Anno XLII - Altroconsumo: via Valassina 22, 20159 Milano - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in a.p.- D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI - Supplemento n. 2 - di Altroconsumo n. 301 - marzo 2016 Memoria da campione Trucchi e suggerimenti per allenarla Sommario Sviluppa il tuo potenziale La usiamo tutti i giorni per studiare, lavorare, interagire con gli altri e dalla nostra memoria ci aspettiamo sempre prestazioni da record. Capita però di rimanere delusi quando si sperimentano momenti di défaillance nei quali ci sembra che il nostro magazzino dei ricordi non funzioni a dovere. In questa guida vogliamo mostrarvi il dietro le quinte della Un socio di Altroconsumo è un consumatore più forte. Scopri anche tu gli esclusivi servizi dedicati ai soci. Vai su altroconsumo.it Memoria da campione memoria. Scopriremo quanti tipi ne esistono, come funzionano e come migliorarne l’efficienza con suggerimenti e tecniche da impiegare nella vita di tutti i giorni. Gli esercizi che vi proporremo vi aiuteranno a mettere alla prova le vostre capacità. Anche se il passare degli anni la indebolisce un po’, tutti possiamo avere una buona memoria, basta solo imparare a utilizzarla al meglio. 4 I vari tipi di memoria A breve termine Di lavoro Prospettica Semantica, episodica, autobiografica 9 Quando qualcosa non va Gli effetti dell’età Cosa cambia con il tempo Ansia e depressione La trappola dei falsi ricordi Amnesie psicogene 16 Apprendimento e memoria Apprendimento implicito ed esplicito Come si impara 21 Tecniche per migliorarla Reg. Trib. Milano N. 116 del 8/3/1985 Copyright© Altroconsumo n. 291252 del 30/6/1987 Gli strumenti per ricordare Potenziare la memorizzazione Trucchi da usare tutti i giorni Direttore responsabile: Rosanna Massarenti 27 Esercizi e test Ginnastica per la mente Esercizio visuospaziale Autovalutazione della memoria Altroconsumo Edizioni Srl Sede legale, direzione, redazione e amministrazione: via Valassina, 22 - 20159 Milano I vari tipi di memoria Come funziona il meccanismo che ci permette di tenere a mente tutto quello che ci serve per studiare, lavorare, vivere, funzionare come individui all’interno della società? Negli ultimi decenni le neuroscienze, anche grazie a strumenti diagnostici sempre più sofisticati, hanno fatto molti passi avanti. Ora sappiamo quali circuiti neuronali sono coinvolti nei processi che ci permettono di ricordare il necessario e anche di dimenticare ciò che non serve più. In questo primo capitolo analizzeremo i diversi tipi di memoria per capire quando entrano in gioco e, a grandi linee, come funzionano. SFRUTTARE I NOSTRI PUNTI DI FORZA CI AIUTA A COMPENSARE EVENTUALI DEBOLEZZE 4 Memoria da campione A breve termine Memoria verbale Questa memoria funziona come una sorta di lavagna sulla quale annotiamo gli appunti da tenere a mente per poco tempo e che poi potremo dimenticare. Un esempio classico è il numero di telefono di un amico: tra quando lui ce lo comunica a quando riusciamo a scriverlo è necessario conservare la serie di numeri nella memoria a breve termine. Una volta inserito il recapito in rubrica non avremo più alcun motivo per ricordarlo a memoria e molto probabilmente lo dimenticheremo. Questo deposito temporaneo ha infatti uno spazio assai limitato e necessita di un ricambio molto rapido: va liberato in fretta, perché ben presto ci sarà qualcos’altro che dovremo tenere a mente per qualche secondo. Cosa fate quando qualcuno vi dice un numero di telefono, un indirizzo o il titolo di un libro da ricordare? Probabilmente prima di riuscire a scriverli li ripetete ad alta voce, perché questo vi aiuta a non farli svanire dalla memoria a breve termine. Ma anche questo magazzino fonologico mentale ha qualche problema di capienza e alcuni limiti che potrete verificare voi stessi. Se per esempio provate a memorizzare, ripetendoli ad alta voce, una lista di vocaboli molto simili tra loro, troverete che il compito è più difficile rispetto a quello di tenere a mente una lista di parole tutte diverse. Anche la lunghezza dei vocaboli può rappresentare un ostacolo per la memoria verbale: più lunghi sono più è difficile memorizzarli, sia pure per poco tempo. Memoria da campione 5 Memoria visuospaziale Di lavoro È un taccuino mentale sul quale annotiamo delle immagini mentali che dobbiamo tenere a mente per poco tempo. Usiamo questo tipo di memoria a breve termine continuamente, per esempio per muoverci nello spazio, quando siamo in un ambiente che non conosciamo, e fissare in mente il tragitto da compiere. Siccome facciamo tutto in automatico, non ci rendiamo neanche conto di utilizzare queste proprietà della nostra memoria. Ma se dovessimo perdere questa facoltà, per esempio a causa di traumi o di particolari patologie, non saremmo più in grado di compiere operazioni semplici come, per esempio, trovare la strada per il bagno di casa. Questa memoria incorpora la memoria a breve termine sovrapponendosi a essa e ci permette di compiere operazioni più complesse rispetto alla semplice memorizzazione. In pratica ci consente di risolvere i problemi partendo dai dati che stiamo tenendo a mente. Oltre alla memoria a breve termine verbale e a quella visuospaziale, la memoria di lavoro fa affidamento sull’esecutivo centrale, un sistema di controllo che aiuta la mente a distribuire le risorse quando si è impegnati su più fronti. Questo meccanismo è quello che ci consente di prendere appunti mentre il professore spiega o di camminare parlando al telefono, Le due facce dell’amnesia La letteratura e il cinema sono pieni di personaggi che hanno perso la memoria e si ritrovano perciò in situazioni paradossali magari senza ricordare come vi sono finiti. Ma qual è la memoria che perde chi, a causa di un trauma, soffre di amnesia? Se immaginiamo il tempo come una linea retta e su questa segniamo con un puntino l’esordio dell’amnesia, la memoria retrograda riguarda i ricordi del passato precedente a quel momento, mentre la memoria anterograda riguarda i ricordi da allora in avanti. A seconda di quale area del cervello ha subito un trauma possono quindi esserci forme diverse di amnesia: quella che cancella i ricordi precedenti al trauma e quella che invece li mantiene intatti ma non consente di accumulare nuovi ricordi da quel momento in poi. 6 Memoria da campione ma anche di descrivere un evento o un luogo a qualcuno: serve tenere a mente più cose allo stesso tempo. Prospettica Riguarda le azioni che dobbiamo compiere in futuro ed è la memoria che esercitiamo forse più consapevolmente. Se ne distinguono due tipi, a seconda che si riferisca a un evento o a un tempo ben preciso. Nel primo caso, per esempio, può trattarsi di ricordare di ritirare un vestito dalla lavanderia dopo aver fatto la spesa di ritorno dall’ufficio, nel secondo di andare a prendere il nipotino a scuola alle quattro del pomeriggio. Mentre per i primi ricordi possiamo ricevere un aiuto dal contesto ambientale, magari semplicemente perché passiamo in auto davanti alla lavanderia, i secondi tendono a diventare più problematici con l’avanzare dell’età, a causa della ridotta capacità di attenzione che può accompagnare l’invecchiamento. Un ulteriore importante compito della memoria prospettica consiste nel registrare se l’azione che dovevamo ricordarci di compiere è stata portata a termine con successo oppure no. Può essere utile usare dei supporti per la memoria prospettica e molte persone di una certa età non possono anzi farne a meno. Che si tratti di un calendario, un’agenda di carta oppure uno smartphone con tanto di avvisi sonori che ci notifichino le cose da fare, l’importante è trovare il sistema più pratico per aiutarci a essere più efficienti nel ricordare le cose da fare in futuro e quelle già fatte che possiamo cancellare dalla lista. Memoria da campione 7 Quando qualcosa non va Semantica, episodica, autobiografica Si definisce memoria semantica la somma delle nostre conoscenze. Qui sono conservati dati accumulati in anni di studio e di esperienze: le capitali dei paesi del mondo, la data della scoperta dell’America, i vocaboli che conosciamo nella nostra lingua madre (si calcola che siano tra 20mila e 100mila) e in altre lingue, i nomi dei giocatori della nostra squadra del cuore, ma anche tutte le informazioni che riguardano uso e significato di oggetti comuni. È grazie alla memoria semantica che siamo in grado di distinguere una mela da una pesca, e sappiamo a che serve un martello. Sempre facendo affidamento su questa memoria siamo consapevoli dei comportamenti da tenere in determinate circostanze: per far partire la lavatrice prima dovrò mettere i panni sporchi nel cestello, chiudere l’oblò, mettere il detersivo, scegliere il programma ecc. Ma come si aggiungono dati alla memoria semantica? Anche grazie alla memoria episodica: un particolare episodio ci insegna qualcosa che prima non sapevamo e ci aiuta ad aggiungere nuovo sapere al magazzino della memoria semantica. Infine c’è la memoria autobiogra- 8 Memoria da campione A partire dai 20 anni il cervello umano comincia a perdere neuroni. Niente paura, è tutto normale, ma certo col passare del tempo ci rendiamo conto che il naturale invecchiamento del cervello influisce sulle nostre capacità di apprendimento. Non a caso si studia da bambini e da ragazzi, mentre imparare da adulti può risultare meno facile. Potete comunque mantenere allenato il cervello conducendo una vita attiva, coltivando interessi, una vita sociale ricca di incontri e uno stile di vita sano. Ciononostante, può capitare che la vostra memoria faccia cilecca ogni tanto o che vi inganni. Ecco quali sono le cause più comuni. fica, cioè quella che riguarda gli avvenimenti della propria storia personale. È la capacità di rievocare eventi che ci sono capitati, dei quali siamo stati protagonisti, e ha componenti sia episodiche sia semantiche. I ricordi personali più vecchi, che hanno avuto più tempo per essere ripassati, si rivelano anche i più tenaci alla prova del tempo: è facile continuare a ricordare il cognome della propria madre o il nome della propria scuola elementare anche quando la memoria autobiografica comincia a zoppicare o è in qualche modo compromessa. LA MEMORIA SI INDEBOLISCE CON GLI ANNI, MA QUESTO NON CI DEVE SPAVENTARE Memoria da campione 9 Gli effetti dell’età L’invecchiamento cerebrale in senso stretto inizia, come abbiamo visto, proprio alla fine della fase di sviluppo del cervello. Difficilmente sentiremo un 25enne lamentarsi della propria memoria; una minima perdita di efficienza si comincia ad avvertire in genere già dopo i 40 anni. A quest’età è possibile cominciare a sperimentare maggiori difficoltà nel ricordare per esempio i nomi delle persone o nel farseli tornare in mente in situazioni particolari. Ma fin qui niente di grave: nessuna di queste titubanze rappresenta un reale ostacolo e non si avvertono di solito effetti evidenti dell’indebolimento della memoria fino a quando non si superano i 60 anni. È un processo di normale invecchiamento assai democratico, perché colpisce tutti e non deve 10 Memoria da campione essere interpretato come la spia di un disturbo. Gli addetti ai lavori la chiamano “smemoratezza senile benigna”, che tra l’altro non tocca neanche tutti i tipi di memoria che abbiamo descritto nelle pagine precedenti. Cosa cambia con il tempo Con l’età resta pressoché intatta la memoria a breve termine, cioè la capacità di ricordare qualcosa per pochi secondi, mentre può risultare indebolita la memoria di lavoro. Le conseguenze visibili sono una maggiore difficoltà nel seguire la trama di un film complicato o la lettura di un libro con tanti personaggi, oppure nell’eseguire più azioni contemporaneamente. A venir meno sono probabilmente l’attenzione, che risulta Contrastare il declino cognitivo Siccome la memoria enciclopedica, quella semantica, è tra le meno intaccate dall’età, col passare degli anni essa si arricchisce fino a fornire agli anziani un patrimonio ben più ampio di quello su cui può fare affidamento un ventenne con il cervello al top. Non è un caso che, nell’eventualità di un danno cerebrale, a parità di gravità della malattia che lo ha causato, nelle persone con un livello culturale superiore si osservi un deterioramento più graduale delle capacità cognitive. L’istruzione e la cultura, insomma, possono avere un ruolo importante nel mantenere il cervello in efficienza. Oltre a questo conta parecchio lo stile di vita: mangiare sano, fare attività fisica tutti i giorni, avere una buona rete di relazioni sociali, mantenersi al corrente di quel che accade nel mondo, coltivare interessi e hobby sono tutte ottime strategie per allontanare il declino cognitivo e mantenere la memoria giovane il più a lungo possibile. impegnativo distribuire su più compiti, o la capacità di ignorare le distrazioni, concentrandosi solo sugli stimoli utili. Passando alla memoria a lungo termine, quello che si nota nelle persone anziane è il paradosso per il quale sembrano ricordare benissimo eventi accaduti 40 anni fa, ma sono in difficoltà quando si tratta di richiamare alla mente cose successe un paio di giorni prima. I ricordi evocati spontaneamente, soprattutto se hanno una forte valenza emotiva, sono quelli meglio impressi nella memoria, inoltre nessuno garantisce che siano autentici, perché potrebbero essere stati rielaborati nel corso del tempo. Quanto ai ricordi recenti, è su quelli che i segni del tempo si fanno più evidenti: lì non si tratta di ripescare nel repertorio del cuore, ma di richiamare alla mente cose banali che difficilmente hanno lasciato il segno. A indebolirsi con l’età sono soprattutto le capacità di codificare il ricordo, cioè archiviarlo in modo corretto per rendere più facile il suo “ripescaggio” al momento del bisogno. Anche la memoria prospettica, quella che riguarda gli eventi futuri, subisce i contraccolpi dell’età, ma spesso gli anziani sono più bravi dei giovani ad aiutarsi con calendari, agende, post-it e appunti vari, quindi riescono a reggere il passo. Memoria da campione 11 Cambia poco infine nella memoria procedurale, quella che ci fa ricordare come si va in bicicletta una volta che abbiamo imparato a farlo da bambini. Più difficile è però mantenere intatte le abilità di memoria procedurale apprese già in tarda età. Ecco perché il nonno guida ancora l’auto senza problemi, ma bisogna ogni volta rispiegagli come telefonare con Skype. Ansia e depressione Disturbi di natura psichica molto comuni, come l’ansia e la depressione, possono influenzare negativamente il funzionamento della memoria, al punto da far temere in chi ne soffre, di essere afflitto da una qualche forma di demenza. Sono i fattori di tipo emotivo, come la preoccupazione, le difficoltà di concentrazione, la mancanza di motivazione, a ripercuotersi sulla memoria rendendola meno efficiente. Mentre un forte stress può addirittura migliorarla per un breve periodo, la depressione comporta un peggioramento specialmente della memoria a lungo termine. La persona depressa riesce a tenere a mente una serie di numeri per pochi secondi, ma potrebbe fare fatica a ricordare il contenuto di un brano letto un’ora prima. 12 Memoria da campione Negli ansiosi è invece vero il contrario, non è la memoria a lungo termine a far difetto, ma quella a breve termine, in particolare la memoria di lavoro: le preoccupazioni impediscono la concentrazione necessaria a farla funzionare al meglio. La trappola dei falsi ricordi Può capitare che lo stato d’animo con cui abbiamo vissuto un’esperienza o cose accadute prima o dopo quell’evento modifichino i nostri ricordi dell’accaduto, distorcendo in parte la realtà. La memoria autobiografica non è una telecamera che registra fe- delmente tutto quanto si svolge davanti al suo obiettivo, la componente emotiva gioca un ruolo importante nel determinare cosa ricorderemo e come. Sentimenti come paura, commozione, ansia o rabbia possono spingerci a focalizzare l’attenzione su alcuni particolari dell’esperienza che stiamo vivendo, tralasciandone altri e impedendoci a volte di avere il quadro d’insieme. Vi sono poi due tipi di interferenze, retroattiva e proattiva, che possono ulteriormente modificare il ricordo di un evento. Le interferenze retroattive provengono da esperienze successive a quella che vogliamo ricordare, che ne modificano il ricordo o si mescolano o addirittura si sostitui- scono ad esso a distanza di tempo. Le interferenze proattive arrivano da esperienze precedenti, che possono contribuire alla formazione di false memorie: i vecchi ricordi in pratica vanno a influenzare quelli nuovi, modificandoli. Amnesie psicogene Molta della letteratura e della cinematografia che ha per oggetto la psicanalisi, si basa sul concetto di rimozione dovuta a un trauma psicologico. La protagonista del film non ricorda di aver visto il volto dell’assassino di sua madre perché il trauma di aver assistito alla sua morte ne ha cancellato il ricordo. Ma non serve sconfinare nella fiction né ricorrere a esempi così drammatici per comprendere gli effetti che possono avere sulla memoria dei traumi psicologici. Gli “stati di fuga” sono amnesie globali che compromettono la memoria episodica e autobiografica e comportano la temporanea perdita di identità. L’amnesia per una situazione specifica riguarda invece solitamente i crimini violenti, compiuti o subiti. Del ricordo traumatico rimane però un ricordo inconscio che è appunto quello che la psicanalisi punta a far riemergere. Memoria da campione 13 Assistenza reclami Compara e risparmia Difendiamo i tuoi diritti e diamo sempre risposte concrete. Ti orientiamo nelle scelte di ogni giorno per darti il meglio. 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Che si tratti di una nuova ricetta o di un procedimento da mettere in pratica sul lavoro, che sia una novità nel campo della politica internazionale o semplicemente un nuovo software installato sul nostro PC, veniamo continuamente chiamati ad acquisire nuove informazioni e competenze, che entreranno a far parte del patrimonio della nostra memoria. AIUTIAMO I NOSTRI BAMBINI A IMPARARE CON STIMOLI E TECNICHE ADEGUATE 16 Memoria da campione Apprendimento implicito ed esplicito L’apprendimento può essere definito come modificazione del comportamento attraverso l’esperienza. In questo caso si parla di apprendimento implicito. Lo sperimentiamo con le prestazioni sportive: più ci alleniamo per esempio nel dritto e nel rovescio a tennis, più miglioriamo. I progressi si notano con il passare del tempo e una volta conseguiti non sapremmo più dire quando è stato il momento nel quale abbiamo imparato a colpire bene la palla e a mandarla nel campo dell’avversario. Il nostro fisico ha perfezionato quei movimenti a forza di ripeterli, imprimendoli così nella memoria implicita. L’apprendimento esplicito è quello che riguarda l’acquisizione di nuove informazioni, proprio quello che esercitano bambini e ra- gazzi a scuola ogni giorno. È su questo tipo di apprendimento che focalizziamo l’attenzione in questo capitolo, per aiutarvi a capire i meccanismi grazie ai quali immagazziniamo nuove nozioni e come migliorare le vostre capacità di farlo. Come si impara Non piacerà leggerlo a quanti a scuola hanno subito i compiti come un peso e li hanno sempre svolti di malavoglia, ma purtroppo la verità è questa: il primo alleato per un apprendimento veloce ma anche duraturo è l’esercizio. Senza uno sforzo costante e prolungato non è possibile immagazzinare concetti e nozioni. Pensiamo per esempio ai vocaboli di una lingua straniera: se non ne conosco a sufficienza non riuscirò mai ad avere una conversazione in quella lingua, ma per impararli Memoria da campione 17 devo rassegnarmi a ripeterli, utilizzarli in frasi, leggerli e ascoltarli più e più volte. Poco e spesso Meglio fare una lunga maratona di due ore studio per memorizzare i 50 nuovi vocaboli in inglese imparati a lezione oppure dividere lo sforzo in 3 sessioni separate di mezz’ora ciascuna? Gli esperti dicono che la quantità di informazioni apprese è proporzionale alla quantità di tempo dedicato ad impararle, quindi più si studia più si impara. Attenzione però: meglio distribuire gli sforzi per esempio in due giorni consecutivi che concentrarli in un giorno solo. A parità di tempo speso a studiare, poniamo due ore, suddividendolo in un’ora al giorno per due giorni, si ottengono risultati migliori. Microdistribuzione Se poco esercizio distribuito nel tempo è l’optimum per imparare, non tutti possono permettersi il lusso di distribuire lo studio in più volte. Come fare per esempio a imparare qualcosa a memoria in una volta sola? Riprendendo il nostro esempio sulle parole in una lingua straniera, l’approccio migliore consiste nel cercare di ricreare la ripetizione all’interno di quell’unica sessione di studio. 18 Memoria da campione Usando la tecnica della microdistribuzione, dopo aver letto una volta tutta la lista dei vocaboli dovremmo cercare di verificarli uno per uno prima dopo un breve periodo di tempo, poi facendo passare sempre più tempo tra una verifica e l’altra, allungando l’intervallo della ripetizione man mano che il ricordo si rafforza. Motivazione Quello che occorre davvero per imparare bene qualcosa è la forza di volontà che spinge a fare il giusto esercizio. La motivazione è quella molla che può rendere la nostra volontà più forte e farci venire voglia di esercitarci di più e più spesso. Si tratta insomma di un elemento che se non è fondamentale rappresenta però uno stimolo per la messa in atto di altri meccanismi importanti per l’apprendimento. Il ruolo cruciale del sonno Quello di poter imparare dormendo è sempre stato il sogno di ogni studente: l’idea di registrare la lezione su un supporto audio e poi riascoltarla in cuffia dormendo, e poterla così memorizzare senza fare alcuno sforzo piacerebbe a tutti. Purtroppo non funziona: quando si dorme non si è coscienti, quindi non si può apprendere. Il sonno però è comunque un potente alleato dell’apprendimento, perché aiuta a consolidare le informazioni apprese nel corso della giornata. Durante la notte il cervello fa pulizia e rimette ordine nel magazzino delle cose memorizzate, rendendo più forti i ricordi più utili. Per questo se dobbiamo affrontare un’interrogazione il giorno seguente, la cosa migliore da fare è rileggere il materiale prima di andare a letto e poi assicurarsi una notte di sonno ristoratore. Chi dorme poco o ha un sonno disturbato può subire nel lungo periodo carenze di memoria durante il giorno. Ripetizione Significato “A forza di ripeterlo mi è rimasto in testa”. Non vi è mai successo di pronunciare questa frase? La ripetizione, inutile negarlo, aiuta l’apprendimento, ma quello che funziona meglio non è tanto la meccanica rilettura dell’elenco di parole da imparare, quanto l’organizzazione del materiale che la renda poi più facilmente memorizzabile. Nel caso di una poesia, per esempio, la sua suddivisione in strofe e versi consente di agganciarsi alla struttura per impararla meglio. È importante, però, che chi apprende sia interessato alla materia. Capire è il passo precedente al memorizzare ed è irrinunciabile. È cruciale che le informazioni che dobbiamo apprendere abbiano per noi un significato perché riusciamo a fissarle nella memoria. È assai più difficile memorizzare una lista di numeri o di sigle composte da lettere messe a caso piuttosto che un elenco di parole dotate di significato. Una parola significativa ci consente di mettere in atto tutta una serie di rimandi nella nostra testa che possono aiutarci a memorizzarla. Questo può avvenire anche con i numeri se li leghiamo per esempio Memoria da campione 19 a date per noi importanti. Uno dei trucchi più utilizzati a scuola consiste nel creare frasi o filastrocche basate sulle nozioni da imparare. Funziona così per esempio con i mesi dell’anno: per ricordarsi quali hanno 31 giorni si ricorre alla nota filastrocca, un sistema molto più facile che imparare lo stesso concetto seguendo l’ordine del calendario. Anche visualizzare ciò che si deve imparare aiuta la memorizzazione, per questo un elenco di nomi concreti è più facile da memorizzare rispetto a una lista di concetti astratti: possiamo formarci un’immagine mentale di cose come panino, caffè, albero, lavatrice, pennarello, ma fatichiamo a fare altrettanto con virtù, fascino, noia, delusione, scetticismo. Organizzazione Organizzare le informazioni da imparare aiuta a memorizzarle meglio. Creare uno schema con 20 Memoria da campione gli eventi e i personaggi principali di un certo periodo storico, per esempio, è di aiuto per fissare le informazioni nella memoria, più che leggere per l’ennesima volta il capitolo del libro. In questo modo infatti le informazioni vengono non solo richiamate alla mente, ma anche rielaborate e dunque fatte proprie. Per lo stesso motivo parole presentate in un ordine gerarchico sono più facili da ricordar rispetto a termini presentati in modo casuale. Un buon esempio può essere quello fornito da questi due elenchi di indumenti: Tecniche per migliorarla La memoria non è un muscolo che si possa allenare come si fa con il cuore, tramite sforzi controllati, né un organo che si possa curare con appositi farmaci. Non c’è una cura che sani le falle, piccole o grandi, che minano la nostra capacità di ricordare. Spesso però ci lamentiamo delle prestazioni della nostra memoria senza renderci conto che forse a essere inadeguate sono le nostre aspettative. Per valutare le vostre capacità vi rimandiamo all’ultimo capitolo dove potrete trovare esercizi e test con i quali cimentarvi. Qui ci occupiamo di alcuni strumenti che aiutano a supplire a eventuali debolezze della nostra memoria. sciarpa, guanti, cappotto, camicia, calzini canottiera, mutande. cappotto, calzini, mutande, guanti, camicia, sciarpa, canottiera. I vocaboli sono gli stessi, ma presentati nel primo modo seguono un ordine logico, dal più esterno a quello più a contatto con la pelle. Nel secondo caso sono elencati alla rinfusa, il che rende più difficile la memorizzazione. ORGANIZZARE BENE LE INFORMAZIONI DA MEMORIZZARE AIUTA A RICORDARLE Memoria da campione 21 Gli strumenti per ricordare Esistono vari tipi di tecniche mnemoniche, ma le divideremo prima di tutto in due grandi categorie: i metodi interni attivi e i metodi esterni attivi. Immagini, luoghi e filastrocche I metodi interni attivi sono quelli che generiamo mentalmente e uno di quelli ai quali facciamo appello più frequentemente sono le immagini mentali che associamo alle cose da ricordare. Più vivida e, perché no, sorprendente è l’immagine, maggiori saranno le probabilità che il ricordo si fissi nella memoria. Quando dobbiamo memorizzare liste di parole, creare delle immagini mentali per ciascuna è un buon modo per tenere a mente cose che altrimenti rischierebbero di scivolare velocemente nell’oblio. Un altro metodo interessante è quello dei loci, cioè dei luoghi. Collocate i concetti, le date o le parole da imparare lungo un percorso a voi familiare (il tragitto da casa all’ufficio, le stanze della vostra casa). Quando dovete ripescarle nella memoria non dovrete fare altro che seguire il percorso per recuperare i vari pezzi del puzzle. È un sistema piuttosto efficace, lo utilizzava anche l’oratore romano Cicerone per memorizzare i propri discorsi e proprio a lui probabilmente dobbiamo il modo di dire “In primo luogo, in secondo luogo…”. Infine potete impiegare le mnemotecniche verbali, come le classiche filastrocche in rima o l’associazione di lettere e numeri, per esempio, per ricordare un numero di telefono. Il nodo al fazzoletto I metodi esterni attivi sono stratagemmi che utilizziamo per ricordarci di qualcosa sfruttando il contesto nel quale ci troviamo. Dal nodo al fazzoletto dei nostri nonni, al cambio di dito per le fede nuziale o di polso dove portiamo l’orologio, lo scopo è mettere in 22 Memoria da campione atto un cambiamento che in un momento successivo ci suonerà strano e ci spingerà a chiederci: cosa dovevo ricordarmi? Oggi abbiamo anche altri strumenti più sofisticati, primo tra tutti lo smartphone che quasi tutti abbiamo sempre con noi, che ci consentono di impostare notifiche per ricordare cose da fare. Per mettere davvero alla prova la vostra memoria potreste farne a meno per una settimana e vedere come ve la cavate con le vostre sole forze. Potenziare la memorizzazione Dato che come abbiamo visto la memoria non è un muscolo, è ingenuo e sbagliato pensare che “tenerla allenata” possa essere utile. Se passo un’ora al giorno a memorizzare una lista di parole sempre diverse, imparerò quelle parole ma non diventerò necessariamente più bravo a memorizzare parole in generale. Registrare Quello che invece possiamo esercitarci a fare è migliorare il modo in cui registriamo le informazioni, organizzando il materiale appreso nella maniera più efficace perché sia disponibile in futuro quando ci servirà. È un po’ come catalogare in maniera corretta dei volumi, riporli nello scaffale giusto della libreria: se lo avremo fatto sarà più facile ritrovarli quando ci serviranno. Collegare Collegare il materiale che si sta studiando a ciò che già si conosce, saper incasellare e categorizzare le conoscenze rende le informazioni più facili da rievocare. Basterà un piccolo riferimento a un determinato argomento per aprire un intero cassetto di conoscenze. Ciò che risulta fondamentale è studiare in modo attivo, mettendo il materiale da apprendere in relazione con i nostri interessi e i nostri valori. Interrogatevi sulle vostre opinioni in merito a quan- Memoria da campione 23 to state apprendendo e ponetevi sempre domande a cui cercherete di rispondere. Calare nel reale Nel caso in cui il materiale da apprendere sia un po’ più meccanico, come per esempio la nostra lista di parole in lingua straniera, potrà essere utile calarle nella realtà e immaginare di usarle in una conversazione. Avvicinate sempre i contenuti studiati alle situazioni di vita in cui torneranno utili, perché risultino più facili da recuperare quando serve. Insegnare Il metodo migliore per imparare davvero qualcosa è cercare di insegnarlo a qualcun altro: dovremo prima aver ben compreso il materiale, averlo rielaborato per poterne fornire una nostra versione a un immaginario (o reale) pubblico di studenti. Proprio questa rielaborazione attiva fisserà con maggior forza i contenuti nella nostra memoria. Trucchi da usare tutti i giorni Passiamo ora a qualche consiglio pratico, da utilizzare quotidianamente, per migliorare le vostre 24 Memoria da campione capacità di memorizzare le informazioni. Ad alcune tecniche abbiamo già accennato nel corso dei capitoli precedenti, altre vi suoneranno del tutto nuove. Le elenchiamo qui in maniera schematica in modo che vi servano come promemoria. Un po’ per volta Dividi et impera dicevano i latini, cioè dividi e comanda. Potremmo adattare il motto ai nostri scopi, perché spezzettare l’informazione immancabilmente aiuta a ricordarla meglio. Prendiamo un numero di telefono. Se dovete ricordare il numero 3472353939, il compito vi risulterà più facile separando le cifre in questo modo: 347-23-53-93-9. La maggior parte di noi è in grado di ricordare serie di 7 elementi, poco meno o poco di più. Per non sottoporre la nostra memoria a breve termine a un superlavoro, dovremo quindi cercare di raggruppare tutte le informazioni in modo che gli elementi da ricordare non superino questa soglia critica. Ma il consiglio della suddivisione si adatta anche alla metodologia di studio per le cose che dovete conservare nella memoria a lungo termine. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: evitate le maratone, meglio distribuire lo studio in più sessioni più brevi di diversi giorni. Distanziando le ripetizioni del materiale da imparare si facilita molto la memorizzazione. Mettere i paletti Come abbiamo visto la memoria prospettica, quella che riguarda le cose da fare, può risultare indebolita con il passare degli anni. Un buon trucco per ricordare le cose che vanno fatte ogni giorno a determinate ore può essere quello di agganciarle ad abitudini già acquisite. Prendere la medicina dopo il caffè del mattino, fare la ginnastica per la schiena dopo il telegiornale e così via. Usare l’immaginazione Similitudini, metafore e in generale l’uso dell’immaginazione può essere di grande aiuto per potenziare le facoltà mnemoniche. Trovate somiglianze tra i nomi delle persone che vi vengono La routine è un’alleata L’abitudine può essere il migliore alleato della memoria, soprattutto può consentirci di risparmiare molte energie. Mettendo le chiavi di casa o della macchina sempre nello stesso posto, saremo sicuri di ritrovarcele quando ci serviranno di nuovo. Sembra banale, ma se pensate a quanto tempo passiamo a cercare oggetti in giro per casa, vi renderete conto che si tratta di un consiglio che vale la pena seguire. Non tutto può stare in bella vista davanti alla porta d’ingresso, naturalmente, ma dedicare un cassetto o un contenitore agli oggetti usati più comunemente, dalle chiavi agli occhiali da sole, dai documenti alla tessera dei punti del supermercato, vi evita lo sforzo di dover ricordare ogni volta dove li avete lasciati. Memoria da campione 25 presentate e luoghi oppure oggetti di uso comune e associate il loro volto a quelle immagini. Cercate delle somiglianze tra le nuove conoscenze e vostri amici o parenti e associate le coppie così formate nella vostra testa. Lasciate insomma che il vostro cervello lavori per voi alla ricerca di scorciatoie per ricordare. Dare significato Arricchite le informazioni di dettagli e corollari che le rendano più significative per voi. Cercate il significato in tutto quello che dovete memorizzare e cercate di ricondurlo per quanto possibile alle vostre esperienze, al vostro vissuto. Mettetevi al centro di ciò che dovete imparare e riferite ogni nuovo materiale a voi stessi, alle cose che già conoscete e che fanno parte della vostra vita. Costruire associazioni personali con eventi o idee importanti aiuta a imprimere nella memoria le informazioni da non dimenticare. non è rileggere i vostri appunti o, men che meno, tutte le pagine del libro, bensì fare lo sforzo mentale di ricordare ciò che avete letto. Richiamare alla mente ciò che avete appena studiato è uno dei sistemi migliori per scolpirlo ancora più fermamente nella memoria. Dormirci su La singola cosa che può influire più di tutte le altre sulle prestazioni a un esame è l’aver dormito poco o male la sera prima. Il sonno, lo abbiamo visto, consolida i ricordi ed effettua per noi una cernita importante: tiene quelli che contano, lascia scivolare via gli altri. Perciò date un’ultima occhiata al materiale prima di andare a letto e poi concedetevi il lusso di una bella dormita. Esercizi e test Adesso tocca a voi, sperimentare, giocare, capire quanto la vostra memoria sia efficiente e quali siano i suoi punti deboli. In queste pagine cercheremo di farvi applicare nella pratica alcuni dei concetti di cui abbiamo parlato nel corso della guida, con esercizi che mettono alla prova le vostre capacità di utilizzare vari tipi di memoria. Quello che ne trarrete, naturalmente, non è una diagnosi sullo stato di salute del vostro cervello. Prendetela piuttosto come una sessione di allenamento in palestra, ma per la mente invece che per il fisico. O come un forma di intrattenimeto alternativa al cruciverba. METTERSI ALLA PROVA CI AIUTA A CAPIRE COME MIGLIORARE LE NOSTRE PRESTAZIONI Richiamare alla mente Leggere e rileggere, sottolineare o evidenziare e poi rileggere ancora sono pratiche molto diffuse che però in realtà incrementano di ben poco le nostre capacità di memorizzazione. Se volete fare un ripasso finale dopo un paio d’ore di studio, la cosa migliore 26 Memoria da campione Memoria da campione 27 Ginnastica per la mente Il senso aiuta Ecco a voi alcuni esercizi con i quali potete sperimentare quali siano gli ostacoli alla memorizzazione e cosa invece potrebbe essere d’aiuto. banane cavallo esaurito Batman eucalipto Artù erario probabile faro simultaneo balena; Soffermatevi per qualche istante su questa serie di parole: caramella, aspro, zucchero, amaro, buono, gusto, dente, carino, miele, soda, cioccolata, cuore, pasticcino, mangiare, torta. Ora sollevate lo sguardo dalla pagina e, senza guardare, prendetevi un paio di minuti per trascrivere su un foglietto il maggior numero di parole che riuscite a ricordare. Provate ora a pensare se nella lista di termini ci fossero anche questi tre vocaboli: gusto, punto, dolce. Se pensate che la parola dolce fosse inclusa nell’elenco, siete caduti in un errore molto comune. Questo accade perché molte delle parole presentate nell’elenco attivano il concetto di dolce per associazione e, mentre le leggiamo, l’eco di questa attivazione rimane impresso nella nostra memoria. Al momento della riscrittura, questo ricordo “scomodo” va a influenzare le nostre prestazioni. 28 Memoria da campione Nel posto giusto Il secondo elenco si ricorda più facilmente, perché contiene parole che seguono un ordine più simile a una frase e si riferiscono alla stessa sfera di significato (il viaggio). Chiedete a qualcuno di leggere una lista di 10 parole a caso e provate a ripeterle nell’ordine giusto qualche minuto dopo. Ripetete poi lo stesso esercizio con il metodo dei loci: visualizzate la vostra casa e le sue stanze, spostatevi da una all’altra. Ora, quando il vostro amico legge la lista di parole, provate a Occhio all’attributo A stava andando forse verso probabile orizzonte lontano azzurro lentamente viaggio treno. creare immagini mentali delle parole e ad associarle a ogni stanza. A ogni tentativo dovreste migliorare un po’. Esercizio visuospaziale Osservate le figure seguenti. Immaginate di piegare i due pezzi di carta piani (indicati con A e B) fino a formare un cubo. Pensate che le punte delle frecce si incontreranno come nel cubo della figura C? B Considerate i due seguenti elenchi di parole. Elenco A: pescatore – errante viaggiatore – stanco ballerina – snella artigiano – abile scrittore – prolifico. Elenco B: pescatore – allegro viaggiatore – gioioso ballerina – felice artigiano – gioviale scrittore – contento. Probabilmente, le coppie di vocaboli del primo elenco vi saranno sembrate più facili da imparare: gli aggettivi associati alle varie professioni, infatti, sono diversi C Soluzione: entrambe le figure formano il cubo illustrato Parola fantasma Osservate questi due elenchi di parole: e caratterizzano le professioni a cui si riferiscono. Nel secondo elenco, invece, gli attributi sono quasi tutti sinonimi. Memoria da campione 29 Autovalutazione della memoria Assegnate a ciascuna voce un punteggio in base ai seguenti criteri: 1. Nemmeno una volta negli ultimi 6 mesi; 2. Circa una volta negli ultimi 6 mesi; 3. più di una volta negli ultimi 6 mesi, ma meno di una volta al mese; 4. Circa una volta al mese; 5. Più di una volta al mese ma meno Test di autovalutazione Situazione tipo 1 Dimentico dove ho messo qualcosa; perdo cose per casa 2 Non riesco a riconoscere luoghi in cui mi dicono che sono già stato 3 Ho difficoltà a seguire un telefilm 4 Non ricordo una modifica della mia routine quotidiana (cambiamento del posto dove tengo qualcosa o dell’ora in cui succede qualcosa) e seguo per errore la vecchia routine 5 Devo tornare indietro per controllare se ho fatto qualcosa che dovevo fare 6 Dimentico quando è successo qualcosa (per esempio non ricordo se una cosa è successa ieri o la settimana scorsa) 7 Dimentico completamente di portare delle cose con me o lascio a casa delle cose e devo tornare a prenderle 8 Dimentico che mi è stato detto qualcosa ieri o qualche giorno fa e devo farmelo ripetere 9 Comincio a leggere qualcosa (un libro o un articolo su un giornale o una rivista) senza accorgermi di averlo già letto 10 Mi accade di divagare parlando di cose prive di importanza riconosco, vedendoli, parenti stretti o amici che incontro 11 Non spesso Ho difficoltà a imparare una capacità nuova (per esempio, faccio 12 fatica a imparare un nuovo gioco o a usare un nuovo strumento o dispositivo dopo averci provato una volta o due) Auto Valutazione Punteggio valutazione esterna medio di una volta alla settimana; 6. Circa una volta alla settimana; 7. Più di una volta alla settimana ma meno di una volta al giorno; 8. Circa una volta al giorno; 9. Più di una volta al giorno. Chiedete anche a un vostro familiare di esprimere un giudizio su di voi. Poi farete la media. Risultati: da 27 a 58, la vostra memoria è generalmente buona; da 59 a 116, avete una memoria nella media; da 117 a 243, la vostra memoria ha bisogno di un po’ di esercizio. 16 Quando parlo con qualcuno, mi capita di dimenticare quello che ho appena detto. A volte chiedo: “Di che cosa stavo parlando?” 17 Leggendo un giornale o una rivista, mi capita di non riuscire a seguire il filo di una storia; non mi ricordo più l’argomento Dimentico di dire a qualcuno qualcosa di importante (per 18 esempio, dimentico di trasmettere un messaggio o di ricordare qualcosa a qualcuno) 19 Dimentico particolari importanti su me stesso (per esempio la mia data di nascita) 20 Confondo e mischio i particolari di ciò che mi è stato detto da qualcuno 21 Racconto a qualcuno una storia o una barzelletta che gli avevo già raccontato Dimentico i particolari di cose che faccio regolarmente a casa 22 o al lavoro (per esempio, non ricordo più alcuni particolari delle cose che devo fare o quando devo farle) 23 La faccia di persone famose, vista in televisione o in fotografia, mi sembra estranea 24 Dimentico dove si trovano normalmente delle cose o le cerco nel posto sbagliato 25 a Mi perdo o giro nella direzione sbagliata nel corso di un viaggio, di una passeggiata o in un edificio in cui sono stato spesso Mi perdo o giro nella direzione sbagliata nel corso di un viaggio, 25 b di una passeggiata o in un edificio in cui sono già stato solo una volta o due una parola “sulla punta della lingua”, 13 Ho cioè so che cos’è, ma non riesco a farmela venire in mente Faccio due volte, per errore, una cosa di routine (per esempio, 26 metto due bustine di tè nella teiera o mi pettino i capelli dopo averlo appena fatto) completamente di fare qualcosa che mi è stato detto 14 Dimentico di fare e che mi ero proposto di fare 27 particolari importanti di ciò che ho fatto o che mi è 15 Dimentico successo il giorno prima 30 Memoria da campione Ripeto a qualcuno qualcosa che ho appena detto oppure faccio due volte la stessa domanda Totale Memoria da campione 31 COLTIVIAMO I TUOI VALORI. Altroconsumo e i suoi soci, un dialogo sempre aperto. In Altroconsumo, la più grande organizzazione italiana di consumatori, condividiamo i tuoi valori, ti ascoltiamo, ti mettiamo al centro del nostro impegno quotidiano fornendoti soluzioni su misura. Crediamo che responsabilità, indipendenza e coraggio siano le radici per far crescere un consumo più consapevole e un consumatore più forte. Pensaci. altroconsumo.it