La psicocinesi (PK)

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PSICOCINESI
Bruno Severi
In una precedente lezione il Dr. Cassoli ha presentato e discusso la
classificazione dei fenomeni paranormali. Nel loro insieme essi si suddividono
in fenomeni psi-cognitivi e in fenomeni psi-cinetici (psicocinetici o PK). Su
questi ultimi è stato soltanto detto che si dividono a loro volta in due gruppi
principali: la macro-PK e la micro-PK (psicocinesi macroscopica e psicocinesi
microscopica).
Nel suo insieme, la psicocinesi è la supposta capacità della mente di
agire in qualche modo sulla materia o su processi di vario genere (ad esempio
sollevare o spostare un oggetto, influenzare a distanza un processo fisico,
chimico o biologico, etc.). Essa è probabilmente vecchia quanto il mondo o
meglio, quanto l'uomo. Infatti è noto che l'uomo primitivo ha sempre cercato di
modificare il corso degli eventi ricorrendo a persone particolari che erano in
grado di manipolare le forze occulte mediante riti o formule magiche. Parliamo
dei maghi, degli stregoni, degli sciamani, dei medium. Ancora oggi la figura del
mago non è affatto scomparsa e sembra incarnare ancora il desiderio
dell'umanità di potere trascendere i propri limiti esistenziali. Nella nostra
civiltà lo stregone primitivo ha assunto nuove sembianze ed una di queste è il
medium delle sedute spiritiche.
MACRO-PK
Come tutti sanno i medium sono solitamente suddivisi in medium ad effetti
fisici e in medium ad effetti psichici, anche se spesso uno stesso medium può
dar luogo ad entrambi i tipi di effetti. I fenomeni fisici dei medium rientrano
nella macro-PK, di cui si è accennato all'inizio. In quel che dirò parlerò di
sedute medianiche e di sedute spiritiche senza fare eccessiva distinzione tra le
due, anche se delle differenze sostanziali esistono. Quel che ci interessa è che
in entrambi i tipi di sedute possono manifestarsi più o meno gli stessi fenomeni
fisici. Essendo tutta la problematica della medianità e dello spiritismo ancora
sub-iudice, ne parlerò senza garantire però che tutti i fenomeni fisici di una
seduta siano effettivamente reali e scontati.
In una classica seduta spiritica il medium, per potere esercitare i propri
compiti, deve entrare in un particolare ed ancora poco definito stato di
coscienza detto trance e del quale più o meno tutti avete sentito parlare. Quali
sono i fenomeni di tipo fisico che un medium può produrre nel corso di una
seduta? Il repertorio è molto vasto e per forza di cose mi dovrò limitare ai
principali. Il primo fenomeno che mi viene in mente è la LEVITAZIONE che
consiste nel sollevamento in aria, senza l'intervento diretto di nessuno dei
presenti, sia del tavolino della seduta, sia di altri oggetti e, infine, si
sente dire o si legge, dello stesso medium. Altri portentosi fenomeni riportati
nel corso di queste sedute sono gli APPORTI e gli ASPORTI, ossia la comparsa di
oggetti di varia natura nella stanza della seduta provenienti da altri luoghi
o, viceversa, la scomparsa di oggetti presenti nella stanza che vengono poi
ritrovati altrove. Se ad esempio vengono ritrovati in una stanza adiacente,
occorre pensare che abbiano attraversato la parete di separazione
smaterializzandosi e rimaterializzandosi.
Altri fenomeni di tipo medianico sono I RAPS e la VOCE DIRETTA.
I RAPS sono dei rumori, in genere secchi e chiari, che sembrano prodursi alle
pareti, nei mobili, nel tavolino della seduta, o in punti indefiniti della
stanza. Sembrano, in certi casi, possedere una qualche forma di intelligenza
essendo spesso prodotti a richiesta.
LA VOCE DIRETTA è un fenomeno oggi molto raro, se non scomparso del tutto e che
consiste nella produzione di voci chiaramente articolate che risuonano nella
stanza della seduta. Esse possono provenire da vari punti, più spesso dall'alto.
Le voci spesso intrecciano dei dialoghi con i presenti, anche in lingue
sconosciute al medium. Poiché in genere la voce diretta è di intensità molto
bassa, per renderla più udibile si è ricorsi alle cosiddette trombe medianiche,
imbuti di cartoncino o di alluminio che potevano levitare nell' aria.
Nel passato i fenomeni di voce diretta sono più volte descritti.
Ricordiamo solo i casi più famosi: le statue parlanti dell'antico Egitto, gli
alberi parlanti dei Germani, o le voci misteriose che risuonavano negli antri
delle Sibille dell'antica Grecia e di Roma.
Tra i medium più famosi specializzati nel produrre le voci dirette ricordo
soltanto l'americano George Valiantine, negli anni '20-'30. Le sue voci potevano
parlare in varie lingue, cinese antico incluso, e vari dialetti.
Il propagarsi di LUCI ( che possono assumere le più varie forme e
grandezze; quella più frequente è la forma globulare, ma si possono vedere anche
rapidi bagliori, fiammelle o globi che volteggiano), o di PROFUMI e, fenomeno
tra i più sconvolgenti (ed anche tra i più discussi), la formazione di
ECTOPLASMA o MATERIALIZZAZIONE. Si tratta di una sostanza biancastra e
debolmente luminescente che esce in genere dalla bocca, dal naso o dalle
orecchie del medium. Una volta uscita, può assumere varie forme: spesso quella
di parti del corpo umano come mani, piedi, dita, visi e, stando ad alcuni
resoconti, anche di interi corpi umani. In alcuni casi, specialmente in Francia,
si sono ottenuti i cosiddetti calchi medianici. Quando ad esempio la
materializzazione assume la forma di una mano, di un dito o di un piede, si
chiede allo spirito o all'ectoplasma stesso di poter fare dei calchi. La parte
materializzata viene affondata in paraffina fusa ottenendo così uno stampo entro
il quale la parte del corpo si smaterializzava e il cui vuoto veniva poi colmata
con gesso. Ricordiamo che i grandi medium del periodo d'oro dello spiritismo e
della medianità (fine dello scorso secolo- inizio di questo) operavano quasi
esclusivamente al buio e si ritiravano molto spesso nel cosiddetto gabinetto
medianico celandosi così totalmente alla vista degli altri partecipanti. Da
questo ambiente si dice siano uscite, mentre il medium era in trance, anche
forme umane intere, che venivano riconosciute come materializzazioni di anime di
trapassati, o presunti tali, in grado di muoversi tra i presenti e persino di
conversare con loro. Questi fatti non mi hanno mai convinto troppo, ma molti
sono quelli che giurano che ciò sia avvenuto sotto i loro occhi per cui lasciamo
la cosa in sospeso.
Lo scopo principale delle sedute spiritiche è quello di
aprire un contatto con il mondo dei trapassati e per ricevere da essi
consolazione, insegnamenti e conferme. Il modo più comune per portare avanti un
colloquio con queste entità dell'altro mondo è quello che avviene attraverso i
colpi di un tavolino (TIPTOLOGIA). Questo, alzandosi da un lato e ricadendo al
suolo produce dei colpi che vengono tradotti nelle lettere dell'alfabeto
formando parole. Un colpo per la A, due per la B e così via. Per accelerare il
dialogo si ricorre a volte al cosiddetto piattino e al ouija sui quali si
appoggiano le dita dei partecipanti. Essi si spostano su un tabellone su cui
sono stampate le lettere dell'alfabeto. Siccome sia con il tavolino che con
questi strumenti c'è il contatto con le dita o le mani dei partecipanti, ciò
porta naturalmente alla possibilità che questi oggetti si muovano non per via
psicocinetica o per azione di qualche spirito, ma perché sono mossi più o meno
inconsciamente dalla forza muscolare dei partecipanti.
Questo tipo di seduta con fenomeni così stupefacenti ai nostri giorni si è
rarefatto notevolmente anche se qualche medium moderno sembra in grado di
produrre buona parte di questa fenomenologia.
Occorre anche dire che la presenza del gabinetto medianico entro il quale si
celava il medium ed il fatto che le sedute si svolgevano quasi sempre al buio
hanno sollevato una incredibile serie di critiche e di sospetti essendo queste
le condizioni migliori per operare manovre fraudolente. Infatti molti medium
sono stati scoperti nell'atto di fare abili trucchi di questo genere.
OSTY
All'atteggiamento spiritualistico e fideistico dei primi cultori delle
sedute spiritiche si venne pian piano affermando uno spirito critico sempre più
di stampo scientifico seguendo il quale si cercò di verificare, anche in
laboratorio, l'esistenza o meno di alcuni dei sopracitati fenomeni di tipo
fisico. Un pioniere in questi studi è stato Eugene Osty che studiò le capacità
psicocinetiche del noto medium Rudy Schneider nel suo laboratorio. E' stata
questa una sperimentazione molto precisa e sofisticata per quei tempi ed ancora
oggi appare sufficientemente convincente nell'escludere che i fenomeni prodotti
da Rudy Schneider fossero dovuti a trucchi. Anche se le prove si svolsero tutte
al buio, l'oggetto su cui il medium doveva agire era protetto da sottili fasci
luminosi infrarossi che colpivano una cellula fotoelettrica e che erano riflessi
da un complicato sistema di specchi. Se il medium, o chiunque altro, avesse solo
avvicinato una mano all'oggetto, avrebbe interrotto la comunicazione tra i fasci
luminosi e la cellula fotoelettrica e questo avrebbe fatto scattare una macchina
fotografica che, alla luce di un flash, avrebbe fotografato in piena flagranza
il medium. Anche un campanello ed un galvanometro erano azionati da ogni
interruzione del raggio luminoso. Il medium, oltre che agire psicocineticamente
su degli oggetti bersaglio, sembrava emanare una sostanza che si avvicinava
all'oggetto ed era in grado di assorbire il 30% dei raggi luminosi (di tipo
infrarosso) di cui si è detto. E' inutile dire che l'esperimento ebbe esito
positivo.
POLTERGEIST
Nel 1967, la cittadina tedesca di Rosenheim fu turbata da stranissimi ed
incredibili fenomeni. Nello studio di un noto avvocato ne succedevano di tutti i
colori. Lampadari che iniziavano ad oscillare paurosamente, lampadine che
esplodevano in serie, oggetti che volavano per le stanze, altri che cadevano
inspiegabilmente al suolo, 4 telefoni che a volte squillavano contemporaneamente
senza che nessuno fosse in linea o, invece, quando uno parlava al telefono la
linea cadeva inspiegabilmente. Venivano registrati dal contatore un numero
enorme di telefonate mai fatte con costi della bolletta stratosferici.
L'avvocato chiese l'intervento dei tecnici dell'azienda fornitrice della
corrente elettrica e dei tecnici dell'azienda telefonica. Entrambi i gruppi di
tecnici rilevarono comportamenti anomali degli impianti senza trovarne la
ragione. Ed i fenomeni continuarono. L'avvocato presentò una denuncia contro
ignoti il che spinse la polizia di Rosenheim ad intervenire con accurate
indagini. Arrivò ad indagare anche il noto parapsicologo tedesco Hans Bender
seguito a sua volta da noti scienziati dell'Istituto di Fisica Max Plank. Da
queste ulteriori indagini risultò chiaro che questi fenomeni avvenivano solo
durante l'orario di lavoro ed in particolare con l'ingresso nello studio di una
certa impiegata. Bender dichiarò che si trattava di fenomeni paranormali di tipo
psicocinetico. Appena si diffuse questa interpretazione, i fenomeni si
intensificarono ancora di più. Tuttavia, una volta mandata in vacanza forzata
l'impiegata sospettata di essere la causa di tutto questo pandemonio, i fenomeni
cessarono d'incanto. L'impiegata trovò un altro impiego e nel nuovo posto di
lavoro i fenomeni si manifestarono con minore intensità per finire del tutto
dopo poco tempo.
In questo resoconto ci sono tutti gli elementi principali che
caratterizzano i fenomeni di un classico poltergeist:
- oggetti che si muovono senza che nessuno li tocchi o li influenzi in qualche
modo;
- comportamento anomalo di strumenti ed impianti;
- una persona, in genere giovane, la cui presenza è ritenuta necessaria perché
si manifestino questi fenomeni;
- durata limitata di detti fenomeni (di solito settimane o alcuni mesi).
L’interpretazione più accreditata per spiegare questa particolare fenomenologia
è che una persona, con una fortissima carica aggressiva che non riesce a
risolvere in altro modo, possa trovare una valvola di sfogo per via paranormale,
ossia proiettare psicocineticamente all’esterno le proprie tensioni scaricandole
sugli oggetti e sull’ambiente familiare.
INFESTAZIONE
Al poltergeist si contrappone un altro fenomeno che, oltre ad avere
notevoli punti in comune, mostra anche sostanziali differenze: l'INFESTAZIONE.
Essa si manifesta in genere con rumori, con voci, con oggetti che si muovono o
volano per l'ambiente, a volte con apparizioni di forme indefinite o la
percezione di "presenze", sino alla comparsa di complete figure fantasmatiche,
etc. L'infestazione non sembra legata ad una persona particolare come avviene
nel poltergeist, ma ad un luogo ben preciso: un castello, una casa antica, un
cimitero, un campo di battaglia, un luogo appartato in campagna o nei boschi,
etc. Essa, inoltre, sembra protrarsi a lungo nel tempo, in alcuni casi anche per
secoli. Di rilievo è che l'infestazione manifesta la sua vasta gamma di fenomeni
paranormali non in presenza di un medium, ma di gente comune. Se un sensitivo, e
solo lui, percepisce qualcosa di strano in un certo luogo mentre altre persone
non avvertono niente, allora ci si orienta verso una forma di PSICOMETRIA o
PSICOSCOPIA d'AMBIENTE.
APPARIZIONI
Tra le più moderne linee di ricerca riguardo lo studio dei fenomeni
psicocinetici, riporto la descrizione di una sperimentazione effettuata da D. I.
Radin e J. M. Rebman presentata, alcuni anni fa, alla "Parapsychological
Association Convention". "Una questione fondamentale non risolta circa i
fenomeni di apparizione è se essi siano espressione di fantasie soggettive,
semplici allucinazioni, o se invece essi riflettano qualche forma di realtà
oggettiva. Se le apparizioni sono solo soggettive, esse possono essere spiegate
in termini di psicologia normale. Ma se le apparizioni coinvolgono anche qualche
forma di realtà fisica indipendente, le implicazioni di questo vetusto fenomeno
sono più inquietanti. In un esperimento pilota sette persone si ponevano di
fronte ad uno specchio all'interno di una stanza debolmente illuminata per
indurre un leggero stato alterato di coscienza. E' una tecnica sviluppata dal
noto ricercatore sulle esperienze perimortali, Raymond Moody, che è ampiamente
trattata nell'ultimo numero della rivista Luce e Ombra (N. 1, 1996). Tutte e
sette riferirono di aver avuto sensazioni di presenze, percezioni di
apparizioni, o anomale fluttuazioni del livello di illuminazione dell'ambiente.
Nel caso le esperienze apparizionali siano riferibili ad uno stato alterato di
coscienza, gli sperimentatori hanno controllato contemporaneamente le
variazioni fisiche dell'ambiente e quelle fisiologiche dei partecipanti per
verificare se i nuovi stati di coscienza si correlassero con le misurazioni
oggettive (fattori ambientali). Le analisi hanno indicato che la fisiologia dei
soggetti, controllata misurando l'EEG, l'attività elettrica della pelle, la
frequenza cardiaca e la temperatura della cute, erano correlate in modo
significativo con le misurazioni di tipo fisico fatte sull'ambiente (variazioni
di temperatura, del campo elettrico, del campo magnetico e della radiazione
ionizzante di fondo). Dai risultati ottenuti da queste rilevazioni, gli
sperimentatori hanno concluso che, in opportune condizioni, l'acquisizione di un
nuovo stato di coscienza coincide con variazioni non spiegabili dell'ambiente
fisico. Queste osservazioni suggeriscono pertanto una doppia possibilità per
spiegare i fenomeni che si accompagnano alle apparizioni: a) che certi stati
alterati di coscienza possono provocare potenti ed obiettivi effetti fisici
nell'ambiente circostante; o b) che certe fluttuazioni nell'ambiente possono
determinare forti cambiamenti dello stato di coscienza. La prima interpretazione
suggerisce che le apparizioni siano obbiettivamente causate da fenomeni di
interazione del tipo mente-materia; la seconda interpretazione suggerisce che
le apparizioni possono essere il risultato soggettivo di influenze energetiche
esterne. Occorre continuare la ricerca per stabilire quale delle due possibilità
sia quella reale” (The Psi Researcher, 20, Febr. 1996).
NINA KULAGINA
Questa famosa sensitiva russa, da pochi anni scomparsa, ha raccolto
l'interesse degli scienziati, sia russi che occidentali, per l'ampio spettro di
fenomeni psicocinetici che poteva produrre con relativa facilità. Uno degli
esperimenti da lei preferiti era quello di far muovere sigarette od altri
oggetti, ad esempio candele, posti verticalmente, in direzione orizzontale senza
farli cadere. Essa era anche in grado di scegliere quale oggetto far muovere tra
un certo numero di oggetti uguali (ad esempio un fiammifero tra varie decine
poste sul tavolo). Poteva far ruotare vistosamente l'ago di una bussola. Sembra
che potesse anche far levitare oggetti di peso non superiore ai 30 grammi.
Esistono alcuni filmati piuttosto convincenti che confermano questa sua vasta
casistica psicocinetica.
PHILIP o psicocinesi di gruppo
Si intende con psicocinesi di gruppo la situazione per cui certi fenomeni
fisici avvengono in assenza di un medium riconosciuto, per cui è lecito supporre
che tra i presenti si formi una sorta di fusione o sommatoria delle singole
capacità paranormali.
Con questa premessa torniamo un attimo alle sedute medianiche e
consideriamo una ingegnosa e fruttuosa iniziativa da parte di un gruppo di
ricerca canadese. Questa iniziativa meriterebbe di essere ripetuta da altri
ricercatori. Questo gruppo, nel 1972, ebbe l'idea di creare dal nulla un
fantasma che si manifestasse nelle sedute con il tavolino. A tal fine fu
inventato di sana pianta una storia che riguardava un aristocratico inglese del
18° secolo di nome Philip. Furono fissate la storia e le vicende più importanti
della sua vita, entrambe inventate da uno del gruppo. La storia di Philip fu
studiata e riproposta più volte perché ognuno del gruppo la conoscesse alla
perfezione e ne avesse una certa familiarità. Qualcuno si recò in Inghilterra a
visitare i luoghi "abitati" da Philip. Alla fine quasi tutti credevano, in un
certo modo, nell'esistenza effettiva di Philip. Ed ogni volta che parlavano di
Philip uscivano nuovi particolari della sua vita.
Dopo questa fase preparatoria passarono alla sperimentazione vera e
propria. Furono organizzate delle sedute nelle quali si invitava lo spirito di
Philip ad intervenire. Ma non successe quasi nulla. Uno dei partecipanti venne a
sapere che alcuni studiosi inglesi (Batcheldor, Brookes-Smith e Hunt) avevano
adottato una metodica particolare che aveva permesso loro di produrre
notevolissimi effetti psicocinetici durante le sedute con il tavolino. Le
levitazioni erano all'ordine del giorno. La loro tecnica era di affrontare le
sedute senza eccessiva concentrazione e serietà, anzi in rilassamento, magari
cantando, raccontandosi barzellette, con sollecitazioni affettuose al tavolo ad
obbedire ai comandi.
Seguendo queste istruzioni non tardò molto che Philip si manifestasse. Il
tavolino si mosse, si spostò trascinandosi per la stanza, rispose alle domande
conformemente alla personalità di Philip e persino levitò. Si udirono anche
numerosi raps. Quando chiedevano sue notizie, Philip raccontava, né più né meno
ciò che loro si aspettavano, quello cioè che avevano inventato in precedenza.
Philip sembrò sviluppare un po' per volta una sua personalità: dimostrava gusti,
preferenze e insofferenze sia per certe cose che per certi membri del gruppo.
Una volta uno gli chiese scherzando di mettersi a riposare, magari a gambe in
su. Subito il tavolo diede un sobbalzo e si rivoltò con le gambe all'aria, e
così rimase.
La creazione di uno spirito fittizio, cioè senza alcuna corrispondenza con
un personaggio veramente esistito, ha una duplice importanza. Da un lato
facilita l'emergenza dei fenomeni psicocinetici in quanto, mancando un medium
ufficiale, vengono a cadere certi blocchi psicologici che emergono quando questi
fenomeni stanno per essere prodotti. In altre parole, anche se Philip era
inventato, le sedute si svolgevano con lo sforzo di ognuno di crederlo come
veramente esistente. In questo modo nessuno dei partecipanti sentiva il peso
della responsabilità di aver provocato questi fenomeni perché la responsabilità
veniva attribuita tutta a Philip. Un altro punto di interesse di queste sedute
con Philip è quello che riguarda l'origine di certi fenomeni che caratterizzano
le sedute spiritiche. Essendo Philip un personaggio mai esistito, è lecito
supporre che i fenomeni straordinari che eventualmente si manifestano in una
seduta siano dovuti ai partecipanti anziché a spiriti di un altro mondo. Su
quest'ultimo punto molti non saranno certamente d'accordo, ma è una possibilità
che forse potrà essere confermata con altre prove più mirate e più approfondite.
RHINE
Seguendo la linea della più stretta metodologia scientifica è a tutti (o
quasi) nota l'opera di Joseph Banks Rhine il quale studiò i fenomeni paranormali
nel proprio laboratorio. Per analizzare i risultati si attenne alle più moderne
e sicure tecniche di calcolo statistico. A Rhine non interessava tanto studiare
i fenomeni della grande medianità, ma piuttosto mettere in evidenza quel poco di
paranormalità che riteneva essere presente in tutti noi. Prese come soggetti da
sperimentare in massima parte degli studenti della sua università i quali
rientravano nella media come capacità paranormale. Ma conducendo con essi un
numero elevatissimo di prove poté mettere in evidenza anche minime capacità
paranormali e confermare così la loro reale esistenza. Mise alla prova anche
alcuni soggetti che si presentarono volontariamente asserendo di possedere
determinate capacità nel campo del paranormale. Facendo un numero elevatissimo
di prove, anche questa minima capacità presente in tutte le persone poteva
essere evidenziata e poteva essere utile per dimostrare la realtà della
fenomenologia paranormale e le sue caratteristiche generali. Le prove erano di
vario genere come cercare di influenzare la caduta di dadi in modo da ottenere
punteggi più alti della media oppure cercare di ottenere una determinata faccia
del dado più spesso delle altre (ad esempio che il 3 uscisse più volte degli
altri valori). In seguito i dadi furono fatti scivolare da un piano inclinato
per rendere il fenomeno sempre più indipendente dagli operatori, poi si
utilizzarono complessi macchinari per evitare ogni pur minimo contatto tra i
dadi e gli sperimentatori o i soggetti esaminati. Gli esperimenti di Rhine nel
campo della PK durarono 9 anni e, spesso, furono coronati da entusiastici
risultati.
Questo tipo di sperimentazione, detta quantitativa perché basato su un
numero grandissimo di prove e di soggetti, ha il vantaggio di poter meglio
valutare come certi fattori possano favorire o sfavorire la manifestazione del
fenomeno paranormale. In particolare si è visto come il fenomeno possa essere
condizionato dall'età e dal sesso dei soggetti, dal loro stato di salute, dalla
somministrazione di farmaci e di droghe, da particolari stati di coscienza,
dallo sperimentatore, dallo spazio e dal tempo, dal rapporto soggetto-bersaglio,
dalla stanchezza che subentra dopo un certo numero di prove, dal fatto di
credere o di non credere ai fenomeni paranormali, etc.
MICRO-PK:
Helmuth Schmidt
Negli anni '60 uno scienziato americano, Helmuth Schmidt, fece questo
ragionamento: se gli esperimenti di Rhine con i dadi avevano dato molte
dimostrazioni dell'esistenza di un'azione della mente sulla materia, allora
questo fenomeno doveva funzionare ancor meglio sostituendo i dadi con qualcosa
di meno materiale come le particelle atomiche, di peso e di dimensioni
infinitamente più piccole rispetto ai dadi, o deboli flussi di energia
elettrica. Schmidt costruì dapprima un'apparecchiatura collegata ad un contatore
Geiger che misurava il decadimento radioattivo di una sostanza radioattiva. Il
soggetto che si sottoponeva all'esperimento doveva cercare di variare il
processo di emissione delle particelle radioattive, in più o in meno. Il
processo del decadimento radioattivo è quanto di più casuale ed imprevedibile si
possa immaginare anche se statisticamente ha un comportamento perfettamente
costante. Schmidt poi costruì dei generatori elettronici di numeri casuali sui
quali i sensitivi dovevano applicare le loro facoltà psicocinetiche. In altre
parole, delle sequenze di numeri assolutamente casuali prodotte
dall'apparecchiatura elettronica dovevano essere influenzate in modo
predeterminato. Ad esempio, se le sequenze di numeri erano costituite da una
serie lunghissima di 0 e 1 mescolati casualmente tra loro, ma con tanti 0 quanti
erano gli 1, sotto l'influenza dei soggetti ci si aspettava che dovessero essere
più numerosi, ad esempio, gli 1 degli 0. Il tutto era visualizzato da nove
lampadine disposte in cerchio che si accendevano in senso orario se prevalevano
gli 1, in senso antiorario se prevalevano invece gli 0. Questa macchina fu
chiamata flipper elettronico. Naturalmente, in mancanza di un'azione
psicocinetica, le lampadine si accendevano oscillando attorno ad un punto di
equilibrio dato che gli 1 e gli 0 erano numericamente uguali. E' chiaro che,
tanto più si riescono ad accendere le lampadine distanti dal punto di
equilibrio, tanto maggiore è l'energia psicocinetica utilizzata. Ed i risultati
degli esperimenti fatti con queste apparecchiature furono quasi costantemente
positivi e furono confermati anche da altri noti ricercatori.
PEAR
Da alcuni anni sono in corso, presso il laboratorio di Ricerche sulle Anomalie
Ingegneristiche dell'Università di Princeton (PEAR) negli Stati Uniti, studi di
micro-PK per verificare l'azione della coscienza umana su complessi meccanici,
elettronici, ottici, acustici e a fluidi.
In condizioni di normalità tutte queste apparecchiature producono effetti
del tutto casuali, mentre in condizioni di sperimentazione psicocinetica esse
mostrano comportamenti anomali attribuibili all'influenza dei soggetti che
cercano di agire su di esse. In questo laboratorio sono state condotte varie
migliaia di questi esperimenti con centinaia di soggetti. Gli effetti rilevati
sono di solito molto piccoli ma sufficienti per dimostrare una ripetibilità ed
un valore altamente significativo dal punto di vista statistico. I soggetti, se
presi singolarmente, producono effetti dello stesso tipo su tutte le
apparecchiature disponibili. Questi risultati sorprendenti avvengono anche a
grandi distanze e sembrano incrementarsi se agiscono contemporaneamente più
soggetti. Inoltre, si hanno risultati positivi anche facendo agire i soggetti
ore prima o ore dopo che la macchina è messa in funzione.
Le condizioni sperimentali sono tali da poter escludere un effetto di tipo
ESP. Secondo gli sperimentatori, diretti dal Prof. Robert Jahn, questi effetti
di micro-PK richiedono una revisione dei nostri concetti sulla realtà ed in
particolare sembrano suggerire che vi sia un rapporto molto stretto e diretto
tra coscienza umana e mondo circostante. Certi principi della fisica
quantistica, per questi ricercatori, sembrano essenziali nella spiegazione
profonda di questi fenomeni.
Questi risultati si collegano ad alcuni fatti che da decenni turbano le
menti di diversi scienziati. Alcune persone sono famose per la loro presunta
capacità di provocare rotture o malfunzionamenti in varie apparecchiature, sia
meccaniche, sia elettriche, sia elettroniche, al punto tale che ad esse viene
impedito l'ingresso in certi laboratori. L'aneddoto più conosciuto a questo
riguardo è il cosiddetto effetto Pauli, notissimo fisico teorico. A Pauli era
sufficiente entrare in un qualsiasi laboratorio perché varie delicate
apparecchiature andassero in tilt o si rompessero senza causa apparente e senza
che lui le toccasse.
Il problema del rapporto tra uomo (coscienza) e macchina è tanto sentito
in certi ambienti scientifici che ci si è chiesto se la coscienza umana possa
agire sui delicatissimi ed infinitesimali processi che avvengono all'interno
delle apparecchiature più sofisticate come, ad esempio, i moderni computer.
Il settore della fisica in cui questa interazione mente-materia sembra più
fondato e provato è la fisica quantistica. Al suo interno sembra non potersi
prescindere dal fatto che gli eventi atomici e subatomici abbiano un
comportamento che risente in modo determinante della presenza e delle decisioni
dello sperimentatore. Queste strane proprietà delle particelle atomiche si
possono pertanto estendere ai debolissimi flussi di elettroni che scorrono nei
circuiti dei moderni computer.
PK SU SISTEMI BIOLOGICI
Sono stati fatti esperimenti con esito positivo con il sensitivo Matthiew
Manning per cercare di modificare l'emolisi dei globuli rossi sottoposti a shock
osmotico. Altri esperimenti, spesso coronati da successo, sono stati effettuati
su enzimi, su lieviti, funghi e batteri, su semi di piante e su cellule in
coltura.
Un'altra domanda che si sono posti gli sperimentatori è se è possibile
agire su un intero organismo vivente (uomo, animale o pianta) ed anche se è
possibile agire selettivamente su cellule malate all'interno di un organismo. Ad
esempio, si è cercato di accelerare il processo di guarigione su lesioni cutanee
provocate nei gatti o su tumori in vari animali.
Un campo d'indagine affine è lo studio dei guaritori. Per quel che si è
potuto verificare, non è ancora stata evidenziata strumentalmente alcuna energia
particolare o fluido che possa spiegare l'azione terapeutica dei guaritori. Le
uniche alternative a questa ancora evanescente energia sono quelle che spiegano
i fatti con la PK o con interpretazioni del tutto normali (suggestione, effetto
placebo, guarigioni spontanee, errori diagnostici precedenti, la
psiconeuroimmunoendocrinologia, etc.).
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