetta elettronica valida in tutte le regioni
76
03/03/2016 IlFarmacistaOnline.it 05:00
Ddl Lorenzin. In commissione Sanità approvati emendamenti su abusivismo
professionale, farmacie ed enti vigliati dal Ministero
77
03/03/2016 Pmi.it 01:59
Ricetta elettronica in vigore: cosa cambia
78
03/03/2016 QS - QuotidianoSanita.it
Ddl Lorenzin. In commissione Sanità approvati emendamenti su abusivismo
professionale, farmacie ed enti vigliati dal Ministero
79
IN PRIMO PIANO
11 articoli
04/03/2016
Pag. 10
diffusione:14304
tiratura:19341
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La ricetta diventa digitale e presto andrà in soffitta Per gli abruzzesi è già una realtà da qualche mese, ma
da marzo è obbligatoria I vantaggi? Si evitano errori in farmacia e il ticket vale anche fuori regione Non tutti
i medici di base si sono adattati al nuovo sistema, per via dei costi di gestione dei computer
La ricetta diventa digitale e presto andrà in soffitta
La ricetta diventa digitale
e presto andrà in soffitta
Per gli abruzzesi è già una realtà da qualche mese, ma da marzo è obbligatoria
I vantaggi? Si evitano errori in farmacia e il ticket vale anche fuori regione
Non tutti i medici di base si sono adattati al nuovo sistema, per via dei costi di gestione dei computer Le
ricette elettroniche sono inserite in un sistema che consentirà un risparmio al Sistema sanitario nazionale di
7 miliardi nei prossimi anni. L'introduzione obbligatoria dal 1° marzo non coglie comunque le regioni (e gli
assistiti) impreparati. Federfarma rileva che in realtà la ricetta elettronica è in vigore quasi ovunque dall'1
gennaio, e che dal 1° marzo c'è stata solo l'aggiunta del ticket della propria regione. Il 68% delle ricette in
Italia sono dunque già elettroniche. «Le Regioni stanno seguendo il proprio percorso e i medici stanno
prescrivendo sempre di più la ricetta elettronica», dice Federfarma.di Vito de Luca wPESCARA Dal primo
marzo in Abruzzo, come in tutta Italia, dal medico obbligatoriamente solo ricette digitali, mentre quelle rosse
rimarranno in vita solo per le visite domiciliari. Una novità, tra l'altro, non novità per l'Abruzzo, visto che le
ricette elettroniche di colore bianco in regione circolavano già dall'1 gennaio del 2015. Ora, però, sarà
possibile, per un paziente abruzzese, farsi prescrivere un medicinale dal proprio medico di base, e spedire
la ricetta anche in un'altra regione, pagando il ticket stabilito nella regione di provenienza. In precedenza,
invece, il paziente avrebbe dovuto pagare il ticket applicato dalla regione in cui si effettuava l'acquisto del
farmaco. Idem per gli esami specialisti. A breve, tuttavia, fa sapere Camillo Odio, responsabile, in Regione,
della sanità digitale, dovrebbe scomparire anche il cartaceo della ricetta digitale: basterà recarsi in
farmacia, presso un laboratorio, o in ospedale, con la tessera sanitaria, dopo che il medico di base avrà
inserito nel sistema informatico le richieste. «In futuro verrà sostituito il promemoria», precisa Odio. «Per il
secondo semestre di quest'anno», nota il responsabile della sanità digitale, «s'inizieranno a verificare i
meccanismi di questa procedura e poi tireremo le somme l'anno prossimo». Un nuovo modello, «che in
Abruzzo ha avuto un buon livello di assolvimento», come ha sottolineato Odio, il quale porterà anche
all'azzeramento di eventuali errori sia del medico, nella prescrizione del farmaco o di un esame
specialistico, sia del farmacista. «Un domani sarà inserito un chip dentro alla tessera sanitaria», spiega il
presidente dell'Ordine dei farmacisti della provincia di Pescara, Giuseppe De Luca Radocchia, «ma già da
ora l'errore da parte degli attori coinvolti diventerà nullo. Al momento di caricare la prescrizione, da parte
del medico, «in caso di errore sul nome del farmaco il sistema informatico rifiuterà l'inserimento. Come
pure», aggiunge, «al farmacista verrà negato ogni errore al momento della vendita. Un bip sonoro lo
avvertirà, per esempio, se sta per essere effettuata al paziente la consegna di un farmaco avente un
dosaggio diverso da quello prescritto dal medico». Tuttavia, rileva De Luca Radocchia, titolare di una
farmacia a Torre de' Passeri, non tutti i medici di base hanno accolto con favore la nuova disposizione.
«Alcuni di essi», osserva il farmacista, «si rifiutano di prescrivere attraverso la ricetta digitale. Dicono di non
voler spendere soldi per il consumo della carta per la stampante e per il toner. Insomma», fa sapere De
Luca Radocchia, «questi medici di base che si rifiutano dicono che le spese che prima erano di
competenza delle Asl, ora sono state riversate su di essi». Ma i medici di medicina generale puntano il dito
anche su «una asincronia», come puntualizza Lucio Zinni, presidente regionale della Simg, la Società
italiana di medicina generale. «Sono assolutamente favorevole alla dematerializzazione», evidenzia Zinni,
«ma anche nel nuovo sistema le fustelle continueranno ad esistere», dice Zinni riferendosi agli adesivi che
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il farmacista apponeva sulle ricette rosse, «e le farmacie ospedaliere abruzzesi continueranno ad accettare
solo le ricette rosse». E se anche Zinni fa notare che la spesa per l'innovazione è ricaduta sui medici di
base, il presidente della Federfarma Abruzzo, Giancarlo Visini, rimarca che ora «si potrà conoscere la
spesa farmaceutica quotidianamente». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Chef Salvatore e l'arte della pizza Al via lunedì un corso di formazione di 400 ore riservato a dieci allievi
Chef Salvatore e l'arte della pizza
Chef Salvatore e l'arte della pizza
Al via lunedì un corso di formazione di 400 ore riservato a dieci allievi
MONTESILVANO Sono 10 gli aspiranti pizzaioli che da lunedì 7 marzo seguiranno a Montesilvano il nuovo
corso a cura della scuola di formazione professionale Imprendo School e Ipa, Italian Pizza Chef Academy,
presieduta dallo chef abruzzese Nicola Salvatore. I dieci allievi seguiranno un percorso didattico di 400 ore
nella sede Imprendo School di via Vestina per ottenere la qualifica di pizzaiolo riconosciuta dalla Regione.
«Il pizzaiolo», spiega Salvatore, «è una delle figure professionali più richieste del momento. L'arte di fare la
pizza richiede l'acquisizione di abilità importanti. Il corso si propone di sviluppare capacità di base tecniche
e teoriche necessarie per iniziare un percorso nell'ambito di una pizzeria». Il corso, in partenza, è solo uno
dei tanti promossi dalla scuola di formazione con l'Italian Pizza Chef Academy. Gli organizzatori ricordano
che, in occasione del prossimo percorso formativo, metteranno a disposizione tre borse di studio per gli
alunni più meritevoli. (a.l.) ©RIPRODUZIONE RISERVATACITTÀ SANT'ANGELO Un incontro per
discutere dell'«uso consapevole dei farmaci». Si parlerà di «farmaci equivalenti tra leggende e realtà»
questa sera, a partire dalle 18, al teatro comunale di Città Sant'Angelo. Gli ospiti dell'incontro organizzato
dal Comune e dalla farmacia comunale, saranno l'assessore regionale Pd alla Sanità Silvio Paolucci, il
vicepresidente dell'Ordine dei farmacisti di Pescara Domenico Russo, il presidente dell'Ordine dei medici
Enrico Lanciotti e il sindaco Gabriele Florindi. A parlare dei medicinali e dei loro effetti, tra farmaci noti
prodotti dai colossi delle case farmaceutiche e gli equivalenti, saranno Antonio Marchegiani, amministratore
unico della farmacia comunale di Città Sant'Angelo, Antonio Pace, direttore della farmacia comunale,
Alfonso Mascitelli, direttore dell'Agenzia sanitaria regionale, Pierpaolo Di Michele e Orazio Berardinucci,
farmacisti collaboratori. L'incontro sarà moderato dal giornalista Gilberto Petrucci. ©RIPRODUZIONE
RISERVATA
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Pag. 16 Ed. Reggio Calabria
«Infondata l'ipotesi di un mio ingresso in giunta»
CON riferimento ai vari articoli pubblicati sul Vostro giornale, comunico che l'ipotesi del mio ingresso in
Giunta è destituita da ogni fondamento. La mia presenza a Reggio Calabria è dovuta principalmente a due
motivi: 1) in quanto vicepresidente dell'Ordine dei Farmacisti; 2) collaboro con il Sindaco per l'istituendo
Premio Luigi De Sena,da me proposto per ricordare un Prefetto che ha rappresentato lo Stato, con grande
senso di responsabilità e di umanità, in uno dei momenti più difficili e tristi per la Calabria, l'assassinio del
vicepresidente della Regione Franco Fortugno. Maria Carmela Lanzetta Prendiamo atto della smentita
all'indiscrezione del Quotidiano ma noi non potevamo non registrare l'assiduità della presenza dell'ex
ministro a Palazzo San Giorgio in concomitanza di una rimodulazione di giunta. Abbiamo scritto anche del
progetto di un Premio legato al compianto Prefetto De Sena e una frase riferita alla Lanzetta che ha
innescato i rumors della politica locale. Rumors di un totogiunta a cui, ne prendiamo atto, oggi mette fine la
diretta interessata. c. t.
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/03/2016
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DIRITTO DI REPLICA
03/03/2016 17:59
Sito Web
Dagospia
POSTA! PER ROCCO SIFFREDI LA BOSCHI SAREBBE PERFETTA PER
UNA "GANG BANG" IN UN SUO FILM. LEI INVECE HA PREFERITO LA
"GANG BANK" DI BANCA ETRURIA - DOPO LA LEGGE SULL'OMICIDIO
STRADALE, BISOGNERÀ CREARE ANCHE IL REATO DI "FEMMINICIDIO
STRADALE"
Riceviamo e pubblichiamo: don pietro vigorelli e john elkannLettera 1Caro Dago,Te che sai sempre tutto; ci
puoi dire in quale sinagoga verrà celebrato il matrimonio Repubblica-Stampa?Glider Lettera 2Caro Dago, la
legge sull'omicidio stradale, dimostra ancora una volta la disparità uomo-donna. Del femminicidio stradale
non importa nulla a nessuno, nemmeno alla Boldrini.Achille Gambini Lettera 3Caro Dago, lettori sempre in
anticipo sugli editori. Quelli di Repubblica e La Stampa "fusi" già da tempo.CARLO DE BENEDETTI DA
FABIO FAZIOEli Crunch Lettera 4Caro Dago, per Rocco Siffredi la Boschi sarebbe perfetta per una"Gang
Bang" in un suo film. Lei invece ha preferito la "Gang Bank" di Banca Etruria.Jantra Lettera 5rocco siffredi
valentina nappiCaro Dago, il governo ladro e incapace non sa che le bollette della luce in 1 anno sono solo
6 e che quindi pagare il canone Rai in 10 rate è una bufala.L'importante e rubare i risparmi e le case per far
contente le banche di famiglia. Ciao Cleto 48.Accoglierò gli scannizzeri di Equitalia con il fucile carico a
pallettoni. Ciao Cleto 48 Lettera 6Caro Dago, Europei di calcio nel mirino dei terroristi. E se i calciatori dopo
i gol esultassero al grido di "Allah akbar"?L.Abrami Lettera 7Caro Dago, Hillary Clinton non vince tra i
bianchi. Non vince tra i giovani. Non vince nemmeno tra le donne giovani. E in passato è stata sconfitta
pure da Monica Lewinsky...LA NUOVA SEDE DI FORZA ITALIA A SAN LORENZO IN LUCINAMark Kogan
Lettera 8Caro Dago, Forza Italia "trasloca" da piazza San Lorenzo in Lucina a palazzo Grazioli. Lo racconta
"Repubblica", che ha tracciato la via trasferendosi da Piazza Indipendenza a Largo Fochetti.Oreste Grante
Lettera 9Dago. Non nutro tenerezze nei confronti di Trump, ma è incontrovertibile che in caso di ascesa
della Clinton alla Casa Bianca l'Impero delle Culone si stenderà su tutto il mondo occidentale. Ever, Diana
C.BERLUSCONI NUOVA SEDE FORZA ITALIA A SAN LORENZO IN LUCINA Lettera 10Caro Dago, per i
pirati della strada aumento di pena da un terzo a due terzi. E per i banchieri pirata?E.Moro Lettera 11Caro
Dago,con Renzi che appoggia la proposta di legge sulle adozioni è ufficiale: andremo a votare presto, se
cerca l'appoggio di Vendola...Vediamo se SEL abboccherà all'amo, dopo aver subito di tutto e di più...maria
elena boschiRecondite Armonie Lettera 12Caro Dago, in vent'anni siamo passati da "Affittopoli" ad
"Affitt'uteri".Sasha Lettera 13Caro Dago, hanno votato il reato di omicidio stradale dopo aver depenalizzato
la guida senza patente. Chi guida il Paese è un po' alticcio...Vittorio Pezzuto Lettera 14Caro Dago, Rocco
Siffredi è un gran cavaliere. Per la Boschi ha citato un genere porno poco offensivo, la "Gang Bang". Ma il
vecchio Rocco, per il visetto angelico della Ministra, avrà pensato a tutt'altra pratica, il cui nome deriva da
un termine giapponese, ma ricorda la "torta" inglese. E qui mi fermo, per rispetto delle Istituzioni.donald
tuskBerto Lettera 15Chi è Fuksas? Uno dei più grandi utilizzatori di stagisti non retribuiti d'Italia...alcuni
sono stati anche 6 mesi, un anno da lui, senza vedere un euro. Renzi non sa neanche di che parla, quando
dice che Fuksas è un modello per i giovani. Un modello sì, per far capire ai giovani che i soldi ce li ha lui e
gli altri faranno per sempre la fame...Alessandro Lettera 16Caro Dago, conosco gente che pur di non
pagare il Canone Rai rinuncerebbe a guardare Fazio!John Doe Junior tsipras e tuskLettera 17Caro Dago,
colpo di genio di Tusk. Appello ai migranti economici illegali in un tweet: "Non venite in Europa". No ai muri,
sì ai cinguettii. Ma si è dimenticato di chiedere "per favore".Nino Pecchiari? Lettera 18Caro Dago, 0,8 è la
crescita percentuale del Pil italiano 2015. Per meriti acquisiti sul campo, potrebbe diventare anche il
nomignolo di Renzi: "Zerotto"!Ulisse Greco Lettera 19Caro Dago,gabriele defilippileggo che Gabriele
Defilippi alla roulette dei casinò "giocava ogni giro dai 1.500 ai 2.500 euro" (fonte ansa.it). Ma la Guardia di
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Media e tv
03/03/2016 17:59
Sito Web
Dagospia
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Finanza non controlla i redditi dei giocatori dei casinò? Magari si sarebbe potuto evitare l'omicidio di una
povera donna...Saluti dalla CapitaleFranco Rizzi Lettera 20Caro Dago,La 'Ndragheta ricicla soldi
acquistando farmacie. Sai che notizia.Il segreto di pulcinella.Un po' come le varie catene di profumerie che
si moltiplicano pagando affitti fuori mercato e vendendo con ricarichi infimi. Qualcuno avvisi la dott.ssa
Boccassini che i 'ndranghetisti non hanno più bisogno di far studiare Farmacia ai figli. Ci sta pensando
direttamente il governo a promulgare una legge che permette la titolarietà delle farmacie direttamente alle
società di capitale e non necessariamente ad un dottore in farmacia, nonostante gli allarmi gettati da tempo
dal presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Palermo (se non erro) su come una legge siffatta spianerebbe
la strada agli investimenti della criminalità organizzata oltre che alle multinazionali con i solo fine di
lucro.gabriele defilippiAlessandro (farmacista). Lettera 21Salve Dagospia, la storia dell'americana
ripudiante il figlio surrogato, non fa altro che confermare quello che in tempi remoti imparai nel corso di
antropologia e cioé che le unioni sociali preposte alla diffusione della specie umana (creazione e cura della
prole) non possono prescindere dal vincolo di fedeltà. C'é chi lo vuole abolire del tutto, oltre che non
applicarlo bizzosamente alle coppie omosessuali, ma lo sapevano già e continuano ad avvalersene anche i
piccioni, cosí come tante altre specie animali, i piccoli delle quali necessitano di speciali (prolungate) cure
parentali. Mi sembra cosí chiaro. Perché complicarsi la nostra storia evolutiva? Ciao belushi Lettera 22Caro
DAGO, con tutti gli uteri in affitto, l'Istat può inserire la gnocca nell'elenco dei prodotti che formano il paniere
di riferimento dei prezzi al "consumo". Si prospetta un aggiornamento costante legato a l'indice del costo
della fica.buvette Montecitorio sitocamera xSaluti, Labond Lettera 23Caro Dago, alla Rai, servizio pubblico,
nessuno ha mai parlato dei quattro italiani rapiti in Libia, due dei quali sarebbero stati uccisi dopo essere
stati usati come scudi umani. DImenticati. Ci si preoccupa tanto della sorte dei migranti, mentre i nostri
connazionali vengono massacrati da quelli stessi che Renzi e il suo schifoso governo si premurano di
salvare.Ettore Banchi Lettera 24Caro Dago,dall'obbligo di firma per i dodici consiglieri comunali di Messina
che intascavano il gettone delle commissioni senza partecipare, a quelli di Napoli che presenziavano
cinque minuti per poi lucrare il gettone medesimo, alla buvette della Camera che, constatato un ammanco
di centomila euro, assolda gli "sceriffi dello scontrino" contro i furbetti del tramezzino: ogni popolo ha i
rappresentanti che si merita, è vero, ma i nostri fanno troppi straordinari.Giorgio Colomba buvette
montecitorioLettera 25Caro Dago,recentemente ho visto il film e sono rimasto stupito e scioccato dei casi di
abusi su 97 minori, fatti da alcuni preti cattolici di Boston, messi in luce dall'inchiesta del Boston Globe. Non
ricordo che i mass media italiani, a quei tempi, diedero eccessivo risalto a questo esteso scandalo, anzi
secondo me vennero occultate le notizie, poiché ricordo solo che a seguito di un episodio di pedofilia telare,
il vescovo di Boston fu trasferito a Roma nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Mi chiedo, con la libertà di
stampa che sventoliamo sempre e con il dichiararci paese libero e laico, perché i mass media non diedero
allora una corretta divulgazione? spotlight castSarebbe opportuno che Papa Francesco intervenga su
questo nuovo scandalo che coinvolge il cardinale australiano, poiché se è contro il denaro sporco,
dovrebbe essere ancora più severo nei confronti dei preti pedofili e di chi li protegge. Questa volta dal
Vaticano vogliamo tempestività e chiarezza.Annibale Antonelli
03/03/2016 11:35
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IlFarmacistaOnline.it
Solo due emendamenti riescono a passare l'esame della X commissione del Senato. Molte, invece, le
proposte accantonate: dai limiti alla partecipazione al capitale sociale delle società titolari di farmacie, alla
fissazione di alcuni 'paletti' per scongiurare il crearsi di posizioni dominanti nel comparto, fino
all'introduzione di un contributo obbligatorio a carico delle società proprietarie di farmacie per consentire la
sostenibilità della previdenza di categoria.
03 MAR - Dopo i pareri espressi l'altro giorno dalla commissione Bilancio del Senato sulla loro compatibilità
finanziaria, ieri la commissione Industria è passata a votare nel merito gli emendamenti agli articoli sulle
farmacie del ddl concorrenza. Respinte tutte le proposte di mofica che puntavano a liberalizzare la vendita
dei farmaci di fascia C, così come quelli che proponevano di istituire la farmacia non convenzionata, o
ancora ad aumentare le indennità per le farmacie rurali. In tema di farmacie, gli unici due emendamenti
approvati dai senatori della X commissione sono stati il 48.50, a firma Andrea Mandelli (Fi) e Luigi
D'Ambrosio Lettieri (CoR), che consente alle società di farmacisti la nomina a direttore della farmacia
anche di un non socio, e il 48.0.15, a prima firma Laura Bianconi (Ncd), che prevede per il cittadino la
possibilità di scegliere il bugiardino sia in formato cartaceo che analogico o "mediante l'utilizzo di metodi
digitali alternativi quali, ad esempio, App, mail o acceso a siti internet, e senza oneri per la finanza
pubblica". Moltissimi, poi, gli emendamenti accantonati che affrontano il tema dell'ingresso dei grandi
capitali nel settore: dai limiti alla partecipazione al capitale sociale delle società titolari di farmacie, alla
fissazione di alcuni 'paletti' per scongiurare il crearsi di posizioni dominanti nel comparto. Tra gli accantonati
si segnala anche la proposta che punta a garantire la sostenibilità della previdenza di categoria con
l'introduzione di un contributo obbligatorio pari al 2% del fatturato annuo, a carico delle società proprietarie
di farmacie. Sempre in tema di grandi capitali, Giuseppe Marinello (Ap), riallacciandosi ai temi della recente
cronaca, ha lanciato l'allarme sul possibile rischio di riciclaggio di denaro nel settore da parte di
organizzazioni criminali. Dopo aver segnalato un recente rapporto della Dia di Reggio Calabria al riguardo,
Marinello ha invitato i relatori e il Governo a "considerare con la dovuta cautela e prudenza la materia in
questione, di rilievo per la sicurezza del Paese e la lotta alla criminalità, organizzata e non". Intanto, come
annunciato dal relatore Luigi Marino (Ap), sono attesi "al più tadi all'inizio della settimana prossima" gli
emendamenti che dovranno essere presentati dai relatori. Giovanni Rodriquez
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Ddl concorrenza. Via libera dalla commissione Industria al bugiardino
"digitale" e alla nomina anche dei "non soci" alla direzione di farmacie.
Bocciata liberalizzazione farmaci fascia C
03/03/2016 11:00
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IlFarmacistaOnline.it
Così il segretario Fofi introduce la tre giorni di lavori deidcata ai farmacisti italiani che prenderà il via il
prossimo 18 marzo. "Serve un lavoro attento che coinvolga anche le università, i nuovi farmacisti devono
essere preparati anche dal punto di vista imprenditoriale e saper reagire ai cambiamenti del mercato". E
sull'apertura ai grandi capitali: "Il rischio è che le farmacie diventino le lavanderie della malavita
organizzata".
03 MAR - Si avvicina la nuova edizione di FarmacistaPiù. L'evento, promosso dalla Federazione degli
Ordini dei Farmacisti, si svolgerà quest'anno a Firenze, presso la Fortezza da Basso, dal 18 al 20 marzo
2016. Per fare il punto sul programma abbiamo intervistato il segretario della Federazione dell'Ordine dei
Farmacisti Italiani (Fofi), Maurizio Pace. Dottor Pace, come sarà questa terza edizione di FarmacistaPiù?
Sarà senz'altro un'edizione significativa, e sono convinto che riuscirà a superare di gran lunga le prime due
vista anche la concomitanza con la conclusione dei lavori sul ddl concorrenza al Senato. C'è una grande
attenzione da parte di tutti all'attualità e ai nuovi possibili scenari che si apriranno con le misure introdotte
da questo provvedimento. A tal proposito, in questi giorni da più parti è stato lanciato un allarme
sull'ingresso dei grandi capitali nel settore. Anche a suo avviso esiste il rischio di possibili infiltrazioni
mafiose? Credo di essere stato uno dei primi a denunciare questo pericolo. Le farmacie, di fatto, rischiano
di diventare le lavanderie della malavita organizzata. Il rischio esiste, è concreto al punto da esser stato
denunciato dalla stessa Antimafia. Su questo punto sono molto preoccupato, soprattutto per le Regioni del
Sud. Deve esserci un controllo ferreo non solo sui capitali, per capire da dove provengano, ma anche sulla
composizione delle stesse società. Non dimentichiamoci che, quando si parla di farmacie, si parla di tutela
delle salute dei cittadini. Queste nuove forme rischiano di deteriorare il nostro sistema di welfare, da
sempre un fiore all'occhiello del nostro Paese. Bisgona quindi monitorare con attenzione i cambiamenti in
atto affinché venga sempre tutelato l'interesse pubblico. Com'è cambiato in questi anni il settore? Bisogna
tenere conto che l'Italia, per oltre il 75%, è costituita da piccole realtà comunali. La redditività principale del
farmacista è da sempre il farmaco e, la contrazione degli utili legati ad esso, ha fatto sì che oggi molte
farmacie si trovino in condizioni di difficoltà. Il farmacista, anche come imprenditore intelligente, deve
essere sempre più pronto a reagire tempestivamente ai cambiamenti. Per questo è necessario investire
molto sulla formazione. Sono le stesse Università a dover essere coinvolte in questo processo di
cambiamento. Il farmacista laureato oggi non può limitarsi solo a conoscere bene la chimica, deve essere
pronto anche dal punto di vista imprenditoriale per governare i cambiamenti del mercato e non uscirne con
le 'ossa rotte'. Parlerete anche di questo a FarmacistaPiù? Certamente. Così come ci dedicheremo a quelle
2000 società che apriranno prossimamente grazie ai concorsi straordinari. Questi farmacisti devono avere
una visione ben chiara, e noi proveremo a fornirgliela in questi tre giorni di lavoro a Firenze. Ci saranno
delle sessioni dedicate a questi diversi temi all'interno delle quali proveremo a dare risposte a quei bisogni
imprenditoriali e sociali dei nostri colleghi.
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/03/2016
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FarmacistaPiù. Intervista a Pace ( Fofi ): "A Firenze grande attenzione ai
cambiamenti in atto per poter rispondere a nuovi bisogni imprenditoriali
e sociali"
03/03/2016 02:30
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Solo due emendamenti riescono a passare l'esame della X commissione del Senato. Molte, invece, le
proposte accantonate: dai limiti alla partecipazione al capitale sociale delle società titolari di farmacie, alla
fissazione di alcuni 'paletti' per scongiurare il crearsi di posizioni dominanti nel comparto, fino
all'introduzione di un contributo obbligatorio a carico delle società proprietarie di farmacie per consentire la
sostenibilità della previdenza di categoria.
03 MAR - Dopo i pareri espressi l'altro giorno dalla commissione Bilancio del Senato sulla loro compatibilità
finanziaria, ieri la commissione Industria è passata a votare nel merito gli emendamenti agli articoli sulle
farmacie del ddl concorrenza. Respinte tutte le proposte di mofica che puntavano a liberalizzare la vendita
dei farmaci di fascia C, così come quelli che proponevano di istituire la farmacia non convenzionata, o
ancora ad aumentare le indennità per le farmacie rurali. In tema di farmacie, gli unici due emendamenti
approvati dai senatori della X commissione sono stati il 48.50, a firma Andrea Mandelli (Fi) e Luigi
D'Ambrosio Lettieri (CoR), che consente alle società di farmacisti la nomina a direttore della farmacia
anche di un non socio, e il 48.0.15, a prima firma Laura Bianconi (Ncd), che prevede per il cittadino la
possibilità di scegliere il bugiardino sia in formato cartaceo che analogico o "mediante l'utilizzo di metodi
digitali alternativi quali, ad esempio, App, mail o acceso a siti internet, e senza oneri per la finanza
pubblica". Moltissimi, poi, gli emendamenti accantonati che affrontano il tema dell'ingresso dei grandi
capitali nel settore: dai limiti alla partecipazione al capitale sociale delle società titolari di farmacie, alla
fissazione di alcuni 'paletti' per scongiurare il crearsi di posizioni dominanti nel comparto. Tra gli accantonati
si segnala anche la proposta che punta a garantire la sostenibilità della previdenza di categoria con
l'introduzione di un contributo obbligatorio pari al 2% del fatturato annuo, a carico delle società proprietarie
di farmacie. Sarà trasformato in un ordine del giorno l'emendamento 48.80 a firma Andrea Mandelli (Fi) e
Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR), ritirato nel corso della seduta, relativo alla cosiddetta eccezione galenica,
volto ad abrogare la disposizione normativa che rende inutilizzabili i principi attivi prodotti industrialmente,
consentendo così al farmacista di utilizzare, nelle preparazioni galeniche, medicinali di origine industriale di
cui è autorizzato il commercio in Italia o in altro Paese dell'Unione europea. L'emendamento 48.89, inoltre,
è stato trasformato nell'ordine del giorno G/2085/32/10 che impegna il Governo a valutare l'opportunità di
introdurre riferimenti normativi certi volti a regolamentare la figura e le attività dei concessionari di vendita
dei medicinali. Sempre in tema di grandi capitali, Giuseppe Marinello (Ap), riallacciandosi ai temi della
recente cronaca, ha lanciato l'allarme sul possibile rischio di riciclaggio di denaro nel settore da parte di
organizzazioni criminali. Dopo aver segnalato un recente rapporto della Dia di Reggio Calabria al riguardo,
Marinello ha invitato i relatori e il Governo a "considerare con la dovuta cautela e prudenza la materia in
questione, di rilievo per la sicurezza del Paese e la lotta alla criminalità, organizzata e non". Intanto, come
annunciato dal relatore Luigi Marino (Ap), sono attesi "al più tadi all'inizio della settimana prossima" gli
emendamenti che dovranno essere presentati dai relatori. Giovanni Rodriquez
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Ddl concorrenza. Via libera da commissione Industria al bugiardino
"digitale" e a nomina anche dei "non soci" a direzione di farmacie.
Bocciata liberalizzazione dei farmaci di fascia C
03/03/2016 00:01
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A promuoverlo l' Ordine dei Farmacisti della Provincia di Perugia, in collaborazione con Federfarma Umbria
e Agifar Umbria. L'appuntamento è alle 20,30 alla Sede Farmacentro.
03 MAR - "La nuova frontiera della professione. I farmaci innovativi: Ieri, Oggi & Domani". Questo il titlolo
del corso promosso dall'Ordine dei Farmacisti della Provincia di Perugia, in collaborazione con Federfarma
Umbria e Agifar Umbria, e in programma stasera, presso la Sala Oliva, Sede Farmacentro, Via Corcianese
202, Perugia a partire dalle ore 20,30. "Come noto - spiega l'Ordine in un comunicato - , tutte le categorie di
farmaci innovativi vengono dispensati esclusivamente attraverso il canale ospedaliero. Tuttavia il paziente
in cura con questi nuovi farmaci è costantemente in contatto con il più vicino farmacista territoriale il quale
deve comunque affrontare le difficoltà nell' assolvere i delicati compiti di farmacovigilanza, fondamentali
soprattutto per i farmaci innovativi, dove la valutazione del grado di sicurezza ed efficacia si basa
esclusivamente sui pochi dati disponibili al momento dell'autorizzazione, abbastanza limitati rispetto a quelli
che si hanno circa i farmaci presenti da più tempo sul mercato". Proprio per questo l'Ordine dei Farmacisti,
attraverso la partecipazione dell'Università e delle associazioni di categoria Federfarma, Sifo e Agifar, ha
organizzato un percorso di formazione e aggiornamento rivolto ai farmacisti, "condizione essenziale per
garantire la necessaria qualità delle prestazioni professionali erogate dal farmacista , qualunque sia il
contesto in cui si trovi ad operare". Interverranno al convegno: SALUTI: • Dr.ssa Emma Menconi Presidente Ordine dei Farmacisti della Provincia di Perugia • Dr. Gianluca Ceccarelli - Presidente di
Federfarma Perugia • Dr. Filiberto Orlacchio - Presidente Agifar Umbria RELATORI: • Prof. Antonio
Macchiarulo - Chimica Farmaceutica, Università degli Studi di Perugia • Dr.ssa Martina Chiodini Farmacista territoriale MODERATORE: • Dr. Alessandro D'Arpino - Farmacista ospedaliero - Segretario
Regionale SIFO Umbria RESPONSABILE SCIENTIFICO • Dr.ssa Manola Peverini
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Perugia. Oggi il corso su "I farmaci innovativi: Ieri, Oggi & Domani"
03/03/2016
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Ddl concorrenza. Via libera dalla commissione Industria al bugiardino
"digitale" e alla nomina anche dei "non soci" alla direzione di farmacie.
Bocciata liberalizzazione farmaci fascia C
Solo due emendamenti riescono a passare l'esame della X commissione del Senato. Molte, invece, le
proposte accantonate: dai limiti alla partecipazione al capitale sociale delle società titolari di farmacie, alla
fissazione di alcuni 'paletti' per scongiurare il crearsi di posizioni dominanti nel comparto, fino
all'introduzione di un contributo obbligatorio a carico delle società proprietarie di farmacie per consentire la
sostenibilità della previdenza di categoria.
03 MAR - Dopo i pareri espressi l'altro giorno dalla commissione Bilancio del Senato sulla loro compatibilità
finanziaria, ieri la commissione Industria è passata a votare nel merito gli emendamenti agli articoli sulle
farmacie del ddl concorrenza. Respinte tutte le proposte di mofica che puntavano a liberalizzare la vendita
dei farmaci di fascia C, così come quelli che proponevano di istituire la farmacia non convenzionata, o
ancora ad aumentare le indennità per le farmacie rurali. In tema di farmacie, gli unici due emendamenti
approvati dai senatori della X commissione sono stati il 48.50, a firma Andrea Mandelli (Fi) e Luigi
D'Ambrosio Lettieri (CoR), che consente alle società di farmacisti la nomina a direttore della farmacia
anche di un non socio, e il 48.0.15, a prima firma Laura Bianconi (Ncd), che prevede per il cittadino la
possibilità di scegliere il bugiardino sia in formato cartaceo che analogico o "mediante l'utilizzo di metodi
digitali alternativi quali, ad esempio, App, mail o acceso a siti internet, e senza oneri per la finanza
pubblica".
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03/03/2016
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QS - QuotidianoSanita.it
FarmacistaPiù. Intervista a Pace ( Fofi ): "A Firenze grande attenzione ai
cambiamenti in atto per poter rispondere a nuovi bisogni imprenditoriali
e sociali"
Così il segretario Fofi introduce la tre giorni di lavori deidcata ai farmacisti italiani che prenderà il via il
prossimo 18 marzo. "Serve un lavoro attento che coinvolga anche le università, i nuovi farmacisti devono
essere preparati anche dal punto di vista imprenditoriale e saper reagire ai cambiamenti del mercato". E
sull'apertura ai grandi capitali: "Il rischio è che le farmacie diventino le lavanderie della malavita
organizzata".
03 MAR - Si avvicina la nuova edizione di FarmacistaPiù. L'evento, promosso dalla Federazione degli
Ordini dei Farmacisti, si svolgerà quest'anno a Firenze, presso la Fortezza da Basso, dal 18 al 20 marzo
2016. Per fare il punto sul programma abbiamo intervistato il segretario della Federazione dell'Ordine dei
Farmacisti Italiani (Fofi), Maurizio Pace. Dottor Pace, come sarà questa terza edizione di FarmacistaPiù?
Sarà senz'altro un'edizione significativa, e sono convinto che riuscirà a superare di gran lunga le prime due
vista anche la concomitanza con la conclusione dei lavori sul ddl concorrenza al Senato. C'è una grande
attenzione da parte di tutti all'attualità e ai nuovi possibili scenari che si apriranno con le misure introdotte
da questo provvedimento. A tal proposito, in questi giorni da più parti è stato lanciato un allarme
sull'ingresso dei grandi capitali nel settore. Anche a suo avviso esiste il rischio di possibili infiltrazioni
mafiose? Credo di essere stato uno dei primi a denunciare questo pericolo. Le farmacie, di fatto, rischiano
di diventare le lavanderie della malavita organizzata. Il rischio esiste, è concreto al punto da esser stato
denunciato dalla stessa Antimafia. Su questo punto sono molto preoccupato, soprattutto per le Regioni del
Sud. Deve esserci un controllo ferreo non solo sui capitali, per capire da dove provengano, ma anche sulla
composizione delle stesse società. Non dimentichiamoci che, quando si parla di farmacie, si parla di tutela
delle salute dei cittadini. Queste nuove forme rischiano di deteriorare il nostro sistema di welfare, da
sempre un fiore all'occhiello del nostro Paese. Bisgona quindi monitorare con attenzione i cambiamenti in
atto affinché venga sempre tutelato l'interesse pubblico.
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Lavoro e Professioni
03/03/2016
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Repubblica.it
Andrea Mandelli : "Controlli a tappeto sulle famacie"
ANDREA Mandelli, presidente nazionale e milanese dell'Ordine dei farmacisti, e senatore di Forza Italia.
Che cosa ne pensa dell'allarme lanciato dalla Procura di Milano a proposito del rischio di infiltrazioni
mafiose nelle farmacie cittadine? "Credo che si tratti di un problema che vale non solo nelle farmacie, ma in
tutte le attività economiche e commerciali. In questi giorni al Senato si sta discutendo del Ddl concorrenza:
l'auspicio è che le liberalizzazioni non ci rendano ciechi di fronte a questo problema. Purtroppo, nessuno si
può sentire esente". Ma l'Ordine dei farmacisti non può fare nulla per prevenire queste situazioni? Per
esempio, inasprendo i controlli sui nuovi iscritti. "La legge prevede che tutti gli ordini professionali facciano
verifiche a campione. Noi, pur non essendoci nessun obbligo, abbiamo deciso di fare controlli a tappeto. Al
momento dell'acquisto di una farmacia, poi, c'è il perfezionamento dell'atto dal notaio e le verifiche che
vengono fatte dall'Asl. Più di questo è difficile fare". Ma nel caso di Milano cosa intendete fare? "Per ora
abbiamo le mani legate: dobbiamo prima aspettare che la Procura ci dia semaforo verde, e ci trasmetta
informazioni precise. Solo dopo potremo avviare eventuali procedimenti. E stabilire sanzioni che possono
andare, a seconda della gravità, dall'ammonizione alla censura, fino alla sospensione e alla radiazione.
Non siamo noi a decidere di comportarci così: è la legge che lo prevede. Noi ci atteniamo, di più non
possiamo fare". Non potete fare nemmeno prevenzione? "A quanto ho capito, a Milano c'è stato il
contributo di un esterno, con capitali propri, alla farmacia (per la Procura, un modo per riciclare denaro,
ndr). Io posso anche controllare il farmacista, ma non certo i suoi amici, o gli amici dei suoi amici". E corsi
di formazione per i vostri iscritti sul tema della legalità non ne organizzate? "Io credo che il senso della
legalità non possa essere insegnato attraverso un corso. Credo invece che ora la cosa più importante sia
che la magistratura lavori con serenità e accerti come sono andate le cose. Dopo, vedremo cosa fare".
(alessandra corica) ©RIPRODUZIONE RISERVATA " ANTICORPI Possiamo controllare i titolari ma non
certo gli amici IL SENATORE Andrea Mandelli, milanese, presidente nazionale dell'Ordine dei farmacisti, di
Forza Italia
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Interviste
SANITÀ NAZIONALE
18 articoli
04/03/2016
Pag. 23
diffusione:308087
tiratura:395884
«Stop ai test sugli animali per studiare gli effetti di alcol e droghe»
L'esperto Mucelli, università La Sapienza: «I meccanismi indotti nelle cavie sono diversi dai modelli umani»
Alessandro Sala
Gli animali non fumano, non bevono alcolici e non si drogano. Eppure continuano a essere utilizzati nei test
sull'abuso di sostanze che creano dipendenza, comportamento tipicamente umano e non facilmente
riproducibile in esseri che sono sì senzienti - e dunque provano dolore, paura, ansia -, ma i cui meccanismi
mentali, anche per la mancanza dei condizionamenti psicologici e culturali tipici della società umana, sono
differenti. Un «paradosso etico e scientifico» secondo la Lav, la Lega anti vivisezione, che chiede il divieto
immediato della sperimentazione animale in questo campo. Si tratta di una prescrizione già contenuta in un
decreto legislativo (il 26/2014) che ha recepito la normativa europea, ma la cui attuazione è stata rimandata
al primo gennaio 2017. Una dilazione che, secondo l'associazione, nasconde la scarsa volontà di dare
reale attuazione alle nuove norme, che prevedono pure il bando degli xenotrapianti, ovvero lo scambio di
organi tra specie diverse. «Esperimenti di questo genere sono atroci e anacronistici e da decenni non
portano a nulla se non a finanziare chi li esegue - sostengono alla Lav -. Uno sperpero di risorse pubbliche
che potrebbero invece essere usate per prevenzione e contrasto alle dipendenze». Si parte dal
presupposto che sono già note le conseguenze dannose di fumo, alcol e droghe. E il fatto che siano in
molti a farne uso - e di conseguenza in molti ad ammalarsi e a essere curati dal sistema sanitario - fa sì che
a disposizione della ricerca ci sia oggi una casistica ampia, al punto che, dicono i promotori dell'iniziativa, i
test sugli animali rischiano solo di allungare i tempi dell'individuazione di cure efficaci. «I meccanismi di
tossicodipendenza indotti negli animali sono diversi e non estensibili ai modelli di tossicodipendenza umana
- spiega Roberto Mucelli, docente di Modelli clinici delle dipendenze alla Sapienza di Roma -. Cambiano il
funzionamento mentale, le motivazioni, il contesto di assunzione. Nella nostra specie il fattore psicologico è
determinante e preminente. La tossicodipendenza è un fenomeno tipicamente umano e solo in questo
contesto può essere studiata». La legislazione italiana sugli animali da laboratorio, anche grazie alle
campagne delle associazioni ambientaliste e a movimenti di opinione come quello formatosi attorno al caso
Green Hill, è tra le più avanzate in Europa ma questa carenza ancora deve essere colmata. Di qui la
campagna che per due weekend (domani e domenica e il 12-13 marzo) porterà banchetti in decine di
piazze in Italia per una petizione al ministro della Salute per lo stop a questo genere di test e sostenere la
ricerca cruelty free .
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
21
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La campagna della Lav
04/03/2016
Pag. 32
diffusione:308087
tiratura:395884
Che cosa succede ad Abano Terme ?
Da Est In molte strutture è possibile sottoporsi a trattamenti orientali e ayurvedici Nuove abitudini Le vasche
«notturne» sono diventate un punto di ritrovo anche per gli aperitivi Plinio il Vecchio Così scriveva il
naturalista Plinio il Vecchio: erbe verdeggianti crescono nelle fonti calde dei patavini
Maria Teresa Veneziani
«Non c'è cosa più bella che restare immersi tra i vapori dell'acqua termale nelle giornate uggiose e
ammirare in silenzio il profilo bellissimo dei colli Euganei. O forse, sì, quella di immergersi al buio nelle
acque a 37 gradi, all'aperto d'inverno». Romolo Bugaro, avvocato e scrittore padovano, classe 1962, è un
habitué di Abano e Montegrotto, la più grande aerea termale d'Europa con le sue oltre 240 fonti di acqua
salso-bromo-iodica, che arrivano direttamente nelle piscine degli alberghi in questa piana tra Vicenza e
Venezia.
Bugaro non ci sta con chi associa le cittadine di villette e alberghi tra viali alberati a un luogo per vecchi. «Al
contrario, è un posto modernissimo», spiega. Qui, come nel film Youth di Sorrentino, i padri si ritrovano a
osservare le vite dei figli e degli ospiti dell'albergo, spesso patiti della forma, come Madalina Ghenea
quando nella piscina termale cattura lo sguardo malinconico di Harvey Keitel e Michael Caine.
«Abano è un luogo d'acqua, elemento normalmente associato alla luce e all'estate. Al contrario, le terme
sono molto più belle d'inverno. Perfette per la vacanza di Pasqua», osserva l'autore di «Effetto domino»
(Einaudi). Tra palazzi alti e squadrati, a volte persino troppo decorati, si trovano due tipologie di alberghi:
quelli che evocano gli Anni 60-70, con i grandi corridoi un po' bulgari e le mattonelle bianche, storicamente
votati ai fanghi con la convenzione della mutua, e quelli modernissimi convertiti al wellness. «Gioielli della
distensione e della decompressione», li definisce Bugaro. «Le stazioni termali di Abano e Montegrotto
(circa 20mila e 10mila anime) possono essere considerate un unico grande paese e hanno una particolarità
rarissima in Europa: ogni albergo ha la propria sorgente d'acqua e quindi la piscina che si estende anche
all'esterno. «Caratteristica che ti permette di infilarti l'accappatoio bianco e rimanerci tutto il giorno», spiega
Chiara Borile, amministratore delegato di Gb Thermae Hotel, gruppo che riunisce cinque resort dedicati al
benessere «di corpo e spirito».
Storie perlopiù di imprenditoria familiare quelle del turismo made in Veneto. «Sono nata 46 anni fa nel
fango - ricorda la manager - Mio padre gestiva l'Hotel Metropole, oggi diventato meta dei giovani attratti
dalle cinque piscine e dai trattamenti orientali, shiatzu e ayurvedici. Il fango viene lavorato con olii
essenziali in base alla personalità: Vata, Pitta, Kapha». Trasportato dai Colli alle vasche allestite all'interno
degli alberghi, è lasciato maturare per due mesi. Le proprietà terapeutiche delle acque salso-bromo-iodiche
e del fango ricco di silicio sono conosciute fin dai tempi dei romani. «Erbe verdeggianti crescono nelle fonti
calde dei patavini» scriveva Plinio il Vecchio. «Siamo partiti dal termalismo classico per la prevenzione e la
cura delle malattie legate a ossa e muscoli e siamo arrivati a quello moderno che utilizza la fangoterapia
come momento di benessere e antistress», continua Borile. Una tendenza, questa, che ha rilanciato i Colli
Euganei tra il turismo giovane, per una pausa di una settimana o mordi e fuggi. E non penalizza mai i
single. La parentesi romantica alle terme come dono all'amata/o è una tendenza tra le coppie, che ha
cambiato la clientela dell'hotel Relilax di Montegrotto, gestita dalla famiglia Braggion. La spa con la piscina
di magnesio&potassio a cielo aperto (fino alle 23) è diventata la meta di tanti giovani in alternativa al locale
dopo il lavoro, ma anche il luogo per un addio al nubilato tra un aperitivo salutista e un trattamento anti
secchezza o un bendaggio al mangostano nella grotta sudatoria. Con pragmatismo veneto, gli hotel si sono
attrezzati anche per il pacchetto di una giornata. «All'hotel Bristol Buja di Abano, apprezzato per l'ospitalità
e i trattamenti come il massaggio rilassante-esfoliante con sale e olio di mandorle e la radiofrequenza, la
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Viaggi La formula La più grande area termale d'Europa cambia pelle e cerca nuovi spazi: tra i giovani, per
esempio. Ogni albergo ha la propria sorgente d'acqua, molte piscine sono aperte fino a tardi Le (tante)
storie di un successo che è nato dal fango
04/03/2016
Pag. 32
diffusione:308087
tiratura:395884
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Spa Day da 104 euro comprende percorso benessere, un trattamento, «appoggio» in camera, kit da piscina
e il pranzo». La remise en forme non deve sminuire le bellezze del paesaggio incastonato tra Venezia e
Padova. I paesini disseminati sui colli sono la passione di tedeschi amanti del nordic walking. Così li
descrive Stendhal nel 1817: «Ho appena trascorso quattro giorni sui Monti Euganei, ad Arquà, il luogo di
soggiorno di Petrarca, ed a Battaglia, celebre per i suoi bagni... È lo zampillo della felicità, la felicità
conservata malgrado le circostanze ordinarie della vita». Romolo Bugaro concorda. E suggerisce anche
Teolo con la sua vista e una capatina alla trattoria Ballotta per provare il ragù d'anatra. Altra terrazza
magnifica a Rovolon. E qui non si possono mancare i bigoli in tutte le salse Da Lino. La visita ai colli si
trasforma in un viaggio goloso nelle celebri cantine - Vignalta per prima -, per degustare Merlot e Pinot con
formaggi e salumi. Non propriamente light, ma decisamente appaganti. E a 20 minuti c'è Padova, con tutti i
suoi tesori di arte e storia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le acque
Sorgente
Le acque del bacino termale di Abano Montegrotto appartengono alla categoria delle acque sotterranee
profonde. L'acqua proviene dai bacini incontaminati dei Monti Lessini, nelle Prealpi, e defluisce nel
sottosuolo attraverso la roccia calcarea, arrivando fino a una profondità di 2 mila 3 mila metri. Rimane ad
alta temperatura e a forte pressione per un percorso di 50 chilometri per 25/30 anni, arricchendosi di sali
minerali. Negli alberghi L'acqua sgorga dai pozzi degli stabilimenti termali a una temperatura di 87 gradi e
viene fatta defluire nelle vasche unita all'argilla. Dopo due mesi di «maturazione» è pronta per i suoi effetti
benefici su ossa, muscoli e pelle. La ricchezza di sostanze la rende una risorsa termale unica, classificata
dal punto di vista chimico come «salso bromo iodica, ipertermale»
04/03/2016
Pag. 1.29
diffusione:141637
tiratura:195317
La scommessa pugliese della generazione startup
Avanguardie. Giovani laureati in grado di progettare app per ambienti chiusi o strumenti per diagnosticare
l'Alzheimer Nel decennio 2005-2015 la strategia fondata su risorse di piccolo taglio per grandi platee di
innovatori - Ora fondi Ue non ancora spesi
Mariano Maugeri
Quelli con una marcia in più, quelli con una laurea in tasca (made in Puglia), quelli nati con la doppia elica
(nativi digitali con il ber- noccolo dell'autoimprenditorialità), quelli che "la startup è mia e me la gestisco io",
quelli incensati a New Delhi, Mosca e San Francisco ma sconosciuti a Milano e Roma, quelli che non
intendono arrendersi perché hanno ancora "molta fame di successo", quelli che se ne stanno dodici ore al
giorno appiccicati ai loro computer in uffici appena più grandi di uno sgabuzzino. Di "quelli che" la Puglia
tracima e Annibale D'Elia è (stato) il suo profeta. In principio fu "Spiriti bollenti", un marchio-manifesto:
25mila euro nelle tasche di ogni startup che dimostrasse di possedere una buona idea. Avvertenza: tutto
accade sotto il regno di Nichy Vendola, governatore nel decennio 2005-2015. I pugliesi ironizzano: la startup
adoption precede la stepchild adoption. Per i vendoliani l'innovazione andava intesa in senso lato. Pure le
associazioni e le coop che lavorano nelle periferie sono innovazione sociale. Il duo d'attacco è formato da
Guglielmo Minervini, ex assessore regionale alle Politiche sociali, e il suo braccio operativo, Annibale
D'Elia. La strategia è semplice: arrivare direttamente ai potenziali innovatori bypassando il blocco
tecnocratico. Altro tassello di quella stagione: piccolo taglio di finanziamenti, grande platea. I frutti sono
copiosi. E noi non entreremo nella polemica sul tasso di mortalità di queste imprese, fisiologicamente molto
elevato. L'obiettivo era l'animazione sociale dal basso, di cui l'innovazione in senso stretto rappresentava
solo un tassello. Un approccio "movimentista", quello vendoliano, stroncato dalla Emilianoeconomics. Il
nuovo governatore ha seguito un approccio più tradizionale: non ha rinnovato il contratto da dirigente a
D'Elia e ha affidato la pratica innovazione, stralciando quella sociale, all'ex rettore dell'università del Salento
Domenico La Forgia. Ovvio che il viaggio tra le startup ( e gli spin off) pugliesi risenta in modo determinante
delle politiche di questo ultimo decennio. Con un vuoto pericoloso che siè creato negli ultimi due anni. Dei
fondi miliardari del Por 2014-2016, di cui almeno 2,5 miliardi sono destinati all'innovazione, non è stato
ancora speso un centesimo per ammissione dello stesso La Forgia. Il testimonial perfetto della via pugliese
all'innovazione è Domenico Colucci, 26 anni di Noci, in provincia di Bari: figlio di impiegati, laurea in
informatica, faccia da bravo ragazzoe giubbottino con zip. Tre anni fa è stato premiato a Bruxelles come
migliore giovane imprenditore europeo dell'anno («Ero il più piccolo, l'unico italiano, e per giunta del Sud»).
La scintilla che fa nascere Nextome scocca alla Rinascente di Milano. Un amico e socio di Domenico
prende un caffè al bar del piano sotterraneo e di colpo ha bisogno di una toilette. La ricerca, laboriosissima,
finisce al settimo piano. Idea: perché non lavoriamo a una app per ambienti chiusi? Ora tra i suoi clienti ci
sono la Fca di Marchione e gli Aeroporti di Roma. Matteo Serra è un ragazzo ventinovenne di Lecce con
laureae master in Scienza della comunicazione. La sua coop si chiama Pazlab. Insieme ai soci decide di
acquistare una stampante 3D, una specie di lampada di Aladino dei nostri giorni. Scoprono che online si
vende anche il kit, con i pezzi da assemblare. Lo comprano e in due settimane lo montano. Il passo
successivo è naturale: perché non li vendiamo? Quelli della "Coop sei tu" accettano di esporne due, uno a
Modena e l'altro a Bari al prezzo di 990 euro. Funziona. Ma il salto avviene visitando l'Istituto tecnico
industriale Righi di Taranto, per decenni fucina di tecnici dell'Ilva. Ora l'Ilva è in crisi nera e per questi
ragazzi trovare lavoro sarà dura. Matteo e i suoi soci, d'accordo con il preside e un paio di professori, sono
folgorati dalla pazza idea: facciamo produrre i singoli componenti delle stampanti 3D agli studenti del Righi.
Lunedi 7 marzo si firma il contratto. Di terapia per curare le malattie mentali vere, come la demenza senile,
è lastricata la storia dello spin off "Prima che non ricordi", fondata dal professore di Chimica della facoltà di
Farmacia Nico Colabufo. In collaborazione con gli atenei di Sheffield, Groningen, Lisbonae col Gemelli di
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Viaggio nell'Italia che innova L'APPUNTAMENTO DI BARI
04/03/2016
Pag. 1.29
diffusione:141637
tiratura:195317
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Roma avvia sperimentazioni dalle qualiè nato un radio-tracciante in grado di diagnosticare l'Alzheimer e un
kit per misurare il rame libero nel sangue, la cui presenza può segnalare il rischio di ammalarsi di demenza
senile. In Italia le popolazioni più esposte alla degenerazione cerebrale risiedono in Liguria, Puglia (45mila
malati) e Toscana. «Colpa anche dell'alimentazionee delle alte quantità di rame contenute in alcuni frutti di
mare, uvae pomodori», dice Colabufo. Non pago dei suoi successi scientifici, il professore barese ha
reinvestito gli introiti dei brevetti del suo team - 1 milione di euro - per creare a Triggiano, suo paese natale,
un centro di riabilitazione cognitiva dedicato alla diagnosi precoce e alla cura di questa malattia. Da
Triggianoa Gioia del Colle, tra mucche da latte, vignee caccia militari del 36° stormo. Qui il
bocconiano-gioiese con specializzazione negli Usa, Vincenzo Notaristefano, partner di Digital Magics,
organizza startweekend, una full immersion di 54 ore propedeutica al lancio di una nuova impresae va a
caccia di idee tra Pugliae Basilicata con Talent Garden. La versione barese del giardino dei talenti è Hub,
l'incubatore incastrato tra i padiglioni della Fiera di Bari, il terzo del Sud dopo Roma e Siracusa. Giusy
Ottonelli, una barese con laurea in Architettura e un lungo periodo di formazione a Barcellona, ha fondato
insieme ad altri tre soci questo spazio all'interno del quale sono germogliate 200 startup. Una, Aulab, è nata
per diffondere la cultura dell'autoimprenditorialità nelle scuole. Il costo per essere ospitati tra mobili vintage
e container in cui lavorano i soci delle aziende più strutturate? Da 25a 195 euro al mese. All'Hub si mangia,
si scherza, si lavorae si macinano idee di business. Un sistema molecolare impensabile solo 20 anni fa,
quando molti neodiplomati e laureati del Sud facevano la coda davanti le edicole per comprare i giornali dei
concorsi pubblici e gli incubatori di nuove imprese erano riserve indiane gestite con politiche dirigiste da
una società dell'Iri.
SUL TERRITORIO
200 Startup in Puglia Al IV trimestre 2015 in Puglia erano registrate alla Camera di commercio 200 startup
innovative.
3,9% La % della Puglia sul totale nazionale Come riportato nella relazione annuale "Startup e Pmi
innovative 2015" del ministero dello Sviluppo economico, la Puglia risulta la decima regione italiana per
peso percentuale delle start up innovative sul totale (3,9%).
85 Le startup a Bari La provincia di Bari è la decima provincia italiana per numero di startup innovative (85).
L'EDITORIALE L'innovazioneè uno dei temi su cui Il Sole 24 Ore ha promosso una serie di iniziative: il
direttore Roberto Napoletanoè intervenuto il 26 novembre con un editoriale per ricordare l'importanza di
ricercae sviluppo nelle imprese. Il quotidiano ha lanciato inoltre una collana dal titolo «Lezioni di futuro»: il
prossimo volumeè in edicola da ieri.
04/03/2016
Pag. 41
diffusione:262053
tiratura:371646
"Dai generici la soluzione a questa emergenza"
ELENA DUSI
SONO i farmaci che costano poco, quelli meno remunerativi per le aziende, a lasciare spesso vuoti gli
scaffali delle farmacie. Per Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, è
questa la ragione numero uno per cui un farmaco può diventare introvabile.
Come si arriva a questa situazione? «Quando scade il brevetto del farmaco, quando le vendite diventano
scarse o nel caso in cui l'industria abbia trovato un prodotto analogo ma che riesce a farsi pagare di più.
Per aumentare il prezzo basta cambiare un dettaglio, come il confezionamento o le dosi». Ma quando
scadono i brevetti non dovrebbero subentrare le industrie che producono farmaci generici? «Nella maggior
parte dei casi lo fanno. Ma potrebbero rimanere dei buchi scoperti. Il farmaco potrebbe per esempio essere
difficile da sintetizzare o essere instabile. E renderlo stabile richiede processi industriali costosi. I generici,
poi, non smettono di incontrare resistenze».
Non sono identici alle formulazioni originarie? «Identici. Eppure a volte sono gli stessi medici a non
prescriverli, o i pazienti a non fidarsi. Ricevo molte lettere da parte della gente, con le richieste più varie sui
problemi legati ai farmaci. E sui generici trovo ancora tanta mancanza di informazione». Davanti a un
farmaco che non si trova lo Stato non dovrebbe fare qualcosa? «L'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, può
fare pressioni sulle industrie, facendo presente che alcuni farmaci importanti vanno prodotti anche se il
rendimento non è il massimo». Può sembrare un'offerta di do ut des.
«No, è una pressione morale, e infatti non funziona molto».
Quanto contano i problemi di distribuzione? Alcuni farmaci sono introvabili solo in alcune zone d'Italia.
«Un tempo le farmacie avevano magazzini capienti. Non capitava mai di mostrare una ricetta e sentirsi dire
"ripassi domani". Oggi invece è frequente, perché le farmacie tendono a voler smaltire in fretta i prodotti
sugli scaffali. È difficile però che una medicina non sia disponibile permanentemente per problemi di
distribuzione. Questo può avvenire in aree molto isolate del Paese».
A volte per le industrie è più remunerativo vendere i farmaci all'estero? «Siamo comunque in Italia, non
credo che questo spieghi la carenza di molti medicinali. È vero però che dal punto di vista farmaceutico
l'Europa non è un continente unito. Quel che è regolato centralmente è il processo di approvazione dei
nuovi medicinali. Se ne occupa in via predominante l'Ema, la European medicines Agency. Ma per quel che
riguarda il prezzo, ogni Paese è libero di comportarsi come crede. Non tutte le nazioni infatti hanno lo
stesso sistema sanitario. Alcune hanno deciso di puntare di più sulle assicurazioni private, altre sul sistema
sanitario pubblico. Era impossibile che i trattati europei prevedessero un regime unico per il rimborso dei
farmaci».
Foto: IL FARMACOLOGO Silvio Garattini
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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INTERVISTA SILVIO GARATTINI R2
04/03/2016
Pag. 1.40.41
diffusione:262053
tiratura:371646
Quelle 1200 medicine cancellate in farmacia
Sempre più prodotti sono introvabili Accuse a Big Pharma
MICHELE BOCCI
AVANTI e indietro, da casa alla farmacia per due o tre volte, poi in coda dal medico, poi di nuovo in
farmacia. «Allora, è arrivato?».
«No, mi spiace signora, devo darle un'altra terapia». In Italia troppi farmaci scompaiono da un giorno
all'altro, mettendo in crisi sopratutto i malati cronici. In una società iper medicalizzata, con decine di migliaia
di medicine sugli scaffali ad alimentare il consumismo sanitario, si sperimenta l'assurdo di prodotti che non
si trovano. Parkinson, malattie respiratorie gravi, epilessia, infezioni, artrite reumatoide, mal di testa,
colesterolo alto, tumori, dolori di varia natura: sono tanti i problemi che rischiano di restare senza risposta o
di obbligare i malati a cambiare cura. L'universo dei rimedi introvabili è sfuggente perché vario e in continuo
divenire. ALLE PAGINE 40 E 41 CON UN'INTERVISTA DI DUSI AVANTI e indietro, da casa alla farmacia
per due o tre volte, poi in coda dal medico, poi di nuovo in farmacia. «Allora, è arrivato?». «No, mi spiace
signora, devo darle un'altra terapia». In Italia troppi farmaci scompaiono da un giorno all'altro, mettendo in
crisi sopratutto i malati cronici. In una società iper medicalizzata, con decine di migliaia di medicine sugli
scaffali ad alimentare il consumismo sanitario, si sperimenta l'assurdo di prodotti che non si trovano.
Parkinson, malattie respiratorie gravi, epilessia, infezioni, artrite reumatoide, mal di testa, colesterolo alto,
tumori, dolori di varia natura: sono tanti i problemi che rischiano di restare senza risposta o di obbligare i
malati a cambiare cura. L'universo dei rimesi introvabili è sfuggente perché vario e in continuo divenire.
Difficile dire quante persone riguarda, ma sono almeno due milioni gli italiani che nell'arco di un anno si
sentono dire che il loror farmaco non è disponibile. L'Aifa pubblica una lista delle carenze e l'ultima, del 29
febbraio, è lunga 97 pagine. Significa circa 1.200 prodotti, tenendo conto però anche di più dosaggi per le
stesse specialità. Dentro ci sono medicine che non si trovano per problemi di produzione, ad esempio
perché sono state calcolate male le forniture per il nostro Paese o c'è stato un rallentamento nel sito
industriale. Poi ci sono le difficoltà distributive, ma anche le scelte aziendali legate allo scarso prezzo di
vecchi medicinali, che anche se molto usati non fanno guadagnare e sono abbandonati.
A volte in difficoltà vanno solo certe zone d'Italia. E in questi casi spesso si è di fronte a un'altra causa
delle carenze: l'esportazione parallela, che riguarda ciclicamente un centinaio di farmaci. Grazie alla legge
sulla libera circolazione delle merci in Europa, distributori e grossisti, anche piccole farmacie, possono
rivendere in Paesi che li pagano meglio farmaci destinati all'Italia. La pratica è antica ma è esplosa poco più
di 3 anni fa. È quindi nota e stigmatizzata da Aifa e Ministero della Sanità. L'anno scorso Repubblica aveva
sollevato il problema, e sono uscite circolari che vietano l'esportazione parallela di prodotti carenti. Il
fenomeno però non si è interrotto perché è difficile scavalcare la norma Ue. Intanto tutti accusano tutti.
L'industria se la prende coi grossisti, che a loro volta tacciano i produttori di mandare poche scorte. Sempre
i grossisti attaccano i farmacisti-distributori. In mezzo restano i malati, che continuano a fare la spola tra
casa, medico e farmacia a caccia della cura.
L'ANTI EPILETTICO
"Fare le scorte ormai non basta"
Gabriella non trova il suo farmaco contro l'epilessia. «Ci sono difficoltà a reperirlo, così faccio le scorte ma
a volte è difficile avere a disposizione tutta la terapia». Chi soffre del- la sua stessa malattia rischia di
incontrare difficoltà con vari medicinali. La Regione Piemonte, ad esempio, ha fatto una lista delle
irreperibilità segnalate dai cittadini e i farmaci anti epilettici che non si trovano sono due: il Keppra,
segnalato anche da Aifa, e il Vimpat. «È tutto molto deprimente per i malati cronici come noi - dice
Gabriella, che abita a Torino - Abbiamo paura che da un giorno all'altro medicine che per noi sono vitali
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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R2/ LA COPERTINA
04/03/2016
Pag. 1.40.41
diffusione:262053
tiratura:371646
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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scompaiano dalle farmacie. E purtroppo ogni tanto succede. Io ad esempio adesso ho problemi con il
Vimpat, come era già capitato alcuni mesi fa. Ma per noi i problemi sono frequenti anche con altri
medicinali, dei quali magari non si riesce a trovare il dosaggio giusto». Il Vimpat è un farmaco relativamente
recente, quindi non esiste un generico e se non si trova va cambiata la terapia. «Ma la sostituzione degli
anti epilettici è sempre problematica per noi pazienti, quindi facciamo di tutto per cercare una farmacia che
ce li trovi», spiega Gabriella, che aggiunge: «Tra le molecole che utilizziamo ce ne sono anche alcune con il
brevetto scaduto. Ma gli epilettologi sono scettici sulla possibilità di fare passare i malati come noi al
generico, soprattutto quando si tratta di pazienti che assumevano da tanto tempo un medicinale. E così ci
fanno prendere sempre il farmaco di marca, e noi spendiamo di più».
(mi.bo)
IL RIMEDIO PER L'ARITMIA
"Dovrò andare fino in Svizzera"
Alla fine ha anche pensato di andare in Svizzera a comprare la sua medicina. «Non sapevo più che fare e
stavo per seguire il consiglio di un altro malato con cui sono in contatto. L'in- dustria fa i suoi affari sulla
nostra pelle». Antonio vive a Firenze ed è a caccia di un farmaco per il cuore, il Rytmonorm, un anti
aritmico che sul sito dell'Agenzia del farmaco è indicato come irreperibile per motivi «produttivi», perché
cioè l'industria potrebbe aver calcolato male le scorte da inviare in Italia, e «regolatori», perché magari ha
modificato un dosaggio e deve avere un nuovo via libera da Aifa.
«Prendo quelle pillole da 325 con il rilascio prolungato, che per me è fondamentale - spiega - Non c'è
modo di sostituirle con generici, che pure esistono, proprio per il loro dosaggio particolare e per come
vengono assorbite dall'organismo». Antonio è a caccia della sua medicina ormai da gennaio e ha fatto di
tutto, ha battuto le farmacie della città e scritto anche una lettera a Repubblica. «Per fortuna avevo una
piccola scorta. Se sapessi che è disponibile in un'altra regione, ci andrei». In attesa che il produttore
sblocchi le forniture, cosa che secondo Aifa dovrebbe avvenire a fine mese, l'unica alternativa è tornare dal
cardiologo. «Gli chiederò se è possibile cambiare terapia, anche se con la mia malattia è un problema
abituarsi ad altre molecole dopo 6 anni con un farmaco. Non capisco perché le industrie procedano così.
Se producessero pasta potrei capirlo, ma qui è in ballo la vita di migliaia di persone». (mi.bo.)
L'ANTI COLESTEROLO
"Venderlo all'estero rende molto di più"
«OGNI volta è la stessa storia: il farmacista mi dice che non trova il medicinale, fa un giro di telefonate a
tutti i grossisiti e mi spiega che non c'è niente da fare, bi- sogna sostiturilo con un altro». Paolo vive a
Bologna e da anni prende il Crestor per tenere sotto controllo il colesterolo. Non si tratta di un farmaco
salvavita, ma di uno che va assunto quotidianamente e per questo motivo cambiare trattamento dopo tanto
tempo può essere un problema. «E infatti quando sono costretto a prendere una molecola simile,
consigliata dal medico di famiglia, non mi trovo bene, ho effetti collaterali, a partire da dolori muscolari». Il
Crestor appartiene alla classe delle statine, una delle categorie di farmaci più utilizzate nel nostro Paese.
Le assumono un milione e mezzo di persone. È una medicina a base di rosuvastatina, l'unica molecola
della categoria che ha ancora il brevetto attivo, e per la quale quindi non esistono generici. Proprio questa
circostanza rende il Crestor più costoso e, di conseguenza, un potenziale oggetto di esportazione parallela.
Venderlo all'estero può essere vantaggioso, anche se la conseguenza è mettere in crisi
l'approvvigionamento in certe zone del Paese. «Qui a Bologna sono ormai molte settimane che ho problemi
ad acquistarlo - spiega Paolo - E anche alcuni amici mi hanno confermato le loro difficoltà.
Ogni volta che esco dalla farmacia mi chiedo come può mancare una medicina nuova per il mercato come
questa...». (mi.bo.)
Alcuni dei farmaci segnalati come carenti da Aifa, Regioni o distributori Sinemet (Msd) anti Parkinson
Manca ciclicamente da 3 anni per problemi di produzione Spiriva (Boeringher) problemi respiratori Manca
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ciclicamente da quasi 4 anni per scarse forniture o espor tazione parallela Glazidim (Gsk) antibiotico Quasi
introvabile da 4 anni per problemi di produzione Mestinon (Meda Pharma) anti miastenia Manca
ciclicamente da 3 anni per scarse forniture o espor tazione parallela Requip (Gsk) anti Parkinson Manca
ciclicamente da almeno 3 anni per problemi di produzione Imigran (Gsk) anti emicrania Manca ciclicamente
da 3 anni per problemi di produzione Methotrexate (Pfzer) antineoplastico, ar trite reumatoide Manca
ciclicamente da un anno e mezzo per problemi di produzione Crestor (Astra Zeneca) statina anti colesterolo
Problemi di distribuzione da circa un anno per scarse forniture o espor tazione parallela Rytmonorm (Bgp
Products) anti aritmico Manca ciclicamente da 6-7 mesi per problemi di produzione Keppra (Ucb Pharma)
anti epilettico Manca ciclicamente da 5 anni per problemi di commercializzazione Clexane (Sanof) anti
trombotico Manca da un anno per scarse forniture o espor tazione parallela Optalidon (Cheefaro Pharma)
anti dolorifco Manca da un anno per cambio della composizione, oggi rientra di nuovo in commercio
L'ANTI PARKINSON
"È caccia grossa negli ospedali"
Acaccia del farmaco per il Parkinson nelle farmacie e ora anche negli ospedali. «Qualcuno cerca di
prenderlo direttamente nelle strutture sanitarie quando non c'è proprio modo di trovarlo altrove. Capita
sempre più spesso». Giancarlo è un malato di Padova e il suo cruccio è il Requip.
Quattro dosaggi del medicinale sono stati inseriti dall'Aifa nella lista degli irreperibili. Da almeno tre anni è
disponibile a singhiozzo, in certi periodi si trova e in altri no. «Ho scritto anche alla Regione Veneto perché
mi aiutino a reperirlo e soprattutto ad avere la sicurezza della continuità della terapia. Mi trovo bene e non
voglio chiedere al medico di cambiare». Il medicinale non è nuovo e solleva un problema diffuso quando si
parla di carenze. Ci sarebbero infatti dei generici, ma ai malati spesso non vanno bene. Giancarlo è tra
questi. «Ho provato questi prodotti ma gli effetti non sono uguali. È un problema di eccipienti, di rilascio
diverso. Il Requip dura di più e non è infrequente che chi lo prende in forma generica vada incontro a
differenze di azione. È giusto che rimanga a disposizione di chi ne ha bisogno». A dimostrare che i
problemi dei Requip sono ciclici è il caso di una signora di Prato, Luciana, rimasta senza farmaco l'anno
scorso. «A Milano, dove sono in cura, mi dissero di non sostituirlo con altri. Così mi sono messa alla
ricerca, prima di risolvere grazie a una farmacista che mi ha aiutato a reperirlo, ero andata avanti con le
scatole che mi ha dato la moglie di un malato che non lo usava». (mi.bo.)
04/03/2016
Pag. 34 N.10 - 10 marzo 2016
diffusione:166121
tiratura:222918
Mazzette in quota rosa*
Dalla sanità lombarda all'Anas, nelle tangenti è stata raggiunta la parità dei generi. Tra sete di potere,
volgarità e nepotismi: proprio come fanno i maschi
Gianfrancesco Turano
LA MAZZETTA È SPORT per signore e signorine. La women's liberation all'italiana conquista la parità dei
sessi in quel virtuosismo nazionale che è la corruzione. Mentre le imprese stentano ad aprirsi alle quote
rosa e solo tre donne fgurano fra i 100 amministratori più pagati delle società quotate (al diciottesimo,
quarantesimo e cinquantaquattresimo posto), nell'economia tangentara la manager avanza con passo
sicuro. Molte inchieste giudiziarie recenti fanno perno su fgure femminili potenti, spregiudicate, pronte a
monetizzare le loro posizioni dominanti o a imporre i loro protetti, i loro congiunti, i loro amanti. Nord e Sud,
come si diceva una volta, sono uniti nella lotta. Un mese fa l'ex prefetto di Palermo Giovanna Cannizzo è
stata messa sotto inchiesta per corruzione e concussione a Caltanissetta nella vicenda che ha già coinvolto
Silvana Saguto, responsabile delle misure di prevenzione del tribuna le di Palermo, anche lei sotto
inchiesta e ora trasferita. E se nei casi di Saguto e Cannizzo si impone la presunzione di innocenza, le
protagoniste di altre due inchieste han no ammesso le loro colpe e hanno iniziato a collaborare con la
giustizia dopo l'arresto. Sono Antonella Accroglianò, condirettore generale dell'Anas per il settore tecnico
amministrativo, e Maria Paola Canegrati, mente imprenditrice e braccio operativo di un sistema crimi nale
che ha investito il sistema sanitario lombardo. Nate entrambe nel 1961, hanno frmato confessioni che
promettono di inguaiare altri politici e amministratori di imprese private. Va da sé che la loro scelta difensiva
di collaborare non ha molto a che fare con un desiderio di ca stigo dostoevskiano. L'obiettivo è arrivare per
prime ai saldi e agli sconti dell'imminente stagione di condanne. D'altra parte, se non si è lungimiranti, non
si resta per anni ai comandi di un business dove la competizione è direttamente proporzionale a ricavi di
parecchie cen tinaia di milioni di euro. Le due dame hanno scelto a colpo sicuro i due settori, sanità e
strade, con maggiore partecipazione di finanziamenti pubblici. La sanità ha una tradizione consolidata di
tangenti in rosa. Lady Dentiera, cioè Paola Canegrati, arrestata a metà febbraio insieme al braccio destro
del governatore Bobo Maroni, il leghista Fabio Rizzi, è ultima di una dinastia iniziata con Lady Poggio lini, al
secolo Pierr Di Maria, moglie di Duilio, direttore del servizio farmaceutico nazionale, e proseguita da Lady
Asl, Anna Iannuzzi. Nella sua lunga ascesa che lei stessa commenta con terminologia vagamente sessista
(«trent'anni di marchette c'ho sulle spalle, ho fatto trent'anni di mar ciapiede, ho battuto tutti»), Canegrati ha
organizzato il più classico degli scambi fra appalti e tangenti. L'appartenenza leghista non è stata mai
occasione di apartheid. Con il manager della sanità Pietrogino Pezzano da Palizzi (Reggio Calabria), detto
"dottor Dobermann" per la sua passione cinofla e per la sua combattività, Canegrati aveva una rela zione
sentimentale e di business durata anche dopo che Pezzano è stato fotografato in compagnia di esponenti
della 'ndrangheta e tagliato fuori dalla scalata all'Asl Milano 1. Nei colloqui intercettati l'imprendi trice non
rinuncia però all'orgoglio lombardo: «Ogni volta che per lavoro vado a Roma mi chiedo come sia possibile
che lì le cose funzionano come funzionano. A Milano gare pubbliche, appalti. A Roma servizi assegnati per
tre anni senza bando». Le usanze locali non spaventavano Canegrati che progettava di esportare i suoi
servizi odontoiatrici in Friuli, Ligu ria, Piemonte, Abruzzo e Molise. L'arresto ha bloccato l'espansione. Ora
Lady Dentiera ha promesso di vuotare il sacco e spera di incontrare il fglio che il marito non vuole farle
vedere. Se nelle corsie di ospedale la fgura femminile rassicura dai tempi di Floren ce Nightingale, madre
dell'assistenza infermieristica, con il cemento e le ruspe la cosa è diversa. Costruzioni e grandi appalti sono
un mondo al maschile per eccellenza. È vero che nello scandalo del Mose ha giocato un ruolo non seconda
rio Claudia Minutillo, la segretaria dell'ex governatore veneto e ministro Giancarlo Galan costretta a mettere
all'asta le sue venti borse Hermès per pagarsi gli avvocati. Ma gli sprechi in laguna sfgurano a paragone
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Corruzione
04/03/2016
Pag. 34 N.10 - 10 marzo 2016
diffusione:166121
tiratura:222918
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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della massa di denaro gestita ogni anno dall'Anas, la prima stazione appaltante d'Italia. Accroglianò,
ribattezzata "dama nera" dagli investigatori che l'hanno arrestata lo scorso ottobre, guidava una cellula
criminale all'interno della società di Stato con l'obiettivo, ben retribuito, di privilegiare i suoi imprenditori di
riferimento. Fra questi ci sono i catanesi Domenico Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice, azionisti di
Cogip e Tecnis appena sequestrate per rapporti con Cosa Nostra. È improbabile che la Dama Nera abbia
agito con il solo aiuto di qualche dirigente di livello medio-basso e a insaputa dei superiori. Lei stessa ha
sottolineato che gli im prenditori siciliani avevano «relazioni importanti in Anas, con i vertici». Quei vertici
che la Dama di via Monzambano ha conosciuto da vicino. Lo sbarco di Accroglianò in Anas risa le a
ventidue anni fa quando l'allora ente pubblico, devastato dalle inchieste della prima Tangentopoli, viene
commissariato e affdato a Giuseppe D'Angiolino. Il manager messinese, cresciuto nell'osservanza del rito
democristiano, arriva da Italstrade (gruppo Iri) e si porta dietro Accroglianò, assunta da Italstrade appena
diciannovenne. Nel 1994 la dama non ancora nera diventa la segretaria del commissario straordinario e poi
presidente. Un anno dopo festeggia la laurea con i familiari. Fra questi spicca lo zio, Giuseppe detto
Peppino, consigliere Dc in Calabria per tre legislature a partire dal 1975, quando è il primo eletto assoluto
con 28 mila preferenze. I colleghi dell'opposizione comunista coniano per lui il neologismo "accroglianare",
a defnire i suoi inter venti in aula nel migliore, o nel peggiore, stile della retorica politica meridionale. Lo zio
non si limita ai confni regionali. Sbarca a Roma e viene accolto in quello che si definisce il circolo più
esclusivo della capitale, l'Antico Tiro a Volo: un centinaio di soci contro gli oltre mille del pur prestigioso
Aniene di Giovanni Malagò, Cesare Romiti e Luca di Montezemolo. Altri calabresi importanti frequenta no il
Tiro a volo. Tra questi, Antonio Catricalà, ex sottosegretario a Palazzo Chigi, poi numero uno dell'Antitrust.
Il lavoro lobbistico di zio Peppino si sintetizza nella fondazione di C3 inter national, un'associazione
culturale che raccoglie i calabresi di successo. Alla festa annuale e agli happening della C3, ribattezzato dai
massonofobi P 'Nduja, sono spesso presenti Antonella e suo fratello Galdino, che vorrebbe seguire la
strada dello zio. Alle regionali del 2014 otterrà 1346 voti, una trombatura e un'accusa per voto di scambio
nell'in chiesta intestata alla sorella. Antonella fa carriera in Anas e nel 2000 passa alla direzione centrale
lavori, nocciolo duro del business. Quando D'Angiolino se ne va nel 2001, arriva l'ingegnere leccese
Vincenzo Pozzi, nominato dal ministro forzista Pietro Lunardi. Pozzi non ama Accroglianò ma la teme. Lei
non risparmia colpi sotto la cintura ai rivali e alle cordate nemiche. Nonostante la promozione a condiret
tore ottenuta nel 2010 dal successore di Pozzi, l'ex Iri Pietro Ciucci, arriva a creare una vera e propria
cartiera per denunce anonime. Ne spedirà decine a un elenco di destinatari che, infallibil mente, inizia con il
presidente della Repubblica e termina con i cronisti. Mentre predica, spesso con elementi reali, razzola
malissimo. Fra i neologi smi della corruzione rimarranno le sue "ciliege", per indicare le mazzette ottenute
dagli imprenditori in cambio di piste preferenziali per i pagamenti. Le sue rivelazioni arriveranno in cima alla
piramide? Diffcile. D'altra parte, Paola Canegrati ha detto: «Il sistema ti uccide. Chi decide, il vertice, non
viene toccato. Noi siamo pesci piccoli, il capro espiatorio». Su questo la Dama nera sarà d'accordo. Foto:
Ansa (2)
Foto: SIA LA "DAMA NERA" SIA "LADY DENTIERA" HANNO SCELTO SENZA INDUGI I SETTORI DOVE
I SOLDI ARRIVANO A PIOGGIA
Foto: Antonella Accroglianò. A sinistra: nel video della Finanza. In alto: Maria Paola Canegrati
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Crocetta, parlano le carte
Gli atti dell'inchiesta sull'intercettazione del governatore mostrano che il lavoro dei giornalisti era basato su
fonti, verifche e contatti provati
Telesio Malaspina
IL PROCESSO CHE LA PROCURA DI PALERMO chiede per i giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi
non è per accertare o meno l'esistenza dell'intercettazione fra il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta,
e il suo medi co Matteo Tutino con la frase «Lucia Borsellino va fatta fuori; come il padre». L'accusa per i
giornalisti è se hanno o meno calunniato un uffciale dei carabinieri. Quindi se hanno scritto su "l'Espresso"
la notizia dopo aver effettuato riscontri e verifche. Dagli atti emerge la consapevolezza dei cronisti che la
conversazione esisteva. Come consapevoli erano dell'esisten za di dialoghi in cui Tutino faceva
apprezzamenti poco eleganti su Lucia Borsellino. A riascoltare adesso i fle delle intercettazioni depositate è
quasi un ritornello, ripetuto da Crocetta: «Va bene, ok». Una litania di consensi che compare nelle
conversazioni tra Crocetta e quelli che si defnivano «i suoi pretoriani». Il governatore ascolta i suoi fedeli
suggeritori che gli sottopongono assetti e nomine della sanità regionale, chiosa con il suo assenso e
dispensa consigli, suggerendo tattiche: «Le cose vanno servite con piatti freddi». Il dialetto il governatore lo
usa per sottolineare la sua autorità. Come quando scandisce, parlando dell'allora assessore Borsellino,
«ma viru io cu Lucia (me la vedo io con Lucia, ndr)». La trascrizione non rende il senso di quanto offre il
tono della voce nell'audio. L'accusa dovrebbe dimostrare che i giornalisti hanno scientifcamente e
consapevolmente scrit to questa notizia sapendo che non esisteva l'intercettazione. Ma dagli atti emerge
che Messina e Zoppi hanno fatto le verifche e trovato conferme dell'esistenza della conversazione. Le carte
processuali impongono quindi un ulteriore appro fondimento istruttorio. È chiaro, dagli atti, che deve
escludersi ogni suggestiva ipotesi di complotto. Seguendo la richiesta dei difensori, basata sul fatto che la
conversazione esiste, nei mesi scorsi il gip ha rigettato la richiesta della procura di giudizio immediato. Il
giudice Gioacchino Scaduto, presidente della sezione gip, ha respinto la richiesta dei pm: non c'erano gli
elementi e quindi le prove per accoglierla. Non solo, il giudice ha sottolineato un particolare rilevante e cioè
che «nulla con sente di escludere che l'espressione incriminata, o altra similare, possa essere stata
pronunciata da Tutino o da altri nel corso di una conversazione non compresa tra quelle allegate al
procedimento». Potrebbe dunque essere fra quelle che la procura non ha voluto fare esaminare ai periti del
tribunale. I pm, senza aggiungere nulla alle carte già esaminate dal gip, ne hanno chiesto il rinvio a giudizio.
Per il gip «certamente tra le tante conversazioni intercettate ve n'era almeno una, in cui qualcuno aveva
affermato che era necessario "far fuori" l'assessore, sia pure in senso politico e/o con esclusivo riferimento
al ruolo ricoperto, che non consentono di ravvisarvi il neces sario carattere dell'evidenza». Emerge, inoltre,
che l'uffciale di polizia giudiziaria che la procura sostiene essere stato calunniato, e che il gip indica come
«presunta parte offesa», aveva chiesto a Messina di leggere il testo dell'articolo prima di inviarlo a
"l'Espresso": segno evidente che i due erano in contatto mentre veniva scritto l'articolo. Ci sono poi altri
elementi che evidenziano la legittimità del lavoro svolto dai giornalisti. C'è un sms scritto da un carabiniere
che fa riferimento a intercettazioni dello stesso tenore. C'è un documento frmato da un uffciale dell'Ar ma,
depositato il 16 luglio scorso (nell'immediatezza dei fatti), quando la procura ha voluto fare un veloce
accertamento sull'esistenza dell'intercettazione: qui l'uffciale parla di un sommario esame delle
registrazioni, che non sarebbe esaustivo, e per questo chiede alla procura di poter dare una risposta
completa con un ulteriore incarico per ascoltare in modo approfondito e attento le conversazioni. Ed è
proprio questo l'approfondimento ulteriore che aveva chiesto di fare la difesa in fase preliminare e che
invece la procura ha negato. Foto: A. Nusca - Buenavista
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Il caso
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Foto: Il governatore della Sicilia Rosario Crocetta
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Dona un rene per salvare il nipote
Il ministro la chiama: "Mettersi in gioco vale più di tante campagne sui trapianti"
ALESSANDRO MONDO NOEMI PENNA
«Il dono più bello che si possa fare e ricevere». Anche il ministro Beatrice Lorenzin si è complimentata con
Giuseppina, la nonna coraggio che pur non essendosi mai sottoposta ad alcun intervento ha deciso di
donare un suo rene al nipote. Il ragazzo ha 15 anni e da un anno e mezzo era costretto alla dialisi: «Non
viveva più, aveva perso il sorriso, la gioia di chi ha la sua età. E appena ho saputo che aveva bisogno di un
trapianto di rene ho detto: ti dono il mio». Esempio per gli altri Il trapianto da nonna a nipote si è svolto
mercoledì mattina alle Molinette. Il prelievo è stato eseguito in laparoscopia dagli urologi Paolo Gontero e
Giovanni Pasquale, mentre nella sala operatoria a fianco è stato effettuato il trapianto dell'organo sul
giovane dai chirurghi vascolari Maurizio Merlo, Aldo Verri e Monica Hafner, e dall'urologo Omid Sedigh. La
donatrice ha 56 anni ma l'età, così come il diverso gruppo sanguigno, non ha influito. «Quando ci hanno
detto che eravamo compatibili c'è stata solo tanta gioia, poi l'ansia che qualcosa potesse andare storto»,
racconta Giuseppina. La famiglia arriva dalla provincia di Catania e «nonostante le lunghe attese della
sanità pubblica del Sud» non si è scoraggiata: «Abbiamo fatto le valigie e siamo venuti a Torino», afferma
papà Alfio, che non ha parole per ringraziare il gesto della suocera. «Per i miei figli è come una seconda
mamma. Ma prima di arrivare qui molti esami li abbiamo dovuti fare privatamente. Ora speriamo che tutto
questo possa essere da esempio e aprire la strada ad altri». Legame speciale «Non sono servite parole fra
noi. Prima dell'intervento ci siamo dati solo un lungo abbraccio», racconta nonna Pina, ancora provata
dall'operazione. «Ora sono solo contenta che sia andato tutto bene e non vedo l'ora di poterlo abbracciare
nuovamente». Il ragazzo è ricoverato in terapia intensiva ma per i medici entro un mese sarà di nuovo a
casa, dove potrà riprendere la scuola di agraria e la sua più grande passione: andare a cavallo. «Fra noi c'è
un legame speciale e spero che questo piccolo sacrificio riporti a mio nipote il sorriso che la lunga malattia,
di cui soffre da quando aveva 4 anni, gli ha tolto». Organi centenari La donazione di rene fra vivi non è più
un intervento inusuale. A Torino, centro di riferimento nazionale, se ne svolgono quindici l'anno contro i
cento tradizionali. Nella maggior parte dei casi avviene fra fratelli o fra moglie e marito, proprio perché con
le nuove tecniche utilizzate non è più necessario avere lo stesso gruppo sanguigno. L'età dei donatori si s t
a i n n a l z a n d o, c o s ì c o m e l'aspettativa di vita di alcuni organi. Il rene trapiantato sul ragazzo
siciliano potrà vivere oltre i cento anni, così come il fe gat o d e l l a p ro fe s s o re s s a 94enne di
Domodossa trapiantato sempre a Torino, a inizio febbraio, su una donna napoletana di 61 anni. Il plauso
del ministro A sorpresa, la telefonata di Beatrice Lorenzin: conversazione affettuosa e a tratti commossa,
quella tra il ministro della Salute e la nonna donatrice. La Lorenzin non solo si è complimentata per «l'atto
d'amore» ma, come spiegano dal suo staff, ha voluto sottolineare un episodio importante per la doppia
valenza che riveste: «Non solo è la riprova che la donazione da vivente a vivente si avvia a diventare una
prassi ma in termini di sensibilizzazione presso l'opinione pubblica il fatto di mettersi in gioco in prima
persona vale più di tante campagne pubblicitarie». c
Corsa contro il tempo Giuseppina, la nonna donatrice, ricoverata nel Centro Trapianti delle Molinette: al
suo fianco il genero, padre del ragazzo salvato grazie all'intervento
«Per i miei figli è come una seconda mamma, ora speriamo che questo gesto sia di esempio» Alfio il
padre del ragazzo
«Non sono servite parole fra noi, prima dell'intervento ci siamo dati solo un lungo abbraccio»
Giuseppina la donatrice del rene
L'organo vivrà 100 anni dialisi Il ragazzo doveva sottoporsi ogni settimana a tre cicli di dialisi
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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L'intervento alle Molinette dopo che la nonna era risultata compatibile
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41 anni La differenza d'età tra la nonna e il nipote: il rene trapiantato potrà vivere più di 100 anni
15 per cento La percentuale delle donazioni tra vivi in Piemonte: la media è più alta di quella nazionale
Foto: REPORTERS
Foto: Guarda il video www.lastampa.it/torino
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«Il ragazzo è stato liberato dall'obbligo della dialisi»
[N.PEN.]
Nonna e nipote sono ora ricoverati nel Centro trapianti renali delle Molinette diretto dal professor Luigi
Biancone: il suo ambulatorio segue 1800 pazienti l'anno. L'intervento è riuscito? «Tutto secondo manuale. I
reni della nonna erano in salute e quindi l'età non ha influito: è la biologia a fare la d i f f e r e n z a , n o n l
a c a r t a d'identità. Il ragazzo trascorrerà ora qualche giorno in terapia intensiva, poi potranno tornare a
casa ma contin u e r e m o a s e g u i r e e n trambi i paz i e n t i a d i stanza». Come si vive con un solo
rene? «Se uno funziona bene, non ci sono problemi. In ogni caso il ragazzo dovrà proseguire per tutta la
vita la terapia antirigetto, ma sarà libero dalla dialisi. Era arrivato a doverla fare anche tre volte la
settimana». E' stata complicata la procedura burocratica? «La donazione fra viventi è normata dalla legge e
prevede, oltre alle verifiche mediche, l'apertura di un fascicolo in pretura, che deve dare il via libera
escludendo le finalità di lucro. Ci è voluto qualche mese, sempre meno della ricerca di un organo
compatibile. Infatti il ragazzo da 15 mesi era anche nella lista dei trapianti, ma è scientificamente provato
che l'impianto di reni fra vivi è migliore rispetto a quello tradizionale».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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domande a Luigi Biancone nefrologo
04/03/2016
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«Fissare le visite sarà veloce come prenotare un aereo»
A 26 anni guida gli ospedali del gruppo San Donato E vuole rivoluzionare la sanità «Sarà più smart e
accessibile»
Maria Sorbi
Si presenta all'intervista con addosso un maglione di lana e l'immagine di un maialino rosa cicca: è il suo
casual look del venerdì. A guardarlo in volto, pulito e sbarbato, lo scambieresti per lo stagista. È il capo di
tutta la «baracca». Con la freschezza dei suoi 26 anni, Paolo Rotelli è alla guida del gruppo San Donato,
che comprende il San Raffaele e una galassia enorme di ospedali tra cui l'ortopedico Galeazzi, il
Sant'Ambrogio e la Madonnina. Ha ereditato il ruolo dal padre, Giuseppe Rotelli, il «re della sanità»
scomparso nel 2013. E fu proprio il padre a battezzare il suo debutto, in occasione dell'operazione di
salvataggio del San Raffaele: «Ho mandato Paolo a farsi le ossa in Francia - disse allora «sua sanità» Voglio che torni preparato a ricoprire il suo compito». Ora sarebbe fiero di lui. Rotelli junior sembra avere le
idee ben chiare su come cambiare la sanità, su come infrangere il meccanismo dei baroni in reparto e su
come ribaltare quell'idea per cui si accede a un certo livello di cure solo se si conosce qualche pezzo
grosso. Paolo Rotelli, a lei il compito di risanare il San Raffaele, affossato da un miliardo di euro di debito. A
che punto dell'operazione siamo? «Al 50 per cento. Dico così perché il bilancio ora è in pareggio, siamo in
grado di fare investimenti e di sostenere il debito, che inizialmente era di 300 milioni. Anzi, fosse per noi
vorremmo estinguerlo tutto subito». Non potete saldare i debiti tutti in una volta? «Purtroppo no. Ad
esempio, vorremmo rimborsare alla Bei (Banca europea) tutti i 150 milioni che le dobbiamo in una sola
tranche. Ma non possiamo. Ai tempi Don Verzé cambiò il tasso da variabile a fisso, quindi la banca si
prende il 5% ed è interessata a dilazionare le rate». Come sono ora i rapporti con le Sigille, le sue
fedelissime, soprattutto all'interno dell'università Vita e Salute? «Abbiamo trovato un equilibrio e abbiamo
svecchiato l'atmosfera mistica che vigeva là dentro. Abbiamo laicizzato vertici e ricerca. Così il San
Raffaele è in grado di rimanere un'eccellenza e di competere con gli ospedali universitari internazionali».
Come è stato accolto, lei, così giovane, dai grossi primari di vecchia data? «All'inizio con diffidenza. Tutti
temevano che arrivassi a tagliare medici e personale. Poi hanno capito che volevamo far crescere
l'ospedale. Abbiamo trasformato i primari in imprenditori liberi di gestire la loro azienda, cioè l'unità
operativa». Che progetti ha per il San Raffaele? «Stiamo pensando a un investimento di 50 milioni per
costruire un nuovo polo dell'emergenza e dell'alta specializzazione. Si tratta di una torre che unificherà il
pronto soccorso con un piano dedicato solo alle sale operatorie, una ventina, e un altro piano riservato alla
terapia intensiva». Poco fa ha parlato di svecchiamento. Cosa significa «svecchiare» un ospedale? «Ad
esempio significa investire sulla comunicazione. Ho creato uno staff di dieci persone, tutti giovani, tra
giornalisti, grafici e responsabili di web video e social network. E per la prima volta ho voluto che il gruppo
San Donato investisse per comunicare. Cosa che mai era stata fatta prima». È la new era del brand del
gruppo? «È solo l'inizio. Stiamo per lanciare una nuova campagna per il 5 per mille. Il brand va potenziato.
Nei nostri reparti lavorano dei numeri uno, ovunque, ma la gente non sempre lo sa. Sta a noi dirlo». Come
rendere la sanità più vicina alla gente? «Basta renderla più facile. Voglio che prenotare una visita sia veloce
quanto prenotare un volo aereo. Serve una sanità più accessibile e più smart. Ora invece è come quando
per prenotare i voli si andava in agenzia perché non c'era Internet». Un'app al posto dei centri di
prenotazione Cup? «Proprio così. Ci saranno cartelle cliniche elettroniche uguali in tutti i nostri ospedali.
Ovunque si trovi, il paziente sarà 'conosciuto' da tutti i medici». Cos'è una sanità smart? «Ad esempio è
una clinica all'interno di un centro commerciale. Uno fa la spesa e poi può andare a fare risonanze,
ecografie e visite, pagando in media 39 euro. Abbiamo aperto una smart clinic nel centro commerciale di
Bergamo, ma è solo una prima tappa. E poi significa tempi più veloci, niente code». Ci faccia un esempio di
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Paolo Rotelli l'intervista »
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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tempi veloci. «Alla clinica milanese Madonnina, per avere un preventivo, bisognava aspettare 48 ore e il
margine di errore era di un preventivo su tre. Ora i pazienti hanno tutto in 5 minuti e pagano quasi sempre
la cifra pre annunciata». È sua l'idea dei video su web per promuovere l'alimentazione sana? «È un
progetto a cui tengo molto. Inizialmente i nostri video erano seguito solo da donne over 40 appassionate di
ricette. Allora ho pensato a una serie con un protagonista idolo dei giovani: Emilozio del Club Dogo. Ogni
episodio ora ha 400mila visualizzazioni». Cosa pensa degli arresti legati agli appalti odontoiatrici in
Lombardia? «Penso che siano casi isolati. Diciamo così: il sistema lombardo non è malato di un tumore
incurabile ma ha avuto un brutto raffreddore». Lo scandalo sulle dentiere low cost ha lasciato un vuoto nel
mercato sanitario. E lei non ha perso tempo. «No, non si può perdere tempo. E infatti stiamo per inaugurare
una serie di ambulatori odontoiatri privati, meno cari rispetto a uno studio dentistico ma non low cost». Ci
spieghi meglio? «Se fossimo un'auto saremmo una Golf, potente quanto un'Audi ma meno cara, senza
tuttavia essere un'utilitaria».
Le frasi
IL PROGETTO
Apriremo nuove cliniche nei centri commerciali
IL FUTURO
Investiamo 50 milioni in un centro emergenze
SVECCHIAMENTO
Video web coi Club Dogo, app e staff di giovani
Chi è
Il baby imprenditore che gestisce un impero da 1,5 miliardi di euro Paolo Rotelli nasce a Brescia nell'89. Si
diploma nel 2007 al liceo Stendhal di Milano. Nel 2013 si laurea in management interculturel all'ateneo
Science Po Aix en Provence, destinato alla formazione della classe dirigente francese. Nel 2011 debutta
nel gruppo San Donato, affiancando l'amministratore delegato. Due anni dopo entra nel board come vice
presidente. Dal giugno 2015 ricopre la carica di presidente del gruppo ospedaliero San Donato, che
comprende 18 ospedali, - tra cui il policlinico San Donato, il San Raffaele e il Galeazzi per 5.169 posti letto
e 1,5 miliardi di fatturato.
04/03/2016
Pag. 15
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tiratura:85153
Eutanasia, appello all'Istat" Pubblicate i dati sui suicidi "
LUCIANA CASTELLINA, CHIARA RAPACCINI, FRANCESCO LIZZANI E CARLO
Ècominciata la discussione parlamentare sulla legalizzazione dell ' e uta nasi a, sulla legge di iniziativa
popolare, 67mila firme, sepolta nei cassetti di Montecitorio dal 2013. E c ' è una lettera aperta di Luciana
Castellina, che fu compagna di Lucio Magri, Chiara Rapaccini, compagna di Mario Monicelli, Francesco
Lizzani, figlio di Carlo, e Carlo Troilo, dirigente radicale dell ' As sociazione Luca Coscioni, che chiede al
presidente dell ' Is ta t Giorgio Alleva di ritornare a pubblicare i dati sul numero di suicidi causati da malattia
come faceva fino al 2010. Il fratello di Carlo Troilo, Michele, si gettò dal terrazzo di casa a 70 anni,
consumato da una leucemia acutissima. Era il 2004. " Gli mancavano pochi giorni - raccon ta Carlo - ma
non resse più alla perdita di controllo del suo corpo, la fece finita all ' alba " . L ' appello chiede di rendere di
nuovo noti i dati dei suicidi per colpa di malattie terminali, " è importante che l ' Istat - dice ancora Carlo
Troilo - torni a pubblicarli ora che i deputati discutono delle proposte di legge sull ' eu tan asia " . Tuttavia,
ieri, uscendo dalla Camera il radicale Marco Cappato ha spiegato: " Non ci eravamo fatti illusioni sull ' ap pr
ov azione di un calendario dei lavori. Si sono limitati alla lettura della relazione senza dibattito. I tempi sono
lunghi. Continuiamo la nostra azione di disobbedienza civile aiutando le persone malate che ce lo chiedono
ad andare in Svizzera " . QUESTO IL TESTO della lettera al presidente dell ' Istat Alleva. Èiniziata alla
Camera, presso le commissioni Giustizia e Affari sociali, l ' esame delle varie proposte di legge in tema di
scelte di fine vita presentate in questi ultimi anni, fra cui quella di iniziativa popolare depositata nel
settembre del 2013 dalla Associazione Luca Coscioni, con 67mila firme di cittadini/elettori. I presentatori di
questa proposta di legge ritengono che l ' impossibilità di ricorrere legalmente alla eutanasia abbia come
conseguenza, in molti casi, la decisione di cercare nel suicidio una " uscita di sicurezza " . Questa
convinzione trova una base di comprovata autorevolezza nelle tabelle dell ' Istat sui suicidi in Italia, che fino
al 2009 fornivano, assieme ad altre voci (maschi e femmine, Nord e Sud, livello culturale, mezzi di
esecuzione), anche quella relativa al movente. Dalla voce " movente " risultava - arrotondando le cifre - che
su poco più di tremila suicidi l ' anno, per oltre mille il movente erano le " malattie " (fisiche o psichiche): più
delle " morti bianche " dei lavoratori, che giustamente suscitano nel Paese dolore e riprovazione. Un
rapporto quantitativo molto simile si registrava per i tentativi di suicidio (più di 3.000), dovuti anch ' essi, in
oltre 1.000 casi, al movente " malattie " . A partire dalle tabelle relative al 2010, l ' Istat ha però deciso di
eliminare la voce " movente " . In una nota dell ' agosto 2012 ( " I suicidi in Italia: tendenze e confronti,
come usare le statistiche " ) l ' Istituto, partendo da " linee guida " dell ' Oms, l ' Organizza zione mondiale
della sanità, sottolinea la forza del fattore emulativo nel caso dei suicidi e raccomanda la massima cautela
nella diffusione dei dati. Ci chiediamo se non sarebbe stato opportuno eliminare semmai la voce " modalità
di esecuzione " , che per la sua obiettiva brutalità può più facilmente provocare fenomeni emulativi rispetto
alla voce " moven te " . E proprio in questa direzione ci sembra orientato uno studio recente dell ' Oms. I
deputati si troveranno ora privi della sola serie di dati che consentiva di ragionare non in astratto su una
ipotesi che a noi, non " addetti ai lavori " , sembra degna di valutazione. Le saremmo grati se volesse
consentire ai deputati di conoscere i dati degli ultimi anni sui moventi dei suicidi.
Foto: Chi dice basta Lucio Magri è andato a morire in Svizzera nel 2011, Carlo Lizzani si è gettato dal
balcone di casa sua nel 2013 e Mario Monicelli da quello de l l ' osp e d a le nel 2010
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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LA LETTERA Via al confronto sulla dolce morte, i congiunti di Lizzani, Magri e Monicelli chiedono di
ripristinare le statistiche sui decessi volontari di malati grav i
04/03/2016
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L'Unità
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tiratura:57915
Quella verità che ancora non c'è
Luigi Cancrini
Mi ricordo quando, in una trasmissione di Rai 3 di Fabio Fazio, Roberto Saviano aermò che non solo nel
sud c'era la malavita organizzata, ma addirittura anche in Lombardia. E ricordo perfettamente lo scalpore,
lo scandalo che questa aermazione suscitò nei media e nei politici. Saviano doveva ritrattare oppure la Rai
doveva assegnare un congruo tempo all'on. Maroni perché nello stesso luogo contestasse radicalmente le
calunniose aermazioni dell'intellettuale campano. Sembrava una forzatura, invece Maroni la spuntò e si
presentò in pompa magna in televisione per magnificare l'ambiente lombardo immune dal cancro della
malavita organizzata. Grande spolvero e silenzio di Saviano. Passano pochi anni e giorno dopo giorno le
granitiche asserzioni di Maroni vengono sbriciolate dalle incriminazioni e dagli arresti continui. Oggi tutti
sappiamo quale è la reale situazione della Lombardia quanto a corruzione. In un altro paese, di Maroni si
vedrebbero solo le nuvolette al seguito del suo lanciarsi alla ricerca di un nascondiglio segreto su Saturno.
Invece... Giuseppe Alù Sono passati davvero pochi anni, caro Giuseppe, dal tempo in cui Roberto Saviano
propose al grande pubblico di RaiUno la sua denuncia. Ministro dell'Interno, Maroni trattava con Gheddafi e
Berlusconi la possibilità di sparare sui profughi che scappavano dalla Libia e chiedeva risarcimenti milionari
a me, alla Concita De Gregorio e a l'Unita che parlava di queste sue scelte delittuose, Gheddafi veniva
accolto trionfalmente a Roma da 500 fanciulle in festa, Arcore era tutto un fiorire di cene eleganti,
Bertolaso, Anemone e C. si davano da fare con finalità non sempre convergenti con quelle dei terremotati
per la ricostruzione de L'Aquila, palazzo Grazioli e gli altri luoghi della "movida" politica romana brulicavano
di escort e di palazzinari, di mediatori senza scrupoli e di giornalisti compiacenti. A Milano, nel frattempo,
quelli della Lega banchettavano tranquilli e non sempre sobri con i soldi trafugati ai colleghi di Roma
"ladrona" inaugurando nuove forme "leghiste" di "società dei magnaccioni" e la sanità lombarda metteva a
punto, sotto la regia di Comunione e Liberazione e dell'Opus non tanto Dei comitati d'aari. Gli anni che
sono passati da allora sembrano tanti oggi, penso, soprattutto per l'inverosimiglianza di storie che allora
erano normali e che oggi sembrano impossibili e sono incredibilmente pochi, invece, meno di dieci, e il
nostro paese è cambiato invece tanto da allora da non sembrare più lo stesso. Anche se alcune persone
sono rimaste le stesse, come Maroni. Per ricordarci forse che tutte quelle cose sono realmente accadute.
Di quella realtà il Pirellone della Regione Lombardia, possiamo dirlo oggi con amarezza più che convinta, è
rimasto come una testimonianza particolarmente significativa e forte. Per colpa anche degli elettori che,
senza lasciarsi impressionare più di tanto dal modo in cui era stata fermata dai magistrati l'esperienza
precedente di Formigoni preferirono un candidato leghista ad Ambrosoli, un uomo perbene della cosiddetta
società civile. Ma per colpa o responsabilità poi soprattutto di Roberto Maroni che scelse come Assessore e
come Presidente della Commissione due persone destinate ad assicurargli una stabilità politica proprio
garantendo una continuità ai guadagni, leciti ed illeciti, ai gruppi di aari e di potere che così profondamente
avevano infiltrato la Sanità lombarda. Colletti bianchi, si diceva un tempo parlando di una criminalità
organizzata capace di avere rapporti con l'establishment economico e finanziario mentre di "mafia capitale"
si è parlato nel momento in cui ci si è resi conto della trama fitta di aari e di condizionamenti che gestiva i
finanziamenti pubblici a Roma e termini simili dovrebbero cominciare ad essere usati anche lassù forse, in
Lombardia perché le mafie di cui parlava Saviano allora fioriscono soprattutto nei luoghi in cui le istituzioni
sono deboli e corrotte ed in cui il denaro fresco dei mafiosi e dei camorristi può risultare decisivo nello
sviluppo di imprese: lecite e di successo nella misura in cui sono capaci di riciclare proprio quel denaro.
Come ben documentato, in fondo, da molto tempo. Enrico Deaglio, Patria, 1978-2008 , pagina 119:
"maggio 1981, Vittorio Mangano, uomo al centro di un vorticoso giro di denaro nazionale ed internazionale
e uomo di punta del narcotraco a Milano, bada ai suoi aari dalle stanze dell'hotel Duca di York, in pieno
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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L'Unità
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
centro, ha aperto un conto corrente, ha un elegante libretto di assegni e un fido generoso presso la Rasini,
una banca piccola, riservata con un inappuntabile funzionario di nome Luigi Berlusconi a sua disposizione,
il papà del giovane industriale che Mangano ha protetto dalla mafia per tanti anni e che si sta per lanciare
con entusiasmo dal mondo degli aari a quello della politica". Diventando uno degli uomini più ricchi del
mondo. Un giorno qualcuno ripartirà da lì, con l'aiuto di Deaglio e Saviano, penso, per capire cosa è
successo davvero e di quale eredità si stia occupando o non occupando il Governatore Roberto Maroni.
Foto: PSICHIATRA E PSICOTERAPEUTA
04/03/2016
Pag. 34
diffusione:41868
tiratura:57179
Sveglia l'intestino combatti la stitichezza
Da ALCKAMED In Farmacia Quando l'intestino si "addormenta" e perde la sua regolare puntualità è
possibile andare incontro ad episodi di stitichezza che possono causare cattiva digestione, senso di
gonfiore con tensione addominale e alitosi. Secondo le recenti linee guida il problema può essere affrontato
con una dieta ricca di fibre indispensabili per ritrovare e mantenere la corretta motilità intestinale. Seguendo
queste direttive è stato formulato Dimalosio Complex , un preparato a base di Psillio e Glucomannano, fibre
naturali, arricchito con Lattulosio ed estratti vegetali, componenti attivi che agiscono in sinergia per
"risvegliare" la corretta motilità intestinale senza irritare. Dimalosio Complex sveglia l'intestino pigro, usato
con regolarità svolge un'azione come regolatore intestinale, favorisce la crescita della flora batterica ed
aiuta a combattere quel fastidioso gonfiore addominale facilitando una normale evacuazione. Dimalosio
Complex lo trovate in Farmacia, disponibile in confezione da 20 bustine al gradevole gusto pesca .
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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SPECIALE STIPSI?
04/03/2016
Pag. 22 N.9 - 4 marzo 2016
Glossario del leghista intercettato
Dalle registrazioni telefoniche dell'ultima inchiesta sugli appalti, manuale pratico di traduzione simultanea
dal padano all'italiano. Più che semiserio, assai vero
Luigi Ferrarella
Piccolo manuale pratico di traduzione simultanea dal leghista all'italiano. Edito dalle intercettazioni e dai
commenti di partito sull'inchiesta dei magistrati di Monza nella quale sono state arrestate 21 persone, tra le
quali il presidente della Commissione Sanità della Regione Lombardia e "padre" della riforma sanitaria
vantata dal presidente Roberto Maroni. «Padroni a casa nostra, fora da i ball!». Traduzione: indebite
pressioni, con un intervento «pesantissimo...nel senso che hanno capito che è meglio non mettersi contro»,
sui dirigenti di un ospedale che sembravano intenzionati ad affidare la gestione dell'odontoiatria a una
società svizzera anziché alle società dell'imprenditrice di riferimento del presidente leghista della
Commissione Sanità (entrambi ora arrestati con l'uomo di fiducia del consigliere regionale): «È un bingo
pazzesco! (...) Va portata a casa ma anche perché.... ehm, tu sai che noi nella riforma abbiamo fortemente
insistito in ogni suo punto per il "chilometro zero" ...Gli svizzeri che cazzo c'entrano?... adesso non
prendiamoci in giro!». «Gli extracomunitari? Vanno sì aiutati, ma a casa loro». Traduzione: «Dall'ospedale
pediatrico, cioè dall'ospedale in Brasile, potrebbero venir fuori un paio di milioni a testa (...) Ne basterebbe
uno... No? Facciamo uno... Anche mezzo basta! Non ti risolve la vita ma ti alleggerisce tutto. Anche mezzo
milione di euro basterebbe». Detto della realizzazione di un ospedale pediatrico nello stato del Goya in
Brasile, progetto di Regione Lombardia nell'ambito del quale agivano come figure istituzionali due degli
arrestati. «Il modello Lombardia va esportato». Traduzione: «Senti è bello sereno Luca?». «Beh, Luca da
ieri è ancora più sereno, perché ieri sera siamo usciti a cena noi tre eh...», e il presidente della
Commissione Sanità «gli ha fatto presente che questa cosa è un progetto politico di estensione... (adesso ti
faccio ridere perché Fabio in questo è veramente bravo) ... di estensione del modello lombardo dentro casa
di chi ci ha insegnato come si faceva il sociale fino a ieri... E gli facciamo vedere come il modello Lombardo
invece funziona e funziona molto bene, anche tra i comunisti». Detto del progetto degli indagati-intercettati
di convincere una manager sanitaria di strutture ospedaliere della "rossa" Toscana a far gestire quattro
centri alle società dell'arrestata imprenditrice di riferimento. «Il sistema dei controlli della Regione funziona.
E siamo dotati di strumenti specifici contro la corruzione» (Maroni, ottobre 2015). Traduzione: c'è una
Agenzia regionale di controllo sul sistema sociosanitario, un'Unità organizzativa sul sistema dei controlli e
prevenzione della corruzione, un Comitato dei controlli, un ex magistrato nominato sottosegretario di
Maroni alla Trasparenza, un ex generale della Guardia di Finanza a capo di un Comitato regionale
trasparenza sugli appalti e sicurezza nei cantieri, e da ultimo c'è pure il progetto di una neonata Autorità
regionale anticorruzione: eppure non uno degli scandali della sanità lombarda è emerso da qualcuno di
questi controlli, ma sempre e soltanto dalle indagini della magistratura. «La Lega non ha nulla da
nascondere, chi sbaglia paga». Traduzione: «Se so che qualcuno nella Lega sbaglia sono il primo a
prenderlo a calci nel culo e a sbatterlo fuori. Ma lui è un fratello e lo difenderò fino all'ultimo da quella
schifezza che è la magistratura italiana». Detto dal leader leghista Salvini all'indomani del rinvio a giudizio
del suo vice per peculato e falso nelle spese pseudo-istituzionali di consigliere regionale in Liguria. «Ci
sono dei magistrati politicizzati, in questo caso mi pare di poter dire che hanno fatto egregiamente il loro
lavoro. Sono deluso e ferito per i rapporti personali che avevo con Rizzi, sono veramente incazzato per
quello che è successo, perché il lavoro che stiamo facendo in questi anni per garantire trasparenza rischia
di venire infangato». Detto da Maroni dopo l'arresto. Traduzione: «Probabilmente sono stato un pirla,
troppo leggero, non mi aspettavo l'arresto, ma solo un avviso di garanzia, sono stato sorpreso». Ah no:
questo era il tesoriere della Lega di oltre 20 anni fa, Alessandro Patelli. All'uscita dagli arresti domiciliari nel
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Diritti e Rovesci
04/03/2016
Pag. 22 N.9 - 4 marzo 2016
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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1993 per un finanziamento illecito alla Lega di 200 milioni di lire dal gruppo Ferruzzi-Montedison.
Foto: Quale sanità Fabio Rizzi, capo della Commissione Sanità della Regione Lombardia e stretto
collaboratore del governatore Roberto Maroni: è stato arrestato nell'ultima inchiesta dei magistrati di Monza
sugli appalti truccati.
04/03/2016
Pag. 98 N.9 - 4 marzo 2016
Occhio ai blog "liberi", la salute è cosa seria
Troppo spesso su internet dilagano informazioni superficiali, sbagliate o pericolose. Il caso dei bollini blu
simboli d'affidabilità
Luigi Ripamonti
Internet e i social media fanno bene alla salute? La domanda torna d'attualità dopo la scomparsa di
Umberto Eco, secondo il quale i "social" davano parola a "legioni d'imbecilli". Aveva ragione? Nel campo
della medicina la risposta, nello spirito di questa rubrica, è duplice. Cominciamo dal "detto": i social
network, e più in generale internet, sono senza dubbio una grande opportunità per la libera informazione.
Quando si tratta di temi delicati come quelli che attengono alla salute, tuttavia, questa libertà può anche
trasformarsi in un pericolo. Ecco il "contraddetto": senza invocare censure, è palese il rischio rappresentato
dal piano di parità di cui può godere in rete l'opinione di chi ha orecchiato qualcosa su un argomento e
quella di chi, sullo stesso, ha speso la vita a studiare. Non è un caso che già nella prima metà degli anni
Novanta l'Health on the Net Foundation (Hon), un ente indipendente, avesse messo a punto un certificato
di attendibilità (vero e proprio bollino da esibire sulla pagina) che poteva essere rilasciato ai siti web che
trattavano di salute solo dopo un periodo di osservazione su quanto pubblicavano. Se il problema si era
posto già allora, a maggior ragione si ripropone adesso, visto che il passaparola di una volta fra vicine di
casa sul rimedio per la tosse può assumere la forza d'urto di uno tsunami planetario, le cui onde hanno
l'aspetto di cinguettii, "quotation", o "like". Il rischio è allora diventare lettori di informazioni a volte
superficiali, a volte sbagliate, a volte deliranti o pericolose, generate da un'ignoranza che si accompagna
non di rado a proporzionale sicumera, quando non a violenza verbale. Diverse asserzioni "scientifiche" che
circolano sulla Rete, pur avendo fondamenti fragilissimi, hanno, nondimeno, la capacità di inuenzare in
modo profondo la coscienza collettiva, con conseguenze non solo sul piano individuale ma anche sociale e
politico. Vale forse allora la pena soffermarsi su un problema di fondo. Molti sostenitori del "superamento"
del medico e dei mezzi d'informazione "ufficiali", fra cui i giornali con i loro siti, ritengono sia meglio fidarsi
della libertà di un blogger piuttosto che della "casta" delle istituzioni e dei media "di regime". Può essere
una scelta azzeccata: blogger e social network possono essere i "cani da guardia" della libera
informazione. Però, sarebbe sbagliato fare di tutta l'erba un fascio anche in questa categoria. Perché come
è giusto avere un occhio severo verso l'informazione "consolidata", lo stesso atteggiamento si dovrebbe
avere verso un'informazione che non può definirsi indipendente solo per diritto statutario. E potrebbe
essere allora opportuno chiedersi come campano alcuni blogger o siti d'informazione "contro". Si potrebbe
scoprire che talvolta sono molto meno affrancati da interessi di quanto non si sforzino di sembrare. E non si
pensi solo o a forme di finanziamento più o meno facili da decrittare, ma anche ai vantaggi diretti e indiretti
che possono derivare, per esempio, da un'affiliazione ideologica. Lo stesso vale per alcune "star" dei social
o di YouTube, la cui "ricompensa" potrebbe essere rappresentata non solo da introiti economici legati al
traffico che producono per le piattaforme sui cui agiscono, ma, magari, anche solo dall'alimentazione del
proprio ego, costi quel che costi (agli altri). Il problema è che «da quando la gente ha smesso di credere in
Dio ha cominciato a credere a tutto». Non so chi l'abbia detto, ma dev'essere vero: l'ho letto su Twitter.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Piaceri&Saperi Detti & Contraddetti
04/03/2016
Pag. 56 N.1459 - 4 marzo 2016
diffusione:305529
tiratura:424233
PER CURARE I MALATI: TERAPIE ED EMPATIA
Da Cremona a Perugia e a Treviglio si moltiplicano i corsi per far crescere la relazione tra medici e pazienti.
Che aiuta a guarire
Rossana Campisi
Orazio, infermiere, osserva lo sguardo di Marina Abramovic durante la performance The Artist is Present in
un video e pensa: chissà se fssare gli occhi di un paziente in attesa di una diagnosi servirebbe a liberarlo
da certe emozioni, proprio come fa la Abramovic con chi si siede davanti a lei. Melissa, specializzanda di
medicina, legge una pagina di Specie di spazi di George Perec e si rende conto che in ospedale la gente
resta anonima come se quello fosse un non luogo, mentre ogni operatore avrebbe hobby e sogni da
condividere. Michele, medico dirigente, e Chiara, volontaria, fssano invece le mani di una massaggiatrice in
un flm e ne sono certi: se di mezzo c'è il dolore il potere del contatto è cruciale. Siamo all'ospedale di
Cremona, area oncologica. Qui, venti operatori di ogni età sono stati a lezione di arte, letteratura, cinema:
dieci incontri per rifettere su come, al di là della terapia, la cura dipen da da gesti e relazioni. Alla fine, ogni
partecipante ha espresso ciò che ha scoperto o ri-scoperto grazie al corso con un lavoro fnale di quattro
foto, a tema libero ma con un obiettivo comune: immortalare le emozioni che circolano in corsia, dal senso
dell'attesa ai limiti del dolore, dalla fducia alle sensazioni post-intervento. Gli scatti sono stati esposti al
Museo Archeologico della città nella mostra La cura in un gesto perché rappresentano un patrimonio
umano ed emotivo da condividere con tutti. «Il prossimo obiettivo è coinvolgere i pazienti, chiedere loro di
esprimere il doloro con una foto. Con l'uso della tecnologia in medicina si è persa di vista la capacità
relazionale. Per questo oggi negli ospedali è sempre più diffusa l'esigenza di "umanizzazione" attraverso
corsi e progetti» spiega Stefania Mattioli, responsabile scientifco del progetto La cura in un gesto (realizzato
con l'Associazione cremonese per la cura del dolore) e di altri in corso. DiversaMente , per esempio, è un
ciclo di lezioni tenuto da un docente di Filosofa morale che si conclude con la visione, al teatro Amilcare
Ponchielli, dello spettacolo Due donne che ballano, basato sulla relazione tra una malata e la badante.
Pronto come posso aiutarla? è invece una serie di lezioni tenute da un'attrice in cui gli operatori telefonici e
degli sportelli imparano a trattare in modo più empatico chi è all'altro capo del telefono. Al valore
dell'empatia in ospedale credono anche i B.Livers (nome che contiene tre signifcati: be , essere, live ,
vivere, believe , credere), un gruppo di giovani pazienti oncologici dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano
che, affancati da studenti e volontari, realizzano Il Bullone , un giornale on line
(http://bliveworld.org/ilbullone/ ) voluto dalla fondazione Near Onlus, e una linea di cosmesi, borse e gioielli
il cui ricavato fnanzia altri progetti. Gli ex pazienti hanno invece creato una band (The B.Livers) che si
esibisce nella canzone Nuvola di ossigeno , scritta con Faso, il bassista di Elio e le Storie Tese, per
raccogliere fondi per l'Istituto di Milano e la Fondazione Cleme. Anche all'ospedale di Perugia la voglia di
dare un volto più umano all'ospedale si traduce in progetti concreti: Ospedale aperto dà la possibilità di
personalizzare gli orari dei pasti e i tipi di menù (multietnici), di aprire le porte ai visitatori anche nei reparti
di terapia intensiva, di tenere letture in pediatria, cineforum in psichiatria, cabaret nelle salette comuni.
Nell'Ospedale di Treviglio (Bergamo), in collaborazione con il Tavolo salute mentale Valle Brembana e la
parrocchia di Zogno si organizzano invece laboratori di scrittura autobiografca sul tema della sofferenza
psichica rivolti a pazienti e parenti.
Foto: A SINISTRA E SOTTO, OSPEDALE DI CREMONA, PROGETTO LA CURA IN UN GESTO . IN
BASSO, MARINA ABRAMOVIC NELLA PERFORMANCE THE ARTIST IS PRESENT
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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SCIENZE
04/03/2016
Pag. 57 N.3 - marzo 2016
diffusione:25000
tiratura:30000
HAND MADE
Organizza o partecipa ad un torneo sportivo in favore dell'integrazione e contro il razzismo. 1 Partecipa ad
una iniziativa di raccolta alimentare nei supermercati o di medicinali nelle farmacie per sostenere la Caritas
o altre associazioni.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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AGIRE
04/03/2016
Pag. 27 N.10 - 11 marzo 2016
diffusione:92337
tiratura:168911
corpo Ha bisogno di attenzioni speciali Fino alla fine di marzo acquistando in farmacia un trattamento corpo
Vichy si riceve in omaggio un elegante e pratico beauty kit, con due prodotti per la cura del corpo in formato
ridotto della linea Ideal Body, il Latte-Siero e il Balsamo, più, sempre in confezione speciale, Liftactive
Supreme, per un immediato effetto lifting, e Pureté Thermale Soluzione Micellare 3 in 1, che deterge,
strucca e regala purezza. all'interno Pericolo inquinamento Perfezione tra le dita 3 6 Un fondotinta per... 3 9
MODA Bentomata primavera! •> La dieta Tao La sua cura secondo le donne europee 500 do europei per
scoprire pensano e che cosa desid' Quando fare la coda è... bello!
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/03/2016
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VIVERE IN BELLEZZA
VITA IN FARMACIA
17 articoli
04/03/2016
Pag. 6 Ed. Roma
diffusione:308087
tiratura:395884
Locali rinnovati nell'istituto che si occupa di assistenza ai migranti
Erica Dellapasqua
Antico San Gallicano, nuovo Istituto nazionale per la promozione della salute dei migranti e il contrasto
delle malattie della povertà. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ieri mattina, ha
partecipato all'inaugurazione degli spazi ristrutturati dell'ospedale di Trastevere, storicamente impegnato su
un fronte - il benessere dei migranti - sempre così attuale.
«Il nostro Paese, anche con queste iniziative, si manifesta per quello che è nelle sue ispirazioni
costituzionali - ha riconosciuto Mattarella -, e continua a essere all'avanguardia della solidarietà, anche in
questi giorni con i corridoi umanitari con cui si accolgono migranti e profughi da Paesi tormentati dalla
guerra: non ne facciamo un titolo di vanto, ma in questo modo osserviamo la nostra Costituzione e i principi
umanitari che sono alla base della convivenza».
Il San Gallicano è l'ospedale dei migranti, aperto anche il sabato e la domenica, con l'ambulatorio di
oculistica sociale per chi non può permettersi di guardare lontano e l'antropologo tra le figure professionali
di riferimento.
«Perché abbiamo scelto un approccio olistico - ricorda sempre il direttore sanitario Concetta Mirisola,
presente ieri assieme all'ex ministro Livia Turco attuale presidente dell'Inmp -: non solo cure mediche ma
assistenza integrata alla persona, tramite competenze multiculturali e numerosi mediatori».
Anzi, molti mediatori sono «ex immigrati», un valore aggiunto non solo perché parlano anche il tigrino:
«Grazie ai loro trascorsi comuni - crede il direttore - stabiliscono col paziente un canale privilegiato di
ascolto».
All'inaugurazione dei nuovi spazi hanno partecipato anche il «governatore» Nicola Zingaretti (alla
ristrutturazione dei locali ha contribuito anche la Regione Lazio) e il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin
che ha voluto ringraziare: «Un lavoro straordinario - ha concluso riferendosi all'Inmp -. Fra qualche anno la
storia ci giudicherà per come abbiamo affrontato una delle crisi più gravi dell'umanità e anche l'Italia sta
facendo qualcosa di straordinario, che dobbiamo avere il coraggio di rivendicare: abbiamo vaccinato e
curato tutti coloro che sono arrivati, riconsegnando alla società delle persone in salute».
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La scheda
Antico San Gallicano, a Trastevere, è il nuovo Istituto nazionale per la promozione della salute dei migranti
e il contrasto delle malattie della povertà Il San Gallicano è conosciuto come l'ospedale dei migranti, aperto
anche il sabato e la domenica, con l'ambulatorio di oculistica sociale per chi non può permettersi di
guardare lontano e l'antropologo tra le figure professionali
di riferimento
Foto: L'incontro Nella foto, da sinistra, il ministro della salute Beatrice Lorenzin, il presidente della
Repubblica Sergio Mattarella e il presidente della Regione, Nicola ZIngaretti
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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San Gallicano, la visita di Mattarella Lorenzin: «Orgogliosi del lavoro
fatto»
04/03/2016
Pag. 11 Ed. Roma
diffusione:308087
tiratura:395884
la mano della dottoressa un vero grazie al «pertini»
Veronica Illuminati
Caro Conti,
n un periodo in cui spesso si evidenziano solo gli aspetti negativi della sanità, desidero ringraziare
l'Ospedale «Sandro Pertini» per le sue ottime prestazioni. Il 4 febbraio sono stata soccorsa d'urgenza da
un'ambulanza del 118, chiamata da mio figlio, per un improvviso attacco epilettico e trasportata al «Pertini».
Un primo ringraziamento, in ordine cronologico, va al personale dell'ambulanza, che ha saputo
tranquillizzare mio figlio e me, non solo prestandomi le prime cure, ma anche tenendomi per mano e
parlandomi durante tutto il percorso verso l'ospedale. Il secondo ringraziamento va alla neurologa Susanna
Almonti, che, con grande professionalità medica ed umana, ha saputo gestire una situazione non facile. Le
sue cure e le sue parole, mi hanno riportato alla vita. Non lo dimenticherò mai. Il terzo ringraziamento
all'intero Reparto di Neurologia per i controlli e per la continua disponibilità della dottoressa Almonti e della
sua infermiera a ricevermi, ascoltarmi, e a comunicarmi per telefono ogni appuntamento o eventuale
spostamento. Ottimo reparto e soprattutto ottimo personale!
La malattia ci coglie sempre impreparati e mostra tutta la nostra immensa vulnerabilità, anche psicologica,
com'è umano che sia. Roma ha tante isole di professionalità e di attenta dedizione professionale . È bello
saperlo, e anche raccontarlo qui.
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Una città, mille domande di Paolo Conti
04/03/2016
Pag. 11 Ed. Roma
diffusione:262053
tiratura:371646
Case della Salute dalla Regione 5.5 milioni alle Asl
(anna rita cillis)
ORA sono nove, ma il progetto è di portarle a 19 entro la fine del 2016. Le Case della salute, nate per
offrire una rete territoriale di cure primarie e di continuità assistenziale, raddoppiano. Partite oltre un anno fa
in sordina, nei weekend di febbraio hanno avuto oltre 55mila accessi. Un dato non certo trascurabile per la
Regione che ora per allargare la rete ha messo a disposizione delle Asl cinque milioni e mezzo di euro.
«La sanità territoriale è un elemento strategico e i numeri ci hanno dato ragione visto che sono diventati un
presidio fondamentale anche grazie ai medici di base», fa notare Alessio D'Amato a capo della cabina di
regia della sanità regionale. Il progetto prevede che le nuove case della salute vengano distribuite tra
Roma, area metropolitana, nella provincia di Viterbo e in quella di Frosinone e ad Aprilia. Nella Capitale ne
verranno aperte tre: a Labaro, in via della Circonvallazione Nomentana e sulla Tuscolana, in via Antistio 12.
Un rafforzamento vincente per il presidente del Lazio Nicola Zingaretti: «Due anni fa nessuno ci credeva,
invece la rete cresce e con spese compatibili: usciremo dal commissariamento ricostruendo la sanità e non
viceversa».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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SANITÀ
04/03/2016
Pag. 1 Ed. Torino
diffusione:262053
tiratura:371646
La nonna dona un rene al nipote quindicenne
SARA STRIPPOLI
AD accompagnare, da Catania, alla Città della Salute di Torino il ragazzino di 15 anni per il trapianto di
rene c'è tutta la famiglia: mamma, papà, zie, cugini. «Una prova di amore che commuove», commenta il
medico. Più tardi il ministro Lorenzin, al telefono, si esprime negli stessi termini .La donatrice è la nonna,
che ora alle Molinette soffre ma è raggiante: «I nipoti sono come figli», dice. A PAGINA II UNA STORIA
«bella all'italiana», dice Luigi Bianconi, direttore della nefrologia della Città della Salute. Ad accompagnare
il ragazzino di quindici anni in arrivo da Catania per il trapianto di rene è arrivata tutta la famiglia: mamma e
papà, ma anche le zie e i cugini. «Una prova di sostegno reciproco e di amore che commuove», commenta
il medico. La nonna materna è la donatrice, una nonna giovane di appena 56 anni che nella camera della
terapia intensiva delle Molinette è ancora sofferente per i postumi dell'intervento ma è raggiante perchè
tutto è andato nel migliore dei modi: «I nipoti sono come figli», dice ricostruendo i mesi di attesa: la pena
per il nipotino affetto da quella malattia genetica per la quale non restava altro che la dialisi e la festa in
famiglia quando i test avevano confermato che il suo organo era compatibile con quello del nipote.
Il ragazzino si chiama Giovanni e dal suo letto le manda un bacio: «Avrò cura di questo rene». Da un anno
e mezzo era costretto a fare la dialisi con una qualità di vita che peggiorava ogni giorno di più. Nonna Pina
si è offerta di donare il rene, e subito sono partiti i controlli in Sicilia per verificare che ci fosse la
compatibilità. Per lei anche i complimenti del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ieri sera l'ha
chiamata: «Lei è stata capace di un gesto d'amore importante», le ha detto. E il ministro ha voluto
complimentarsi anche con Biancone e con i medici che hanno accompagnato nonna e nipote in questi mesi
di attesa. Da un mese tutta la famiglia si è trasferita a Torino in attesa del giorno fatidico. E ora genitori e
zie si alternano al capezzale di Giovanni e di Pina. Il trapianto si è svolto mercoledì: «Ci sono volute tre ore
per il prelievo effettuato in laparoscopia e quattro per il trapianto: dal mattino al pomeriggio inoltrato»,
racconta Biancone. Ora nonna e nipote sono ricoverati nella terapia intensiva delle nefrologia del centro
trapianto delle Molinette. La nonna non si lascia spaventare da taccuini e telecamere e ricostruisce le tappe
di questa storia del cuore che ha portato un'intera famiglia a venire a Torino per stare accanto a Giovanni e
ai suoi genitori: «Da quando era cominciata la dialisi mio nipote non viveva più, aveva perso la gioia. Ero un
po' spaventata perchè non sono mai stata sottoposta ad un intervento prima ma tutto è andato bene e sono
felice». Alfio, il padre di Giovanni ci tiene a cogliere l'occasione per lanciare un messaggio: «E' importante
che i giornali parlino delle donazioni quanto più possono, perchè se cresce la sensibilità le offerte
aumentano. E' incredibile che ci siano persone che attendono un organo per anni, a volte sette o otto».
Quando l'attenzione mediatica è alta, insiste, i risultati arrivano: «Sì è visto anni fa quando c'era stato il
caso di quella bimba uccisa dalla camorra a Napoli. Subito dopo il numero delle donazioni era cresciuto
moltissimo. Non ricordo l'anno ma credo fosse il 2004. Quando invece torna il silenzio le donazioni tornano
a calare».
Il trapianto non era di quelli che richiedavano tecniche eccezionali o particolarmente innovative, precisa il
direttore della nefrologia universitaria che esegue circa 15 interventi all'anno: «Nulla di eccezionale dal
punto di vista tecnico. L'operazione è perfettamente riuscita e di trapianti così ne facciamo molti, ma è la
storia umana che colpisce in questo caso».
Anche questa volta è il lavoro di squadra che fa la differenza. La gestione non può non essere
multidisciplinare: urologo, chirurgo, nefrologo. Il ragazzino era seguito dall'équipe pediatrica diretta da
Bruno Gianoglio dell'ospedale Regina Margherita. L'intervento di prelievo del rene della nonna donatrice è
stato eseguito in laparoscopia dagli urologi Paolo Gontero e Giovanni Pasquale della direzione di urologia
di Bruno frea. Il trapianto lo hanno eseguito i chirurghi vascolari Maurizio Merlo, Aldo Verri e Monica Hafner
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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TRAPIANTO ALLE MOLINETTE
04/03/2016
Pag. 1 Ed. Torino
diffusione:262053
tiratura:371646
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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e dell'urologo Omid Sedigh.
LE TAPPE
IL TRAPIANTO A eseguirlo sono stati i chirurghi vascolari Maurizio Merlo, Aldo Verri e Monica Hafner e
l'urologo Omid Sedigh L'ARRIVO Il ragazzino, dopo vari consulti in giro per l'Italia, è stato preso in cura al
Regina Margherita dall'équipe del dottor Bruno Gianoglio LE CONDIZIONI Da un anno Giovanni, 15 anni,
di Catania, a causa di una malattia renale congenita era in dialisi: la qualità della vita peggiorava sempre di
più
Foto: Il papà del ragazzino con la suocera che ha donato il rene al nipote
Foto: L'OPERAZIONE La nonna di 56 anni dopo l'intervento con il professor Luigi Biancone
04/03/2016
Pag. 2 Ed. Torino
diffusione:262053
tiratura:371646
Oftalmico, l'opposizione si scatena
Il comitato in difesa dell'ospedale annuncia: "Abbiamo raggiunto le 65mila firme". In arrivo anche un
esposto alla Corte dei Conti
QUANDO il futuro di un ospedale fa il suo ingresso nel campo di battaglia elettorale, allora capita quello
che si è visto ieri mattina in corso Palestro: l'assemblea convocata a difesa dell'Oftalmico diventa il
palcoscenico della politica a caccia di voti. Una vera e propria parata davanti a medici, operatori, cittadini.
Il candidato dissidente e autonominato del centrodestra Roberto Rosso arringa il pubblico dicendo di voler
portare il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in via Juvarra nella sua prossima visita a Torino a maggio.
Rosso è pronto a giurare che Lorenzin verrà perchè Alfano lo sostiene. Aggiunge pure che farà un esposto
alla Corte dei Conti perchè faccia una verifica sull'opportunità di spendere 18 milioni di euro in una
ristrutturazione recente per un ospedale che in realtà era destinato alla chiusura. In corso Palestro c'è
anche Gianluca Vignale, che da sempre non perde occasione per perorare la causa: «È arrivata l'ora, per
Saitta e Chiamparino, di capire i propri errori e prepararsi al dietrofront», dice davanti alla platea, dove il
comitato annuncia di aver raggiunto oltre 65mila firme di cittadini contro la chiusura.
C'è pure il vicepresidente del consiglio comunale Angelo d'Amico, che cerca di raccogliere consensi
dicendo di aver chiesto un consiglio aperto: «Dove sono Chiamparino e Saitta?». Per il Movimento 5 Stelle,
da tempo contrario al trasferimento delle oculistiche al Giovanni Bosco e alla Città della Salute, si è
presentato all'appuntamento il consigliere regionale Davide Bono: «Saitta ha sospeso ogni decisione
perchè ci sono le elezioni e quindi non si sa nulla sui tempi del trasloco».
Un giudizio contrario al trasferimento arriva anche dalla prima Circoscrizione, dove un ordine del giorno
firmato dal forzista Davide Balena è stato approvato a maggioranza, con il voto favorevole anche di alcuni
esponenti del Pd. L'ordine di scuderia che arriva da Palazzo Lascaris non raggiunge la base che milita sul
territorio? Così parrebbe. Mentre i consiglieri regionali Pd da sempre contrari alla chiusura hanno evitato di
farsi vedere per non sottolineare la contraddizione, il capogruppo democratico Davide Gariglio attacca
Forza Italia: «Che faceva Gianluca Vignale quando era l'assessore di Cota, Paolo Monferino, a decidere la
chiusura?».
Foto: LA PROTESTA All'assemblea contro la chiusura dell'Oftalmico hanno partecipato medici, infermieri,
cittadini del comitato e anche diversi politici d'opposizione
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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ALL'ASSEMBLEA CONTRO LA CHIUSURA ACCORRONO IL CENTRODESTRA E I 5 STELLE
04/03/2016
Pag. 3 Ed. Torino
diffusione:262053
tiratura:371646
"Un patto tra cliniche e Regione"
Oggi l'incontro in assessorato "Per un'assistenza domiciliare che alleggerisca gli ospedali il dialogo coi
privati è decisivo"
(ste.p.)
IL dialogo tra la Regione e la sanità privata è ripartito. Oggi è in programma un nuovo incontro in
assessorato e Paolo Spolaore, co-presidente della commissione Sanità di Confindustria Piemonte, è
ottimista: «Da parte della giunta Chiamparino c'è stata un'apertura importante. Possiamo finalmente entrare
nel vivo di un confronto che finora è stato difficile».
Cosa vi aspettate dall'assessorato alla Sanità? «Speriamo di toccare alcuni argomenti su cui in altre
regioni è già stato fatto molto».
Un esempio? «Sappiamo che la giunta intende decongestionare gli ospedali diminuendo i cosiddetti
ricoveri impropri. In questo, dialogare con il settore privato può costituire una svolta, perché garantisce più
flessibilità e meno costi. Penso per esempio all'assistenza domiciliare integrata rivolta alle persone
gravemente disabili e non autosufficienti. La giunta sta portando avanti una delibera che prevede di
coinvolgere anche le "rsa", le residenze sanitarie assistenziali private. In Toscana, Emilia e Lombardia è
stato fatto e sta funzionando».
Altri punti di contatto? «Il Piemonte oggi è costretto a pagare le altre Regioni perché i suoi abitanti si
rivolgono alle strutture al di fuori dei suoi confini. Se la giunta togliesse alla sanità privata le limitazioni ai
budget che ci assegna per tutti i pazienti che arrivano da fuori regione, grazie alle nostre tecnologie
avanzate saremmo in grado di rendere il Piemonte più attrattivo. Con il connubio pubblico-privato possiamo
portare a casa buoni risultati e fare in modo che un numero maggiore di persone venga qui per curarsi».
Il tema però è delicato. La salute delle persone andrebbe garantita da aziende pubbliche, con soldi
pubblici. O no? «In effetti la questione è tutta politica, ma se guardo alla Toscana, dove governa il
centrosinistra, noto che questo steccato è caduto. Tutte le strutture sanitarie, pubbliche e private,
appartengono a un sistema integrato, senza distinzioni. Così si riesce a fare squadra e ad abbattere
davvero i costi».
Foto: IL DISGELO Paolo Spolaore, co-presidente della commissione Sanità di Confindustria Piemonte
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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L'INTERVISTA/ SPOLAORE, CONFINDUSTRIA PIEMONTE
04/03/2016
Pag. 12 Ed. Napoli
diffusione:262053
tiratura:371646
Un progetto civile non può che passare per una rinascita della relazione tra medico e paziente
Amleto Vingiani direttivo nazionale sindacato medico Sapmi Sabato 27 febbraio Giuseppe del Bello, in
benemerita controtendenza rispetto al pensiero corrente, afferma dalle colonne di "Repubblica" un principio
di grande interesse: la gogna dei medici salva i politici. Quante volte noi medici nell'ultimo decennio ci
siamo chiesti a proposito della macchina del fango costantemente rivolta a noi: cui prodest? Eccola adesso
una possibile risposta. Esporci sul palco per l'insulto e per la percossa indica al popolo chi è colpevole per
tutto e consente di ignorare o far finta di ignorare la condizione dei medici che lavorano negli ospedali
campani svuotati e depotenziati, in questi ultimi, grandi ed eroici baluardi, in cui chi lavora non può fuggire
ed allora rimane lì a prender ceffoni, insulti, denunce ed a non dormire più per la rabbia. Chi lo difende?
Complice una strategia di informazione non proprio benigna, da un decennio almeno vi è caccia alle
streghe e di quella cosa orribile ha il furore con cui il popolo assiste alle esecuzioni senza interrogarsi sulla
reale colpevolezza. Anche i patiboli fanno gioco in questo senso ed abbassano il senso critico perché
placano la rabbia; ma vi è sonno della ragione ed il popolo non vede che i ghigliottinati vengono dalle sue
proprie fila.
Del resto il problema è molto più profondo e non ha certo un respiro locale. L'aziendalizzazione della
sanità ed il risk management non salveranno il mondo ma sono sugli altari più che mai perché parte del
capitolo sulla infallibilità ed onnipotenza della tecnica. Questo capitolo inizia oltre un secolo e mezzo fa: con
il positivismo di Comte (a sua volta figlio dei Lumi ) si ritenne che le logiche di matematica e fisica che
funzionavano con la tecnica potessero essere applicate alle scienze umane. Un filo rosso che arriva fin qui
da noi: l'imperante (e dissennato) concetto di pan-aziendalizzazione cosa altro è se non un tardo portato
del positivismo riletto alla luce del cosiddetto " pensiero unico"? Freneticamente plaudito da folle che
osannano efficacia ed efficienza e sono dimentiche della peculiarità dei soggetti di cui ci si occupa salvo poi
lamentarsi della disumanizzazione del rapporto medico/paziente. No, il mito della onnipotenza della tecnica
non lo abbiamo creato noi ma siamo però noi ad esser costretti a gestirlo. Questo ovviamente non è
possibile ed allora ci si rifugia nella medicina difensiva, nella robotica disumanità, nel distacco affettivo, nel
gelo efficientista dei protocolli che, loro sì, non sbagliano mai ed ora lo dice anche una legge.
Un progetto civile di risalita degli inferi non può che passare per una rinascita della relazione
medico/paziente, rinascita che è ben altro che il vecchio ed obsoleto rapporto paternalistico ed andrebbe
impiantata su basi di scienza ma anche di ricerca di empatia e di rispetto reciproco della dignità. Un
progetto che andrebbe corroborato dalla azione sinergica di informazione e politica.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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La caccia alle streghe colpisce i medici
04/03/2016
Pag. 12 Ed. Napoli
diffusione:262053
tiratura:371646
MARIO SANTANGELO
RIDURRE i primari negli ospedali. È il dictat del ministero al quale la Regione cerca di resistere in attesa di
elaborare un piano ospedaliero diverso da quello previsto dal presidente-commissario-Caldoro. Intanto la
Corte dei Conti denuncia uno spreco annuo di 16 milioni per retribuzioni a primari considerati superflui e le
Aziende si "arrabattano" nel tentativo di bilanciare i rischi politico-amministrativi con le contestazioni
corporativo-sindacali. Che il numero dei primari sia eccessivo è una realtà, ma il loro aumento
indiscriminato non è solo frutto di "clientelismi d'annata" ma anche la conseguenza di necessità
assistenziali e di soddisfacimento di legittime ambizioni.
Sembra che nessuno si sia accorto che il cambiamento dei tempi ha prodotto un mutamento sostanziale
della assistenza: sono mutate le funzioni dei medici e di conseguenza anche i loro ruoli richiedono
energiche modifiche. A che serve oggi la figura del primario? Una volta, in assenza di conoscenze
scientifiche e tecnologiche, tutto era affidato alla capacità del medico. Il rigore metodologico, la soggettività
nell'osservazione, l'esasperazione del ragionamento, la destrezza nella manualità, la decisione e la
tempestività nelle soluzioni, l'intuizione (il famoso intuito clinico) nell'interpretazione dei fenomeni e degli
eventi, erano gli elementi alla base della correttezza delle diagnosi e delle terapie. Le differenze culturali e
umane tra un medico ed un altro erano, quindi, i cardini su cui poggiava la sanità e i "grandi medici", non
numerosi, si identificavano con "la Medicina". Diventare primari, pertanto, era un segno distintivo di coloro
che possedevano quel "quid" che faceva la differenza con i colleghi.
Le cose sono completamente cambiate: l'immagine del medico onnisciente è stata sostituita da una
medicina divenuta scienza, anche se non ancora esatta. La cura della salute, ai nostri giorni, è affidata a
coloro che sono in possesso di conoscenze scientifiche adeguate, che sono capaci di utilizzare le moderne
strumentazioni, che sono in grado di interpretare i risultati delle indagini, che sono capaci di impiegare le
tecnologie all'avanguardia. In pratica al medico oggi si richiede "di conoscere e non di intuire".
Chiunque sa e sa fare è in condizione di svolgere con efficienza la professione. Pertanto, una vasta platea
di medici è in condizione di erogare una buona assistenza e le differenze tra singole capacità professionali
si sono ridotte. Non a caso è nata e si è affermata la figura dello specialista. Questa evoluzione ha
comportato che già da tempo, negli ospedali le funzioni tra i ruoli di primario, aiuto e assistente ( oggi
indicati con nomi diversi) siano mutate. Gli aiuti e gli assistenti, a volte avanti negli anni, non
infrequentemente svolgono le stesse attività assistenziali dei primari, con totale responsabilità penale e
civile, senza però godere di quell'autonomia che dette responsabilità dovrebbero comportare. Ecco perché
accade che, al di là dei noti clientelismi, si inventino nuovi posti di primario al fine di soddisfare le legittime
ambizioni di chi, per competenza e dedizione, merita indipendenza e dignità professionale. Una nuova
organizzazione potrebbe prevedere l'abolizione dei primari e dei vecchi reparti e la costituzione di "veri"
dipartimenti (possibilmente d'organo) ove far afferire gli specialisti e gli specializzandi, assegnando ai primi
la piena responsabilità dei malati loro affidati - senza differenziazioni di grado - ed ai secondi le competenze
di assistenti in formazione, secondo uno schema ampiamente collaudato nei paesi del mondo occidentale.
Il dipartimento dovrebbe essere diretto da uno specialista, "primus inter pares" al quale affidare le funzioni
organizzative, regolamentari e disciplinari. Gli specializzandi, una volta completata la loro formazione
(possibilmente realizzata in ospedali diversi) usciti dal dipartimento, concorrerebbero per ricoprire i posti
liberi, nella specifica disciplina, sia nello stesso che in altri dipartimenti.
Questa soluzione, che richiede l'intervento del legislatore nazionale, con alcuni accorgimenti, potrebbe già
essere sperimentata nella nostra regione.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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SANITÀ , MEGLIO GLI SPECIALISTI AL POSTO DEI PRIMARI
04/03/2016
Pag. 12 Ed. Napoli
diffusione:262053
tiratura:371646
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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TEMPI
Il cambiamento dei tempi ha prodotto un mutamento sostanziale della assistenza sono mutati i ruoli
e le funzioni dei medici
04/03/2016
Pag. 1 Ed. Palermo
diffusione:262053
tiratura:371646
Il nonno di Loris "Veronica mente sul mio conto"
ALESSANDRA ZINITI
ZINITI A PAGINA IX «Non ho ucciso mio nipote e non sono mai stato l'amante di Veronica. È pazza, dice
cose false e senza senso e francamente non riesco a capire perché lo faccia.
Non ha alcun motivo di vendetta nei miei confronti, io l'ho sempre aiutata e sostenuta. Cercavo di essere
presente e disponibile per lei e per i bambini visto che mio figlio era sempre fuori per il suo lavor». Forte
della assoluta mancanza di riscontri alle pesantissime accuse rivoltegli da Veronica Panarello che lo ha
chiamato in causa come l'assassino di suo figlio Loris, Andrea Stival, il nonno paterno del bambino ucciso a
Santa Croce di Camerina il 29 novembre 2014, mantiene ferma la sua linea di difesa. Chiamato a
rispondere per più di cinque ore ( e questa volta da indagato) alle domande del sostituto procuratore di
Ragusa Marco Rota, Andrea Stival ha negato su tutta la linea respingendo sdegnato le accuse di Veronica.
«Il mio assistito - racconta l'avvocato Francesco Biazzo alla fine dell'interrogatorio - si è detto sbigottito
delle accuse che gli vengono rivolte e ha fornito tutti i chiarimenti che gli sono stati chiesti in generale e sui
suoi movimenti nel giorno dell'omicidio». Chiarimenti dati senza troppe difficoltà visto che, fino ad ora,
nessuna delle accuse di Veronica ha trovato il minimo riscontro e sia la compagna di Stival, sia i suoi vicini
di casa hanno confermato l'alibi dell'uomo che sarebbe uscito da casa sua ben dopo la presunta ora del
delitto.
Richiamata anche lei in procura, ma da testimone, ieri anche Andreina Fiorilli, la compagna di Andrea
Stival, ha confermato passo passo la ricostruzione dei movimenti dell'uomo quella mattina, sottolineando ai
magistrati; «Stavamo insieme da poco quando Loris è stato ucciso, perché mai dovrei coprire un uomo che
avrebbe ucciso suo nipote e che per giunta avrebbe avuto una relazione con sua nuora?».
Sia Andrea Stival che la compagna, dunque, hanno ribadito che quella mattina uscirono di casa alle 10.15,
quando Loris - stando alla perizia medico-legale - era già morto. Andarono al bar a prendere un caffè, poi in
farmacia, nel negozio di casalinghi di fronte casa di Loris e poi al supermercato. Un percorso confermato,
anche negli orari, da diversi testimoni risentiti nei giorni scorsi da squadra mobile e carabinieri. In
particolare una vicina di casa di Andrea Stival, che era in balcone a fumare, ha testimoniato che vide
Andrea Stival uscire di casa con la compagna alle 10.15 del mattino e che fino a quell'ora la sua macchina
rimase parcheggiata. Ma soprattutto a rendere poco credibili le parole di Veronica Panarello c'è l'assoluta
mancanza di riscontro nelle immagini delle telecamere piazzate per le strade di Santa Croce di Camerina e
che non riprendono mai, in nessun punto, Andrea Stival. Nelle immagini l'uomo non si vede mai, non si
vede entrare e uscire da casa di Loris, non si vede salire o scendere dalla macchina di Veronica, non si
vede camminare a piedi lungo qualsiasi possibile percorso da casa sua a casa di Veronica. E le immagini
riviste decine di volte non inquadrano mai in alcun momento nessun'altra figura a bordo della macchina
guidata da Veronica. Negative anche le verifiche temporali che escludono, come racconta la donna, una
deviazione ed una sosta per far scendere Andrea dalla macchina di ritorno dal canalone dopo aver gettato
il corpo senza vita di Loris. In assenza di riscontri la procura va dritta per la sua strada nel processo con il
rito abbreviato che vede Veronica accusata di omicidio. La prossima udienza, prevista per il 17 marzo,
slitterà. Ieri il gup Andrea Reale ha concesso altri 40 giorni ai consulenti che stanno effettuando la perizia
psichiatrica sulla donna. Torneranno a vederla in carcere per un'ultima seduta tra due settimane.
giustizia.it poliziadistato.it PER SAPERNE DI PIÙ
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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L'INTERROGATORIO
04/03/2016
Pag. 40 Ed. Cuneo
diffusione:175698
tiratura:248061
Il Comune tenta di affittare quattro locali commerciali nell'area del
Movicentro
La prossima settimana (la data definitiva è ancora da fissare) apre la quinta farmacia comunale di Cuneo.
Dopo 9 anni di attesa è il primo negozio ad inaugurare il Movicentro: la farmacia sarà al piano interrato, al
livello del primo binario, con accesso (e insegna luminosa) da piazzale della Libertà.
I lavori per riadattare uno degli spazi sono terminati e sono pronti anche gli arredi. Collaudati anche gli
ascensori del belvedere, panoramici e con dispositivi contro gli atti vandalici, mentre quello su corso
Monviso, per accedere al sottopasso lungo 27 metri, entrerà in funzione successivamente. Tutta l'area è
controllata dalle telecamere della videosorveglianza.
Ieri il municipio ha pubblicato un'indagine di mercato per affittare gli altri quattro locali commerciali nel
Movicentro.
Non sono indicati gli importi, ma le caratteristiche dei diversi spazi commerciali: da 34, 57, 70 e 102 metri
quadrati, oltre a disimpegni e bagni per ognuno dei locali in affitto. Il locale più grande ha una dotazione
completa di «finiture e impianti», gli altri tre «si presentano allo stato grezzo». Scadenza 6 aprile
L'indagine (una analoga era stata fatta nel 2009) spiega che «gli immobili possono essere utilizzati per
attività di tipo commerciale, pubblico esercizio, terziario/servizio, purché compatibili con i regolamenti». Chi
fosse interessato all'affitto ha tempo per segnalarlo, indicando l'attività prevista, fino al 6 aprile all'ufficio
protocollo in via Roma 28. [l. b.] BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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cuneo, vicino alla nuova farmacia
04/03/2016
Pag. 51 Ed. Abruzzo
diffusione:118350
tiratura:158213
PETTORANO
Un esposto alla Corte dei conti per far quadrare i conti: anche Pettorano sul Gizio ha il suo «scandalo
affittopoli». Ammontano a 45mila euro i canoni di locazione di edifici pubblici che il piccolo Comune sul
Gizio non ha riscosso. Nella lista ci sono privati cittadini, ma anche ristoranti, pizzerie, società di servizi e
persino la farmacia. Alcuni non versano la loro quota d'affitto da anni, altri l'hanno versata solo in parte,
tutti, comunque, morosi senza che il Comune faccia niente per recuperare quanto dovuto. Questa almeno
l'accusa che muove il gruppo di minoranza che si è rivolto ai giudici contabili perché vengano rispettati i
contratti in essere, «alcuni dei quali - spiegano i consiglieri firmatari dell'esposto, Oddi, Pantè e Schiappa non sono stati neanche registrati».
IL J'ACCUSE
Non solo: «Nell'elenco ottenuto non senza difficoltà - spiegano i tre della minoranza - si può notare come
sotto la voce fitti non riscossi sono indicate solo le cifre non incassate, senza il calcolo dei dovuti interessi di
mora». Interessi non secondari, se si considera che alcuni devono pagare il loro canone da sette anni. Una
situazione particolarmente spinosa.
P.Iav.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Affitti: mancano 45mila euro Esposto alla Corte dei Conti
04/03/2016
Pag. 46 Ed. Rieti
diffusione:118350
tiratura:158213
Gardenie Aism (nella foto sopra), domani, domenica e martedì, per la ricerca scientifica sulla sclerosi
multipla. Domenica, volontari in piazza Vittorio Emanuele e nella chiesa di Santa Barbara in agro, domani e
domenica al Perseo, domani, domenica e martedì al de Lellis, domani e martedì all'Istituto Luigi di Savoia,
domani alle farmacie Salaria e Maraini, domenica in Santa Maria delle Grazie a Poggio Fidoni. Volontari,
domani a Conforama e al supermercato «Le tre stelle» a Cittaducale. Domani e domenica gardenie a
Montebuono, Tarano, Collalto, Magliano, Rivodutri, Poggio Bustone. Domenica, volontari a Torri,
Collevecchio, Contigliano, Borgorose, Poggio Nativo, Frasso e Amatrice. Nei tre i giorni, ad Antrodoco,
Poggio Mirteto e Fara.
D.M.
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Gardenie Aism nelle piazze per la ricerca sulla sclerosi
04/03/2016
Pag. 55 Ed. Marche
diffusione:118350
tiratura:158213
IL CASO
CIVITANOVA Giovanni Corallini e Pier Paolo Rossi contro il presidente delle farmacie di Civitanova, Carlo
Alberto Centioni. Motivo del conflitto? Il nuovo bando indetto dallo stesso Centioni, al fine di assumere una
nuova figura all'interno dell'aziende farmacie. Un bando la cui iscrizione scade il 31 marzo, ma che va in
contrapposizione con un altro concorso già esistente, promosso dallo stesso presidente delle farmacie nel
2014, con le stesse identiche finalità e che vede in graduatoria ancora sei persone in attesa di ricevere una
chiamata. «Annullare il bando che scade il 31 marzo, questo è quanto chiediamo al sindaco e
all'amministrazione comunale - spiega il consigliere di minoranza Giovanni Corallini - Ci troviamo davanti a
due bandi identici, nei quali il secondo viola in toto i diritti prodotti dal primo. L'alternativa potrebbe essere
solamente quella di inserire una nota, all'interno della gara, nella quale si specifica che la graduatoria di
questo nuovo concorso, andrà in automatico in coda a quella già esistente». Un bando le cui uniche
differenze, riguardano i punteggi dati alle due prove. Se nel 2014 per la prova scritta si prevedeva 45 punti
e 40 a quelli orale, in quella la cui scadenza per l'iscrizione è il prossimo 31 marzo i punteggi sono invertiti.
«Inoltre non c'è un regolamento, che spieghi in caso di errore gli eventuali decurtamenti di punteggio, conclude Corallini - lasciando a discrezione della commissione, la sottrazione di punteggi in base agli errori
commessi durante le due prove, una cosa che non sta né in cielo né in terra». Duro anche Rossi sulla
questione: «Il prossimo 31 marzo oltre al bando, termina anche la carica di Centioni come presidente, spiega il consigliere di maggioranza - chiedo al sindaco di valutare l'opportunità di non rinnovare a lui la
fiducia riguardante le farmacie».
Maikol Di Stefano
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Bando per assumere un farmacista Corallini e Rossi: Centioni se ne vada
04/03/2016
Pag. 3 Ed. Milano
diffusione:125505
tiratura:158674
Ma il sindaco di Paderno: il vero pericolo è il centrismo renziano Si riapre il dibattito sulle scelte nelle
aziende sanitarie e sulla riforma del 1997 con la quale, per il primo cittadino di Monza, «si impedisce ai
"parlamentini locali" ogni intervento»
PIERFRANCO REDAELLI
La recente tangentopoli sanitaria che ha portato in carcere, fra gli altri, il consigliere regionale Fabio Rizzi e
la "superman" dell'odontoiatria privata Maria Paola Canegrati, ha anche messo in risalto l'impotenza dei
Comuni in meteria di scelte sanitarie e di controlli sulla complessa macchina organizzativa delle Aziende
sanitarie prima, delle Asst oggi. «Sino alla riforma sanitaria del 1997 - ricorda Roberto Scanagatti, sindaco
di Monza e presidente di Anci Lombardia - una grossa fetta di decisioni che investivano il sistema
ospedaliero, era affidato ad un consiglio di presidenza frutto di scelte politiche del posto. Un metodo che ha
mostrato luci ed ombre. Indubbiamente un sistema troppo invasivo da parte della politica locale». La
riforma non solo ha rivisto le direttive territoriali - sono nate le Asl e le aziende ospedaliere - ma ha anche
prodotto nuove figure amministrative, con i direttori generali di nomina regionale. «Siamo passati da un
eccesso all'altro. Ai parlamentini locali - aggiunge Scanagatti - sono state tolte tutte le possibilità di
intervento in favore delle Regioni. Restano i distretti socio sanitari che hanno qualche opportunità di scelta
esclusivamente nel sociale. Di fronte ai recenti fatti di cronaca, gli ultimi di una lunga serie, non basta
chiedere scusa o dirsi arrabbiati. Occorre che Regione Lombardia torni a considerare la presenza del
territorio nella gestione degli ospedali e che si affronti una volta per tutte il tema dei criteri di accreditamento
con le strutture private e di esternalizzazione dei servizi. Il desiderio di rappresentanza dei Comuni nel
ristretto team che governa le aziende, sovente le più imponenti come bilanci e numeri di lavoratori di un
ampio territorio, accanto alle richieste delle popolazioni residenti, andrebbero considerati non un'ingerenza
ma un'opportunità per rinsaldare i rapporti con i territori». Davide Nicolussi, assessore a Vimercate e
presidente del più ampio distretto socio sanitario della Brianza, 22 comuni per 160 mila abitanti, aggiunge:
«È inammissibile che la politica locale venga estromessa da scelte che la coinvolgono. Rimettiamo mano
alla riforma. È importante che si torni a dialogare con Ast (ex Asl) e con Asst (ex aziende ospedaliere),
realtà troppo sovente chiuse. È vero, c'è il consiglio di rappresentanza dei sindaci congiunto della Ats di
Monza e Lecco, riunitosi per la prima volta la settimana scorsa, un organismo istituzionale a cui sono
affidate le attribuzioni comunali socio sanitarie locali, ma con poteri ancora limitati». Marco Alparone (Fi)
sindaco di Paderno Dugnano e consigliere della Città metropolitana plaude alla riforma voluta dal Pirellone.
«C'è un indirizzo che mette al centro i territori, elimina le incertezze del passato relative a temi in carico ad
Asl e alle Aziende ospedaliere, la sanità si apre al dialogo con i Comuni, in precedenza assente. Sono
critico sul nuovo "centrismo renziano" che vorrebbe riportare tutto a Roma. Per la sanità lombarda, fra le
migliori in Europa, sarebbe una vera sciagura».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Troppi scandali, la sanità è sotto accusa Scanagatti (Anci): territori fuori
da scelte
04/03/2016
Pag. 13 Ed. Macerata
diffusione:106545
tiratura:136843
Farmacie comunali , bando nel mirino «Il sindaco lo annulli»
FARMACIE nel mirino incrociato di maggioranza e opposizione. Dopo le bordate di Pier Paolo Rossi, che
chiedeva al presidente della partecipata Centioni di dare chiarimenti sul perché fosse stato emesso un
bando per la riforma della graduatoria da cui attingere per assunzioni a tempo indeterminato con un anno di
anticipo sulla scadenza di quello precedente, ora tocca a Giovanni Corallini, consigliere di Forza Italia,
tirare in ballo un altro bando. Si tratta di quello emesso dalla partecipata per la ricerca di un farmacista
collaboratore. «La graduatoria - spiega - era uscita nel 2014 e aveva una validità di tre anni, in vigore fino al
2017. Perciò ritengo che il bando violi diritti acquisiti e si presta a ricorsi che, da quanto so, sarebbero già
pronti a partire se le Farmacie non faranno marcia indietro». Corallini punta anche il dito contro «la
definizione di criteri ambigui nell'assegnazione delle valutazioni negative. Qualcuno dica a Centioni che non
può fare come vuole, chiedo al sindaco di annullare il bando».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
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LA POLEMICA
04/03/2016
Pag. 3 Ed. Milano
diffusione:49633
tiratura:73858
di LAURA LANA - COLOGNO MONZESE - DOPO una discussione durata oltre quattro ore, il sindaco
Angelo Rocchi ha incassato il sostegno della maggioranza per chiedere l'uscita di Cologno dall'area
omogenea del Nord Milano, dove storicamente è stata collocata, e l'ingresso nell'area Adda-Martesana. La
mozione, presentata dal primo cittadino del Carroccio, ha ottenuto il voto favorevole dalle forze di governo
(Lega, FdI, Forza Italia), dalla lista civica di Cosimo Sansalone e dal Movimento 5 Stelle. Astensione da
parte di Salvatore Capodici (civica) e solo tre «no»: Loredana Verzino (Cologno Solidale e Democratica) e
gli esponenti Pd Giovanni Cocciro e Luciano Cetrullo. Una relazione lunga qualche pagina quella che
Rocchi ha letto e distribuito in aula. Una cronistoria impietosa delle politiche sovracomunali del Nord
Milano. «Più che altro si è cercato negli anni di costruire politiche industriali, attraverso società partecipate
e consorzi. Non devo ricordare che quasi in tutti i casi queste realità sono fallite o sono in liquidazione. In
ogni caso, non hanno portato nessun beneficio a Cologno». L'agenzia di sviluppo Milano Metropoli, il
Consorzio trasporti pubblici, il Core per i rifiuti che ancora oggi gestisce il termovalorizzatore a Sesto.
L'elenco è lungo e non mancano gli accordi commerciali, come ha ricordato Sansalone: «Dal magazzino
all'ingrosso di Sesto le nostre farmacie facevano gli acquisti. Peccato che i prezzi fossero totalmente
svantaggiosi per noi rispetto altri grossisti». Ma i legami politici erano più forti della convenienza delle casse
pubbliche. Fino a oggi. A settembre Città Metropolitana, senza un reale coinvolgimento, ha istituito sette
zone omogenee: Alto Milanese, Magentino e Abbiatense, Sud-Ovest, Sud-Est, Adda-Martesana, NordOvest, Nord Milano. La mozione descrive una «posizione di marginalità rispetto processi programmatori,
decisori e organizzativi che avvengono di fatto con un equilibrio penalizzante per un territorio di confine
come il nostro (estremo Est della relativa zona)». Lambro e tangenziale sono barriere, mentre l'asse del
Naviglio Martesana è il collegamento naturale tra Cologno e comuni, come Vimodrone, Cernusco,
Carugate. «Per anni siamo stati ridotti a un satellite, subalterni al carrozzone sestese, stretti nella morsa tra
Sesto e Cinisello. Abbiamo un legame fisico, identitario, culturale con la Martesana». IL SISTEMA
bibliotecario Nord-Est, il Plis delle Cave e il nascente Plis Martesana. Poi i servizi usati dai colognesi:
l'ospedale San Raffele e Uboldo, la Rsa Redaelli di Vimdorone, il polo per i disturbi psichici al
Fatebenefratelli di Cernusco, «anche il decanato e le acli fanno riferimento a Vimodrone». C'è chi mette in
guardia il sindaco: spostare Cologno porterebbe a uno scompenso in termini di numero di abitanti. «Se
Città Metropolitana accetterà la nostra richiesta, sarà suo compito costruire le nuove zone in modo fattibile.
Tuttavia, portiamo una proposta: creare due aree omogenee più piccole e coerenti: quella Martesana, dove
entreremmo noi, e quella dell'Adda». I sindaci del Nord Milano hanno risposto con una nota congiunta:
«Spiace il mancato confronto. Cologno è una risorsa per il Nord Milano. Il cambiamento, in questo
momento, ha una portata storica. E' una decisione che mette in discussione equilibri, relazioni e servizi, tra
questi la nuova azienda socio sanitaria territoriale». [email protected]
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
67
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Cologno fuori dal Nord Milano «Adesso andiamo in Martesana»
04/03/2016
Pag. 7 Ed. Pistoia Montecatini
diffusione:82441
tiratura:109938
VIA LE STRISCE bianche di via Zamenhof. Da ieri sull'arteria principale che collega la zona di porta
Lucchese alla Barriera sono stati tolti gli unici posti auto non a pagamento, una ventina in tutto (se non di
più). Anche oggi gli operai del Comune sono a lavoro per finire di tinteggiare l'asfalto di blu e così già dalle
prossime ore è probabile che la sosta diventi a pagamento, così come avviene in tutte le altre strade del
cuore della città. Quella in via Zamenhof era l'unica area rimasta libera dal pagamento della sosta. Molti i
commercianti, i residenti, ma soprattutto i cittadini che utilizzavano quell'area perchè costretti a lasciare
l'auto ferma per un lungo periodo di tempo. Proprio in zona, infatti, sono presenti, studi medici, pediatrici,
farmacie e la sede provinciale dell'Anmil frequentata molto spesso da anziani. NON SOLO, il codice della
strada cita testualmente: «Qualora il Comune assuma l'esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo
dia in concessione ovvero disponga l'installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta, su parte
della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a
parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta». A tutto
questo va ad aggiungersi anche un parere del 2002 del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a un
quesito posto da un comune della provincia di Roma che rischia di invalidare le multe nelle strisce blu
quando il rapporto tra parcheggi a pagamento e liberi (bianchi) è troppo squilibrato non viene rispettato.
L'UNICA eccezione alla «regola» viene accettata per «aree di rilevanza urbanistica opportunamente
individuate e delimitate dalla giunta, nelle quali sussistano esigenze e condizioni particolari di traffico». Ma
di delibere «politiche» in questo senso, ad oggi, lo stesso Comune non ha dato notizia. NONOSTANTE
questo, però, gli uffici della mobilità hanno ritenuto opportuno modificare la sosta in quel tratto rendendola
tutta a pagamento. Dalle prossime ore, quindi, occhio al tagliando sul cruscotto anche per chi parcheggia in
via Zamenhof. Un pensiero in più di cui i cittadini avrebbero fatto volentieri a meno. INTANTO ieri gli operai
hanno risistemato anche un tratto del marciapiede di via Atto Vannucci. Sono state utilizzate nuove pietre
per rendere sicure le passeggiate dei pedoni. A questo punto c'è solo da sperare che l'opera di
riqualificazione continui almeno fino alla stazione. Michela Monti
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/03/2016
68
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Via Zamenhof diventa a pagamento Spariscono venti posti «bianchi»
PROFESSIONI
1 articolo
04/03/2016
Pag. 5
diffusione:25000
NUMERI, STATISTICHE E RETROSCENA DEL DERBY ELETTORALE VACCHI-BOCCIA. I CANDIDATI
CHIAMATI A DISCUTERE DEL QUOTIDIANO ARANCIONE E DEL SOGNO DEL "SOLE DELLA SERA"
Alberto Brambilla
Roma. A due mesi dall'esito definitivo della contesa per la successione di Giorgio Squinzi alla presidenza di
Confindustria nessuno dei quattro candidati presidente (Marco Bonometti, Vincenzo Boccia, Aurelio
Regina, Alberto Vacchi) ha ancora parlato apertis verbis dell'argomento più insidioso per l'associazione
padronale: il busillis editoriale, il tabù dei tabù. La recente concentrazione tra i quotidiani Stampa e
Repubblica - operazione dal carattere difensivo, non c'è ardimento né industriale né di mercato, semmai la
volontà di proteggere quote di lettori e pubblicità, ridotte causa crisi nera, magari rosicchiando altre porzioni
ai concorrenti -, ha lasciato il Corriere della Sera orfano di Fiat e in una scomoda condizione. Inoltre chiama
almeno i candidati più avanti, stando agli endorsement ricevuti, Vacchi e Boccia a spiegare cosa vorranno
fare con il giornale di scuderia, il Sole 24 Ore, il terzo quotidiano nazionale, che per un presidente
rappresenta una delle leve più importanti, incluso il potere di nomina del direttore della testata e dei suoi
addentellati (Radio 24 e l'agenzia Radiocor). Secondo la società di scommesse inglese Stanleybet il più
quotato per la vittoria è Vacchi (dato a 1,85), Boccia secondo (la scommessa paga di più: 2,15). Quotazioni
che rispecchiano le intenzioni di voto delle principali associazioni territoriali e di categoria sondate dal
consiglio dei "saggi" in queste settimane per verificare quali siano i nomi preferiti dai circa 150 mila
associati e che, con maggiore probabilità, avranno la maggioranza assoluta dei voti del Consiglio generale
(la metà più uno di 198 voti), ovvero organo deputato a designare (con scrutinio segreto) il candidato
presidente che poi l'Assemblea generale dovrà ratificare a maggio. Si stanno delineando con chiarezza gli
schieramenti protagonisti della contesa. Vacchi, 52 anni, bolognese, è erede e capo del gruppo Ima,
società della meccatronica di rango mondiale per progettazione e produzione di macchine per il
confezionamento. Vacchi è il secondo amministratore delegato "più performante" d'Italia dietro al ceo di
Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, secondo l'indagine di Harvard Business Review Italia e Insead di
Fontainebleau pubblicata ieri. L'Ima ha assicurato ai suoi soci un rendimento complessivo del 1.700 per
cento sul capitale investito (Fiat del 251 per cento). Vacchi ha ricevuto l'appoggio delle associazioni
territoriali più rappresentative e delle maggiori province. Assolombarda di Monza e Brianza, Emilia
Romagna, Padova, Treviso, Belluno, Pordenone, Venezia-Giulia, Varese, Bergamo (non ancora
formalizzate Ancona, Pesaro, Napoli e Cremona). Farmindustria, tra le associazioni di categoria è incline a
convergere. I voti così raggiunti finora, secondo i nostri calcoli - i pacchetti di voti sono un segreto che
Confindustria custodisce rigorosamente -, arriverebbero a 460 circa nell'Assemblea generale
rappresentativa di 1.419 associati tra associazioni territoriali (1.039) e settoriali (381). Vincenzo Boccia, ad
della Arti Grafiche Boccia Spa di Salerno, è considerato il candidato sostenuto dall'apparato
dell'associazione, di cui conosce i meccanismi profondi - è stato presidente della Piccola industria e
vicepresidente degli industriali - con relazioni oleate negli snodi associativi del paese. Ha ricevuto
l'appoggio di Torino, Lecco e Sondrio, Vicenza, Puglia, Calabria, Basilicata, Piemonte, Valle d'Aosta e della
Piccola industria (i piccoli imprenditori), e dei Giovani (divisi al loro interno). Dovrebbe raggiungere finora i
220 voti dell'Assemblea ma non si sono ancora espresse Sicilia, Sardegna e altre importanti associazioni di
categoria come Federchimica. Boccia è stato l'unico a seguire fin dall'inizio della corsa le regole di
riservatezza imposte ai candidati, e diventate più stringenti fino a impedire interviste e dichiarazioni
pubbliche, pena l'espulsione dalla gara. Tuttavia, per quanto appreso, Boccia è anche stato l'unico che, nel
confronto tra i candidati tenutosi a Padova il 29 febbraio, ha parlato del "quotidiano arancione". Boccia
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Il destino del Sole 24 Ore precipita sulla corsa alla presidenza degli
industriali. Tabù dei tabù
04/03/2016
Pag. 5
diffusione:25000
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 04/03/2016
71
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avrebbe espresso - secondo quanto risulta al Foglio, gli incontri sono vietati alla stampa - la volontà di
rivoluzionare il giornale e la sua organizzazione interna. Il primo quotidiano nazionale specializzato in
economia e finanza versa appunto in cattive acque e il Gruppo 24 Ore necessita di una revisione, sia
dell'organico sia del management, e, probabilmente, del secondo aumento di capitale nel giro di cinque
anni (il Gruppo 24 Ore è controllato da Confindustria col 60 per cento delle quote). Il titolo del Gruppo vale
in Borsa 0,5 euro, poco più del più piccolo polo di informazione finanziaria Class Editori (edita Milano
Finanza e Italia Oggi); ma è come paragonare un'azienda pesante a una boutique artigiana. Si vocifera di
una possibile sinergia tra il Sole e il Corriere - il sogno milanese del "Sole della Sera" - ma l'idea assegnata
alla volontà di Gianfelice Rocca (presidente di Assolombarda) e Andrea Bonomi (ad di Investindustrial) è
stata smentita dagli interessati, vedremo. Tuttavia gli industriali dovranno studiare una strategia. Fate
presto!
PERSONAGGI
6 articoli
04/03/2016
Pag. 3 Ed. Milano
diffusione:77281
tiratura:142594
a cura di Chiara Campo e Alberto Giannoni
Quattro «big» per Stefano Parisi. Matteo Salvini, Mariastella Gelmini, Maurizio Lupi e Riccardo De Corato.
Per strappare Palazzo Marino alla sinistra i partiti del centrodestra schierano i «pezzi da novanta». Non
sarà un'impresa facile, questo si sapeva fin dall'inizio, ma il vento è senza dubbio cambiato rispetto a
qualche mese fa. E i sondaggi oggi lo certificano. La svolta è arrivata col risultato delle primarie, che ha
svelato la debolezza di tutti i protagonisti del centrosinistra (dal sindaco Giuliano Pisapia con la sua vice,
Francesca Balzani, al candidato vincente ma non troppo Beppe Sala, sponsorizzato da dietro le quinte da
un prudentissimo Matteo Renzi). Anche la candidatura di Parisi, manager ed ex direttore generale del
Comune ai tempi di Gabriele Albertini, ha contribuito a mutare il clima, instaurando nel centrodestra un
ottimismo che si va consolidando giorno per giorno. I partiti oggi all'opposizione hanno lanciato una
campagna che parte dai problemi delle periferie. E preparano le liste per una battaglia elettorale, in
Comune e nelle Zone. Ecco i primi nomi. FRATELLI D'ITALIA Il figlio di una vittima di Kabobo nella lista
guidata da De Corato L'ex ministro e «colonnello» di Fratelli d'Italia Ignazio La Russa ha ceduto all'ex
vicesindaco Riccardo De Corato il ruolo di capolista. Capogruppo in Regione e consigliere in Comune, già
nel 2011 fu il terzo più votato del centrodestra, è un raccoglitore di preferenze. La testa di lista sarà formata
da lui, dall'ex deputata Paola Frassinetti e dall'uscente Marco Osnato . Incerto il salto dalle zone al Comune
di Vincenzo Viola (zona 3) e Massimo Girtanner (zona 6): entrambi puntano alla presidenza di Municipio e
non è deciso quale dei due spetterà a Fdi. In lista con Fdi invece l'ex showgirl Simona Tagli n (foto), Ugo
Paglietti del movimento «Basta Tasse» e Andrea Masini , il padre Ermanno fu ucciso da Kabobo. FORZA
ITALIA Per Gelmini il sostegno di tutto il movimento In squadra giovani, donne e società civile Capolista
forte e lista solida per Forza Italia, che vuole portare un contributo decisivo all'elezione di Stefano Parisi ma
anche riaffermare il primato nel centrodestra. A guidare gli azzurri scende il campo, col sostegno dell'intero
movimento, la coordinatrice regionale Mariastella Gelmini ( nella foto ). In campo praticamente tutti gli
uscenti, tranne Giulio Gallera, oggi assessore regionale (l'area vicina all'ex coordinatore comunale potrebbe
esprimere comunque un nome e si parla del consigliere di zona Alessandro De Chirico , foto ). Dovrebbero
essere della partita il capogruppo Pietro Tatarella , poi Andrea Mascaretti , Gianluca Comazzi , Luigi
Pagliuca , Armando Vagliati, Fabrizio De Pasquale . Dubbio per Marcovalerio Bove , forse destinato a un
municipio. Fra le nuove entrate, confermata l'intenzione di una candidatura al Consiglio comunale per Silvia
Sardone . Altro nome «rosa» che si fa è quello di Daniela Reho , candidata nel 2011 con «Milano al
centro». Possibile nuova corsa anche per Gianfranco Baldassarre . E pare confermato Francesco
Sicignano . NCD Lupi corteggia le professioni Pronto anche Stefano Pillitteri Maurizio Lupi lavora a una lista
forte e si prepara a guidarla. Obiettivo 40mila voti (partendo dai 28mila delle Europee). La lista sarà civica.
Il coordinatore Alessandro Colucci parla di «un'occasione per concretizzare l'apertura al mondo cattolico,
riformista e liberale». Dentro quindi indipendenti ed esponenti delle professioni. Per l'area riformista si parla
dell'ex assessore Stefano Pillitteri ( nella foto ). Per le categorie si fanno i nomi di Annarosa Racca (
farmacisti) e Ciro Pica (tassisti). Pronto a tornare in campo Claudio Santarelli . Sicuramente in campo
l'uscente Carmine Abagnale e il vice coordinatore Federico Illuzzi . Probabile la corsa del consigliere
Matteo Forte , oggi nel Polo dei milanesi. LA LISTA CIVICA L'incontro coi capigruppo sull'incognita «Noi x
Milano» Per ora è il rebus della coalizione. Sulla lista civica di Parisi si raccolgono più voci che certezze.
Voci sono circolate sull'accordo che si sta provando a costruire con Nicolò Mardegan ( nella foto ) l'ex Ncd
sceso in campo con la lista «NoixMilano». I capigruppo di Fi, Lega e Fdi avranno un incontro proprio oggi
con Parisi per fissare dei paletti. Qualcuno nei partiti non vede di buon occhio l'ipotesi che un pezzo del
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 04/03/2016
73
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La corsa dei candidati
04/03/2016
Pag. 3 Ed. Milano
diffusione:77281
tiratura:142594
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 04/03/2016
74
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gruppo possa entrare come tale nella civica, né che Mardegan possa esserne il capolista. Si vedrà. Tra i
«rumors» anche un posto in lista per Raffaele Grassi , ex Idv che siede tra i banchi della maggioranza in
Comune. Domani Parisi passerà all'assemblea dei tassisti Satam di cui è presidente. Se son rose... LA
LEGA In campo capitan Salvini e i consiglieri uscenti Tante promozioni in vista dal «vivaio» del Carroccio Il
«bomber» della Lega sarà Matteo Salvini (nella foto) ma non farà ticket con una candidata lumbard (come
si era invece ipotizzato) per non sbilanciare la sfida interna sulle preferenze. Confermati il capogruppo
Alessandro Morelli (nella foto in basso) e i consiglieri uscenti Luca Lepore e Massimiliano Bastoni, mentre
Igor Iezzi punta alla presidenza della Zona 8. Diversi i consiglieri leghisti che si sono fatti le ossa in questi
anni nei Parlamentini e questa volta proveranno a correre per una poltrona a Palazzo Marino. Si è
guadagnata un posto sicuro in lista Cristina Scaramucci (zona 1). Promossi anche Francesca Testa della
zona 4, Alessandro Giacomazzi (zona 5), il capogruppo della Zona 6 Carlo Goldoni e il consigliere
Vincenzo Sofo , fondatore del circolo culturale «Il Talebano», Tina Ghilardi della zona 7, Enrico Salerani e
Gianmarco Senna (capogruppo e consigliere in zona 8). Il futuro di Paolo Bassi è legato al risiko non
ancora risolto sulle zona: se la 4 andrà alla Lega si candiderà tocca a lui, altrimenti in Consiglio. In lista
anche Laura Molteni . I MUNICIPI All'azzurro Bestetti la Zona 7 Il «lumbard» Iezzi verso la 8 Centrodestra
unito in tutte e nove i municipi. Si discute sulla ripartizione delle candidature e alcune zone «ballano»
ancora. Oggi sono date per certe alla Lega la Zona 2 (con Samuele Piscina , ma si parla anche di Roberta
Capotosti , «Noi per Salvini») e la 8 (con il consigliere comunale Igor Iezzi , nella foto ). Al Carroccio
potrebbero andare la 4 e la 5. Forza Italia ha «prenotato» la 7 con Marco Bestetti e anche la 9 sembra
«azzurra» con Giuseppe Lardieri. Per Fi possibile anche una fra la 1 e la 6. A Fdi andrà una Zona (la 3 con
Vincenzo Viola o la 6 con Massimo Girtanner ). Ncd punta alla zona 1 (dove ha ottenuto il 7,3 alle
Europee), ma potrebbe ottenere la 5, con Giovanni Mario Ferrari o Sandro Bramati .
LE DATE DEL VOTO Si voterà tra il 15 aprile e il 15 giugno. Le date probabili sono il 5 o il 12 giugno (con
ballottaggio il 19 o il 26 giugno). La decisione spetta al governo.
04/03/2016
Pag. 24
Ô Domani dalle 9.30 alle 17.30 si svolgerà a Torino presso la Sala Madre Nasi del Cottolengo un incontro
pubblico dal titolo "B-Corp e terzo settore. Nuovi orizzonti imprenditoriali per ricostruire il capitale sociale".
L'evento è organizzato dall'associazione "Complexity Institute" per promuovere la cultura
dell'interdipendenza sociale tra le persone, le organizzazioni ed i loro territori. Insieme con imprenditori,
professionisti e studiosi interverranno i senatori Mauro Del Barba e Stefano Lepri, l'onorevole Silvia
Fregolent e il consigliere regionale Mario Giaccone. L'evento è gratuito (è necessario iscriversi attraverso il
sito www.complexityinstitute.it). ASSOCIAZIONE VIVERE SPORT
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 04/03/2016
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"B-Corp e terzo settore" per il capitale sociale
04/03/2016
Pag. 2
diffusione:10000
Ecco la ricetta elettronica valida in tutte le regioni
Il paziente può ricevere in ogni farmacia la medicina di cui ha bisogno pagando il ticket che pagherebbe
nella regione di provenienza (che magari è diverso). Tra le novità pure lo «scontrino parlante» per evitare di
dover tenere tutte le ricevute della spesa farmaceutica
SARONNO (grf) L'1 marzo è partita ufficialmente la ricetta nazionale elettronica, già sperimentata con
successo in Lombardia. E' valida in tutte le farmacie italiane. Quindi se un medico di famiglia di Saronno
prescrive un farmaco rimborsabile, lo fa elettronicamente sul computer e dà al paziente un tagliandino (in
Italia siamo sempre un po' restii al cambiamento, quindi fino al 2017 il paziente riceverà, appunto, un
foglietto che dovrà essere presentato al farmacista per evitare disguidi e complicazioni). Poniamo che
questo paziente se ne vada in Sardegna. Ebbene consegnando il tagliando assieme alla tessera sanitaria
in una farmacia dell' isola, riceverà la medicina pagando il ticket che pagherebbe in Lombardia che magari
è divers o. In realtà già da tempo le farmacie e i medici di famiglia sono informatizzati. «Un bel passo avanti
- acco glie la rivoluzione Annarosa Racca, presidente dell' associazione Federfarma che rappresenta la
maggior parte dei farmacisti italiani -. Un vantaggio per noi, per i cittadini e i medici. La carta non sparisce.
La ricetta rossa tradizionale mantiene la sua validità ma è destinata a tramontare». L' operazione è partita
con un decreto di tre anni fa sulla digitalizzazione. Ci è voluto del tempo perché tutti gli attori si
preparassero al cambiamento. Oltre a garantire la tracciabilità delle prescrizioni, il nuovo corso dovrebbe
determinare notevoli risparmi per la Sanità sul costo della carta, vidimazione dei blocchetti rossi, spedizione
alle Asl. Un' ag evolazione per il paziente che potrà essere riconosciuto dal sistema informatico con un
codice corrispondente alla prescrizione consegnata dal medico, ovunque si trovi.
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Bersaglieri nelle piazze con le gardenie dell'A ims
03/03/2016 05:00
Sito Web
IlFarmacistaOnline.it
Dalla confisa obbligatoria dei beni e immobili utilizzati per commettere il reato di esercizio abusivo della
professione sanitaria all'incompatibilità tra l'esercizio della professione di farmacista con quello delle altre
professioni sanitarie, fino allo stralcio dal dll dell'articolo 9, volto a delegare al Governo l'adozione di un
testo unico sugli enti vigilati dal Ministero della salute, e gli articoli da 11 a 25 sulla sicurezza alimentare e
veterinaria.
03 MAR - Prosegue in commissione Sanità al Senato l'esame del Ddl Lorenzin. Nella giornata di oggi i
senatori della XII commissione hanno proceduto all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 5 in tema di
esercizio abusivo della professione sanitaria, all'articolo 8 sulle farmacie e all'articolo 9 in tema di enti
viglilati dal Ministero. Per quanto riguarda l'articolo 5, sono stati approvati tre emendamenti: il 5.4 della
relatrice Emilia Grazia De Biasi (Pd), che introduce la confisca obbligatoria dei beni mobili ed immobili che
risultino essere stati utilizzati per commettere il reato di esercizio abusivo della professione sanitaria; il 5.5 a
prima firma Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR), che esclude dall'ambito di applicazione della legge n. 4/2013,
recante disposizioni in materia di professioni non organizzate, le attività tipiche o riservate per legge relative
alle professioni sanitarie; e il 5.0.2 a firma Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR), Andrea Mandelli (Fi) et al. che
introduce una specifica ipotesi di reato per il farmacista che, in assenza di prescrizione medica, dispensi le
sostanze farmacologicamente o biologicamente attive ed i farmaci dopanti, per finalità diverse dalle proprie
ovvero indicate nell'AIC. Passando all'articolo 8, sono stati approvati gli emendamenti 8.5 della relatrice
Emilia Grazia De Biasi (Pd), che nell'ambito della modifica dell'art. 102 del R.D. n. 12665/1934, finalizzata
ad introdurre la compatibilità tra l'esercizio della farmacia e della professione di farmacista con quello delle
altre professioni sanitarie, ad eccezione di quelle abilitate alla prescrizione dei medicinali, chiarisce che
queste ultime sono, comunque, sempre incompatibili con l'esercizio della farmacia stessa; 8.9 di Maria
Rizzotti (Fi) che estende, da sei a quarantotto mesi, il termine entro cui chi acquista per successione la
partecipazione in una società titolare di farmacia senza avere i requisiti per detenerla è tenuto a cedere la
suddetta partecipazione; 8.100 sempre della relatrice Emilia Grazia De Biasi (Pd), che, tra le ipotesi di
sostituzione del direttore di farmacia, elimina quella del raggiungimento dell'età pensionabile, in quanto tale
ipotesi è già stata abrogata dall'art. 1, comma 589, della legge n. 190/2014. Infine, quanto all'articolo 9 è
stato approvato l'emendamento 9.1 della relatrice Emilia Grazia De Biasi (Pd) che stralcia dal disegno di
legge l'articolo 9, volto a delegare al Governo l'adozione di un testo unico della normativa vigente sugli enti
vigilati dal Ministero della salute, e gli articoli da 11 a 25 sulla sicurezza alimentare e veterinaria, nonché
sulla prevenzione dei rischi connessi all'uso di sigarette elettroniche e sanzioni per vendita ed uso
scorretto. Giovanni Rodriquez
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 04/03/2016
77
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Ddl Lorenzin. In commissione Sanità approvati emendamenti su
abusivismo professionale, farmacie ed enti vigliati dal Ministero
03/03/2016 01:59
Sito Web
Pmi.it
Articoli Agenda Digitale
Primi giorni di applicazione della ricetta elettronica, che era già attiva in alcune regioni e che, dallo scorso
primo marzo, funziona su tutto il territorio nazionale: in qualsiasi regione si trovi, il paziente può acquistare
un farmaco pagando solo il ticket, come se fosse nella propria. E' un passo avanti sulla strada della
digitalizzazione della sanità pubblica, che porta anche un vantaggio per il contribuente. Attenzione:
Federfarma sottolinea che la ricetta dematerializzata per il momento coesiste con la "vecchia" ricetta
cartacea rossa del Servizio sanitario nazionale, che continuerà ad essere valida e utilizzabile. Vediamo
esattamente in cosa consiste la novità e come si applica. => Digitalizzazione: la Carta d'Identità Elettronica
Dal primo marzo 2016, è possibile utilizzare in tutta Italia la ricetta elettronica nazionale: in pratica, quando
il medico del Ssn prescrive un farmaco, lo inserisce in un database che è consultabile dalle farmacie: il
paziente quando si trova in farmacia deve mostrare la tessera sanitaria e il promemoria che viene rilasciato
dal medico quando fa la ricetta. Sul promemoria è segnato un numero ricetta elettronica (NRE), il codice
fiscale del paziente, eventuali esenzioni. Il sistema funziona in tutta Italia, ed è qui la modifica più rilevante:
fino ad ora, la ricetta del medico del servizio sanitario valeva solo nella regione di appartenenza, nel resto
d'Italia bisognava pagare interamente il farmaco. La ricetta dematerializzata, invece, consente di acquistare
farmaci in tutta Italia pagando il ticket. => Farmacie online: come effettuare la registrazione Commenta
Annarosa Racca, presidente nazionale di Federfarma: la ricetta nazionale elettronica «costituisce un
grande passo avanti, con vantaggi sia per il cittadino sia per lo Stato. Si risparmiano i costi della carta e
della stampa delle ricette tradizionali. Si modernizza il sistema di registrazione delle ricette e di controllo
della spesa farmaceutica. E adesso, con la circolarità nazionale della ricetta elettronica, il cittadino che si
muove per ragioni di studio, lavoro o turismo, potrà prelevare i farmaci in qualsiasi farmacia del territorio
nazionale, con il ticket e le esenzioni previste nella regione in cui risiede». Federfarma sottolinea anche che
il nuovo sistema coesiste con la tradizionale ricetta cartacea. Resta anche la differenza fra i due sistemi: la
ricetta elettronica vale su tutto il territorio nazionale con le modalità sopra descritte, quella cartacea
continua a funzionare come prima, quindi si può utilizzare pagando il ticket solo nella propria Regione. Il
nuovo sistema della ricetta nazionale elettronica funziona attraverso il Sistema Tessera sanitaria, che
calcola il ticket che la farmacia deve applicare di volta in volta. Le farmacie hanno aggiornato i propri
gestionali, e Sogei ha a sua volta effettuato l'update del Sac, il sistema di accoglienza centrale. Ecco quali
sono le tre possibilità previste dal sistema di ricetta nazionale elettronica e come si applicheranno le regole
sul ticket: ricetta prescritta nella Regione 1, intestata a un assistito della Regione 1 e spedita da una
farmacia della Regione 2: il ticket viene calcolato dal Sac in base alle disposizioni vigenti nella Regione 1;
ricetta prescritta nella Regione 2 ma intestata a un assistito della Regione 1 e spedita da una farmacia della
Regione 2: il ticket viene calcolato dal Sac in base alle disposizioni vigenti nella Regione 1; ricetta prescritta
nella Regione 2 ma intestata a un assistito della Regione 1 e spedita da una farmacia della Regione 1: il
ticket viene calcolato dalla farmacia (non dal Sac) in base alle disposizioni vigenti nella Regione 1.
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 04/03/2016
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Ricetta elettronica in vigore: cosa cambia
03/03/2016
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QS - QuotidianoSanita.it
Ddl Lorenzin. In commissione Sanità approvati emendamenti su
abusivismo professionale, farmacie ed enti vigliati dal Ministero
Dalla confisa obbligatoria dei beni e immobili utilizzati per commettere il reato di esercizio abusivo della
professione sanitaria all'incompatibilità tra l'esercizio della professione di farmacista con quello delle altre
professioni sanitarie, fino allo stralcio dal dll dell'articolo 9, volto a delegare al Governo l'adozione di un
testo unico sugli enti vigilati dal Ministero della salute, e gli articoli da 11 a 25 sulla sicurezza alimentare e
veterinaria.
03 MAR - Prosegue in commissione Sanità al Senato l'esame del Ddl Lorenzin. Nella giornata di oggi i
senatori della XII commissione hanno proceduto all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 5 in tema di
esercizio abusivo della professione sanitaria, all'articolo 8 sulle farmacie e all'articolo 9 in tema di enti
viglilati dal Ministero. Per quanto riguarda l'articolo 5, sono stati approvati tre emendamenti: il 5.4 della
relatrice Emilia Grazia De Biasi (Pd), che introduce la confisca obbligatoria dei beni mobili ed immobili che
risultino essere stati utilizzati per commettere il reato di esercizio abusivo della professione sanitaria; il 5.5 a
prima firma Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR), che esclude dall'ambito di applicazione della legge n. 4/2013,
recante disposizioni in materia di professioni non organizzate, le attività tipiche o riservate per legge relative
alle professioni sanitarie; e il 5.0.2 a firma Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR), Andrea Mandelli (Fi) et al. che
introduce una specifica ipotesi di reato per il farmacista che, in assenza di prescrizione medica, dispensi le
sostanze farmacologicamente o biologicamente attive ed i farmaci dopanti, per finalità diverse dalle proprie
ovvero indicate nell'AIC.
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