BES LODI IV - Istituto Comprensivo Lodi IV

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Bisogni Educativi Speciali
in ambito scolastico
Istituto Comprensivo
Lodi IV
Lodi, 28 ottobre 2013
Gianluigi Cornalba
Area Sostegno Persona
Ufficio Scolastico Territoriale Lodi
1
FORMAZIONE REGIONALE BES
1.
I PRESUPPOSTI
TEORICI E LA
NORMATIVA DI
RIFERIMENTO PER
L’INCLUSIONE
4.
MONITORAGGIO,
DOCUMENTAZIONE
E VALUTAZIONE
DELL’INCLUSIVITA’
SCOLASTICA
2.
LA DIDATTICA PER
LA SCUOLA DI TUTTI
E DI CIASCUNO
3.
IL PROCESSO DI
INTERVENTO E I
SUOI STRUMENTI
(PDP, PAI)
2
Le scelte italiane
Art. 34 della Costituzione:
“La scuola è aperta a tutti”.
40 anni fa, con la Legge 517/77, si è
deciso che tutti potevano entrare nella
scuola comune.
Le recenti normative sui Bisogni
Educativi Speciali estendono a tutti gli
studenti in difficoltà la
possibilità/diritto di personalizzare
l’apprendimento, completando il quadro
dell’inclusione scolastica.
3
Le scelte italiane
L’obiettivo non è mai stato quello di fare
“sconti” a qualcuno, ma di fornire strumenti e
modalità di lavoro per garantire le migliori
condizioni di apprendimento possibile e
superare le barriere che lo limitano.
Si è optato per un una scuola inclusiva che
favorisce l’apprendimento di tutti gli studenti
4
La scuola inclusiva
E’ inclusiva una scuola che
permette a tutti gli alunni, tenendo
conto delle loro diverse
caratteristiche sociali, biologiche e
culturali, non solo di sentirsi parte
attiva del gruppo di appartenenza,
ma anche di raggiungere il
massimo livello possibile in fatto di
apprendimento.
(adattamento da Booth e Ainscow, 2008)
5
Scuola e complessità
La scuola è chiamata a gestire la
complessità dei “Bisogni Educativi
Speciali” presenti nelle nostre classi
(alunni disabili, alunni stranieri, alunni con
DSA, alunni con disturbi emotivi e/o
comportamentali, alunni con disagio sociale,
alunni con disturbi evolutivi specifici)
6
Richieste speciali di attenzione
In ogni classe ci
sono alunni che
presentano una
richiesta di
speciale
attenzione per
una varietà di
ragioni
Qualche dato
nazionale:
215.000 studenti disabili
(quasi 2,5% popolazione scolastica)
e circa 100.000 docenti
di sostegno;
circa 90.000 studenti con
DSA (2% popolazione sc.);
756.000 studenti
stranieri (pari al 9% della
popolazione scolastica totale);
200.000 casi intellettivi limite
non certificati
7
Indicazioni operative BES
Direttiva 27.12.2012 e C.M. 8 /2013:
completano tradizionale approccio a
integrazione scolastica.
Si estende a tutti gli studenti in
difficoltà diritto a personalizzare
apprendimento (richiamo a Legge
53/2003).
8
Bisogni Educativi Speciali (BES)
L’area dello svantaggio scolastico è
molto più ampia di quella riferibile
esplicitamente alla presenza di deficit.
Tre grandi sottocategorie:
1) disabilità
2) DSA e/o Disturbi evolutivi specifici
3) svantaggio socio-economico, linguistico,
culturale
(compresi nuovi disagi e studenti stranieri)
9
Interventi possibili
Per quanto riguarda disabilità e DSA,
possiamo contare su una discreta esperienza
e sull’ausilio di una consistente produzione di
testi specifici e sul supporto di medici ed
operatori sanitari.
Per quanto riguarda i BES non certificati
(quasi sempre) occorre costruire un nuovo
approccio alla problematica.
10
Risposte e risorse
Le risorse non sono infinite
In una logica di singole risposte a
singoli bisogni:richiesta esponenziale di
risorse.
Va potenziata la cultura
dell’integrazione anche mediante un
approfondimento delle relative
competenze degli insegnanti curricolari.
11
Disabilità
dati
e
indicazioni
12
DEFINIZIONE GRUPPO LAVORO OMS
La disabilità è definita come la
conseguenza o il risultato di una
complessa relazione tra le condizioni
di salute di un individuo e i fattori
personali e ambientali in cui vive
l’individuo stesso.
modello bio-psico-sociale
13
La situazione di disabilità
Superamento ambiguità terminologica (Legge 104/92)
Deficit
Disabilità (handicap)
minorazione fisica,
psichica o sensoriale
permanente
Conseguenza del deficit:
Svantaggio
sociale/emarginazione
Modificabile/
non oggettivo
“la scuola è chiamata ad accogliere il deficit, ma soprattutto a ridurre
l’handicap, garantendo all’alunno le migliori condizioni possibili per il
suo benessere fisico o psichico”. (Andrea Canevaro)
14
Storia del rapporto
scuola-alunno disabile
Fase dell’emarginazione
prima della Costituzione
Fase scolarizzazione separata
fine anni 70
scuole speciali e
classi differenziali
Fase dell’integrazione
inserimento(dato di fatto)
integrazione (obiettivo)
La svolta della L. 517/77
□ Inserimento disabili in classi comuni
□ Introduzione insegnante specializzato
15
Storia del rapporto
scuola-alunno disabile
Nuove prospettive
anni 80/90
Testi programmatici scuola di base
Dalla socializzazione in presenza
all’obiettivo apprendimento
1987: sentenza nr. 215 della Corte Costituzionale:
sancisce l’obbligo per la secondaria di II grado di
accogliere gli studenti disabili
16
Legge Quadro disabilità
(nr. 104/92)
Raccoglie le norme di 20 anni nel settore
dell’integrazione;
richiama programmazione integrata dei
servizi dei vari enti coinvolti;
istituisce Gruppi di Lavoro per integrazione
scolastica;
obbligo Enti Locali per assistenza educativa
alunni disabili;
piena contitolarità insegnanti di sostegno.
17
Linee Guida per l’integrazione scolastica
degli alunni con disabilità (agosto 2009)
Ribadiscono una missione pedagogica che il
nostro sistema scolastico ha fatto propria
all’interno di un percorso storico: proseguire
la realizzazione concreta del processo di
inclusione degli alunni disabili nel sistema
scolastico.
Principi che sono diventati punto di
riferimento per le politiche di inclusione in
Europa e non solo.
18
Progress certificazioni scuole di Lodi e provincia
ANNO
SCOLASTICO
TOTALE
POPOLAZIONE
SCOLASTICA
ALUNNI
DISABILI
%
DISABILI
RISPETTO
AL
TOTALE
DISABILI
NELLE
SCUOLE
SUPERIORI
POSTI DI
SOSTEGNO
1995/96
34.771
262
0,8
8
gestione
Provv. Milano
1999/00
24.959
345
1,4
48
160
2000/01
24.099
375
1,6
48
176,5
2001/02
24.231
434
1,8
56
197,5
2002/03
25.309
482
1,9
64
222,5
2003/04
24.925
510
2,0
69
228
2004/05
25.281
534
2,1
75
238
2005/06
25.649
597
2,3
81
240
2006/07
26.201
680
2,6
98
272
2007/08
26.674
687
2,6
113
268
2008/09
27.192
700
2,5
120
278
2009/10
27.502
674
2,4
113
282
2010/11
27.677
720
2,6
143
303
2011/12
28.338
734
2,5
151
292
2012/13
28.883
783
2,7
173
317
19
Il dato del Lodigiano 2012/13
Alunni con
certificazione
Posti di
sostegno
Assistenti ad
personam
Scuola
infanzia
56
31,5
49
Scuola
primaria
296
125,5
166
Secondaria
I grado
258
93,5
84
Secondaria
II grado
173
66,5
60
TOTALI
783
317
359
Rapporto
1:2,47
20
21
Criticità del momento
Tagli spesa pubblica/sovraffollamento classi.
Crescente delega inclusione a insegnanti
sostegno = maggior richiesta ore sostegno.
Visione troppo medicalizzata del processo di
inclusione.
Docenti curricolari da coinvolgere.
Equivoco dopo sentenza 80/2010:
l’integrazione scolastica si fa con ore di
sostegno.
22
L’insegnante specializzato
Profilo professionale dei docenti per il
sostegno: specializzati per essere
mediatori culturali dell’inclusione
dell’alunno disabile con gli altri docenti
e i compagni
(mediatori dei contenuti e delle relazioni).
23
L’importanza della comunicazione
La comunicazione tra adulti è uno dei nodi
cruciali del sistema scuola: la complessità del
lavoro dell’insegnante è anche legata al fatto
che esso è prevalentemente un lavoro di
relazione a vari livelli. (Patrizia Neri – S.O.S. Sostegno)
Quando si parla di una qualsiasi situazione di
insegnamento-apprendimento, si parla
inevitabilmente di rapporti umani, di
comunicazione, di relazione e interazione.
Obiettivo insegnante: rapporto di fiducia con
gli alunni per costruire conoscenza.
24
citazione
Le conoscenze maturano
sempre all’interno di rapporti tra esseri umani;
gran parte di quanto finiamo per interiorizzare
proviene dai modelli e dalle sollecitazioni
degli altri e noi stessi
costruiamo il nostro sapere
in uno scenario sociale.
Howard Gardner
25
Gli strumenti per l’integrazione
Iter diagnostico e certificazione medica
(individuazione)
Verbale del Collegio di accertamento (DPCM 185/2006)
Costituisce la conclusione del percorso che certifica
disabilità
Diagnosi funzionale all’intervento educativo-didattico
Profilo dinamico funzionale
Piano educativo Individualizzato (P.E.I.)
Programmazione educativo-didattica individualizzata
26
Cosa dice
la diagnosi funzionale
Evidenzia potenzialità e difficoltà nelle seguenti
aree:
Cognitiva
Affettivo – relazionale
Comunicazione
Sensoriale
Motorio - prassica
27
Piano Educativo Individualizzato
Il Piano Educativo Individualizzato
(P.E.I.) è il Progetto annuale che,
tenendo conto del PDF e della
programmazione di classe, fa da
timone nell’attività educativa e
didattica con l’alunno disabile.
28
VALUTAZIONE DISABILITA’
NELLA SCUOLA DELL’OBBLIGO
• art. 16 – Legge 104/92
•VALUTAZIONE
• no parametri standard, ma progetti
educativi individualizzati
• coerenza di obiettivi, contenuti e metodi
( art. 12 – Legge 104/92)
• “gli obiettivi dell’integrazione scolastica
( oggetto di valutazione da parte dei
docenti) non sono solo gli apprendimenti
formali, ma anche la crescita in
autonomia, nella comunicazione, nella
socializzazione e nello scambio
relazionale”
29
Valutazione disabilità
nella scuola dell’obbligo
INDICATORI DEL
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE
•
integrazione
•
sostituzione
•
calibratura
• Possibili prove d’esame differenziate
• Diploma di licenza finale senza annotazioni
30
DIPLOMA O ATTESTATO ?
Solo attestato obbligo scolastico:
- non preclude accesso Superiori
- preclude pubblici concorsi e benefici L.68/99
Esame secondo D.M. 10.12.84:
apprendimenti “riconducibili” a obiettivi scuola
media.
Esame secondo O.M. 65/98 art. 10:
- scompare “riconducibili”
- prove differenziate/PEI
- misurare i progressi rispetto ai livelli iniziali
e alle potenzialità e non a valori assoluti.
Principi recepiti da tutte le successive circolari
31
Problema aggiuntivo
Art. 11, comma 11,
dell’O.M. nr. 90 del 2011:
per ottenere il diploma occorre aver
svolto le prove d’esame su tutte le
discipline, anche se in modo
differenziato.
32
Disturbi Specifici
Apprendimento
dati
e
indicazioni
33
Disturbi Specifici Apprendimento
Si intende un gruppo di disturbi
(neuropsicologici) che si manifestano con
significative difficoltà nell’acquisizione e
nell’uso di abilità di ascolto, espressione
orale, lettura, ragionamento e matematica.
Quattro sono le forme di DSA riconosciute
dalla Legge 170/2010:
- dislessia
- disgrafia
- disortografia - discalculia
34
Normativa per DSA
Legge 8 ottobre 2010, n. 170
Decreto attuativo n. 5669 del 12 luglio 2011
Allegate “Linee Guida per il diritto allo studio
degli alunni e degli studenti con disturbo
specifico di apprendimento”
Delibera Regione Lombardia nr.33445 del
21.11.2012
Documento Conferenza Stato/Regioni
contenente
“Indicazioni per la diagnosi e la certificazione
dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)
35
DSA – Indicazioni operative
Diagnosi presso strutture pubbliche o private
(Regione Lombardia)
Redatte e firmate da tre diversi professionisti
(neuropsichiatra infantile, psicologo, logopedista)
Possibile dispensa (dallo scritto) o esonero lingue
straniere
Piena legittimazione ed applicazione degli strumenti
compensativi e dispensativi
Formazione docenti
Stesura da parte della scuola di un Piano Didattico
Personalizzato (PDP)
36
DSA – Indicazioni operative
L’esonero totale dalle lingue straniere
comporta una differenziazione del
diploma finale.
Diagnosi DSA formulata con certezza a
fine seconda classe scuola primaria.
In programmazione assegnare
maggiore importanza allo sviluppo delle
abilità orali rispetto a quelle scritte.
37
DSA – Indicazioni operative
Si sta convergendo verso modelli diagnostici e
riabilitativi condivisi, ma si deve ancora
costruire la cultura dell’accoglienza degli
alunni con DSA.
Gli strumenti compensativi sollevano lo
studente da una prestazione resa difficoltosa
dal disturbo,senza però facilitargli il compito
cognitivo.
Possiamo incrementare il benessere psicoemotivo degli studenti con DSA, potenziando la
loro autostima e il loro senso di
autosufficienza.
38
Alunni “stranieri”
dati
e
indicazioni
39
Chi è l’alunno “straniero”?
(ius soli / ius sanguinis)
ogni studente non in possesso della cittadinanza
italiana è considerato“straniero”, sia nel caso che sia
nato in Italia o che sia neo arrivato
ma la vera distinzione a livello pratico ed operativo è
tra studenti italofoni e non italofoni
il primo vero problema (ma non il solo) è quello
dell’apprendimento della lingua italiana (L2)
In base al DDL Bertolini, al compimento del 18° anno di
età i giovani stranieri nati in Italia potranno richiedere la
cittadinanza a condizione di:
• essere residenti in Italia dalla nascita e senza
interruzioni
• aver frequentato con profitto la scuola dell’obbligo.
40
Qualche dato nazionale
Anno scolastico 2011-12
756.000 studenti stranieri in Italia:
9% della popolazione scolastica globale
Continua la crescita, ma dopo due anni di
rallentamento rispetto agli anni passati,
nuovo balzo in avanti nel 2011/12
Continuano a crescere i nati in Italia
(44%), diminuiscono i neo-arrivati.
Nazionalità maggiormente rappresentata:
Romania 18,7%
41
Presenza di alunni senza cittadinanza italiana
nelle scuole di Lodi e provincia
Anni
scolastici
Totale popolazione
scolastica
Totale alunni
stranieri
Percentuale
alunni stranieri
1995/96
34.771
385
1,1
2000/01
24.099
826
3,4
2002/03
25.309
1.366
5,3
2004/05
25.281
2.082
8,2
2006/07
26.201
2.822
10,8
2008/09
27.134
3.575
13,2
2010/11
27.677
4.194
15,2
2011/12
28.141
4.433
15,8
2012/13
28.708
4.672
16,3
42
PRESENZA DI ALUNNI SENZA CITTADINANZA
ITALIANA NELLE SCUOLE DI LODI E PROVINCIA
a. s. 2012/13
ORDINE DI
SCUOLA
TOTALE
POPOLAZIONE
SCOLASTICA
TOTALE ALUNNI
STRANIERI
%
a.s.
2012/13
SCUOLA
INFANZIA
3.522
877
24,9 %
SCUOLA
PRIMARIA
9.794
1.879
19,2 %
SCUOLA
SECONDARIA
DI I GRADO
6.135
1.016
16,6 %
SCUOLA
SECONDARIA
DI II GRADO
9.261
900
9,7%
TOTALI
28.708
4.672
16,3%
43
Presenza di alunni senza cittadinanza italiana
NEO ARRIVATI e NATI IN ITALIA
nelle scuole di Lodi e provincia - a.s. 2012-13
totale alunni
neo arrivati
% rispetto al
totale alunni
stranieri
totale alunni
stranieri
nati in Italia
% rispetto al
totale alunni
stranieri
DIREZIONI
DIDATTICHE
194
11%
1.275
71%
ISTITUTI
COMPRENSIVI
59
4%
869
63%
SCUOLE MEDIE
56
9%
154
26%
SCUOLE
SUPERIORI
84
9%
104
12%
TOTALI
393
8%
2.402
51%
ORDINE DI
SCUOLA
44
PRESENZA DI ALUNNI SENZA CITTADINANZA ITALIANA
NELLE SCUOLE DI LODI E PROVINCIA
Nazionalità maggiormente rappresentate
aggiornate all’anno scolastico 2012/13
NAZIONI
TOTALE ALUNNI
% RISPETTO AL
TOTALE
ROMANIA
1013
21,7 %
MAROCCO
587
12,6 %
ALBANIA
552
11,8 %
EGITTO
320
6,8 %
INDIA
267
5,7 %
ECUADOR
234
5,0 %
TUNISIA
189
4,0 %
PERU’
135
2,9 %
CINA
83
1,8 %
COSTA D’AVORIO
82
1,8 %
45
Riflessioni
Ormai gli studenti stranieri rappresentano una
realtà strutturale del nostro Paese e delle
nostre scuole.
La scuola, sul fronte dell’integrazione, deve
fornire gli elementi necessari per costruire
un’avanzata e serena convivenza civile.
L’incremento delle presenze nelle scuole
superiori pone la nostra scuola di fronte alla
sfida pedagogica del confronto fra le culture,
da raccogliere o ignorare.
46
Accoglienza e Integrazione
Gli alunni di altra lingua, cultura e nazionalità costituiscono ormai
una consolidata componente strutturale della popolazione scolastica
italiana.
“Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”
(C.M. n. 24 del 1 marzo 2006)
e
“La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli
alunni stranieri”
(Documento Osservatorio Nazionale ottobre 2007)
Sono i due documenti che indicano il solco ben preciso (normativo ed
educativo) entro cui la scuola italiana si colloca nell’accoglienza dei
minori stranieri: un approccio interculturale che mira alla piena
integrazione di tutti nella scuola
Ufficializzazione di scelte maturate sul campo negli anni
47
Quattro principi
e linee d’azione
1.
Universalismo
Istruzione diritto di ogni bambino indipendentemente dalla
posizione dei genitori.
2.
Scuola comune
Alunni stranieri, fin da subito,all’interno delle normali
classi (no a luoghi di apprendimento separati)
3.
Centralità della persona
Valorizzare la persona con costruzione di progetti
educativi ad hoc.
4.
Intercultura
Promozione del dialogo e del confronto fra tutti gli alunni
con atteggiamento di apertura ad ogni tipo di diversità
48
Art. 45 del D.P.R. 394/1999
Diritto all’istruzione per i minori stranieri
indipendentemente dalla regolarità della
posizione in ordine al loro soggiorno.
Obbligo scolastico come per tutti gli
alunni.
L’iscrizione, per i neo arrivati, può
essere richiesta in qualunque periodo
dell’anno scolastico.
49
Art. 45 del D.P.R. 394/1999
Iscrizione con riserva se privi della
documentazione anagrafica.
Iscrizione alla classe corrispondente all’età
anagrafica o diversa tenuto conto di:
- ordinamento e corso di studi del Paese di
provenienza (possibile inserimento in classe
immediatamente inferiore o superiore)
accertamento di competenze, abilità e livelli
di preparazione.
Proposta Collegio Docenti per ripartizione
alunni nelle classi della propria istituzione
scolastica.
-
50
I percorsi individualizzati
Il Collegio dei Docenti definisce, in relazione al livello di
competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario
adattamento dei programmi di insegnamento …
utilizzando, ove possibile,le risorse professionali della
scuola”.
(DPR 394/99, art.45, comma 4)
ne consegue che il possibile adattamento dei
programmi per i singoli alunni comporti un adattamento
della valutazione, anche in considerazione degli
orientamenti generali su questo tema, espressi in
circolari e direttive, che sottolineano fortemente
l’attenzione ai percorsi personali degli alunni.
“…
(MIUR, Linee Guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni
stranieri, 16 febbraio 2006)
51
Per concludere
Sono importanti le norme e vanno
rispettate, è importantissimo lo
strumento della lingua,come pure il
rendimento scolastico.
Ma per il successo formativo ed il
benessere degli studenti, che siano
stranieri o italiani, a scuola bisogna
coniugare le esigenze didattiche con
spazi di ascolto e accoglienza per
garantire la serenità delle persone.
52
E per chi ha
problemi e non è
certificato?
53
I disturbi evolutivi specifici
Sono il classico esempio di problematiche che
spesso non vengono o possono non venir
certificate ai sensi della Legge 104, non
dando conseguentemente diritto
all’insegnante di sostegno:
Rientrano per esempio i deficit del linguaggio,
delle abilità non verbali, della coordinazione
motoria, dell’attenzione e dell’iperattività e i
funzionamenti intellettivi limite.
54
Personalizzare l’insegnamento
Per queste ed altre problematiche non certificate, è
possibile comunque personalizzare l’insegnamento
“semplificando” al minimo gli obiettivi disciplinari da
raggiungere.
Lo permettono i seguenti riferimenti normativi
nell’ambito del contesto e flessibilità riconosciuto ad
ogni scuola autonoma:
- Legge 59/1999 (autonomia)
- Legge 53/2003 (Moratti)
- Legge 169/2008 (Gelmini)
55
Personalizzare l’insegnamento
Ora in base alla nuova normativa la
scuola e i docenti sono chiamati a livello
collegiale (anche “dove non sia
presente una certificazione clinica o
diagnosi”) a realizzare un piano
didattico per chi si trova in difficoltà di
apprendimento ai fini di garantire il
successo formativo.
56
Problema
Come organizzare quello
che in base alla
normativa è diventato un
obbligo
57
Indicazioni operative BES
Decisione su opportunità e necessità del
percorso didattico personalizzato:
compito doveroso Consiglio di classe.
Strumento privilegiato: Piano Didattico
Personalizzato ad elaborazione
collegiale (consiglio di classe o team
docenti).
58
Riflessione
I docenti non sono né psicologi, né
neuropsichiatri, né assistenti sociali.
Sono dunque chiamati a intervenire su quei
problemi di cui possono riconoscere cause
che possono essere affrontate sul piano
educativo e didattico.
E solo per quanto possibile sugli effetti di
cause esterne alla scuola e che è compito di
altri (con cui magari allearsi) cercare di
risolvere.
59
Piano Didattico Personalizzato
Strumento privilegiato per il
riconoscimento diritti dei BES è il Piano
Didattico Personalizzato ad elaborazione
collegiale (consiglio di classe o team
docenti).
60
Cosa mettere nel PDP
Strategie di intervento più idonee
Criteri di valutazione degli interventi
Progettazioni didattico educative
calibrate sui livelli minimi attesi per le
competenze in uscita
61
Atti formali per
individualizzazione BES
Delibera Consiglio di classe/Team
docenti
PDP firmato da
Dirigente/docenti/famiglia
Supporto di certificazione clinica o
diagnosi
e/oppure
considerazioni pedagogiche e didattiche
Problema: evitare contenzioso
62
Precisazioni per DSA
(C.M. 8 /2013)
In attesa diagnosi, adottare
comunque PDP adeguato ad esigenze
educative.
Per Esami di Stato certificazioni entro
31 marzo
(Conferenza Stato/Regioni 25 luglio
2012)
63
Svantaggio socioeconomico,
linguistico e culturale
Ogni alunno può avere, anche
temporaneamente per difficoltà
contingenti, qualche BES:
da individuare su base di elementi oggettivi
con considerazioni pedagogiche e didattiche
anche su segnalazione operatori sociali
64
Alunni di origine straniera
Stesse modalità BES (già previste da DPR 394/99)
Interventi per tempo necessario
Privilegiare aspetto didattico-educativo
anziché misure compensative e
dispensative
No a dispensa prove scritte lingua
straniera
Si a madrelingua come seconda lingua
comunitaria per scuola secondaria I
grado
65
La valutazione nella
personalizzazione
E’ il nodo fondamentale della
Direttiva BES
Sono state annunciate a breve
disposizioni per gli esami di stato e
la rilevazione annuale degli
apprendimenti.
66
Azioni istituzione scolastica
Compiti GLHI estesi ai BES
Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI)
Elaborazione di un Piano Annuale
per l’ Inclusività (entro il mese di
giugno):
discusso e deliberato in Collegio Docenti;
inviato a USR, GLIP e GLIR;
con verifica almeno mensile
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Compiti del GLI
Trattare le questioni relative a tutti gli
alunni con BES certificati e non.
In particolare programmare un utilizzo
funzionale delle risorse presenti nella
scuola ( laboratori, strumenti, risorse
umane…) per la realizzazione di un
progetto di inclusione condiviso con i
docenti, le famiglie, i servizi sociosanitari.
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Esplicitare nel P.O.F.
concreto impegno programmatico
per l’inclusione
criteri e procedure di utilizzo
“funzionale” delle risorse
impegno alla formazione/iniziative
territoriali
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Le scelte della scuola
Tutti i docenti hanno il dovere (nel
rispetto della normativa) della presa in
carico collegiale dei BES.
Ogni docente si impegna per quanto
riguarda la sua area disciplinare e per
quanto riguarda gli obiettivi trasversali
ad “attivare” quanto concordato
collegialmente
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Ultime novità
Nota 1551 del 27.06.2013:
PAI come elemento di riflessione per
predisposizione POF di cui è parte integrante
No a PAI come “Piano formativo per alunni
con BES” ad integrazione POF (in questo caso
“Piano per gli inclusi”)
Momento di riflessione della comunità
educante su come realizzare inclusione.
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Bozza nuova Circolare MIUR
PDP
Distinzione fra difficoltà di apprendimento
ordinarie, difficoltà permanenti e disturbi di
apprendimento.
Il disturbo di apprendimento ha carattere
permanente e base neurologica. La
rilevazione di una difficoltà di apprendimento
non dovrebbe indurre all’attivazione di un
percorso specifico con PDP.
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Bozza nuova Circolare MIUR
No ad automatismi nell’uso dei BES; devono
riguardare casi particolarmente gravi.(Fogarolo 1)
Adozione PDP con voto unanime da parte del
Consiglio di Classe/team docenti.
Alunni di origine straniera:
anzitutto interventi didattici relativi ad
apprendimento lingua italiana e solo in via
eccezionale formalizzazione tramite PDP
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I BES non si certificano
No a riproposta modello clinico (prove
standardizzate)
Considerazioni pedagogico-didattiche,
ma anche valutare efficacia e
convenienza degli interventi proposti.
Valutare contesto e ricadute
( Testo Fogarolo 2)
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BES e flessibilità
Non è stato il MIUR a “inventare” i BES
No a PDP come adempimento
burocratico in più.
Riaffermare valore educativo procedura
Opportunità per la scuola di aiutare
anche chi non ha documenti diagnostici.
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Supporto Ufficio di Piano
Supporto preliminare per individuazione
BES.
Consigli per didattica inclusiva:
individuare ragazzi per gruppi di problema;
Mettere in atto risorse per rispondere ai
bisogni
Individuare obiettivi minimi e attività.
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Indicazioni nazionali per il curricolo della
scuola dell’infanzia e del primo ciclo
d’istruzione (G.U. 5 febbraio 2013)
La scuola è investita da una domanda che
comprende, insieme, l’apprendimento e il
“saper stare al mondo”.
I docenti dovranno pensare a realizzare i
loro progetti educativi non per individui
astratti, ma per persone che vivono qui e
ora, che sollevano precise domande
essenziali.
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Indicazioni nazionali per il curricolo della
scuola dell’infanzia e del primo ciclo
d’istruzione (G.U. 5 febbraio 2013)
La scuola deve porre le basi del percorso
formativo dei bambini e degli adolescenti,
sapendo che proseguirà in tutte le fasi
successive della vita. In tal modo la scuola
fornisce le chiavi per apprendere ad
apprendere, per costruire e per trasformare
le mappe dei saperi.
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Indicazioni nazionali per il curricolo della
scuola dell’infanzia e del primo ciclo
d’istruzione (G.U. 5 febbraio 2013)
Stabiliti le competenze e gli obiettivi
minimi da acquisire, le discipline ed i
traguardi annuali, per il resto il curricolo
scolastico rimane tutto da costruire alla
scuola, con libertà di metodo e
contenuti, che non debbono
necessariamente essere esaustivi.
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Risposte e risorse
Occorre una risposta complessiva di una
scuola che cambia: da rigida e tutta
tesa allo svolgimento di un programma
ad una scuola inclusiva, non speciale,
capace di flessibiltà per integrare tutti
gli alunni, tutti uguali e nel contempo
diversi e con diversi bisogni.
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Risposte e risorse
Occorre una didattica più flessibile,
strutturata maggiormente sulle
competenze (saper fare), sulle
attività laboratoriali.
Una didattica dove sia possibile
“scalettare”per moduli di
apprendimento.
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Risposte e risorse
Ogni scuola deve decidere se e come
occuparsi di tutti gli studenti e dei loro
bisogni educativi particolari, costituendo
alleanze con gli altri attori del territorio.
Gli aspetti organizzativi sono la
prerogativa fondamentale per costruire
gli interventi formativi e didattici.
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Qualche proposta operativa
Formazione in servizio obbligatoria sui
BES per tutti i docenti.
Continuità didattica docenti sostegno
Valorizzare ruolo docente sostegno
Spazi di lavoro collaborativo fra docenti
Docenti di riferimento che “parlino” con
studenti in difficoltà, con competenza e
sensibilità.
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Risposte e risorse
Un approccio educativo non
meramente clinico dovrebbe dar
modo di individuare strategie e
metodologie di intervento correlate
alle esigenze educative particolari
pur non riconosciute da alcun tipo
di certificazione.
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Progetto sostenibile
di integrazione
Ove non sia possibile e realistico
realizzare percorsi di “didattica
tradizionale”occorre avere il coraggio di
proporre percorsi alternativi che vadano
nell’ottica di acquisire le otto
competenze chiave individuate dal
Parlamento europeo nel 2006 per la
formazione di una persona autonoma e
responsabile.
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8 competenze chiave
di cittadinanza
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Imparare ad imparare
Progettare
Comunicare
Collaborare e partecipare
Agire in modo autonomo e
responsabile
Risolvere problemi
Individuare collegamenti e relazioni
Acquisire ed interpretare
l’informazione
86
Grazie
per l’attenzione
e
la pazienza
87
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