Pedagogia e didattica speciale della disabilità intellettiva e dei disturbi generalizzati dello sviluppo Prof.ssa Catia Giaconi Testo di riferimento (cap. 5) ESAME n Sabato 28 maggio: 14.00 -19.00 n Orale n Materiali: capitolo 5 e materiali delle lezioni Di chi stiamo parlando? Di chi stiamo parlando? COSA VEDREMO… n n n n n DISABILITÀ INTELLETTIVE AUTISMO…NEL TEMPO IL PENSIERO AUTISTICO ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO E DEL TEMPO STRATEGIE DIDATTICHE DISABILITA’ INTELLETTIVA n http://www.lastampa.it/2014/03/21/ multimedia/esteri/nessuna-paura-eccoil-messaggio-per-le-mamme-dei-bimbidown-ZP0uxT9SsuYYzd4cAHxW0H/ pagina.html DEFINIZIONE PRECEDENTE RITARDO MENTALE Disabilità cara0erizzata da limitazioni significa=ve, sia nel: n n funzionamento intelleCvo comportamento adaCvo Si manifestano nelle abilità ada5ve conce;uali, sociali e pra@che. Tale disabilità insorge prima dei 18 anni. (LUCKASSON E AL. 2002) RITARDO MENTALE: requisiti n n n Un QI circa uguale o inferiore a 70. Un carente funzionamento adattivo. Esordio prima dei 18 anni. DSM IV – TR Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi Mentali dell’American Psychiatric Association (2000) RITARDO MENTALE: gradi di gravità Ritardo Ritardo Ritardo Ritardo mentale lieve moderato mentale grave mentale gravissimo livello del QI da 50-55 a circa 70 livello del QI da 35-40 a 50-55 livello del QI da 20-25 a 35-40 livello del QI sotto 20-25 DSM IV -TR DEFINIZIONE ATTUALE DISABILITA’ INTELLETTIVE (DSM-V, 2013, 2014) n n Il termine “Intellettive”, più specifico, è ritenuto più adeguato di quello generale “Mentale” che, essendo aggettivo di “Mente”, si riferisce a tutto il funzionamento della mente e non solo a quello intellettivo. Sembra più adatto ad evidenziare la molteplicità delle varie forme con cui si manifestano le disabilità che coinvolgono l’intelligenza e i profili qualitativi e non solo quantitativi (Q.I.) Ad esempio nella sindrome di Down la memoria visuo-spaziale è migliore di quella verbale, mentre nella sindrome di Williams si ha il contrario. DEFINIZIONE ATTUALE n n n La disabilità intellettiva (DI) è definita come un disturbo che emerge in età evolutiva e che include deficit sia del funzionamento intellettivo che adattivo nelle aree concettuali, sociali e pratiche. Non c’è un esplicito riferimento al QI. Inoltre l’espressione “prima dei diciotto anni” è sostituita da quella più generica “in età evolutiva”. DISABILITA’ INTELLETTIVE I deficit nelle funzioni intellettive riguardano: n n n n n n ragionamento, risoluzione di problemi, capacità di pianificazione, pensiero astratto, capacità di giudizio, apprendimento scolastico e capacità di apprendere dall’esperienza. DISABILITA’ INTELLETTIVE I deficit nel funzionamento adattivo si riferiscono agli insuccessi che si incontrano nell’affrontare le richieste standard tipiche per l’età e il contesto socioculturale relativamente all’autonomia personale e alla responsabilità sociale. Il funzionamento adaCvo coinvolge il ragionamento adaCvo nei tre domini: conce0uale, sociale e pra=co. Senza supporto limitano il funzionamento in una o più aree della vita quotidiana (la comunicazione, la partecipazione sociale…) DI: Esempio di abilità ada5ve CONCETTUALI Linguaggio (receCvo ed espressivo) Le0ura e scri0ura Conce0o di denaro Autonomia decisionale DI: Esempio di abilità ada5ve SOCIALI Abilità interpersonali Autos=ma Raggirabilità (probabilità di essere inganna= o manipola=) Consapevolezza del proprio livello di esperienza Capacità di seguire le regole Rispe0o delle leggi Capacità di evitare la viCmizzazione DI: Esempio di abilità ada5ve PRATICHE ACvità di vita quo=diana Alimentazione Spostamen=/mobilità Igiene personale Capacità di ves=rsi ACvità strumentali di vita quo=diana Preparazione dei pas= Lavori domes=ci Trasporto Assunzioni di farmaci Ges=one del denaro Uso del telefono Abilità lavora=ve Mantenimento della sicurezza ambientale DISABILITA’ INTELLETTIVA: livelli di supporti (non livelli di gravità) n n Non sulla base del punteggio in QI, ma sulla base del livello di funzionamento adattivo perché è quest’ultimo, e non il QI, che determina il livello dei supporti richiesti. Tre aspetti che portano un cambiamento di prospettiva: 1. I supporti necessari sono il vero punto di riferimento. 2. Essi dipendono dalle capacità adattive. 3. Esse a loro volta dipendono dal funzionamento intellettivo. Disturbo Generalizzato dello Sviluppo https://www.youtube.com/watch? v=tx3aAe_AYjE DOVE SONO STATI FINO AD OGGI? TRADIZIONE POPOLARE.. Bambini fata Bambini addormentati Fortezze vuote …ANGLOSASSONE, IRLANDESE Rapiti, sostituiti da bambini privi di slancio vitale Leo KANNER 1943 - Leo Kanner AUTISMO INFANTILE PRECOCE n n n n n n n n n n USO NON COMUNICATIVO DEL LINGUAGGIO RITARDO LINGUISTICO ECOLALIA RITARDATA INVERSIONI PRONOMINALI GIOCHI RIPETITIVI – STEREOTIPATI AVVERSIONE AI CAMBIAMENTI SCARSA – ASSENTE IMMAGINAZIONE RIPETIZIONE RITUALE CONDOTTE TENDENZA ALL’ISOLAMENTO ASSENZA SEGNI SOMATICI E NEUROLOGICI NNER 1943 - Leo Kanner AUTISMO INFANTILE PRECOCE DISTURBO CONGENITO Leo KANNER CONTATTO AFFETTIVO 1. 2. 3. 4. deficit sviluppo relazionale distinzione da schizofrenia genitori molto intelligenti genitori freddi Hans ASPERGER 1944 – H. ASPERGER n PSICOPATIA AUTISTICA LIMITATO REPERTORIO INTERESSI n DESIDERIO DI ABITUDINARIETA’ n ASSENZA CONTATTO OCULARE n INESPRESSIVITA’ FACCIALE – GESTUALE n ISOLE DI ABILITA’ n ABILITA’ DA IDIOT SAVANT n MEMORIA MECCANICA n INTERESSE PER PARTI DI OGGETTI ER & Lorna WING n NON RITARDO LINGUISTICO n (Lorna Wing. Asperger's synd Psychological Medicin (Archiv für Psychiatrie und Nervenkrankheiten June 1944, Volume 117, Issue 1, pp 76-136) Autismo: la parabola teorica Oligofrenie: dal greco oligo, poco, e phren, mente Demenza precoce: classe psicosi endogene funzionali Psicosi: dal greco psychè, anima, e -osis, malattia mentale o follia SINDROME NEURO-BIOLOGICA DIFFUSA Autismo: la parabola teorica DISTURBO PERVASIVO DELLO SVILUPPO (DSM-IV- TR) DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO (DSM-V) PROBLEMI CLASSIFICATIVI (1) Confini nosologici non ben delimitabili Estrema eterogeneità clinica ed eziologica IMPIEGO DI “ETICHETTE” DIAGNOSTICHE DIVERSE E SPESSO “INCONSISTENTI” Influenza del livello di sviluppo sull’espressione sintomatologica Notevole variabilità del decorso Autismo: natura plurale da M.Zappella n n n EZIOLOGIA PLURALE DECORSI DIFFERENTI DIVERSE DISABILITA’ DISTURBI DI TIPO AUTISTICO anche riconducibili a… disturbi dell’umore a esordio precoce disturbi dismisurativi con tic complessi forme di regressione di tipo autistico AMPIA ZONA BORDER-LINE Autismo:ipotesi eziopatologiche n n n n n n n n n ERRORE ELABORAZIONE GENETICA SQUILIBRIO EMOTIVO COSTITUZIONALE INTOLLERANZA ALIMENTARE DANNI A TRASMISSIONE SENSORIALE DIST. INTEGRAZIONE INFORMAZ. AI LOBI DANNI ORGANICI CENTRALI DANNI A SOSTANZA RETICOLARE CORTICALE DISFUNZIONI CEREBRALI DISFUNZIONI COGNITIVE DEFINIZIONI NEI MANUALI CATEGORIE E CRITERI DIAGNOSTICI DEL DSM-­‐IV-­‐TR I disturbi non sono “pervasivi” ma specifici per le aree socio-comunicative e una sfera di interessi ristretta. “ I DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO ” -­‐Disturbo Au@s@co -­‐ Sindrome di Asperger -­‐ Disturbo Pervasivo dello Sviluppo Non Altrimen@ Specificato -­‐ Disturbo Disintegra@vo della fanciullezza -­‐ Sindrome di Re; Sintomatologia riconducibile ad una chiara eziologia genetica. Presenza lieve e cmq ristretta nel tempo di comportamenti autistici Troppa poca differenza con il disturbo autistico per meritare un’etichetta separata. Spesso scambiato per DPS-NAS Da verificare qualità regressione. Presenza di sintomi riconducibili a disturbi neurologici/ neurometabolici. L’uso sconsiderato del DPS-NAS per i quadri ambigui ha portato a confusione e alla recente epidemia diagnostica di ASD DSM-V Eliminazione delle sottocategorie Un solo spe;ro ma spazio e a;enzione per la variabilità individuale: • Grado di severità della sintomatologia • Associazione con altre condizioni (mediche, gene=che, fa0ori ambientali) • Abilità verbali • Abilità cogni=ve DSM-­‐V Ri-­‐definizione delle aree sintomatologiche DSM-­‐IV Interazioni sociali Linguaggio & Comunicazione DSM-­‐V Comunicazione sociale & Interazione sociale Interessi ristre5 Stereo@pie Interessi ristre5 Stereo@pie Reazioni anormali agli s=moli sensoriali -­‐ I deficit nella comunicazione sono intrinsecamente lega= a deficit nella sfera sociale. Inu=le separali. -­‐ I ritardi/a=pie del linguaggio INFLUENZA DISTURBO. Il DSM-­‐5 ha portato i seguen@ cambiamen@ ai criteri diagnos@ci: n n Passaggio da una diagnosi categoriale ad una diagnosi dimensionale con l’u=lizzo del termine Spe0ro dei Disturbi Au=s=ci (ASD) Assenza di suddivisione in so0ocategorie clinico-­‐ feno=piche che spesso hanno mostrato i loro limi=, non fotografando appieno la realtà clinica ed esperienziale. Il DSM-­‐5 ha portato i seguen@ cambiamen@ ai criteri diagnos@ci: -­‐ n Criteri diagnos=ci formula= in due aree: comunicazione/interazione sociale e comportamen= ed interessi ristreC e ripe==vi n n Descrizione di un livello di gravità del quadro clinico in termini non solo di Au=smo ma anche di disabilità intelleCva e di linguaggio, elemen= di quasi costante riscontro nei quadri clinici, specificando condizioni mediche, gene=che o ambientali. Inclusione di una nuova categoria: i Disturbi Socio-­‐comunica=vi che include una maggioranza di soggeC precedentemente diagnos=ca= come High-­‐Func*oning ma che richiederà tempo e ricerche per accertarne l’affidabilità Il DSM-­‐5 ha portato i seguen@ cambiamen@ ai criteri diagnos@ci: n Focalizzazione su aspeC di Ipo/IperreaCvità sensoriale, elemento che finora era stato so0o diagnos=cato malgrado la sua presenza in varie forme (ta0o, odorato, gusto, ecc…) nella quasi totalità dei soggeC con Au=smo. DSM-­‐5: CRITERI DIAGNOSTICI per Au#sm Spectrum Disorders Disturbo dello Spe3ro Au#s#co Presenza dei seguen# criteri A.Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell´interazione sociale in diversi contes* (nella condizione a:uale e/o in anamnesi), non spiegabile a:raverso un ritardo generalizzato dello sviluppo, e manifestato da tu: e 3 i seguen# pun#: 1. Deficit nella reciprocità socio-­‐emo@va che spazia da un approccio sociale anomalo e incapacità di conversazione (bo0a e risposta) a rido0a condivisione di interessi, emozioni, affe5vità fino alla totale mancanza di inizia=va o risposta nell´interazione sociale. 2. Deficit nei comportamen= comunica=vi non verbali presen= nell´interazione sociale che spaziano da una scarsa integrazione della comunicazione verbale e non verbale, anomalie nel conta0o oculare e nel linguaggio del corpo, o deficit nella comprensione e nell´uso della gestualità comunica=va fino alla totale mancanza di espressività facciale. 3. Deficit nell’ inizia@va e mantenimento di relazioni, appropriate al livello di sviluppo (non comprese quelle con i genitori e caregiver) che vanno da difficoltà nell’ada0are il comportamento ai diversi contes= sociali a difficoltà nella condivisione del gioco immagina=vo e nel fare amicizie fino all’apparente assenza di interesse per i coetanei. DSM-­‐5: CRITERI DIAGNOSTICI per Au@sm Spectrum Disorders B. Pa:ern di comportamen*, interessi o aCvità ristreC e ripe**vi come manifestato da almeno 2 dei seguen# pun# (nella condizione a:uale e/o in anamnesi, gli esempi sono illustra*vi, non esaus*vi): 1. Linguaggio, movimen= motori o uso di oggeC in maniera stereo=pata o ripe==va (come per es. semplici stereo=pie motorie, allineamento o rotazione di oggeC, ecolalia, frasi idiosincra=che). 2. “Sameness”, inflessibile adesione alla rou=ne, comportamen= verbali o non verbali ritualizza= (eccessive reazioni di intolleranza ai minimi cambiamen=, difficoltà nelle transizioni, rigidità nello schema di pensiero, rituali di domande ricorren=, insistenza nel fare la stessa strada o mangiare lo stesso cibo). 3. Interessi estremamente ristre5 e fissi, anomali per intensità o tema=ca ( per es. forte a0accamento o interesse per oggeC insoli=, interessi eccessivamente circoscriC e persisten=). 4. Iper-­‐ o Ipo-­‐reaCvità agli s=moli sensoriali o interessi insoli= per aspeC sensoriali dell ´ambiente ( ad es.: apparente indifferenza al caldo/freddo/dolore, risposta di evitamento a suoni o materiali di una consistenza specifica, eccessivo annusare o toccare gli oggeC, a0razione per luci o oggeC in movimento). DSM-­‐5: CRITERI DIAGNOSTICI per Au@sm Spectrum Disorders C. I sintomi devono essere presen* nella prima infanzia (ma possono divenire completamente manifes# solo nel momento in cui le richieste sociali oltrepassano le limitate competenze possedute, oppure i sintomi possono essere maschera# da strategie apprese ) D. L´insieme dei sintomi comporta una compromissione clinicamente significa*va dell’ambito sociale, lavora*vo e in generale del funzionamento quo*diano. E. Ques* Sintomi non sono riconducibili ad una Disabilità IntelleCva (Disturbo dello Sviluppo IntelleCvo) o ad un Ritardo Globale dello Sviluppo. La Disabilità intelleCva e il Disturbo dello Spe:ro Au*s*co sono frequentemente associa*; per fare una diagnosi di comorbidità fra Disturbo dello Spe;ro Au@s@co e Disabilità Intelle5va, il livello di comunicazione sociale deve essere inferiore rispe;o al livello di sviluppo globale del sogge;o. Nota: Gli individui con una diagnosi confermata al DSM-­‐IV di Disturbo Au=s=co, Sindrome di Asperger o PDD NOS ricevono automa=camente diagnosi di Disturbo dello Spe0ro Au=s=co. Gli individui che hanno difficoltà marcate nella Comunicazione Sociale ma i cui sintomi non soddisfano i criteri di appartenenza al Disturbo dello Spe0ro Au=s=co, dovrebbero essere valuta= per l’inquadramento all’interno del Disturbo di Comunicazione Sociale ( Pragma=co). Specificare: n Presenza o meno di Compromissione intelle5va n Presenza o meno di Compromissione del linguaggio n Associazione o meno con una specifica condizione medica o gene@ca o fa;ori ambientali n Associazione o meno con altri Disturbi del Neurosviluppo, Psichici o Comportamentali DSM-­‐5: CRITERI DIAGNOSTICI per Au@sm Spectrum Disorders Livelli di Gravità per il Disturbo dello Spe;ro Au@s@co Livello 1: Richiede un supporto Comunicazione sociale: senza supporto, i deficit nelle abilità di comunicazione sociale causano importan= compromissioni. Il sogge0o ha difficoltà ad iniziare le interazioni sociali e risponde in modo a=pico o fallimentare alle inizia=ve altrui. Può sembrare che abbia un rido0o interesse nelle interazioni sociali. Per esempio, (ci si riferisce a) una persona che può essere in grado di esprimersi con delle frasi complete e di comunicare, anche se non è in grado di sostenere una conversazione con altre persone e i suoi tenta=vi di fare amicizia sono spesso bizzarri e fallimentari. Interessi ristreC e comportamen* ripe**vi: Comportamen= rigidi interferiscono significa=vamente con il funzionamento in uno o più contes=. Difficoltà a passare di un’aCvità ad un’altra. Le difficoltà di organizzazione e di pianificazione ostacolano l’autonomia. DSM-­‐5: CRITERI DIAGNOSTICI per Au@sm Spectrum Disorders Livelli di Gravità per il Disturbo dello Spe;ro Au@s@co Livello 2: Richiede un supporto importante Comunicazione sociale: Marca= deficit nelle abilità di comunicazione sociale, verbale e non verbale; la compromissione sociale appare evidente anche quando è presente un sostegno; inizia=va limitata nell´interazione sociale e rido0a o anomala risposta all ´inizia=va altrui. Per esempio, (ci si riferisce a una persona che è in grado di esprimersi con frasi semplici e ha interazioni limitate alla condivisione di interessi ristreC e specifici e ha una comunicazione non verbale marcatamente a=pica). Interessi ristreC e comportamen* ripe**vi: preoccupazioni, rituali fissi e/ o comportamen= ripe==vi appaiono abbastanza di frequente da essere eviden= anche all´osservatore casuale e interferiscono con il funzionamento in diversi contes=. Stress o frustrazione appaiono quando sono interroC ed è difficile ridirigere l´a0enzione. DSM-­‐5: CRITERI DIAGNOSTICI per Au@sm Spectrum Disorders Livelli di Gravità per il Disturbo dello Spe;ro Au@s@co Livello 3: Richiede un supporto molto importante Comunicazione sociale: I gravi deficit nella comunicazione sociale, verbale e non verbale, causano una grave compromissione nel funzionamento, inizia=va molto limitata nell´interazione sociale e minima risposta alle aperture sociali altrui. Per esempio, (ci si riferisce a) una persona che possegga un linguaggio limitato a poche parole, che inizia raramente un’interazione sociale e quando ciò avviene, lo fa solo per sue necessità e risponde solo ad approcci sociali molto esplici=. Interessi ristreC e comportamen* ripe**vi: preoccupazioni, rituali fissi e/o comportamen= ripe==vi che interferiscono marcatamente con il funzionamento in tu0e le sfere. Stress marcato quando i rituali o le rou=ne sono interroC; è molto difficile distogliere il sogge0o dal suo focus di interesse e, se ciò avviene, egli ritorna rapidamente ad esso. SINTOMI DELLO STATO AUTISTICO 1. 2. 3. DISTURBI DELLA MOTRICITA’ DISFUNZIONI PERCETTIVE DISTURBI PSICOLOGICI n n n n n 4. 5. 6. 7. 8. DISTURBI DELL’EMOTIVITA’ DISTURBI DELL’AFFETTIVITA’ ALTERAZIONI PSICHICHE DISTURBI INTELLETTIVI DISTURBI DELLA SOCIALITA’ DISTURBO/DISORDINE DELLA COMUNICAZIONE PATOLOGIE DEL LINGUAGGIO VERBALE DISTURBO DEL GIOCO STEREOTIPIE CONDOTTE INADEGUATE Sintomi: Disturbi della Motricità Movimenti stereotipati n n n Mani intero corpo postura Sintomi: disfunzioni percettive n Ipersensibilità/attrazione suoni,luci,ecc. n Alta soglia del dolore n Risposte bizzarre a stimoli sensoriali Sintomi: Disturbi psicologici n DIST. EMOTIVITA’ ( riso inappropr.,assenti o scarse emoz., assenza paura ai pericoli reali,ansia e collera immotivata) n n n n DIST. AFFETTIVITA’ ( ristretti interessi, ripetititivi) ALTERAZIONI PSICHICHE (fissità, rigidità polarizzazione del pensiero, stati di assenza) DIST. INTELLETTIVI (generalizzazione, ritardo mentale, scarsa comprensione della parola, mancata comprensione delle regole) DIST. SOCIALITA’ (centratura su sé, scarse relazioni, non risposte alle chiamate) Sintomi: Disturbo/disordine della comunicazione n n n n Inespressività del viso e del corpo Scarso contatto oculare, evitamento Scarsa partecipazione alla situazione Interazioni discontinue o assenti o apparenti Sintomi: Patologie del linguaggio verbale n n n n n n n n n Ritardo linguistico (scorretta pronuncia o costruzione dell’enunciato) Totale mancanza (AFASIA) Compromessa capacità di iniziare o sostenere una conversazione Ecolalia Uso del pronome o del nome Monotonia ritmo e tono Uso della forma interrogativaa Forte metaforicità Eccentricità Sintomi:patologie del gioco Mancanza o compromissione di giochi: n Spontanei n Simulazione n Imitazione n Immaginazione Gioco decontestualizzato Sintomi:condotte inadeguate n n n n n n n n n n Iperattività Scarsa tenuta dell’attenzione Impulsività Aggressività, eccessi di collera,autolesionismo Stereotipie Attaccamento a oggetti inanimati Interesse per parti di oggetti o che ruotano Ecolalia Comport. uguale e ripetitivo Resistenza e malessere ai cambiamenti AUTISMO: UNA LETTURA SPECIALE n n n n RIFERITA ALLE PROPRIE CARATTERISTICHE E DIVERSITA’ DISTURBO QUALITATIVO E SPECIFICO, “SPECIALMENTE SPECIALE” IL SIGNIFICATO DELL’AUTISMO E’ L’AUTISMO STESSO ( T.PEETERS) LA TEORIA DELL’ICERBERG(T.PEETERS) SOTTO L’ICEBERG DELL’AUTISMO I SINTOMI DELLA SINDROME AUTISTICA COME LA PUNTA DI UN ICEBERG, NASCONDONO LE VERE MOTIVAZIONI, LO STATO REALE DI ALTERAZIONE CHE DETERMINA: n CRISI, n FUGHE, n AGGRESSIONI, n CONDOTTE INADEGUATE, ECC. SOTTO L’ICEBERG DELL’AUTISMO n n INTERPRETARE LA SITUAZIONE CERCARE DIETRO I SINTOMI APPARISCENTI (LE CONDOTTE), ESPLORARE I MOTIVI CHE GENERANO LE REAZIONI ABNORMI (PEETERS) https://www.youtube.com/watch? v=GyOzgtcPQZs IL PENSIERO AUTISTICO: INDICATORI n n n n n n n n n PENSIERO IN CAOS PENSIERO IN DETTAGLI PENSIERO REALISTICO (ASSENZA DI IMMAGINAZIONE) PENSIERO VISUALE ECOLALIA COMPORTAMENTO ECO PENSIERO AGGRESSIVO PENSIERO BIZZARRO CECITÀ MENTALE/SOCIALE IL PENSIERO AUTISTICO: INDICATORI E DESCRITTORI n n n n n n PENSIERO IN CAOS CAOTICA, SCOORDINATA E CONFUSA PERCEZIONE E COMPRENSIONE: DEI CONTESTI, DEI MESSAGGI VERBALI, DEI VISI E DELLE LORO ESPRESSIONI, DELLE DINAMICHE RELAZIONALI, DELLE REGOLE, DELLE IMPROVVISE MUTAZIONI. SOTTO L’ICEBERG DELL’AUTISMO MANCATO COORDINAMENTO, O FILTRO DEGLI STIMOLI AMBIENTALI (PENSIERO IN CAOS). DIFFICOLTÀ A: n RICEVERE UNA PLURALITÀ DI STIMOLI CONTEMPORANEI; n INTUIRE O PERCEPIRE COSA STA PER ACCADERE; ESEGUIRE AZIONI DI ORGANIZZAZIONE DELLA PERCEZIONE E DEL PENSIERO, OVVERO PROCESSI COGNITIVI. SOTTO L’ICEBERG DELL’AUTISMO n n n COMPIERE TALI AZIONI PERCETTIVE E MENTALI È, PER LE PERSONE AUTISTICHE, DIFFICILE DÀ LUOGO A FASTIDIO, INSOFFERENZA E PERFINO SOFFERENZA, PERCIÒ LE REAZIONI ABNORMI O CRISI. SOTTO L’ICEBERG DELL’AUTISMO NON PONGONO IN ORDINE LE INFORMAZIONI, NON LE DISCRIMINANO BENE, TILT (PENSIERO IN CAOS) PERTANTO: n n RESTRINGONO L’ENTRATA DEGLI STIMOLI (CHIUDONO OCCHI ED ORECCHIE, SI ISOLANO); CERCANO DI RIORGANIZZARE LA SITUAZIONE DA UNA POSIZIONE DI QUIETE, CHIUSURA. PENSIERO IN CAOS n n n n Situazioni di sovraccarico cognitivo MANDANO IN DIFFICOLTÀ UN CERVELLO DISORGANIZZATO, FAVORISCONO LA PERCEZIONE IN CAOS, IL PENSIERO IN CAOS, MANCATO COORDINAMENTO E FILTRO DELLE INFORMAZIONI, DETERMINANDO DECOGNIZIONE. IL PENSIERO AUTISTICO: INDICATORI E DESCRITTORI PENSIERO IN DETTAGLI n n TENDENZA A POLARIZZARE L’ATTENZIONE SUL DETTAGLIO; “IPERSELETTIVITÀ” PER LE PARTI RISPETTO AL CONTESTO O AL GENERALE. PENSIERO - PERCEZIONE IN CAOS PENSIERO IN DETTAGLI IL PENSIERO AUTISTICO: INDICATORI E DESCRITTORI n n n n PENSIERO REALISTICO TENDENZA A RIGIDITÀ SUI SIGNIFICATI POSSEDUTI, SULLE IDEE GIÀ COSTRUITE, SUL NOME DI OGGETTI E FIGURE, SUL SIGNIFICATO LETTERALE DELLE PAROLE ASSENZA DI IMMAGINAZIONE E GENERALIZZAZIONE IL PENSIERO AUTISTICO: INDICATORI E DESCRITTORI n n PENSIERO VISUALE PREFERENZA PER UNA MODALITÀ DI LAVORO MENTALE “VISIVA”, ICONICA, PER IMMAGINI. MAGGIOR EFFICACIA DEL PENSIERO E DELLA COMUNICAZIONE ATTRAVERSO LE IMMAGINI E /O FORME SINTETICHE; IL PENSIERO AUTISTICO: INDICATORI E DESCRITTORI ECOLALIA RIPETIZIONE LETTERALE DI PAROLE E FRASI IL PENSIERO AUTISTICO: INDICATORI E DESCRITTORI COMPORTAMENTO ECO CONDOTTE REITERATE, RITUALI, INSISTENTI DI FRONTE A SITUAZIONI NON CHIARE, OFFUSCATE O INCERTE IL PENSIERO AUTISTICO: INDICATORI E DESCRITTORI COMPORTAMENTO ECO n n n n n n n FARE COSE PER PIACERE EVITARE INSUCCESSO E DOLORE IMPARARE IN MODO PROPRIO LIBERTA’ AL PENSIERO MANTENERE L’AMBIENTE PREDETTO COMUNICARE COL COMPORTAMENTO SCAPPARE DA SITUAZIONI IL PENSIERO AUTISTICO: INDICATORI E DESCRITTORI n n n n n n ECOLALIA COME STRATEGIA DI SOPRAVVIVENZA DAL DISTURBO COGNITIVO LINGUAGGIO FRAMMENTATO, CAOTICO, NON ELABORATO MANCATA ANALISI MANCATA INTERPRETAZIONE PERDITA DEL SENSO ECOLALIA DIFFERITA IL PENSIERO AUTISTICO: INDICATORI E DESCRITTORI PENSIERO AGGRESSIVO/BIIZZARRO TENDENZA A RICORRERE A CRISI AGGRESSIVE/BIZZARRE per mostrare n LA PROPRIA CONTRARIETÀ AL CONTESTO, n I DESIDERI NON APPAGATI, n LE ASPETTATIVE NON CORRISPOSTE, n I BISOGNI NON SODDISFATTI. IL PENSIERO AUTISTICO: INDICATORI E DESCRITTORI n n CECITÀ MENTALE/SOCIALE SCARSA COMPRENSIONE DEL MONDO, SOGGETTIVO E OGGETTIVO; INCAPACITÀ DI DECIFRARE GLI OCCHI E LE ESPRESSIONI FACCIALI DEGLI ALTRI, QUINDI LO STATO EMOZIONALE E RELAZIONALE. MANCATO SVILUPPO DELLA TEORIA DELLA MENTE AUTISMO E DISTURBO DI COERENZA CENTRALE n n n n “COERENZA” PRECARIA O ASSENTE “DIFFICOLTÀ NEL PERCEPIRE SIMULTANEAMENTE PIÙ STIMOLI, RUMORI, PAROLE” DIFFICOLTÀ NEL FILTRARE E NEL COORDINARE IN SEQUENZA, NELLO SPAZIO E NEL TEMPO “COMPORTAMENTI-ECO” DISPERCEZIONI - DISCOMPRENSIONI DISADATTAMENTO ASPETTATIVA TRADITA CRISI AUTISMO: SOFFERENZA DEL TEMPO SOFFRONO L’ORGANIZZAZIONE DEL TEMPO n n n IL DOVERNE PERCEPIRE LO SCORRERE, IL RAPPRESENTARE IN ORDINE IL PASSATO, IL PREVEDERE IL FUTURO PROSSIMO. AUTISMO: SOFFERENZA DEL TEMPO DISTURBO DI IMMAGINAZIONE: n n DIFFICOLTÀ A PENSARE COSE, IMMAGINI O EVENTI CHE NON SIANO IMMEDIATAMENTE PRESENTI DISAGIO IN ASSENZA DI STABILI INDICATORI TEMPORALI AUTISMO: SOFFERENZA DEL TEMPO da M.Haddon,Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte,2003,Einaudi,Torino 2003, P.165 p. 180 “DURANTE IL FINE SETTIMANA SONO IO CHE MI COSTRUISCO IL MIO ORARIO, LO SCRIVO SU UN CARTONCINO UN PO’ SPESSO E LO APPENDO AL MURO. CI SONO SCRITTE COSE COME DARE DA MANGIARE A TOBY, O FARE MATEMATICA, O ANDARE AL NEGOZIO A COMPRARE LE CARAMELLE. ED È QUESTO UN ALTRO MOTIVO PER CUI NON MI PIACE LA FRANCIA, PERCHÉ QUANDO SI È IN VACANZA NON SI HA UN ORARIO DA SEGUIRE E TUTTE LE MATTINE DOVEVO OBBLIGARE MIO PADRE E MIA MADRE A DIRMI ESATTAMENTE COSA AVREMMO FATTO QUEL GIORNO PER FARMI STARE MEGLIO”. AUTISMO: SOFFERENZA DEL TEMPO LA RAPPRESENTAZIONE/ORGANIZZAZIONE DEL TEMPO È PIÙ DIFFICILE DI QUELLA DELLO SPAZIO. AUTISMO: SOFFERENZA DEL TEMPO “Poiché il tempo non è come lo spazio. E quando si appoggia qualcosa da qualche parte, ad esempio un goniometro o un biscotto, nella propria testa si può disegnare una cartina del punto dove si trova, ma anche se non si ha una cartina non importa perché l’oggetto continuerà ad essere lì. Una cartina è la rappresentazione di qualcosa che esiste realmente, e quindi sarà possibile ritrovare il goniometro o il biscotto”. AUTISMO: SOFFERENZA DEL TEMPO n n n n SPAZIO SI PRESTA A ESSERE “RAPPRESENTATO”, TRADURSI IN IMMAGINI (DISEGNI, GRAFICI, FOTOGRAFIE) FAVORISCE STIMOLAZIONE RINFORZATA (ICONICA + VERBALE), COLORE CHE PRIVILEGIANO FORME DI “PENSIERO VISUALE” AUTISMO:SOFFERENZA DEL TEMPO IL TEMPO NON È FACILMENTE RAPPRESENTABILE…. È PIÙ DIFFICILE DA COMPRENDERE… “UN ORARIO È UNA CARTINA DEL TEMPO, SOLO CHE SE NON SI HA UN ORARIO IL TEMPO NON RIMANE LÌ DOV’È COME IL PIANEROTTOLO E IL GIARDINO E LA STRADA PER ANDARE A SCUOLA…. QUESTO SIGNIFICA CHE IL TEMPO È UN MISTERO E NON È’ TANGIBILE… SMARRIRSI NEL TEMPO È COME ESSERE PERDUTI IN UN DESERTO, SOLO CHE IL DESERTO NON SI PUÒ VEDERE PERCHÉ NON È UN OGGETTO. ED ECCO PERCHÉ MI PIACCIONO GLI ORARI, PERCHÉ FANNO IN MODO CHE TU NON TI SMARRISCA NEL TEMPO”. AUTISMO: SOFFERENZA DEL TEMPO n n n TEMPO PUÒ ESSERE “MARCATO”, INDICATO NEL SUO SCORRERE, SECONDO LE NOZIONI/PERCEZIONI DI PRIMA-DOPO, PRIMA DI-DOPO DI, INTERVALLO O DURATA, CONCEPITO NELLA SUA SUCCESSIONE. AUTISMO: SOFFERENZA DEL TEMPO n n n UTILIZZARE: MARCATORI ICONICI DEL TEMPO; CONTINUE CONFERME DEL TEMPO (A CHE PUNTO SIAMO, CHE ORA È.., È PRIMA DI …, È DOPO DI….); SCHEMI DELLA GIORNATA (IN VARIA FORMA E DIMENSIONE).