SEMINARIO Quando un sintomo non è solo fisico

SEMINARIO
Quando un sintomo non è
solo fisico
Luciana Biancalani & Alessandra Melosi
16°Convegno Pediatrico
Firenze 11-12 novembre 2011
Disturbi non solo fisici
problemi psicologici conseguenti a disturbi
somatici, specialmente se gravi, cronici ed
invalidanti
disturbi somatoformi di origine non organica
disturbi psicorelazionali : disturbi del
comportamento, disturbi d'ansia, disturbi
dell'umore, disturbi di area psicotica
Disturbi somatoformi
di natura non organica
Elementi chiave che rinforzano la diagnosi:
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una relazione temporale con un evento
stressante
la presenza di comorbilità per un disturbo
psichico (ansia, depressione)
una storia familiare in cui sono presenti disturbi
di somatizzazione
l'evidenza di un rinforzo familiare o sociale del
sintomo
DSM IV
- Disturbo di somatizzazione
- Disturbo somatoforme indifferenziato
- Disturbo di conversione
- Disturbo algico
- Ipocondria
- Disturbo del dismorfismo corporeo
- Disturbo somatoforme non altrimenti specificato
Disturbi psicosomatici
Età prescolare : coliche, mericismo, vomito,
asma, laringosmasmo, dermatopatie, disturbi
del sonno
Età scolare: vomito, enuresi, encopresi, cefalea,
fibromialgia, lipotimia, dermatopatie, disturbi del
sonno
Preadolescenza e Adolescenza: anoressia,
bulimia, obesità, astenia, lipotimia, cefalea,
dermatopatie, disturbi del sonno
Alice
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7 anni
Figlia unica
Genitori separati
Vive con la madre
Alice
Dal maggio 2010 frequenti episodi di
lipotimia in ambienti e situazioni diverse:
giardini, scuola, casa.
Ricovero: le indagini strumentali, l’e.o., gli
esami ematochimici sono negativi. Controlli
successivi confermano la negatività per
patologia organica. Il colloquio con la madre
evidenzia una situazione di alta conflittualità
fra i genitori anche in presenza della figlia.
Lorenzo
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9 anni
famiglia normocostituita
sorella minore (5 anni)
elevata ansia materna nei primi anni di
vita di Lorenzo
Lorenzo
Dal maggio 2009 inizio sintomi
gastroenterologici che durano circa 1 mese.
E.O. e esami ematochimici nella norma.
Sospetto reflusso gastroesofageo: consigli
alimentari e in caso di peggioramento dei
sintomi terapia con ranitidina.
Settembre 2009 riacutizzazione della
sintomatologia, e.o. esami strumentali ed
ematochimici negativi
Lorenzo
Visita specialistica, diagnosi di “dolori
addominali ricorrenti”.
Con i genitori iniziamo a valutare una
probabile origine psicosomatica del
sintomo: il quadro sintomatico è iniziato
poco dopo un intervento chirurgico alla
tiroide della madre.
Anno 2010: la sintomatologia persiste e si
aggiunge difficoltà alla deglutizione durante
i pasti e paura di soffocamento.
Indicatori
1. La presenza di comportamenti estremi,
negativi ma anche positivi
2. L'esistenza di un evento stressante specifico o
di una situazione prolungata di stress diffuso
3. Difficoltà nell'ambito delle relazioni familiari e/o
scolastiche
4. Disturbi nell'ambito del sonno,
dell'alimentazione, del controllo sfinterico, della
comunicazione verbale
Indicatori
5. Condotte di autonomia personale incoerenti
con la propria età, per difetto o per eccesso.
6. Comportamenti inadeguati all'età nell'ambito
degli interessi e/o delle condotte sessuali
7. Rendimento scolastico scarso e manifestazioni
comportamentali e somatiche quali espressioni
di disagio
8. Atteggiamenti e/o vissuti inadeguati rispetto a
malattie somatiche
9. Presenza di comorbilità per disturbi psichici
Alice
INDICATORI
Situazione prolungata di stress
DIAGNOSI PSICOLOGICA
Reazione psicosomatica ad una situazione familiare
altamente conflittuale
INTERVENTO PROPOSTO
Consultazione familiare
Lorenzo
INDICATORI
Evento stressante
Disturbo nell’area dell’alimentazione
Probabile fobia
Lorenzo
DIAGNOSI PSICOLOGICA
Disturbo d’ansia con manifestazione fobica
INTERVENTO PROPOSTO
Consultazione familiare
Protocollo Diagnostico-Terapeutico
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Non è sufficiente comunicare che gli
accertamenti medici sono negativi
Porsi come riferimento principale per il
paziente, evitando procedure diagnostiche
inutili e trattamenti farmacologici non necessari
Programmare visite regolari allo scopo di
rassicurare paziente e familiari
Motivare ad una consulenza psicologica oppure
discutere il caso con uno psicologo
Condizioni per costruire un invio
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Alleanza medico-paziente: rapporto di fiducia
come premessa indispensabile per costruire un
invio verso una consulenza psicologica e/o
neuropsichiatrica
Rapporto diretto e collaborativo tra il pediatra e
le altre figure professionali: prima, durante e al
termine della consulenza
Valutazione della percezione del problema da
parte del paziente e dei familiari:
drammatizzazione versus minimizzazione
Come presentare l'invio
Quando la famiglia o qualcuno dei suoi membri
hanno idee preconcette rispetto ad un invio
psicologico è consigliabile:
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focalizzare gli aspetti positivi e vantaggiosi
piuttosto che quelli di valutazione
dire che “la consultazione può aiutare
bambino/adolescente e genitori a trovare
modalità più efficaci per trattare il problema”
Come presentare l'invio
Con le famiglie che accettano senza apparenti
difficoltà l'indicazione di una consulenza è
consigliabile presentarla come una valutazione
specialistica allo scopo di
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accertare il concorso di difficoltà emotive
affettive nelle manifestazioni somatiche e/o
comportamentali del bambino
identificare la natura dell'eventuale disagio
psicologico
mettere a punto un intervento terapeutico
Consulenza psicologica
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Approcci centrati sul singolo
Approcci centrati sul contesto relazionale di
appartenenza del singolo
Pediatra e Terapeuta SR
Il pediatra si occupa di una fascia di età in
continua evoluzione ed entra sempre in
relazione con i familiari del paziente.
Tende ad avere una visione del ruolo che la
famiglia ha nell'origine e/o mantenimento del
disturbo
Pediatra e Terapeuta SR
Il terapeuta accerta le componenti
contestuali dei problemi presentati
Interviene sulla base della
comprensione delle dinamiche
familiari e dei problemi di
transizione che si presentano
Conclusioni
Nel trattamento dei disturbi non solo fisici
è fondamentale
la disponibilità e l’abilità del pediatra a
collaborare e condividere con altre figure
professionali la responsabilità della salute
del paziente