CRONOLOGIA - KARL MARX (1818 -1883) (1.7) 1818 1830 1835 1836 1837 1838 1839 1840 1841 1842 5 maggio. Nasce a Treviri (in Renania; la Renania è francese dal 1795 al 1814) Nella regione c’era uno sviluppo imprenditoriale e della borghesia Dopo il 1830 si sviluppa una opposizione liberale al governo di Berlino Il padre di Marx - di origine ebraica - proveniva dall’ambiente liberale (era avvocato); si era convertito al protestantesimo per poter esercitare la professione A Treviri, Marx inizia gli studi superiori Marx ottiene la licenza liceale Iscrizione all’Università di Bonn (facoltà di giurisprudenza) nell’autunno 1835. Partecipa a gruppi studenteschi (Club della Taverna e Club dei poeti); viene coinvolto nel costume dei duelli. David Strauss pubblica la Vita di Gesù Fidanzamento segreto con Jenny von Westphalen Passa da Bonn all’Università di Berlino, nella facoltà di giurisprudenza (ottobre 1836). Tra i suoi insegnanti Friedrich Karl von Savigny (della “scuola storica del diritto”), che respingeva la dottrina del diritto naturale; Eduard Gans (diritto penale) che era un hegeliano, sensibile tuttavia al pensiero umanitaristico di Saint Simon; Gans dava un giudizio favorevole della Rivoluzione francese. Marx aderisce all’hegelismo (fine estate 1837) Continua seguire i corsi di diritto, ma ormai si dedica alla filosofia. Frequenta il “Doktorclub”, associazione studentesca di orientamento hegeliano; in questo periodo gli hegeliani cominciano a spaccarsi nelle due corenti della Destra e della Sinistra. Marx si schiera con i giovani hegeliani di sinistra (Bruno Bauer, Karl F. Koppen). Con il passar del tempo il gruppo si radicalizza sempre più (il gruppo degli hegeliani è particolarmente insofferente per la sorveglianza poliziesca, le infinite limitazioni alla libertà) Verranno presi diversi provvedimenti polizieschi contro i docenti schierati sulle posizioni della sinistra hegeliana. Muore il padre di Marx (maggio) Bruno Bauer lascia l’università di Berlino per quella di Bonn Arnold Ruge fonda gli Hallische Jahrbucher (Annali di Halle) che pubblicano molti scritti dei giovani hegeliani. Nel 1841 Ruge è costretto a trasferirsi a Dresda dove continua la pubblicazione della rivista con il nuovo nome di “Deutsche Jahrbucher”. Marx collabora alla rivista. Marx inizia gli studi per la dissertazione di laurea su Democrito e Epicuro 1840 sale al trono Federico Guglielmo IV; si ha un inasprimento conservatore e repressivo 1840 Bruno Bauer pubblica la Critica della storia evangelica di Giovanni 1840 Proudhon pubblica a Parigi Che cos’è la proprietà? 1841 Bruno Bauer pubblica in forma anonima la Tromba del giudizio universale... (Posaune) 1841-42 Bruno Bauer pubblica la Critica della storia evangelica dei Sinottici Marx non ha più speranza di potersi laureare a Berlino (dove si erano insediati docenti conservatori, contrari a qualsiasi novità) Aprile. Marx sceglie di laurearsi a Jena perchè in quella città la censura era meno rigida e poteva avere maggior libertà di espressione. Si laurea in filosofia con una tesi sulla “Differenza tra la filosofia di Democrito e di Epicuro”. Giugno: lascia Berlino per Bonn (dove c’era Bruno Bauer) Bruno Bauer (che era il riferimento accademico di Marx all’università) è cacciato 1 1843 18431845 1844 dall’insegnamento (maggio). Marx è così costretto ad abbandonare l’idea della carriera universitaria (Marx e Bauer avevano in progetto di fondare una rivista di orientamento ateistico) A Colonia un gruppo di liberali aveva fondato nel 1836 la “Die Rheinische Zeitung” (Gazzetta Renana) un giornale di orientamento progressista. Marx si dedica allora al giornalismo politico Gennaio: Marx si trasferisce a Treviri Aprile: Marx si trasferisce a Bonn. Il manifesto filosofico della scuola del diritto Maggio: Dibattiti sulla libertà di stampa. Luglio: L’articolo di fondo della “Gazzetta di colonia. Il comunismo e la “Gazzetta di Augusta” Agosto Ruge pubblica il suo scritto La filosofia del diritto di hegel e la politica del nostro tempo Ottobre: Marx diventa capo redattore e animatore della Gazzetta Renana. Dibattito sulla legge contro i furti di legna. Novembre: Lorenz von Stein pubblica Il socialismo e il comunismo nella Francia contemporanea. Marx pubblica Il progetto di legge sul divorzio. Alla redazione del giornale Marx conosce Friedrich Engels Marzo. Soppressione della “Die Rheinische Zeitung” (ad opera della censura e della polizia prussiana, su indicazione dello zar, nello spirito della Santa Alleanza - la rivista aveva pubblicato una serie di articoli critici contro la politica dello zar). Ultimo atto repressivo con cui gli hegeliani di sinistra perdono le posizioni che avevano conquistato. Marx si trasferisce a Kreuznach Marzo - agosto: Marx scrive la “Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico” (pubbl. postuma nel 1927); l’Introduzione sarà poi pubblicata negli Annali franco tedeschi (v. oltre) Giugno: si sposa con Jenny von Westphalen Marzo; vengono pubblicate le Tesi provvisorie per una riforma della filosofia di Feuerbach, contro il sistema hegeliano In seguito alla sconfitta e alla chiusura della Rheinische Zeitung Marx progetta di lasciare la Germania e di recarsi in Francia dove continuare l’attività pubblicistica (rivolta alle masse tedesche) insieme a Ruge (Progetto dei Deutsch - franzosische Jahrbucher, “Annali franco tedeschi”). PARIGI (ottobre 1843 -1845) Ottobre 1843: trasferimento di Marx a PARIGI (ottobre - dicembre 1843) 1844 Stabilisce vincoli di amicizia con Engels, che era stato in Gran Bretagna e conosceva bene la situazione inglese (sarà Engels a orientare Marx verso lo studio degli economisti classici inglesi) A Parigi Marx conosce Proudhon, Bakunin, Blanc; entra in contatto con gli ambienti delle società segrete (composte anche da emigrati tedeschi) di orientamento radicale, comunista e socialista (nel 1839 Blanqui, esponente della “Società delle Stagioni” aveva organizzato una insurrezione fallita); dopo il fallimento, Albert aveva organizzato “Le nuove stagioni” Settembre 1843- marzo 1844: secondo Ruge, in questo periodo Marx diventa comunista. In questo periodo Marx riflette sull’importanza preponderante della “società civile” rispetto alla politica e viene elaborato il nucleo filosofico della dottrina del comunismo Marzo 1844: con Ruge, pubblica il primo - e unico - numero doppio degli “Annali franco tedeschi” (a cura di Marx e Ruge). Contiene saggi (o lettere) di Heine, Feuerbach, Herweg, Hess, Bakunin, oltre che di Marx e Engels. L’impresa degli Annali fallisce per la mancata collaborazione dei socialisti francesi e per la rigida censura tedesca (Marx e Ruge speravano di diffondere la rivista anche in Germania). 2 Marx pubblica sugli Annali due saggi: sulla “Questione ebraica” e “Per la critica della filosofia del diritto di Hegel: una introduzione”. Aprile: Marx rompe i rapporti con Ruge Marzo - settembre 1844: Marx scrive i “Manoscritti economico filosofici del 1844” che NON saranno pubblicati (pubbl. solo nel 1932) Studia gli economisti francesi e inglesi, studia la Rivoluzione francese (progettò una storia della Convenzione che non venne realizzata) Luglio 1844: conosce e frequenta assiduamente Proudhon 1845 1846 1847 1848 Luglio del 1844: esce il settimanale (in tedesco) “Vorwarts” (Avanti) cui collaborano Marx e molti altri del suo ambiente. L’attività di Marx (che assume un ruolo di fatto nella determinazione dell’orientamento del giornale) è alle origini del provvedimento di espulsione nei suoi confronti. Sett-nov 1844 Marx e Engels scrivono “La Sacra Famiglia o Critica della critica critica. Contro Bruno Bauer e consorti”. Il volume verrà pubblicato a fine febbrario 1845 a Francoforte. IL BELGIO (1845-1848) Su richiesta del governo prussiano viene espulso da Parigi (febbraio 1845) Si reca a Bruxelles Contatti vari con ambienti degli intellettuali ed esuli. Svolge attività di organizzazione: gestisce una “società di corrispondenza” tra i vari gruppi segreti Engels viene a stabilirsi a Bruxelles (primavera 1845) Febbraio 1845: redazione delle “Tesi su Feuerbach” (che segnano il distacco di Marx da Feuerbach) Maggio 1845 - autunno 1846: viene scritta “L’Ideologia tedesca” (pubbl. postuma nel 1932) che rappresenta una critica complessiva della filosofia tedesca post hegeliana; questo scritto contiene la prima elaborazione matura del materialismo storico. Maggio 1845: pubblicazione a Lipsia de La situazione della classe operaia in Inghilterra di F. Engels Inverno 1846-47 Contro Proudhon scrive “La miseria della filosofia” (contro l’opera di Proudhon che si intitolava “La filosofia della miseria”) che segna la rottura con il gruppo francese dei seguaci di Proudhon Pubblicazione de La miseria della filosofia Partecipa ai lavori del Circolo di Studi dell’Associazione degli operai tedeschi di Bruxelles, per i quali terrà una serie di conferenze di argomento economico Viaggio a Londra (1845) dove conosce Wilhelm Weitling della “Lega dei giusti” (società segreta di artigiani tedeschi fuoriusciti) che professava un comunismo evangelico fondato sulla fratellanza universale. Costituzione a Bruxelles di un “comitato di corrispondenza” (1846) con il compito di stringere rapporti tra socialisti tedeschi, francesi, inglesi Aderisce alla “Lega dei giusti” (che era costituita sul modello di una società segreta) 1847 (giugno) In seguito al lavoro della “società di corrispondenza” la lega dei Giusti perde il suo carattere cospirativo e diventa “Lega dei comunisti”, con un nuovo Statuto In vista del II Congresso della Lega (previsto per l’autunno del 1847) si doveva redigere un manifesto; in seguito a varie difficoltà sopravvenute, Marx e Engels ricevettero dallo stesso congresso (dicembre 1847) l’incarico di scrivere il “Manifesto”, pubblicato poi a Londra nel febbraio 1848 (in tedesco). Il termine “partito” usato serviva a sottolineare il carattere pubblico e non cospirativo della nuova organizzazione. Si trattava di una organizzazione di carattere non nazionale ma internazionalistica. Viene arrestato ed espulso dal Belgio (marzo). Si reca a Parigi 3 1848 1849 18491883 1864 1875 1883 IL QUARANTOTTO Marx è momentaneamente a Parigi in concomitanza con la rivoluzione del 1848 (periodo del Governo provvisorio...); ma desidera tornare in Germania per contribuire a estendere colà la rivoluzione del 1848 Si ritrova a Colonia (dove riapre la “Gazzetta Renana” come Neue Reinische Zeitung) in aprile Poi si sposta a Berlino e Vienna (agosto) La rivoluzione del 1848 viene sconfitta. Marx viene espulso dalla Prussia (maggio) La Nuova Gazzetta Renana è soppressa Torna a Parigi, dove però lo vorrebbero confinato (giugno-luglio) Ripara allora a Londra, (agosto) dove rimarrà fino alla morte (1883) LONDRA (1849-1883) Periodo londinese Situazione di indigenza economica Studia economia al British Museum Si mantiene scrivendo articoli su un giornale americano progressista (New York Tribune); viene aiutato economicamente da Engels (che dirigeva una azienda della sua famiglia a Manchester) A Londra vengono elaborati molti studi e pubblicazioni: 1849 “Lavoro salariato e capitale” 1850 “Lotte di classe in Francia” 1852 “Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte” 1859 “Per la critica dell’economia politica” 1859 “Grundrisse” (lineamenti fondamentali della critica all’economia politica) 1862-63 Teorie sul plusvalore (pubblicate nel 1905) 1865 “Salario, prezzo e profitto” 1867 “Il Capitale” (libro I) 1871 “La guerra civile in Francia” (Sulla Comune di Parigi) Collabora alla fondazione della I “Associazione Internazionale dei Lavoratori” che era un organismo sindacale e politico, espressione degli operai di Francia e Gran Bretagna (solo in GB le unions erano legalizzate) Esponenti principali furono i vari esuli londinesi provenienti dai vari paesi, tra cui Marx, Bakunin e Mazzini (compresi ex garibaldini come Wolff) Marx venne incaricato di scrivere l’Indirizzo inaugurale dell’Associazione L’Associazione sopravviverà fino al 1872, quando venne in crisi a causa del contrasto con gli anarchici (cessò di esistere con vari strascichi tra il 1872 e il 1876...) “Critica del programma di Gotha” (pubbl. 1891) Si riferisce al congresso del Partito operaio socialdemocratico tedesco (poi SPD) ove si unificarono le posizioni di Lassalle, Liebknecht e Bebel Muore a Londra © Giuseppe Rinaldi 2009 – http://digilander.libero.it/education 4 TIPI DI ALIENAZIONE ECONOMICA E SOCIALE IN MARX (1.0) Dai “Manoscritti economico filosofici del 1844” TIPI DI ALIENAZIONE Rispetto al prodotto del proprio lavoro Il lavoratore non è padrone dei frutti del suo lavoro, produce con il suo lavoro il valore economico che gli viene sottratto e va a costituire il profitto del capitalista (di quì Marx deriverà la sua dottrina dello sfruttamento enunciata nel “Capitale”) Rispetto all’attività lavorativa Il lavoratore, nella sua prestazione quotidiana, non è padrone di sè stesso, è solo uno strumento, un mezzo, per un fine estraneo Il lavoro nell’industria capitalistica è forzato, costrittivo, non autonomo Rispetto alla sua essenza di essere umano Siccome il lavoro è costitutivo dell’essenza umana (fa dell’uomo un uomo), l’uomo è disumanizzato (privato della propria essenza umana) Prerogativa dell’uomo è il lavoro libero, creativo, universale; nel capitalismo il lavoro diventa forzato, ripetitivo, unilaterale Rispetto alla natura socievole dell’uomo Il lavoro alienato è il terreno di conflitto con gli altri uomini (conflitto di classe tra borghesi e proletari) La natura socievole dell’uomo viene alterata, stravolta, la società viene lacerata e gli uomini messi gli uni contro gli altri; la società diventa conflittuale K. MARX - IL MATERIALISMO STORICO (1.0) STRUTTURA (ASPETTO ECONOMICO SOCIALE) FORZE PRODUTTIVE (ASPETTO ECONOMICO) (innovazione continua) SOVRA STRUTTURA (ASPETTO CULTURALE) STRUMENTI MODI DI PRODUZIONE CONFLITTO RAPPORTI DI PRODUZIONE (ASPETTO SOCIALE) (conservazione dei rapporti sociali esistenti) FORMAZIONE ECONOMICO SOCIALE STORICA UOMINI CLASSI SOCIALI DOMINATE (alienate) CLASSE DOMINANTE COSCIENZA DELLA CLASSE DOMINANTE CHE SI PONE COME UNIVERSALE ISTITUZIONI GIURIDICHE E POLITICHE ARTE, RELIGIONE, FILOSOFIA COSCIENZA DELLA CLASSE DOMINATA “COSCIENZA DI CLASSE” (AVANGUARDIE, ORGANIZZAZIONE, ...) K. MARX - FORMAZIONI ECONOMICO SOCIALI (1.0) 1. Comunità primitiva 2. Società classiste 3. Socialismo e comunismo Sorta di comunismo originario Non c’è divisione del lavoro Non c’è proprietà privata Non ci sono classi (nè sfruttamento) Tribale Ridotta divisione del lavoro Patriarcalismo (detta anche “asiatica”) Greco romana Divisione del lavoro Proprietà privata Schiavitù Feudale o degli ordini Divisione del lavoro Proprietà privata Rapporto tra servo e signore Borghese capitalistica Divisione del lavoro Proprietà privata Divisione in classi Rapporto tra borghesi e proletari Abolizione della proprietà privata degli strumenti di produzione Abolizione dello Stato come forma separata dalla società Abolizione della ddl tra lavoro manuale e intellettuale Abolizione delle classi Sviluppo delle forze produttive LA COSCIENZA DI CLASSE SECONDO K. MARX (1.0) PARTITO COMUNISTA (inteso come associazione internazionale e non come partito nazionale) CLASSE OGGETTIVAMENTE INTESA (CLASSE IN SE’) E’ la classe priva di qualunque coscienza. Un mero aggregato di individui che non sono consapevoli di avere interessi comuni. Corrisponde all’umanità alienata dei Manoscritti del 1844. Date le sue condizioni di alienazione, la classe in sé non sarebbe in grado di emanciparsi. Composto da intellettuali trasfughi dalla classe borghese e dai proletari più coscienti. Costituisce l’avanguardia del proletariato; è l’intellettuale collettivo (Gramsci) Nel partito comunista la teoria filosofica diventa prassi storica della classe; si ha così il “rovesciamento pratico” della filosofia CLASSE SOGGETTIVAMENTE INTESA (CLASSE IN SE’ E PER SE’) E’ la classe che ha acquisito coscienza dei propri interessi; è in grado di agire collettivamente per “fare la storia”, allo scopo di emancipare sé stessa e tutta l’umanità. Dunque possiede al proprio interno una coscienza e una organizzazione che provengono dalla avanguardia o dall’intellettuale collettivo. E’ la classe che può essere descritta dall’esterno con gli strumenti della economia politica o della sociologia © Giuseppe Rinaldi 2009 – http://digilander.libero.it/education RIVENDICAZIONI “COMUNISTE” SECONDO K. MARX, CONTENUTE NEL MANIFESTO DEL 1848 (1.0) 1 Espropriazione della proprietà fondiaria e impiego della rendita fondiaria per le spese dello Stato. 2 Forte imposta progressiva. 3 Abolizione del diritto di successione. 4 Confisca della proprietà di tutti gli emigrati e ribelli. 5 Centralizzazione del credito nelle mani dello stato mediante una banca nazionale con capitale di stato e monopolio esclusivo. 6 Centralizzazione di tutti i trasporti nelle mani dello Stato. 7 Moltiplicazione delle fabbriche nazionali, degli strumenti di produzione, dissodamento e miglioramento dei terreni secondo un piano comune. 8 Uguale obbligo di lavoro per tutti, istituzione di eserciti industriali, specialmente per l'agricoltura. 9 Unificazione delle attività dell'industria e dell'agricoltura, interventi volti a eliminare gradualmente l'antagonismo tra città e campagna. 10 Educazione pubblica e gratuita per tutti i bambini. Abolizione del lavoro infantile nelle fabbriche nella sua forma attuale. Combinazione dell'educazione con la produzione materiale, ecc. K. MARX – VARI TIPI DI SOCIALISMI (1.1) dal Manifesto del Partito Comunista del 1848 Socialismo reazionario (attacca la borghesia perchè regressivo, rivolto al passato) Socialismo conservatore o borghese (Proudhon) Socialismo critico utopistico (Saint Simon, Fourier, Owen) Socialismo scientifico (Marx, Engels) Socialismo feudale Medievalistico, romanticheggiante Sogna la società pre borghese, pre industriale Cercano l’alleanza del proletariato per restaurare il passato Socialismo Rappresentato da Sismondi (1773-1842) piccolo Rappresenta il punto di vista della piccola borghese borghesia rovinata dallo sviluppo industriale Vuole il ritorno del sistema patriarcale e delle corporazioni nelle manifatture Socialismo Rappresentato da K. Grun, H. Kriege, B. Bauer, tedesco o “vero M. Hess socialismo” E’ la traduzione germanica del socialismo francese Usa una terminologia astratta e interclassista Rappresentato da Proudhon Economisti, filantropi, e umanitari Vorrebbero riformare il capitalismo, elimare i suoi inconvenienti senza distruggerlo Non comprendono la dialettica e il conflitto Non vogliono eliminare la proprietà ma distribuirla Hanno il merito di avere segnalato l’antagonismo tra le classi e le contraddizioni Non riconoscono al proletariato una funzione storica e rivoluzionaria autonoma Chiedono una politica di riforme La loro impostazione è moralistica e utopistica Marx e Engels contrappongono il loro socialismo scientifico al socialismo utopistico e agli altri socialismi. Esso si basa su una analisi scientifica della società e dei meccanismi economici Il proletariato è la forza rivoluzionaria che è destinata ad abbattere la borghesia grazie alla consapevolezza elaborata dal socialismo scientifico © 2009 Giuseppe Rinaldi – http://digilander.libero.it/education AUTORE LE TEORIE DELLO STATO MODERNO (1.1) CONDIZIONE ORIGINARIA CONDIZIONE STATUALE PRESTATUALE O CONDIZIONE FUTURA Stato di natura (negativo) Hobbes Condizione di conflitto di tutti contro tutti (1588-1679) Assolutismo "homo homini lupus" contrattualistico Stato civile (positivo) I contraenti si associano e si sottomettono a uno, cedendogli tutti i loro diritti naturali (si ha la sicurezza; viene ammessa l'oppressione e la disuguaglianza) non c'e' diritto alla proprieta' Stato politico (positivo) Lo stato di natura viene mantenuto, ma i contraenti cedono a uno il diritto di fare giustizia: lo Stato è concepito come un "giudice imparziale" (viene ammessa la disuguaglianza) c'e' diritto alla proprieta’ teoria dello stato minimo Locke (1632-1704) Liberalismo Stato di natura (positivo) (l'individuo gode delle sue prerogative naturali); puo' degenerare in uno stato di guerra Smith (1723-1790) Liberalismo e liberismo Societa' civile Stato politico (come Locke) e stato minimo intesa come insieme di individui in competizione, Stato garantista che non deve intervenire negli affari della società governati dalla “mano invisibile”, ovvero dai civile e deve solo garantire i diritti individuali meccanismi automatici di equilibrazione del Lo stato deve lasciar fare al mercato e intervenire il meno possibile mercato Rousseau (1712-1778) Democrazia diretta Stato di natura (positivo) (termine di paragone) amore di se insocievolezza Societa' civile (negativa) oppressione [da Hobbes) disuguaglianza (da Locke) patto iniquo (amor proprio, interesse particolare) la proprieta' privata fonda le disuguaglianze Repubblica I contraenti cedono tutti i loro diritti naturali al “corpo politico” di cui essi stessi fanno parte realizzazione dell'umanita' attraverso il patto equo e la costituzione della volonta' generale; interesse generale moralita' Marx (1818-1883) Socialismo e comunismo Società civile prestatuale Assenza di divisione del lavoro e di divisione in classi (non c’è “scissione” tra società civile e stato) Società classiste (e quella capitalistica in particolare) Società divise in classi. Proprietà privata e disuguaglianze Scissione tra società civile e Stato; lo Stato esprime gli interessi della classe dominante (come nel “patto iniquo” di Rousseau) Società comunista Non c’è contratto La società comunista è una società senza classi; lo Stato verrà abolito Nella fase di transizione (socialismo) si ammette lo Stato come “dittatura del proletariato” © G. Rinaldi, 2005 - http://digilander.libero.it/education TEORIA MARXIANA DELLO STATO (1.0) ESISTE UNA TEORIA MARXIANA DELLO STATO? Alcuni interpreti di Marx ritengono che non esista una teoria marxiana dello Stato e che, per quel che concerne lo Stato, la dottrina marxiana sia una dottrina anarchica. Altri invece ritengono che Marx abbia elaborato una dottrina totalitaria dello Stato In ogni caso, nella dottrina marxiana non c’è alcuna forma di contrattualismo CONTRATTUALISMO DOTTRINA DELLA SOPPRESSIONE DELLO STATO In Marx abbiamo senz’altro una critica nei confronti dello Stato moderno e nei confronti dello “Stato borghese”. Occorre eliminare la separazione tra Stato e società civile; dunque occorre, in ultimo, la soppressione dello Stato. DOTTRINA DELLO STATO SOCIALISTA E DELLA DITTATURA DEL PROLETARIATO In riferimento al laboratorio economico sociale della Comune di Parigi del 1871, Marx elabora le sue idee circa lo Stato socialista (che non coincide ancora con il comunismo) Marx riteneva che nei paesi più progrediti il socialismo e il comunismo avrebbero potuto essere realizzati senza violenza, attraverso il metodo democratico DOTTRINA DELLA LIBERAL DEMOCRAZIA (Montesquieu + Locke + Rousseau) © Giuseppe Rinaldi 2009 – http://digilander.libero.it/education VARIE FORME DI ANTI STATALISMO E DI ANARCHISMO CONTEMPORANEI MODELLO LENINISTA Legato alla insurrezione, al governo consigliare (in russo, soviet) e alla dittatura del proletariato (costruzione dall’alto della società socialista) Ha trovato impiego nei paesi politicamente e socialmente arretrati che dovevano ancora compiere la loro “rivoluzione nazionale” MODELLO SOCIALDEMOCRATICO (socialismo + democrazia) Gli obiettivi del socialismo vengono reralizzati attraverso gli strumenti del metodo democratico (pluralismo partitico, libere elezioni, …) Ha trovato impiego nei paesi politicamente e socialmente sviluppati. Movimenti e partiti di tipo socialdemocratico sono oggi molto diffusi, in Europa e nel mondo. K. MARX: SOCIALISMO E COMUNISMO (1.1) FASI SOCIALISMO (1 fase) I proletari si impadroniscono dello Stato “A ciascuno secondo il suo prodotto” COMUNISMO (2 fase) Abolizione dello Stato e costruzione della nuova società “A ciascuno secondo i suoi bisogni” CARATTERISTICHE All’epoca di Marx nessuno Stato si ispirava al socialismo; anche gli Stati che oggi diremmo liberal democratici erano pochissimi. Le uniche manifestazioni di presa del potere da parte dei proletari erano avvenute durante la Rivoluzione francese, ma avevano fallito. Marx aveva a disposizione solo gli esempi del movimento operaio inglese (unions e cartismo) e di quello francese. Lo sviluppo del capitalismo avrebbe indotto una crisi economica e sociale, la proletarizzazione e un inasprimento della lotta di classe; ciò avrebbe aperto un periodo di trasformazione rivoluzionaria La classe dominante non avrebbe ceduto la propria posizione di privilegio per cui era prevedibile un periodo di conflitti violenti: il proletariato, se necessario, avrebbe dovuto anche ricorrere alla violenza “rivoluzionaria” Marx non escludeva la possibilità di un passaggio pacifico al socialismo in alcune situazioni più progredite politicamente e economicamente (come USA, Olanda, Gran Bretagna) Nella maggior parte delle situazioni, i proletari (che per Marx sono la maggioranza) si sarebbero impadroniti dello Stato attraverso una insurrezione violenta (“dittatura del proletariato” di impostazione giacobina) e lo avrebbero usato per realizzare il socialismo e per difendere le loro realizzazioni. Il modello più dettagliato che Marx ha fornito è stato tratto dagli avvenimenti della “Comune di Parigi” del 1871: o Soppressione della rappresentanza e del parlamentarismo; le decisioni politiche sarebbero state prese da tutti i cittadini attraverso consigli (le decisioni sarebbero state messe in opera da delegati responsabili, revocabili e pagati come operai); in altri termini si sarebbe realizzata una democrazia diretta (cfr. Rousseau) o Eliminazione della divisione tra i poteri dello Stato (contro il bilanciamento e i controlli reciproci, alla Montesquieu) o Soppressione degli aspetti più tipicamente “borghesi” o di classe dello Stato: le forze armate e gli apparati repressivi sarebbero stati sostituiti dal popolo in armi; sarebbero stati eliminati i privilegi della burocrazia e degli uomini politici o Statalizzazione delle imprese e delle principali attività economiche; eliminazione dello sfruttamento economico e distribuzione secondo la regola “a ciascuno secondo il suo prodotto” o Produzione di una legislazione che avrebbe via via assicurato l’eguaglianza sostanziale tra tutti i cittadini Marx si è sempre rifiutato di descrivere la società comunista, dichiarando di non essere uno scrittore di utopie e che “il comunismo è il movimento che sopprime la situazione esistente”. Tuttavia in alcuni scritti ha indicato alcune caratteristiche generali che avrebbero dovuto ritrovarsi nella società comunista: sono tutte caratteristiche legate alla sua visione umanistica. Abolizione della proprietà privata degli strumenti di produzione Abolizione della divisione della società in classi (e abolizione dello sfruttamento e dell’alienazione del lavoro) Abolizione dello Stato (inteso come “gendarme della borghesia” e come istituzione “separata” dalla società civile) Il lavoro diventa un bisogno e una forma di espressione umana Abolizione della divisione del lavoro tra lavoro manuale e lavoro intellettuale (modello dell’uomo “onnilaterale”) Sviluppo delle forze produttive senza i limiti del capitalismo (situazione di abbondanza), per cui sarà possibile applicare la regola “a ciascuno secondo i suoi bisogni” L’uomo fa la storia consapevolmente (si prospetta il problema della “fine della storia”) © Giuseppe Rinaldi 2009 – http://digilander.libero.it/education GLI SVILUPPI DEL SOCIALISMO E DEL COMUNISMO DOPO MARX(1.1) TEORIA MARXIANA (dal Manifesto del 1848…) TEORIA DELLA LIBERAL DEMOCRA ZIA ELABORAZIONE LENINISTA (primi vent’anni del Novecento) (applicazione delle teorie di Marx nei paesi politicamente non democratici e economicamente arretrati) Gli obiettivi sono quelli del socialismo e del comunismo, il metodo è quello giacobino e quello della dittatura del proletariato Spesso questi paesi tentano di realizzare, nell’ambito della dottrina marista, la loro rivoluzione nazionale. Critici e avversari dei socialdemocratici ELABORAZIONE SOCIALDEMOCRATICA (nel contesto della II Internazionale 1889-1914) (applicazione delle teorie di Marx nei paesi politicamente democratici e economicamente sviluppati) Il principale teorico fu E. Bernstein (1850-1932). Gli obiettivi sono quelli del socialismo e del comunismo (adattati alla società e alla storia), ma il metodo è quello liberal democratico. Questi partiti accettano i principi delle garanzie liberali e le regole della rappresentanza e le isitituzioni democratiche. Non di rado hanno contribuito a istituire la democrazia e a difenderla Critici e avversari dei leninisti. MODELLO SOVIETICO (1917-1994) Al cui interno si ebbe lo Stalinismo (1926-1953) ovvero la dittatura di Stalin (1879-1953). A livello internazionale il riferimento era costituito dalla III internazionale o Comintern (1919-1943) Applicazioni nazionali in paesi arretrati ( dal 1945…) - modello jugoslavo, dal 1945 al 1991 (ad opera di Tito 1892-1980) - via cinese, dal 1949 (ad opera di Mao-tse tung 1893-1976) - via cubana, dal 1959 (ad opera di Fidel Castro 1927-) - varie altre rivoluzioni nazionali in paesi arretrati (Vietnam del Nord, Nicaragua, Mozambico,…) - vari movimenti di guerriglia di ispirazione marxista (nei paesi del terzo mondo) Vanno segnalati per il loro carattere anomalo: - il regime comunista della Corea del Nord (dal 1948) - il regime criminale dei Khmer rossi, in Cambogia (1975-1979) ad opera di Pol Pot (1925-) Tutti i partiti socialisti e democratici attivi nelle democrazie occidentali (dal 1875, fondazione del SPD) - partito socialdemocratico tedesco (SPD) - partito laburista inglese (Labour party) - partito socialista francese - partito socialista italiano (PSI, dal 1892 fino a anni’ 90 del ‘900) - partito comunista italiano (PCI) (Togliatti) - tutti gli attuali partiti socialisti e comunisti in Italia - partito socialista spagnolo (PSOE) (Zapatero) -… PRINCIPI GENERALI DELL’IDEOLOGIA SOCIALISTA NEL SECONDO OTTOCENTO E PRIMO NOVECENTO (1.2) - L’uomo è fondamentalmente socievole; l’eventuale insocievolezza dell’uomo è dovuta al - - - - - - - - contesto storico sociale negativo. Ne deriva la superiorità dell’”uomo sociale” sull’individuo singolo; l’interesse sociale comune dovrebbe prevalere sempre sull’interesse egoistico L’orizzonte di riferimento è la comunità umana universale: l’umanità è l’unica vera comunità (da ciò deriva il rifiuto netto delle ideologie della razza, della nazione, della patria, e di tutte le discriminazioni tra gli uomini...). L’emancipazione di tutti gli uomini è uno degli obiettivi fondamentali. Marcato ottimismo circa la natura umana e fede nel progresso (che è determinato dal lavoro, dallo sviluppo economico e dallo sviluppo tecnico e scientifico). I socialisti confidano nello sviluppo della cultura e della scienza. Tutti gli uomini sono eguali. Egualitarismo non solo dal punto di vista dei diritti classici della tradizione liberale, ma anche dal punto di vista sostanziale (in termini di eguaglianza sociale ed economica: per questo si rivendicano la tassazione progressiva, la giustizia commutativa…) Solidarismo. Il solidarismo deriva dalla convinzione circa la natura socievole dell’uomo ed è uno dei tratti fondamentali dell’etica socialista (deriva dalla “fraternitè” della Rivoluzione francese) Protagoniste della storia sono le classi sociali, coscienti dei propri interessi e dotate di un progetto storico da realizzare. La classe operaia rappresenta la stragrande maggioranza dell’umanità e diventerà la classe egemone. Oltre alla classe operaia, i socialisti si rivolgevano ai contadini e alla piccola boghesia. Le classi sociali fanno la storia solo se si organizzano (associazioni di soccorso, sindacati, partiti, movimenti) e divengono coscienti (coscienza di classe). I socialisti si impegnano per una radicale trasformazione sociale che porterà alla realizzazione della nuova società socialista. La nuova società sarà incentrata intorno agli interessi del lavoro e dei lavoratori. I socialisti sono impegnati per la tutela degli interessi dei gruppi sociali subalterni (che rappresentano la maggioranza dell’umanità) per i quali rivendicano il cosiddetto “stato sociale” (uno stato che assicuri il diritto al lavoro, all’istruzione, alla salute,...) Il sistema economico capitalistico si basa sullo sfruttamento dei lavoratori. Questo sistema economico va combattuto per tutelare i lavoratori e, in prospettiva, va superato attraverso l’introduzione di un sistema economico socialista. La proprietà privata non è un diritto assoluto e deve essere subordinato all’interesse comune. In particolare i socialisti diffidano della proprietà privata degli strumenti di produzione (industrie, terra, …). Si divideranno spesso intorno alla natura del sistema economico socialista (le soluzioni più comuni saranno la nazionalizzazione oppure il sistema cooperativo). Lo Stato è al più uno strumento e non un fine. Priorità della “società civile" (rapporti economici e sociali) sullo Stato. I socialisti si dividono spesso sull’atteggiamento da tenere nei confronti dello Stato: talvolta viene inteso come nemico del popolo (massimalisti), altre volte inteso come strumento democratico per l’emancipazione del popolo, attraverso il suffragio universale e attraverso gli interventi dello stato per realizzare riforme economiche e sociali (socialdemocratici). Internazionalismo. I proletari hanno ovunque gli stessi interessi, per cui devono organizzarsi e agire politicamente al di là dei singoli Stati – nazione. Pacifismo. La guerra tra gli Stati è causata dagli interessi delle classi dominanti. I popoli devono rifiutare la guerra (Tuttavia diversi partiti socialisti accetteranno di combattere le guerre al fianco delle borghesie nazionali). Il rifiuto della guerra non significa sempre rifiuto della violenza (vengono ammesse forme di lotta ai limiti della legalità e viene solitamente giustificata l’insurrezione popolare). Laicità. La religione è un inganno ai danni del popolo. La Chiesa è un centro di potere. I socialisti sono generalmente anticlericali e sono per una rigida separazione della Chiesa dallo Stato. © Giuseppe Rinaldi 2008 – http://digilander.libero.it/education LE ASSOCIAZIONI INTERNAZIONALI DEI LAVORATORI (1.1) PRIMA INTERNAZIONALE (1864 - 1876) Nome abbreviato dell'Associazione internazionale dei lavoratori, fondata a Londra durante una grande riunione pubblica tenutasi a Saint Martin's Hall il 28.IX.1864. Fu essenzialmente opera di Karl Marx, che ne redasse gli statuti e si sforzò di orientarne le tendenze, molto eterogenee (mazziniani, proudhoniani, positivisti inglesi, anarchici, ecc.), verso il socialismo scientifico. Essa tenne i suoi primi congressi a Losanna (1867), Bruxelles (1868) e Basilea (1869). La sua crescita organizzata, molto lenta all'inizio, fu facilitata dalla crisi economica del 1867, seguita da un'ondata di scioperi in Francia e in Belgio. Nel 1870, l'Internazionale contava già le sezioni francese, belga, svizzera, tedesca, italiana, spagnola, portoghese, danese, olandese, austriaca, americana. II suo obiettivo fondamentale era la conquista dell'emancipazione della classe operaia da parte degli stessi operai; l'influenza marxista cominciò a farsi predominante al congresso di Bruxelles (1868), che reclamò la collettivizzazione delle miniere, delle cave, delle ferrovie, e la nazionalizzazione del suolo che doveva essere distribuito fra le società agricole operaie. Lo stesso congresso levò un'energica protesta contro la guerra e raccomandò a tutte le sezioni dell'Internazionale d'impiegare contro di essa ogni mezzo d'agitazione, compreso lo sciopero dei popoli. Tuttavia, il 23.VII.1870, in occasione della guerra franco – tedesca, il consiglio generale dell'Internazionale si pronunciò a favore della Germania, col pretesto che essa conduceva una guerra di difesa contro un'aggressione; non fu seguito dalla sezione del Giura, che, sotto la spinta di Bakunin, lanciò nel settembre 1870 un appello a favore della repubblica francese. Il congresso dell'Aia (1872) fu dominato dal contrasto fra i marxisti e gli anarchici di Bakunin, che vennero esclusi e fondarono una internazionale anarchica che cessò la sua attività dopo il 1880. Questa scissione vibrò un grave colpo all'Associazione internazionale dei lavoratori, che da allora cessò di riunire le varie tendenze del socialismo. Dopo il congresso di Ginevra (1873), il consiglio generale dell'Internazionale fu trasferito a New York, ma ormai essa era solo un'istituzione nominale, che fu sciolta ufficialmente alla conferenza di Filadelfia (1876). SECONDA INTERNAZIONALE (1889-1919…) DI ORIENTAMENTO SOCIALDEMOCRATICO Negli anni intorno al 1880 si moltiplicarono, soprattutto per iniziativa belga e svizzera, i tentativi di ricostituire l'Internazionale, ma essi urtarono per molto tempo contro l'opposizione della socialdemocrazia tedesca, divenuta il partito socialista più potente d'Europa. La seconda internazionale fu fondata dal congresso di Parigi del 1889. Adottando metodi più elastici della prima Internazionale, essa raccomandò la formazione di sezioni in ogni paese e la riunione periodica di congressi internazionali, ma rinunciò in un primo tempo a imporre un'organizzazione centralizzata e fu dotata di un ufficio permanente solo a partire dal 1900. L'influenza del marxismo (soprattutto del marxismo tedesco) fu subito preponderante e il congresso di Bruxelles (1891) pose la lotta delle classi come principio fondamentale. Il congresso di Zurigo (1893) si pronunciò a favore della giornata lavorativa di otto ore e definì l'azione politica come un mezzo indispensabile per ottenere l'emancipazione economica del proletariato. Potente per il numero dei 1 suoi aderenti, la seconda Internazionale era però divisa, all'inizio del XX sec., fra le tendenze revisioniste o riformiste e quelle rivoluzionarie; queste ebbero il sopravvento al congresso di Amsterdam (1904), ma il fallimento della rivoluzione russa del 1905 facilitò i progressi del revisionismo, soprattutto nella socialdemocrazia tedesca, con Bernstein. Lo scoppio della guerra mondiale nel 1914 fu un grave insuccesso per la seconda Internazionale, perché i lavoratori di tutti i paesi belligeranti obbedirono non al loro ideale socialista, ma agli imperativi del patriottismo tradizionale. Le conferenze di Zimmerwald (1915) e di Kienthal (1916) in Svizzera, poi quella di Stoccolma (1917) non ebbero un carattere veramente internazionale e non furono in grado di arrestare il conflitto. Dopo la scissione realizzata dalla terza Internazionale (1919), le varie tendenze socialiste non comuniste si riunificarono al congresso di Amburgo (1923), per creare l'Internazionale operaia e socialista (IOS), la cui sede fu posta successivamente a Londra, a Zurigo e a Bruxelles. Dopo la seconda guerra mondiale, l'Internazionale fu ricostituita a Francoforte (1951) e nel 1961 si dotò d'un Ufficio di coordinamento dei partiti socialisti europei. TERZA INTERNAZIONALE (1919-1943) DI ORIENTAMENTO LENINISTA Fu fondata al Cremlino da Lenin, nel marzo 1919, col nome di Comintern. Presentandosi come l'erede della seconda Internazionale, raggruppò tutti i partiti comunisti del mondo sotto la guida del partito comunista sovietico che, di fatto se non di diritto, restò sempre la sezione centrale della terza Internazionale. Per l’adesione alla terza internazionale furono elaborati i famosi “21 punti”: in sostanza occorreva che i partiti aderenti condividessero la politica del partito comunista sovietico (PCUS). Le posizioni dell’Internazionale coincisero regolarmente con quelle della politica estera sovietica. Per rendere più agevoli i rapporti fra l'URSS e i suoi alleati occidentali durante la seconda guerra mondiale, la terza Internazionale fu sciolta da Stalin il 15.V.1943. Ogni partito comunista riprese teoricamente la sua completa autonomia ma, in realtà, poche cose cambiarono nei rapporti fra Mosca e il comunismo mondiale. Lo scatenamento della «guerra fredda» portò alla ricostituzione del Comintern sotto il nome di Cominform, creato in Polonia il 5.X.1947, su iniziativa di Zdanov. Questa nuova organizzazione non era strutturata come il Comintern e si presentava come un semplice ufficio d'informazioni e di collegamento. Invece di riunire tutto il movimento comunista, comprendeva solo i partiti comunisti dell'URSS, della Polonia, della Bulgaria, della Romania, della Iugoslavia, dell'Ungheria, della Cecoslovacchia, dell'Italia e della Francia. Quando si verificò la rottura fra Tito e l'URSS (giugno 1948), il Cominform coordinò la lotta contro il titoismo» nell'Europa orientale. Dopo la morte di Stalin (1953), l'URSS, desiderosa di riavvicinarsi a Tito, pronunciò lo scioglimento del Cominform (17.IV.1956). L'unità della vecchia terza Internazionale tuttavia continuò a manifestarsi nelle conferenze di partito, cui parteciparono tutti i partiti comunisti del mondo. Ma lo scontro fra Mosca e Pechino e i progressi del «policentrismo» impedirono, a partire dagli anni '60, di proseguire nella politica di unanimità attorno a Mosca. Elab. in base a M. Mourre, Dizionario enciclopedico di storia. 2 TEORIA MARXIANA DEL VALORE – LAVORO ESEMPLIFICAZIONE (1.1) CAPITALE INVESTITO PER PRODURRE LA MERCE LAVORO INCORPORATO NELLA MERCE PRODOTTA D FATTORI DELLA PRODUZIONE CAPITALE INVESTITO (in unità di valore, ovvero denaro) LAVORO INCORPORATO IN CIASCUNA MERCE ACQUISTATA (in tempo di lavoro) COSTO DI PRODUZIONE DI CIASCUNA MERCE PRODOTTA (in tempo di lavoro) Materie prime Energia 20 u 2 ore 10 u Impianti Forza lavoro (5 ore) TOTALE M PLUS LAVORO CAPITALE RICAVATO D’ TOTALE LAVORO INCORP. (in tempo di lavoro) CAPITALE VALORIZZATO (in unità di valore, ovvero denaro) 2 ore 2 ore 20 u 1 ora 1 ora 1 ora 10 u 20 u 2 ore 2 ore 2 ore 20 u INCORPORATO IN CIASCUNA MERCE (in tempo di lavoro) 20 u 2 ore 2 ore 3 ore 5 ore 50 u (salario versato all’operaio) (lavoro equivalente al salario) (salario versato all’operaio) (lavoro incorporato nella merce, ma non retribuito) (lavoro totale incorporato nella merce) (salario + profitto del capitalista) 80 u 8 ore 10 ore 100 u © Giuseppe Rinaldi 2009 – http://digilander.libero.it/education Il capitale investito dal capitalista per la produzione della merce corrisponde a 80 u. Esso viene scambiato con i fattori della produzione (che sono essi stessi merci, reperibili sul mercato, che hanno il loro valore in termini di lavoro incorporato). Il capitalista, con il suo capitale di 80 u acquista i fattori della produzione corrispondenti a 8 ore di tempo di lavoro incorporato (corrisponde al “lavoro comandato” di Smith). La forza lavoro (che lavora per 5 ore) viene acquistata per 20 u, corrispondente a 2 ore di lavoro. Essa tuttavia lavora per 5 ore, ovvero immette nella merce lavorata l’equivalente - lavoro di 50 u. Il capitalista paga il lavoro 20 u, ma ne ricava 50 u. La differenza (30 u – corrispondente a 3 ore di lavoro) è il profitto (chiamato da Marx plus-valore). Se il processo produttivo fosse stato realizzato da un produttore indipendente, questo sarebbe stato padrone dell’intero valore prodotto. K.MARX: FENOMENOLOGIA DEL CAPITALISMO (1.1) TIPO DI PLUSVALORE CONSEGUENZE Produzione di Allungamento della giornata lavorativa PLUSVALORE Diminuzione del salario ASSOLUTO Cooperazione semplice Produzione di PLUSVALORE RELATIVO Manifattura e (Aumento divisione del della lavoro produttività del lavoro) Grande industria e meccaniz– zazione – Più lavoratori sono indotti a cooperare secondo un unico piano o indirizzo. Il semplice fatto della cooperazione produce un aumento di produttività. – Riunione di diversi “mestieri” tradizionalmente separati in un solo luogo (fabbrica, officina) sotto un comando unico – Scomposizione di un lavoro in fasi distinte, ciascuna assegnata a un diverso lavoratore (parcellizzazione del lavoro) – Introduzione delle macchime che sostituiscono in parte il lavoro dell’operaio e aumentano la produttività della forza lavoro stessa La diminuzione del salario non può scendere al di sotto del livello di sussistenza L’allungamento della giornata lavorativa va incontro a limiti fisiologici Unificazione di tempi e orari; il lavoro viene diretto Fine dell’artigianato libero Costruzione di una rigida gerarchia di fabbrica Aumento della disciplina di fabbrica Ripetitività delle mansioni Perdita di senso del lavoro Le macchine permettono il lavoro di donne e bambini (poiché non serve lo sforzo fisico). La macchina determina i ritmi e i contenuti del lavoro dell’operaio L’operaio diviene un’appendice della macchina Aumento della disoccupazione LA TEORIA DEL VALORE (1.1) SOLUZIONE ESSENZIALISTICA (tipica della “scuola classica” dell’economia) TEORIA DEL VALORE (DELLE MERCI) SOLUZIONE CONVENZIONALISTICA Il valore deriva da una qualche qualità intrinseca posseduta dalla merce (ad es. il lavoro incorporato) Il valore è il fondamento del prezzo A. Smith (1723-1790 D. Ricardo (1772-1823) T. R. Malthus (1766-1834) K. Marx (1818-1883) Il valore deriva da convenzioni sociali o dalla situazione di mercato (dall’utilità marginale calcolata dai soggetti economici) Il valore è il fondamento del prezzo Scuola economica marginalista (ca. 18701900) W. S. Jevons (1835-1882) C. Menger (1840-1921) L. Walras (1834-1910) Secondo alcune correnti di pensiero economico contemporaneo, la scienza economica dovrebbe disinteressarsi del valore e occuparsi solo dei meccanismi di formazione dei prezzi. Una ripresa delle tematiche connesse al valore delle merci si sta avendo nell’ambito di orientamenti economici di stampo ecologistico: la produzione di qualsiasi merce implica un consumo di energia che viene sottratta al sistema globale. © Giuseppe Rinaldi 2009 – http://digilander.libero.it/education