Locandina tournée invernale 2016.2017 Produzione Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale Arlecchino, il servitore di due padroni adattamento di Giorgio Sangati tratto da “Il servitore di due padroni” di Carlo Goldoni con (in ordine alfabetico) interpreti e personaggi Brighella, locandiere Silvio Anna De Franceschi Francesco Folena Comini Pantalone de’ Bisognosi Eleonora Fuser Smeraldina Irene Lamponi Clarice Marta Meneghetti Il Dottore Lombardi Michele Mori Florindo Aretusi, torinese Stefano Rota Beatrice, torinese, in abito da uomo sotto nome di Federigo Rasponi Arlecchino, facchino Laura Serena Marco Zoppello Musiche eseguite dal vivo alla fisarmonica da Veronica Canale Regia Giorgio Sangati Scenografia Alberto Nonnato Costumi Stefano Nicolao Maschere Donato Sartori - Centro Maschere e Strutture Gestuali Luci Paolo Pollo Rodighiero direttore di scena Davide Babolin, macchinista Federico Rossi, elettricista Elisa Bortolussi, sarta Sara Gicoradi, costumi – calzature Nicolao Atelier, foto Serena Pea, progetto visivo Begriff, ufficio stampa Studio Systema Note Arlecchino, la maschera simbolo del teatro italiano e “Il servitore di due padroni”, il testo di Carlo Goldoni più rappresentato al mondo, tornano sul palcoscenico dello Stabile del Veneto in una nuova, inedita versione. Una strana soffitta ingombra di vecchi bauli e una vivace compagnia di attori. All’arrivo del pubblico i comici aprono i bauli, riemergono abiti usati mille volte, attrezzeria ammaccata e strumenti musicali impolverati, quanto basta per far rivivere questo capolavoro. La perfetta macchina teatrale goldoniana si rimette in moto, la polvere vola via a suon di canti e musica, i personaggi e le maschere riprendono vita e trascinano il pubblico in una girandola di colori, emozioni e divertimento. Travestimenti e riconoscimenti, servitori e padroni, padri e figli, morti e risorti, duelli e passioni, gioie e pianti: nello spettacolo tutto è doppio, come Arlecchino che, a sua volta, si sdoppia (anzi si triplica) nell’impresa impossibile di servire due padroni e forse anche sé stesso. Goldoni scrive “Il servitore di due padroni” lontano dalla sua Venezia e in ogni battuta della commedia si legge l’amore e la nostalgia per una città magica, un luogo unico, fantastico, intriso di vita, in cui tutto è (ancora) possibile. In scena un cast di altissimo livello che fa incontrare interpreti di comprovata esperienza con giovani talenti. Un classico che non può invecchiare perché affonda le sue radici nella storia stessa del teatro. Giorgio Sangati