LA RIVISTA DELLA CANNABIS DAL 1985 GRATIS Numero 6 - 2016 18 AMSTERDAM Selezione e manutenzione delle piante madri I terpeni 36 Raccolto invernale outdoor 68 18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi /DFDQQDELVPLOLWDUHIDˌRS RRY SENSI-STAR DELAHAZE PANDORA BELLADONNA WAPPA ALL www.plagron.com pass it on! Nemmeno il più pessimista tra gli osservatori avrebbe potuto prevedere una debacle del genere ma, evidentemente, non c'è mai limite al peggio. A due anni dal varo del progetto pilota voluto dai Ministeri della Salute e della Difesa, la marijuana medica coltivata dai militari a Firenze è finalmente arrivata nelle farmacie italiane lo scorso ottobre. E il risultato non poteva essere più deludente. davanti a chi gli ha chiesto conto di questa deludente prima partita, ha dovuto ammettere che “per ora l’importazione dall’Olanda continuerà, e l’ingresso della cannabis di Stato sarà graduale”. La prima varietà di marijuana terapeutica prodotta dallo Stato italiano si chiama FM 2 200 malati. La domanda reale di FM 2 – un nome più scoraggiante non lo potevano certo trovare – sarebbe però cinquanta volte più grande: stando ai dati raccolti dall'Associazione Luca Coscioni, il bacino potenziale d'utenza è di almeno diecimila persone. I giornali hanno parlato di 1600 barattoli contenenti 5 grammi l'uno. La matematica dice invece che in oltre 24 mesi, il massimo che l'Istituto Chimico Farmaceutico Militare è riuscito a tirare fuori da 50 metri quadri di serre e da 120 talee, sono stati 8 kilogrammi di prodotto. Nemmeno un grower alle prime armi avrebbe saputo fare di peggio. Eppure i militari fiorentini erano coadiuvati dal CRA-CIN di Rovigo e dall'equipe del professor Grassi: una garanzia di successo secondo la Lorenzin. Visti però i risultati, sarebbe opportuno cominciare a farsi qualche domanda. Ricordiamo che, allo stato attuale, sono tredici le Regioni che nel corso degli anni hanno approvato leggi che consentono di utilizzare medicinali a base di cannabis per scopi terapeutici: Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Marche, Puglia, Basilicata e Sicilia. In alcuni di essi il trattamento è a carico dei Servizi Sanitari Regionali, in altri invece deve essere pagato integralmente dal paziente. Proprio per questo motivo diventa importante la produzione italiana che, almeno sulla carta, dovrebbe abbattere i costi di importazione dall’Olanda. Prima fra tutte: quando ci impiegherà effettivamente l'Italia a smarcarsi dall'importazione di Bedrocan dai Paesi Bassi? Il colonnello Antonio Medica, direttore dell'Istituto fiorentino, ha più volte spiegato alla stampa che, una volta a pieno regime, lo stabilimento sarà in grado di produrre il fabbisogno stimato (decisamente al ribasso) dal ministero di Beatrice Lorenzin, ovvero 100 kilogrammi l'anno. Ma Anche in questo caso dunque bisognerà pazientare ulteriormente. Come per il rinvio a data da destinarsi sella proposta di legge sulla legalizzazione, l'Italia, o per meglio dire, i pazienti italiani dovranno aspettare ancora prima di poter acquistare delle infiorescenze di marijuana ad un prezzo accessibile. Peccato che sia proprio il tempo il nemico più spietato di un malato. (Farmaceutico militare 2) e contiene i due principi attivi, THC e CDC, in uguali percentuali (tra il 5% e il 6%), come indicato nelle linee guida imposte dal Ministero della Salute. Ora, considerando una media di 1,5 grammi giornalieri a paziente, la produzione “made in Italy” di cannabis medica riuscirebbe a soddisfare appena le esigenze di OG KUSH ® Cream Caramel® (SWS04) 3 EDITORIALE AL PROSSIMO ANNO? Giovanna Dark Il 2016 doveva essere l'anno della cannabis in Italia. L'anno della legalizzazione, della marijuana di Stato a 5 euro al grammo nelle farmacie. L'anno del tanto agognato riscatto dallo stigma sociale per pazienti e consumatori. Doveva ma invece non è stato. Si è fatto un gran parlare di liberalismo, di libertà di cura, di fine inevitabile e improcrastinabile del proibizionismo. A favore di un cambio deciso di rotta sulla cannabis si sono espressi magistrati, giudici e questori. La Direzione Nazionale Antimafia ha espresso “parere positivo per tutte le proposte di legge che mirano a legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati” nel contesto di contrasto delle mafie e del terrorismo. Anche l'Autorità Nazionale Anticorruzione, nella persona del suo presidente Raffaele Cantone, ha auspicato che la politica possa valutare positivamente il tema legalizzazione, credendo che una legalizzazione intelligente possa evitare il danno peggiore per i ragazzi, ovvero, secondo Cantone, quello di entrare in contatto con gli ambienti della criminalità. Tra i nuovi amici di Maria (la nostra), si annoverano anche personaggi illustri come l'oncologo Giovanni Veronesi e la superstar della penna Roberto Saviano, che della cannabis pare aver fatto la sua nuova Gomorra. Per non parlare dei VIP – attori, musicisti e artisti – che si sono schierati pubblicamente dalla parte della marijuana libera, prestando voci e visi a campagne di sensibilizzazione. Insomma i presupposti per rendere la cannabis un topic nazionalpopolare c'erano e sono ancora tutti. Eppure la legge che doveva decidere delle sorti dle proibizionismo d'Italia, dopo una capatina a montecitorio lo scorso 25 luglio, è stata subissata di emendamenti e rinviata alle Commissioni giudicanti, dove sarà lasciata a languire, con tutta probabilità, a tempo indeterminato. Un enorme niente di fatto dunque, almeno per quest'anno di (dis)grazia 2016. I più disillusi sono convinti che la proposta dell'intergruppo guidato da Benedetto Della Vedova, finirà nel dimenticatoio della Camera. I timidi ottimisti sperano invece che la revisione delle Comissioni riunite possa essere il preludio ad una vera e propria discussione parlamentare. La Bernardini e Civati, invece, continuano imperterriti a raccogliere firme. Vesta è la nuova varietà ibrida autofiorente sviluppata da Buddha Seeds fra due note linee americane ed europee. Si distingue per il vigore, raggiunge dimensioni medio-grandi, in cui predomina la cima centrale, pesante e ricoperta di resina aromatica. La struttura di questa pianta si apre in diversi rami produttivi, che finiscono col ricoprirsi di cime dure, compatte e resinose. Ne servono almeno 50.000 per poter presentare la legge di iniziativa popolare che i Radicali e Possibile, assieme alle associazioni Luca Coscioni, A Buon Diritto e Antigone, vogliono presentare come un'alternativa “dal basso” alla proposta dell'intergruppo, nella speranza di “ricominciare a spingere per arrivare al voto”. Vesta è una varietà facile da coltivare, resistente, adatta sia ai coltivatori più esperti che ricercano piante di qualità superiore, che ai coltivatori di cannabis inesperti che hanno bisogno di piante resistenti e che sopportino lo stress. Autocoltivazione libera fino a 5 piante, accantonamento del monopolio di Stato, coltivazione a fini commerciali previa comunicazione all'autorità, tracciabilità del prodotto (provenienza e livello di Thc, il principio attivo), lontananza dalle scuole e divieto di pubblicità, tassazione sono i principali punti della proposta di Legalizziamo! – questo il nome della nuova coalizione pro cannabis libera. È una vera delizia per il palato, in quanto unisce il meglio delle due linee dei due continenti. La linea europea apporta il primo sapore in bocca, di agrume fruttato fra il pompelmo e il mandarino. Dall’altra parte, la linea americana conferisce un sapore acido di Diesel che rimane a lungo in gola, anche dopo aver finito di fumare. L’effetto è duraturo, rilassante e piacevole, adatto all’utilizzo medico. Banca: Buddha Seeds Vesta Genetica: linee europee e americane Ciclo di coltivazione totale: 80 giorni Dimensioni: medio-grandi Sapore/aromi: agrumato, fruttato, diesel Effetto: altamente psicoattivo, stimolante C'è però anche la depenalizzazione dell’uso personale delle altre droghe, sul modello del Portogallo, che non ha legalizzato la cannabis ma già nel 2001 ha depenalizzato tutte le droghe con ottimi risultati dal punto di vista sanitario. Come la legge dell’intergruppo, Legalizziamo! prevede poi la possibilità di associarsi in cannabis social club (che potranno avere fino a 100 iscritti, contro i 50 dell’intergruppo). Tra settembre ed ottobre sono riusciti a raccogliere attorno alle 40.000 firme. Senza dubbio un buon risultato ma, come la storia ci ha più volte dimostrato, le proposte di legge di iniziativa popolare tendono ad essere risucchiate ne buco nero della trafila parlamentare, per poi perdersi definitivamente nella memoria degli stessi firmatari. E probabilmente quella di Legalizziamo! non farà eccezione. Insomma, parafrasando il poco elegante detto, anche quest'anno, si legalizzerà l'anno prossimo. Forse. 4 LETTERE DAI LETTORI / [email protected] Attenzione lettori italiani! Volete vincere semi FEMMINIZZATI di 6:((76(('6"0DQGDWHFLXQDIRWRJUDȴD della vostra stanza di coltura o della vostra miglior pianta di cannabis, dove si veda chiaramente una copia di Soft Secrets. SWEET SEEDS vi manderà una confezione GDVHPLIHPPLQL]]DWL6HQHOODIRWRJUDȴD GRYHVVHURȴJXUDUHDQFKHODYRVWUDEHOlissima moglie o ragazza che indossano un micro bikini sexy o dell’intimo molto allettante, riceverete una confezione 2 x GLVHPLIHPPLQL]]DWL/DIRWRJUDȴDGHO mese riceverà una confezione 3 x 3 di semi femminizzati di prima qualità! Il tutto è un omaggio di Soft Secrets Europa e SWEET SEEDS! Ciao, vi presento le mie 3 bambine: Auto Amnesia Haze, Autoskunk e... :) Coltivate indoor sotto una luce LED da 300 W in una grow box 100 x 100 cm, di altezza 180 cm, con fertilizzanti Plagron. Quella al centro invece è la mia splendida ragazza! Grazie! Un saluto a tutti! 0DQGDWHOHYRVWUHIRWRJUDȴHYLDHPDLO a [email protected] o mandatele alla nostra PoBox. Fate attenzione: il materiale verrà gestito con la massima discrezione. Non pubblichiamo foto sfocate e non ci SLDFFLRQROHIRWRJUDȴHGLSLDQWHLQIDVH vegetativa. Vogliamo vedere grosse cime e belle donne! Buona fortuna! E-mail: [email protected] Mamma Mia! Dimentichiamoci per un attimo delle piante e lanciamoci diretti sul divano con tua moglie… Solo per esaminare le piante, naturalmente! Ben fatto con le piante e con tua moglie! È la Signorina del Mese! ® BUBBA KUSH CBD AMNESIA CBD VA R IE TÀ 20 16 OG KUSH CBD N U O VE HAZE AUTO CBD CHEESE CBD INDUSTRIAL PLANT AUTO CBD PURPLE ORANGE CBD 6 Sono felice di presentarvi le mie miss 7 Moby Dick XXL auto e il mio angioletto. Sono all’ultima fase con alcune Moby, però c'è poca GLHUHQ]DGDOODIDVHGL tagli. Sarei felice di vedere il risultato indoor, mentre questo è outdoor, ma c’è TXDOFKHSUREOHPDGLPXD marrone che sto curando. Buon raccolto a tutti e grazie a Soft Secrets, perché ho imparato tanto da voi. Ciao. Ciao amico, grazie per aver condiviso le tue Moby Dick Auto! La Moby Dick generalmente è una pianta gigantesca, che raggiunge i 3 metri di altezza. Fiorisce in novembre inoltrato, ecco perché va bene solo per i Paesi dell’Europa del sud. La tua versione automatica sembra bella, ma un po’ piccola. Sembra che non abbia ricevuto luce a sufficienza all’inizio della coltivazione. A parte tutto, felici fumate! Anonimo Mi spiace dire che la tua pianta sembra il gambo di un fagiolo. Ma tua moglie è davvero in forma! 7 Caro Soft Secrets, ecco la mia assistente Noemi sullo sfondo e davanti potete vedere cosa ci piace condividere. Alcuni cloni di Black Destroyer di un amico e un po’ di Green Poison di Sweet Seeds. Spero che ve li godiate e che scegliate i nostri prodotti per condividerli con i vostri lettori. Ale e Noemi Carine le piante e carina l’assistente! Al quartier generale di Soft Secrets dovremmo chiedere alle nostre assistente di vestirsi così! Parte delle foglie delle tue piante sembrano essere marce in alcuni punti. Togli sempre le parti morte della pianta perché attirano muffe e insetti! Hola a tutti! Che ne dite della mia coltivazione? Una Sweet Cheese di Sweet Seeds. Spero tanto di vedere pubblicate le nostre foto sulla rivista Soft Secrets. È stato veramente divertente ed entusiasmante. Speriamo di essere premiati da voi. Ciao. Beh, non possiamo fare molti commenti sulla tua pianta, ma di certo possiamo farti i complimenti per tua moglie. Sembra che sia pronta all’azione! Ciao a tutti! Nell'indecisione, ne ho mandate 2 (tra le 100 che abbiamo fatto)! Qui riporto un campione di una Delicious Candy Auto e di una Frutta di Venus, oltre a qualche fiore di Northern Lighs. Tutto sommato, non posso lamentarmi. Una buona giornata a tutti! Saluti e grazie. Un bel raccolto! Ben fatto a te e alla tua bellissima ragazza! 8 PRODUCTS ATAMI Atami, l’ufficio di ricerca biotecnica leader sul mercato dei nutrimenti per piante e substrati, festeggia il suo 20° compleanno nel 2017. Atami ha raggiunto moltissime pietre miliari e successi in questi anni motivati dalla passione per le piante, la profonda conoscenza biologica e le dita verdi. Creata nel 1997, Atami si è concentrata nel diventare un fornitore leader di nutrimenti per piante, stimolatori e substrati per gli amanti di orticoltura. In onore del suo 20° compleanno, Atami ha creato moltissimi modi per gli amanti di tutto il mondo di orticoltura per celebrare questi due decenni di successo. Infatti, grazie alla motivazione e ambizione, l’attenzione di Atami sulla qualità ha garantito dei risultati ottimali nel loro uso. La visione di Atami sulla nostra vita quotidiana è la combinazione di tutti i sensi per creare delle esperienze importanti e memorabili. Ci sono stati dei grandissimi progressi nel know-how dei nutrimenti per piante e nell’accessibilità di hardware sofisticati. Tuttavia la maggior parte di queste innovazioni erano concentrate sul crescente incremento delle piante. Inoltre, Atami punta a diventare un catalizzatore per aiutare l’ambiente che, per Atami, è una parte essenziale del futuri metodi responsabili d’orticoltura. Atami è diventata uno stile di vita Con 20 anni di crescente esperienza, lo “stile di vita Atami” è diventato un’identità per molti clienti. Conforme allo slogan di Atami “innovazione naturale”, l’azienda ha deciso di festeggiare il suo 20° compleanno in un modo unico: il lancio di una linea originale di prodotti di alta qualità per lo stile di vita che include borse e abbigliamento. L’attenzione per i dettagli è d’importanza capitale. L’uso di materiali di alta qualità per riflettere correttamente l’immagine conosciuta del marchio dell’azienda. Da oggi, l’esperienza Atami potrà essere goduta e comunicata in giardino e anche in strada. Borse Atami L’elegante linea di borse è composta da una borsa “cross-body”, una borsa “business” e un portafoglio da viaggio. Tutti e tre sono prodotti in pelle di alta qualità. La borsa “cross-body” ha quattro compartimenti per articoli come tablet, caricatori, documenti di viaggio e carte di credito. Unicamente disegnata per assicurare la sicurezza dei prodotti dando anche una facile accessibilità al possessore della borsa. La borsa “business” ha tre compartimenti spaziosi per gran- di articoli come laptop, libri e file. È ideale per i viaggi e le riunioni d affari. Ci sono anche dei piccoli spazi per immagazzinare carte bancarie, telefoni e chiavi. Il portafoglio da viaggio è una soluzione più piccola che completare i primi due prodotti. Leggero e discreto, dà facile accesso agli articoli di uso quotidiano che sono facilissimi da portare. Per la sicurezza ottimale, è possibile metterlo sia sopra che sotto i vestiti. È ideato con una cerniera sul retro per aggiungere spazio aggiuntivo per monete e soldi. Tutte tre le borse sono disponibili nei colori nocciola, rosso, cammello, moro e nero. Abbigliamento Atami La linea d’abbigliamento è iniziata con delle magliette alla moda create dal team di design. La comunicazione ingegnosa del marchio Atami e la continuazione di un forte senso di stile sono stati lo scopo di questi prodotti. Il tessuto di qualità è prodotto con cotone di 40 fibre lunghe singolo. È trattato con enzimi lavati e silicone per garantire una bella sensazione “senza prurito” sulla pelle. Queste stampe iconiche sono disponibili in 4 colori. Atami fiere e eventi Tenete d’occhio l’evento del 20° compleanno di Atami alle fiere vicino a voi. Potrete provare per primi lo stile di vita Atami e incontrare l’entusiastico team Atami. Durante la vostra visita allo “stand del 20° compleanno di Atami”, troverete anche delle promozioni esclusive, campioni gratuiti e la possibilità di vincere dei grandi premi. Speriamo di incontrarvi presto e di festeggiare insieme il nostro 20° compleanno. www.atami.eu ® ® www.sweetseeds.com UOVO ·N UOVO ·N UOVO ·N UOVO ·N UOVO ·N UOVO ·N UOVO ·N UOVO ·N Crystal Candy® Blow Mind Auto® Varietà SWS58 · Ingredienti Segreti Indica/Sativa: 60%/40% · Fioritura Indoor: 9 settimane Raccolta Outdoor: metà-fine settembre Varietà SWS57 Raccolta Indoor/Outdoor: 8-9 settimane dalla germinazione Altezza: 60-120 cm 3s+1s 19,00 € 3s+1s 21,90 € 5s+2s 31,00 € 10 SEMI Pacchetti da 25 e 100 semi Pacchetti per la tua collezione 35€ Le nostre migliori varietà in pacchetti speciali da 25 e 100 semi Sweet Seeds ti dà l’opportunità di acquistare una piccola ma eccellente collezione di 10 tra i suoi semi 100% femminizzati ad un prezzo straordinario. Il pacchetto Sweet Mix Femminizzate contiene un mix di 10 semi scelti a caso tra tutte le varietà dipendenti dal fotoperiodo del catalogo di Sweet Seeds. 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L.412 del 1974, art.1; comma 1,lett.B, convenzione unica sugli stepefacenti di New York del 1961 e tabella del decreto ministeriale 27/7/1992. In Italia la coltivazione di Canapa è vietata (artr.28 e 73 del dpr 309/90) se non si è in possesso di apposita autorizzazione (art.17 dpr 309/90). In assenza di autorizzazione i semi potranno essere utilizzati esclusivamente per altri fini (zootecnico, collezionistico, etc). I semi vengono venduti con la riserva che essi non siano usati da terze parti in conflitto con la legge. POLITICA 11 Dei militari che producono e dei pazienti che fuggono DI CARLOS RAFAEL ESPOSITO Cominciamo con una constatazione: parlando di cannabis terapeutica esiste una discrasia evidente fra quello che il Governo dice, poco e sempre con il timore di far dispiacere a qualcuno, quello che il Governo fa, il mistero avvolge la produzione di cannabis nello Stabilimento militare chimico farmaceutico di Firenze e quello che i numerosi pazienti italiani si aspettano dai propri rappresentanti. Con queste parole vogliamo testimoniare che di questo scarto d’intenti soffrono solo ed esclusivamente i pazienti. Gli unici che invece dovrebbero trovare beneficio. Di fatto il progetto pilota di produzione nazionale ha messo in mora le tante alternative di autoproduzione sviluppatesi in seno alla società negli anni precedenti, le ha esautorate del loro interessante punto di vista, che nel corso degli anni aveva acquistato una più che legittima credibilità e, al giorno d’oggi, i pazienti che si organizzano per produrre la propria medicina (in mancanza di un constesto culturale-legislativo che garantisca loro un approvvigionamento costante, di qualità e a prezzi accessibili) sono nuovamen- te guardati con sospetto e senza considerare l’enorme coraggio che mettono in gioco. Contro lo Stato e contro la criminalità organizzata. Soli con le loro convizioni. Intanto il progetto pilota che abbiamo salutato come il fisiologico sviluppo della nostra battaglia per il riconoscimento della cannabis come medicina è dunque incredibilmente avvolto nel mistero. A metà ottobre sul sito dello Stabilimento chimico farmaceutico nella sezione: Progetto Pilota Cannabis a Uso medico le poche informazioni che l’internauta può trovare sono: QUESTO SITO E’ IN ALLESTIMENTO GRAZIE.Ma grazie cosa? In quale paese civile un progetto di tale portata può essere ancora, non dopo due giorni, non dopo due settimane o due mesi, ma dopo ben due anni, descritto con la laconica frase appena riportata? Sul numero 6 del 2015, praticamente un anno fa, il responsabile dello Stabilimento, Colonnello Antonio Medica dichiarava a Soft Secrets: “Al momento siamo alla fase finale dell’iter burocratico autorizzativo e prudentemente prevediamo che per quel che riguarda il Bediol entro fine 2015, o massimo entro l’inizio del 2016, i primi quantitativi di prodotto saranno disponibili per i pazienti. Entro la fine del 2016, disponendo già dell’autorizzazione, prevediamo di poter distribuire anche il nostro Bedrocan. Il dossier di produzione del Bediol è stato già depositato all’AIFA.” Niente di tutto ciò. Purtroppo i pazienti nostrani non hanno ancora trovato in farmacia né il primo farmaco né il secondo e non si capisce la motivazione di tali ritardi. Tra l’altro, in un contesto internazionale, l’Italia è un caso emblematico se vogliamo capire come si sviluppi il percorso che porterà al riconoscimento di questo farmaco per tutti quelli che ne avranno bisogno. Il nostro paese infatti, rispetto a tanti altri paesi europei e non si è dotato di una legislazione che già dal 2007 riconosce alla cannabis autorevolezza medica. Ma perché allora siamo ancora a questo punto? Perché ancora oggi le voci dei nostri pazienti raccontano una tragedia nazionale vissuta ai margini dell’interesse pubblico? Perché in ospedale ci si deve nascondere se si vuole consumare cannabis? Come in America dove i pazienti, che non hanno la fortuna di vivere dove la cannabis è legale o il suo accesso per motivi medici regolato, sono costretti a spostarsi per avere diritto alla cura, anche nel nostro paese ha luogo una situazione purtroppo analoga. E’ recente la vicenda di Fabrizio Pellegrini che finito in carcere per coltivare cannabis, nonostante una prescrizione medica e in una regione che ha già legiferato per regolare tale tematica, sia costretto a riparare in Emilia Romagna dove sembra, e glilo auguriamo di cuore, possa finalmente curarsi a carico del Sistema Sanitario Regionale, a differenza della sua regione di provenienza, l’Abruzzo che ha, in maniera del tutto inspiegabile, escluso la sua patologia, la sindrome fibromialgica, da quelle rimborsabili dalla Regione. Negli Stati Uniti ci sono pazienti che fuggono, che emigrano dal Texas o dal Kansas per andare in California o in Minnesota come da noi ci sono pazienti che scappano dall’Abruzzo o dal Piemonte per rifugiare in 12 Emilia, in Toscana o nelle Puglie. Tanti dei pazienti che ho interpellato al momento invece sono in Spagna, condannati all’esilio per potersi curare senza il costante timore della polizia. Vediamo di ascoltare il loro punto di vista. L’unico che dovrebbe essere preso sul serio nel delineare le politiche sanitarie del nostro paese. In Sicilia ad esempio, nessuno dei pazienti contattati può contare sulla somministrazione del farmaco con o senza rimborso. Nessuno sfugge al mercato nero che si impone con la potenza del crimine organizzato. Alessandro Raudino che soffre di sclerosi ed è presidente dell’associazione Cannabis cura Sicilia mi spiega: “ Ho la prescrizione, ma devo acquistarla in farmacia intorno ai 25 euro al grammo. Qui da noi abbiamo la stessa legge pugliese, ma il sevizio sanitario non la passa quindi per adesso mi rifornisco al mercato nero e sinceramente non sono per niente soddisfatto. Anche Davide Schiera con le problematiche causate dall’atassia di Friedrich, risponde in questo senso: “ Non ho prescrizione e se capita fumo con amici. Qualità di strada. Non è buona e naturale al 100 %”. Cambia la patologia ma non l’ingiustizia, Davide F. Con il glaucoma e con grandi difficoltà di vista conferma: “Al momento l'unico posto dove acquistare cannabis è sul mercato nero. Qualità? Fumo ottimo. L'erba costa troppo. Comunque sul mercato nero siamo e sul mercato nero restiamo. Cambiano le latitudini se ci spostiamo in Piemonte, ma non le problematiche. Mirella infatti riporta: “ Uso il Sativex, me lo prescrive il neurologo e me lo dispensa la farmacia ospedaliera. Sono soddisfatta, ma purtroppo essendo un estratto su base idro-alcolica, dopo molti anni di assunzione mi provoca fortissimi bruciori alla lingua e purtroppo il Bedrocan qui da noi è solo a pagamento ed io non posso permettermelo” Mirella ha una pre- scrizione, traguardo importante, ma ha sviluppato una certa intolleranza al Sativex e le infiorescenze del Bedrocan (importate dall’Olanda) non può permettersele. Quindi si accontenta con quel che può, con buona pace di ogni cura davvero mirata al suo benessere complessivo. Con la stessa patologia, la sclerosi, ma peggio di lei vive Enrico S. che si sfoga: “ Per me niente terapie, il Piemonte a febbraio ha votato la norma attuativa della legge Balduzzi, ma ancora niente cure. Per questo sto protestando rendendo pubblica la mia protesta pacifica attraverso il tag #FiglieconleFoglie. Io ho la prescrizione ma non ho la terapia gratuita, sono scoperto dalle terapie compassionevoli. Non ho diritto né al Bedrocan né al Bediol e quindi fino al mese scorso acquistavo mai meno di 480 grammi di "Bio erba di Canapa" presso "Assocanapa SRL". Anche Simone F. condivide la sua esperienza: “ Al momento non ho prescrizione e mi rivolgo al mercato nero, altrimenti non la utilizzerei. Era tanto che non mi rivolgevo più al mercato nero, ma a breve sarò costretto e se non sarà qualitativamente buona non la prenderò neanche in considerazione. Ora ho l'ultimo ciclo e verso i primi di dicembre dovrei raccogliere. Ho trovato due genetiche appropriate al mio caso: l’ Mk Ultra di TH seeds e la Critical Kush. Nel mio caso se associo mare alla cannabis allora il gioco è fatto, sto da dio. Infatti a livello neurologico sicuramente la Critical ha effetti ottimi, come sui disturbi di ipersensibilità dei mielolesi, mentre l'MK è un antidolorifico eccellente per me, praticamente se uso costantemente cannabis mi annulla il dolore. Se invece interrompo è un delirio, ad esempio quando venni ricoverato per 4 giorni in ospedale in reparto rianimazione era un casino: le contrazioni muscolari e i disturbi di ipersensibilità emergono subito ( in pratica è come se avessi delle scosse perennei) quando fumo almeno sono gestibili. E’ Simone un criminale? Per l’attuale legge la risposta è ancora sbalorditivamente positiva. C’è anche poi chi ha deciso di prendere il toro per le corna. In Italia si parla tanto di filantropia, di necessità dei malati, ma alla fine quando ci si riferisce alla cannabis come terapia si è capito che la strada è ancora lunga e che le vittime della persecuzione culturale saranno ancora molte. Quindi c’è chi come Simone e Roberta si sono rifugiati all’estero contro questa guerra che penalizza proprio uno dei segmenti più deboli della società, il malato. Simone soffre di cefalea a grappolo e Roberta di sindrome di Sjögren, ecco il loro lucido resoconto: “ Ci siamo trasferiti in Spagna, perché in Italia né io né mio marito siamo riusciti ad avere la prescrizione. Ora viviamo in Catalogna e abbiamo l'alternativa dei Cannabis Social Club che ci permettono di accedere alle marijuana. Sono proposte diverse qualità a secondo delle esigenze o patologie e il nostro tenore di vita è già decisamente migliorato grazie all’accesso costante al nostro farmaco. La testimonianza di questa coppia è decisiva perché ci spiega che è possibile andare in una direzione opposta a quella del monopolio italiano. I CSC producono una pianta che da loro ottimi benefici e finalmente la loro quotidianità si è trasformata dall’incubo di dover trovare la propria medicina con il rischio di essere arrestati, al sogno di fare una tessera e di riceverla secondo il loro bisogno e secondo la propria patologia. Non è fanstascienza sono i nostri vicini spagnoli. L’erba dei club va benissimo non deve essere per forza prodotta dai militari. Il controllo lo garantiscono pratiche di coltivazione che bisogna solo apprendere ( fertilizzanti biologici, attenzione a muffe e batteri) non c’è bisogno di chissa che tipo di strumentazione. La terza regione dalla quale prendiamo spunto, ma da questo punto di vista l’Italia è una costellazione di ingustizie, è la civilissima Toscana, dove però a dire dei pazienti intervistati non tutto funziona come dovrebbe. Ad esempio, Elena M. che soffre di morbo di Crohn mi confida: “ Non ho la prescrizione e trovo la cannabis al mercato nero. Per quel che riguarda la qualità sono soddisfatta, ma dubbiosa su come la coltivino e con che tipo di concimi utilizzino. Walter, invece, aretino che soffre di artride remautoide, aggiunge: “ Ho la prescizione del medico curante e trovo la cannabis all’ospedale. A livello qualitativo sono appena soddisfatto perché ci sono genetiche migliori per il mio caso, ciascuna malattia ha il suo strain, che forse cambia addirittura da persona a persona. Nel mio caso le indiche dominanti mi fanno meglio delle sative, ma come si dice lo scopriremo solo vivendo. ” L’ultima persona che mi spiega la sua situazione è Emanuele, empolese, anche lui emigrato/rifugiato in Spagna come molti nostri connazionali. La sua risposta è stringente, secca ed fortemente esplicativa: “ Non ho nessuna prescrizione, ma adesso sono in Spagna e coltivo la mia medicina senza la paura che si vive in Italia. Sono soddisfatto della mia medicina? Tantissimo. Veniamo quindi alla conclusione:da un lato i militari producono, sperimentano, compiono uno storico progetto pilota. Ma la cannabis non arriva nelle farmacie e dopo due anni le informazioni sulla produzione nazionale sono poche e incerte. Dall’altro lato i pazienti continuano una lotta privata, contro la malattia e contro chi impedisce loro di ricevere il trattamento nelle condizioni più favorevoli. Contro chi li reprime attraverso una legge antistorica e immorale. Decriminalizzare la coltivazione per scopo personale è l’unico passo avanti che chiediamo ai nostri rappresentanti. Tutto il resto è gioco politico, tutto il resto è speculare sulle vite altrui. 14 BANCHE DEI SEMI S.A.D.-S1 di Tommy Joao (cannabiscafe) LA SELEZIONE Acquistò quindi un pacchetto originale di semi, all’epoca davvero costosi. A tale proposito Manolo aggiunse: “I semi sono molto costosi, quindi non smettere mai di produrli in proprio. Peraltro, se riuscissi a individuare un esemplare eccellente, tanto di guadagnato. Durante la crescita, stacca da ciascun esemplare un paio di talee. Se, al momento della raccolta, ne individui uno che incontra particolarmente i tuoi gusti, conservalo per sempre”. Dopo aver ricevuto questi consigli, Miquel avviò la sua coltivazione in proprio. La Coppa Barraca de Maria LA SELEZIONE DEL CLONE BLACK DOMINA 98 Il clone élite Black Domina 98, altrimenti noto fra gli appassionati spagnoli del cannabis con il nome “La Barraquera”, trae origine in ambiente Sweet Seeds, prima della fondazione di questa banca dei H. Madera semi. Uno dei fondatori, Manolo, ci racconta com’è avvenuta la sua selezione. Manolo gestiva un famoso rock bar, il “Gabba Gabba”, a Valenza, dove si riunivano i rockettari locali ed un gruppo di collezionisti di genotipi di punk aveva il pallino per band musicali quali i Ramones, The Misfits e The Cramps. Un componente di questa coppia, Miquel un giorno raccontò a chiara fama e di utilizzare semi adatti alla coltura interna. All’epoca le uniche banche famose erano olandesi. Il gestore del bar tirò quindi fuori un QUESTO CLONE, SELEZIONATO NEL 1998, SI DIFFUSE IN SEGUITO CON IL NOME DI BLACK DOMINA ’98 cannabis. Fra gli avventori del bar vi erano anche alcuni fumatori di hashish, che coltivavano cannabis occasionalmente basandosi sulle caratteristiche delle varietà consumate dai collezionisti. Una coppia di rocker Manolo di voler cominciare a coltivare cannabis in proprio e gli chiese consigli per avere successo nella sua prima esperienza di coltivazione indoor. Innanzi tutto, Manolo si raccomandò di scegliere una banca dei semi di catalogo di Sensi Seeds che conservava sotto il bancone. Per i suoi gusti di punk rock, Miquel fu attratto dal nome ‘Black Domina’: gli faceva pensare a una dominatrice nera con tanto di stivali di pelle e frustino. Un bel giorno, racconta sempre Manolo, accadde ciò che non avrebbe mai più dimenticato: “Sono al bar e sento all’improvviso una ventata d’erba d’eccellente qualità. Mi volto, per capire da dove provenisse questo aroma fantastico. Il mio bar era bello grande e Miquel, seduto a circa 10 m da me, fumava al bancone. Gli chiedo: “Ma quest’erba che stai fumando, con questo stupendo profumo, che cos’è?”. Mi risponde che si tratta di Black Domina, una pianta che ha appena raccolto ed essiccato. Gli chiedo se ha conservato qualche talea e mi risponde di sì. Quindi me ne porta 4 cloni, che dice di avere particolarmente apprezzato. Di questi quattro ne riseleziono uno, decisamente superiore rispetto ai fratelli; questa pianta è oggi nota con il nome di Black Domina ’98. “All’epoca non era poi così facile selezionare una madre di questo livello. Il più delle volte, quando si cerca qualcosa non si trova mai. Ebbene non bisogna cercare! Ci si può solo “imbattere” in piante buone; non si sa quando né dove questo accadrà ma, prima o poi, incontri sul tuo cammino una genetica eccellente e non te ne vuoi più separare”. Questo clone, selezionato nel 1998, si diffuse in seguito con il nome di Black Domina ’98. A detta di Manolo: “Il nome potrebbe derivare da vecchie foto di madri bonsai che avevo caricato su alcuni siti di cannabis: avevo scritto 98 sulle loro etichette; infatti ero solito specificare l’anno di produzione della madre per tenere traccia dell’età. Cominciai quindi a distribuire talee fra i collezionisti, con cui normalmente scambiavo genotipi. Morale della favola, queste 15 piante finirono nei grow shop valenzani. Siamo collezionisti di genotipi; scambiare genetica è la nostra passione. All’epoca non puntavamo a raggiungere tutti i consumatori, volevamo semplicemente scambiare piante fra noi affinché i migliori genotipi non andassero persi. Questo clone si diffuse rapidamente in tutta Valenza e dintorni e, sin dall’inizio, fece letteralmente impazzire i cannabicoltori: nel 2003 vinse il premio della giuria popolare in occasione della Coppa dell’associazione valenzana più importante, “La Barraca de María” – per questo motivo gli fu attribuito il nomignolo “La Barraquera”. La sua reputazione poi continuò a crescere, prima al livello nazionale; poi, quando molte banche dei semi come la nostra cominciarono ad utilizzarlo per produrre semi di questo tipo, diventò noto in tutto il mondo”. COME TROVARE IL PROPRIO “CLONE ÉLITE” Conclusa la sua storia sulla scoperta di Black Domina, Manolo aggiunge: “Oggi sono un venditore di semi, ma sono anche un collezionista di genotipi. Per questo motivo vorrei incoraggiare tutti i coltivatori a trovare il proprio genotipo preferito, a collezionarlo sotto forma di clone: ognuno di loro è in grado di scoprire cloni élite straordinari, non è poi 3 SEMI €27 La madre bonsai di Black Domina così difficile. Chiunque, con un po’ di curiosità per le nuove genetiche e sufficiente discernimento sulle varietà di proprio gradimento, può incontrare sul proprio percorso dei cloni élite, piante da cui non vorrà mai più separarsi. Questa è la mia definizione di clone élite”. “Nulla è impossibile. Gran parte dei coltivatori non sono in grado di scoprire cloni élite perché nemmeno si sforzano di farlo. Oggi esiste sul mercato un’ampia varietà di cloni prese- 3 SEMI €30 lezionati, e allora si accontentano di quello che c’è. Se invece si sforzassero di cercarne altri, il pool genetico, e la cannabis in generale, ne beneficerebbero. Spesso si ritiene questa ricerca appannaggio delle banche dei semi. Vi posso però assicurare che molte delle mie varietà preferite le ho scoperte nei primi anni della mia esperienza di cannabicoltore: da allora ho sempre conservato quelle che più mi piacciono”. In quanto alla differenza fra selezione di piante regolari e selezione di varie- 3 SEMI €25,50 tà femminizzate, Manolo ci assicura che non sussiste: “Dire che si possono fare selezioni di qualità solo a partire da cloni élite di piante regolari è puro talebanismo: equivale a dire che qualsiasi novità è sbagliata. Un clone élite è una pianta di cui non possiamo più fare a meno, che sia regolare o femminizzata. Una femmina femminizzata è geneticamente identica ad una regolare: posso dirlo non solo in base alle mie conoscenze di genetica, ma anche per l’esperienza che ho accumulato nel corso degli anni. Per creare nuove varietà ho conservato ed utilizzato cloni élite creati con semi femminizzati o regolari, senza distinzione, riscontrando un comportamento identico perché non vi è differenza genetica fra questi due tipi di femmine. Ad esempio, Blue Monster, da cui derivano le qualità di Cream Caramel, è una femminizzata risultante dall’incrocio di Black Domina ’98 con una selezione di Blueberry del 1999. Abbiamo conservato questa Blue Monster per diversi anni e l’abbiamo utilizzata sia in Cream Caramel che nella sua versione auto-fiorente. È un vero e proprio clone élite. Che si debba procedere a selezioni solo a partire da piante femminizzate è una balla!” CARATTERISTICHE Non c’è dubbio che Sensi Seeds abbia usato una genetica “afghani” per crea- 16 re questa varietà. Il clone ’98 è facile da coltivare, resistente, ha una resa medio-alta ed un forte e piacevole aroma muschiato. La sua distanza internodale è molto corta, con bud centrali prominenti e rami laterali corti e solidi. I bud sono senz’altro di buona qualità, densi ed altamente resinosi. È un’Indica tipica, ben adatta alla coltivazione interna. Tuttavia anche all’esterno si rivelerà una vera “bes- zione di Sweet Afgani Delicious S1® (varietà SWS02). Il processo di ‘selfing’ è normalmente molto efficace con varietà omogenee, altrimenti ci sarebbe troppa variabilità nella discendenza. L’omogeneità di S.A.D.-S1 dimostra che Black Domina ’98, da cui ha mosso i passi la banca dei semi, è un genotipo ben stabilizzato. Sweet Seeds ha inoltre utilizzato Black Jack® (SWS01), una selezione cui Black Domina ha conferito le sue qualità attraverso il clone élite Blue Monster. Black Domina contribuisce inoltre al patrimonio genetico di Moham Ram® (SWS09), incrocio di una SAD-S1 con una White Widow, che presenta toni floreali, rapida fioritura e crescita rigogliosa. Black Domina è stata anche utilizzata in diverse auto-fiorenti di Sweet Seeds, quali Moham Ram Auto® (SWS32), Cream Caramel Auto® (SWS22), S.A.D. Auto® (SWS24), Black Bud della S.A.D.-S1 di Dracworlf (cannabiscafe) …È FACILE DA COLTIVARE, RESISTENTE, HA UNA RESA MEDIO-ALTA ED UN FORTE E PIACEVOLE AROMA MUSCHIATO tia” ricca di resina. Pur essendo molto resinosa, la principale caratteristica per cui si è deciso di selezionare il di Jack Herer incrociata con Black Domina ’98. Questa pianta è una F1, sono state cioè incrociate due varie- Jack Auto® (SWS21) e Blow Mind Auto® (SWS57), con ulteriori retro-incroci finalizzati a fissarne le caratteristiche. S.A.D.-S1 di Erpicota (cannabiscafe) Inversione di sesso nella Black Domina Semi della S.A.D.-S1 in formazione S.A.D. di Cuco (cannabiscafe) S.A.D.-S1, foto tratta dal catalogo tà differenti, in modo da ottenere un vigore ibrido molto più elevato rispetto a quello di SAD-S1. Il dolcissimo aroma ereditato dalla Domina esalta il fondo dolce di questo incrocio che assume, durante la crescita, un aspetto colonniforme, con bud densi e una breve distanza internodale, mentre Jack Herer le conferisce un aroma incensato con note citriche, rami laterali più grandi e una più elevata produzione floreale. Oltre a Sweet Seeds (prima banca a vendere le discendenti di questa straordinaria selezione di Black Domina), molte altre banche dei semi utilizzano attualmente questa varietà, in quanto le sue incredibili qualità permettono di annoverarla fra i cloni più diffusi dell’universo iberico del miglioramento vegetale. Alcuni esempi includono Sugar Black Rose di Delicious Seeds, Black Dream di Eva Seeds, Anesthesia di Pyramid Seeds, La Moreneta di Pepita Seeds, Karibeña di Kannabia Seeds, Black Dance di Reggae Seeds e Royal Domina di Royal Queen Seeds. S.A.D.-S1 matura clone ‘98 è il suo profumo intenso, davvero degno di nota. DISCENDENZA Questo clone élite è una pianta dalle caratteristiche molto personali, tale da essere considerata un esemplare perfetto di Indica. Per questo motivo, Sweet Seeds ha voluto testarla mediante un auto-impollinazione ‘S1’, cioè un’auto impollinazione con discendenza di prima generazione, allo scopo di evitare l’introduzione di genetiche estranee, che ne avrebbero diluito le proprietà caratteristiche. Da ciò si è ottenuta la S.A.D.-S1, abbrevia- Un’altra importante varietà con genetica Black Domina è Cream Caramel® (SWS04), fra le più premiate varietà della scena cannabica spagnola, a S.A.D.-S1 di Jazzman (cannabiscafe) S.A.D.-S1 di Dracworlf (cannabiscafe) Tricomi di Sweet Afgani Delicious S1 (2) 18 COLTIVAZIONE INDOOR Due Hollands Hope molto diverse. SELEZIONE E MANUTENZIONE DELLE PIANTE MADRI Qualsiasi pianta può essere usata come madre. Mediante la riproduzione asessuata otterremo talee identiche alla stessa, con le stesse qualità e gli stessi difetti. L’ideale è dunque selezionare l’esemplare che rappresenta al meglio le caratteristiche che vogliamo ottenere. Questo non richiede un lavoro extra nella coltura, ma solo un po’ di tempo, prendere appunti e osservare un po’ di più ogni pianta. La ricompensa sarà una coltura più omogenea e un raccolto più abbondante e saporito. Anche se della stessa varietà, ogni pianta è unica e ha le sue caratteristiche distintive. Alcune banche di semi dispongono di varietà i cui esemplari sono piuttosto simili fra di loro, sia a livello di periodo di crescita che di fioritura, ma anche a livello di raccolto e qualità dell’erba. In altre banche, lo sviluppo delle piante è completamente diverso. Selezionando le piante migliori come madri per la riproduzione, non solo conosceremo di più le nostre piante, ma riusciremo anche a preservare i tratti e le sfumature che vogliamo ottenere in maniera costante. I cloni che otterremo da queste piante saranno geneticamente uguali. Saranno tutti femmina se lo è la madre. Potremo conservare l’esemplare con più sapore, la pianta con la produzione più elevata o quella che porti a termini la fioritura prima. Per conservare le madri in buono stato per il tempo necessario è fondamentale fare anche alcuni piccoli lavori di manutenzione, perché massimizzeremo la produzione di cloni TricomaTeam ([email protected]) piante hanno almeno due mesi di età. Dovremo segnare i cloni con lo stesso numero o lettera della progenitrice. Le talee verranno fatte radicare e successivamente verranno fatte crescere mentre termina il ciclo di vita dei semi e vengono selezionati i migliori. Durante la fioritura dovremo inoltre prendere nota delle dimensioni finali della pianta, che non presentino segni di ermafroditismo e delle settimane che ci hanno messo a maturare le cime. Se un parassita o una muffa ha attaccato le piante, dobbiamo prenderne nota, perché alcune delle varietà più squisite del mercato producono fiori enormi che sono troppo sensibili alle muffe e si possono evitare o minimizzare i danni selezionando un esemplare più resistente. Una volta che l’erba si è fatta essiccare, si calcolerà anche il suo peso e si farà una delle prove più importanti. È qui che sapremo se la nostra erba vale e quale delle piante è più intensa e potente. Al momento di provarla e usando le annotazioni prese in precedenza, potremo decidere quali esemplari rimarranno nella coltivazione e quali no. Si può prelevare una talea con una certa frequenza in alcune varietà senza perdere qualità. È il modo più rapido per ottenere le nostre madri desiderate, anche se l’ideale sarebbe far fiorire le talee e tenere come madre il seme originario. Se dovete fare molte talee in ogni raccolto, può essere interessante anche prendere nota della velocità ed eviteremo che fioriscano o, nel peggiore dei casi, muoiano. Selezione I tratti che normalmente sono tenuti in maggior considerazione nella selezione sono sapore, produzione, velocità di fioritura, resistenza ai parassiti e alle muffe, facilità di coltivazione, tempo di cura e dimensioni. Una volta scelta la varietà, dobbiamo determinare le caratteristiche che vogliamo preservare. Maggiore è il numero di semi germinati, più saranno le nostre possibilità di trovare la nostra madre perfetta. Dovremo prendere nota dal momento in cui seminiamo. Se un seme ci mette tanto a germogliare o si ammala, può essere che abbia problemi per il resto della sua vita. Durante la crescita prenderemo nota del vigore generale delle piante, delle sue dimensioni, della distanza internodale e del colore delle foglie. È nella fase vegetativa che dobbiamo ottenere le talee, almeno due per esemplare, per sicurezza e se possibile, quando le Madre de Diesel. 19 nutriente molto importante per lo sviluppo delle piante e che, con il passare del tempo, dovremo aggiungere in piccole quantità all’acqua d’irrigazione. La quantità di nutrienti nell’acqua d’irrigazione non deve essere alta, ma non dobbiamo trascurarla in nessun momento. Il pH deve essere fra 6 e 6,5 e l’EC fra 1 e 1,2. Nel prelevare le talee bisogna ridurre, i Ogni tanto conviene potare le radici e la frequenza di questa procedura è determinata dalle dimensioni del vaso. Questo processo ritarda la crescita di alcuni giorni, ma è fondamentale perché la pianta non occupi tutto il vaso e fiorisca o non si atrofizzi. Per evitare malattie e muffe alle radici conviene aggiungere micorrize al substrato. Si consiglia anche SI POSSONO EVITARE O MINIMIZZARE I DANNI SELEZIONANDO UN ESEMPLARE PIÙ RESISTENTE Future madri possibili. di radicamento delle talee e della loro facilità di crescita dopo questa fase così stressante. Manutenzione Con alcuni passi piuttosto semplici avremo piante sane che ci forniranno migliaia di cloni per il tempo desiderato. La terra e il vaso che useremo determineranno ampiamente il numero di talee che potrà produrre e il tempo in cui una pianta potrà sopravvivere. Come sempre, più vasi significano più piante, per cui cercheremo di usare un buon vaso con un buon substrato ricco di nutrienti, soprattutto azoto, giorni precedenti, la quantità di sali accumulati per agevolare il processo di radicamento. L’illuminazione delle madri dovrà durare fra 18 e 24 ore e sarà sufficiente illuminarle con fonti a basso consumo da 105, 200 o 250 w. Con delle lampadine al sodio la crescita e la produzione di talee sarà superiore. di usare un insetticida e fungicida come misure preventive per proteggere la pianta da muffe e parassiti. Alcuni dei prodotti più consigliati come misure preventive sono l’olio di neem e la coda di cavallo. Con questi controlli, le nostre piante saranno sempre sane e vigorose e conserveranno tutte le sfumature e le proprietà che abbiamo selezionato. Wilma’s Lawn & Garden® Fai brillare le tue piante! Il terreno giusto e il corretto nutrimento sono essenziali se vuoi godere a pieno delle tue piante e del tuo giardino. Per questo, consigliamo i nuovi substrati innovativi Cocolite. Questi mezzi di crescita professionali sono approvati dal RHP e sono composti da graniglia GLFRFFRðEUHGLFRFFRSH]]LGLFRFFRHSHUOLWH6RQRLOPL[LGHDOHSHUODFROWLYD]LRQHGL IUXWWDðRULYHUGXUHHSLDQWHGRPHVWLFKH,&RFROLWHVKDQQRXQâDOWDFDSDFLW¿SHUOâDULDSHU DVVLFXUDUHXQDJUDQGHIRUQLWXUDGLRVVLJHQRDOOHUDGLFLHODGLVWULEX]LRQHLGHDOHGHOOâDFTXD SHU PLJOLRUDUH OâDVVRUELPHQWR GHOOâDFTXD QHOOH UDGLFL ,O &RFROLWH Ñ SHUIHWWR SHU OâLQQDτDWXUDPDQXDOHHLO&RFROLWHÑSHUIHWWRSHULPHWRGLDXWRPDWLFLGLFUHVFLWD B U S I N E S S .W I L M A S L A W N A N D G A R D E N . C O M / I T COLTIVA CON JORGE CERVANTES 21 RUGGINE DELLA CANAPA E ACARI TARSONEMIDI Gli acari tarsonemidi e la ruggine dalla canapa sono una minaccia relativamente nuova per le coltivazioni. Hanno cominciato a fare la loro comparsa alcuni anni fa e ora questi piccoli acari stanno diventando un problema diffuso in molte, molte coltivazioni: indoor, outdoor e serre. Tarsonemi del ciclamino Minaccia per la coltura: da bassa ad alta Nomi: Acaro, acaro giallo del tiglio, acaro argenteo, acaro tropicale, acaro peperoncino, acaro bianco, acaro delle foglie, tarsonema del ciclamino, Stenotarsonemus pallidus Fra le specie che attaccano la cannabis figurano: Polyphagotarsonemus latus, specie Acari Nomi: Acaro, acaro giallo del tiglio, acaro argenteo, acaro tropicale, acaro peperoncino, acaro bianco, acaro delle foglie, tarsonema del ciclamino (Stenotarsonemus pallidus) Fra le specie che attaccano la cannabis figurano: Polyphagotarsonemus latus, specie Acari Gli acari tarsonemidi (Polyphagotarsonemus latus) e i tarsonemi del ciclamino (Stenotarsonemus pallidus) hanno un ciclo vitale e provocano danni molto simili, ecco perché vengono trattati insieme in questa sezione. Prima di tutto vengono caratterizzati e poi vengono riassunti sintomi e misure di controllo. Gli acari tarsonemidi e i tarsonemi del ciclamino vivono e si alimentano di molte piante, fra cui la cannabis. Migrano verso le foglie più basse e infestano rapidamente le piante. I sintomi possono essere facilmente confusi con una carenza di azoto. Non fanno ragnatele. Minaccia per la coltura: da bassa ad alta Individuare gli acari tarsonemidi: Gli acari adulti aggressivi sono microscopici, lunghi circa 0,1 mm e hanno otto zampe. Le larve hanno sei zampe e sono affamati alla schiusa delle uova. Hanno una dimensione di meno della metà del ragno rosso. Le ninfe dal corpo morbido si muovono rapidamente. Il colore è Questa foglia mostra segni di grave infestazione di ruggine della canapa. bianco semitrasparente, giallognolo e di altri toni di colore. Gli acari tarsonemidi si riproducono in modo più prolifico a temperature comprese fra i 21,1ºC e i 26,7ºC. Le lunghe uova (0,08 mm) hanno una serie di circa 30 protuberanze biancastre, forma ovale con una superficie circolare fuoriuscente e si attaccano con forza alle foglie. L’adulto ha una fascia dorsale scura. Ogni femmina può produrre da 40 a 50 uova in tutta la vita. Si schiudono in due-tre giorni, con fame. Dopo aver mangiato due-tre giorni, iniziano la fase di pupa per diventare adulte. Individuare i tarsonemi del ciclamino: Lunghi meno di 0,2 mm, questi acari dall’aspetto ceroso hanno quattro coppie di zampe e sono incolori, verdi o brunastri. I tarsonemi del ciclamino hanno molte caratteristiche in comune con gli acari tarsonemidi. I tarsonemi del ciclamino maschio hanno un artiglio molto forte alla fine di ogni quarta zampa. Questi acari evitano la luce e preferiscono le temperature molto umide e fresche (15,6ºC). Si nascondono nelle cime, sotto le foglie e in altre aree protette del fogliame. Le uova sono lisce e si schiudono in circa 11 giorni se deposte in luoghi bui e umidi. Danni: Gli acari secernono un regolatore della crescita della pianta o tossina, quando si alimentano. E alcuni acari possono causare numerosi danni in poco tempo! I danni derivanti dall’alimentazione degli stessi deformano e distorcono le giovani cime e foglie. Le punte delle foglie possono arricciarsi e intere foglie possono ripiegarsi, incresparsi, accartocciarsi, diventare friabili ed essere sfregiate. Gli internodi si accorciano, le punte in crescita non si sviluppano abbastanza e la crescita generale è sottosviluppata. Le nuove parti possono annerire e morire. I danni sono simili a quelli degli erbicidi e possono anche essere confusi con malattie virali, carenze di micronutrienti o ferite da erbicidi. I danni possono fare la loro comparsa settimane dopo che gli acari sono stati controllati. I danni di solito non vengono rilevati finché non arrivano a un certo punto. Le foglie danneggiate non si riprenderanno. Ci vorrà un microscopio per rilevare gli acari, perché una lente d’ingrandimento tradizionale non è sufficientemente potente per vederli. Causa: Gli acari microscopici o microacari riescono a coprire brevi distanze e sono dispersi per lunghe distanze dal vento o attaccandosi agli esseri umani, agli utensili o a insetti alati (afidi, mosche bianche, ecc.) e facendosi dare un passaggio. Gli acari maschio traportano le uova sulle foglie nuove. Migrano sulla cannabis da molte piante, per esempio ma non esclusivamente, da piante domestiche, violetta africana, ciclamino, begonia, bocca di leone, impatiens, margherita ger- 22 Questi microscopici acari della ruggine della canapa (Aculops cannabicola) hanno infestato le piante di Cannabis in una serra ben protetta dell’Università dell’Indiana. bera, fucsia, margherita, azalea, edera, camelia, gelsomino, lantana, calendula, uva e ortaggi ospite, come barbabietola, fagiolo, cetriolo, melanzana, peperone, patata e pomodoro. Gli acari sono diffusi anche come parassiti nelle serre di alcune colture. Prevenzione: I tarsonemi del ciclamino non sopportano le temperature al di sopra dei 33,3ºC, ma il ragnetto sì. Se si riduce l’umidità al 30%, non riescono a svilupparsi diventando adulti, ma le condizioni nella maggior parte delle colture sono perfette perché i ragnetti proliferino. Non permettete agli acari tarsonemidi di entrare nella stanza di coltura o nella serra. È più difficile fare prevenzione con questi acari e si moltiplicano con il caldo. Utilizzate substrati certificati senza pesticidi. Tenete l’area di coltura ben pulita. Indossate indumenti e calzature pulite nella stanza di coltura e nella serra. Non mettete piante ornamentali o alimentari che attirano i tarsonemi del ciclamino e gli acari tarsonemidi. È importante eliminare gli acari tarsonemidi prima della fioritura perché le piante non riescono a riprendersi se entrano in fioritura con danni provocati dagli stessi. Controllo biologico: Alcuni acari predatori locali controllano alcune aree in modo efficiente. Due nemici naturali, Euseius stipulatus e Typhlodromus ovalis, vengono attualmente valutati come agenti biologici per controllare questi acari. L’Amblyseius californicus mangia i ragnetti rossi e gli acari tarsonemidi Polyphagotarsonemus latus. Se non c’è alimento per i predatori, se ne vanno o muoiono. L’Amblyseius californicus può anche mangiare polline per rimanere in vita. Fragola (Ricinus communis L.) e margaritas (genebra) sono alcuni degli alimenti con polline. Spray: Gli acari tarsonemidi e i tarsonemi del ciclamino non sono suscettibili ad alcuni composti di dinitrofenolo e piretroidi sintetici. Immergere completamente le piante in un bagno acaricida è estremamente efficace per trattare le piccole piante. Fenbutatin, diazinone e dicofol (Kelthane) sono sostanze chimiche molto forti che sconsiglio, ma che si sono dimostrate efficaci per controllare gli acari. Ruggine della canapa Minaccia per la coltura: da bassa ad alta Nomi: ruggine della canapa, acari Fra le specie di ruggine della canapa che attaccano figurano: Aculops cannabicola Individuare: La ruggine della canapa non è conosciuta, ma questo spaventoso parassita sta diventando sempre più famoso perché è difficilissimo da tenere sotto controllo. Gli acari sono molto piccoli, lunghi solo 0,2 mm e hanno solo due paia di zampe attaccate al corpicino color beige pallido. Anche se la ruggine della canapa è praticamente impossibile da vedere a occhio nudo, la si può distinguere da altri acari distruttivi perché non lascia ragnatele. A 27ºC, la ruggine della Questa fotografia di Karl Hilling li ritrae sul peziolo di una foglia largo circa 2 mm. canapa raggiunge un ciclo di vita di 30 giorni. Danni: Si alimenta di tutti i tipi di pianta di cannabis. Vive e si alimenta soprattutto di foglie, pezioli e meristemi. I danni dovuti a questo si evidenziano nell’arricciarsi delle foglie sulle punte, seguito da clorosi e necrosi. Le foglie e i pezioli diventano fragili. Le infestazioni fanno diventare le foglie di colore beige a causa dei corpi di questi acari! Questi acari si alimentano di stigmi femmina, rendendoli sterili. Consumano anche ghiandole di resina che possono ridurre notevolmente la produzione di resina. La ruggine della canapa si alimenta delle piante di cannabis finché l’ospite non è morto. Questi acari si riuniscono nella parte superiore della pianta quando muore. La ruggine della canapa trasmette anche virus. Causa: S’introduce nelle coltivazioni a causa di pratiche poco igieniche, di stock contaminati e anche per sfortuna. Gli acari della ruggine della canapa si nascondono sulle piante indoor e in serra. Si ritiene svernino su semi contaminati indoor e outdoor. I minuscoli acari si diffondono facilmente alle piante circostanti attraverso le gocce d’acqua. Anche il vento può trasportarli molto lontano. Prevenzione: Tenete pulita e disinfettata l’area di coltura. Introducete solo stock privo di parassiti nella coltivazione. Disinfettate i semi. Tenete la coltura a una temperatura inferiore ai 21ºC e un’umidità del 50% per rallentare il processo riproduttivo. Eliminate le foglie e le piante fortemente danneggiate dalla coltura. Controllo biologico: La muffa Hirsutella thompsonii è un patogeno degli acari della ruggine della canapa, ma non l’ho mai trovato in commercio. Spray: Gli acaricidi e gli spray allo zolfo sono piuttosto efficaci. Assicuratevi di nebulizzare sulle foglie completamente. Questo brano è tratto dal capitolo 24, “Diseases & Pests” della Cannabis Encyclopedia (596 pagine, oltre 2.000 immagini a colori, formato A4) di Jorge Cervantes, disponibile ovunque in inglese. L’edizione spagnola sarà disponibile a gennaio 2017. Per maggiori informazioni, visitate il sito di Jorge, www.marijuanagrowing.com. 24 BANCHE DEI SEMI INDUSTRIAL PLANT DIMENTICHERAI CHE IL TEMPO PASSA Bud enormi, densi e appiccicosi, ricchi di resina, un periodo di fioritura relativamente breve e una dimensione media rendono questa varietà una delle preferite dei coltivatori che operano in interno, per la sua resa abbondante e di qualità. TricomaTeam ([email protected]) Anche questa volta la banca Dinafem non delude, grazie a un altro fantastico incrocio derivante da una Afghani e una Thai: pianta di dimensione media, estremamente facile da coltivare, con distanza internodale contenuta, pochi rami e stelo centrale pronunciato. Durante la formazione dei fiori, la sua grandezza si raddoppia, andando così ad aumentare ulteriormente lo spazio libero fra rami laterali e stelo centrale. È stata selezionata espressamente per coltivazioni all’intero con illuminazione artificiale e produce una resa abbondante dopo una fioritura estremamente breve. Il rapporto Sativa/Indica è di 50/50. Almeno due o tre fenotipi diversi possono distinguersi in una stessa coltura, con nette differenze in termini di colore, quantità di pistilli e odore, nonché nella colorazione finale dell’erba dopo l’essiccazione. I tratti dell’Indica sono visibili tanto nella grande quantità di palline dense di resina che si formano lungo tutti i rami, quanto nello straordinario bud centrale. Il suo gusto ed i suoi effetti sono abbastanza simili a quelli di un’Afghani, ma gran parte delle influenze derivano dalla sua genitrice Thai. Fresca e dolce al palato, si distingue per il gusto di limone e spezie. L’effetto è equilibrato fra mente e corpo, senza alcuna prevalenza di questi due universi. È pertanto ideale per il rilassamento. È anche fra le varietà più rapide e produttive presenti sul mercato. All’interno impiega solo dalle sette alle otto settimane per giungere a maturazione. All’esterno può essere raccolta dalla fine di settembre all’inizio di ottobre. La resa all’interno è di circa 625 g/m2, mentre all’esterno supera un chilo per pianta, in condizioni ottimali. Il basso rapporto foglie-bud facilita la potatura e riduce il tempo impiegato nella cura della pianta, rispetto ad altre varietà che richiedono maggiore attenzione. Industrial Plant è particolarmente adatta ai cannabicoltori commerciali, che puntano a rese elevate, senza però sacrificare la qualità. L’unico problema sta nel fatto che è piuttosto sensibile alla botrite. In un ambiente particolarmente umido può essere attaccata dai funghi, data la grande dimensione dei bud e la sua bassa resistenza a simili attacchi. In ambienti esterni, per evitare problemi ed ottenere i migliori risultati, si raccomanda di coltivarla in climi temperati o caldi. Coltivazione Come tutte le altre piante Dinafem finora da noi degustate, tutti i semi di Industrial Plant da noi germinati hanno germogliato entro uno o due giorni senza problemi. La crescita di questa varietà è uniforme e la quantità di rami secondari e di bud nuovi è costante. Non richiede una grande quantità di nutrienti, né nella fase vegetativa, né durante la fioritura; è una pianta piuttosto forte e robusta. Data la brevità del periodo di fioritura, bisogna evitare l’insorgenza di qualsiasi tipo di problema giacché non si avrà il tempo sufficiente per rimediarvi. Alla comparsa della prima radice, la pianta dev’essere trapiantata in un sostrato di terriccio. Entro un breve lasso di tempo, dopo la crescita in vasi di poco meno di un litro, è opportuno travasarla in vasi di maggiore capienza, almeno di sette litri. I vasi finali in cui abbiamo coltivato questa varietà avevano una capacità di 18 litri, con differenze significative nel peso finale di ciascun esemplare. Nelle prime due settimane della sua fase vegetativa, è necessario procedere a due applicazioni successive di stimolatore di radici. Nelle due o tre settimane successive, si dovrà applicare, per una o due volte, uno stimolatore della crescita. Per contro, se il sostrato di terriccio usato è abbastanza ricco di nutrienti, la pianta non avrà bisogno di ulteriori nutrimenti. Dopo poco meno di un mese, previo taglio di un certo numero di talee finalizzate alla selezione di una madre, abbiamo provocato la fioritura delle piante. I cloni ricavati dai vari semi di Industrial Plant hanno radicato rapidamente, senza peraltro perdere Un bud ricco di resina. vigore. Si tenga presente che se si prelevano talee, le stesse sono generalmente idonee, ma la quantità di cloni che una madre Industrial Plant è in grado di produrre è solitamente inferiore rispetto a quella di altre varietà. possiamo dire che la spuntatura dei fiori si è rivelata fra le più facili. Abbiamo individuato diversi fenotipi, all’interno dei quali, tutti gli esemplari erano omogenei, di conseguenza, non abbiamo potuto orientare la nostra scelta su una madre specifica. Variando il fotoperiodo,la pianta smette immediatamente di crescere e la distanza internodale si accorcia. Presto saranno visibili i primi pistilli, che aumenteranno in numero e dimensione. Una piccola dose di stimolatore di fioritura, applicato circa a metà di questa fase, aumenterà la produzione e quantità di tricomi. Dopo alcune La resa rappresenta la caratteristica più importante di questa pianta, con esemplari di peso minimo pari a 25 g, cresciuti in vasi da sette litri, fino ad arrivare ad 80 g in vasi da diciotto litri. Dopo le operazioni di essiccatura e pesatura, non resta che degustare l’erba. La pianta presenta un aroma e gusto leggeri con retrogusto agrumato e note speziate che ricordano l’hashish. La grande quantità di tricomi che ricoprono i bud rendono questa pianta particolarmente adatta a produrre ogni tipo di estratto. L’effetto non è troppo forte, ma piacevole e abbastanza durevole; produce anche un gradevole senso di rilassamento cerebrale e corporale ed è quindi perfetta per alleviare corpo e mente. A metà della fioritura. settimane i bud saranno durissimi e coperti di cristalli di THC scintillanti. Nel nostro caso, alla maturazione dei fiori, li abbiamo potati e trasportati nella zona di essicazione. La rimozione dei sali, effettuata dodici o quindici giorni prima della raccolta, permetterà di ottenere un’erba dal gusto e colore altamente apprezzabili. A memoria Un bud laterale. Cogollo lateral QUIZ SOFT SECRETS GROW QUIZ Di Stoney Tark, illustrazioni di Jim Stewart 25 7) Quali sono i due nomi con cui viene chiamato comunemente il fungo Botrite? 14) Durante la fase vegetativa, qual è l’umidità relativa corretta della stanza di coltura? A. B. C. D. A. B. C. D. Oidio e bruciatura delle punte Muffa grigia e imputridimento delle cime Afidi e muffa Muffa e tripidi 8) Un coltivatore può unire nutrienti organici diversi in un sistema idroponico? 15) Qual è il nome del fungo bianco polveroso che cresce sulle foglie? A. Sì, continuando a pulire i tubi bloccati B. No, poiché la dimensione dei minerali chelati non è adatta alle piante in acquacoltura C. Forse, dato che la radice delle piante assorbirà comunque i nutrienti D. Sì, ma i nutrienti idroponici vanno mischiati controllando l’EC A. B. C. D. 2) La potatura ad aria porterà le radici a: 9) Se avete una pompa ad aria compressa e create batteri, che tipo di batteri state producendo? A. B. C. D. A. B. C. D. A. B. C. D. 1) Come si chiama la tecnica che utilizza un filtro attraverso cui crescono le piante? A. B. C. D. SOG LST SCROG THC Morire Creare nuove radici Clonare le radici Rendere più stabili le radici 3) Cosa significa LST? A. B. C. D. Level Strain Tactic Low Stress Technique Long Stem Trimming Large Sativa Terpenes 4) È possibile prendere cloni dalle piante autofiorenti? A. B. C. D. Sì, assolutamente No, perché non staranno in fase vegetativa No, per le dimensioni troppo limitate Sì, ma solo indoor 5) Come viene chiamata la pianta utilizzata come fonte dei cloni? A. B. C. D. Pianta padre Pianta rivegetata Pianta madre Clone F1 6) Durante la fioritura, quale dovrebbe essere l’umidità relativa nella stanza di coltura? A. B. C. D. 30%-40% 10%-20% 90-100% Al di sotto del 10% Aerobici Anaerobici Compost di tè Estratto ad acqua fredda 10) Quando si prendono cloni, a che temperatura dovrebbe essere il propagatore una volta che i cloni vi sono contenuti? A. B. C. D. 10 gradi centigradi 29 gradi centigradi 24 gradi centigradi 18 gradi centigradi 11) Quando essiccate la cannabis, quale dovrebbe essere l’umidità relativa della stanza di essiccatura? A. B. C. D. 50% 75% 30% 0% 12) Come viene chiamato l’ormone responsabile della dominanza apicale? A. B. C. D. Auxina Gibberellina Etilene Tiamina 13) Perché è consigliabile riparare i nutrienti dalla luce diretta? A. B. C. D. Per evitare che si formino alghe sulla superficie Per non far entrare gli insetti Per accelerare il rilascio alle radici delle piante Perché le radici muoiono sotto la luce Meno del 15% 70% Più del 90% 30%-50% Imputridimento delle cime Oidio Infestazione da acari Muffa bianca 16) Cosa significa O.G. quando si parla di O.G. Kush? Original Gangsta Ocean Grown Original Government Official Genetic 17) Cosa significa GPW? A. B. C. D. Give Plants Water Give Phosphorus Weekly Grown Pharmaceutical Weed Gram per Watt 18) Cosa decompone la luce diretta del sole in una cima di Cannabis essiccata? A. B. C. D. THCV CBD THC Nulla 19) Quando si coltiva Cannabis, cosa significa Photo Tropical? A. Che la si può coltivare solo in condizioni tropicali B. Che la pianta cambierà a seconda del ciclo di luce C. Che ha genetica Ruderalis D. Che la pianta può essere coltivata sia indoor sia outdoor 20) Il termine CBD è l’acronimo di: A. B. C. D. Tetraidrocannabinolo Cannabidiolo Decarbossilato Rosin Tech Controlla le risposte a pagina 78! NUOVO SITO WEB SoftSecretsItalia 27 Arrivano centinaia di domande e alcune si ripetono più delle altre. Ecco alcune delle domande più frequenti. Le FAQ sono importanti perché riguardano gli aspetti centrali della coltivazione. Godetevi la vostra coltura! ȩ&RPHVLSUHSDUDXQDFROWXUD" ȩ4XDOªLOIDWWRUHSL»LPSRUWDQWHSHUFROWLYDUHGHOOȢHUED IDYRORVD"/DWHUUDODWHPSHUDWXUDLQXWULHQWLRDOWUR" ȩ/HSLDQWHSLDQWLFHOOHVLVWDQQRDOOXQJDQGRFRVDIDUH" ȩ&RPHVLIRU]DODILRULWXUD" ȩ4XDOLOXFLDQGUHEEHURXVDWH" ȩPHJOLRSL»IDFLOHFROWLYDUHLQDFTXDFROWXUDRLQWHUUD" ȩ&RPHVLFDSLVFHVHOHSLDQWHVRQRPDWXUH" ȩ/D&2IXQ]LRQD"&RPHVLXVD" ȩ/HIRJOLHLQIHULRULVWDQQRLQJLDOOHQGRFRVDIDUH" ȩ&RPHVLULGXFHDOPLQLPROȢRGRUHLQGLFDWLYRSURGRWWR GDOOHSLDQWH" ȩ&RPHVLFRQWUROODOȢDVFRPLFHWR" Vorrei alcuni suggerimenti per coltivare. Non ne so nulla. Cosa GHYRIDUH" M., Carteret, New Jersey PRIMA DI PROGETTARE una coltura o di acquistare attrezzatura, dovresti leggere almeno un libro sulla coltivazione di marijuana. Ci sono vari libri di ottima qualità scritti da autori diversi. Anche se le tecniche descritte nei libri sono un po’ diverse, potranno tutte aumentare le tue probabilità di successo. Piuttosto di cercare di avviare una coltivazione utilizzando una tecnica fatta di tentativi, che spesso porta all’acquisto di attrezzatura cara e superflua per poi fallire, la prima volta usa l’esperienza di altri per creare una coltura produttiva. Le informazioni sono l’attrezzatura più economica e più efficace che tu possa acquistare. Pensale come a un software per la tua coltivazione. Anche con attrezzatura del valore di migliaia di dollari, la coltura non può essere gestita bene senza sapere come farlo. Oltre a ciò, ci sono molti video e canali video che offrono dimostrazioni di tecniche e metodi di coltura diversi. Puoi anche seguire dei corsi direttamente alla Università Oaksterdam di Oakland, in California. Le lezioni vanno dai seminari che durano un fine settimana ai corsi intensivi da 14 settimane. Io ti consiglio Marijuana Growers Handbook. Ti aiuterà a ottenere una coltura di successo già al primo tentativo. 48$/,/)$7725(3,,03257$17(3(5&2/7,9$5( '(//Ȣ(5%$)$92/26$"/$7(55$/$7(03(5$785$, 1875,(17,2$/752" BUD LOVER, Internet IL FATTORE PIÙ IMPORTANTE a incidere sulla qualità dell’erba che stai coltivando è la genetica della pianta. A prescindere da quanto una pianta sia coltivata bene, può raggiungere solo il 8VDXQPDQXDOHGLLVWUX]LRQLSHUDLXWDUWLDOOȢLQL]LR7LVXJJHULVFR0DULMXDQD*URZHUV+DQGERRN suo potenziale genetico. Il modo più economico per migliorare la propria coltura è quello di trovare varietà migliori. Le condizioni ambientali valorizzano il potenziale della vostra coltura, o meglio, le piante non riescono a raggiungere il loro pieno potenziale se le loro esigenze di base non vengono soddisfatte. La luce, i nutrienti nell’acqua, la CO2 e la temperatura sono i fattori limitanti. /HSLDQWHSLDQWLFHOOHVLVWDQQRDOOXQJDQGRFRVDIDUH" Le piante sono troppo grandi per la serra e devono essere potate e snellite. LE PIANTE soffrono per insufficienza di luce. Si tratta di un problema diffuso. Le pianticelle si allungano verso la luce per cercare un’intensità luminosa superiore. La soluzione è quella di fornire luce più chiara. &RPHVLIRU]DODILRULWXUD" LA MARIJUANA VIENE DEFINITA una pianta a giornata breve perché fiorisce dopo un ciclo di lunghe notti (buio): la pianta misura il numero di ore di buio ininterrotto ogni notte, mediante un ormone chiamato fitocromo. Durante il giorno, la presenza della luce rossa mantiene il fitocromo in 28 L’allungamento delle pianticelle è sintomo d’intensità luminosa insufficiente. Supportate le pianticelle utilizzando dei paletti da spiedino e somministrate più luce. forma attiva, che previene la fioritura. Al buio, il fitocromo torna gradatamente alla sua forma inattiva, consentendo la fioritura. Quando l’ormone si accumula a un certo livello, il che avviene quando il periodo di buio è sufficientemente lungo, la pianta fiorisce. Quando il coltivatore crea questo periodo critico di 12 ore di buio ininterrotto in ogni ciclo di 24 ore, sta “forzando la fioritura”. Quando si mantiene il regime 12/12 di luce e buio, la pianta passa rapidamente dalla crescita vegetativa alla fioritura. I primi fiori compaiono 5-10 giorni dopo la forzatura. 4XDOLOXFLDQGUHEEHURXVDWH" La tecnologia luminosa sta evolvendo rapidamente. Da 30 anni a questa parte, le fonti al sodio ad alta pressione single-ended sono le più usate. Ciononostante, adesso esistono altri tipi di luci sul mercato. In base ad alcuni esperimenti e resoconti di coltivatori, le fonti HPS double-ended sono più efficaci, in quanto emettono più luce utilizzabile rispetto alle single-ended. Sulla base dell’emissione di luce e dei test di coltura, la resa sembra aumentare del 20-30%. Le moderne luci LED aumentano il tasso di crescita rispetto alle fonti HPS concentrando la luce sul canopo della coltivazione e fornendo solo uno spettro di luce che le piante possono utilizzare. Le fonti LED attualmente sono le più efficaci per la coltura indoor. Il motivo è che producono uno spettro luminoso ristretto, quindi solo lo spettro utilizzato dalle piante può essere prodotto, risparmiando energia. Allo stesso tempo, le luci vengono diffuse in modo più uniforme sulla coltivazione e c’è una gamma inferiore di aree di luce calda e fredda e dato che le fonti sono posizionate in prossimità della punta del canopo, non fuoriesce molta luce dalla coltura. Può essere un problema per le fonti HPS nelle colture con passaggi o spazi fra le piante. Alcune fonti LED nuove producono anche luce con uno spettro più ampio, producendo uno spettro utile alla pianta che non viene emesso da altre fonti. PHJOLRSL»IDFLOHFROWLYDUHLQDFTXDFROWXUDRLQWHUUD" I substrati di coltura in generale sono più clementi se si fanno errori come l’eccessiva fertilizzazione e un pH sbagliato dell’acqua. Se segui le istruzioni, tieni in considerazione le condizioni delle piante e preferisci un sistema che favorisce una crescita rapida, prova l’acquacoltura. Sta a te la scelta. Fai quello che ritieni più adatto. Una coltivazione non dovrebbe diventare fonte di stress. Non c’è un modo giusto o sbagliato, a condizione che le piante siano sane e rigogliose. La marijuana ha bisogno di un lungo periodo di buio per fiorire. Questa tenda per la privazione di luce viene usata quotidianamente per limitare la luce a 12 ore. C www.dinafem.org Dist Di Dist stri r bu ri uto t ri r Uff ffic ic cia i li li: CBD Contattaci su [email protected]! 30 ,SLOXFFKLELDQFKLJOLVWLJPLIDQQRSDUWHGHOILRUHIHPPLQLOH &RPHVLFDSLVFHVHOHSLDQWHVRQRPDWXUH" LE PIANTE VARIANO A SECONDA DI quanto tempo ci mettono a maturare sulla base della varietà e delle condizioni. La maturazione è visibile quando gli ovari si abbassano e si gonfiano man mano che si riempiono ,ILRULPDVFKLRVHPEUDQRSLFFROHSDOOLQHILQFK«QRQVLDSURQRULYHODQGRXQILRUHDSHWDOL di THC. I pilucchi bianchi chiamati stigmi seccano e cambiano colore, le punte dei tricomi, dove si producono e s’immagazzinano i cannabinoidi, si riempiono di resina, tendendo la membrana. La resina di colore chiaro comincia a diventare di colore latteo o ambrato. Allo stesso tempo, l’intensità dell’odore aumenta notevolmente. Le piante sono mature. È giunto il momento del raccolto. /D&2IXQ]LRQD"&RPHVLXVD" La CO2 (ANIDRIDE CARBONICA) è un gas inerte composto di carbonio e ossigeno. In un processo chiamato fotosintesi, le piante usano energia luminosa per suddividere l’acqua nei due elementi che la compongono: ossigeno e idrogeno. L’ossigeno, sotto forma di gas, viene rilasciato nell’atmosfera. L’idrogeno si lega con la CO2, per produrre zucchero. Lo zucchero viene usato dalla pianta per alimentare il metabolismo, ossia il processo vitale. L’eccedenza si lega con altri elementi, come materia prima per la crescita. L’aria contiene circa 400 parti per milione (ppm) di CO2. Ciononostante, sotto l’intensa luce delle stanze di coltivazione, le piante possono usare la CO2 a un ritmo più rapido e crescere molto più velocemente quando l’aria viene arricchita con la stessa, che arriva a circa 1.500 ppm. Il tasso di crescita aumenta in proporzione alla presenza di CO2. Ci sono due modi per somministrare CO2 alla coltivazione: mediante un generatore che brucia propano o gas naturale, producendo calore e vapore acqueo o usando un serbatoio di CO2. I sensori che regolano le ppm di CO2 nell’aria controllano entrambi. /HIRJOLHLQIHULRULVWDQQRLQJLDOOHQGRFRVDIDUH" Primo piano di una cima con stigmi e tricomi. La cosa più probabile è che le piante soffrano per la carenza 31 , VHUEDWRL GL &2 FRQ VHQVRUH IRUQLVFRQR IDFLOPHQWH JDV R DUULFFKLVFRQROȢDULD6LSX´XVDUHDQFKHXQJHQHUDWRUHGL&2 di azoto (N). è la carenza più diffusa che si riscontra nella coltivazione di marijuana. Per costruire i tessuti, le piante usano N. Quando c’è una carenza, la pianta passa l’azoto dalle parti vecchie alle nuove parti. La soluzione è quella di aggiungere un fertilizzante ad alto contenuto di N. Nitrogeno, fosforo e potassio sono sempre elencati sulle confezioni dei fertilizzanti nello stesso ordine, sotto la dicitura N-P-K. Le foglie ingiallite che si presentano alla fine della fioritura non sono un problema da risolvere. Per far maturare le cime, la pianta usa l’azoto. Come si riduce al minimo l’odore indicativo prodotto dalle SLDQWH" Ci sono vari modi per eliminare l’odore in una coltivazione. Il metodo più facile è quello di usare un filtro al carbonio. Lo si può mettere nella coltura per pulire l’aria circolante. I generatori di ioni negativi e i generatori di ozono fanno precipitare le molecole dell’odore, lasciando l’aria fresca. Ciononostante, neutralizzano anche gli odori nelle piante, quindi non andrebbero usati nella stanza di coltura, ma nelle stanze adiacenti o nel sistema di sfiato per pulire l’aria in uscita. Le spore di ascomiceto sono ovunque e si godono le condizioni nelle colture di marijuana. Sembrano un rivestimento bianco polveroso sulle foglie. cucchiaio di bicarbonato in un litro d’acqua. Mescolare e nebulizzare. ȩ3UHSDUDUHXQRVSUD\DOOHHUEHLPPHUJHQGRFXFFKLDLR di origano e 1 cucchiaio di chiodi di garofano macinati a 28 grammi di alcol. Lasciare in immersione alcune ore. Aggiungere acqua fino a un litro e aggiungere un pizzico di polvere di lecitina essiccata o una goccia di detergente. Mescolare o scuotere. Lasciare in &RPHVLFRQWUROODOȢDVFRPLFHWR" L’ascomiceto è endemico nelle coltivazioni di marijuana. Sembra zucchero finemente semolato sulle foglie. Come misura preventiva, gli spray fungicidi e i fungicidi biologici permettono alle muffe di non germinare e attaccare il tessuto delle piante. Anche se non è patogeno, le cime infette non possono essere utilizzate. La maggior parte dei metodi utilizzati per concentrare la cannabis non lo eliminano. Ecco alcuni modi per controllare le piante e vedere se sono già infette: ȩ3UHSDUDWHXQRVSUD\DOGLODWWHHELFDUERQDWRGL sodio. La ricetta: aggiungere 85 grammi di latte e 1 L’ascomiceto ha infettato la pianta. immersione altre ore. Filtrare e nebulizzare. ȩ8VDUHXQIXQJLFLGDDOOHHUEH ȩ8VDUHXQIXQJLFLGDELRORJLFRFRPH6HUHQDGHpFKH usa s. subtilis, un batterio che si alimenta di muffa, come principio attivo. Un problema nel suo utilizzo è che aumenta la conta batterica, il che lo rende inammissibile in alcuni dispensari, anche se l’ingestione non è pericolosa. Want to enjoy buds like this? Strain: White Satin by Mandala Seeds Big Book of Buds Greatest Hits Brand New Book by Ed Rosenthal The Big Book of Buds series has been the connoisT seur’s s reference guide to the best marijuana strains from the world’s greatest breeders. fr Ed Rosenthal is the most high-profile advocate for marijuana rights during the last 40 years. “Ed Rosenthal holds the distinction of turning more people on to pot than Cheech and Chong.” -- Tommy Chong Now N get ready for the Big Book of Buds—Greatest Hits, a compilation of the premier strains that have H appeared in the four volumes. Read about these a a w award-winning strains – then grow them in your garden. “Mr. Rosenthal is the pothead’s answer to Ann -BOEFST+VEHF+VEZ.BSUIB4UFXBSUBOEUIF Burpee Garden Wizard all in one.” --The NY Times t7BSJFUJFTGSPNUIFNPTUSFTQFDUFEHVJEF t t&TTFOUJBMJOGPSNBUJPOGPSDPOTVNFSTBOEHSPXFST t t4UVOOJOHQIPUPTUIBUCSJOHZPVSJHIUJOUPUIFHBSEFO t “JUST SAY NO TO PESTS” German edition now available! Nachtschatten.ch English and German editions available! NACHTSCHATTEN VERLAGtnachtschatten.ch tGROW IN AGtgrow-in-berlin.comtAMAZON.COMtamazon.com/books &E3PTFOUIBMT;FSP5PMFSBODFÌJTFYDMVTJWFMZBWBJMBCMFGSPN KMC Trading B.V.tkmctrading.com www.edrosenthal.com BANCA DEI SEMI 33 American Beauty Alcuni anni fa una banca dei semi dell’Oregon nota in tutto il mondo, TGA Subcool, immetteva sul mercato uno dei suoi gioielli, che presto molti avrebDr. Underground bero conosciuto con il nome di Plushberry. Plushberry 22 S1 = American Beauty Dall’ottica di TGA si trattava di un lavoro di selezione molto interessante ed avvincente in quanto una delle genitrici, la famosa Black Cherry Soda, esisteva solo sotto forma di clone. Inoltre questa linea era fra le prime a presentare caratteristiche variabili da Berry a Kush. L’origine di questa talea non è perfettamente nota. Secondo alcuni si tratta di una variante di Purple Kush, altri dicono che sia imparentata con Bubba Kush: logicamente anche questa ipotesi è plausibile poiché si potrebbe trattare di una variante della celebrata Purple Kush. Black Cherry Soda è famosa negli USA per il suo uso in ambiente sanitario e per la sua potenza. Tornando a Plushberry, il lavoro di selezione consisteva nel creare un incrocio fra una talea del tipo summenzionato, un vero fenomeno noto come Space Queen. A partire da questa base genetica, ottenuta incrociando diverse varietà di chiara fama come Romulan e Cinderella 99, il risultato non poteva che essere straordinario. Romulan è in buona parte di origine indica; la sua genetica esatta è però incerta e sono state avanzate svariate teorie per poterne ricostruire la provenienza. Per contro, la provenienza della C99 è un po’ più certa. Secondo la leggenda si tratta di una femmina eccezionale, selezionata da semi prelevati a loro volta da un bud di Jack Herer, a cui fu dato il nome di Princess. Dopo Macro di Black Cherry Soda averla fecondata con un ibrido di Shiva Skunk x Jack Herer, Princess fu poi impollinata, per 3 generazioni consecutive, con maschi di propria discendenza; pertanto la sua progenie è al 99% di genetica Princess, di qui il nome “Cinderella 99”. scorta (alcuni pacchetti acquistati a suo tempo dall’unico grow shop che vendesse i semi di questo produttore in Spagna). Cominciammo così a lavorare a questo progetto, che culminò con la creazione di American Beauty. Princess x ( Shiva Skunk x Jack Herer ) = Princess 50% = P50 Princess x P50 = Princess 75 % = P75 Princess x P75 = Princess 88 % = P88 Princess x P88 = Princess 99 % = Cinderella 99 Alcuni anni dopo il nostro partner della comunità cannabis TGA smise di produrre Plushberry rimuovendola dal suo catalogo. Questa mossa colse di sorpresa molti consumatori – basti leggere le critiche positive su questa genetica nei vari forum web: alcuni persino indicano Plushberry come varietà preferita, in un catalogo all’epoca di soli 20 varietà o giù di lì. Questa notizia colse alla sprovvista anche noi. Fortunatamente, però, avevamo ancora un po’ di Prima di tutto, germinammo tutti i semi che avevamo a disposizione, oltre ad alcuni esemplari di Plushberry x Plushberry, prodotti alcuni anni prima dal nostro amico Nacho, con un maschio molto resinoso (alcune foto di questo maschio eccezionale sono riprodotte nell’International Cannagraphic Magazine). Fra le piante ottenute dalla germinazione, selezionammo poi alcune madri ma, per le ulteriori fasi del nostro progetto, la scelta cadde infine sulla numero 22. La quantità di resina prodotta dalla pianta fu eccezionale, altrettanto fu il suo aroma con note di Cherry e Kush. Andiamo fieri della presenza di questa varietà nel nostro catalo- 34 TGA Subcool’s Plushberry go. È una pianta davvero eccellente, con abbondante resina che fuoriesce dalla pagina inferiore aroma più forte e penetrante, i calici sono talmente grandi da sembrare fecondati. Durante la American Beauty, “green hay” NELLA PROGENIE ABBIAMO POTUTO RISCONTRARE ALCUNI ESEMPLARI DI GROSSO CALIBRO E AD ALTO RENDIMENTO. delle foglie e tonalità cangianti dal rosso vivo al rosso scuro. Il “fieno” verde che cresce ha un crescita la pianta forma torrette a forma di coda di volpe e la fioritura non supera le 9 settimane. Nella progenie abbiamo potuto riscontrare alcuni esemplari di grosso calibro e ad alto rendimento. Se si tiene anche presente che è possibile coltivare i propri ibridi a partire da questa genetica di base, non possiamo che raccomandare vivamente di provarla: ciò vale tanto per i coltivatori che non abbiano mai avuto l’opportunità di coltivare la versione regolare quanto per quelli che, dopo averla provata la prima volta, se ne sono innamorati e desiderano ora ripetere l’esperienza. Esprimiamo la nostra profonda gratitudine ai nostri amici di Softsecrets per il loro aiuto. Un forte abbraccio dal team di Dr. Underground a tutti i coltivatori ed amici del nostro straordinario mondo del cannabis! FLASH PRODOTTI Stile di vita Atami Ve lo aspettate da Atami: essere sempre sorpresi e sbalorditi dalle loro novità. Adesso è il momento del loro nuovissimo articolo: La linea delle borse Atami! C’è una borsa cross-body, una business e un portafoglio da viaggio, tutte prodotte con pelle di alta qualità. La borsa Atami cross-body ha 4 compartimenti nei quali tablet, traveller’s cheques, carte di credito, biglietti, carte d’imbarco e passaporto sono sicuri, ordinati e accessibili. Con la borsa business vi offriamo 3 compartimenti che contengono facilmente un laptop, documenti A4, libri, dossier da porta a scuola o a una riunione. All’interno della borsa ci sono delle sezioni per le carte bancarie, un telefono e le chiavi con la cerniera. Con il portafoglio da viaggio potete conservare in sicurezza il cellulare, passaporto, carte bancarie, soldi, documenti e altri oggetti di valore sopra o sotto la camicia durante lo shopping, visite a degli eventi o viaggi. Ideato con una cerniera sul retro per creare più spazio per monete e soldi cartacei. Le borse Atami sono disponibili nei colori marrone, rosso, moro e nero. Per ulteriori informazioni o ordini, visitate lifestyle.atami.eu, telefonate al 0031 (0) 73 522 32 56 o inviate una e-mail a: [email protected] 36 SCIENZA DELLA CANNABIS Odore e psicoattività L’EFFETTO ENTOURAGE DELLA CANNABIS Oltre al nostro amato THC, la resina della cannabis contiene centinaia di molecole diverse. Negli ultimi anni si è cominciato a capire che le differenze fra gli effetti prodotti dalle diverse varietà di cannabis sono dovute alla sinergia che si produce dalla combinazione di tutte queste molecole. L’azione dei cannabinoidi, dei terpenoidi e dei flavonoidi presenti in ogni pianta si unisce per generare una psicoattività esclusiva e tipica di questa varietà. È quello che si chiama effetto entourage della cannabis. José T. Gállego Gli effetti psicoattivi prodotti dal consu- Il termine “effetto entourage” è stato mo di cannabis sono dovuti soprattut- coniato nel 1998 da Shimon Bento all’azione di un cannabinoide in par- Shabat in collaborazione con Raphael ticolare, il delta9-tetraidrocannabinolo, Mechoulam, scienziato israeliano di più conosciuto come THC, che si lega origine bulgara, professore di chimiai recettori cannabinoidi cerebrali CB1 ca medica all’Università Ebraica di e CB2. Ciononostante, la pianta di can- Gerusalemme e noto per aver isolato, nabis contiene altri composti attivi del determinato la struttura e sintetizzato THC che influiscono anche sull’effetto per la prima volta il delta-9-tetraidroglobale. Sono state isolate fino a 480 cannabinolo, il THC. Per Ben componenti naturali diverse Shabat e Mechoulam nella resina della cannaera evidente che bis e l’elenco continua la combinazioad aumentare: 66 ne di tutte cannabinoidi, 27 le compocomposti azotanenti della ti, 18 aminoaciresina di, 3 proteine, produ6 glicoproteiceva un ne, 2 enzimi, effetto 34 zuccheri mage composti giore legati agli rispetstessi, 50 to a idrocarburi, 7 qualsialcoli semplici, asi com13 aldeidi, 13 ponente Durante la fioritura si produce chetoni, 21 acidi isolata. la maggior parte dei terpeni semplici, 22 acidi Vale a dire della cannabis. grassi, 12 esteri semche l’effetto plici, 1 lattone, 11 stegenerale prodotroidi, 120 terpeni, 25 fenoli to dalla pianta di cannon cannabinoidi, 21 flavonoidi, 1 nabis è il risultato della vitamina, 2 pigmenti e altri 9 elementi. combinazione degli effetti di ciascuna delle molecole presenti nella resina. Quando nel 1985 è stato messo in Sebbene la scienza non sappia ancora vendita il Dronabinol, ossia il primo con esattezza come avvenga, ci sono farmaco a base di cannabis legalizzato sempre più evidenze che confermano per trattare gli effetti secondari della l’effetto entourage. chemioterapia e che conteneva THC puro, i medici hanno scoperto che la L’effetto entourage spiega perché le maggior parte dei pazienti preferiva diverse varietà di cannabis hanno continuare a consumare marijuana. varie proprietà medicinali ed effetti Dicevano che gli effetti del Dronabinol psicoattivi, anche quando la conerano troppo forti e spesso sgradevoli. centrazione dei principali cannabinoidi è simile. L’effetto del THC Con il tempo, si è notato che il con- non è modulato solo dal resto dei sumo di THC puro tende a generare cannabinoidi, perché anche il resto ansia in molti consumatori, mentre delle componenti contribuisce in il cocktail di cannabinoidi, terpeni, modo sostanziale. Per esempio, si flavonoidi e altre sostanze contenuto sa che alcuni terpeni riducono l’annella cannabis sembra agire modu- sia, incrementano il flusso sanguilando e moderando questi effetti. gno cerebrale e l’attività corticale del cervello, eliminano i patogeni respiratori o hanno effetti antinfiammatori. Vari studi scientifici hanno dimostrato che i terpeni presenti nella cannabis hanno effetti biologici sul consumatore, agendo come anticancerogeni, fungicidi, antimicrobici, antivirali, antinfiammatori o antiparassitari. Favoriscono inoltre la penetrazione dei cannabinoidi attraverso la pelle o la barriera ematoencefalica. Ci sono anche terpeni che si legano ai recettori cannabinoidi cerebrali. I TERPENI I terpenoidi costituiscono il maggior gruppo conosciuto di fitochimici e ce ne sono da 15.000 a 20.000 diversi. Oltre 200 terpeni diversi sono stati isolati nella resina della cannabis. I terpeni, e non i cannabinoidi, sono i responsabili dell’aroma della cannabis. Non si conosce il ruolo che ha la maggior parte degli stessi nell’effetto globale della marijuana, ma non ci sono dubbi sul fatto che influiscano. Ci sono vari terpeni le cui proprietà si conoscono meglio. I terpeni hanno lo stesso precursore geranilpirofosfato dei cannabinoidi. Sono abbastanza potenti e incidono sul comportamento animale e umano, quando s’inalano dall’ambiente, anche se in concentrazione limitata. Il contenuto relativo dei vari terpeni è determinato per ereditarietà genetica mentre il contenuto totale in rapporto al peso dipende maggiormente dalle condizioni di coltivazione. Secondo uno studio del 2011, realizzato su 16 varietà diverse, gli undici terpeni presenti in maggior concentrazione sono, dal più al meno abbondante: ſPLUFHQH žSLQHQH žWHUSLQROHQH OLPRQHQHWUDQVſRFLPHQHſSLQHQH žWHUSLQHQH ſFDULRILOOHQH FLQHRORžIHOODQGUHQHHŢFDUHQH I terpeni possono costituire fra il 10% e il 30% della resina. I più abbondanti nella resina fresca sono i monoterpeni mircene, limonene e pinene, anche se, essendo molto volatili, evaporano durante il processo di essiccatura e di conservazione. I sesquiterpeni come il cariofillene, essendo meno volatili, rappresentano una percentuale maggiore nei campioni essiccati e soprattutto negli estratti decarbossilati con calore. Le conifere sono fonte di pinene. Terpene Concentrazione media ſPLUFHQH 46,1% žSLQHQH 14% žWHUSLQROHQH 10,2% Limonene 7,3% 7UDQVſ ocimene 6,6% ſSLQHQH 6,1% žWHUSLQHQH 3,6% ſFDULRILOOHQH 1,2% 1,8-Cineolo 1,1% žIHOODQGUHQH 0,7% ŢFDUHQH 0,6% Concentrazione media di terpeni (come percentuale del totale di terpeni) in 16 varietà di cannabis. Dati estratti da Casano, S. (2011) La pianta di cannabis sintetizza i vari terpenoidi con obiettivi concreti. Per esempio, i fiori hanno una maggior quantità di terpeni con proprietà insetticide come il limonene e il pinene, mentre le foglie basse hanno una concentrazione maggiore di sesquiterpenoidi amari che evitano che gli animali erbivori le mangino. Le proprietà insetticide dei terpeni non sono dovute solo alla sua azione farmacologica sugli insetti, perché le sue proprietà fisiche rendono la resina sufficientemente appiccicosa per agire come trappola per gli insetti. In teoria, con un’attenta selezione si potrebbero sviluppare 37 varietà resistenti agli insetti, facendo in modo che siano particolarmente ricche di limonene e pinene per sfruttare le proprietà insetticide di questi terpeni. È fondamentale conoscere bene le varietà di cui facciamo uso e gli effetti che producono. È molto più facile quando si fa uso di varietà da talee che, a parità di metodo e di condizioSecondo lo studio realizzato da ni di coltivazione, producono sempre Casano en 2011, le varietà a pre- cannabis con lo stesso chemiotipo. dominanza indica sono caratteriz- Sarebbe inoltre interessante conosce]DWH GDOOD SUHVHQ]D GL ſPLUFHQH LQ re un’analisi chimica in dettaglio di concentrazione relativamente alta, ogni varietà con le percentuali di ogni VHJXLWR GD OLPRQHQH R žSLQHQH cannabinoide e di ogni terpene. come secondo terpene più abbondante, mentre le varietà a predomi- Una pratica diffusa fra i consumananza sativa sono caratterizzate da tori più esperti è quella di mescoun profilo di terpeni più comples- lare varietà diverse di cannabis per so in cui alcune varietà hanno ottenere l’effetto desiderato. žWHUSLQROHQH R žSLQHQH Per esempio, una saticome terpene più va molto stimolante abbondante, mene con tendenza a tre in altre predogenerare ansia PLQDLOſPLUFHQH può essere seguito da mescolata žWHUSLQROHQH con un’inR WUDQVſ dica molto ocimene. Altri rilassante studi succesper ottesivi hanno nere un scoperto che effetto stila variabilità molante ma del profilo di senza ansia. terpeni di indiUtilizzando I pinoli contribuiscono che e sative è una propora modulare la così grande che zione diversa psicoattività del THC. non risulta chiaro se dell’una e dell’altra si possano o meno sudvarietà, si può adattadividere le varietà nelle due re l’effetto al gusto persocategorie classiche. nale di ogni consumatore. Cosa influisce sul contenuto dei terpeni di una pianta? La genetica della varietà, il momento del raccolto o la composizione della terra in cui cresce influiscono sui terpeni di ogni pianta, sia a livello di concentrazione relativa di ogni terpene, sia a livello di contenuto totale dei terpeni. La ampia variabilità della composizione di terpeni potrebbe servire per caratterizzare i biotipi cannabici e per valutare il loro potenziale terapeutico, ma serve ancora ricerca per capire bene i diversi chemiotipi. APPLICAZIONE PRATICA DELL’EFFETTO ENTOURAGE Chi fa uso di cannabis può applicare le conoscenze attuali sui terpeni per conseguire il tipo di effetto più adatto a ogni occasione. I granelli di pepe nero contengono cariofillene, pinene e mircene. Un altro vantaggio della miscela di varietà è che si ottiene un effetto psicoattivo ma potente maggiormente tollerato. Per quello che sappiamo, questa ipotesi non è avallata da nessuno studio scientifico, ma molti consumatori lo hanno verificato nella pratica. Provate: unite tre o quattro varietà con effetti e origini diversi. Oltre a mescolare varietà diverse, si può modificare l’effetto psicoattivo aggiungendo altre fonti di terpeni alla cannabis. Per esempio, tradizionalmente sono stati usati frutti e piante ricche di determinati terpeni per contrastare gli effetti collaterali sgradevoli derivanti da un consumo elevato di THC. Probabilmente il rimedio più antico contro l’uso eccessivo di cannabis è il limone. Già nel X secolo, il persiano Al-Razi consigliava il consumo di frutta acida, il che è stato suffragato nel XIII secolo dal famoso medico arabo ibn Sina (Avicenna). Durante il XIX secolo, vari scienziati e viaggiatori consigliavano il consumo di limone o di limonata. Bisogna tenere in considerazione che molti di questi viaggiatori erano venuti a sapere di questi rimedi durante i loro viaggi in Nord Africa, dove alla limonata si aggiungeva la buccia del limone oltre al succo. Il succo di limone non contiene molti terpeni, ma la buccia è naturalmente ricca di limonene. Un altro rimedio tradizionale contro gli effetti collaterali di una dose eccessiva di cannabis sono i pinoli. Già nel I secolo d.C. Plinio il Vecchio, nella sua Storia Naturale, consigliava questa frutta secca ricca di pinene, un terpene che modera gli effetti del THC. attivo, anche se questa teoria è stata completamente smentita dall’ampio articolo sul Mango pubblicato da El Cannaseur sul numero 5 del 2015 di Soft Secrets Spagna. Le varietà ricche di pinene in genere sono stimolanti e attive. Il limonene rende la cannabis allegra e antidepressiva. Se la varietà è ricca di mircene, gli effetti calmanti aumentano. Se si mangia o si annusa la buccia del limone, i pinoli o la resina di pino, il pepe L’odore caratteristico di nero e il mango limone e gli agrumi è mentre si fa uso di dovuto al limonene. cannabis, si possono modificare le proporzioni dei vari terpeni che arrivano al Infine, i granelli di pepe nero offrono un cervello e si può quindi modulare buon antidoto contro l’eccesso di THC, l’effetto psicoattivo. Sebbene non sia grazie alla loro combinazione di pinene possibile dare indicazioni più concreche offre chiarezza mentale, mircene te, la non tossicità di questi alimenti che è sedativo e beta cariofillene che è consente di giocare e sperimentare ansiolitico. Si possono masticare alcuni fino a ottenere i risultati desiderati. In granelli di pepe o semplicemente annu- un futuro non molto lontano, probabilmente sceglieremo quale varietà di sare il pepe appena macinato. Il mango è un frutto molto ricco di cannabis consumare, concentrandoci mircene e secondo alcuni autori, se non solo sulla quantità di THC che si consuma un’ora prima di fumare contengono, ma anche sui terpeni e cannabis, s’intensifica l’effetto psico- sul resto dei cannabinoidi presenti. Nella medicina ayurvedica indù si consiglia di fumare con la cannabis anche un pizzico di polvere di radici secche di calamo aromatico (Acorus calamus) per contrastare gli effetti negativi del THC. Questa pianta contiene betaasarone che, come il pinene, è un inibitore dell’acetilcolinesterasi. BIBLIOGRAFIA:T 1. Ben-Shabat, Shimon et al. An entourage effect: inactive endogenous fatty acid glycerol esters enhance 2-arachidonoyl-glycerol cannabinoid activity. European Journal of Pharmacology. Volume 353, Numero 1, 17 luglio 1998, Pagine 23–31 2. Casano, S. Grassi, G., Martini, V. e Michelozzi, M. (2011) Variations in terpene profiles of different strains of Cannabis sativa L. Acta Horticulturae 925:115-121 3. Elzinga S, Fischedick J, Podkolinski R, Raber JC (2015) Cannabinoids and Terpenes as Chemotaxonomic Markers in Cannabis. Nat Prod Chem Res 3:181. doi:10.4172/2329-6836.1000181 4. Erkelens, J. Hazekamp, A. That which we call Indica, by any other name would smell as sweet. (2014) Cannabinoids, 9(1):9-15 5. Fischedick JT1, Hazekamp A, Erkelens T, Choi YH, Verpoorte R. Metabolic fingerprinting of Cannabis sativa L., cannabinoids and terpenoids for chemotaxonomic and drug standardization purposes. Phytochemistry. 2010 Dic;71(17-18):2058-73. doi: 10.1016/j.phytochem.2010.10.001. Epub 30 Ott 2010. 6. Gupta, Sanjay. Medical marijuana and 'the entourage effect’ http:// edition.cnn.com/2014/03/11/health/gupta-marijuana-entourage/ 7. McPartland JM, Russo EB (2001b). Cannabis and cannabis extracts: greater than the sum of their parts? J Cannabis Therap 1: 103–132. 8. Mechoulam R, Ben-Shabat S (1999). From gan-zi-gun-nu to anandamide and 2-arachidonoylglycerol: the ongoing story of cannabis. Nat Prod Rep 16: 131–143. 9. Mediavilla, Vito e Simon Steinemann 1997. Essential oil of Cannabis sativa L. strains. Journal of the International Hemp Association 4(2): 80 - 82 10. Russo, Ethan B. Taming THC: potential cannabis synergy and phytocannabinoid-terpenoid entourage effects. British Journal of Pharmacology (2011) 163 1344–1364 11. El Cannaseur. Mangos y Cannabis, ¿mito o realidad?. Soft Secrets Spagna numero 5 2015, pag. 37 a 39. TASSONOMIA DELLA CANNABIS 39 È POSSIBILE SUDDIVIDERE TUTTI GLI STRAIN ESISTENTI IN INDICA E SATIVA? INDICA COSA INDICA Di CBG Foto: Dinafem Qualche volta, a me e a molti dei miei amici, capita di passare la canna e notare un effetto diverso. Come se l'erba appena fumata fosse a volte narcotica o euforizzante o rilassante; magari ti manda in fissa con mille pensieri oppure rilassa totalmente il corpo, ma non ha effetti sulla testa. Chiaramente la prima domanda è: ma cosa sto fumando? Quasi sempre si tratta di autoproduzioni casalinghe di appassionati che scelgono di utilizzare selezioni di genetiche nuove provenienti da ogni parte del mondo. La risposta è il nome dello strain, cioè la varietà di cui si tratta. Siccome però non tutti i nomi si riferiscono a uno standard conosciuto, diventa praticamente molto difficile fumare la medesima Cannabis con lo stesso aroma ed effetto. Diciamo che nel mondo cannabico vi sono alcune linee guida sui sapori che uno strain deve avere, ma non vi sono categorizzazioni sul contenuto di cannabinoidi e terpenoidi. Questo porta a un po’ di confusione, quando ci si deve confrontare con altri appassionati senza avere un campione rappresentativo di ciò di cui si parla. Purtroppo dove è illegale (o alegale), hanno luogo dinamiche di scarsa condivisione di materiale e conoscenze: per segretezza il tuo vicino potrebbe essere un gran breeder e tu potresti non scoprirlo mai. Il proibizionismo, oltre a creare disagio e terrore, ha anche contribuito ad accrescere l'ignoranza, alimentando leggende e falsi miti su svariati strain. Un esempio tra tutti? Qual è stata la prima Kush è una domanda a cui si può rispondere con diverse versioni di storie tutte underground; mentre se fosse stato legale all'epoca dei fatti, allora sapremmo per certo l'origine di un filone di breeding ben battuto negli ultimissimi tempi. Al nome dello strain viene a volte accompagnata la dicitura indica o sativa o mix delle due. Ed è una distinzione comunemente riconosciuta dalla cultura cannabica: le piante di indica sono basse, molto ramificate, dalla fioritura rapida con grandi infiorescenze, con foglie larghe e dal verde più intenso. L'effetto normalmente è narcotico, sedativo e in azzardato l'ipotesi che esistano diversi genotipi in relazione al chemiotipo espresso, in quanto sappiamo che i cannabinoidi sono regolati dai geni: se il contenuto di cannabinoidi è il risultato dell'espressione genica, possiamo parlare di genotipi e associarvi il rispettivo chemioprofilo. Altri studiosi invece ipotizzano di poter studiare e catalogare i costituenti minori della parte quelli già conosciuti. Entrambe le caratteristiche fanno propendere gli studiosi per una sola specie ramificata in diverse varietà. Come al giorno d'oggi succede con le razze canine, sono tutte interfertili e se incrociate danno luogo sempre a canidi. Parlando della nostra beneamata Canapa, siamo però in dovere di considerare varietà differenti dal punto di vista dei LA CANAPA APPARTIENE TUTTA ALLA MEDESIMA SPECIE, MA NON DOBBIAMO ESCLUDERE L'ESISTENZA DI NUMEROSE VARIETÀ. generale rilassante. Le piante sativa invece presentano internodi allungati, infiorescenze poco compatte, scarsa ramificazione e foglie strette e molto allungate. L'effetto di uno strain di sativa è energetico, tonico, enterogeno, adatto all'utilizzo diurno. Purtroppo però queste affermazioni sono fallaci. L'errore diffuso è associare un determinato effetto a una determinata morfologia della pianta. Purtroppo quindi indica e sativa sono una distinzione morfologica della pianta che nulla ci può dire sul contenuto di cannabinoidi e terpenoidi della medesima fumata. Anche dai laboratori abbiamo uguale riscontro: non vi sono test che evidenzino un determinato chemiotipo indica o un chemiotipo sativa: entrambe le varietà funzionano per svariate patologie, ma sempre presentano differenze intrinseche dovute ai diversi costituenti. Inoltre, anche un nome di uno strain non è sempre garanzia di un determinato chemiotipo. Qualcuno ha resina della Canapa, esclusi quindi i fitocannabinoidi, al fine di ottenere un indicatore di un determinato biotipo: non è un’idea poi così strana, ma dovrebbe tener conto anche dei cannabinoidi per via del suddetto effetto entourage. Naturalmente, queste ricerche vengono effettuate tenendo conto che a parità di condizioni ambientali e di trattamento, si ottiene il medesimo chemiotipo. Un clone di una pianta coltivata in determinate condizioni riprodurrà esattamente lo stesso risultato finale. Per valutare un chemiotipo si deve quindi coltivarlo nelle migliori condizioni possibili e confrontarlo con un altro prodotto risultante dalle stesse condizioni. Nessuno però si è mai soffermato su indica o sativa, perché indica o sativa non dice nulla sui cannabinoidi né sui terpenoidi. La Canapa appartiene tutta alla medesima specie, perché interfertile se incrociata e soprattutto non presenta nuovi cannabinoidi, a cannabinoidi espressi: le varietà di Hortapharma monocannabinoide ottenute grazie al breeding selettivo o il canapone industriale sono effettivamente e morfologicamente piante dal sapore diverso e dall'effetto tutt'altro che simile. Una Super Lemon Haze e una Exodus Cheese sono della medesima specie, ma differiscono nel contenuto di costituenti chimici, quindi nel sapore e nell'effetto. Ciò ci deve portare a riconsiderare la dicitura indica o sativa e soprattutto a ripensare al loro utilizzo tra i consumatori. Non vi sono differenze di effetto tra una pianta cresciuta tozza e ramificata o una sviluppatasi alta e spigata. Numerosi strain definiti sativa presentano un forte effetto sedativo, mentre altri considerati indica sono saporiti quanto energetici, come si nota spesso degustando i fiori dei coffee shop. È indiscutibile che una Amnesia Haze renderà difficile prendere sonno, mentre una 1024, che sulla carta risulta 40 con analisi a basso costo e ripetibili anche a casa mia. sativona, sarà nella maggior parte dei casi un valido aiuto al relax serale. Un utilizzatore di Canapa terapeutica avrà notevoli difficoltà ad assumere il corretto medicamento, se gli si prescriverà un determinato chemiotipo, cioè se non saprà esattamente quali sostanze cercare nei fiori. Nella mia esperienza di dealer in un Cannabis Club devo interpretare cosa mi chiedono i soci, per poter consigliare al meglio quale tra i prodotti disponibili possa soddisfare le loro richieste. A volte una scelta casuale tra le sative disponibili a menù si tramuta in un errore. Provate voi ad andare in ufficio la mattina dopo aver consumato una varietà definita sativa, ma ricca in mircene: solo alzare i gomiti dalla scrivania vi costerà uno sforzo tremendo. No, non siamo di fronte agli OGM e tantomeno alle erbe spruzzate di farmaci. Semplicemente si è scoperto che, grazie alle centinaia di principi attivi riscontrabili nella Canapa, si possono incrociare e selezionare individui dalle caratteristiche peculiari. Questo procedimento si chiama breeding selettivo ed è la strada battuta dai breeder professionisti per ottenere varietà con caratteri ancora inediti (nuovi rapporti THC/CBD, senza cannabinoidi, senza THC né CBD, ecc.). Al giorno d'oggi, con la varietà crescente di strain disponibili, siamo di fronte a numerosi sapori nuovi e a un’infinità di effetti lontani dal mero rilassamento delle canne di tanti anni fa. Proprio ora dobbiamo quindi introdurre tra di noi distinzioni in più quando parliamo di strain di marijuana. Coltivare sativa o indica è riduttivo e fuorviante, quando si potrebbe e dovrebbe specificare il chemiotipo, così da rendere meglio usufruibile ai consumatori il prodotto della raccolta. Prima o poi avremo modo di confrontare diversi fiori parlando di chemiotipi, in modo da poter chiaramente esplicare la tipologia di principi attivi, e quindi l'effetto, agli utilizzatori finali. Per ora dobbiamo impegnarci a sapere di più senza accontentarci di indica, sativa o mix. In Spagna va di moda definire ibride le varietà risultanti da un incrocio indica pura con sativa pura, senza tener conto dell'impossibilità di definire cosa sia un’indica e una sativa pura. E l'effetto delle ibride qual è? Diverso caso per caso, ovviamente. La scienza viene in aiuto di noi grower hobbistici fornendoci i mezzi per analizzare e studiare i nostri prodotti. Purtroppo lo stato d’illegalità in cui si trova la Canapa nella maggioranza degli Stati al mondo e il costo delle analisi di laboratorio rendono difficile uno studio casalingo dei propri prodotti. Un’analisi con uno strumento da laboratorio del costo di centinaia di migliaia di euro può costare fino a trecento euro a campione: decisamente tanto per un hobby. Quel che si può fare in casa è però qualcosa di simile, non strumentale, solamente meno accurato ma comunque veritiero: un’analisi colorimetrica. La colorimetria, come suggerisce il nome, è un’analisi basata sul colore assunto dalla nostra analisi. A seconda del colore e dell’intensità del nostro campione, possiamo dedurre qualche considerazione in merito al contenuto di principi attivi del nostro prodotto. Naturalmente va ribadito che ogni risultato ottenuto andrebbe comprovato strumentalmente in laboratorio per averne la certezza e una quantificazione credibile. Io mi cimento spesso in queste prove colorimetriche e se un giorno otterrò risultati fuorvianti, investirò in analisi di laboratorio strumentali più serie, ma per ora mi limito a comprovare la presenza o l'assenza dei principali cannabinoidi La prima analisi che consiglio è il test per il CBD di Beam. Su Google si può trovare la ricetta portata alla conoscenza di tutti da parte di Chimera sul forum di ICMAG: le parole chiave sono "CBD Beam's test". È un test veloce e alla portata di tutti, per valutare se un campione contiene CBD. I materiali occorrenti sono: un piattino di ceramica o un piatto d'orologio bianco, dell’Idrossido di Potassio (KOH) e dell'etanolo (l'alcool buongusto a 96 gradi per i liquori è facilmente reperibile e non ha un costo eccessivo). Si tritura un grammo di prodotto da analizzare e lo si decarbossila in un forno per 5 minuti a 100 gradi. Poi s’immerge il campione decarbossilato in 10 ml di alcool e si lascia in infusione una decina di minuti avendo cura di agitarlo spesso per favorire la soluzione. Trascorsi i dieci minuti si prelevano 0,2 ml di soluzione e si lasciano evaporare sul piattino di ceramica bianco da caffè. Nel giro di altri dieci minuti tutto l'alcool sarà evaporato, lasciando sul piattino residui invisibili che sono i cannabinoidi disciolti dal nostro campione. Dopodiché si aggiungono quattro gocce di reagente preparato secondo questa ricetta: 95% alcool etilico e 5% idrossido di potassio. Dopo altri cinque minuti si noterà un cambiamento di colore sul nostro piattino da caffè: se il residuo contiene CBD, noteremo un colore violaceo maggiormente intenso quanto più CBD contiene il nostro campione. Questa analisi è utile soprattutto per gli utilizzatori terapeutici che vogliono comprovare la tipologia di prodotto che consumano, maggiormente negli ultimi tempi quando sempre più banche di semi offrono varietà ad alto contenuto di CBD. Oppure un'altra analisi colorimetrica fattibile in casa è la cromatografia a strato sottile, la TLC, dall’acronimo inglese Thin Layer Cromatography. La TLC permette di avere un profilo dei cannabinoidi presenti nel campione analizzato e un'idea di massima sulla loro quantità. Sempre su internet si trova il procedimento completo per svolgere TLC in maniera facile ed economica nella propria cucina. Le analisi colorimetriche sono un buon inizio per conoscere meglio i prodotti che si assumono, affinché ci si renda conto della grande varietà di tipologie ed effetti presenti nel mondo della Cannabis che non si può ricondurre, nella sua varietà, a due tipologie (indica e sativa). 42 PUNTO LEGALE Quando la droga uccide STORIE DI ABUSI, OMICIDI E SUICIDI NEL QUOTIDIANO PROIBIZIONISMO ITALIANO Novembre è riconosciuto come il mese dei morti, un mese in cui ci si ricorda che anche e soprattutto a chi non c'è più, bisogna portare gran rispetto. In questo numero, dopo le ultime e sconcertanti dichiarazioni della magistratura in merito al caso di Stefano Cucchi, abbiamo deciso di accantonare per un attimo sentenze, proposte, e cavilli burocratici per concentrarci su quelle che sono le tragiche conseguenze della legge di Giovanna Dark stessa. Lo scorso 3 ottobre, i periti giudiziari del processo voluto da Ilaria Cucchi per fare luce sulla morte del fratello, hanno affermato davanti ai giudici che la morte di Stefano è da attribuire ad un violento attacco epilettico. Un evidente, nonché ennesimo colpo di spugna per cercare di nascondere sotto al tappeto le responsabilità del sistema Stato nella morte di un detenuto preso in custodia. Negli anni purtroppo, diversi episodi come questi hanno caratterizzato le cronache nostrane. Storie di abusi, di violenze e di morte provenienti da un luogo che fa della protezione la sua funzione principale. Peccato che in Italia esistano due pesi e due misure soprattutto in merito alla giustizia e che se sei etichettato dalle forze dell'ordine come “tossico”, le probabilità che tu esca dal carcere illeso sfiorano lo zero. C'è infatti un odio quasi atavico che gli sbirri (passatemi il termine) sembrano covare nei confronti dei detenuti per reati legati alla droga. Un odio che può definirsi politico nella misura in cui colpisce statisticamente di più i consumatori di marijuana; ovvero l'equivalente della zecca comunista, nell'immaginario tanto caro agli uomini in divisa. Prima e dopo Stefano, purtroppo ce ne sono stati tanti altri. Quello che segue è solo un piccolo elenco che ho messo assieme guardando indietro nelle cronache degli ultimi 10-15 anni. + Stefano Cucchi, 31 anni, muore il 22 ottobre 2009 nel reparto detentivo dell’Ospedale “Sandro Pertini” di Roma, dopo essere passato per il Tribunale, il carcere di Regina Coeli e l’Ospedale Fatebenefratelli. Otto giorni fatali durante i quali la famiglia ha tentato invano di mettersi in contatto con il proprio caro e con i medici che lo avevano in cura, in barba alle tutele che per legge e per convenzioni internazionali sono garantite alle persone in stato di fermo. + Federico Aldrovandi, studente ferrarese di 18 anni. Il 25 Settembre 2005 una volante sarebbe stata avvertita da una donna preoccupata dalla presenza di un ragazzo che, forse, camminava in modo strano, forse cantando. Quando arrivò la volante seguì una collutazione. All'arrivo sul posto il personale del 118 trovava il paziente “riverso a terra, prono con le mani ammanettate dietro la schiena, era incosciente e non rispondeva". Il giovane morì sul posto. Secondo un'indagine medico–legale dall'esame autoptico la causa ultima di morte sarebbe stata “un'anossia posturale”, dovuta al caricamento sulla schiena di uno o più poliziotti durante l'immobilizzazione. I tribunali, su insistenza della formidabile mamma Patrizia, hanno perseguito i suoi 4 assassini in divisa ma oggi, 11 anni dopo, questi sono tutti nuovamente al loro posto. + Manuel Eliantonio, 22 anni, muore il 25 luglio 2008, nel carcere Marassi di Genova, coperto di lividi e di segni di violenze, ufficialmente dopo aver inalato del gas butano. Stava scontando una condanna a 5 mesi per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. La sua pena avrebbe dovuto terminare il 4 settembre ma, come accaduto a Federico, l'etichetta da tossico affibbiatagli dalle forze dell'ordine è stata un'evidente scusante (ed un alibi avallato dalla magistratura) per assassinarlo impunemente finché era in custodia. + Aldo Bianzino, 44 anni, muore il 14 ottobre 2007, nel carcere “Capanne” di Perugia, dove era detenuto da meno di 48 ore a seguito del ritrovamento nel suo guardino di alcune piante di marijuana e di 30 euro in contanti: tanto bastò alle autorità per definirlo come pericoloso spacciatore. L’autopsia fece risalire le cause della morte a un aneurisma cerebrale ma. Incensurato, pacifista, di professione falegname, lascia la moglie, anch'essa imputata e che morirà di lì a poco, e un figlio, Rudra, ora diciassettenne, senza più una famiglia e con pochissimi mezzi a disposizione per poter chiedere pubblicamente la verità sulla morte di entrambi i suoi genitori. + Stefano Frapporti, 50 anni muore suicida il 21 luglio 2009 nel carcere di Rovereto (TN). Era un muratore provetto e stimato dalla sua comunità. Con la legge non aveva mai avuto problemi, fino a quando una pattuglia di Carabinieri lo ferma, contestandogli una manovra errata in bicicletta. Questo porta inspiegabilmente alla perquisizione della sua casa, dove le forze dell'ordine trovano 43 ma la vergogna monta inesorabile e il timore di essere considerato un “drogato” da familiari e compagni di lavoro è un peso troppo grande per un ragazzo “normale” come lui. Per questo quella sera Cristian non torna a casa, nonostante telefoni alla mamma per avvertirla del ritardo con cui sarebbe rincasato. Poi il ritrovamento della macchina, quella stessa notte, nei pressi del fiume Brenta, la conferma meno di una settimana dopo, quando lo stesso fiume restituisce il suo giovane corpo privo di vita. + Bruno Bardazzi, 21 anni, di Prato, giovane operaio incensurato fermato e denunciato per presunto spaccio dai Carabinieri che gli trovano 1,7 grammi di hashish. Si è ucciso per la vergogna di una condanna a quattro mesi. L’assassinio di Bruno Bardazzi è cominciato nella primavera del 1992, quando fu costretto a subire la prima violenza da parte dei Carabinieri: la perquisizione della macchina, la scoperta di un pezzettino di fumo, la denuncia; è continuato nei tribunali; si è precisato con la pubblicazione della notizia della condanna; si è concluso con l’impiccagione. dell’hashish e un'ottima scusa per arrestarlo. Il giorno stesso viene rinvenuto morto, impiccato in cella. suoi confronti non sono state approntati tutti quegli interventi specialistici che il grave e disperato quadro clinico avrebbe richiesto. + Simone La Penna, 32 anni, muore il 26 novembre 2009 nel carcere di Regina Coeli (Rm). La sua è una storia simile a quella di Stefano Cucchi: i tre camici bianchi, accusati di omicidio colposo, non avrebbero vigilato doverosamente sulle condizioni di salute di La Penna. E questo nonostante Simone fosse già allora affetto da una grave forma di anoressia contratta durante la permanenza in carcere: il 32enne viterbese morì all’interno del penitenziario della Capitale dopo aver perso più di quaranta chili. Stava scontando una pena di 2 anni e 4 mesi a seguito di una condanna per detenzione di stupefacenti. A riprova del fatto che i pestaggi compiuti dagli agenti non sono eventi rarissimi (anche se, fortunatamente, è raro che provochino la morte dei detenuti che li subiscono) c’è il numero consistente di procedimenti penali dei quali danno notizia i giornali e che non è così difficile registrare. + Riccardo Boccaletti, 38 anni, muore il 24 luglio 2007 nel carcere di Velletri. Era detenuto in attesa di giudizio per reati legati alla droga. Dopo il suo ingresso in carcere ha cominciato ad accusare inappetenza, vomito, astenia e progressivo peggioramento anoressico, arrivando a perdere oltre 30 chili di peso in pochi mesi. Nonostante le sue scadenti e precarie condizioni di salute, nei In alcuni casi, invece, sono stati proprio i giornali e il clamore mediatico a dare il colpo di grazia. Persone che in carcere non ci avevano ancora messo piede ma che, essendo accusate di reati legati alla droga, sono state sbattute in prima pagina dagli annoiati quotidiani locali. Le comunità iniziano a bisbigliare e le famiglie a soffrire, mentre i ragazzi, per la vergogna e per la consapevolezza di avere una vita rovinata da una stupidaggine, decidono di togliersi la vita. + Alberto Mercuriali, un ventottenne di Castrocaro Terme, morto suicida il 9 luglio del 2006. Allo bastato ricevere il foglio di notifica per la detenzione di una modica quantità di hashish per scrivere una laconica lettera di scuse e suicidarsi con il gas di scarico della propria auto. È successo ormai quasi 10 anni fa, i giornali lo avevano dipinto con un tossico criminale e lui non c’è stato, ha preferito togliersi la vita piuttosto che affrontare un’esistenza da “segnato”. + Giuseppe Ales, 23 anni, siciliano e incensurato. Nel marzo 2005 i carabinieri gli piombano in casa, trovano due vasetti con la marijuana appena germogliata e fanno scattare subito le manette. Il giorno dopo il giovane legge il suo nome sui giornali, assieme a quelli di altri ragazzi arrestati per qualche pasticca di ecstasy e di altri ancora che abitano in un’altra città al di là del Canale di Sicilia, che con lui hanno in comune solo l’età. L’impatto è micidiale. I genitori, anziani coltivatori, sono sconvolti: il figlio è un “drogato”. A Giuseppe crolla il mondo addosso. Prende una corda, la lega forte al soffitto e si lascia andare. + Cristian Brazzo, 21 anni, faceva l’operaio e viveva a Vigodarzere, un comune alle porte di Padova. Una sera d’estate come tante altre, gli amici, la macchina e tre grammi di hashish. Poi qualcosa va storto, un controllo di routine dei carabinieri, il sequestro del “fumo”, l’accompagnamento in caserma. Nulla di grave, nulla di irreparabile, + Alessandro Maciocia, 25 anni viene trovato in possesso di 2,5 grammi di hashish, ma vicino a lui un minore con 250 gr. Viene arrestato e accusato di “concorso”. Non regge il peso e si suicida con il gas di scarico della propria auto. Lascia un biglietto: «non centro niente». + Marco Pettinato, 26 anni, incensurato, abitava a Isolabella, un piccolo comune a 30 Km da Torino. Lavorava al prosciuttificio Rosa ed è presidente della locale sezione della Pro Loco. Nel giugno 2002 su segnalazione di uno “strano via vai” proprio nei locali della Pro Loco, i Carabinieri intervengono ed arrestano Marco perché in possesso di una modica quantità di hashish. Arrestato e denunciato per detenzione ai fini di spaccio, viene condannato a 4 mesi di reclusione. In settembre, si impicca con la propria cintura ad una porta del locale campo di calcio. A trovarlo è la madre. Di tutte queste persone, la memoria è stata in qualche modo sporcata, offesa e negata da una magistratura e da un sistema Stato che pur di non ammettere i propri errori e punire i responsabili, prefersce il vilipendio di una persona impossibilitata a difendersi. Rimandare la discussione sulla legalizzazione deve essere considerata una mancanza di rispetto anche nei loro confronti. ESTRAZIONI 45 Reperimento e uso dei terpeni Abbiamo già parlato in un altro numero del fatto che i terpeni sono i responsabili principali dell’aroma e del sapore della cannabis. Avete capito perfettamente che i suoi effetti nell’esperienza psicoattiva, le proprietà organolettiche e le qualità medicinali portano queste molecole aromatiche a soddisfare le ossessioni dei selezionatori, degli estrattori e di chi fuma. Oggi vedremo come si possono concentrare e alcuni modi per consumarli. Chi lavora la cannabis sta ottenendo terpeni in modi diversi. Nei dispensari americani da tempo si possono acquistare delle boccette di terpeni di OG Kush, Tangie o di qualsiasi varietà del produttore. Si tratta inoltre di prodotti che non dovrebbero contenere THC, quindi è possibile addirittura Dr. Ray (@rayback420) matografia. Per questo si acquisiscono i diversi terpeni necessari e si miscelano con precisione. Ovviamente (e non si fa in eccesso) bisogna studiare il procedimento e la materia prima da cui i terpeni utilizzati sono statti estratti, sapere se sono uniti ad altri in quantità un classico per estrarre essenze in aromatica, per questo si trovano informazioni ovunque. Funzionano molto bene le trappole di condensazione collegate al forno a vuoto. Queste trappole raffreddano UNA FRAZIONE DI GOCCIA TRASFORMA ESTRATTI INSIPIDI IN UNA PRELIBATEZZA l’aria che estraiamo dal forno prima che arrivi al vuoto. In questo modo condensiamo i terpeni che abbiamo fatto evaporare durante il processo di scarico e li raccogliamo nella boccetta. È un metodo fantastico che raccoglie i terpeni che altrimenti perderemmo. Nel prodotto finale ottenuto in questo modo si possono trovare piccole tracce di qualche cannabinoide e del solvente che abbiamo usato nell’estrazione. Nel numero seguente esploreremo questa tecnica in dettaglio con Feisal di Oil Hunters. La bibliografia è ampia sull’estrazione di essenze mediante altre tecniche con risultati diversi, a partire da fluidi supercritici fino a tecniche che usano il microonde. Il fatto è che alcune sono molto complicate e altre produrrebbero direttamente un certo tipo di estratto ricco di terpeni, ma con una predominanza di cannabinoidi e questo sappiamo farlo, vero? METODI DI CONSUMO PIÙ DIFFUSI Boccette con terpeni che non passerà molto tempo prima di vederle nei negozi. Il brutto è che se sono buoni, sono davvero cari e sarà dura pagare questo prezzo. Un noto estrattore americano, con cui ho trascorso momenti piacevoli a una fiera, diceva sempre che in futuro tutti gli estratti più richiesti saranno consumati in miscela con queste aromatiche essenze. Vediamo se il tempo gli darà ragione... sufficiente per dare una nota sgradevole o se includono ingredienti o tracce di qualcosa di strano che non vorremmo. Potrebbe succedere che questi terpeni vengano estratti da piante mediante tecniche idonee o abbiano un’origine molto diversa. Parliamo di prodotti che consumeremo soprattutto per inalazione, quindi questi aspetti sono fondamentali. ALCUNI MODI PER OTTENERLI Ho letto in alcuni forum di persone che usavano alambicchi e strumenti di distillazione semplici con risultati variabili. Si può anche estrarre direttamente dalla nostra cannabis per stripping, ossia una distillazione più elaborata e che offre risultati migliori. Questo metodo è Probabilmente la prassi più facile, meno raccomandabile e più diffusa è quella di duplicare il profilo aromatico di una varietà analizzata in precedenza mediante gascro- malmente cristalli di CBD e THC a concentrazioni che sfiorano il 100%) sono molto insipidi, poiché non sono altro che THC o CBD puro. Questo concentrato insipido è gradevole quando s’ingerisce, ma chi lo inala mediante vaporizzatore, dab Probabilmente il modo di consumo più diffuso è in miscela con estrazioni per dab. Chi usa questo tipo di estratti, a partire da quelli conservati nei dispensari americani, fino a chi produce olio in Europa hanno già provato a fare estrazioni di questo tipo oppure progettano di farlo. Basta applicare un millesimo di una goccia a un dab di un’estrazione insipida per trasformarla in un “cannone” da acquolina in bocca. A livello organolettico la differenza si nota, ma anche la texture cambia. I monoterpeni sono liquidi estremamente volatili che servono da dissolvente organico per i cannabinoidi e le cere da estratto e la conseguenza è che quanti più terpeni mettiamo, meno solida sarà la resina. L’applicazione a prodotti di cannabinoidi isolati è particolarmente interessante. Questi prodotti (nor- o lo fuma, se lo gode molto più con un po’ di terpeni. Con o senza cannabinoidi si possono trovare anche sali da bagno con terpeni di alcune varietà. Un bagno di CBD con aromi di Shiska è una prelibatezza… Vero? I terpeni si usano anche come ingrediente in molte cartucce per E-joint. Questi liquidi sono stati sviluppati molto negli ultimi anni, grazie alla Ricerca e Sviluppo e si trovano già cartucce con oltre il 90% di THC, arricchite con terpeni. Questi terpeni aggiunti possono essere varietà specifiche o anche preparati con sapore e fragranza intense che rendono il tutto molto più discreto. Densità, sostanza e sapore in ogni tiro. Alcuni si godono i suoi terpeni semplicemente mettendone una quantità infima in una bevanda. Non si tratta neanche di una goccia, basta intingere la punta di uno stuzzicadenti nella boccetta e poi metterlo nella bevanda. Il sapore che danno le nostre varietà preferite alla bevanda è piuttosto evidente e le sue proprietà vengono sfruttate al 100%. Se lo si consuma con bevande gasate, si può provare quello che gli americani chiamano “The terp burp” (tradotto: il rutto “terp”): i gas espulsi sotto forma di rutto hanno un sapore e una fragranza d’erba. Questo modo di consumarlo sembra un po’ assurdo, ma vale la pena provarlo. Benvenuti nel regno dei terpeni!!! Campionatore headspace per l’analisi dei terpeni in un GC-MS Hindu Kush Coltivatore: Sensi Seeds POLITICA 47 C'è un giudice a Berlino? C'è un Ministro a Roma? Il caso del paziente cannabis Fabrizio Pellegrini, nonostante la detenzione domiciliare comminata a pochi passi dal carcere bolognese della Dozza, nella disponibilità del prete progressista Don Giovanni Nicolini, è sintomatico della situazione paradossale in cui si trovano i pazienti che necessitano di cannabis, stretti tra preti, movimenti, avvocati e politici farlocchi. Per fortuna che il suo nuovo e battagliero legale Vincenzo di Nanna, del Foro di Teramo, promette battaglia per quello che sta diventando uno scandalo internazionale in attesa di una nuova sentenza per coltivazione, in una battaglia ormai sempre più estesa nel vecchio continente per difendere il diritto costituzionale a curarsi. Enrico Fletzer Ma Fabrizio non è il solo a lottare in Europa: Willi Wallner del Cannabis Social Club di Salisburgo, di professione camionista, si trova sotto accusa in questi giorni per coltivazione e possesso di cannabis, in un Paese di ampie vedute liberali come l'Austria, sede delle Nazioni Unite, che da anni discutono vacuamente della necessità di rendere più diffuse per uso medico le cosiddette sostanze controllate. È una lotta di tutti, pazienti e non, per il diritto alla salute e al buon senso, che ormai è inarrestabile. Ed è grazie a un paziente di Mannheim, che ha combattuto in dieci anni di ricorsi, che il 6 aprile è arrivato il verdetto del Giudice del Tribunale Amministrativo Federale, che ha imposto al Ministero della Sanità di permettergli di coltivare la cannabis limitatamente fino al 2017, con precise indicazioni sulle modalità di coltivazione, la non accessibilità a terzi di un numero cospicuo di piante, secondo alcune indiscrezioni addirittura 130. Il termine del permesso al 57enne malato di sclerosi multipla potrebbe coincidere con la Legge in programma in cui il trattamento sarebbe coperto dalle casse malattia. Solo in quel caso il diritto a coltivare potrebbe decadere. A questo punto si aprirebbe anche il dibattito sul fatto che la cannabis in realtà costituisce uno strumento importante per una gamma molto ampia di patologie. Come afferma Alberto Sciolari, Vicepresidente del Collettivo Pazienti Impazienti Cannabis: “Dal punto di vista italiano, l'atteggiamento fattivo della Germania è un approccio devastante: danno per scontato che i giudici avrebbero obbligato l'Ente Federale per il farmaco a concedere altri 'permessi di coltivazione' ai pazienti non in grado di pagarsi la cannabis privatamente in farmacia, perché lì il diritto alla salute è evidentemente e concretamente un diritto primario, mentre da noi in Italia, questo diritto è scritto solo sulla Carta Costituzionale. digenza economica e una rete di solidarietà ancora embrionale non hanno permesso altro che la possibilità di entrare nel limbo di arresti domiciliari senza rete e senza comunicazione. Un plauso alla Germania che fissa una scadenza precisa diretta alle assicurazioni, mentre da noi sarebbe indirizzata al Ministero e/o alle Regioni, il mancato rispetto della quale non mette comunque in discussione il diritto del paziente ad auto-coltivarsi la cura. Sarebbero argomentazioni potentissime per convincere il nostro ti affetti da cancro. Disturbi gastrointestinali, sindrome di Tourette, epilessia e altri disturbi psichiatrici concorrono a un altro 3,5-4%. Fra diagnosi psichiatriche figurano disturbi ansiosi generalizzati, personalità borderline, dipendenze, disturbo da stress postraumatico e disturbi ossessivo-compulsivi, ma anche disturbi respiratori. Balza agli occhi che nella risposta non vengano citate le 'evidenze scientifiche definitive', di norma usate dalle istituzioni per giustificare la limitazione a quasi zero della cura. Al contra- UNICA ECCEZIONE IL CANCRO, SI CAPISCE, PERCHÉ LÌ LE CIFRE DEL BUSINESS SONO STRATOSFERICHE. NON SCHERZIAMO CON LE COSE SERIE. Al punto di stabilire per Legge la copertura dei costi della cura, come rimedio per evitare il diffondersi delle autocoltivazioni legali tra i pazienti. In Italia si preferisce la più sbrigativa minaccia del carcere. Emerge a questo punto il passaggio mancante, ovvero una presa di posizione concreta e fattiva dei giudici, nonostante i vari commenti fatti, da Saviano alla Direzione Antimafia. Fa fede di questa discrasia o meglio, aberrazione, la vicenda del musicista Fabrizio Pellegrini, che dovrebbe spingere sul giudiziario con denunce e ricorsi, e chiedere autorizzazione alla Lorenzin. Nel suo caso l'in- Ministero ad aprire alla cura per tutte le indicazioni dai pazienti. Un altro dato importante emerge dalle interpellanze dei Verdi al Bundestag, che hanno pubblicato i dati relativi ai pazienti che hanno ottenuto il permesso speciale. La maggioranza soffre di dolore cronico, per un totale di 438 pazienti che costituiscono il 62%, fra cui figurano casi di spasticità da sclerosi multipla, un paziente su quattro e seguono i pazienti con ADHD e depressione, con il 12%. Il Governo ha anche dichiarato che il 4,5% dei pazienti soffre di anoressia, notoriamente, pazien- rio, quasi seguendo le indicazioni di Grotenhermen e Hazekamp, partono dalle necessità del paziente e necessariamente dalle prescrizioni che ha ottenuto dal rispettivo medico (la Germania non è l'Olanda...), ma dalla statistica dei gruppi emergono con prepotenza indicazioni psichiatriche per la cannabis che farebbero drizzare i capelli e tutti i peli alla Lorenzin: ADHD, depressione, ansia, borderline, dipendenza da sostanze, PTSD, stati maniacali ossessivo-compulsivi. Unica eccezione il cancro, si capisce, perché lì le cifre del business sono stratosferiche. Non scherziamo con le cose serie”. RM RM SV CULTURA CANNABICA 49 Anche perché la ganja è considerata una pianta Ital, pura e vitale, che ti porta a raggiungere la trance e il contatto con Dio, dai Rasta chiamato Jah. La cannabis è quindi vista come un mezzo per portare pace e prosperità in chi l’assume e di conseguenza nel mondo, veicolata dalla musica reggae ad innalzare gli spiriti delle persone verso il divino. L’erba va quindi legalizzata. Nessuno è più antiproibizionista dei Rasta, che considerano la ganja una creazione di Dio e le leggi che la vietano come figlie del demonio. In quanto pianta del Creato, dovrebbe semplicemente crescere libera e selvaggia (senti “Wild and Free” di Ziggy Marley!), senza nemmeno il bisogno di essere coltivata. Ed i tentativi di reprimere chi la consuma sono concepiti come il tentativi del diavolo di reprime Dio. Se in Italia il prete cattolico converte il pane e il vino nel corpo di Cristo con la preghiera, analogamente l’adepto RastafarI, pronunciando una preghiera prima del consumo di ganja (“Gloria al Padre e Creatore, come era all’inizio, è ora e sarà sempre”), trasforma l’erba nel Signore. La percezione è quella che lo spirito del Signore viva nella pianta di ganja e passi in chi l’assume, un pò come da molto tempo credono i credenti in Shiva. Rasta & ganja In diverse culture c’è un uso sacro della ganja, dai sadhu dell’India, ai sufi ed i pellerossa, ma solo una sembra attecchire trasversalmente in tutto il mondo, la filosofia RastafarI. Nata in Giamaica nel 1930, data dell’incoronazione di Ras Tafari Haile Selassie I sul trono dell’ultimo Imperatore d’ Etiopia (per dare un’idea storica, colui che per primo sconfisse il fascismo quando Mussolini tentò di colonizzare il Corno d’Africa), sta lentamente allargando il numero di fedeli in tutto il mondo, grazie al messaggio universale e pacifico del suo leader naturale. Le buone vibrazioni Rasta, garantite anche dal consumo di ganja (non obbligatorio tra i RastafarI!) hanno contagiato anche il mondo occidentale, e pure in Italia si vedono sempre più uomini e donne che portano i capelli a trecce e vestono con i colori della bandiera etiope: verde, giallo e rosso. Il rapporto tra Rasta e Ganja è piuttosto controverso, e se un occidentale vuol per comprenderlo fino in fondo, deve necessariamente ribaltare la propria mente, Di Davide Calabria ([email protected]) accettando una cultura africana. E’ necessario approcciarsi alla ganja con un tocco di misticismo (hai presente la canzone “Natural Mystic” di Bob Marley!?!?), anche perché i semi d’erba sono stati portati in Giamaica dai lavoratori giunti dall’India a metà del XIX secolo, con tutta la contemplazione tipica della loro nazione. Queste persone hanno tramandato ai giamaicani anche l’uso della parola ganja per definire la cannabis, e quello del cilum per il consumo. I giamaicani hanno quindi iniziato ad associare il consumo di cannabis con la lettura della Bibbia, il libro donato loro dai colonialisti nel tentativo di convertirli a qualche sorta di cristianesimo occidentale. Il misticismo e l’apertura mentale innescata dalla cannabis hanno però portato ad una nuova interpretazione biblica, molto più letterale e realistica rispetto a quella del catechismo italiano. I RastafarI sono la continuazione dell’ebraismo e della cristianità originali, e vedono nella figura di Haile Selassie, Cristo risorto di tutte le religioni, Dio fatto carne. Credono che la ganja sia il famoso Albero della Vita del libro sacro, con riferimenti anche in altri passi, come, per esempio, nella Genesi 3:18 (“Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba campestre”) e nell’Apocalisse di Giovanni 22:2 (“le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni”). Secondo tradizione Rasta, la cannabis fu ritrovata anche sulla tomba del Re biblico Salomone, forte, bello e saggio, grazie alla conoscenza della pianta sacra. La bibbia autorizza il Rasta ad assumere cannabis come cibo, medicina (è storicamente risaputo le sue proprietà siano benefiche per il raffreddore, l’asma e, per esempio, il glaucoma) e per favorire la meditazione. La cannabis occupa in definitiva un posto speciale tra le altre piante del Creato ed è usata in cerimonie e riti. Il suo uso non è rivolto ad andare fuori testa, allo sballo, ma dev’essere esercitato con autodisciplina, prestando attenzione alla propria interiorità. Così facendo, si raggiunge una certa maturità sul tema, che, accompagnata dall’abitudine di mangiare sano (Ital), preferendo la dieta vegetariana e vegana, o perlomeno seguendo le indicazioni bibliche sui cibi puri e impuri (Levitico 11), porta ad avere uno spirito pulito. Maturità e igiene spirituale aprono le porta al consumo di ganja tramite il Calice, che diversamente rispetto alla cultura cattolica legata al vino, è costituito da una noce di cocco svuotata e riempita d’acqua a far da filtro, forata in due punti per inserirci un cilum carico d’erba e un tubo come bocchetta, a volte di bambù, per inalare quando il braciere è acceso. Quando assunto tra fratelli, il Calice va ritualmente fatto girare a destra, seguendo la rotazione terrestre, per trovare una maggiore armonia con il Creato. I Rasta più puri considerano droghe come il caffè e il tabacco velenose e assumono cannabis al naturale. Altri preferiscono mischiarla in modo bilanciato con il tabacco, soprattutto quando la consumano in lunghe sedute di gruppo per discutere. Così facendo si sente meno la fame, la sonno e si riesce a star seduti a ragionare. Il Reasoning, questo il nome inglese per definire questa pratica, rivolge il consumo di cannabis al ragionare su questioni che riguardano la comunità, e gli argomenti possono spaziare dal mondo degli affari, alla politica, l’economia e l’ambiente. Per ragionare bisogna entrare dentro se stessi, e per farlo bene bisogna non essere pieni di sé, ma lasciare spazio a Dio, ponendosi come un tempio vivente, grazie all’erba. La ganja è quindi considerata l’incenso per purificare il tempio, il corpo, atto a stimolare discorsi con una vena spirituale. Sfruttando il miglioramento del respiro, che dà vitalità, l’erba è usata anche per favorire la meditazione, intesa 50 in senso yogico, ed entrare maggiormente in unione con il Creato. Attraverso l’ascolto delle sensazione apre al piacere e porta alla voce interiore, quella di Dio. Un consumo oltre la mondanità, quindi, volto alla conoscenza di sé e del soprannaturale rapporto con il Creatore, per trovare il proprio Io interiore, reso luminoso dal Dio, e portarlo con sé nella vita quotidiana. Un’erba per creare una cultura divina, opposta al mondo diabolico creato dall’uomo che la vieta. E se tra i fratelli Rasta, il fumare rappresenta il metodo più comune d’assunzione, le sorelle spesso preferiscono mangiarla, con altri cibi salutari, e berla in tisane per prevenire dolori e malattie. Quest’ultimo metodo, in caso di necessità, è ritenuto molto valido anche contro le nausee della gravidanza. Inutile quindi cercare di fare il lavaggio del cervello al Rasta, definendo l’erba come demotivante o con altre accezioni negative. lettura della Bibbia. E’ di conseguenza un mezzo eccezionale contro l’omologazione e per trovare uno spazio incline alle proprie attitudini, grazie alle visioni naturali che fino a 2 once (57 grammi) d’erba, è vendibile dietro ricetta medica e coltivabile nel numero massimo di 5 piante a persone. La legge permette anche l’uso religioso, lasciando ai puntare sul turismo rurale, i Rasta e il reggae, rendendo entro il 2017 la cannabis legale per i turisti. Secondo il piano, sarà possibile beneficiare della cannabis con IL RAPPORTO TRA RASTA E GANJA È PIUTTOSTO CONTROVERSO, E SE UN OCCIDENTALE VUOL PER COMPRENDERLO FINO IN FONDO, DEVE NECESSARIAMENTE RIBALTARE LA PROPRIA MENTE, ACCETTANDO UNA CULTURA AFRICANA. genera. Nonostante la filosofia RastafarI sia evidentemente pacifica e amorosa nei confronti della vita e del Creato, Universo incluso, è stata negli anni motivo di persecuzione. La criminalizzazione della ganja è nata, secondo i Rasta, per reprimere il loro credo gioioso, che è rivelato assumendola. Ciò rende il Rasta un facile bersaglio, e non si contano perquisizioni Rasta la possibilità di possederla e coltivarla senza limiti quantitativi nei luoghi di culto. Una decisione che sembra assecondare una sentenza storica a livello mondiale, quella della Cassazione italiana, che nel 2008 accolse il ricorso di una persona che si dichiarava RastafarI, trovata in possesso di 100 grammi d’erba, e colpevolizzata da un tribunale con l’accusa di spaccio, un’autocertificazione di bisogno medico, ed i non residenti potranno rifornirsi in chioschi autorizzati da una licenza a vendere cannabis nei pressi dei luoghi turistici. Quella Rasta è una filosofia amante della verità e per chi in Italia volesse comprendere più a fondo questa cultura, il consiglio è di rivolgersi al sito internet Rastafari-regna.com. Il portale è amministrato da Ras Matyas, teologo RastafarI e maestro di mistica, che sta lavorando per la più antica organizzazione Rasta, l’Ethiopian World Federation, al fine di portare sezioni in Italia, ed al quale ho posto un paio di domande di approfondimento: ,Q TXHVWR SHULRGR VWRULFR VSHVVR LO consumo di cannabis è privo di consapevolezza e giudicato dai benpensanti FRVDIULYROD'RYHVLSRQHLO5DVWD" Il Rasta rifiuta il radicalismo edonistico che spesso promuove la liberalizzazione della ganjah. La nostra è una posizione eminentemente spirituale e culturale, considerandola parte delle nostre pratiche meditative e medicinali. Noi siamo contrari al concetto occidentale di sballo, inteso come sospensione delle facoltà mentali e dell'equilibrio morale: fumiano piuttosto per migliorare queste facoltà e questo equilibrio, nella prospettiva del servizio di Dio e delle nostre famiglie. Alla lunga sarà il Rasta a cambiare la mentalità occidentale, vedendo il rallentamento innescato dalla cannabis come un fattore positivo. La ganja ti fa letteralmente scendere dal treno in corsa della nostra società, definita Babilonia, ed è un fattore che ti allontana dal materialismo tipico di questo mondo che la vieta. Anziché tendere a correre verso qualche centro cittadino alla ricerca di successo, consumandola consapevolmente si finisce col preferire la campagna, per meglio rapportarsi con la natura, Dio e trovare un proprio spazio nel Creato. Rendendo irrisorio il materialismo, la persona che la consuma è più sobria, umile e rispettosa dei precetti religiosi. Quando una persona la consuma, tende ad essere soddisfatta per quello che già si possiede, e ciò rende la salvezza una questione spirituale, svincolata dai beni terreni. La ganja è dunque vista come un rifugio dalle pressioni del mondo degli uomini, specialmente quando accompagnata dalla a prescindere in dogane e aeroporti, per esempio. Alcuni profeti e cantanti reggae Rasta, del calibro di Bob Marley, Peter Tosh e Lucky Dube, per esempio, sono addirittura morti in circostanza a molti sembrate dubbiose. preconfezionata dalla legge italiana. Praticamente tocca a Dio stabilire di quanta ganja ha bisogno un Rasta, non un uomo. Ora il Ministro del Turismo Edmund Bartlett si è reso conto dell’impennata di turismo nello Stato del Colorado (USA), a seguito della legalizzazione ludica UN’ERBA PER CREARE UNA CULTURA DIVINA, OPPOSTA AL MONDO DIABOLICO CREATO DALL’UOMO CHE LA VIETA. Qualche Nazione, però, sta finalmente capendo che non c’è niente di male e legalizzando la cannabis. Tra queste la Giamaica, dove dal 2015 è legale possedere (quando quello italiano? Sveglia Franceschini!), che ha portato a una crescita del 175% delle prenotazioni alberghiere, e il Governo caraibico sta pensando di 2) Che rapporto esiste tra fuoco, L5DVWDHO DUGHUHODFDQQDELV" Mentre il nostro corpo è fatto di acqua e terra, il nostro spirito è composto di aria e fuoco. Attraverso il fumo cosciente, dunque, alimentiamo quella parte più interiore e spirituale della nostra sostanza. Il Fuoco è il primo elemento creato da Dio in principio, e la sua esperienza ci riporta alla realtà originaria e intangibile da cui tutto proviene. Nel fuoco vi è anche il potere di purificazione dalle impurità morali e fisiche della società umana, ed è con questa coscienza che la ganjah viene assunta tra i Rasta, per l'esame di se stessi e la propria correzione spirituale. Secondo la tradizione Rasta, i prossimi 1000 anni saranno nel segno di RastafarI (Apocalisse di Giovanni 20, Il regno dei mille anni). I Rasta, quindi, salveranno il mondo, con 1000 anni di ganja per guarire le nazioni e questo pianeta malato. La ganja, nella sua interezza come pianta, tornerà a nutrire, vestire e curare l’uomo e la Terra. Così com’era, sarà, ma questa volta con a maggior consapevolezza, derivata dalla ragione scientifica che l’ha investigata anche in questi anni bui, e la guida dei Rasta verso la luce e un mondo giusto. Lunga vita ai Rasta. presenta: Lampada LED da coltura SolarSystem 550 “La lampada LED più innovativa sul mercato per la tua grow room”. - assorbimento 400W – sostituisce lampada HPS da 600W opzione alba/tramonto spettro luminoso regolabile – rosso, blu e bianco potenza regolabile dallo 0 al 100% unità di controllo palmare programmabile gratis un buono del valore di €75 per semi Dutch Passion garanzia di 5 anni made in California, USA. 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Negli anni '60, agli albori della war on drugs, lo scienziato israeliano Raphael Mechoulam – più volte citato sulle pagine di questo giornale, proprio in riferimento alla marijuana medicale – partendo da dell'hashish libanese confiscato dalla polizia, fu uno dei primissimi ricercatori ad isolare il cannabidiolo, l'ormai celeberrimo CBD, fino ad allora non annoverato tra i componenti principali della cannabis. Poco dopo, nel 1964, fu sempre il dottor Mechoulam, a determinare la struttura del Delta-9-tetraidrocannabinolo (THC): l'équipe coordinata dal chimico e biologo, oggi 86enne e con 200 studi sulla cannabis medicale all'attivo, era composta da Yechiel Gaoni e Habib Edery e l'intera ricerca fu portata avanti all'Istituto Weizmann di Rehovot, a circa 20 kilometri da Tel Aviv. Usando la sua credibilità e soprattutto i risultati delle sue straordinarie analisi come garanzia, Mechoulam convinse il ministro della Sanità israeliano a creare un programma di sperimentazione diretta di cannabis medica, sostenuto e finanziato dal governo. Nel 1992 il ministero legalizzò l'uso della marijuana medica e come primo provvedimento venne istituto un programma di somministrazione di cannabis medicale che, in vigore tutt'ora, viene usato da circa 23.000 pazienti israeliani per la cura di patologie gravi. Sebbene nello stato mediorientale l'uso ludico della cannabis rimanga illegale e severamente punito (con pene fino a 3 anni di reclusione pe il semplice possesso), l'approccio liberale della nazione in merito agli studi sulla pianta funge tuttora da esempio per le altre nazioni nel caso in cui si debba ottenere l'approvazione per la ricerca clinica ed agricola. E la nostra è una tra quelle, se si pensa che il modello di individuazione delle patologie interessate e quello riguardante le modalità di distribuzione e somministrazione presente nelle proposte di legge attualmente in elaborazione e discussione, sembrano ricalcati dalle linee guida del ministero israeliano, il Misrad HaBri'ut. Il che non è necessariamente un male. Lo scorso mese, ad esempio, il dottor Adi Eran, capo del dipartimento di neurologia pediatrica allo Shaare Zedek Medical Center a Gerusalemme, ha ottenuto il permesso del governo per la primissima sperimentazione certificata della cannabis nel trattamento dell'autismo negli adulti e nei bambini. Un'altra iniziativa decisamente lodevole del ministero della Salute israeliano è stata quella lanciata lo scorso anno per la sensibilizzazione all'utilizzo di farmaci alternativi: una campagna online pensata in modo da rendere più agevoli le interminabili ISRAELE E IL SUO GOVERNO HANNO POSTO DECISAMENTE POCHI PALETTI ALLA RICERCA SULLA MARIJUANA MEDICINALE, MOSTRANDO UNA TENDENZA MOLTO LIBERALE procedure burocratiche alle quali si devono sottoporre i pazienti per ricevere il farmaco. Alla faccia del fertility day nostrano e del ministro del fail Beatrice Lorenzin, che per salvaguardare la continuità della razza italica ruba da google image la foto di un afroamericano che fuma un bong e dice di evitare le “cattive compagnie”, gli specialisti del ministero della Sanità di Isreale insegnano ai pazienti come utilizzare in modo proprio il farmaco cannabinoide, che si può fumare, inalare, ingerire assumere tramite gocce o anche con una crema cutanea. I medici che ne raccomandano l’uso sono oncologi, specialisti del dolore, reumatologi e talvolta anche i medici di famiglia possono prescriverne l’uso a pazienti che secondo loro non hanno altre possibilià di cura. I trattamenti servono a combattere problemi neurologici cronici come la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, dolori cronici per malattie come il cancro, fibromialgie o amputazioni, ai quali si aggiungono problemi legati all’alimentazione come l’anoressia e altre complicazioni alimentari, dove la funzione della cannabis è quella di stimolare l’appetito. Per quanti hanno fiutato l'enorme business generabile dal mercato della cannabis medica, l'atteggiamento adottato da Israele nei confronti della ricerca sui cannabinoidi – ovvero il semplice lasciarla libera di operare, proteggendola dall'ingerenza della politica e dai colpi di coda della legge sulle droghe, tuttora di stampo proibizionista – dovrebbe servire da esempio per i legislatori in tutto il mondo. Al contrario dell'Italia ma anche dei più liberali Stati Uniti, Israele e il suo governo hanno posto decisamente pochi paletti alla ricerca sulla marijuana medicinale, sia essa di puro stampo scientifico-divulgativo o più strettamente clinico-sperimentale. La nazione mediorientale ha infatti istituito specifiche policies che rendono possibile 54 l'investigazione scientifica con restrizioni minime, eliminando dall'altro lato gli ostacoli giuridici che inficiano la ricerca. Ma c'è di più. Lo scorso giugno il governo israeliano ha annunciato la redazione di linee guida per la regolazione a livello nazionale dell'uso di cannabis nella ricerca scientifica, mentre in agosto i ministeri della Sanità e dell'Agricoltura hanno ufficialmente dichiarato che a partire dalla metà del 2017, per i ricercatori nazionali e non, sarà messa a disposizione una nuova struttura, interamente dedicata, che andrà sotto il nome di Centro Nazionale per la Ricerca sulla Cannabis Medica. Il centro verrà gestito sotto la supervisione di un secondo centro, già istituito dal ministero dell'Agricoltura, il Volcani Center che a livello globale vanta un curriculum di tutto rispetto in materia di studi agronomici. Nirit Bernstein è una collaboratrice di lunga data del Volcani Center, e la sua area di competenza riguarda gli effetti dell'ambiente sulle piante. Negli ultimi 3 anni si è concentrata sulla cannabis, in special modo sulla possibilità di ottimizzare le sue pratiche di coltivazione; intervistata dal cannamagazione The Cannabist, ha dichiarato che “ci sono molte più cose ancora sconosciute, rispetto a quelle verificate” sulla biochimica, sulla fisiologia e sull'impatto medico della marijuana. “Oltre ai pricipali cannabinoidi, THC e CBD, la cannabis contiene più di 100 altri cannabinoidi ed oltre 300 metaboliti secondari aggiuntivi: la magia della cannabis sta proprio nella combinazione di questi minuscoli elementi”. Quello che al momento però manca di più alla ricerca sulla canapa medica sono i fondi: in Israele, così come negli Stati Uniti e in Europa. In Israele la raccolta fondi viene gestita sia privatamente che dal settore pubblico. Se il Colorado ha approvato una spesa di soli 9 milioni di dollari per la ricerca sugli sviluppi delle applicazioni mediche, temendo che la DEA sequestri i laboratori; il vantaggio che gli imprenditori e i ricercatori israeliani stanno mettendo a frutto per guadagnare un gap di know-how e tecnologia nei confronti dei concorrenti, è dato soprattutto dalle politiche liberali del paese in materia. E si tratta di un’operazione che a quanto pare sta riuscendo, visto che anche il Quartz, uno dei più influenti quotidiani online di economia e finanza, ha definito Israele come “l’epicentro del business della leader di aziende hi-tech, agro-tech, e, ovviamente, investitori. "Siamo interessati all’Italia e tutta l’Europa, l’Australia e l’Africa, questi sono i mercati emergenti secondo noi". Nel frattempo, il governo israeliano – Likud e socialisti, al contrario del nostro parlamento, non si azzuffano sulla canapa ma anzi collaborano – sta studiando la strategia migliore per trarre il massimo vantaggio da questa nuova ventata liberale. Recentemente ci sono stati infatti diversi annunci sulla possibilità di esportare la marijuana medica coltivata Batya, a sud di Tel Aviv, aveva emesso una sentenza religiosa che dichiarava la cannabis terapeutica come kosher e quindi conforme ai dettami religiosi che regolano la dieta e la nutrizione degli ebrei osservanti. Fino ad allora, mai nessuno si era mai chiesto se fosse il caso di calare anche la cannabis nelle necessarie certificazioni relative a cibo e bibite. La cannabis generalmente si fumava, e per questo il problema in Israele non si poneva ma quando la pianta viene utilizzata per produrre derivati che possono anche includere l'ingestione, allora occorre NEGLI ULTIMI DUE ANNI LE AZIENDE USA HANNO INVESTITO SU ISRAELE CIFRE CHE SFIORANO I 50 MILIONI DI DOLLARI IN START-UP, BREVETTI FARMACEUTICI E DISPOSITIVI DI SOMMINISTRAZIONE cannabis mondiale”, raccontando come sempre più grandi investitori stiano dirigendo il proprio denaro nel paese ebraico per finanziare le ricerche sulla cannabis. Il CEO di iCan Saul Kaye ha dichiarato alla agenzia Reuters che negli ultimi due anni le aziende a stelle e striscie hanno investito su Israele cifre che sfiorano i 50 milioni di dollari in start-up, brevetti farmaceutici e dispositivi di somministrazione, come i vaporizzatori Secondo Saul Kayne oggi in Israele ci sono già 150 aziende coinvolte nel "business" della cannabis terapeutica. Il suo incubatore iCan (crasi di Israel Cannabis) si occupa delle startup che vogliono buttarsi in questo settore, e anche se si tratta di un mercato agli inizi Kaye è entusiasta: "La differenza con l’hi-tech di 20 anni fa è che abbiamo una base di utenti già pronta ad acquistare i prodotti", ha spiegato. Kaye e il suo team hanno anche lanciato "CannaTech", conferenza che porta a Tel Aviv in Israele, proprio come ora fa l'Olanda. E la nostra italia, visti i risultati a dir poco disastrosi dell'Istituto Chimico Farmeceutico di Firenze, potrebbe essere uno dei paesi ad importare. seguire un preciso protocollo che non preveda l'uso di pesticidi, la possibile presenza di insetti, l'utilizzo di ingredienti impuri, di attrezzature dedicate, eccetera. Non si sarebbe in Israele se non ci si fosse poi posti il problema di offrire agli utenti un prodotto che fosse anche kosher, elaborato cioè seguendo una serie di obblighi che devono esser certificati da un'apposita commissione rabbinica. Se coltivata in Israele, secondo la provvisioni della shmita - come l'uomo al settimo giorno, anche la terra dave riposare ogni sette anni deve riposare - la cannabis è automaticamente kosher, se coltivata fuori dallo Stato ebraico la shmita non vale e quindi occorre lo hechsher l'approvazione di coltivazione kosher. Il rabbino Menachem Genack, direttore della Orthodox Union ha affermato d'esser "lieto di concedere la certificazione per prodotti di cannabis medica sviluppati per alleviare il dolore e la sofferenza in conformità con la legge, ricordando come per "l'ebraismo la salute sia una priorità" e che quindi "incoraggia l'uso della medicina per migliorare la salute o ridurre il dolore. Era il 2013 quando un rabbino ortodosso di spicco della città israeliana di Mazkeret Utilizzare prodotti di cannabis medica consigliati da un medico non dovrebbe essere considerato come un chet, un atto peccaminoso, ma piuttosto come un mitzvah, un imperativo, un comandamento". Ci sarà qualche prete o imam pronto ad affermare altrettanto? 56 GROWING MARIJUANA LA FARMACIA DEL VILLAGIO L'ORTICA DIOICA, UNA PIANTA BENEFICA riconoscere per via dei suoi peli urticanti; maggio è il mese migliore per raccoglierla poiché in questo periodo dell'anno gli elementi contenuti nella pianta raggiungono il massimo livello. Il processo di estrazione prevede la macerazione in acqua fredda della pianta intera ad esclusione delle radici. Sebbene una fonte di calore accelera la preparazione dell'estratto, lo stesso ne risentirà in termini di qualità, perdendo parte della sua composizione. Le proporzioni per la macerazione sono di 1:10 utilizzando foglie fresche e di 1:50 se si utilizzano parti secche. Delle innumerevoli piante che popolano il regno dei vegetali, l'Ortica dioica occupa un capitolo a parte, per via delle sue innumerevoli proprietà benefiche e per la stretta connessione che ha con la Cannabis. Sgradita dai più, la pianta di ortica è comunemente conosciuta per il prurito che provoca quando entra in contatto con la pelle. L'ortica è una pianta erbacea perenne, molto spesso cresce in luoghi incolti, zone umide e d'ombra, con un alta concentrazione di azoto, ma anche in presenza di letame oppure nei pressi di rovine, come le abitazioni in disuso. Gli usi che se ne possono fare di questa pianta sono tra i più svariati, infatti è utilizzato in ambito culinario essendo un elemento ad alto valore nutrizionale, ma anche nel campo della medicina, per trattare artriti, reumatismi e problemi alla vie urinarie oppure nel settore tessile, come fibra e in anche in agricoltura ha un ampio spettro di applicazione. Anche se non tutti i sistemi di classificazione sono d'accordo, l'Ortica dioica e la Cannabis Sativa L., fanno parte dello stessa famiglia cioè quella delle Urticaceae. Come la Cannabis, anche l'Ortica è una pianta dioica, per via della presenza di fiori maschili e femminili su individui differenti. Alcuni ricercatori stanno studiando delle possibili interazioni tra la pianta di cannabis e l'ortica coltivate nello stesso ambiente, come ad esempio l'aumento di oli essenziali da parte della cannabis. Ma ora andiamo a vedere come può esserci utile nella coltivazione di marijuana. Il preparato di ortica è estratto a partire dalla pianta, per macerazione della stessa. La disponibilità di elementi che lo compongono, lo rende idoneo in molte situazioni; è ad alto contenuto di ferro e silicio, inoltre è ricco di azoto, magnesio, potassio, microelementi, tracce di elementi ed enzimi. L'acido salicilico e l'acido formico, contenuti in abbondanza, lo rendono un validissimo agente anticrittogamico, contro afidi e ragno rosso. Può essere utilizzato anche come fungicida preventivo contro oidio e altri malattie fungine. È anche un ottimo fertilizzante, infatti è molto efficace per trattare carenze nutrizionali, inoltre promuove la produzione di clorofilla, che insieme all'elevato contenuto di ferro, lo rendono adatto per curare eventuali clorosi ferriche. Risulta utile anche per fare germinare i semi, infatti avendo delle proprietà immunostimolanti, fornisce gli elementi necessari in ogni fase di crescita, stimola lo sviluppo di un sistema immunitario forte, garantendo delle piante resistenti e vigorose. Non meno importante è la funzione di attivatore/ stimolatore della vita microbica del terreno e lo si può utilizzare anche per accelerare la decomposizione del compost. In commercio è molto facile trovare delle aziende che producono un ottimo estratto di ortica, ma è altrettanto facile prepararlo in casa. Innanzitutto procuriamoci il materiale iniziale per preparare l'estratto. Abbiamo bisogno di un contenitore preferibilmente di ceramica o terracotta, evitate metalli trattati al di fuori dell'acciaio inossidabile; una rete con maglie sottili, una corda, un imbuto, una maglia non troppo spessa da utilizzare come filtro e delle bottiglie di vetro dove conservare il preparato. Per quanto riguarda il tipo di ortica di cui abbiamo bisogno, si tratta del genere Urtica dioica che è molto diffusa in tutta Europa e la si può Passiamo alla parte pratica: sminuzziamo la pianta in piccole parti, per agevolare il contatto con l'acqua, riempiamo il contenitore di ceramica con 10 litri di acqua fredda e immergiamo all'interno 1kg di foglie e rami freschi dell'ortica appena sminuzzata. Chiudiamo il contenitore con la rete e fissiamola con la cordicina. La rete permette lo scambio di ossigeno con l'ambiente circostante ma allo stesso tempo impedisce agli insetti di avvicinarsi e contaminare la soluzione. Conserviamo il contenitore in luogo buio e asciutto, per esempio una cantina. Una volta al giorno scuotiamo il contenitore per amalgamare meglio il contenuto. Lasciamo macerare la soluzione per circa due settimane, quando la schiuma sarà scomparsa del tutto, passiamo alla fase di filtraggio. Sostituiamo la rete che chiude il contenitore con la maglia che utilizzeremo come filtro; fissiamo la maglia con la corda al contenitore, inseriamo l'imbuto nella bottiglia di vetro e versiamo all'interno la soluzione di acqua, foglie e rami di ortica. Il contenuto solido verrà trattenuto dalla maglia mentre la soluzione acquosa finirà all'interno di ciascuna bottiglia. Il tempo di macerazione può variare da poche ore ad alcune settimane: se il processo di macerazione dura 12/24 ore, otterremo un estratto molto leggero; al contrario, se la soluzione la lasciamo macerare per una settimana o più, otterremo un preparato molto concentrato, da diluire per ogni sua applicazione. 9HGLDPROHPRGDOLW¢GLVRPPLQLVWUD]LRQH ɕ SUHSDUDWRGLRUWLFDPDFHUDWRRUH va polverizzato direttamente sulla pianta, come repellente contro afidi e ragno rosso; ɕ SUHSDUDWRGLRUWLFDPDFHUDWRVHWWLPDQH diluito in acqua, con la proporzione di 100 ml/litro, stimola la germinazione di semi, se immersi per venti minuto; bagnare le talee interamente prima del trapianto, ha effetto insetticida e assicura alle future piantine una forte base nutrizionale; ɕ GLOXLWRLQDFTXDPOOLWURSROYHUL]]DUHOD pianta intera, per trattare clorosi ferriche; ɕ GLOXLWRLQDFTXDPOOLWURLUULJDUHLO substrato, attiva la vita microbica del terreno, fornendo inoltre una base nutrizionale completa; ɕ L UHVWL GHO SURFHVVR GL SUHSDUD]LRQH mischiati con il compost, ne accelerano la sua decomposizione. Insomma di motivi per averlo sempre in case ce ne sono davvero tanti! [email protected] CANNATAINMENT 57 Guardate High Mantainance! LO SHOW PERFETTO PER LA NUOVA CANNABIS-ERA Ogni era ha i suoi miti, i suoi simboli e le sue narrazioni. Quando si parla di rock si pensa ad Elvis, alla Fender e a The Wall. Ora che ormai anche la cannabis è assurta all'olimpo del mainstream, cominciano ad affacciarsi prodotti che possono ambire allo status di “cult”. Se Game of Thrones è l'apoteosi del fantasy e Twin Peaks rappresenta ancora a 25 anni di distanza il meglio del noir, High Mantainance può di certo sperare di ritagliarsi uno spazio in quella che un giorno sarà la “Cannabis Hall of Fame”. di Giovanna Dark High Maintenance nasce e si sviluppa attorno al personaggio di “The Guy” - anonimo sostantivo che gli anglofoni usano per definire una persona X –, un affabile ed affidabile fattorino che consegna buste di marijuana, rigorosamente in bicicletta, nel quartiere newyorkese di Brooklyn. Ogni episodio ruota attorno ad uno dei suoi clienti e racconta, in un tempo che varia dagli 8 ai 30 minuti, una storia che di fictional ha molto poco. almeno negli States, è assurta ad essere un prodotto di consumo quotidiano che non necessita più della censura mediatica, ma può tranquillamente essere inserito in un contesto narrativo adatto a qualunque tipo di pubblico. L'idea è nata dal duo composto da moglie e marito, Katja Blichfeld e Ben Sinclair – che nella serie veste i panni proprio di “The Guy” – ed ha debuttato sul canale online Vimeo nello scorso 2012, riscontrando una buonissima risposta dal pubblico delle web serie e guadagnandosi ben 6 stagioni. Il prodotto è stato quindi notato dal gigante della TV on demand HBO, che ha cominciato a trasmettere la nuova stagione a partire dallo scorso 16 settembre. Nella serie si assume, ad esempio, come normale che The Guy viva spacciando marijuana e consegnandola a domicilio. Ogni episodio è dedicato a una consegna, ai clienti che l’hanno richiesta e alle loro motivazioni, e si sviluppa nelle loro case. The Guy si fa pagare piuttosto caro per i suoi servizi, 50 dollari: i suoi clienti, però, non assomigliano per niente allo stereotipo del fattone che tanto piace ai comunicatori istituzionali nostrani. Sono persone con età e storie diverse tra loro ma – e qui forse si trova il limite della serie americana – tutte provenienti da una precisa fascia sociale: prevalentemente bianchi, di classe media, con case piccole e abitudini più o meno costose. La serie porta davanti alla telecamera l'uso mainstream che ormai viene fatto della cannabis e i suoi inevitabili e visibili effetti sulla società. High Maintenance è brillante nella misura in cui riesce a ritrarre tutto quello che sta succedendo attorno al mondo della cannabis, ora che finalmente non viene più demonizzata e, Tutti gli episodi sono intitolati con un nome proprio, il nome di una persona che non vediamo, ma che viene citata durante una conversazione tra i personaggi. La marijuana potrebbe essere vista come un pretesto nella serie, il filo conduttore discreto su cui però si muove inevitabilmente tutta la narrazione. NUOVA GENETICA DI FUSIONE! TANGIE GHOST TRAIN SPEDIZIONI VELOCI IN TUTTA ITALIA In High Maintenance si parla, in ordine sparso, anche di morte, matrimonio, figli, Airbnb, birdwatching, pasqua ebraica, corsi di autodifesa, topi, asessualità, identità di genere, catering alternativi, nipoti preadolescenti, musical, femminismo, moda, ospiti insopportabili, solitudine, gente che si attrezza per l’apocalisse, coppie aperte, insegnamento, turisti europei, agorafobia, contatori Geiger, cancro. È chiaro che la serie strizza l'occhio soprattutto ai venti-trentenni con qualche dimestichezza, presente o passata, con le droghe leggere, ma la varietà degli argomenti e il realismo dei personaggi la rendono perfettamente godibile anche per chi ha un’età diversa e per chi non ha mai fumato marijuana in vita sua. Anche lo spettro emotivo su cui si muove tutta la serie si estende parecchio: ci sono episodi più propriamente comici, altri drammatici, altri onestamente strazianti. In High Maintenance, specialmente nei primi episodi, si può ammirare infatti una vasta umanità: c'è il ventenne innamorato di una ragazza homeless, c'è un comico traumatizzato dagli abusi che ha subito da piccolo, una maestra delle elementari che si autodefinisce “asessuata” e un hacker metafisico. C'è della genuina commedia “da stoner e per gli stoner” ma non manca la NUOVA SEEDBANK IN UK: G-13 LABS! satira sociale. Quello in cui di certo la serie riesce meglio, sta però nel dipingere la personalissima complessità umana di ogni personaggio. Ogni cliente è un soggetto più che credibile, almeno per gli standard della grande mela e delle grandi metropoli in generale, in cui l'animo umano ha un pathos decisamente più marcato. High Mantainance è uno show che merita di essere visto nella misura in cui riesce a dipingere fedelmenete i benefici della cannabis nella quotidiana gestione di quell'immenso incasinassimo garbuglio che è la vita nell'epoca contemporanea. “The Guy” ha, parafrasando il famoso spot, l'antidoto al logorio della vita moderna e grazie ad esso offre anche connessioni, empatia, e una generale idea che forse non tutto è perduto, finchè siamo ancora in grado di scambiarci qualcosa. Ora che HBO si è accaparrata i diritti della serie, non sarà così facile reperire le puntate online come ai bei tempi in cui erano in streaming gratutito su Vimeo. Gli episodi non sono mai stati doppiati in italiano e anche i sottotitoli non sono facilisismi da trovare, se non si è degli smanettoni. Ma l'esercito degli instancabili che anima i siti di stream e sub provvederà sicuramente a colmare il vuoto. Perchè High Mantainance è davvero uno show che merita. PUOI RITIRARE SUBITO I TUOI ACQUISTI A MILANO PRESSO QUESTI STORE! GHOST TRAIN HAZE #1 (Rare Darkness) X TANGIE (Reserva Privada) LE MIGLIORI SEEDBANK SATIVA-DOMINANT HIGH YELDS IN 9-10 WEEKS x6 SEEDS PACKS TUTTI GLI STRAIN FRA CUI CINDERELLA 99 BLUE OG GIGABUD ... www.seedstore.it ROLLINGIZEH NE W 3 PROIND1OTTI GIZEH KING SIZE SLIM SUPER FINE + TIPS 34 KING SIZE SLIM PAPERS Super Fine (12 g/m²) Slow Burning + 34 FILTRI-TIPS FLEX SIZE Con doppia perforazione LA CHIUSURA MAGNETICA ed il blocchetto in cartoncino rigido SURWHJJRQROHFDUWLQHHGLȴOWULWLSVGDOOD polvere e permette l‘utilizzo di tutto LOFRQWHQXWRVHQ]DVSUHFKL &KLXVXUD magnetica ZHUROOJL]HKFRP POLITICA 59 Intervista con Melissa Wilcox dell'Associazione Americana per l'Accesso Sicuro alla Cannabis 47.055 persone sono morte nel 2014 negli Usa per overdose di antidolorifici legali ed illegali. Sono 125 persone al giorno, 5 all'ora, come afferma lo scrittore Don Winslow. Sulla spinta di questa emergenza, il Presidente Obama ha promulgato un decreto sulle dipendenze. Contemporaneamente, l'Amministrazione chiude gli occhi sulle alternative terapeutiche esistenti, anche perché, come ampiamente studiato dalle Autorità Sanitarie sudtirolesi, la cannabis si presenta come una valida alternativa per diminuire o sostituire gli oppioidi. Di questa crisi abbiamo parlato con Melissa Wilcox di ASA, Americani per l'Accesso Sicuro. Enrico Fletzer Perché un tale sviluppo catastrofico con persone che ormai si rivolgono direttamente al mercato FODQGHVWLQR GHOO HURLQD H QRQ DO PHGLFR" Ci sono molti fattori che hanno contribuito all'epidemia. Per molti anni i medici statunitensi si sono affidati in maniera esagerata agli oppioidi per il trattamento del dolore e molti riferiscono che, nonostante fossero gior parte di queste cliniche è stata chiusa con delle Leggi che le hanno messe al bando, ma molte di queste hanno operato per anni, aumentando il problema della dipendenza da oppiacei. Per quelli che soffrono di dolore cronico e che usano oppioidi da tanto tempo, la tolleranza che si sviluppa spinge la gente a usare dosi più alte di oppioidi per ottenere l'effetto, esponendoli a un maggior rischio di overdose accidentale. MOLTI PAZIENTI RIPORTAVANO COME LA CANNABIS POTESSE RIDURRE I SINTOMI DI ASTINENZA IN CASO DI CESSAZIONE DELL'USO DEGLI OPPIOIDI. coscienti dei rischi di dipendenza e del potenziale di overdose accidentali, in assenza di alternative, continuavano a voler fornire sollievo ai loro pazienti affetti da dolore cronico. Le industrie farmaceutiche produttrici di farmaci oppioidi hanno in parte contribuito all'epidemia. Ci sono state tante cosiddette “cliniche del dolore” che hanno reso l'accesso molto facile a chiunque avesse bisogno di una ricetta. La mag- Alcuni di questi pazienti si sono indirizzati verso l'eroina e altri potenti oppioidi per ottenere l'effetto ricercato. Inoltre, dal momento che gli oppiacei possono creare dipendenza, molti hanno cercato inutilmente di disintossicarsi. Fino a poco tempo fa, prima della nuova Legge firmata dal Presidente Obama (il CARA Act), c'è stato scarso sostegno per le persone dipendenti da oppioidi. Perché questo fenomeno riguarda in scala minore altri Paesi “privilegiati”, dove esiste un approccio abbastanza equilibrato DOO XWLOL]]RGLDQWLGRORULILFL" Io penso che Lei abbia già risposto. Non sono molto al corrente delle pratiche di gestione del dolore in altri Paesi, ma come diceva, io penso che i medici di altri Paesi abbiano attuato un approccio più equilibrato alla gestione del dolore. E forse vi è una minore pressione da parte delle industrie farmaceutiche nella prescrizione degli oppiacei. La maggior parte dei paesi del mondo non ha accesso né agli oppiacei né agli oppioidi. Per non parlare della cannabis come PHGLFLQD,OFDVRGHOO $IJKDQLVWDQ è piuttosto impressionante. Cosa SRVVRQRIDUHO $6$HOHDOWUH associazioni per la riforma delle SROLWLFKHVXOOHGURJKH" Uno degli obbiettivi principali di ASA è un lavoro di lobby nei confronti sia dei Parlamenti Federali che Statali per attuare programmi efficaci sulla cannabis medica, per dare ai pazienti accesso alla cannabis medica in quanto opzione di trattamento terapeutico. ASA mira all'educazione congiunta di medici e pazienti, con una serie di mezzi (programmi, eventi educativi, risorse online, ecc.. ASA ha anche sta- bilito dei gemellaggi con un istituto di ricerca della Repubblica Ceca per fare ulteriori ricerche nel campo dei benefici della cannabis come medicina. Può la cannabis in quanto droga di uscita essere utilizzata in casi di dipendenza da oppioidi oppure come ausilio per modulare la JHVWLRQHGHOGRORUHFRQO XWLOL]]R GLHQWUDPEH" Gli studi hanno dimostrato che la cannabis agisce in concerto con gli oppiacei per ridurre la quantità di oppioidi necessari e in alcuni casi per sostituire gli oppiacei in assoluto. Molti pazienti riportavano come la cannabis potesse ridurre i sintomi di astinenza in caso di cessazione dell'uso degli oppioidi. Ultima domanda, ma non per LPSRUWDQ]D,OGLULWWRGHLSD]LHQWL di accedere al trattamento con ODFDQQDELVLQFOXGHDQFKHO DXWRPHGLFD]LRQHHO DXWRFROWLYD]LRQH VSHVVRHVFOXVHGDOOHDXWRULW¢" Ci sono 25 Stati negli Usa, oltre al Distretto di Columbia, la capitale Washington, che hanno programmi medici completi. Le regole di ogni programma variano ampiamente da Stato a Stato e in alcuni territori i pazienti sono autorizzati a coltivare piante per uso personale, il cui numero è generalmente limitato. WWW.ZAMNESIA.COM SCIENZA DELLA CANNABIS 61 I FITOCANNABINOIDI NEL JOINT IN UN TIRO DI SPINELLO NON C’È SOLO THC La pianta della Cannabis è una fonte preziosa per l'umanità. Da una pianta si ottengono numerosi sottoprodotti dai più diversi campi d'utilizzo, come da nessun altro rappresentante del mondo vegetale. Nella storia dell'uomo sono diversi gli esempi dell'utilizzo di questa pianta fin dai tempi remoti, basti ricordare le tracce di semi trovate nelle tombe in Estremo Oriente datate migliaia di anni fa.Ai giorni nostri è al centro delle ricerche in campo medico, grazie a una classe di sostanze contenute nelle ghiandole,o meglio dire,nei tricomi ghiandolari che la ricoprono: i cannabinoidi. Di CBG I cannabinoidi sono una classe di composti terpenofenolici e sono i responsabili, assieme ai terpeni, dell'effetto ricercato dai fumatori di canne. Da quando sono stati scoperti gli endocannabinodi, si è cominciato a definirli più propriamente fitocannabinoidi per identificarne la provenienza vegetale. I fitocannabinoidi trovati sinora nella Cannabis sono circa una settantina e possiamo suddividerli in dieci gruppi differenti: il primo gruppo è quello dei cannabinoidi di tipo CBG, una classe di composti ad azione antibiotica, analgesica ed antinfiammatoria. Il CBG o cannabigerolo è stato il primo ad essere identificato e risulta essere, nella sua forma acida, il precursore biosintetico del THCA. Giusto per capirci, i cannabinoidi che si assumono fumando sono in forma neutra perché vengono decarbossilati dal calore della combustione della canna; la pianta di Cannabis produce la versione carbossilata e cioè acida dei cannabinoidi. Per questo su una pianta a fine fioritura troveremo molto THCA e poco THC, mentre in un tiro di spinello avremo molto THC e pochissimo THCA (il THC è il delta-9-tetraidrocannabinolo, mentre il THCA è l'acido tetraidrocannabinolico). Il secondo gruppo è quello dei simil-CBC, come il cannabicromene. Anche questi hanno un’azione antibiotica, analgesica e antinfiammatoria. Il terzo gruppo è quello dell'arcinoto CBD. Il cannabidiolo è molto di moda tra le banche di semi negli ultimi anni, è da sempre presente in grandi concentrazioni nella canapa tessile e lo si può considerare il maggior cannabinoide espresso dopo il THC. Il CBD è un potente ansiolitico e antispasmodico, con le note proprietà analgesiche dovute alla sua azione miorilassante. Una curiosità: il CBDA è stato il primo cannabinoide a esser scoperto nella sua forma acida. A seguire troviamo il gruppo dei delta9THC, formato da ben due tipologie di acido e otto differenti isomeri dalle proprietà analgesiche, euforiche, antiemetiche e antiossidanti. Il quinto gruppo è forse il meno famoso ed è quello dei simil-delta8THC, una classe di composti che si stima siamo il 20% meno potenti dei precedenti delta9THC. Dopodiché vengono i gruppi dei CBL e dei CBE, dalle proprietà farmacologiche ancora sconosciute. L'ottavo gruppo riguarda il famoso CBN e il CBND, che sono i prodotti dell'ossidazione del THC e del CBD rispettivamente, hanno principalmente un'azione anticonvulsiva e sedativa. Il CBN è il responsabile delle vertigini quando si fuma un prodotto potente, per così dire "datato". Il nono gruppo è quello dei simil CBT, meglio conosciuto come cannabitriolo, mentre l'ultimo gruppo, il decimo, include tutti i cannabinoidi non ascrivibili ai nove gruppi appena descritti: CBCN, CBT, CBR, cis-THC, per citarne alcuni. Come abbiamo appena visto, sono tanti e abbiamo prova che agiscano diversamente se combinati, rispetto a quanto non facciano singolarmente. Tale effetto si chiama Effetto Entourage. All'Effetto Entourage di una buona fumata, contribuiscono anche altri costituenti oltre ai fitocannabinoidi e sono i famosi terpeni, i terpenoidi e i flavonoidi. I terpeni e i terpenoidi appartengono al medesimo gruppo di composti dell'isoprene. Si tratta di atomi di carbonio e idrogeno legati assieme con eventualmente qualche intruso, per rendere più interessante la molecola: i gruppi costituenti diversi da carbonio e idrogeno sono la caratteristica che differenzia un terpenoide da un terpene, formato appunto da solo carbonio e idrogeno. I terpeni e i terpenoidi sono i responsabili del profumo e del sapore dei nostri fiori, grazie ai loro peculiari profumi. Hanno inoltre una spiccata funzione farmacologica nel nostro organismo, contribuendo all'espletamento dell'azione dei fitocannabinoidi. Nella cannabis sono presenti almeno 140 terpenoidi diversi e la loro presenza è assicurata fino al picco di produzione individuato alla fine della fioritura. L'essiccatura delle piante determina un calo del contenuto totale,che proseguirà incessantemente arrivando a dimezzarsi in tre mesi dal taglio. I flavonoidi sono presenti in numero di poche decine, tra i quali figurano la cannaflavina A e la omologa B, entrambe riscontrabili unicamente nella Cannabis. Mi servirebbero due pagine per poter raccontare quale effetto hanno i flavonoidi e i terpenoidi nella fumata. Alcuni potrebbero interagire mitigando gli effetti collaterali dei cannabinoidi, ma non ne abbiamo ancora conferma. Fortunatamente sono in corso numerosi studi sull'argomento condotti dai migliori ricercatori (la comunità cannabica ringrazia) e nei prossimi mesi ne sapremo certamente di più. Un giorno i grower avranno la possibilità di scegliere il seme in base al contenuto di costituenti chimici desiderato nel raccolto e gli utilizzatori terapeutici verranno invece guidati dal medico alla tipologia di Cannabis più adatta alla loro malattia. Le avventure di Giovanni Fuma ALL’INIZIO DELLA FIORITURA BUONGIORNO RAGAZZE! COME STATE? FARETE DELLE BELLE CIME PER IL VOSTRO PAPÀ? ASCOLTAMI BENE SOLDATO!!! È UN ATTACCO DI RAGNI ROSSI!!! POCO DOPO AL GROWSHOP AIUTO! DELLE PALLE ROSSE CON OTTO ZAMPE E PIENE DI PELI HANNO ATTACCATO LE PIANTE!!! IL NEMICO DI JAH! DA QUESTO MOMENTO, È ALLERTA MASSIMA!! FORZA SOLDATO! TI FACCIO VEDERE COME POLVERIZZARE QUESTI BASTARDI!! IL PIANO D’ATTACCO È SEMPLICE! NESSUNA PIETÀ E NESSUN PRIGIONIERO! APPLICAZIONE IMMEDIATA! IL NAPALM È PRONTO PER L’ATTACCO!!! ADESSO PRENDI QUESTO INSETTICIDA... E BRUCIA QUELLE FACCE DI CAZZO... TUTTO CHIARO? MMH... SÌ SIGNORE! OK! PROBLEMA RISOLTO! SPERIAMO CHE LE ULTIME SETTE SETTIMANE VADANO BENE!!! CONTINUA... AVANTI, MARCHE! BRAND STORES! Damstraat 46, 1012 JM Amsterdam, Paesi Bassi Phone: +31 (0)20 - 420 55 50, [email protected] Carrer Pelai 3, 08001, Barcellona Phone: +34 937 823 494, [email protected] Semi di cann nabis di alta qualità Più di 50 differenti genetiche in pacchi da 1, 3, 5 e 10 semi disponibili online www.RoyalQueenSeeds.com 64 BANCHE DEI SEMI SUGAR BLACK ROSE: UNA CAMPIONESSA IBERICA Dopo un lavoro così lungo e difficile, il risultato è una pianta dalla resa elevata, in termini di grammi di prodotto e resina, con livello di THC pari al 16-18% ed un effetto decisamente rilassante. Le caratteristiche sono simili a quelle di Sugar Black Rose, con un seme centrale importante e taglia media di circa 80 cm. L’abbondante ramificazione consente un raccolto copioso, pur restando una pianta discreta alla vista. Il suo sapore è convincente e piacevole per la particolare dolcezza – matura a 75 giorni. Sugar Black Rose di Delicious Seeds è la pianta più premiata della Spagna, con almeno ben 26 coppe vinte negli anni dal 2010 al 2016. Rubén, fondatore di Delicious Seeds e selezionatore di SBR , ci spiega come è stata svilup- SUGAR BLACK ROSE pata e si è poi diffusa negli Stati Uniti. J. Searcher EARLY VERSION Il gene “auto” è stato introdotto utilizzando una Northern Lights Auto; la Sugar Black Rose ha così ricevuto un tratto “auto” di qualità; Northern Lights Auto è infatti caratterizzata da una struttura solida, una taglia ragguardevole e resina abbondante; la Northern Lights è anche stata utilizzata come genitrice di Black Domina: si introducono così nell’ibrido tratti di una famiglia genetica affine. In questo incrocio, la pianta che si è commercializzata come Sugar Black Rose Early Version è una versione rapida della varietà femminizzata in cui, tuttavia, non sono comparsi esemplari auto-fiorenti. Sugar Black Rose è una pianta robusta e resistente, con distanza internodale corta. Al palato si presenta con ricchi sapori di papaya, mango e frutta tropicale; strutturalmente presenta diversi rami laterali; il tenore di THC può arrivare fino al 25%. I migliori risultati sono stati osservati in un fenotipo che non assomiglia alle piante genitrici, pur presentando caratteristiche evolute: genera molta resina e tende ad assumere colorazioni scure, se alla fine della fioritura la temperatura scende, o quando viene coltivata in modo adeguato. È una pianta con molto vigore. In un test consistente nel piantare un seme in un vaso collocato all’esterno il 7 luglio, alla data del 1° settembre l’esemplare misurava già 2,5 m. Se le si assicura un giusto apporto di nutrienti, la pianta li assimilerà massimizzando la resa. Per l’abbondante quantità di resina ed i suoi ampi tricomi è possibile ricavarne estratti eccellenti. Fin tanto che sarà impollinata, la pianta resterà sempre carica di resina. Sugar Black Rose e SBR sono marchi registrati di Delicious Seeds. IL PROCEDIMENTO DI SELEZIONE Questa varietà risulta da un incrocio fra due delle specie di cannabis più famose in Spagna, Critical Bilbo e Black Domina Barraquera. In questo caso, Black Domina è stata utilizzata come femmina mentre Critical Bilbo ha subito un’inversione di sesso per essere impiegata come maschio: una scelta alquanto insolita perché Critical Bilbo normalmente produce piccole quantità di polline ed è generalmente usata come femmina. In questi anni Delicious Seeds ha considerato prioritario conservare le madri nelle migliori condizioni ambientali possibili, per evitare corruzioni genetiche a carico delle genitrici. DEEP MANDARIN Sugar Black Rose in un dispensario di Portland Auto ed un’altra linea di Black Domina Auto, quindi incrociando le talee élite ottenute con Northern Lights Auto. Per ciascuna linea sono poi stati selezionati fenotipi della prima generazione che potessero rappresentare degnamente la Critical Bilbo e la Domina Barraquera e si è quindi continuato, sempre per ciascuna linea, con ulteriori incroci. In questa fase sono comparse le prime auto-fiorenti. Si sono quindi selezionati le discendenti più simili alle genitrici per effettuare un altro incrocio, andando così a creare Critical Bilbo Auto e Domina Barraquera Auto. Dopo aver creato le due linee, queste sono state incrociate fra loro e si è quindi ottenuta la Sugar Black Rose Auto. Benché il processo fosse ormai stato completato, la banca ha comunque effettuato un altro incrocio per stabilizzare, nel pool genetico, le caratteristiche SBR e rimuovere tracce di Northern Lights Auto. Alla generazione F5, hanno poi cominciato a commercializzare il prodotto. Successivamente, dopo essere arrivati alla generazione F7, hanno usato ancora la generazione F5 per ridurre la taglia, altrimenti la varietà si sarebbe evoluta più verso il lato Sativa, aumentando le dimensioni e ritardando la fioritura. Dal momento che le autofiorenti derivano da selezioni dirette, senza cioè l’uso di talee, è alquanto comune che l’omogeneità diminuisca. Perché un prodotto sia il più possibile stabile, Delicious Seeds normalmente impiega il minor numero di maschi, tre al massimo per ciclo. Inoltre i semi di ogni pianta sono conservati in un sacchetto, contrassegnato a sua volta da un’etichetta su cui vengono annotare le caratteristiche della pianta. La confezione finale venduta sul mercato conterrà quindi solo semi prelevati da un unico sacchetto, per assicurarne la provenienza dalla stessa pianta. Prima di immetterla sul mercato sono state condotte alcune analisi di laboratorio. Delle 200 piante coltivate, 10 sono state analizzate: in queste ultime il tenore di CBD è risultato essere più elevato rispetto a quello di THC. Ripetuto il test l’esito è stato invariato ed hanno infine deciso di commercializzarla. Nel tipo di incrocio presente oggi sul mercato sono notati esemplari ricchi di CBD che crescono con un diverso rapporto CBD: THC (ad es. 1:1, 2:1 o 3:1): ciò dà ai coltivatori la possibilità di scegliere la proporzione di cannabinoidi desiderata. CONCORSI DI CANNABIS Delicious Seeds ha cominciato a competere nei concorsi di cannabis già a partire dal 2010. Da allora la fama di Sugar Black Rose è cresciuta esponenzialmente fino a diventare oggi la varietà più premiata della Spagna. Ciò non sorprende perché Sugar Black Rose risulta dall’unione delle due talee élite iberiche più famose, Critical Bilbo e Black Domina Barraquera. La pianta produce semi molto caratteristici: ovali ed ellittici. Ciò è dovuto al fatto che il bud è molto denso e, pertanto, il seme è costretto a crescere piatto. Pur essendo difficile ottenere una grande quantità di semi quando il bud è folto, Delicious Seeds ha sviluppato un metodo per rendere gli esemplari talmente carichi di semi da vederli spuntare dai bud. SUGAR BLACK ROSE AUTO Ci sono voluti due anni e svariati incroci per ottenere la versione auto-fiorente di questa varietà. Questo progetto è stato avviato creando innanzi tutto una linea di Critical Per creare una versione ricca di CBD, Sugar Black Rose è stata incrociata con Dieseltonic, fenotipo di Dancehall della Reggae Seeds, selezionato da Resin Seeds. Il contributo della Dieseltonic al prodotto finale è un ricco contenuto di CBD ed un gusto intenso di mandarino, che caratterizza alcune piante Diesel. Per questo sapore di mandarino, Delicious Seeds ha deciso di non commercializzarla come Sugar Black Rose CBD; hanno infatti pensato che il nome sarebbe stato fuorviante per il consumatore. La pianta è ovviamente una discendente di Sugar Black Rose ma il gusto cambia rispetto all’ibrido originale. È quindi una varietà diversa ed è per questo che il produttore ha deciso di conferirle una diversa “personalità”. Budder di Sugar Black Rose Sugar Black Rose impollinata In meno di sei anni, Sugar Black Rose ha vinto 26 coppe. Alla Delicious Seeds sono convinti che i premi potrebbero essere di più, perché alcuni non sono nemmeno noti alla banca. Peraltro, il più delle volte i cannabicoltori battezzano le piante da presentare ai concorsi 65 con nomi differenti; in particolare nella categoria degli estratti le piante vengono designate con nomi immaginari. Sugar Black Rose, che ha vinto la maggior parte dei premi, è stata sviluppata in ambiente esterno, nella zona di Teruel, a un’altitudine di 1200 m. Con un buon sostrato, un’abbondante esposizione al sole, una fertilizzazione di tipo organico ed infine il contributo dell’aria pura, la pianta visto migliorare la produzione di resina ed il gusto. BHO di Sugar Black Rose Crumble di Sugar Black Rose Dopo aver sputato SBR, le forbici restano piene di resina Questa varietà risulta da una talea selezionata da Jordi, uno dei collaboratori più anziani di Delicious Seeds. In ogni caso, per poter avvantaggiarsi appieno di Sugar Black Rose non serve coltivare una talea élite; analisi di laboratori indipendenti commissionate dai dispensari statunitensi hanno rilevato fino al 25% di tenore di THC, in alcuni esemplari. Molti premi sono stati assegnati nella categoria degli estratti. Per la quantità di semi di grande calibro, i risultati sono stati eccellenti, che l’estratto sia stato o meno realizzato con l’impiego di solventi. L’ESPERIENZA NEGLI STATI UNITI Rubén aveva già saputo, dai database consultabili su internet, che Sugar Black Rose è disponibile in vari dispensari statunitensi. La scorsa estate si è recato sul posto, per fare un’esperienza diretta, ed ha constatato che la SBR era coltivata con vari metodi e se ne ricavavano persino degli estratti. In base alla ricostruzione effettuata da Rubén, il primo breeder a coltivare questa pianta è stata la Emerald City Patients di Seattle. Da lì la varietà si è poi diffusa dapprima a Washington e poi a Portland, per arrivare infine a Denver, città dalla quale ha poi raggiunto, via via, gli altri stati del paese. Quando raccontava al personale dei dispensari da lui visitati di essere lui il selezionatore di Sugar Black Rose, alcuni non gli credevano, né lo degnavano di attenzione. In altri dispensari, invece, i proprietari spuntavano da dietro al bancone e si precipitavano ad abbracciarlo. In alcuni dispensari, il personale non sapeva nemmeno che esistessero semi femminizzati e, quando hanno saputo che Sugar Black Rose è disponibile in 4 versioni (femminizzata, precoce, auto e ricca di CBD) sono andati letteralmente fuori di testa. Infine il miglior trattamento Jordi l’ha ricevuto nei dispensari di Portland. In particolare vicino Portland, a Beaverton, ha trovato un esemplare di SBR delizioso, coltivato organicamente. I migliori estratti di SBR li ha invece trovati a Seattle, uno di tipo ‘live resin’ realizzato con CO2, di aspetto alquanto chiaro e trasparente ed un ‘crumble’, come viene chiamato negli Stati Uniti quella che in Europa prende il nome di “moonrock”. Il live resin è risultato quello di aspetto più gradevole, ma Jordi ha apprezzato il sapore del crumble. Nel dispensario dove l’ha acquistato gli hanno detto che con Sugar Black Rose hanno ottenuto rese fino al 20%, con un tenore di THC fino all’85%. Nel suo viaggio Jordi ha osservato che la qualità degli esemplari dipende molto dal luogo – ad esempio in Oregon tutti gli esemplari sono di qualità superiore e coltivati organicamente, mentre a Denver prevalgono metodi di coltivazione commerciali, con fertilizzanti minerali, pur essendo stata preservata l’essenza della SBR. Come Rubén ci ha spiegato: “Molto dipende dalla struttura di legalizzazione di ciascun stato. Quanto a me, sono a favore del metodo orizzontale, in cui ogni produttore può fare tutto: pertanto un produttore che punta sulla qualità è in grado di controllare l’intero processo produttivo; ciò contrasta con il modello verticale, in cui si può controllare solo una parte del processo e cominciano così proliferare migliaia di aziende parallele”. Anche se l’obiettivo di questa missione era di visitare i luoghi dove si lavora con la Sugar Black Rose , nelle sua visita Rubén ha scoperto che, in realtà, la sua varietà più conosciuta negli USA era la Cotton Candy, ma vi diremo di più al riguardo nel nostro prossimo articolo... 66 2 Hemporium Cose di Canapa, Vicenza 1 Bahia Grow Shop Indoorline Point Agrow growshop Via Castel Gomberto 143/A 10137 Torino Telefono: 011/19702645 Email: [email protected] S.S. 11 Padana Sup. Verso Verona, 283 36100 Vicenza presso Multicenter [email protected] dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19.30 sabato dalle 11 alle 19 cell. 339 61 02 455 Via Gabriele D'Annunzio n.44 Como Tel. 031 506671 [email protected] www.agrow.it Aperto da lunedì a sabato orario continuato 10:30 - 19:30 Lunedì 15.00-19.00 Ma- Ve 10.30-13.00/ 15.00-19.00 Sa 10.30-19.00 Si riceve su appuntamento 3484734053 3 Mysticanza, Perugia 19 “Mescolanza di particolary varietà di ynsalata verde.” (Zingarelly) 20 12 12 2 8 16 17 v. San Francesco, 7 06123 Perugia -Italytel/sms +39-338-8819198 shop +39-075-3747740 [email protected] 1 17 17 MAR-SAB dalle 11:30 alle 14:00 dalle 15:00 alle 19:30 DOM-LUN chiuso 9 Sede: Viale Alessandro Manzoni 33-35 Pomezia (RM) 00071 Tel. 0691801148 Cel. 3403824505 Orario: Dal Lunedì al Sabato Dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:30 Grow shop online www.growerline.com [email protected] Semi di canapa da collezione su www.seedsline.com [email protected] 9 10 22 4 Growerline, Pomezia 9 3 13 4 5 15 Orto Biologico Shop, Cagliari Ci trovate a Cagliari in via Tigellio 60 Tel/fax 070/653170 Email: [email protected] Facebook: https://www.facebook.com/Orto-Biologico-Shop-112450658862111 5 6 7 6 Do.Is. Growshop Via Bellini nº9/b - CAGLIARI tel. +39 3281689980 [email protected] Da lunedí a venerdì ore: 11.00-13:00 < > 16:00-20:30 8 Hemp-orio, Cordenons Via Martiri della Libertà 21, Cordenons (PN). Aperto dal martedì al sabato dalle 11:00 alle 19:00. Tel: 338-766 03 00 7 Via Pignatelli Aragona, 15 90141 Palermo Telefono: 0916124536 www.doisgrowshop.it [email protected] Orari: dal lunedì al sabato 9:00-13:00 16:00-19:45 Dream Planet Smartshop Foglie d'erba Bologna Via Brugnoli 17/e 051 523668 Rimini Viale Tripoli 150 0541 1993457 Imola Via Pisacane 31 0542 873753 www.fogliederba.net 21 9 Eko Grow & Seed Shop Firenze Via della Villa Nova 13/A Firenze 50145 Telefono: 055/319478 www. www.ekogrow.it [email protected] facebook.com/ekogrowshop Orario: Da Lunedì a sabato orario continuato 9:30 - 19:30 67 19 17 18 Devida Nuova Apertura Grow shop in Bari, Via dei Mille 105 (BARI) Dal lunedi a venerdi 9:00-18:00 Sabato 9:00-13:00 tel. 080.5576867 www.growshopbari.it New Biogroup Alessandria New Biogroup Alba Via Tortona n. 51, Alessandria (AL) 15121 - Italia Tel. 340 3181117 [email protected] Corso Bra n. 52/f, Alba (CN) - Mussotto 12051 - Italia Tel. 391 1512507 [email protected] New Biogroup Vercelli Via Sempione n.5 , Vercelli (vc) 13100 - Italia Tel: 3206405561 www.newbiogroup.com 20 Karkadè Hemptown Via Jacopo Castelli 5 Marghera (Venezia) Telefono: 329-9421149 Via Monte Cengio 17 25128 Brescia Telefono: 030-383174 www.karkadeshop.com [email protected] E-mail: [email protected] Orari: Dal mercoledi al sabato dalle 10.00 alle 19.30 Facebook Hemptown Metti mi piace sulla nostra pagina: Karkade Grow-shop e vinci un pacchetto di semi. 21 Metamorfose Growshop - sistemi di coltivazione - semi da collezione Corso Sicilia 42 93017 San Cataldo CL Tel: 327 9378760 [email protected] Facebook: Metamorfose San Cataldo 18 Legalized Via Carrozzieri a Monteoliveto, 5 80135 NAPOLI Lunedì - Sabato 10.00 - 13.30 15.30 - 20.30 Legalized Aversa Viale Kennedy 6 Aversa 81031 (Caserta) Legalized Padova Via dei Soncin 24 35100 Padova Tel: 340 4162893 www.legalized.it [email protected] twitter@infolegalized facebook Legalized Napoli facebook lokomotiv flegrea 2013 NON VENDERE CIO' CHE COLTIVI 22 14 16 15 14 420 Italia Campo di Canapa Via Leopardi 4/r - Firenze tel. 0552260104 www.campodicanapa.it www.insolititessuti.com ORARIO: tutti i giorni orario continuato 10-21 Grow shop, hemp shop, hemp foods, hemp wear, 420 culture. APERTO la seconda e la quarta DOMENICA del mese il pomeriggio 15.30-19.30 Dal lunedì al sabato dalle 10:45 /14:00; 15:30 / 20:15 Via Luigi Conforti 2/12, Salerno [email protected] Fb: 420 Italia Telefono: 089 2965067 Naturalstore Agroline San Benedetto del Tronto (AP) 13 Via Cherubini, 6 San Benedetto del Tronto (AP) 63074 – ITALIA www.naturalstore.it www.agroline.it tel. 0735 650968 cell. 366 7133388 ORARIO: 10:30-12:30 / 16:00 - 20:00 domenica chiuso 11 11 10 Skunkatania, Giardini Naxos (ME) Via Zara 14/B 98035 Giardini Naxos (ME) Skunkatania, Catania Skunkatania, Ortigia Skunkatania, Modica Via Vittorio Emanuele II 251 Catania Sicilia Italia CAP: 95124 Tel: 095-8264856 Catania Via Roma 92 Siracusa Sicilia Italia CAP: 96100 Tel: 0931-1995625 Siracusa Via Marchesa Tedeschi 33-35 Modica Sicilia Italia CAP: 97016 Tel: 0932-060641 Orari di apertura 10-13 / 16-20. Chiuso la Domenica www.skunkatania.it Tel: 340- 8703024 Chacruna Head&Growshop NUOVA APERTURA A BOLZANO! NUOVO SITO E-COMMERCE www.chacruna.it Chacruna BOLZANO Via Cavour, 3B BOLZANO (BZ) Tel: +39 0471 975 106 Email: [email protected] ORARI APERTURA NEGOZIO: 10.00 – 12.30 15.00 – 19.00 DOM e LUN mattina: CHIUSO Chacruna TRENTO Corso 3 Novembre 72/2 presso “Galleria Al Corso” TRENTO (TN) Tel: +39 0461 922 896 ORARI APERTURA NEGOZIO: 9.30 – 12.00 15.30 -19.00 Domenica e Lunedì MATTINA: CHIUSO 12 68 COLTIVAZIONE OUTDOOR ben arieggiata, perché altrimenti potremmo avere problemi con gli agenti patogeni. Una serra poco arieggiata è peggio di una serra sotto le intemperie. Selezione di vasi e substrato RACCOLTO INVERNALE OUTDOOR Finale di fioritura della serra installata sul balcone con quattro piante in vasi da dieci litri. Quando si parla di coltivazione outdoor a tutti vengono in mente le immagini di orti, balconi, serre o colture guerrilla dispersi fra le montagne in primavera e in estate. È comunque possibile ottenere un raccolto outdoor Huguillo. in pieno inverno, come stiamo per dimostravi. Può essere piuttosto sorprendente pensare di ottenere un raccolto outdoor invernale e può risultare persino complicato a causa delle diverse condizioni climatiche di questo periodo dell’anno e dei vari fattori o parametri che possono incidere sulle nostre piante. condizioni non sono esattamente le più adatte a livello di umidità e temperatura. Ciononostante, dobbiamo sottolineare che le cime che raccoglieremo saranno ricoperte da più resina di quelle ottenute d’estate, grazie allo spettro di frequenze della luce invernale. I primi aspetti che ci vengono in Selezione del luogo e preparazione mente sono la mancanza di ore Per cominciare, cercheremo una zona e la lasceremo nelle di luce, le basse temperature, condizioni richieste l’umidità, il vento, la per mettere le pioggia, la grannostre piante. dine, la neve Dobbiamo e persino cercare di le gelate… sceglieÈ tutto re una vero, zona ma se orientaseleziota verso niamo sud e adate ben tiamo protetun luogo Talea di Critical messa in serra ta dai forti che abbia nell’orto, con terreno coperto. venti invernale condizioni li o dalle piogge, minime e seguiacome anche dall’inmo alcune indicazioquinamento luminoso di lamni, il risultato può arrivare a essere più che interessante. Bisogna pioni o di altre luci che può incidere tenere in considerazione, prima sulle nostre piante, perché questo di cominciare, che la produzione tipo di raccolto invernale si basa per pianta sarà inferiore di quella soprattutto sullo sfruttamento del ottenuta in un raccolto estivo, dato fotoperiodo naturale invernale. che le piante non hanno tempo a sufficienza per crescere prima di Per questo, è sempre bene prepacominciare la fase di fioritura e le rare una piccola serra che le tenga L’operazione seguente sarà quella di selezionare i contenitori o i vasi e il substrato che utilizzeremo per le nostre pianta. Il fotoperiodo di luce equivale alla fioritura e tutto ciò che mettiamo outdoor durante questa fase comincia a fiorire, per cui non avrà molto tempo per crescere o svilupparsi nel suo periodo vegetativo (tranne i dieci o quindici giorni soliti in cui le sue dimensioni raddoppieranno prima di cominciare a sviluppare i fiori). Sarebbe abbastanza esagerato e superfluo utilizzare contenitori o vasi di oltre dieci litri e ci impedirebbe di mettere una quantità superiore di piante. Inoltre, spenderemmo troppo, non sfruttando tutta la terra in vasi di dimensioni maggiori che non garantirebbero un miglioramento sostanziale nel risultato finale. Sollevate i vasi dal pavimento di circa trenta centimetri affinché non siano a contatto diretto con lo stesso, per evitare che le radici e la terra stiano a una temperatura molto bassa, poiché questo può fare una grande differenza. protette e un po’ più coperte e che protegga anche le cime dalla pioggia (evitando però che nella parte superiore della serra si formino sacche di acqua dovute alla piog- Come substrato, è consigliabile utigia) e dall’eventuale inquinamento lizzarne uno di qualità e pronto, luminoso. Quando si prepara la con guano di pipistrello e humus di serra, oltre alla pioggia, dobbiamo lombrico, con una buona miscela tenere in considerazione anche che di torba e perlite, che dobbiamo il vento che può esserci su un bal- smuovere per bene prima di riempicone in inverno di solito è piuttosto re i contenitori o i vasi con lo stesso. forte e a seconda delle aree geo- Garantirà un apporto aggiuntivo e un ambiente più che ottimagrafiche, anche più che forte. le per lo sviluppo delle Secondo quanto mi è radici delle nostre stato detto da alcuni piante. coltivatori che coltivano in outdoAlimentazione or in inverno e nutrienti da più di dieci Dobbiamo anni, i temfare attenporali venzione a non tosi sono eccedere un nemico né con il pericoloso numero che in più di d’irrigazioni un’occasioalla settimane ha fatto na, né con quasi volare la quantità di le serre per Serra prefabbricata installata sul acqua di ogni averle aperbalcone per il raccolto invernale, con quattro piante in vasi da irrigazione. La te troppo nella dieci litri. richiesta di acqua parte inferiore per delle piante non d arieggiarle, poiché sarà la stessa di un sono entrate folate raccolto estivo. Non faredi vento che hanno quasi sollevato la coltura per la forza mo le tre irrigazioni abituali nei del vento e perché non era ben mesi più caldi del raccolto estivo fissata al balcone. Bisogna quindi e basterà farne una o al massiverificare che la struttura che pre- mo due a settimana. Le piante disponiamo sia solida e ben fissata non solo si alimentano attraverso al balcone, affinché resista in caso i capillari delle radici, ma anche di pioggia abbondante senza che il attraverso gli stomi delle foglie, soffitto ceda o si affossi toccando mediante lo scambio di umidità le nostre piante. Bisogna lasciare con l’ambiente o con il mezzo che parti della serra aperte perché sia le circonda. 69 Per quanto concerne l’alimentazione, dobbiamo tenere in considerazione il tempo minimo di sviluppo vegetativo che avranno le piante. Usate uno stimolatore radicolare un paio di volte, un nutriente di crescita finché la pianta non manifesta i primi sintomi dell’inizio della fioritura, momento in cui passeremo a utilizzare il nutriente di fioritura (compreso uno stimolatore per le cime, se si vuole), fino a due settimane o dieci giorni prima del raccolto. Si consiglia anche l’utilizzo di varietà con fioritura breve o media nel caso delle talee, ossia, indiche o in loro mancanza, ibridi, che contengano una percentuale superiore di indica rispetto alla sativa e se possibile, varietà di cui conosciamo il comportamento (poiché partiremo avvantaggiati e con sicurezza), per ottenere un raccolto più veloce possibile. per questo dovremo tenere in considerazione le condizioni di temperatura invernali e quanto sarà fredda e umida la terra. Non usate la terra madre come substrato in cui mettere la pianta direttamente, perché è preferibile usare contenitori anche in serra, in modo tale che le radici saranno più protette e la temperatura della terra che le circonda non sarà così bassa. Anche con i semi autofiorenti si Sollevate i vasi di qualche centiottengono risultati molto buoni se metro dal pavimento per evitare scegliamo la varietà adatta e non il contatto diretto con lo stesso, Non dobbiamo soroptiamo per varietà sative. oppure isolate addiritprenderci se vediaIl grande vantaggio tura la parte della mo che il ciclo che ci offrono pavimentazione della pianta è che si che si utilizza è più lento svilupnella serra in inverno con della rispetto a normale quanto plastinon faccia ca nera: in estate, questo poiché è migliorepiuttosto rà le conabituale dizioni che sia dell’area più lento di coltuper la temra, il che peratura agevolerà Talea di Widow pronta per e la manpano una cresciessere trapiantata outdoor per Inizio della fioritura. canza di luce. a prescinta breve e la il raccolto invernale. In alcuni casi, dere dal fotofioritura delle vedendo che queperiodo di luce, nostre piante. sto sviluppo è lento, poiché mancano i fotoplasi può commettere l’errore sti (gli indicatori cellulari che hanno Un altro grande vantaggio di concimare di più del necessario le piante per sapere se è giorno o del raccolto invernale è che di o di somministrare più acqua del notte). Dato che non incide il fotope- solito si ottengono piante di alteznecessario, il che ci porterà ad riodo di fioritura, non incide nean- za o dimensione piuttosto ridotte, avere un problema reale provoca- che l’inquinamento luminoso che che non vengono notate e che to da noi stessi. Ricordate quello potrebbe avere la nostra pianta e non necessitano d’irrigazione che che diciamo sempre dell’irrigazio- potremmo addirittura dire che non le porti a essere viste, ricercate o ne e del dosaggio dei nutrienti: le farebbe male. addirittura rubate. Questo avver“meno è più”. rebbe non solo per le dimensioni Vantaggi, inconvenien- contenute, ma anche per il fatto Semi autofiorenti o ti e trucchi che si trovano fuori dal loro ciclo In questa colti- vitale naturale in outdoor, che WDOHH" Per questo vazione non comprende il periodo dalla primatipo di raccoldovremo pre- vera all’estate. to invernaoccuparci le sarebbe dei paras- Inoltre, nel caso in cui il nostro consigliato siti che raccolto estivo sia stato attaccato coltivare di solito dai parassiti, dagli agenti patoa partire attacgeni, da furti o da una stagione da talee cano e estiva poco adatta e non siamo di pianinvadoriusciti a ottenere un raccolto te madri no le sufficiente per le necessità di selezionanostre autoconsumo di ogni coltivatote e con piante re, il raccolto invernale sarà una una radice d’estate, buona soluzione per ottenere un sana e ben sebbene raccolto extra outdoor e anche sviluppata dovremo se non sarà molto produttivo, ci (il che agevoprestare permetterà di compensare quelerà notevolattenzioste perdite. Cima che si è formata mente il buono ne agli agenti correttamente in pieno sviluppo della patogeni, per- Non richiede molto lavoro. La cura raccolto invernale. pianta) o a partire ché a causa delle della pianta è comoda e veloce, da semi autofiorencondizioni ambientali dato che si tratta di un esemplare di ti, perché sono quelli che potrebbero presentarsi dimensioni ridotte, che in generale garantiscono i migliori risultati. se non facciamo le cose per bene. si taglia e si pulisce in modo rapido Ciononostante, se usiamo talee Basta infatti mantenere l’area di col- e facile. Provoca anche una minor non molto grandi o molto svilup- tura sufficientemente pulita e venti- quantità di resti di residui vegetali pate per essere cresciute indoor, lata e non eccedere con l’irrigazione. come gambi e foglie, il che è molto ci metteranno più tempo ad acclicomodo e lo spazio che può occupamatarsi o ad adattarsi al nuovo Può presentarsi anche il caso in cui re ogni pianta nella fase dell’essiccaambiente, quanto più tempo si usa una serra per la coltivazione tura è molto ridotto rispetto a quello hanno passato in indoor. (oltre a balconi o grandi finestre) e che occuperebbe d’estate. 70 COLTIVAZIONE ALLA FINE DEL CICLO TAGLIARE, SECCARE, FUMARE IN SUCCESSIONE Di CBG Alla fine di ogni fioritura giunge il momento del taglio. Quando le ghiandole di resina sui fiori sono di colore ambrato, ci siamo. Questo è considerato il segnale della maturazione delle nostre piante e possiamo finalmente raccogliere. Sì perché è bene ricordare ai meno esperti che le settimane di fioritura scritte sui pacchetti dei semi sono indicative e non vanno seguite alla cieca. Un po’ come i minuti di cottura della un'erba ben coltivata è rotondo, nel senso che i vari sapori si sposano senza stonare. Una stonatura è un sapore troppo forte al palato, una nota fuori posto. Una haze profuma e sa di quei sapori haze, dovuti alla miscela di differenti molecole naturalmente prodotte dalla Cannabis chiamate terpeni. I terpeni sono tra le molecole che si possono trovare negli oli essenziali. Sappiamo che si deteriorano molto rapidamente si risparmierebbe lavoro, lasciando qualche fogliolina tra le cime, che si può rimuovere al momento del grinder. Quando ero piccolo mi capitava spesso di dire "ti mando una canna ma leva le foglie", non sono passati che pochi lustri ed è già una buona pratica diffusa quella di rimuovere le foglie dagli impasti delle canne. A leggere queste parole sicuramente qualcuno in Italia è piedi in aria dal ridere. "Al mio paese se gli dai servare la maggior parte del sapore e del profumo prestando attenzione alle sorgenti di luce e all'aria che ossidano le molecole portandoci via l'aroma dai fiori. Il trim è un sottoprodotto perfetto per quella che è la ciliegina sulla torta di una buona fumata: le estrazioni da aggiungere senza ritegno ai grandi cannoni d'erba. Apro una parentesi per consigliare di provare un mix di fiori e del fumo o dell'ice della stessa genetica. TUTTI PROVANO A PRESERVARE LA MAGGIOR PARTE DEL SAPORE E DEL PROFUMO PRESTANDO ATTENZIONE ALLE SORGENTI DI LUCE E ALL'ARIA CHE OSSIDANO LE MOLECOLE PORTANDOCI VIA L'AROMA DAI FIORI. pasta. Se si potesse poi assaggiare l'erba come si fa con la pasta, sarebbe perfetto. Per poter godere di una fumata del proprio raccolto bisogna però attendere almeno ancora dieci giorni. Le cime devono seccarsi e diventare croccanti per essere grindate facilmente e avere un sapore completo di erba ben coltivata. Sempre se non si vuole mettere in pratica il curing, perché in tal caso si dovrà attendere minimo un mese in più, durante il quale le cime saranno chiuse ermeticamente in un barattolo di vetro con poca aria all’interno. I fiori devono perdere umidità e conservarsi piacevoli al gusto e l'aroma così sarà valorizzato: un'erba sa di erba indiscutibilmente e sa anche di un insieme di sapori che riconducono a nomi tra gli strain più famosi. Il corpo di dal momento della raccolta in poi, a causa dell'ossigeno dell'aria che le ossida e della luce. Perciò quando vogliamo seccare le nostre cime dobbiamo anche pensare all’aria e alla luce come due nemici. la terra, anche quella si fumano!", "Qua fa così schifo che la gente smette di fumare". Ci sarà sempre chi non capendo un accidente, fumerà banalità convinto di consumare prodotti pregiati. Ci sono grower che trimmano le cime lasciando qualche foglia in più, di modo da permettere un’essiccatura meno veloce alle infiorescenze. Altri invece preferiscono rimuovere tutte le foglie separando già le più grandi dal trim più piccolo e più resinoso. Per preservare la maggior parte del sapore delle cime sarebbe bene non compiere una pulizia ostinata delle foglioline, in quanto i fiori sarebbero troppo esposti all'aria, seccherebbero troppo rapidamente col risultato di avere ancora un sapore troppo agre. E in più L'essiccatura deve avvenire in un locale buio ma areato, senza odori persistenti capaci di trasferirsi sulle cime. Sì, questa caratteristica dell'erba è micidiale: prende l'odore del contenitore o del luogo dove la conservi, per questo si consiglia sempre l'impiego di barattoli in vetro puliti e di non mettere l'erba a seccare in cantina. Nei forum su internet si trovano esperimenti di grower con bustine capaci di mantenere un’umidità controllata oppure con deumidificatori professionali e humidor autocostruiti. Tutti provano a pre- Un'esperienza di gusto per chi come me ogni tanto adora rinfrescare il palato e comunque spezzare il gusto di un raccolto monogenetica. Consiglio di aggiungere anche del rosin, l'estrazione a caldo ottenibile anche con la pressa per i capelli. Su Youtube si trovano video ricette su come estrarre il rosin rapidamente dalle cime. Ogni raccolto è il risultato di sforzi di ogni genere da parte del coltivatore e questo rende più soddisfacente assaporare un buon sapore, sempre uguale dal naso al palato e poi in gola con un retrogusto. Se poi si è sicuri della provenienza dei semi allora si può confrontarne il sapore con altri semi dello stesso strain e avere un raffronto con un sapore conosciuto. GK Forza della Natura! Fertilizzante naturale dagli pipistrelli RACCOLTO ED ESSICCATURA 73 VENTI ANNI DI RACCOLTA TRUCCHI E TECNICHE DI UN COLTIVATORE CON ESPERIENZA La raccolta è il momento più importante di tutto il ciclo di coltivazione. Durante molti raccolti indoor e outdoor ho provato tutti i tipi di sistemi e ho imparato a far fronte a molte situazioni diverse. José T. Gállego CONTROLLO DI PARASSITI NELLE ULTIME SETTIMANE Nell’ultimo mese di fioritura, tutto quello che si mette sulle cime può lasciare resti che vanno a finire nei polmoni. Se volete essere certi che le cime che coltivate sono davvero sane, non dovrete usare insetticidi o fungicidi tossici durante la fioritura, soprattutto nell’ultimo mese. Ma cosa si può fare se compare un parassita sulle cime? Può essere il ragno rossa, la mosca bianca, i bruchi, la bianca. La pressione dell’acqua può portare una parte delle ghiandole di resina delle cime a staccarsi, ma a volte è meglio che lasciare che gli insetti si accampino dilagando. Contro i bruchi si usa BT, un bacillo innocuo che si può fumigare fino all’ultimo giorno. Il problema è che è efficace sono sui bruchi giovani. Per eliminare gli adulti, bisogna raccoglierli uno a uno a mano oppure agitare la pianta con forza perché si stacchino, seguendo È relativamente facile da uccidere fumigando con acqua ossigenata disciolta in quattro parti di acqua, ma ricompare subito. L’acqua ossigenata diventa acqua semplice in pochi minuti e non lascia alcun residuo tossico sulle cime, pertanto si può fumigare quante volte si vuole. Se si usa l’acqua ossigenata quasi tutti i giorni, si può tenere sotto controllo l’infezione per un paio di settimane finché le piante non saranno pronte per il raccolto. EL AGUA OXIGENADA SE CONVIERTE EN SIMPLE AGUA EN CUESTIÓN DE MINUTOS Y NO DEJA NINGÚN RESIDUO TÓXICO SOBRE LOS COGOLLOS botrite o l’oidio. Se il parassita comincia a proliferare e non si fa nulla per fermarlo, potrebbe vanificare il lavoro di vari mesi in poche settimane. Esistono varie tecniche e prodotti che si possono utilizzare fino al giorno del raccolto. Con un compressore d’aria, avremo un getto d’aria compressa che può servire per eliminare molti insetti dalle foglie, come ragno rosso, mosca bianca, afide o cocciniglia. È un lavoro lento, perché bisogna farlo foglia per foglia, girarla e soffiare per eliminare uova e insetti. Con un’aspirapolvere si ottiene un effetto simile con il vantaggio che gli insetti finiscono nel sacchetto dello stesso. L’acqua, soprattutto a pressione, può servire per lavare piante e cime che si sono riempite di ragno rosso o mosca una tecnica conosciuta come “il meneito”. Contro la botrite la soluzione migliore è la prevenzione da quando le piante sono giovani. Una volta che le cime si sono ingrossate, se s’infettano, c’è solo una cosa da fare, ossia tagliare la cima, eliminare, gettare tutte le parti ammuffite ed essiccare il prima possibile il resto per evitare che s’infetti. Nelle aree asciutte dove la botrite non prolifera eccessivamente, si può lasciare il resto della pianta affinché porti a termine la maturazione, ma nelle regioni con autunno umido e piovoso, in genere i coltivatori tagliano e raccolgono la pianta completa non appena una cima risulta infettata. Non vale la pena lasciare il resto perché arrivi a maturazione, in condizioni così favorevoli per le muffe, perché le cime s’infetteranno una dopo l’altra. L’oidio è una muffa sempre più frequente nelle colture di cannabis. ANTICIPARE IL LAVORO DI CURA Questa volta avete centrato l’obiettivo. Una grande piantagione di guerrilla, una terrazza piena di piante enormi o un indoor con varie fonti lumino- Curare anticipatamente le foglie è particolarmente utile nelle colture guerrilla ad alta densità. Le mie forbici preferite dopo una sessione di cura. se: insomma, una quantità notevole di lavoro di cura e tutte le piante saranno pronte nello stesso momento, fra dieci giorni per l’esattezza. È ciò che succede quando si seminano molte talee della stessa varietà. Dal punto di vista della produttività, il raccolto sarà fantastico come vi aspettavate. Ciò che non era previsto era che i quattro amici che sarebbero dovuti venire ad aiutarvi avrebbero deciso di cambiare i propri piani e di andare a un festival per tutto il fine settimana. Adesso vi tocca quindi raccogliere vari chili di piante da soli. Cosa fare in una situazione del genere? Prima di tutto bisogna tenere in considerazione che il momento ottimale per raccogliere non è un solo giorno. Le piante sono più o meno pronte per dieci giorni, o anche due settimane, per cui non serve fare tutto il lavoro nello stesso momento. Inoltre, una buona tecnica per anticipare il lavoro senza interrompere la maturazione delle cime è quella di curare le foglie più grandi e senza resina prima di potare la pianta. Negli ultimi giorni prima del raccolto, le piante non fanno più molta fotosintesi né assorbono troppi nutrienti, poiché vivono soprattutto dei nutrienti immagazzinati nei tessuti. La cura anticipata delle foglie grandi non solo non compromette la qualità delle cime, ma può arrivare anche a essere vantaggiosa. Senza foglie grandi che facciano ombra, la luce solare penetra fino alle cime più basse contribuendo alla loro maturazione. D’altro canto, l’aerazione delle cime migliora, il che riduce la probabilità che compaiano muffe e altri 74 Curare il maggior numero di foglie possibile della cima per ottenere la qualità migliore. L’aria compressa permette di liberarsi delle uova di mosca bianca senza insetticidi. Tagliare ogni ramo con un pezzo di gambo affinché serva da gancio per appenderlo. parassiti. Quando si tagliano le foglie, la cura delle foglie rimaste sarà più rapida e consisterà, sostanzialmente, nel tagliare le punte che fuoriescono dalle cime. TECNICHE DI RACCOLTA Nel corso degli anni, ho provato a tagliare le piante intere, ramo per ramo o addirittura cima per cima. Ogni sistema ha vantaggi e inconvenienti. Le piante si possono raccogliere intere se non sono eccessivamente grandi e se le si cura prima di tagliarle, mentre sono ancora nella terra o nel vaso. Il vantaggio principale nel lavorare sulle piante intere è che occupano poco spazio per l’essiccatura, molto meno di quello che occuperebbero se si tagliano tutti i rami. L’inconveniente principale è che l’essiccatura è più lenta, pertanto, se le condizioni di essiccatura non sono perfette, ci sono più probabilità che compaiano muffe o altri parassiti. Se si dispone invece di un’area di essiccatura molto arieggiata o se il clima è estremamente asciutto, forse conviene rallentare l’essiccatura affinché il sapore finale non risulti troppo grezzo. La raccolta ramo per ramo è la più pratica e diffusa, perché consente di lavorare comodamente seduti. Di solito metto un vassoio sulle ginocchia e curo le piante sopra lo stesso per raccogliere tutte le foglie che poi utilizzo per fare hashish e altri estratti. Se si taglia ogni ramo con un pezzo di gambo centrale, questo funge da gancio e appendere i rami nell’area di essiccatura sarà più facile. Tempo fa organizzavo l’area di essiccatura mettendo delle corde da una parete all’altra su cui appendevo le piante intere o i rami grandi. Adesso ho cambiato tecnica e utilizzo piccoli essiccatoi smontabili, disponibili in commercio per stendere il bucato in casa. Sono molto pratici perché si possono muovere e piegare quando non si usano. Inoltre, ci sta molta erba in ciascuno di essi, soprattutto se i rami sono dritti e le cime dense. Conviene posizionare un ventilatore diretto ai rami per favorire l’essiccatura. Anche se si è sempre detto che è meglio che le piante appese non si tocchino fra di loro, nella pratica e se il raccolto è abbondante, è quasi impossibile, ma con un ventilatore sempre acceso, si evita il rischio. Nelle piante grandi o nelle piantagioni molto dense, le cime superiori maturano prima di quelle inferiori e può essere una buona idea raccogliere prima i rami più alti e lasciare la base delle piante una o due settimane in più affinché portino a termine la maturazione. L’essiccatura più rapida si ottiene separando le cime dei rami e mettendole su vassoi a griglia che si possono impilare a vari livelli. Se c’è poca umidità e abbondante ventilazione, le cime ci mettono fra i tre e i cinque giorni a seccare. Un inconveniente di questo sistema è che le cime rimangono un po’ schiacciate sul lato che tocca la rete, a meno che non le si giri ogni giorno. Un’essiccatura così rapida non è certo la soluzione più consigliata per ottenere un buon sapore finale, a meno che la velocità non sia necessaria. Per esempio, se compare Palline di charás staccate dalle forbici. botrite su una pianta, conviene separare le cime e farle essiccare quanto prima. CURA La miglior cura si ottiene con forbici buone e a mano. Non vale la pena comprare forbici economiche, perché tagliano male, perdono affilatura in poco tempo, si rovinano e quindi rallentano il lavoro. La cosa migliore è cercare fra le marche migliori un modello che pesi poco e che sia comodo. Personalmente mi piacciono le forbici relativamente corte, con la punta fine e con un’impugnatura ergonomica e di plastica. Sono molto leggere, maneggevoli e la punta permette di entrare nella cima per tagliare tutte le foglie dalla base, incluso il peziolo. Tenete pulite le forbici, staccando con attenzione la resina attaccata e oliatele un po’ (io uso l’olio di mandorle perché ha poco odore ed è naturale e non tossico), almeno ogni due o tre ore di lavoro: taglieranno meglio e vi stancherete meno le mani. Bisogna eliminare tutte le foglie grandi che crescono fuori dalle cime e il maggior numero possibile delle foglie che escono dalla cima, anche se ricoperte di resina. La cima curata meglio è quella con meno foglie e pertanto, con una maggiore proporzione di foglie. Le foglie ricoperte di resina si eliminano quando si cura ma non si buttano o si scartano e sono il materiale perfetto per preparare hashish e altri concentrati. La resina che si accumula sulle forbici è l’ambrosia del coltivatore, una charás delicato, intenso e deliziosamente aromatico, che ha il sapore e la psicoattività della marijuana ma la potenza incredibile dell’hashish a fusione completa. Non sprecatelo, tenetelo qualche giorno perché finisca di essiccarsi. Se non riuscite ad aspettare prima di provarlo, ammassatelo almeno un po’ fra le dita, perché il calore corporeo aiuterà a decarbossilarlo e gli permetterà di esprimere tutta la sua potenza. Negli ultimi tempi mi sono abituato a raccogliere usando guanti in lattice, perché ero stanco di avere l’odore della marijuana permanentemente attaccato alle dita. Ho anche dell’abbigliamento che uso quando curo le piante e mi cambio poi prima di uscire. Il coltivatore non si rende conto perché il suo olfatto è saturo, ma quando fa questo lavoro puzza d’erba. Chi non si abitua a raccogliere coi guanti e deve lavarsi bene le mani, deve passarle con l’olio, sfregarle l’una contro l’altra finché la resina si scioglie e lavarle poi con sapone concentrato per piatti, come Fairy. Per eliminare poi il resto dell’odore, sfregarle con succo di limone funziona molto bene. FOGLIE E RESTI Per i coltivatori che ricercano un effetto psicoattivo, la cannabis non è come il maiale, di cui si usano tutte le parti. In realtà, tranne i gambi e le radici, tutte le parti della pianta contengono, in misura minore o maggiore, cannabinoidi. In pratica, solo le parti ricoperte di resina ne contengono a sufficienza perché valga la pena sfruttarle per i loro effetti psicoattivi. Le foglie senza resina di una pianta di solito sono numerose e molto grandi, mentre le foglie ricoperte di resina sono molto più piccole. Durante la cura conviene mettere da parte le foglie senza resina, affinché non si mischino con quelle che si possono sfruttare. Maggiore sarà la concentrazione di ghiandole di resina nei resti della cura, superiore sarà la qualità dell’hashish prodotto con queste. I tre sistemi più diffusi per estrarre la resina dalle foglie sono l’hashish a secco usando un filtro girevole, l’hashish ad acqua (ice-o-lator) con ghiaccio e sacchi a maglia o BHO con l’aiuto del butano come solvente. L’hashish ad acqua si può ottenere con le foglie fresche, subito dopo la cura. L’hashish a secco e il BHO richiedono l’essiccatura preliminare delle foglie. Conviene stenderle bene e muoverle spesso affinché essicchino in modo uniforme e non compaiano muffe. Se la quantità di foglie non è elevata, la soluzione migliore è essiccarle con cura e filtrarle a secco: l’hashish risultante è quello di miglior qualità dal punto di vista organolettico. Se la quantità è invece enorme, la soluzione più consigliabile è fare ice-o-lator con le foglie fresche, perché si evita il fastidio di essiccare le foglie e si ottiene un prodotto potente e di grande qualità quasi al momento. Il BHO ha i suoi problemi e rischi, il maggiore dei quali è senza dubbio il fatto di lavorare con gas infiammabile. Non serve una grande intelligenza per fare estratti con gas in casa, ancora di più quando si possono ottenere grandi risultati senza usare solventi. Quando le piante sono essiccate, il ragno rosso si arrampica fino al punto più alto. NOVITÀ 10% BUONO SCONTO! 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A Roma la politica pare essere sorda, o in altre faccende affaccendata: il disegno di legge che avrebbe potuto permettere la legalizzazione della cannabis è stato infatti rispedito dalla Camera in commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali in attesa di futuro vaglio. Il peso dei quasi 2000 emendamenti presentati quasi esclusivamente dai centristi (con chiaro intento ostruzionista) ha quindi avuto la meglio, come programmato. Dopo la pausa estiva, e dopo non aver trovato spazio nel calendario di settembre in cui inserire la discussione, i deputati hanno infatti deciso di rinviare la legge in commissioni riunite. di Giovanna Dark La proposta di legge per legalizzare la cannabis voluta dall'intergruppo formato da più di 200 parlamentari e senatori, dopo un passaggio lampo a Montecitorio la scorsa estate, rischia di languire tra i faldoni delle commissioni riunite della Camera per un bel po’: le voci ufficiali dicono a data da destinarsi. Fino a metà novembre la Camera sarà impegnata nella sessione di bilancio, poi l’attenzione dei partiti sarà assorbita dal referendum costituzionale e dalle probabili ricadute del voto sul governo. rimane comunque lo stralcio della proposta. Lo spacchettamento - puntando tutto sull’uso terapeutico – rimane infatti da sempre la via preferita dalla maggioranza del gruppo del Partito Democratico, che però non si è mai riunito per discutere della legge. Nella rosea ipotesi in cui si andasse effettivamente al voto, con le attuali forze in campo, la Camera potrebbe approvare la parte del provvedimento riguardante la cannabis a scopo terapeutico e bocciare quella riguardante l’uso ricreativo, rendendo di fatto vana la speranza di cambiamento e lasciando in mano alle istituzioni la responsabilità della produzione e distribuzione di cannabis medica. Il tutto insomma si risolverebbe con un gigantesco e deludente niente di fatto. Eppure, fosse la cecità politica o anche solo ingenuità, tra i promotori dell'iniziativa pare ci sia ottimismo da vendere. "Il rinvio del provvedimento sulla legalizzazione della cannabis alle Commissioni referenti apre ad un accordo in "Gli oltre 1800 emendamenti presentati - prosegue Farina - non offrono particolari contributi, perché quasi esclusivamente ostruzionistici, e non rappresentano un particolare ostacolo da superare. Anche perché il ritorno in Aula del provvedimento è, comunque, nelle mani delle opposizioni cui è formalmente intestato”. In tanti infatti avevamo pensato che questo temporaneo accantonamento della proposta fosse il frutto di una strategia politica dell'esecutivo, atta a concentrarsi sul referendum codtituzionale, nello spasmodico tentativo di legittimare “il buon governo” di Matteo Renzi. L'altra metà della coalizione, istericamente contraria al provvedimento, avrebbe potuto usare il rinvio della proposta di legge come moneta di scambio nella campagna referendaria. E invece no. In un tafazziano tentativo di salvare la proposta, sono stati proprio i relatori a decidere di far scomparire il testo dall'arena politica vera e propria e di rimandare la discussione alle commissioni che, con tutta probabilità, ne IL PESO DEI 1300 EMENDAMENTI PRESENTATI QUASI ESCLUSIVAMENTE DAI CENTRISTI ( CON CHIARO INTENTO OSTRUZIONISTA ) HA QUINDI AVUTO LA MEGLIO, COME PROGRAMMATO La festa del 25 luglio (si disse che quello era un giorno storico: la prima volta di un ddl sulla cannabis in Aula alla Camera) è quindi già stata abortita perché, quel che pare, è che la legge non verrà approvata quest’anno e, molto probabilmente, nemmeno nel 2017. E, forse, non se ne farà nulla, perlomeno fino alla fine di questa legislatura. voluto necessariamente trasformare il dibattito in una questione di governo e di fiducia. I gruppi di Partito Democratico e Movimento 5 Stella per ora non hanno ancora preso una posizione univoca in merito ma, vista la carica politica che è stata data alla questione, è più che probabile che prima del ventilato voto diano indicazioni ai loro parlamentari. Il Nuovo centro Destra di Angelino Alfano, assieme ad Area Popolare, guida il fronte proibizionista e ha Il timore più grande di Benedetto Della Vedova e dei promotori dell’iniziativa bipartisan quella sede. Accordo che non potrà riguardare soltanto l'accesso agli usi terapeutici ma anche gli altri punti di riforma, tra i quali la coltivazione per uso personale. Il ritorno in commissione non è la fine dell'iter di questo importante provvedimento atteso da anni e da molti". A pronunciare queste parole è stato il deputato di Sinistra Italiana, Daniele Farina, relatore del provvedimento sulla legalizzazione della cannabis, all'indomani del rinvio in commissione della proposta. faranno carne da macello. O comunque qualcosa di molto diverso da quanto preventivato. «È tutto fermo nelle Camere – ha spiegato al Corriere Pippo Civati – e lo stallo non riguarda solo la cannabis. Ma su questa voglio chiarire una cosa: il ritorno in commissione per discutere il provvedimento è stata una nostra scelta, non ci sono speculazioni politiche da fare». E magari vogliono pure l'applauso... 78 FLASH PRODOTTI The Vape Trader Visto il grande successo di The Vape Trader negli Stati Uniti abbiamo deciso di lanciare la piattaforma anche in Europa. The Vape Trader Europe è la prima e unica pagina di annunci specializzata che si basa su un’idea semplice: mettere in contatto in una ambiente onesto a amichevole i vapers che vogliono comprare, vendere e scambiare i loro modelli nuovi o usati. Perché? Perché noi stessi come collezionisti e appassionati del vapore che siamo ne abbiamo sentito il bisogno ed eravamo sicuri che anche gli altri sarebbero stati d’accordo. Sappiamo che altre pagine non accettano annunci di questo tipo, e in più vogliamo andare contro l'obsolescenza pianificata della tecnologia che ci spinge a comprare e buttare, comprare e buttare, senza dare ai prodotti il loro giusto ciclo di vita. E come si usa? Semplice: registrati gratis e metti il tuo annuncio. Usuari di tutta Europa lo vedranno e ti risponderanno direttamente. Perciò se hai un vaporizzatore o un mod che non usi più lo puoi vendere o scambiare in questa pagina specializzata. 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Box 362, 5460 Veghel, Paesi Bassi Tel: 0031 - 73 54 98 112 e-mail: [email protected] Editore: Cliff Cremer RISPOSTE del quiz sulla coltivazione a pagina 25: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. C B B B C A B B A C 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. B A A B B B D C B B Collaboratori: Franco Casalone, Ed Rosenthal, Jorge Cervantes, Enrico Fletzer, Clod, Giovanna Dark, Davide Calabria, Hugo Madera, Carlos Rafael Esposito, Kali Mist, J. Searcher e tanti altri. Traduzioni: Valefizz Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-mail: [email protected] Svizzera, Regno Unito, Francia, Spagna, Italia, Polonia, Repubblica Ceca, Cile e Argentina Soft Secrets Italia non intende in alcun modo incentivare condotte vietate. Tutte le informazioni contenute sono da intendersi ai fini di una più ampia cultura generale. La redazione e i collaboratori non si assumono nessuna responsabilità per un uso imporprio delle informazioni contenute nella rivista. 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