05/04/2014
“LA DISLESSIA”
Dott.ssa Francesca Ambrosi
e
Dott.ssa Ethel Bertagna
Disturbi Specifici dell’Apprendimento
Disturbi Specifici dell’Apprendimento
quando ?
DISLESSIA
LETTURA
DISGRAFIA
DSA
DISORTOGRAFIA
DISCALCULIA
SCRITTURA
CALCOLO
al di sotto:
1. all’ età cronologica
2. alla valutazione psicometrica dell’intelligenza
3. all’istruzione adeguata all’età
per essere definiti DSA si deve avere un Q.I. Medio - Alto
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abilità di lettura/ scrittura/
calcolo sono al di sotto di 2
deviazioni standard - DS
SE
non dipende dal
grado di Q.I.
disturbo è presente dai
primi anni di scuola
è
un
DSA
non dipende da deficit
uditivi/ visivi/ neurologici
DISLESSIA
definizione
DISLESSIA
Definizione 8 ottobre 2010, n.170
“La Dislessia è una disabilità specifica
dell’apprendimento di origine neurobiologica.
Essa è caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare
una lettura accurata e/o fluente e da scarsa abilità
nella scrittura e nella decodifica. Questa difficoltà
derivano tipicamente da un deficit nella
componente fonologica del linguaggio che è
spesso inattesa in rapporto alle altre abilità
cognitiva e alla garanzia di una adeguata
inclusione scolastica. Conseguenze secondarie
possono includere problemi di comprensione nella
lettura e una ridotta pratica della lettura, che può
impedire la crescita del vocabolario e della
conoscenza generale.
“… si intende per dislessia un disturbo specifico che si
manifesta con una difficoltà nell'imparare a leggere, in
particolare nella decifrazione dei segni linguistici,
ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura”
(L.170 Art.1 punto 2)
(gruppo di lavoro dell’I.D.A. G. Lyon, S.e B. Shaywitz, C.Vio e G. Stella 2003)
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DISLESSIA
come si manifesta:
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
sostituzione di lettere simili (b/d – p/q - m/n - nasali)
sostituzione di lettere omofone (b/p esplosive – t/d – dentali – f/v – s/z)
inversioni di lettere (da/ad – per/pre – da/pa)
difficoltà di riconoscere gruppi sillabici complessi (gn – ch – gl - sc)
difficoltà di lettura delle non parole
difficoltà a ricordare parole a bassa frequenza (date, nomi, linguaggio specifico)
difficoltà di mantenere il rigo di lettura
confonde i rapporti spaziali e temporali (dx/sx – ieri/oggi - giorni/mesi uso
dell’orologio)
difficoltà nell’automatizzare l’alfabeto - tabelline – formule – regole ecc.
difficoltà nella ricopiatura dalla lavagna
difficoltà nel prendere appunti
incapacità spontanea di autocorrezione degli errori
lentezza nella lettura
scarsa accuratezza
difficoltà nella lettura ad alta voce
nella lettura ripete sillabe/parole/frasi
salta le parole
quando va a capo salta la/e righe
di solito non comprende quello che ha appena letto
Movimenti Oculari di un Normolettore
LEGGERE e DECODIFICARE
d
b
q
p
ORIENTAMENTO SPAZIALE
4. Area di Broca
Qui si attiva il programma
neuromotorio per la
produzione del suono
(bocca, lingua, laringe).
3. Area temporale sup.
o Area di Wernicke
La forma visiva della parola
viene convertita in fonema.
Movimenti Oculari di un DISLESSICO
2.Area temporo-occipitale inf.
Deposito di rappresentazioni
ortografiche delle parole. E’ la zona
incaricata di "vedere" le lettere
e rendere automatico il processo
di riconoscimento delle parole.
1. Area occipitale post.
dove avviene
il riconoscimento del
simbolo.
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percorso di LETTURA in soggetti Dislessici
2.Area temporo-occipitale inf.
Deposito di rappresentazioni
ortografiche delle parole. E’ la zona
incaricata di "vedere" le lettere
e rendere automatico il processo
di riconoscimento delle parole.
LA DISLESSIA
(DISTURBO SPECIFICO dell’APPRENDIMENTO
della LETTURA)
• E' un disturbo di DECODIFICA (velocità –
correttezza) non di comprensione.
• La DISLESSIA EVOLUTIVA si manifesta nel
processo di apprendimento della lettoscrittura
• La DISLESSIA ACQUISITA è conseguente ad
eventi patologici con lesioni corticali
LE CAUSE
della DISLESSIA EVOLUTIVA
INCIDENZA: 1 alunno per classe
•
•
•
•
sono molteplici
NON lesionali
sono congenite
interessano il piano
NEUROBIOLOGICO
• sono dovute alla mancanza di alcune
funzioni necessarie ai processi di
transcodifica e di automatizzazione
Lo specialista diagnostica una DISLESSIA
• (secondo le 5 condizioni dell’OMS) quando:
• il QI è nella norma (tra 85 e 115)
• il livello di lettura è significativamente distante
dalla media
• non ci sono disturbi neurologici o sensoriali
• il disturbo è persistente nonostante gli
interventi scolastici
• il disturbo dà conseguenze nella
scolarizzazione
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L’INSEGNANTE può ipotizzare una DISLESSIA quando
l’alunno:
•
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•
•
•
•
•
commette molti errori, salta righe e parole, confonde suoni simili e
diversamente orientati
è molto lento, si stanca, apprende con grande difficoltà il
meccanismo della letto-scrittura
ha difficoltà ad imparare le tabelline, i giorni della settimana, i
mesi, l’alfabeto, le stagioni..
confonde destra con sinistra, non capisce il tempo
opera conglutinazioni, elisioni, omissioni
spesso confonde i numeri
ha un linguaggio verbale povero e non memorizza i
termini difficili
non ricorda la grammatica
ha problemi psicologici e di adattamento come conseguenza del
suo disturbo
ha difficoltà ad imparare le lingue straniere
ha problemi di attenzione e di concentrazione
(depressione, chiusura, inibizione, somatizzazioni, rifiuto della scuola,
reazioni aggressive…)
NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
• un dato predittivo che identifica un fattore di rischio
per la DISLESSIA è IL RITARDO DI LINGUAGGIO
In PRIMA classe della scuola PRIMARIA
• si può ipotizzare una futura dislessia:
• se a metà della prima c’è un livello di acquisizione
molto basso
• se viene proposto nei tre mesi successivi un
incremento di stimolazione
e tuttavia le difficoltà non sembrano modificarsi
(nonostante il rinforzo, le acquisizioni non sembrano
mai stabili).
Le ricerche recenti…
Le cause:
Una ricerca anglosassone ha individuato in
Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche
ha permesso di stabilire che si tratta di
una caratteristica costituzionale,
determinata biologicamente e non dovuta
a problemi psicologici o
a disagio socio-culturale
bambini americani un coinvolgimento del
cromosoma 15 della Dislessia.
Quest’area del genoma è in grado di influenzare la
difficoltà d’apprendimento
Indipendentemente dalle caratteristiche culturali
dei diversi paesi in cui un bambino può trovarsi a
vivere.
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Dislessia
Dislessia
• Incapacità di distinguere lettere simili per la
forma (m e n; b e d; b e p) o per il suono
• Progressivamente si evidenziano difficoltà che
riguardano, oltre la correttezza, anche la velocità e la
comprensione del testo.
• (d e t; b e p);
• La lettura risulta <2ds rispetto alla media attesa.
• Inversione di lettere nell’ambito di una sillaba
• La compromissione presenta un grado variabile. Nelle
(lad per dal; id per di);
• Omissione di lettere o sillabe nell’ambito di una
forme lievi il bambino riesce a mascherare, attraverso uno
sforzo attentivo, gli iniziali errori. La lettura, tuttavia,
appare sillabica, lenta o priva di intonazione.
parola (doni per domani);
• Sostituzione di intere parole nel corso di una
prova (auto al posto di aereo).
Le disabilità d’apprendimento
provocano, in bambini
intellettualmente vivaci,
DEI CONTRACCOLPI PSICOLOGICI:
• Nelle forme più gravi, persiste l’incapacità di leggere
correttamente e la comprensione risulta molto
compromessa.
DISLESSIA
aspetti emotivi
 ANSIA: il soggetto teme l’interrogazione improvvisa,
la richiesta di lettura, una risposta immediata
 RABBIA: come conseguenza della frustrazione, manifesta
problemi comportamentali e/o psicologici
 AUTOSTIMA: all’inizio la carriera scolastica è adeguata, mentre
in età adolescenziale spesso i soggetti sono convinti
Perdita dell’autostima
Tendenza ad assumere ruoli aggressivi
per compensare la difficoltà
Noia
di essere incompetenti e inadeguati
 DEPRESSIONE: vedono un futuro di continui fallimenti, la scuola
è vissuta come “ambiente stressante” quando
non mette l’alunno in condizione “di fare”
 RIVENDICAZIONE: il bisogno di sentirsi come gli altri porta a
sottolineare l’errore altrui in una sorta di
“sei come me, anche tu sbagli”
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rischio
Se prendiamo un alunno dalla mente
sveglia e
non gli permettiamo di imparare, lui è
preso dal desiderio di dimostrare che non
è l’unico a fare fatica…è subito pronto a
sottolineare gli errori degli altri…a
ridere…a fare il pagliaccio
SI PUO’ FARE QUALCOSA?
UN D.A. NON COMPRESO E NON DIAGNOSTICATO…
Riabilitazione: un trattamento riabilitativo tempestivo
consente di rafforzare o riattivare le funzioni deficitarie
e potenziare le altre presenti. Sono possibili due tipi di
intervento:
COMPORTA SOVENTE IL CONSIGLIO, DA PARTE DEL
DOCENTE, DI NON PROSEGUIMENTO DEGLI STUDI…
- puntare sull’automatizzazione dei processi di lettura
(aumento della correttezza e rapidità nell’accesso al
testo)
- aiutare il bambino ad utilizzare le strategie acquisite,
ad organizzarsi meglio di fronte a testi complessi e a
mettere in atto accorgimenti che lo aiutino nello studio
NOI PERDIAMO INTELLIGENZE E CAPACITA’ …
AD OGGI SI OSSERVA CHE AGLI SUDI SUPERIORI
PERVENGONO GIOVANI PER LE CUI FAMIGLIE
UN DIPLOMA O UNA LAUREA
SONO, PER MOTIVI DIVERSI,
OBIETTIVI IMPRESCINDIBILI!
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NON E’ NECESSARIA
L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO!!!
LA DIDATTICA DELLA SPECIALE NORMALITA’
ED I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI…
SERVE PIUTTOSTO
UN BUON LAVORO
EFFETTUATO DALLA DOCENTE CURRICULARE
CHE DEVE SAPER INTEGRARE IL DISLESSICO
E VALORIZZARLO
COME RISORSA PER LA CLASSE
COSA PUO’ FARE L’INSEGNANTE
“L’insegnante con il suo metodo non può
causare la dislessia ma può aggravarne gli
effetti.”
Giacomo Stella
Questi sotto elencati sono consigli di buona pratica
ricordando che molto spesso ciò che utilizziamo per il
bambino con DSA si rivela molto utile per tutti i suoi
compagni.
CI SONO SOSPETTI DI
DISLESSIA …
Cosa fare
- PARLARE CON I GENITORI
- PARLARE CON IL DIRIGENTE SCOLASTICO
- RIVOLGERSI ATTTRAVERSO LA FAMIGLIA
AGLI SPECIALISTI per:
– UNA DIAGNOSI
- UNA EVENTUALE TERAPIA LOGOPEDICA
- UNA TERAPIA DI SOSTEGNO PSICOLOGICO (utile
per i ragazzini più grandi)
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INDICATORI PER GLI INSEGNANTI
Elementi da osservare nella Scuola dell’Infanzia:
 Disturbo del linguaggio;
 Inadeguatezza nei giochi metafonologici;
 Difficoltà a memorizzare filastrocche;
 Difficoltà nella manualità fine;
 Goffagine nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, ecc..;
 Inadeguato riconoscimento destra / sinistra
INDICATORI PER GLI INSEGNANTI
• Lettura lenta con errori (salti di riga, ripetizione di riga,
confusione tra grafemi p/b/d; a/e/o; u/n; m/n);
• Difficoltà di calcolo a mente entro il 10;
• Lentezza ed errori nella enumerazione all’indietro da 20 a 0;
• Difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri ad una cifra;
• Difficoltà a memorizzare le procedure delle operazioni
aritmetiche;
• Difficoltà di attenzione;
• Racconta i fatti quotidiani con occhi particolari e in tempi
lunghi perdendo spesso l’uso di termini anche di uso
quotidiano (disnomia);
• Difficoltà nella lettura dell’orologio;
INDICATORI PER GLI
INSEGNANTI
Elementi da osservare nella Scuola Primaria:
• Difficoltà a memorizzare sequenze ( mesi, giorni, ordine
alfabetico,…);
• Difficoltà a copiare dalla lavagna;
• Utilizzo difficoltoso dello spazio-pagina;
• Lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico e della
corrispondenza grafema/fonema;
• Scrittura speculare di grafemi e numeri;
• Errori fonologici nella fase alfabetica della scrittura (inversioni,
sostituzioni, omissioni, intrusioni);
• Difficoltà con i digrammi e trigrammi;
• Scarsa competenza metafonologica ;
• Difficoltà grafo-motorie;
INDICATORI PER GLI INSEGNANTI
• Difficoltà nel ricordare le date importanti o il proprio
numero di telefono;
• Difficoltà nel pianificare ed organizzare le proprie attività;
• Difficoltà nella gestione del tempo;
• Ha poca autostima e sicurezza di sé.
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Il corretto atteggiamento con la
famiglia e con gli specialisti è
di…
- FIDUCIA RECIPROCA
- COMUNICAZIONE E CONDIVISIONE
- AZIONI COORDINATE:
incontrarsi
spiegarsi
raccontarsi
verificare
Se infatti è vero che i DSA hanno una base
biologica che rende difficile l’effettuazione
automatica di alcune operazioni..
L’insegnante deve ricordare che questo
substrato biologico non è di per sé
modificabile.
IMPORTANTE in classe è porre
attenzione:
• A OGNI SINGOLO ALUNNO accoglienza
• ALL’ATTEGGIAMENTO: non giudicante
• ALLA DIDATTICA: competente
• ALL’ORGANIZZAZIONE DELLA CLASSE:
creare relazioni
Quale strategia suggerire
all’alunno dislessico ?
Ciò che può essere modificato, attraverso
un lungo esercizio, è l’errore funzionale che
tale struttura provoca.
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Metodo dell’Auto-osservazione
Auto-monitoraggio
• IL BAMBINO IMPARA AD OSSERVARE E A
VALUTARE IL PROPRIO COMPORTAMENTO
• IMPARA A DARSI LE ISTRUZIONI VERBALI
NECESSARIE ALL’ESECUZIONE DI UN COMPITO
QUESTI METODI AVVICINANO
L’ALUNNO ALL’AUTONOMIA
OGNI GIORNO…
TENERE CONTO DELLE DIVERSE
POTENZIALITÀ DI OGNI
ALUNNO
• Valorizzare ogni sforzo
• accettare i piccoli progressi
• rinforzare e incoraggiare
È importante l’aspetto psicologico e
mettersi nei panni degli alunni
GIUSTIZIA
Non significa dare a tutti le stesse
adeguare la didattica agli alunni
cose, ma dare a ciascuno ciò che
con disturbi di apprendimento
a ciascuno è necessario.
averli in mente quando si scrive
Per essere giusti bisogna trattare
alla lavagna, quando si detta,
gli alunni in difficoltà
quando si danno i compiti...
diversamente.
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SCUOLA PRIMARIA: IN CLASSE PRIMA
UTILIZZARE LE RISORSE DEI
COMPAGNI DI CLASSE
• Individuare gli alunni che fanno fatica
nell’apprendimento e si trovano in difficoltà
• spiegare presto la dislessia in classe
• Ripetere le prove di scrittura ogni settimana
• Sfruttare l’insegnamento cooperativo :
• Ripetere le prove di riconoscimento/lettura
utilizzare le strategie per la formazione e la
conduzione dei gruppi
delle singole lettere/sillabe/parole
• Proporre lavori per tutta la classe, e/o per un
piccolo gruppo e/o individualmente
SCUOLA PRIMARIA:
IN CLASSE PRIMA COSA FARE
PER TUTTI
NELLE CLASSI SUCCESSIVE COSA
FARE PER L’ALUNNO DISLESSICO
Uso di strategie compensative e
dispensative insieme a:
STAMPATO MAIUSCOLO
. UN LINGUAGGIO SEMPLICE E CHIARO
SCRITTURA SPONTANEA
. CONCETTI SPIEGATI
LETTURA PER ANTICIPAZIONE
. CONTENUTI SELEZIONATI :
- PROPOSTE DI LAVORO FONOLOGICO
- LETTURA SILENZIOSA GIORNALIERA
lavorare per ridurre i testi
far lavorare a piccoli gruppi
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NELLA PROPRIA CLASSE
INOLTRE COSA FARE
L’insegnante impara a:
 CONDURRE IL LAVORO FONOLOGICO
• Lavoro mirato alle difficoltà
• Studio in classe da soli/insieme
• Interrogazioni programmate
• Verifiche (brevi/chiare/su 1 argomento)
• Molto lavoro pratico ed esercizi insieme
• Materiale audiovisivo, cd, computer, registratore
 RICONOSCERE LE TIPOLOGIE DEGLI ERRORI
 FARE UN BILANCIO ORTOGRAFICO
 FARE UN BILANCIO DELLA LETTURA:
velocità
correttezza
comprensione
 FARE UN BILANCIO DELLA PARTE ESECUTIVA
DELLA MATEMATICA
IN CLASSE CI SONO PIU’ DOCENTI:
IMPORTANTE
L’ACCORDO TRA DOCENTI
confrontarsi e concordare:
• LINGUAGGIO SEMPLICE E CHIARO
•
CONCETTI SPIEGATI E NON DATI PER SCONTATO
Selezione dei contenuti
• lavorare per ridurre i testi
• far lavorare a piccoli gruppi e
individualmente
LAVORARE SUL METODO DI STUDIO
sottolineatura
fare degli schemi
fare degli appunti
esposizione
LAVORARE SULLA ELABORAZIONE DI UN TESTO
pianificazione attraverso dei punti
stesura
revisione
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La risposta al Disturbo
d’Apprendimento non è la
MOTIVAZIONE
STRUMENTI
COMPENSATIVI
E MISURE DISPENSATIVE
LA MOTIVAZIONE
Può farci fare al meglio delle nostre
possibilità quello che
già sappiamo fare
Nei confronti degli alunni con
Disturbi Specifici
dell’Apprendimento (segnalati
dagli specialisti)
STRUMENTI COMPENSATIVI E
DISPENSATIVI
STRUMENTI
COMPENSATIVI
• Computer: + controllo sintattico
Proprio per tutte le difficoltà che deve vivere un dislessico
nelle varie attività scolastiche esistono degli strumenti
COMPENSATIVI che lo possono rendere autonomo.
Questo è un obiettivo importante perché se riesce “a far
da solo” si sentirà come gli altri aumentando la sua
autostima e migliorando così le prestazioni.
•
•
•
•
•
•
+ controllo ortografico
+ sintesi vocale
tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto e dei vari caratteri
tabella delle misure, tabella delle formule geometriche
tavola pitagorica
calcolatrice
audio registratore o lettore MP3 (con cuffia)
vocabolario multimediale
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STRUMENTI COMPENSATIVI
STRUMENTI DISPENSATIVI
• enciclopedia informatica multimediale su CD
ROM
• Libro parlato (centri)
• Audiolibro
• testi scolastici con allegati CD ROM
• testi in formato PDF – Biblioteca Digitale A.I.D.
• scanner - OCR
• internet
Parallelamente, in maniera commisurata alle
necessità individuali e all’entità del disturbo di
apprendimento, si dovrà garantire la dispensa
da alcune attività:
• Lettura a voce alta;
• scrittura veloce sotto dettatura;
• ricopiare dalla lavagna;
• uso del vocabolario;
• uso mnemonico delle tabelline;
STRUMENTI DISPENSATIVI
• dispensa, ove necessario, dallo studio delle
lingue straniere in forma scritta;
• programmazione di tempi più lunghi per prove
scritte ;
• riduzione del carico di lavoro;
• interrogazioni programmate;
• valutazione delle prove scritte ed orali che
tengano conto del contenuto e non della forma.
PEP (Percorso Educativo
Personalizzato)
Per non lasciare nulla al caso e perché la nostra
didattica diventi efficace, sarebbe auspicabile
preparare il PEP con la collaborazione del team
docente.
Deve essere un documento unico per tutte le
discipline e deve contenere:
 Un carattere flessibile;
 Un linguaggio semplice;
 Un collegamento con la normativa.
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PEP (Percorso Educativo
Personalizzato)
PEP (Percorso Educativo
Personalizzato)
Le strategie metodologiche terranno conto:
 Tempi di elaborazione;
 Tempi di produzione;
 Quantità dei compiti;
 Comprensione delle consegne;
 Uso e scelta dei mediatori didattici che facilitano
l’apprendimento (immagini, schemi, mappe).
Il documento conterrà:
 Strumenti compensativi;
 Misure dispensative;
 Modalità di verifica;
 Criteri di valutazione;
 Accordi con la famiglia;
 Firme di sottoscrizione:
- Team di classe; - Dirigente; - Referente dislessia
(non obbligatorio); - Genitori (meglio anche se non obb.);
- studente (in base all’età); Tecnico (non obb.)
Ambiente per l’apprendimento
Modalità di
coinvolgimento
La comunicazione
da parte dell’insegnate
Scelta dei saperi
Riflessioni degli allievi
sul loro apprendimento
Infine la VALUTAZIONE
TENGA CONTO :
•DEI PUNTI DI FORZA E DELLE DIFFICOLTA’ DI
OGNI SINGOLO ALUNNO
Creare e gestire
un clima relazionale
Organizzazione
del gruppo classe
Interazione
tra compagni
Strutturare il compito
di apprendimento
Attenzione ai processi
cognitivi e metacognitivi
•DEI PUNTI DI PARTENZA
•E SIA EDUCATIVA E DINAMICA
Individuazione di
Strategie facilitanti
Progettare il contesto
di apprendimento
Individuazione
di criteri di
verifica e valutazione
Scelta di
strumenti e loro uso
Scelta dei
mediatori didattici
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Normativa di riferimento
•
•
•
•
•
•
•
DPR 275/99
Legge 53/03
Nota MIUR 4099/A4 del 5.10.04
Nota MIUR 26/A4 del 5.01.05
Nota MIUR 1787 del 1.03.05
Nota MIUR 4798 del 27.07.05
OM n° 22 del 20.02 2006
DISTURBI D’APPRENDIMENTO
La vera sfida è educare chi
non lo ha
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