1 CRONOLOGIA - KARL MARX (1818 -1883) (1.7)

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CRONOLOGIA - KARL MARX (1818 -1883) (1.7)
1818
1830
1835
1836
1837
1838
1839
1840
1841
1842
5 maggio. Nasce a Treviri (in Renania; la Renania è francese dal 1795 al 1814)
Nella regione c’era uno sviluppo imprenditoriale e della borghesia
Dopo il 1830 si sviluppa una opposizione liberale al governo di Berlino
Il padre di Marx - di origine ebraica - proveniva dall’ambiente liberale (era
avvocato); si era convertito al protestantesimo per poter esercitare la
professione
A Treviri, Marx inizia gli studi superiori
Marx ottiene la licenza liceale
Iscrizione all’Università di Bonn (facoltà di giurisprudenza) nell’autunno 1835.
Partecipa a gruppi studenteschi (Club della Taverna e Club dei poeti); viene
coinvolto nel costume dei duelli.
David Strauss pubblica la Vita di Gesù
Fidanzamento segreto con Jenny von Westphalen
Passa da Bonn all’Università di Berlino, nella facoltà di giurisprudenza (ottobre
1836).
Tra i suoi insegnanti Friedrich Karl von Savigny (della “scuola storica del diritto”),
che respingeva la dottrina del diritto naturale; Eduard Gans (diritto penale) che
era un hegeliano, sensibile tuttavia al pensiero umanitaristico di Saint Simon;
Gans dava un giudizio favorevole della Rivoluzione francese.
Marx aderisce all’hegelismo (fine estate 1837)
Continua seguire i corsi di diritto, ma ormai si dedica alla filosofia.
Frequenta il “Doktorclub”, associazione studentesca di orientamento hegeliano;
in questo periodo gli hegeliani cominciano a spaccarsi nelle due corenti della
Destra e della Sinistra.
Marx si schiera con i giovani hegeliani di sinistra (Bruno Bauer, Karl F. Koppen).
Con il passar del tempo il gruppo si radicalizza sempre più (il gruppo degli
hegeliani è particolarmente insofferente per la sorveglianza poliziesca, le infinite
limitazioni alla libertà)
Verranno presi diversi provvedimenti polizieschi contro i docenti schierati sulle
posizioni della sinistra hegeliana.
Muore il padre di Marx (maggio)
Bruno Bauer lascia l’università di Berlino per quella di Bonn
Arnold Ruge fonda gli Hallische Jahrbucher (Annali di Halle) che pubblicano
molti scritti dei giovani hegeliani. Nel 1841 Ruge è costretto a trasferirsi a
Dresda dove continua la pubblicazione della rivista con il nuovo nome di
“Deutsche Jahrbucher”. Marx collabora alla rivista.
Marx inizia gli studi per la dissertazione di laurea su Democrito e Epicuro
1840 sale al trono Federico Guglielmo IV; si ha un inasprimento conservatore e
repressivo
1840 Bruno Bauer pubblica la Critica della storia evangelica di Giovanni
1840 Proudhon pubblica a Parigi Che cos’è la proprietà?
1841 Bruno Bauer pubblica in forma anonima la Tromba del giudizio
universale... (Posaune)
1841-42 Bruno Bauer pubblica la Critica della storia evangelica dei Sinottici
Marx non ha più speranza di potersi laureare a Berlino (dove si erano insediati
docenti conservatori, contrari a qualsiasi novità)
Aprile. Marx sceglie di laurearsi a Jena perchè in quella città la censura era
meno rigida e poteva avere maggior libertà di espressione. Si laurea in filosofia
con una tesi sulla “Differenza tra la filosofia di Democrito e di Epicuro”.
Giugno: lascia Berlino per Bonn (dove c’era Bruno Bauer)
Bruno Bauer (che era il riferimento accademico di Marx all’università) è cacciato
1
1843
18431845
1844
dall’insegnamento (maggio). Marx è così costretto ad abbandonare l’idea della
carriera universitaria (Marx e Bauer avevano in progetto di fondare una rivista di
orientamento ateistico)
A Colonia un gruppo di liberali aveva fondato nel 1836 la “Die Rheinische
Zeitung” (Gazzetta Renana) un giornale di orientamento progressista. Marx si
dedica allora al giornalismo politico
Gennaio: Marx si trasferisce a Treviri
Aprile: Marx si trasferisce a Bonn. Il manifesto filosofico della scuola del diritto
Maggio: Dibattiti sulla libertà di stampa.
Luglio: L’articolo di fondo della “Gazzetta di colonia. Il comunismo e la “Gazzetta
di Augusta”
Agosto Ruge pubblica il suo scritto La filosofia del diritto di hegel e la politica del
nostro tempo
Ottobre: Marx diventa capo redattore e animatore della Gazzetta Renana.
Dibattito sulla legge contro i furti di legna.
Novembre: Lorenz von Stein pubblica Il socialismo e il comunismo nella Francia
contemporanea. Marx pubblica Il progetto di legge sul divorzio.
Alla redazione del giornale Marx conosce Friedrich Engels
Marzo. Soppressione della “Die Rheinische Zeitung” (ad opera della censura e
della polizia prussiana, su indicazione dello zar, nello spirito della Santa
Alleanza - la rivista aveva pubblicato una serie di articoli critici contro la politica
dello zar). Ultimo atto repressivo con cui gli hegeliani di sinistra perdono le
posizioni che avevano conquistato.
Marx si trasferisce a Kreuznach
Marzo - agosto: Marx scrive la “Critica della filosofia hegeliana del diritto
pubblico” (pubbl. postuma nel 1927); l’Introduzione sarà poi pubblicata negli
Annali franco tedeschi (v. oltre)
Giugno: si sposa con Jenny von Westphalen
Marzo; vengono pubblicate le Tesi provvisorie per una riforma della filosofia di
Feuerbach, contro il sistema hegeliano
In seguito alla sconfitta e alla chiusura della Rheinische Zeitung Marx progetta di
lasciare la Germania e di recarsi in Francia dove continuare l’attività
pubblicistica (rivolta alle masse tedesche) insieme a Ruge (Progetto dei Deutsch
- franzosische Jahrbucher, “Annali franco tedeschi”).
PARIGI (ottobre 1843 -1845)
Ottobre 1843: trasferimento di Marx a PARIGI (ottobre - dicembre 1843)
1844 Stabilisce vincoli di amicizia con Engels, che era stato in Gran Bretagna e
conosceva bene la situazione inglese (sarà Engels a orientare Marx verso lo
studio degli economisti classici inglesi)
A Parigi Marx conosce Proudhon, Bakunin, Blanc; entra in contatto con gli
ambienti delle società segrete (composte anche da emigrati tedeschi) di
orientamento radicale, comunista e socialista (nel 1839 Blanqui, esponente della
“Società delle Stagioni” aveva organizzato una insurrezione fallita); dopo il
fallimento, Albert aveva organizzato “Le nuove stagioni”
Settembre 1843- marzo 1844: secondo Ruge, in questo periodo Marx diventa
comunista. In questo periodo Marx riflette sull’importanza preponderante della
“società civile” rispetto alla politica e viene elaborato il nucleo filosofico della
dottrina del comunismo
Marzo 1844: con Ruge, pubblica il primo - e unico - numero doppio degli “Annali
franco tedeschi” (a cura di Marx e Ruge). Contiene saggi (o lettere) di Heine,
Feuerbach, Herweg, Hess, Bakunin, oltre che di Marx e Engels.
L’impresa degli Annali fallisce per la mancata collaborazione dei socialisti
francesi e per la rigida censura tedesca (Marx e Ruge speravano di diffondere la
rivista anche in Germania).
2
Marx pubblica sugli Annali due saggi: sulla “Questione ebraica” e “Per la critica
della filosofia del diritto di Hegel: una introduzione”.
Aprile: Marx rompe i rapporti con Ruge
Marzo - settembre 1844: Marx scrive i “Manoscritti economico filosofici del 1844”
che NON saranno pubblicati (pubbl. solo nel 1932)
Studia gli economisti francesi e inglesi, studia la Rivoluzione francese (progettò
una storia della Convenzione che non venne realizzata)
Luglio 1844: conosce e frequenta assiduamente Proudhon
1845
1846
1847
1848
Luglio del 1844: esce il settimanale (in tedesco) “Vorwarts” (Avanti) cui
collaborano Marx e molti altri del suo ambiente. L’attività di Marx (che assume
un ruolo di fatto nella determinazione dell’orientamento del giornale) è alle
origini del provvedimento di espulsione nei suoi confronti.
Sett-nov 1844 Marx e Engels scrivono “La Sacra Famiglia o Critica della critica
critica. Contro Bruno Bauer e consorti”. Il volume verrà pubblicato a fine
febbrario 1845 a Francoforte.
IL BELGIO (1845-1848)
Su richiesta del governo prussiano viene espulso da Parigi (febbraio 1845)
Si reca a Bruxelles
Contatti vari con ambienti degli intellettuali ed esuli. Svolge attività di
organizzazione: gestisce una “società di corrispondenza” tra i vari gruppi segreti
Engels viene a stabilirsi a Bruxelles (primavera 1845)
Febbraio 1845: redazione delle “Tesi su Feuerbach” (che segnano il distacco di
Marx da Feuerbach)
Maggio 1845 - autunno 1846: viene scritta “L’Ideologia tedesca” (pubbl.
postuma nel 1932) che rappresenta una critica complessiva della filosofia
tedesca post hegeliana; questo scritto contiene la prima elaborazione matura
del materialismo storico.
Maggio 1845: pubblicazione a Lipsia de La situazione della classe operaia in
Inghilterra di F. Engels
Inverno 1846-47 Contro Proudhon scrive “La miseria della filosofia” (contro
l’opera di Proudhon che si intitolava “La filosofia della miseria”) che segna la
rottura con il gruppo francese dei seguaci di Proudhon
Pubblicazione de La miseria della filosofia
Partecipa ai lavori del Circolo di Studi dell’Associazione degli operai tedeschi di
Bruxelles, per i quali terrà una serie di conferenze di argomento economico
Viaggio a Londra (1845) dove conosce Wilhelm Weitling della “Lega dei giusti”
(società segreta di artigiani tedeschi fuoriusciti) che professava un comunismo
evangelico fondato sulla fratellanza universale.
Costituzione a Bruxelles di un “comitato di corrispondenza” (1846) con il compito
di stringere rapporti tra socialisti tedeschi, francesi, inglesi
Aderisce alla “Lega dei giusti” (che era costituita sul modello di una società
segreta)
1847 (giugno) In seguito al lavoro della “società di corrispondenza” la lega dei
Giusti perde il suo carattere cospirativo e diventa “Lega dei comunisti”, con un
nuovo Statuto
In vista del II Congresso della Lega (previsto per l’autunno del 1847) si doveva
redigere un manifesto; in seguito a varie difficoltà sopravvenute, Marx e Engels
ricevettero dallo stesso congresso (dicembre 1847) l’incarico di scrivere il
“Manifesto”, pubblicato poi a Londra nel febbraio 1848 (in tedesco).
Il termine “partito” usato serviva a sottolineare il carattere pubblico e non
cospirativo della nuova organizzazione. Si trattava di una organizzazione di
carattere non nazionale ma internazionalistica.
Viene arrestato ed espulso dal Belgio (marzo). Si reca a Parigi
3
1848
1849
18491883
1864
1875
1883
IL QUARANTOTTO
Marx è momentaneamente a Parigi in concomitanza con la rivoluzione del 1848
(periodo del Governo provvisorio...); ma desidera tornare in Germania per
contribuire a estendere colà la rivoluzione del 1848
Si ritrova a Colonia (dove riapre la “Gazzetta Renana” come Neue Reinische
Zeitung) in aprile
Poi si sposta a Berlino e Vienna (agosto)
La rivoluzione del 1848 viene sconfitta. Marx viene espulso dalla Prussia
(maggio)
La Nuova Gazzetta Renana è soppressa
Torna a Parigi, dove però lo vorrebbero confinato (giugno-luglio)
Ripara allora a Londra, (agosto) dove rimarrà fino alla morte (1883)
LONDRA (1849-1883)
Periodo londinese
Situazione di indigenza economica
Studia economia al British Museum
Si mantiene scrivendo articoli su un giornale americano progressista (New York
Tribune); viene aiutato economicamente da Engels (che dirigeva una azienda
della sua famiglia a Manchester)
A Londra vengono elaborati molti studi e pubblicazioni:
1849 “Lavoro salariato e capitale”
1850 “Lotte di classe in Francia”
1852 “Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte”
1859 “Per la critica dell’economia politica”
1859 “Grundrisse” (lineamenti fondamentali della critica all’economia politica)
1862-63 Teorie sul plusvalore (pubblicate nel 1905)
1865 “Salario, prezzo e profitto”
1867 “Il Capitale” (libro I)
1871 “La guerra civile in Francia” (Sulla Comune di Parigi)
Collabora alla fondazione della I “Associazione Internazionale dei Lavoratori”
che era un organismo sindacale e politico, espressione degli operai di Francia e
Gran Bretagna (solo in GB le unions erano legalizzate)
Esponenti principali furono i vari esuli londinesi provenienti dai vari paesi, tra cui
Marx, Bakunin e Mazzini (compresi ex garibaldini come Wolff)
Marx venne incaricato di scrivere l’Indirizzo inaugurale dell’Associazione
L’Associazione sopravviverà fino al 1872, quando venne in crisi a causa del
contrasto con gli anarchici (cessò di esistere con vari strascichi tra il 1872 e il
1876...)
“Critica del programma di Gotha” (pubbl. 1891)
Si riferisce al congresso del Partito operaio socialdemocratico tedesco (poi
SPD) ove si unificarono le posizioni di Lassalle, Liebknecht e Bebel
Muore a Londra
© Giuseppe Rinaldi 2009 – http://digilander.libero.it/education
4
TIPI DI ALIENAZIONE ECONOMICA E SOCIALE IN MARX (1.0)
Dai “Manoscritti economico filosofici del 1844”
TIPI DI
ALIENAZIONE
Rispetto al prodotto
del proprio lavoro
Il lavoratore non è padrone dei frutti del suo lavoro, produce con
il suo lavoro il valore economico che gli viene sottratto e va a
costituire il profitto del capitalista (di quì Marx deriverà la sua
dottrina dello sfruttamento enunciata nel “Capitale”)
Rispetto all’attività
lavorativa
Il lavoratore, nella sua prestazione quotidiana, non è padrone di
sè stesso, è solo uno strumento, un mezzo, per un fine estraneo
Il lavoro nell’industria capitalistica è forzato, costrittivo, non
autonomo
Rispetto alla sua
essenza di essere
umano
Siccome il lavoro è costitutivo dell’essenza umana (fa dell’uomo
un uomo), l’uomo è disumanizzato (privato della propria essenza
umana)
Prerogativa dell’uomo è il lavoro libero, creativo, universale; nel
capitalismo il lavoro diventa forzato, ripetitivo, unilaterale
Rispetto alla natura
socievole dell’uomo
Il lavoro alienato è il terreno di conflitto con gli altri uomini
(conflitto di classe tra borghesi e proletari)
La natura socievole dell’uomo viene alterata, stravolta, la società
viene lacerata e gli uomini messi gli uni contro gli altri; la società
diventa conflittuale
K. MARX - IL MATERIALISMO STORICO (1.0)
STRUTTURA
(ASPETTO
ECONOMICO
SOCIALE)
FORZE
PRODUTTIVE
(ASPETTO
ECONOMICO)
(innovazione
continua)
SOVRA
STRUTTURA
(ASPETTO
CULTURALE)
STRUMENTI
MODI
DI PRODUZIONE
CONFLITTO
RAPPORTI DI
PRODUZIONE
(ASPETTO
SOCIALE)
(conservazione dei
rapporti sociali
esistenti)
FORMAZIONE
ECONOMICO
SOCIALE
STORICA
UOMINI
CLASSI SOCIALI
DOMINATE (alienate)
CLASSE
DOMINANTE
COSCIENZA DELLA CLASSE DOMINANTE CHE SI
PONE COME UNIVERSALE
ISTITUZIONI GIURIDICHE E POLITICHE
ARTE, RELIGIONE, FILOSOFIA
COSCIENZA DELLA CLASSE DOMINATA
“COSCIENZA DI CLASSE” (AVANGUARDIE,
ORGANIZZAZIONE, ...)
K. MARX - FORMAZIONI ECONOMICO SOCIALI (1.0)
1. Comunità
primitiva
2. Società
classiste
3. Socialismo e
comunismo
Sorta di comunismo originario
Non c’è divisione del lavoro
Non c’è proprietà privata
Non ci sono classi (nè sfruttamento)
Tribale
Ridotta divisione del lavoro
Patriarcalismo
(detta anche “asiatica”)
Greco romana
Divisione del lavoro
Proprietà privata
Schiavitù
Feudale o degli ordini
Divisione del lavoro
Proprietà privata
Rapporto tra servo e signore
Borghese capitalistica
Divisione del lavoro
Proprietà privata
Divisione in classi
Rapporto tra borghesi e proletari
Abolizione della proprietà privata degli strumenti di produzione
Abolizione dello Stato come forma separata dalla società
Abolizione della ddl tra lavoro manuale e intellettuale
Abolizione delle classi
Sviluppo delle forze produttive
LA COSCIENZA DI CLASSE SECONDO K. MARX (1.0)
PARTITO COMUNISTA
(inteso come associazione internazionale e
non come partito nazionale)
CLASSE
OGGETTIVAMENTE
INTESA
(CLASSE IN SE’)
E’ la classe priva di qualunque
coscienza. Un mero aggregato di
individui che non sono consapevoli di avere interessi comuni.
Corrisponde all’umanità alienata
dei Manoscritti del 1844.
Date le sue condizioni di alienazione, la classe in sé non sarebbe
in grado di emanciparsi.
Composto da intellettuali trasfughi dalla classe
borghese e dai proletari più coscienti. Costituisce l’avanguardia del proletariato; è
l’intellettuale collettivo (Gramsci)
Nel partito comunista la teoria filosofica diventa
prassi storica della classe; si ha così il “rovesciamento pratico” della filosofia
CLASSE
SOGGETTIVAMENTE
INTESA
(CLASSE IN SE’ E PER SE’)
E’ la classe che ha acquisito
coscienza dei propri interessi;
è in grado di agire collettivamente per “fare la storia”, allo scopo
di emancipare sé stessa e tutta
l’umanità.
Dunque possiede al proprio interno una coscienza e una organizzazione che provengono
dalla
avanguardia
o
dall’intellettuale collettivo.
E’ la classe che può essere descritta dall’esterno con gli strumenti della economia politica o
della sociologia
© Giuseppe Rinaldi 2009 – http://digilander.libero.it/education
RIVENDICAZIONI “COMUNISTE” SECONDO K. MARX,
CONTENUTE NEL MANIFESTO DEL 1848 (1.0)
1
Espropriazione della proprietà fondiaria e impiego della rendita fondiaria
per le spese dello Stato.
2
Forte imposta progressiva.
3
Abolizione del diritto di successione.
4
Confisca della proprietà di tutti gli emigrati e ribelli.
5
Centralizzazione del credito nelle mani dello stato mediante una banca
nazionale con capitale di stato e monopolio esclusivo.
6
Centralizzazione di tutti i trasporti nelle mani dello Stato.
7
Moltiplicazione delle fabbriche nazionali, degli strumenti di produzione,
dissodamento e miglioramento dei terreni secondo un piano comune.
8
Uguale obbligo di lavoro per tutti, istituzione di eserciti industriali,
specialmente per l'agricoltura.
9
Unificazione delle attività dell'industria e dell'agricoltura, interventi volti a
eliminare gradualmente l'antagonismo tra città e campagna.
10 Educazione pubblica e gratuita per tutti i bambini. Abolizione del lavoro
infantile nelle fabbriche nella sua forma attuale. Combinazione
dell'educazione con la produzione materiale, ecc.
K. MARX – VARI TIPI DI SOCIALISMI (1.1)
dal Manifesto del Partito Comunista del 1848
Socialismo
reazionario
(attacca la
borghesia perchè
regressivo,
rivolto al
passato)
Socialismo
conservatore o
borghese
(Proudhon)
Socialismo
critico utopistico
(Saint Simon,
Fourier, Owen)
Socialismo
scientifico
(Marx, Engels)
Socialismo
feudale
Medievalistico, romanticheggiante
Sogna la società pre borghese, pre industriale
Cercano l’alleanza del proletariato per restaurare
il passato
Socialismo
Rappresentato da Sismondi (1773-1842)
piccolo
Rappresenta il punto di vista della piccola
borghese
borghesia rovinata dallo sviluppo industriale
Vuole il ritorno del sistema patriarcale e delle
corporazioni nelle manifatture
Socialismo
Rappresentato da K. Grun, H. Kriege, B. Bauer,
tedesco o “vero
M. Hess
socialismo”
E’ la traduzione germanica del socialismo
francese
Usa una terminologia astratta e interclassista
Rappresentato da Proudhon
Economisti, filantropi, e umanitari
Vorrebbero riformare il capitalismo, elimare i suoi inconvenienti senza
distruggerlo
Non comprendono la dialettica e il conflitto
Non vogliono eliminare la proprietà ma distribuirla
Hanno il merito di avere segnalato l’antagonismo tra le classi e le
contraddizioni
Non riconoscono al proletariato una funzione storica e rivoluzionaria
autonoma
Chiedono una politica di riforme
La loro impostazione è moralistica e utopistica
Marx e Engels contrappongono il loro socialismo scientifico al
socialismo utopistico e agli altri socialismi. Esso si basa su una analisi
scientifica della società e dei meccanismi economici
Il proletariato è la forza rivoluzionaria che è destinata ad abbattere la
borghesia grazie alla consapevolezza elaborata dal socialismo
scientifico
© 2009 Giuseppe Rinaldi – http://digilander.libero.it/education
AUTORE
LE TEORIE DELLO STATO MODERNO (1.1)
CONDIZIONE ORIGINARIA
CONDIZIONE STATUALE
PRESTATUALE
O CONDIZIONE FUTURA
Stato di natura (negativo)
Hobbes
Condizione di conflitto di tutti contro tutti
(1588-1679)
Assolutismo
"homo homini lupus"
contrattualistico
Stato civile (positivo)
I contraenti si associano e si sottomettono a uno, cedendogli
tutti i loro diritti naturali
(si ha la sicurezza; viene ammessa l'oppressione e la
disuguaglianza) non c'e' diritto alla proprieta'
Stato politico (positivo)
Lo stato di natura viene mantenuto, ma i contraenti cedono a
uno il diritto di fare giustizia: lo Stato è concepito come un
"giudice imparziale"
(viene ammessa la disuguaglianza)
c'e' diritto alla proprieta’
teoria dello stato minimo
Locke
(1632-1704)
Liberalismo
Stato di natura (positivo)
(l'individuo gode delle sue prerogative naturali);
puo' degenerare in uno stato di guerra
Smith
(1723-1790)
Liberalismo e
liberismo
Societa' civile
Stato politico (come Locke) e stato minimo
intesa come insieme di individui in competizione, Stato garantista che non deve intervenire negli affari della società
governati dalla “mano invisibile”, ovvero dai
civile e deve solo garantire i diritti individuali
meccanismi automatici di equilibrazione del
Lo stato deve lasciar fare al mercato e intervenire il meno possibile
mercato
Rousseau
(1712-1778)
Democrazia
diretta
Stato di natura
(positivo)
(termine di paragone)
amore di se
insocievolezza
Societa' civile (negativa)
oppressione [da Hobbes)
disuguaglianza (da Locke)
patto iniquo (amor proprio, interesse
particolare)
la proprieta' privata fonda le disuguaglianze
Repubblica
I contraenti cedono tutti i loro diritti
naturali al “corpo politico” di cui essi
stessi fanno parte
realizzazione dell'umanita'
attraverso il patto equo e la
costituzione della volonta' generale;
interesse generale
moralita'
Marx
(1818-1883)
Socialismo e
comunismo
Società civile
prestatuale
Assenza di divisione
del lavoro e di
divisione in classi
(non c’è “scissione”
tra società civile e
stato)
Società classiste (e quella capitalistica in
particolare)
Società divise in classi. Proprietà privata e
disuguaglianze
Scissione tra società civile e Stato; lo Stato
esprime gli interessi della classe dominante
(come nel “patto iniquo” di Rousseau)
Società comunista
Non c’è contratto
La società comunista è una società senza
classi; lo Stato verrà abolito
Nella fase di transizione (socialismo) si
ammette lo Stato come “dittatura del
proletariato”
© G. Rinaldi, 2005 - http://digilander.libero.it/education
TEORIA MARXIANA DELLO STATO (1.0)
ESISTE UNA TEORIA
MARXIANA DELLO
STATO?
Alcuni interpreti di Marx
ritengono che non esista una
teoria marxiana dello Stato e
che, per quel che concerne lo
Stato, la dottrina marxiana sia
una dottrina anarchica.
Altri invece ritengono che Marx
abbia elaborato una dottrina
totalitaria dello Stato
In ogni caso, nella dottrina
marxiana non c’è alcuna forma
di contrattualismo
CONTRATTUALISMO
DOTTRINA DELLA SOPPRESSIONE DELLO
STATO
In Marx abbiamo senz’altro una critica nei confronti dello Stato
moderno e nei confronti dello “Stato borghese”. Occorre
eliminare la separazione tra Stato e società civile; dunque
occorre, in ultimo, la soppressione dello Stato.
DOTTRINA DELLO STATO
SOCIALISTA E DELLA DITTATURA
DEL PROLETARIATO
In riferimento al laboratorio economico sociale
della Comune di Parigi del 1871, Marx
elabora le sue idee circa lo Stato socialista
(che non coincide ancora con il comunismo)
Marx riteneva che nei paesi più progrediti il
socialismo e il comunismo avrebbero potuto
essere realizzati senza violenza, attraverso il
metodo democratico
DOTTRINA DELLA LIBERAL
DEMOCRAZIA
(Montesquieu + Locke + Rousseau)
© Giuseppe Rinaldi 2009 – http://digilander.libero.it/education
VARIE FORME DI
ANTI STATALISMO E
DI ANARCHISMO
CONTEMPORANEI
MODELLO LENINISTA
Legato alla insurrezione, al governo
consigliare (in russo, soviet) e alla dittatura
del proletariato (costruzione dall’alto della
società socialista)
Ha trovato impiego nei paesi politicamente e
socialmente arretrati che dovevano ancora
compiere la loro “rivoluzione nazionale”
MODELLO SOCIALDEMOCRATICO
(socialismo + democrazia)
Gli obiettivi del socialismo vengono reralizzati
attraverso gli strumenti del metodo
democratico (pluralismo partitico, libere
elezioni, …)
Ha trovato impiego nei paesi politicamente e
socialmente sviluppati.
Movimenti e partiti di tipo socialdemocratico
sono oggi molto diffusi, in Europa e nel
mondo.
K. MARX: SOCIALISMO E COMUNISMO (1.1)
FASI
SOCIALISMO
(1 fase)
I proletari si
impadroniscono dello Stato
“A ciascuno
secondo il suo
prodotto”
COMUNISMO
(2 fase)
Abolizione dello Stato e costruzione della
nuova società
“A ciascuno
secondo i suoi
bisogni”
CARATTERISTICHE
All’epoca di Marx nessuno Stato si ispirava al socialismo; anche gli Stati che oggi diremmo liberal democratici erano pochissimi. Le uniche manifestazioni di presa del potere da parte dei proletari erano avvenute durante la Rivoluzione francese, ma avevano fallito. Marx aveva a disposizione solo gli esempi del movimento operaio inglese (unions e cartismo) e di quello francese.
Lo sviluppo del capitalismo avrebbe indotto una crisi economica e sociale, la proletarizzazione
e un inasprimento della lotta di classe; ciò avrebbe aperto un periodo di trasformazione rivoluzionaria
 La classe dominante non avrebbe ceduto la propria posizione di privilegio per cui era prevedibile un periodo di conflitti violenti: il proletariato, se necessario, avrebbe dovuto anche ricorrere alla violenza “rivoluzionaria”
 Marx non escludeva la possibilità di un passaggio pacifico al socialismo in alcune situazioni
più progredite politicamente e economicamente (come USA, Olanda, Gran Bretagna)
 Nella maggior parte delle situazioni, i proletari (che per Marx sono la maggioranza) si sarebbero impadroniti dello Stato attraverso una insurrezione violenta (“dittatura del proletariato” di
impostazione giacobina) e lo avrebbero usato per realizzare il socialismo e per difendere le loro realizzazioni. Il modello più dettagliato che Marx ha fornito è stato tratto dagli avvenimenti
della “Comune di Parigi” del 1871:
o Soppressione della rappresentanza e del parlamentarismo; le decisioni politiche
sarebbero state prese da tutti i cittadini attraverso consigli (le decisioni sarebbero state messe in opera da delegati responsabili, revocabili e pagati come operai); in altri termini si sarebbe realizzata una democrazia diretta (cfr. Rousseau)
o Eliminazione della divisione tra i poteri dello Stato (contro il bilanciamento e i controlli reciproci, alla Montesquieu)
o Soppressione degli aspetti più tipicamente “borghesi” o di classe dello Stato: le
forze armate e gli apparati repressivi sarebbero stati sostituiti dal popolo in armi;
sarebbero stati eliminati i privilegi della burocrazia e degli uomini politici
o Statalizzazione delle imprese e delle principali attività economiche; eliminazione
dello sfruttamento economico e distribuzione secondo la regola “a ciascuno secondo il suo prodotto”
o Produzione di una legislazione che avrebbe via via assicurato l’eguaglianza sostanziale tra tutti i cittadini

Marx si è sempre rifiutato di descrivere la società comunista, dichiarando di non essere uno
scrittore di utopie e che “il comunismo è il movimento che sopprime la situazione esistente”. Tuttavia in alcuni scritti ha indicato alcune caratteristiche generali che avrebbero dovuto ritrovarsi
nella società comunista: sono tutte caratteristiche legate alla sua visione umanistica.







Abolizione della proprietà privata degli strumenti di produzione
Abolizione della divisione della società in classi (e abolizione dello sfruttamento e
dell’alienazione del lavoro)
Abolizione dello Stato (inteso come “gendarme della borghesia” e come istituzione “separata”
dalla società civile)
Il lavoro diventa un bisogno e una forma di espressione umana
Abolizione della divisione del lavoro tra lavoro manuale e lavoro intellettuale (modello
dell’uomo “onnilaterale”)
Sviluppo delle forze produttive senza i limiti del capitalismo (situazione di abbondanza), per
cui sarà possibile applicare la regola “a ciascuno secondo i suoi bisogni”
L’uomo fa la storia consapevolmente (si prospetta il problema della “fine della storia”)
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GLI SVILUPPI DEL SOCIALISMO E DEL COMUNISMO DOPO MARX(1.1)
TEORIA
MARXIANA
(dal
Manifesto
del 1848…)
TEORIA
DELLA
LIBERAL
DEMOCRA
ZIA
ELABORAZIONE LENINISTA
(primi vent’anni del Novecento)
(applicazione delle teorie di Marx nei paesi
politicamente non democratici e economicamente
arretrati)
Gli obiettivi sono quelli del socialismo e del
comunismo, il metodo è quello giacobino e quello
della dittatura del proletariato
Spesso questi paesi tentano di realizzare,
nell’ambito della dottrina marista, la loro rivoluzione
nazionale.
Critici e avversari dei socialdemocratici
ELABORAZIONE SOCIALDEMOCRATICA
(nel contesto della II Internazionale 1889-1914)
(applicazione delle teorie di Marx nei paesi
politicamente democratici e economicamente
sviluppati)
Il principale teorico fu E. Bernstein (1850-1932). Gli
obiettivi sono quelli del socialismo e del comunismo
(adattati alla società e alla storia), ma il metodo è
quello liberal democratico. Questi partiti accettano i
principi delle garanzie liberali e le regole della
rappresentanza e le isitituzioni democratiche. Non
di rado hanno contribuito a istituire la democrazia e
a difenderla
Critici e avversari dei leninisti.
MODELLO SOVIETICO (1917-1994)
Al cui interno si ebbe lo Stalinismo (1926-1953) ovvero la dittatura
di Stalin (1879-1953). A livello internazionale il riferimento era
costituito dalla III internazionale o Comintern (1919-1943)
Applicazioni nazionali in paesi arretrati ( dal 1945…)
- modello jugoslavo, dal 1945 al 1991 (ad opera di Tito 1892-1980)
- via cinese, dal 1949 (ad opera di Mao-tse tung 1893-1976)
- via cubana, dal 1959 (ad opera di Fidel Castro 1927-)
- varie altre rivoluzioni nazionali in paesi arretrati (Vietnam del Nord,
Nicaragua, Mozambico,…)
- vari movimenti di guerriglia di ispirazione marxista (nei paesi del
terzo mondo)
Vanno segnalati per il loro carattere anomalo:
- il regime comunista della Corea del Nord (dal 1948)
- il regime criminale dei Khmer rossi, in Cambogia (1975-1979) ad
opera di Pol Pot (1925-)
Tutti i partiti socialisti e democratici attivi nelle democrazie
occidentali (dal 1875, fondazione del SPD)
- partito socialdemocratico tedesco (SPD)
- partito laburista inglese (Labour party)
- partito socialista francese
- partito socialista italiano (PSI, dal 1892 fino a anni’ 90 del ‘900)
- partito comunista italiano (PCI) (Togliatti)
- tutti gli attuali partiti socialisti e comunisti in Italia
- partito socialista spagnolo (PSOE) (Zapatero)
-…
PRINCIPI GENERALI DELL’IDEOLOGIA SOCIALISTA
NEL SECONDO OTTOCENTO E PRIMO NOVECENTO (1.2)
- L’uomo è fondamentalmente socievole; l’eventuale insocievolezza dell’uomo è dovuta al
-
-
-
-
-
-
-
-
contesto storico sociale negativo. Ne deriva la superiorità dell’”uomo sociale” sull’individuo
singolo; l’interesse sociale comune dovrebbe prevalere sempre sull’interesse egoistico
L’orizzonte di riferimento è la comunità umana universale: l’umanità è l’unica vera comunità
(da ciò deriva il rifiuto netto delle ideologie della razza, della nazione, della patria, e di tutte le
discriminazioni tra gli uomini...). L’emancipazione di tutti gli uomini è uno degli obiettivi
fondamentali.
Marcato ottimismo circa la natura umana e fede nel progresso (che è determinato dal lavoro,
dallo sviluppo economico e dallo sviluppo tecnico e scientifico). I socialisti confidano nello
sviluppo della cultura e della scienza.
Tutti gli uomini sono eguali. Egualitarismo non solo dal punto di vista dei diritti classici della
tradizione liberale, ma anche dal punto di vista sostanziale (in termini di eguaglianza sociale
ed economica: per questo si rivendicano la tassazione progressiva, la giustizia
commutativa…)
Solidarismo. Il solidarismo deriva dalla convinzione circa la natura socievole dell’uomo ed è
uno dei tratti fondamentali dell’etica socialista (deriva dalla “fraternitè” della Rivoluzione
francese)
Protagoniste della storia sono le classi sociali, coscienti dei propri interessi e dotate di un
progetto storico da realizzare. La classe operaia rappresenta la stragrande maggioranza
dell’umanità e diventerà la classe egemone. Oltre alla classe operaia, i socialisti si
rivolgevano ai contadini e alla piccola boghesia. Le classi sociali fanno la storia solo se si
organizzano (associazioni di soccorso, sindacati, partiti, movimenti) e divengono coscienti
(coscienza di classe).
I socialisti si impegnano per una radicale trasformazione sociale che porterà alla
realizzazione della nuova società socialista. La nuova società sarà incentrata intorno agli
interessi del lavoro e dei lavoratori. I socialisti sono impegnati per la tutela degli interessi dei
gruppi sociali subalterni (che rappresentano la maggioranza dell’umanità) per i quali
rivendicano il cosiddetto “stato sociale” (uno stato che assicuri il diritto al lavoro, all’istruzione,
alla salute,...)
Il sistema economico capitalistico si basa sullo sfruttamento dei lavoratori. Questo sistema
economico va combattuto per tutelare i lavoratori e, in prospettiva, va superato attraverso
l’introduzione di un sistema economico socialista. La proprietà privata non è un diritto
assoluto e deve essere subordinato all’interesse comune. In particolare i socialisti diffidano
della proprietà privata degli strumenti di produzione (industrie, terra, …). Si divideranno
spesso intorno alla natura del sistema economico socialista (le soluzioni più comuni saranno
la nazionalizzazione oppure il sistema cooperativo).
Lo Stato è al più uno strumento e non un fine. Priorità della “società civile" (rapporti economici
e sociali) sullo Stato. I socialisti si dividono spesso sull’atteggiamento da tenere nei confronti
dello Stato: talvolta viene inteso come nemico del popolo (massimalisti), altre volte inteso
come strumento democratico per l’emancipazione del popolo, attraverso il suffragio
universale e attraverso gli interventi dello stato per realizzare riforme economiche e sociali
(socialdemocratici).
Internazionalismo. I proletari hanno ovunque gli stessi interessi, per cui devono organizzarsi e
agire politicamente al di là dei singoli Stati – nazione.
Pacifismo. La guerra tra gli Stati è causata dagli interessi delle classi dominanti. I popoli
devono rifiutare la guerra (Tuttavia diversi partiti socialisti accetteranno di combattere le
guerre al fianco delle borghesie nazionali). Il rifiuto della guerra non significa sempre rifiuto
della violenza (vengono ammesse forme di lotta ai limiti della legalità e viene solitamente
giustificata l’insurrezione popolare).
Laicità. La religione è un inganno ai danni del popolo. La Chiesa è un centro di potere. I
socialisti sono generalmente anticlericali e sono per una rigida separazione della Chiesa dallo
Stato.
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LE ASSOCIAZIONI INTERNAZIONALI DEI LAVORATORI (1.1)
PRIMA INTERNAZIONALE (1864 - 1876)
Nome abbreviato dell'Associazione internazionale dei lavoratori, fondata a Londra
durante una grande riunione pubblica tenutasi a Saint Martin's Hall il 28.IX.1864. Fu
essenzialmente opera di Karl Marx, che ne redasse gli statuti e si sforzò di
orientarne le tendenze, molto eterogenee (mazziniani, proudhoniani, positivisti
inglesi, anarchici, ecc.), verso il socialismo scientifico. Essa tenne i suoi primi
congressi a Losanna (1867), Bruxelles (1868) e Basilea (1869). La sua crescita
organizzata, molto lenta all'inizio, fu facilitata dalla crisi economica del 1867, seguita
da un'ondata di scioperi in Francia e in Belgio. Nel 1870, l'Internazionale contava già
le sezioni francese, belga, svizzera, tedesca, italiana, spagnola, portoghese, danese,
olandese, austriaca, americana.
II suo obiettivo fondamentale era la conquista dell'emancipazione della classe
operaia da parte degli stessi operai; l'influenza marxista cominciò a farsi
predominante al congresso di Bruxelles (1868), che reclamò la collettivizzazione
delle miniere, delle cave, delle ferrovie, e la nazionalizzazione del suolo che doveva
essere distribuito fra le società agricole operaie. Lo stesso congresso levò
un'energica protesta contro la guerra e raccomandò a tutte le sezioni
dell'Internazionale d'impiegare contro di essa ogni mezzo d'agitazione, compreso lo
sciopero dei popoli.
Tuttavia, il 23.VII.1870, in occasione della guerra franco – tedesca, il consiglio
generale dell'Internazionale si pronunciò a favore della Germania, col pretesto che
essa conduceva una guerra di difesa contro un'aggressione; non fu seguito dalla sezione del Giura, che, sotto la spinta di Bakunin, lanciò nel settembre 1870 un appello
a favore della repubblica francese.
Il congresso dell'Aia (1872) fu dominato dal contrasto fra i marxisti e gli anarchici
di Bakunin, che vennero esclusi e fondarono una internazionale anarchica che cessò
la sua attività dopo il 1880. Questa scissione vibrò un grave colpo all'Associazione
internazionale dei lavoratori, che da allora cessò di riunire le varie tendenze del
socialismo. Dopo il congresso di Ginevra (1873), il consiglio generale
dell'Internazionale fu trasferito a New York, ma ormai essa era solo un'istituzione
nominale, che fu sciolta ufficialmente alla conferenza di Filadelfia (1876).
SECONDA INTERNAZIONALE (1889-1919…)
DI ORIENTAMENTO SOCIALDEMOCRATICO
Negli anni intorno al 1880 si moltiplicarono, soprattutto per iniziativa belga e
svizzera, i tentativi di ricostituire l'Internazionale, ma essi urtarono per molto tempo
contro l'opposizione della socialdemocrazia tedesca, divenuta il partito socialista più
potente d'Europa. La seconda internazionale fu fondata dal congresso di Parigi del
1889. Adottando metodi più elastici della prima Internazionale, essa raccomandò la
formazione di sezioni in ogni paese e la riunione periodica di congressi internazionali,
ma rinunciò in un primo tempo a imporre un'organizzazione centralizzata e fu dotata
di un ufficio permanente solo a partire dal 1900.
L'influenza del marxismo (soprattutto del marxismo tedesco) fu subito
preponderante e il congresso di Bruxelles (1891) pose la lotta delle classi come
principio fondamentale. Il congresso di Zurigo (1893) si pronunciò a favore della
giornata lavorativa di otto ore e definì l'azione politica come un mezzo indispensabile
per ottenere l'emancipazione economica del proletariato. Potente per il numero dei
1
suoi aderenti, la seconda Internazionale era però divisa, all'inizio del XX sec., fra le
tendenze revisioniste o riformiste e quelle rivoluzionarie; queste ebbero il
sopravvento al congresso di Amsterdam (1904), ma il fallimento della rivoluzione
russa del 1905 facilitò i progressi del revisionismo, soprattutto nella socialdemocrazia
tedesca, con Bernstein.
Lo scoppio della guerra mondiale nel 1914 fu un grave insuccesso per la seconda
Internazionale, perché i lavoratori di tutti i paesi belligeranti obbedirono non al
loro ideale socialista, ma agli imperativi del patriottismo tradizionale. Le conferenze di Zimmerwald (1915) e di Kienthal (1916) in Svizzera, poi quella di Stoccolma
(1917) non ebbero un carattere veramente internazionale e non furono in grado di
arrestare il conflitto.
Dopo la scissione realizzata dalla terza Internazionale (1919), le varie tendenze
socialiste non comuniste si riunificarono al congresso di Amburgo (1923), per creare
l'Internazionale operaia e socialista (IOS), la cui sede fu posta successivamente a
Londra, a Zurigo e a Bruxelles. Dopo la seconda guerra mondiale, l'Internazionale fu
ricostituita a Francoforte (1951) e nel 1961 si dotò d'un Ufficio di coordinamento dei
partiti socialisti europei.
TERZA INTERNAZIONALE (1919-1943)
DI ORIENTAMENTO LENINISTA
Fu fondata al Cremlino da Lenin, nel marzo 1919, col nome di Comintern.
Presentandosi come l'erede della seconda Internazionale, raggruppò tutti i partiti
comunisti del mondo sotto la guida del partito comunista sovietico che, di fatto se
non di diritto, restò sempre la sezione centrale della terza Internazionale. Per
l’adesione alla terza internazionale furono elaborati i famosi “21 punti”: in sostanza
occorreva che i partiti aderenti condividessero la politica del partito comunista
sovietico (PCUS). Le posizioni dell’Internazionale coincisero regolarmente con quelle
della politica estera sovietica. Per rendere più agevoli i rapporti fra l'URSS e i suoi
alleati occidentali durante la seconda guerra mondiale, la terza Internazionale fu
sciolta da Stalin il 15.V.1943. Ogni partito comunista riprese teoricamente la sua
completa autonomia ma, in realtà, poche cose cambiarono nei rapporti fra Mosca e il
comunismo mondiale.
Lo scatenamento della «guerra fredda» portò alla ricostituzione del Comintern
sotto il nome di Cominform, creato in Polonia il 5.X.1947, su iniziativa di Zdanov.
Questa nuova organizzazione non era strutturata come il Comintern e si presentava
come un semplice ufficio d'informazioni e di collegamento. Invece di riunire tutto il
movimento comunista, comprendeva solo i partiti comunisti dell'URSS, della Polonia,
della Bulgaria, della Romania, della Iugoslavia, dell'Ungheria, della Cecoslovacchia,
dell'Italia e della Francia. Quando si verificò la rottura fra Tito e l'URSS (giugno
1948), il Cominform coordinò la lotta contro il titoismo» nell'Europa orientale. Dopo la
morte di Stalin (1953), l'URSS, desiderosa di riavvicinarsi a Tito, pronunciò lo
scioglimento del Cominform (17.IV.1956). L'unità della vecchia terza Internazionale
tuttavia continuò a manifestarsi nelle conferenze di partito, cui parteciparono tutti i
partiti comunisti del mondo. Ma lo scontro fra Mosca e Pechino e i progressi del
«policentrismo» impedirono, a partire dagli anni '60, di proseguire nella politica di
unanimità attorno a Mosca.
Elab. in base a M. Mourre, Dizionario enciclopedico di storia.
2
TEORIA MARXIANA DEL VALORE – LAVORO
ESEMPLIFICAZIONE (1.1)
CAPITALE INVESTITO
PER PRODURRE LA MERCE
LAVORO INCORPORATO
NELLA MERCE PRODOTTA
D
FATTORI
DELLA
PRODUZIONE
CAPITALE
INVESTITO
(in unità di
valore, ovvero
denaro)
LAVORO
INCORPORATO IN
CIASCUNA MERCE
ACQUISTATA
(in tempo di lavoro)
COSTO DI
PRODUZIONE DI
CIASCUNA MERCE
PRODOTTA
(in tempo di lavoro)
Materie
prime
Energia
20 u
2 ore
10 u
Impianti
Forza
lavoro
(5 ore)
TOTALE
M
PLUS
LAVORO
CAPITALE
RICAVATO
D’
TOTALE
LAVORO
INCORP.
(in tempo di
lavoro)
CAPITALE
VALORIZZATO
(in unità di valore,
ovvero denaro)
2 ore
2 ore
20 u
1 ora
1 ora
1 ora
10 u
20 u
2 ore
2 ore
2 ore
20 u
INCORPORATO
IN CIASCUNA
MERCE
(in tempo di
lavoro)
20 u
2 ore
2 ore
3 ore
5 ore
50 u
(salario versato
all’operaio)
(lavoro
equivalente al
salario)
(salario versato
all’operaio)
(lavoro
incorporato nella
merce, ma non
retribuito)
(lavoro totale
incorporato
nella merce)
(salario + profitto del
capitalista)
80 u
8 ore
10 ore
100 u
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Il capitale investito dal capitalista per la produzione della merce corrisponde a 80 u. Esso viene scambiato con i fattori della produzione (che sono essi stessi merci, reperibili
sul mercato, che hanno il loro valore in termini di lavoro incorporato). Il capitalista, con il suo capitale di 80 u acquista i fattori della produzione corrispondenti a 8 ore di tempo
di lavoro incorporato (corrisponde al “lavoro comandato” di Smith). La forza lavoro (che lavora per 5 ore) viene acquistata per 20 u, corrispondente a 2 ore di lavoro. Essa
tuttavia lavora per 5 ore, ovvero immette nella merce lavorata l’equivalente - lavoro di 50 u. Il capitalista paga il lavoro 20 u, ma ne ricava 50 u. La differenza (30 u –
corrispondente a 3 ore di lavoro) è il profitto (chiamato da Marx plus-valore). Se il processo produttivo fosse stato realizzato da un produttore indipendente, questo sarebbe
stato padrone dell’intero valore prodotto.
K.MARX: FENOMENOLOGIA DEL CAPITALISMO (1.1)
TIPO DI
PLUSVALORE
CONSEGUENZE
Produzione di Allungamento della giornata lavorativa
PLUSVALORE Diminuzione del salario
ASSOLUTO
Cooperazione
semplice
Produzione di
PLUSVALORE
RELATIVO
Manifattura e
(Aumento
divisione del
della
lavoro
produttività
del lavoro)
Grande
industria e
meccaniz–
zazione
– Più lavoratori sono indotti a cooperare
secondo un unico piano o indirizzo. Il
semplice fatto della cooperazione produce
un aumento di produttività.
– Riunione di diversi “mestieri”
tradizionalmente separati in un solo luogo
(fabbrica, officina) sotto un comando unico
– Scomposizione di un lavoro in fasi
distinte, ciascuna assegnata a un diverso
lavoratore (parcellizzazione del lavoro)
– Introduzione delle macchime che
sostituiscono in parte il lavoro dell’operaio
e aumentano la produttività della forza
lavoro stessa
La diminuzione del salario non può
scendere al di sotto del livello di
sussistenza
L’allungamento della giornata lavorativa
va incontro a limiti fisiologici
Unificazione di tempi e orari; il lavoro
viene diretto
Fine dell’artigianato libero
Costruzione di una rigida gerarchia di
fabbrica
Aumento della disciplina di fabbrica
Ripetitività delle mansioni
Perdita di senso del lavoro
Le macchine permettono il lavoro di
donne e bambini (poiché non serve lo
sforzo fisico). La macchina determina i
ritmi e i contenuti del lavoro dell’operaio
L’operaio diviene un’appendice della
macchina
Aumento della disoccupazione
LA TEORIA DEL VALORE (1.1)
SOLUZIONE
ESSENZIALISTICA
(tipica della “scuola
classica” dell’economia)
TEORIA DEL
VALORE
(DELLE
MERCI)
SOLUZIONE
CONVENZIONALISTICA
Il valore deriva da una qualche qualità
intrinseca posseduta dalla merce (ad es.
il lavoro incorporato)
Il valore è il fondamento del prezzo
A. Smith (1723-1790
D. Ricardo (1772-1823)
T. R. Malthus (1766-1834)
K. Marx (1818-1883)
Il valore deriva da convenzioni sociali o
dalla situazione di mercato (dall’utilità
marginale calcolata dai soggetti
economici)
Il valore è il fondamento del prezzo
Scuola economica marginalista (ca. 18701900)
W. S. Jevons (1835-1882)
C. Menger (1840-1921)
L. Walras (1834-1910)
Secondo alcune correnti di pensiero economico contemporaneo, la scienza economica dovrebbe disinteressarsi del valore e occuparsi solo dei
meccanismi di formazione dei prezzi. Una ripresa delle tematiche connesse al valore delle merci si sta avendo nell’ambito di orientamenti
economici di stampo ecologistico: la produzione di qualsiasi merce implica un consumo di energia che viene sottratta al sistema globale.
© Giuseppe Rinaldi 2009 – http://digilander.libero.it/education
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