clicca qui - Teatro Nuovo Giovanni da Udine

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Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
Stagione 2008/2009
Sovrintendente e Direttore Artistico Prosa Michele Mirabella
Direttore Artistico Musica e Danza Daniele Spini
19-22
novembre
dalle ore 16.00
alle ore 19.00
ingresso libero
20
novembre
giovedì
ore 18.00
Auditorium della Civica
Accademia “Nico Pepe”
L.go Ospedale Vecchio 10/2
Udine
19 - 22 novembre 2008 - ore 20.45
di Carlo Goldoni
regia di Giorgio Strehler
MOSTRA
GOLDONI-STREHLER: L’ARLECCHINO
Sessanta (e più) anni di palcoscenico nei manifesti e
programmi di sala dello storico spettacolo del Piccolo Teatro
Ideazione e cura di Agnese Colle
In collaborazione con Fondazione Musei Civici
Veneziani-Casa di Carlo Goldoni
messa in scena da Ferruccio Soleri
con la collaborazione di Stefano de Luca
scene di Ezio Frigerio
musiche di Fiorenzo Carpi
costumi di Franca Squarciapino
luci di Gerardo Modica
movimenti mimici di Marise Flach
scenografa collaboratrice di Leila Fteita
INCONTRI CON IL PUBBLICO
GOLDONI-STREHLER: L’ARLECCHINO
Note e appunti di regia di Giorgio Strehler
Conversazione con Agnese Colle
In collaborazione con
Civica Accademia Teatrale “Nico Pepe”
ingresso libero
novembre
prevendita spettacoli di dicembre
lunedì
Orchestra Sinfonica FVG / Bisanti/ De Maria;
Robin Hood; Yo-yo Ma/K. Stott; Pierino e il lupo; Il
Sindaco del rione Sanità; Schiaccianoci;
Strauss Festival Orchester Wien
1
dicembre
1
dicembre
lunedì
ore 17.30
lunedì
ore 20.45
INCONTRI CON IL PUBBLICO
TUTTO CHOPIN PER UN PIANISTA ITALIANO
conversazione con Daniele Spini e Pietro De Maria
ORCHESTRA SINFONICA
DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
Pantalone de’ Bisognosi
Clarice, sua figlia
il Dottor Lombardi
Silvio, di lui figliolo
Beatrice, torinese in abito da uomo
sotto il nome di Federigo Rasponi
Florindo Aretusi, di lei amante
Brighella, locandiere
Smeraldina, cameriera di Clarice
Arlecchino, servitore di Beatrice,
poi di Florindo
Giorgio Bongiovanni
Annamaria Rossano
Tommaso Minniti
Stefano Onofri
un cameriere della locanda, un facchino
camerieri
Francesco Cordella
Giorgio Sangati,
Camilla Semino Favro
Gianni Bobbio
Franco Emaldi
Paolo Mattei
Francesco Mazzoleni
Elisabetta Pasquinelli
Stefano Guizzi
suonatori
Giampaolo Bisanti direttore
Pietro De Maria pianoforte
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Le creature di Prometeo, op. 43, ouverture
FRYDERYK CHOPIN
Concerto n. 1 in mi minore, op. 11 per pianoforte e orchestra
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Sinfonia n. 6 in fa maggiore, op. 68 “Pastorale”
foto di Luigi Ciminaghi
ARLECCHINO
SERVITORE
DI DUE PADRONI
TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE
Udine, via Trento, 4
tel. 0432 248411 - fax 0432 248452
www.teatroudine.it - [email protected]
Direzione centrale istruzione, cultura, sport e pace
Servizio attività culturali
Provincia
di Udine
Grafica S. Conti - Stampa La Tipografica srl
24
Arlecchino
servitore di due padroni
suggeritore
maschere di Amleto e Donato Sartori
iniziativa realizzata con il sostegno della
Giorgia Senesi
Leonardo de Colle
Enrico Bonavera
Alessandra Gigli
Ferruccio Soleri
Alla riscoperta di Carlo Goldoni autore e uomo, per una volta il teatro è
arrivato prima degli storici del teatro, prima degli intellettuali. C’è arrivato
con un atto che era - allo stesso tempo - d’amore e di conoscenza,
attraverso gli spettacoli di Luchino Visconti e i miei e poi, più tardi, con
quelli di Squarzina, De Bosio, Missiroli, Ronconi. Penso che sia giusto
così, che proprio dal palcoscenico dove si è consumata o sublimata la
vita di Goldoni sia partito questo movimento che gli ha ridato l’interesse
della cultura italiana (ma non solo) e, soprattutto, l’interesse del pubblico
che oggi non ha più timore di venire a vedere una sua opera.
Giorgio Strehler
Per raccontare il suo Arlecchino, che oggi compie sessant’anni, Strehler
parlava di «memoria vivente», illustrando così il continuo lavoro di
revisione della storia. Una storia, appunto, in eterna e inarrestabile
evoluzione. Dopo la lunga tournée statunitense del 2005, i trionfi in Cina
del 2006 e il secondo viaggio in Oriente del 2007, il più celebre degli
spettacoli goldoniani ritorna, quindi, nuovamente in scena.
Un Arlecchino di celebrazioni, ma anche di record, dove spicca il nome
del mitico Ferruccio Soleri: autore di questa preziosissima ripresa e, da
quarantacinque anni, volto e corpo del personaggio principale.
Io, Arlecchino
Fu durante le repliche del Galileo di Brecht
(1963) che mi dissero che Strehler voleva riprendere Arlecchino servitore di due padroni in una edizione particolare a Villa Litta, all’aperto. Iniziai
a provare con Virginio Puecher. Poi arrivò Strehler e cominciò a smontare tutto: «Ferruccio qui la voce non va. Devi trovarla, devi rinforzarla». Mi
diede da fare degli esercizi di sostegno fra cui uno utilissimo: leggere il
giornale senza mai fermarsi, senza respirare e senza punteggiatura fino
a quando mi reggeva il fiato e poi da capo. È stato lavorando con lui che
ho capito cosa era Arlecchino e cosa era stata la Commedia dell’Arte
ben al di là dei libri che avevo letto.
Da parte mia gli portavo la mia abilità nell’acrobazia, la mia voglia di
fare, le mie caratteristiche, la mia gioventù. Ma la mia voce l’ho trovata
solo nel secondo anno; prima ero troppo preoccupato dell’incontro con il
pubblico e con la critica. Il mio Arlecchino lo devo proprio a Strehler, che
mi ha dato tutto. Difficoltà ne ho avute molte. La prima nasceva dal mio
rapporto con la maschera. «Non fai ridere; non esprimi niente», diceva
Strehler durissimo, e questo mi gettava nel panico. Ho cominciato a
studiare la maschera davanti allo specchio.
Lì ho capito che la maschera spingeva a interiorizzare quello che avrebbe dovuto sentire il corpo. Ero terrorizzato da questo; poi ho capito di
avere un vantaggio: potevo guardare il mondo dal buco della serratura,
mentre gli altri non potevano vedere le mie emozioni. Solo mentre pro-
vavo l’edizione “dell’addio”, nel 1987, Strehler mi ha detto una cosa che
ricorderò per sempre: «Ferruccio, io non capisco. Tu invecchi, ma il tuo
Arlecchino è sempre più giovane. Ma come fai?».
Ferruccio Soleri
Come una fenice
Messo in scena da Strehler, per la prima
volta, nel 1947, Arlecchino servitore di due padroni è diventato, nel corso degli anni, l’ambasciatore del Piccolo Teatro di Milano nel mondo.
Come una fenice che rinasce dalle sue stesse ceneri, questo spettacolo
è una sfida alla natura primariamente effimera del teatro, senza per questo essere uno spettacolo museo.
Tratto dalla commedia Il servitore di due padroni, che Goldoni scrisse
in omaggio alla commedia dell’arte prima di lanciarsi nella sua riforma
del teatro, Arlecchino è, e deve essere, uno spettacolo che si fa teatro,
in grado di esprimere un tale grado di virtuosimo da trascinare - come
diceva Strehler - «lo spettatore nell’Empireo del grande teatro comico,
inno gioioso di liberazione». Arlecchino è dunque da annoverarsi tra gli
spettacoli fondanti nella storia del Piccolo, sorta di “pre-testo” su cui
ricreare una tradizione che privilegia l’arte dell’attore, il virtuosismo e,
come Strehler ha spesso affermato, «la felicità di recitare» e «la felicità di esistere», sentimenti a cui si associano le grandi riflessioni sui
mali del mondo che il regista ha affrontato mettendo in scena i testi di
Brecht, Cechov, Shakespeare. In questo senso Arlecchino, sempre rinascente, esprime una sorta di fase “aurorale” del teatro che il pubblico di
tutto il mondo comprende e non vuole abbandonare.
Myriam Tanant
Giorgio Strehler
Nasce a Trieste il 14 agosto del 1921 da
una famiglia che raccoglie in sé più “anime” dell’Europa: il padre è austriaco, la madre slava, una nonna francese. Anche l’amore per l’arte gli
è trasmesso dalla famiglia: dalla madre, violinista, dal nonno, anche lui
musicista e impresario teatrale, dalla nonna, attrice. Strehler si forma
culturalmente a Milano, dove si diploma presso l’Accademia dei Filodrammatici. Lo scoppio della Seconda Guerra mondiale lo vede combattere nelle file della resistenza, quindi rifugiato politico in Svizzera, dove
inizia ad allestire spettacoli in lingua francese. Tornato in Italia, fonda nel
1947 con Paolo Grassi e Nina Vinchi Grassi, il Piccolo Teatro di Milano.
Negli oltre cinquant’anni trascorsi a dirigere il Teatro, ha avuto modo di
procedere allo svecchiamento e a una totale rifondazione del teatro italiano, credendo nell’importanza di questa forma d’arte nella vita sociale
e politica. Ha stabilito un importante e tuttora attivo rapporto di scambio
culturale fra il Piccolo e gli altri teatri europei. Ha lavorato sulla formazione dell’attore fondando, nel 1986, la Scuola di Teatro del Piccolo.
Sono circa 200 gli spettacoli che portano la sua firma, tra regie di
prosa (tra queste, alcuni spettacoli che hanno scritto la storia del teatro
italiano, come Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov, La tempesta e
Re Lear di William Shakespeare, Arlecchino servitore di due padroni e
Il campiello di Carlo Goldoni, I giganti della montagna di Luigi Pirandello,
Faust di Johan Wolfang Goethe, L’opera da tre soldi e L’anima buona di
Sezuan di Bertolt Brecht) e regie liriche. Parlamentare Europeo e Senatore
della Repubblica, Giorgio Strehler è morto nella notte di Natale del 1997.
Ferruccio Soleri
Nasce a Firenze, dove frequenta la Facoltà di Matematica e Fisica. In seguito studia recitazione presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma. Fa il suo
debutto teatrale da professionista nel 1957, al Piccolo Teatro di Milano,
nella Favola del figlio cambiato di Luigi Pirandello. In seguito recita in
opere di Lorca, Babel, Ibsen, Brecht, Schnitzler, Shakespeare, Goldoni,
Molière, Marivaux, Gogol, Neruda, diretto da importanti registi tra i
quali Squarzina, Guicciardini e lo stesso Strehler. Nel 1963 debutta nel
ruolo di protagonista in Arlecchino servitore di due padroni , spettacolo
che, quasi ogni anno, è in scena a Milano e in tournée in Italia e nel
mondo. Nel 1971 debutta come regista teatrale nel Corvo di Gozzi.
Da allora ha messo in scena numerosissimi spettacoli e ha insegnato
in varie scuole di teatro tra le quali: Otto Falckenberg Schule di Monaco di Baviera, École Mudra di Bruxelles, fondata da Maurice Béjart,
Max Reinhardt Seminar di Vienna, Santa Clara University in California, Fondazione Gulbekian di Lisbona, Festival di Oguni (Giappone),
Scuola di Teatro di Valencia, Festival Internazionale di Teatro di Lisbona, Teatro Nazionale di Bucarest e Festival Internazionale di Napoli.
Tiene in tutto il mondo stage sulla Commedia dell’Arte e sul Teatro.
Fra i numerosi premi ricevuti: Ambrogino d’oro (Milano), Arlecchino
d’oro 2001 (Mantova), Maschera d’oro 2001 (Mosca), Medaglia d’oro
2005 (Roma), come benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte,
Leone d’oro alla carriera alla Biennale Internazionale di Venezia 2006.
Nel 2007 è stato nominato Ambasciatore Unicef.
Testi a cura di Gianmatteo Pellizzari
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