Margherita Benzi Università Vita-Salute San Raffaele Laurea specialistica in neuroscienze cognitive Epistemologia delle scienze umane AA 2005-2006 1. INTRODUZIONE AL CORSO • Che cos’è l’epistemologia? - due significati: a. più ampio: teoria della conoscenza (in Italia anche: gnoseologia) - Che cosa è la conoscenza (ad es. distinta dall’opinione)? (credenza vera giustificata) - Come si giustifica? - Sono affidabili le nostre tecniche per raggiungere e ottenere conoscenza? Cartesio: - Qualche volta i nostri sensi ci ingannano. Come facciamo a sapere che non ci ingannano sempre? - Come facciamo a distinguere il sonno dalla veglia? - Come facciamo a sapere che non siamo vittime di un demone ingannatore? (Oggi:Come facciamo a sapere che le nostre esperienze sono reali e non illusioni prodotte da agenti esterni a cervelli immersi in una soluzione fisiologica?) b. più ristretto: filosofia della scienza - Cosa qualifica la conoscenza scientifica? che cosa è la scienza? Che cosa la contraddistingue rispetto alle altre attività umane (cioè: che cosa è che fa di un certo corpus di saperi, pratiche, metodi una scienza? Possibile risposta: la scienza è il tentativo di comprendere, spiegare, descrivere fedelmente e formulare previsioni nel mondo in cui viviamo. Ma: anche la religione può essere descritta come un tentativo di comprendere e spiegare il mondo; anche l’astrologia può essere vista come un’impresa volta a formulare previsioni. O consideriamo la storia. Dunque la domanda non è banale. Metodo: la scienza fa esperimenti, ma non tutte le scienze li fanno (astronomia, econometria). - Che cosa conta, nella scienza, come giustificazione? La filosofia della scienza è il tentativo di individuare che cosa contraddistingue la scienza rispetto alle altre attività umane. Nel nostro caso l’impresa sarà resa più complicata, ma anche più interessante, poiché ci occuperemo di epistemologia delle scienze umane. Gli studi più fecondi per la filosofia della scienza sono stati fatti in un periodo nel quale il modello di scientificità era dato dalla fisica. Questo ha fatto sì che le scienze umane, che presentano notevoli differenze rispetto alle scienze della natura, fossero a lungo considerate delle ‘scienze imperfette’. Oggi questa visione mi sembra un po’ cambiata, ma rimangono alcune domande fondamentali: – che cosa sono le scienze umane? – Sono diverse dalle scienze della natura? – Sono “meno scienze” delle scienze naturali, per esempio la fisica? Consideriamo, ad esempio, la psicoanalisi. Freud era convinto che fosse, e che dovesse essere una scienza. Tuttavia la questione è altamente controversa. Popper la vede come una ‘pseudoscienza’. Per Popper una teoria è scientifica quando è falsificabile. Questo non vuol dire che una teoria, per essere scientifica, deve essere falsa, o falsificata. Vuol dire che deve essere possibile che si verifichi uno stato di cose che è in contraddizione con la teoria. In altre parole, vuol dire che una teoria non deve essere compatibile con ogni possibile stato di cose. Se una teoria non può essere falsificata, è una teoria pseudoscientifica. Ebbene, secondo Popper, la teoria freudiana è un tipico esempio di pseudoscienza: qualunque sia il comportamento del paziente, i freudiani riescono a spiegarla nei termini della loro teoria; essi dunque non ammettono mai che la teoria, o parte della teoria, sia sbagliata, non ammettono che essa abbia formulato delle previsioni che sono state poi smentite dall’esperienza. Ecco le considerazioni di Poppre in Congetture e confutazioni: “L’elemento più caratteristico di questa situazione mi parve il flusso incessante delle conferme, delle osservazioni, che “verificavano” la teoria in questione; e proprio questo punto veniva sottolineato dai loro seguaci [...] Ogni caso concepibile poteva essere interpretato alla luce della teoria di Adler, o parimenti di quella di Freud. Posso illustrare questa circostanza per mezzo di due esempi del comportamento umano: quello di un uomo che spinge un bambino nell’acqua con l’intenzione di affogarlo, e quello di un uomo che sacrifica la propria vita nel tentativo di salvare il bambino. Ciascuno di questi casi può essere spiegato con la stessa facilità in termini freudiani e in termini adleriani. Per Freud, il primo uomo soffriva di una repressione, per esempio, di una qualche componente del suo complesso di Edipo, mentre il secondo uomo aveva raggiunto la sublimazione. Per Adler, il primo soffriva di sentimenti di inferiorità determinanti, forse, il bisogno di provare a se stesso che egli osava compiere un simile delitto, e lo stesso accadeva al secondo uomo, che aveva bisogno di provare a se stesso di avere il coraggio di salvare il bambino. Non riuscivo a concepire alcun comportamento umano che non potesse interpretarsi nell’una o nell’altra teoria. Era precisamente questo – il fatto che dette teorie erano sempre adeguate e risultavano sempre confermate – ciò che agli occhi dei sostenitori costituiva l’argomento più valido a loro favore. Cominciai a intravedere che questa apparente forza era in realtà il loro elemento di debolezza”. Popper aveva una concezione della scienza ispirata alle scienze ‘dure’ (=fisica, chimica, ecc.). Della psicanalisi sono state date ricostruzioni più ‘soft’ ad esempio, (Spencer, Sherwood, Ricoeur), si è parlato di una ‘svolta narrativistica’ della psicanalisi, nella quale il paziente si emancipa da comportamenti coatti attraverso una sorta di autoriflessione condotta mediante la costruzione di un testo, di un ‘racconto’ della propria storia, con l’aiuto del terapeuta. E’ chiaro che qui stiamo parlando di una forma di attività molto diversa dalla fisica. Si può ancora parlare di scienza? [Clinica vs Patologia]. 2. IL NEOPOSITIVISMO Introduzione Tra le domande alle quali la filosofia della scienza di propone di rispondere troviamo le seguenti: • • • • • La conoscenza scientifica è la forma privilegiata di conoscenza? Come giustifichiamo la conoscenza scientifica? Quali caratteristiche contraddistinguono la buona conoscenza scientifica? Come avviene la crescita della conoscenza scientifica? Come si caratterizzano le nozioni di teoria, legge, spiegazione scientifica? Queste e analoghe domande vengono poste sia in generale, sia in relazione alle singole discipline scientifiche. La filosofia della scienza attuale deriva, per continuazione o per contrapposizione, dalla coerente nota come neopositivismo (logico), o neoempirismo (logico)1. Il neoempirismo si configura come una filosofia scientifica, nel duplice senso, che aspira a un rigore commensurabile a quello scientifico e che privilegia come campo di indagine i fondamenti della conoscenza scientifica. Entrambi gli aspetti si riflettono nello speciale interesse dedicato al tema del rapporto tra logica e filosofia e a quello dei fondamenti empirici della conoscenza. Il neopositivismo 1. Radici 1.1. Radici filosofiche: Empirismo britannico del XVIII sec. (Locke, Berkeley, Hume) Positivismo (Auguste Comte (1798-1857) 1 Alcuni storici della filosofia distinguono tra neopositivismo logico e neoempirismo logico, ma qui tralasceremo questa distinzione e useremo i due termini come sinonimi; per brevità, useremo anche “neoempirismo” e “neopositivismo” senza aggettivi. Fenomenismo, Empiriocriticismo (E. Mach (18381916); Richard Avenarius (1843-969)) Ernst Mach [“Analisi delle sensazioni” 1866; “Conoscenza ed errore”, 1905]–Austriaco, fisico, filosofo e storico della scienza: Rinnovamento dell’empirismo su base fenomenistica e antimetafisica. a) Dissoluzione del concetto di “cosa”: nessuna delle entità riconosciute dal senso comune o dalla scienza è una sostanza o una “cosa in sé” ; la realtà è piuttosto un fluire nello spazio e nel tempo di dati di senso. I fenomeni non hanno fondamenti extrafenomenici. Tra i fenomeni sussistono relazioni funzionali . b) Dissoluzione del concetto di causa: non vi sono cause, bensì relazioni funzionali. c) Dissoluzione del concetto di “io”: l’io è un complesso relativamente persistente di dati e non una sostanza. L’epistemologia di Mach influenzerà il radicale ripensamento einsteniano dei concetti di spazio e di tempo. 1.2. Rivoluzione della fisica: Quanto d’azione Planck (1900) Struttura dell’atomo: J.J. Thomson (1904); E: Rutherford (1911) Bohr (1913). Meccanica ondulatoria: De Broglie (1923) Meccanica quantistica e principio di indeterminazione:Heisenberg (1925) Equazione della funzione d’onda: Schrödinger (1926); equivalenza concettuale della meccanica ondulatoria e della meccanica quantistica. Einstein Relatività ristretta (1905); relatività generale (1916). 1.3 Matematica e geometria Geometrie non euclidee Il sistema geometrico di Euclide (circa 300 a.C.) era tradizionalmente considerato un ideale formale del sapere, tanto da essere assunto come modello per altri settori della ricerca. Paradigma di conoscenza valida a priori (Kant); questo campo di conoscenze e di applicazioni muta tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento con la nascita delle geometrie non euclidee. Sviluppo di geometrie diverse da quella euclidea, ma altrettanto coerenti al loro interno [K.F. Gauss, J. Boljai, N.I. Lobacevski, B. Riemann]. Alcune conseguenze filosofiche: • Perdita della certezza che i fondamenti delle teorie matematiche siano intuitivamente veri e per questo universalmente evidenti (svalutazione dell’intuizione). • Il metodo assiomatico non è più garanzia di certezza assoluta, in quanto sono possibili diversi sistemi assiomatici per la geometria. Hilbert (1899: “I fondamenti della geometria”): geometria come sistema ipotetico deduttivo nel quale si fa astrazione dal significato intuitivo dei termini adoperati. Quindi sono possibili diversi sistemi geometrici alternativi. Ma allora quale relazione tra geometria e corretta descrizione dello spazio fisico? Discussione epistemologica agli inizi del Novecento. Indagine sui fondamenti della matematica Teoria dei numeri naturali: il matematico italiano Giuseppe Peano (1852-1932) costruisce un sistema assiomatico formalizzato, costruito cioè per mezzo di simboli (solo tre: ‘zero’, ‘numero naturale’ e ‘successore immediato’) assunti come primitivi. Ciò garantiva che la certezza dei teoremi si fondasse solo sulla deduzione logica dai cinque assiomi iniziali, che cioè non dipendesse in alcun modo da nozioni intuitive, ma solo da rapporti sintattici tra i simboli. Gottlob Frege (1848-1925) e Bertrand Russell (1872-1970) riuscirono poi a definire la stessa nozione di numero naturale introdotta da Peano come primitivo, utilizzando solo la logica e la teoria degli insiemi. La matematica si configura pertanto sostanzialmente come un’estensione della logica. Antipsicologismo: Frege operò inoltre “l’espulsione dei pensieri dalla mente”, distinguendo tra l’atto psichico del pensare come processo mentale interiore (oggetto della psicologia), e i contenuti oggettivi del pensiero, di cui si occupano la logica e la matematica. La psicologia non ha nulla a che fare con i fondamenti della logica e della matematica. I contenuti oggettivi del pensiero (concetti e proposizioni) sono indipendenti dall’atto del pensare: entità di tipo platonico. Essi sono tuttavia esprimibili linguisticamente. • 1.3. Radici logiche Bertrand Russell Russell elabora la dottrina dell’atomismo logico: in linea di principio, mediante l’apparato logico sviluppato da lui e da A.N. Whitehead nei Principia mathematica [1903], qualunque proposizione sensata si sarebbe potuta analizzare in atomi logici, vale a dire proposizioni elementari che descrivessero singole sensazioni. Tale programma, se attuato, sarebbe stato conforme all’idea di Mach che tutta la scienza, in ultima analisi, può essere ricostruita come descrizione di sensazioni. Ludwig Wittgenstein Ludwig Wittgenstein (1889-1951), Tractatus logico-philosophicus [edizione tedesca 1921; edizione inglese 1922]. Da che cosa deriva la necessità della logica? Dal fatto che le verità della logica, debitamente analizzate, risultano null’altro che tautologie (= proposizioni non falsificabili dall’esperienza, sempre vere; es.: “piove o non piove”). Le conoscenze vere a priori (= indipendentemente dall’esperienza) sono vere per ragioni linguistiche, non metafisiche. La stessa filosofia si configura come analisi del linguaggio, in grado di rivelarne l’autentica struttura logica. Vi sono solo due tipi di proposizioni significanti, le tautologie e le proposizioni empiriche. Tutte le altre, tra cui le proposizioni metafisiche, sono insignificanti e la maggior parte dei problemi filosofici nasce da fraintendimenti e dall’uso improprio del linguaggio. 2. Cenni storici: Il Circolo di Vienna A Vienna, a partire dal 1907, iniziano le riunioni di un gruppo di giovani studiosi per discutere problemi scientifici e filosofici. Nel 1928 viene fondato il circolo “Ernst Mach”Alcuni nomi: Herbert Feigl, Philip Frank, Hans Hahn, Otto Neurath, Philip Frank, Rudolf Carnap. Il gruppo è in contatto col “Circolo di Berlino”, al quale appartengono, tra gli altri, Hans Reichenbach, Carl Gustav Hempel, Richard von Mises. Rudolf Carnap Nel 1929 Carnap, Hahn e Neurath redigono un “manifesto” dal titolo Il circolo di Vienna. La concezione scientifica del mondo. L’avvento del nazismo segnò la fine dei due circoli: i loro esponenti furono costretti ad emigrare, per lo più negli Stati Uniti. Il neopositivismo influenzò profondamente la filosofia accademica americana. Rapporti con il pragmatismo e con la filosofia analitica inglese. N.B. Interlocutori importanti: Russell, Wittgenstein (Il Tractatus logico-philosophicus fu un testo di riferimento fondamentale), Popper (che avvierà con gli esponenti del neopositivismo un vivace dialogo). 3. Le idee 3.1 - I fase Tre aspetti programmatici contenuti nel “manifesto” del ’29: a. nuova filosofia: logica e enunciati osservativi b. superamento della metafisica c. unificazione della scienza attraverso la messa a punto di un metodo unico a. logica ed enunciati osservativi Nel “Manifesto” si afferma che gli unici enunciati dotati di senso sono enunciati osservativi oppure espressioni logiche o matematiche (enunciato osservativo = un enunciato che descrive il risultato di una osservazione o di un esperimento). I problemi tradizionali della filosofia sono irrisolvibili perché non dotati di senso. Programma filosofico: ricostruire come deve essere una buona teoria scientifica sulla base di questi elementi [Carnap, La costruzione logica del mondo (1928)] Dati dell’esperienza: l’unica cosa che possiamo dire di conoscere in modo certo e irrevocabile, il resto è il risultato di un processo di astrazione. • Come giustifichiamo la conoscenza scientifica? • Come stabiliamo per mezzo di osservazioni ed esperimenti enunciati che non riguardano dati sensoriali? Carnap: i concetti impiegati entro un certo ambito scientifico possono essere analizzati come “costruzioni logiche” edificate a partire da concetti più elementari. I concetti delle scienze naturali possono essere ricondotti a espressioni relative a dati di senso. Fenomenismo (Schlick, Carnap1):I dati dell’esperienza sono espressi mediante enunciati osservativi. Ricaviamo gli oggetti fisici dai dati sensoriali. Gli enunciati della fisica possono essere tradotti in enunciati su dati sensoriali. Le teorie scientifiche sono insiemi di proposizioni traducibili in protocolli osservativi. Problema: Un enunciato osservativo descrive la mia esperienza e non è verificabile intersoggettivamente. Proposta alternativa: Fisicalismo (Neurath, Carnap2): le asserzioni osservative non riguardano le nostre sensazioni, ma oggetti fisici. Gli “enunciati di base” della scienza dovrebbero essere costruiti a partire da un vocabolario fisicalistico. Ciò rende possibile verificare sperimentalmente le loro asserzioni. b. superamento della metafisica • Contesto della scoperta e contesto della giustificazione L’impresa scientifica è caratterizzata dall’esigenza inderogabile di trovare una giustificazione per ogni sua asserzione, comunque essa sia stata trovata. “E’ legittimo cercare con ogni mezzo; tuttavia ciò che viene trovato deve reggere al controllo” (Manifesto del Circolo di Vienna, 1929). Scoperta: elementi soggettivi, anche a-razionali (associazioni di idee, intuizioni, ecc.). Giustificazione: deve avere un riscontro oggettivo (ossia, per i neopositivisti, intersoggettivo): controllabilità, riproducibilità. • Concezione verificazionista del significato: dire che un enunciato è significante equivale a dire, per Carnap, che esso può essere impiegato per fare un’asserzione razionalmente giustificabile. Nella Costruzione logica del mondo il fatto che un enunciato abbia significato deriva da un semplice requisito: la sua traducibilità in enunciati su termini osservativi. Successivamente Carnap cambierà idea. Anche per Schlick la verificabilità empirica rappresenta la condizione di significanza: solo gli enunciati empiricamente verificabili hanno un significato. Il significato è legato alla verificabilità. Enunciati non verificabili sono privi di significato cognitivo (etica, estetica, metafisica) [NB. Questo significa che non appartengono alla scienza, non che non siano importanti nella vita di ciascuno di noi]. Le condizioni di verità sono le condizioni di verificazione. • Decidibilità (in linea di principio) di ogni enunciato significante Procedure di decisione per un enunciato significante: si applicano in successione le definizioni costitutive fino a ottenere una serie di enunciati osservativi; se i mezzi tecnici lo consentono, si realizzano le condizioni per sperimentare la situazione percettiva rappresentata in un enunciato osservativo; in un numero finito di passi, si può, in linea di principio, accertare se essa si verifica o meno. c.unificazione della scienza attraverso la messa a punto di un metodo unico • • • Vi è un unico metodo scientifico Unificazionismo: diversi livelli; il livello base è la fisica; predominanza della fisica A livello diacronico, crescita cumulativa per successive generalizzazioni e incorporazione nelle nuove teorie delle teorie precedenti; es.: la termodinamica come caso particolare della meccanica statistica, la meccanica newtoniana come caso particolare della meccanica relativistica. Caratteristiche della scienza: Paradigma di razionalità - Quando si esce dal campo della matematica pura, si resta nell’ambito del discorso razionale soltanto se è possibile stabilire conclusivamente la validità della asserzioni controllandone la conformità alla struttura dei “dati osservativi”. In entrambi i casi (matematica pura e osservazione), si ottiene una risposta oggettivamente giusta, ossia fissata da un’autorità sottratta dalle decisioni degli uomini e perciò irriducibile alle loro predilezioni (scienza come paradigma di razionalità). • Oggettività - intersoggettività. • Responsabilità sociale - Chi fa un’asserzione con pretese di verità deve essere in grado di indicarne il metodo di verifica. • La scienza è un’impresa cumulativa “Conoscenza su conoscenza viene guadagnata in una lenta e prudente costruzione, e ognuno apporta solo ciò che può giustificare e di cui può rispondere davanti alla totalità dei suoi collaboratori. E’ così accuratamente aggiunta pietra su pietra e costruito un edificio, sul quale ogni futura generazione può continuare a lavorare.” [Carnap]” Norma metodologica forte: Dato il requisito della traducibilità di ogni enunciato significante in un enunciato su un insieme finito di osservazioni, l’unico precetto metodologico su come fare della buona scienza, o su cosa accettare come “scientifico” è: Accettare tutti gli enunciati di cui sia stata dimostrata osservativamente la verità, e ogni conseguenza logica di questi. Il compito dello scienziato si esaurisce nell’accertamento sperimentale di enunciati in cui occorrono solo termini percettivi; ci penserà poi la logica a trasmettere, attraverso i suoi rigidi ed affidabili canali, la verità al resto del sistema, che non è altro che una formulazione più complessa del contenuto dei primi. Problemi e critiche: 1. Termini disposizionali (es.: solubile, fragile): non sono immediatamente traducibili in enunciati osservativi. 2. Leggi scientifiche (enunciati quantificati universalmente). Come verificare asserzioni relative a un dominio infinito con asserti relativi a insiemi di dati di osservazione finiti? (verificabilità e decidibilità?) Duhem Le teorie scientifiche sono sottodeterminate rispetto a gruppi di leggi sperimentali: diverse teorie, ognuna internamente coerente ma tra loro incompatibili, possono essere usate per rendere conto degli stessi dati sperimentali. Nessuna teoria scientifica è derivabile logicamente dalle leggi osservative, mentre queste, a loro volta, sono ricavabili da sistemi di ipotesi che differiscono nelle loro differenze quantitative e si contraddicono formalmente, ma tra loro non è possibile discriminare sperimentalmente. Un’infinità di leggi matematiche tra loro diverse possono concordare sui dati (sottodeterminazione delle teorie). L’accettazione di una teoria non può essere giustificata logicamente sulla base dei dati disponibili. Neurath Un’accettazione non garantita è alla base degli enunciati osservativi o protocollari: carattere vago, inevitabilmente approssimato degli enunciati di osservazione; dipendenza del significato dei termini in essi occorrenti dal contesto linguistico e teorico globale, condizionamento che le teorie scientifiche operano sulla scelta degli enunciati osservativi ritenuti rilevanti ai fini delle capacità predittive delle teorie. 3.2 - II fase (liberalizzazione) Risposta a 1 (termini disposizionali): Norma metodologica più debole: In seguito al dibattito negli anni Trenta si assume come requisito l’osservabilità in linea di principio. Risposte a 2): • Carattere ipotetico delle teorie: Si adottano provvisoriamente enunciati o ipotesi che, pur non conseguendo dagli enunciati osservativi accettati, ricevono da essi sostegno probatorio sufficiente. Neurath: Se un enunciato dedotto dalle teorie in vigore è contraddetto dai dati osservativi, s’impone una scelta al fine di mantenere una coerenza globale del sistema: si possono modificare le ipotesi o cancellare l'enunciato protocollare che che ha generato la contraddizione. • Conferma al posto del verificazionismo: Teorie come “macchine per la previsione”. Le teorie non sono “vere” ma provvisoriamente accettate. • Metodo: il discorso sul metodo diventa più complicato e importante: quand’è che una teoria è sufficientemente confermata da poter essere accettata (provvisoriamente)? Come dobbiamo decidere se, per mantenere la coerenza, dobbiamo scartare l’ipotesi oppure l’enunciato protocollare in contrasto con essa? Come scegliere tra teorie rivali ben confermate? • Razionalità Se cade il mito della certezza degli enunciati osservativi di base, viene a mancare uno dei pilastri della razionalità come canone universale. Neurath parla di “pseudorazionalismo”. Neurath contesta che la filosofia della scienza debba produrre una metotologia normativa: meglio affidarsi alla storia della scienza, alla sociologia della comunità scientifica, alla psicologi. Parimenti, l’assenso sui dati osservativi è il risultato di un addestramento all’interno di una certa comunità scientifica. Tuttavia Neurath non deriva da queste considerazioni l’incommensurabilità delle teorie e il rifiuto del carattere cumulativo della scienza. Riferimenti bibliografici Carnap, R. Der logische Aufabau der Welt, Berlin 1928, trad.it. La costruzione logica del mondo. UTET, Torino 1979. Carnap, R. Foundations of Logic and Mathematics, in International Encyclopaedia of Unified Science, vol.1.n.3, ChIcago 1939, trad. it. Fondamenti di logica e matematica, Paravia, Torino 1956. Carnap, R. Empirismo semantica e ontologia, 1950. Trad it. in Significato e necessità, La Nuova Italia 1976. Duhem p. (1906-1914) La theorie physique: son object et sa structureM. Riviére, Paris; trad.it. La teoria fisica: il suo oggetto, la sua struttura, Il Mulino, Bologna 1978. Hahn, H., Carnap, R., Neurat, O. Wissenschaftliche Weltauffassung. Der WienerKreis, Wien 1929, trad.it. Il circolo di Vienna. La concezione scientifica del mondo. Laterza, Roma-Bari 1979. Hempel, C.G. La formazione dei concetti e delle teorie. Feltrinelli, Milano 1961. Neurath, O. (1932-33) Protokollsätzei, Erkenntnis 3, 204-214, trad.it. Proposizioni protocollari, in O. Neurath, Sociologia e neopositivismo, Ubaldini, Roma 1968. Russell, La conoscenza del mondo esterno (1914) Wittgenstein L., Tractatus logico-philosophicus, London 1922, trad.it. Einaudi, Torino 1983.