ARTE COME CONCETTO
1 - MINIMALISMO
2 - ARTE CONCETTUALE
3 - EARTH WORKS (o LAND ART)
4 - HAPPENING E PERFORMANCE
5 - BODY ART
DAL SESSANTOTTO AGLI ANNI OTTANTA STATO DI FATTO
La contestazione giovanile e la critica globale dell’intera società
- fine del boom economico (disoccupazione, calo del potere di acquisto, crisi e malessere sociale
- rivolte studentesche (il Sessantotto) – a carattere libertario e anticonformista in America, più ideologica e politica
in Europa
- rivoluzione culturale: si abbattono limiti e tabù
La cultura dell’impegno
- marxismo – denuncia delle storture del capitalismo, trasformazione della società in senso egualitario
- esistenzialismo – ritorno all’uomo di cui metteva in evidenza il disagio esistenziale, la ricerca di un senso per la
vita, la libertà come dato costitutivo
- cattolicesimo – il Concilio Vaticano II: una chiesa che si confronta con la modernità, con la questione sociale
Critica alla società dei consumi
Scuola di Francoforte: vede il trionfo della tecnica e dell’economia su ogni altra dimensione umana, vede una
nuova forma di dittatura quella del denaro e del consumo basata sulla soddisfazione di falsi bisogni indotti dalla
comunicazione pubblicitaria
- SI DA SPAZIO A UN’IDEA, UN CONCETTO, UN EVENTO MENTALE PIU’ CHE A UN QUADRO
- L’ARTISTA PENSA L’OPERA COME UN “EVENTO” O UN “AMBIENTE” CHE PUO’ ASSEMBLARE E
COINVOLGERE STRUMENTI DIVERSI
- NON ESISTE PIU’ SEPARAZIONE TRA I GENERI (PITTURA, SCULTURA, TEATRO, FOTOGRAFIA)
- SI METTE IN SCENA IL CORPO DELL’ARTISTA
- SI METTE IN SCENA IL MONDO (nel senso di supporto sul quale l’artista inizia ad operare
I precursori
- Lucio Fontana
- Yves Klein
- Piero Manzoni
per primi riconoscono il ruolo chiave dell’idea nella realizzazione di un’opera superando per
importanza il risultato
1 - MINIMALISMO nasce nel 1966
Uso di “strutture primarie” (forme geometriche elementari), spesso tratte dal modo industriale e sviluppate in
sequenze ripetitive animate da minime variazioni sul tema (come fa il computer, il DNA, i frattali…)
Ripetizione, sequenza, permutazione, abolizione dell’emotività: non sono metafore di qualcos’altro, sono oggetti
Senza titolo, 1965
DONALD JUDD – utilizza
materiali e procedimenti
industriali per creare
parallelepipedi che
dispone in lunghe
ABCD 9 (Row), 1966,
sequenze
SOL LEWITT - su
una base reticolare
costituita da moduli
quadrati moltiplica
un unico elemento
formale (il cubo)
aperto o chiuso.
Prevale la logica del
progetto come nelle
produzioni industriali.
Poi un falegname o
un fabbro realizzava
l’opera
La grande bandiera, 1959
FRANK STELLA – tutto è calcolo
a priori, non c’è emotività. Il
primato è del procedimento
mentale il resto è mera
esecuzione
2 - ARTE CONCETTUALE
All’origine vi è il gesto di Duchamp che sceglieva un oggetto anonimo per trasformarlo in un ready-made artistico.
Dal Minimalismo nasce l’A.C., un’arte smaterializzata.
Orologio (uno e cinque), 1965
JOSEPH KOSUTH – un orologio vero, la foto dell’orologio,
la definizione di orologio, oggetto e tempo: riflette sul
linguaggio, sulla formazione del pensiero, sull’ambiguità del
testo, sulla possibilità che il linguaggio aderisca alla realtà.
Lo straniamento si crea anche nel constatare che le ore non
Green Light Corridor, 1970
corrispondono
BRUCE NAUMAN – un corridoio strettissimo illuminato di verde che
il pubblico attraversa con l’impressione di pericolo richiama tutte le
espressioni che parlano di “strada senza uscita” “sono nel tunnel” e
ci fa riflettere sulla scivolosità del linguaggio, la difficoltà di ogni
comunicazione, anche fisica
Today
ON KAWARA – date scritte nei diversi sistemi linguistici e sotto la pagina del giornale di quello stesso
giorno comprata ci fa riflettere sul senso della storia individuale e dei popoli: cosa accadde di importante in
quel giorno? Dove eravamo noi? Cosa facevamo? Sia che ricordiamo sia che non ricordiamo un senso di
smarrimento ci coglie nel constatare il tempo passato.
Riepilogando
privilegia l’aspetto teorico (l’idea, il concetto, l’atteggiamento mentale) rispetto a quello materiale (l’oggetto
fisico, la concretizzazione dell’idea)
l’artista progetta, teorizza, riflette poi altri (falegnami, meccanici, tecnici vari…) realizzano
dematerializzazione dell’arte
darà origine alla Land Art, all Body Art, all’Arte cinetica e programmata
3 - EARTH WORKS (o LAND ART)
L’uomo da sempre ha disegnato il territorio con l’agricoltura o il giardinaggio. A metà degli anni ’60 i nuovi rischi
ecologici sollecitarono una nuova riflessione sull’eterno dialogo fra uomo e natura. Agendo sull’ambiente naturale
o urbano gli artisti modificarono intere porzioni di paesaggio inserendovi elementi estranei o cambiandone,
temporaneamente o in maniere duratura, i connotati.
CHRISTO E
JEANNE-CLAUDE –
impacchettano o
fanno inserimenti
ambientali. Coprono
per svelare.
Introducono la
sorpresa e invitano a
riflettere sul valore
delle cose note che
richiano di diventare
banali.
Impacchettamento Monumento a Garibaldi, 1970
Spiral Jetty, 1970
ROBERT SMITHSON – sulle acque di un lago,
segnato dalle devastazioni dei pozzi petroliferi,
realizza un promontorio artificiale lungo 450 metri
di basalto, terra e rocce a forma di spirale. Una
forma insieme chiusa e aperta, salda e dinamica
che richiama le conchiglie e si collega ai paurosi
gorghi dei racconti popolari del luogo. Il tempo ha
modificato l’opera, ma l’effetto era previsto come
simbolo del tempo che rovina le cose
Isole circondate, 1980-83, Florida
Sky Space I, 1976
JAMES TURRELL (1943) - pratica un taglio
nel soffitto di una stanza di 3,60x3,60 ml h
6,00 completamente vuota e bianca lo
strombo dell’apertura suggerisce una cornice
o una scatola prospettica e induce a leggere il
vuoto come un pieno, come un quadro che
muta con il variare del tempo. Senza altri
riferimenti il visitatore è indotto a guardare
quella porzione di cieli in un’atmosfera
straniante. Ci invita a rivalutare il valore
poetico che la natura ha in sé e che l’uomo
contemporaneo sembra aver dimenticato.
Richar Long, Installazione
RICHARD LONG (1945) – effettua lunghe escursioni a piedi in
luoghi deserti da cui riporta pietre o altri reperti (fango, terra…)
che poi dispone in forme geometriche primarie come cerchi o
strisce. Il rapporto con la natura coinvolge il corpo dell’artista in
viaggi-pellegrinaggi ricordo degli antichi rituali religiosi che
appartengono a tutte le religioni.
HAPPENING E PERFORMANCE - dalle serate futuriste e dadaiste. Completo superamento dell’idea stessa
di opera, sono azioni nelle quali la distinzione tra pubblico e artista si perde essendo tutti chiamati ad interagire.
Quando non c’è una regia prestabilita e si basa sull’improvvisazione si parla di happening (avvenimento,
accadimento). Quando invece la regia è prevista si parla di performance (azione, esecuzione).
Il primo Happening fu quello di John Cage nel 1952 quando in un teatro musicisti, ballerini, pittori, poeti agivano
contemporaneamente ma la parola happening comparve nel 1959
ALLAN KAPROV – il pubblico era chiamato a
camminare su all’interno di un cortile riempito di copertoni
gettati alla rinfusa. Non si limita ad osservare dall’esterno,
modifica dall’interno lo spazio e l’opera che chiama
environments (ambienti). Riflette sui temi del corpo,
della presenza fisica dell’autore, dell’opera come forma in
svolgimento, del rapporto tra creazione artistica e
pubblico. Accetta il cambiamento, la precarietà, la
creazione collettiva
Yard, 1961
JOSEPH BEUYS – concepisce l’esperienza artistica
come uno strumento di dialogo fra l’individuo e il mondo,
fra uomo e natura. Dimostra la possibilità di un incontro
tra l’America selvaggia (gli indiani), incarnata dall’animale, e la società civilizzata rappresentata dall’artista.
Dimostra la possibilità di un recupero della dimensione
di comunione con il mondo naturale ormai soffocata dalla civiltà che può basarsi solo sul rispetto..La coperta di
feltro, il bastone, il lupo, il grasso, il sangue (tratti dalla
sua biografia) ricorrono spesso nelle sue performance
quali elementi mitici.
Coyote. Io amo l’America e l’America ama me, 1974
In tale ambito agirono i gruppi FLUXUS (al quale partecipava Yoko Ono) e INTERNAIONALE
SITUAZIONISTA
G. Maciunas, D. Higgins, W. Vostell, B. Patterson & E. Williams
performing Ph. Corner’s Piano Activities at Fluxus Internationale
Festspiele Neuester Musik, Weisbaden 1962.
FLUXUS – movimento nato nel 1962 con il solo punto fermo di
non avere punti fermi: non considerarsi gruppo prestabilito, non
avere regole di appartenenza, abolire gli staccati tra le arti
tradizionali e quelle popolari (il circo, il musical, la rivista..) per
favorire invece il “flusso” di persone, di tematiche e metodi.
Anticipano la protesta giovanile e la ribellione alla vita borghese
attraverso il look, le movenze (James Dean, Elvis Presley, i
Beatles, i Rolling Stones, Jimi Hendrix
Ben Vautier, Happening Dio buttato a mare
BODY ART - si sviluppa all’interno del genere performance a partire dagli anni ’70. L’artista usa il proprio corpo
non solo in termini gestuali, ma come vera e propria materia espressiva, una superficie su cui operare. Indaga
i retroscena dei comportamenti umani, delle pulsioni, i tabù, le convenzioni sociali; vuole misurare sentimenti forti
come il dolore, la fatica, la paura, la vergogna. Si inserisce nel contemporaneo processo di liberazione del corpo
dai vincoli di una morale molto rigida. Il corpo come strumento di espressione è una pratica antica: flagellanti,
travestimenti, parto, nudismo.
GINA PANE– vestita di bianco (come una sposa) si infilava le spine di due
mazzi di rose, bianche e rosse, nell’avambraccio dopo essersi tagliata con
delle lamette. Riflette sul concetto di amore come esperienza dolorosa
dando espressione fisica e visibile alla sofferenza che può essere legata
ad un sentimento così forte che oltre la felicità (rose) può nascondere il
dolore.
Azione sentimentale 1973
MARINA ABRAMOVIC – Con Energia bilanciata (1973) riflette sulla dipendenza che si genera all’interno di
qualsiasi rapporto, sulle conflittualità latenti, sulla paura dell’abbandono. Con Barocco balcanico (1997) riflette
sulla tragedia delle guerre nella ex Jugoslavia e sembra espiare con il suo corpo la tragedia di un popolo. Sullo
sfondo era proiettate immagini della guerra e due vasche di rame con acqua pulita erano il simbolo della
purificazione.
Rischiare la vita
era forse l’unico
modo per
dimostrare
l’autenticità della
ricerca che
avrebbe potuto
facilmente
essere
scambiata per
una serie di atti
goliardici
Rudolf Schwarzkogler, Performance, 1968
Hermann Nitsch, Azione, 1984
Il tema del rituale iniziatico e del rito sacrificale
affonda nella notte dei tempi. Così come quello della
violenza, delle pulsioni sessuali. Tutti ambiti indagati
con un linguaggio volutamente sgradevole e spesso
cruento dall’AZIONISMO VIENNESE
Gilbert & George Rudolf Schwarzkogler
Il tema del travestimento, dell’identità di genere