appunti di storia - Appunti di Scienze della Comunicazione

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OTTOCENTO
La nascita degli Stati Uniti
Colonizzazione inglese nel Nord America, iniziata all’inizio del ‘600, con aspre lotte con indiani,
fatta da compagnie commerciali e minoranze politiche e religiose (diverse dai puritani); lasciavano
ampia autonomia politica alle colonie.
Verso la metà del ‘700 i possedimenti inglesi comprendevano 13 colonie (fascia costiera atlantica):
 Economia delle colonie del nord: agricola e, nelle città, commerciale;
 Economia delle colonie del sud: tabacco, con utilizzo schiavi;
 Economia nel centro: varia, con diversi squilibri sociali.
Nel XVIII° secolo, con l’introduzione dei dazi\tasse, vi fu il contrasto che sfociò nelle guerre di
indipendenza.
Nel 1774, dopo ritorsioni degli inglesi, vi fu la ribellione.
Nel 1776 venne approvata la dichiarazione di indipendenza.
Le colonie furono aiutate da Francia e Spagna.
Nel 1783 la Gran Bretagna riconobbe l’indipendenza delle 13 colonie.
Si formò uno stato federale, con un presidente della repubblica. Nel 1789 Washington fu eletto
presidente.
Poi, con Jefferson ci fu espansione verso ovest (nuova colonizzazione). Vennero creati, con più di
60.000 abitanti, altri stati dell’unione.
La rivoluzione francese
La Francia, dopo la morte di Luigi XIV° nel 1715, era in crisi.
Nobiltà e clero videro l’avanzata del 3° stato.
All’inizio del 1789 vi furono le elezioni agli stati generali.
Iniziò la rivoluzione, nasceva l’assemblea nazionale costituente.
Il 14 luglio 1789 presa della Pastiglia. Il re dovette cedere.
Vi furono la requisizione dei beni ecclesiastici, abolizione regime feudale, le dichiarazioni dei diritti
dell’uomo e del cittadino.
Vi furono diverse lotte tra gruppi e ceti, per chi dovesse governare, mentre vi fu una guerra con
Austria e Prussica.
I rivoluzionari scatenarono anche momenti e periodi di terrore, con esecuzione pubblica del re.
Tra tensioni interne (rivolta dei contadini legati alla chiesa nella vandea e problemi di guerra alle
frontiere) viene istituito un governo di salute pubblica.
Sconfitti i girondini, nel 1793, venne la dittatura dei giacobini (identificati con i monteguardi), con a
capo Robespierre.
Periodo del terrore: laicizzazione dello stato, repressione vandeana…
Dopo periodi di lotte interne tra frange, vi fu la congiura termidoriana (luglio 1794), con prima
dell’accentramento dell’esecutivo, abolizione repressione, separazione tra stato e chiesa e nuova
costituzione (con diritto di proprietà). Venne creato un parlamento bicamerale e un direttorio
esecutivo (equilibrio tra destra filo-monarchica e giacobini).
Nel settembre del 1797 il direttorio fece un colpo di stato con l’aiuto dell’esercito.
Guerra, uccisione del re e terrore rivoluzionario ridussero in Europa i sostenitori della rivoluzione.
Il Belgio fu annesso alla Francia e in Olanda ci fu un’esperienza simile. In Italia vi furono
movimenti simili, poi repressi.
Il direttorio comunque continuò la politica di espansionismo in Europa per “liberare” i popoli
oppressi.
Nel 1796 Napoleone Bonaparte ottenne il comando dell’armata d’Italia.
Fece, con i suoi rapidi successi, fare la pace all’Austria. Con il trattato di Campoformio del 1797 gli
austriaci venivano compensati delle perdite con il veneto, l’Istria e la Dalmazia (cessò di esistere la
repubblica di Venezia). I francesi governavano in Lombardia, Emilia e Romagna.
Il progetto francese era quello di creare una serie di repubbliche “giacobine”, con governi deboli
sotto il controllo francese; vennero così a crearsi:
 Rep. Cispadania (Emilia\Romagna, 1797)
 Rep. Cisalpina (Lombardia)
si fusero insieme
 Rep. Ligure (Liguria)
 Rep. Romana (Lazio\Umbria\\Marche, 1798)
 Rep. Partenopea, 1799
Molti episodi di rivolta popolare, in particolare dei contadini a favore della restaurazione borbonica
nell’Italia del sud, repressa ferocemente dei francesi.
Nel 1798 Bonaparte colpì l’Egitto, per minare gli interessi inglesi.
L’ammiraglio Nelson vinse i francesi per mare.
L’Inghilterra organizzava un’altra coalizione contro la Francia.
Con le sconfitte militari i giacobini si opposero al direttorio, ne scaturì un colpo di stato
(9\11\1799), con l’aiuto militare di Bonaparte.
Finì l’era dinamica rivoluzionaria, con un consolidamento degli anni di consolato di Napoleone.
Napoleone e l’Europa
(contraddizione tra rivoluzione e dispotismo nel ventennio di potere di Napoleone Bonaparte)
il poter di Bonaparte fu ottenuto dal popolo attraverso i plebisciti.
Centralismo burocratico e amministrativo con i prefetti.
Lo stato allargò le sue competenze (sociali, scuola,…).
Il consolidamento per Napoleone arrivò con la stipula della pace, prima con l’Austria (1801) e poi
con l’Inghilterra (1802).
Fece il concordato con la chiesa (1801) e si fece nominare console a vita. Nel 1804 promulgò il
codice civile, che rappresentò il coronamento della sua opera riformatrice.
Nel 1804 si fece nominare imperatore.
Allargò l’influenza in Europa e fece altre guerre, dal 1804 al 1809.
Nel 1805 la rep italiana si trasformò in Regno d’Italia.
Sconfisse gli austro-russi e fu sconfitta dell’Inghilterra.
Nel 1806 creò la confederazione del Reno e sconfisse la Prussica, nel 1807 la pace con la Russia.
Sconfitta nel 1808 in Spagna. Nel 1810 sposò Maria Luisa d’Austria, per legittimare il suo dominio
in Europa.
Ma ovunque vi furono ostilità antifrancesi, che permisero il risveglio delle coscienze nazionali.
Cercò di invadere la Russia nel 1812 (dopo la rottura dell’alleanza da parte dello zar) ma fu una
secca sconfitta.
Inghilterra, Russia, Prussica e Austria sconfissero a Lipsia i francesi.
Venne occupata Parigi, nel 1814 e Napoleone dovette abdicare, e ricevette il possesso dell’isola
d’Elba.
Al trono di Francia saliva Luigi XVIII mentre il congresso di Vienna iniziava la ridefinizione della
carta d’Europa.
Nel marzo 1815 Napoleone, tornato in Francia, cercò di cavalcare il malcontento, ma, sconfitto a
Waterloo, venne deportato sull’isola di Sant’Elena (morì il 5\5\1821).
Le origini dell’industrializzazione
La “Rivoluzione industriale” rappresenta il complesso di profondi mutamenti nelle forme di
produzione che si verificò in Inghilterra tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800, mutamenti che
avrebbero poi contagiato tutta l’Europa.
Nuove tecniche di coltivazione e industriali, disponibilità di capitali, popolazione in crescita ed
esodo dalle campagne, vivacità imprenditoriali, favorirono la nascita del capitalismo industriale e di
nuovi ceti e classi sociali.
Nuove tecnologie in campo tessile, invenzioni, utilizzo delle macchine a vapore, creazione delle
fabbriche, stabilirono l’espansione della produzione e dei mercati in diverse direzioni.
Il sistema di fabbrica trasformò il lavoratore in operaio, con una dura disciplina di lavoro. Si
crearono le prime forme di organizzazione del lavoratori (anche donne e bambini).
Venne fuori il concetto di utile. Ricardo, maggior teorico dell’economia “classica” pose in relazione
la conflittualità sociale con la distribuzione del prodotto complessivo tra le diverse classi.
Iniziò un nuovo sistema produttivo, che dal 1830 si espanse poi in Europa e negli Stati Uniti. La
ferrovia fu importante.
Nell’Europa continentale, caratterizzata dal lavoro agricolo, l’affermarsi dell’industria moderna fu
lenta. Scarsi i capitali, arretrato il sistema bancario e la realtà sociale complessa.
Belgio, poi Francia, paesi tedeschi e poi impero asburgico, piano piano si sviluppò l’industria
moderna.
Si sviluppò una nuova classe: il proletariato. La questione operaia fu al centro dell’attenzione delle
classi dirigenti e dell’opinione pubblica.
Le origini della politica contemporanea
Il compimento del processo di costruzione dello stato moderno nel periodo napoleonico si tradusse
nella diffusione dell’Europa continentale dello stato burocratico-amministrativo.
Lo stato si dota così di un proprio personale burocratico e tecnico, per utilizzare i dati prodotti dalla
nuova scienza statistica (come per i censimenti), per operare in più settori di competenza.
Dopo la rivoluzione francese la sovranità apparteneva al popolo non al sovrano. Nascevano così
sistemi politici rappresentativi.
Nell’800 si avranno in Europa due forme di governo:
1. costituzionale
2. parlamentare
Nasce il confronto tra le due grandi ideologie del liberalismo e della democrazia, che sulla
questione elettorale si dividevano in sostenitori del suffragio ristretto e universale.
Il liberalismo si caratterizzava con idee fondamentali (libertà di opinione, tolleranza, principio
rappresentativo) e si avvicinava al modello inglese.
I democratici volevano una repubblica a suffragio universale.
L’idea di nazione fu un’unione tra il principio di sovranità popolare e la cultura romantica,
soprattutto quella tedesca.
All’inizio dell’800 chiesa e mondo cattolico osteggiarono radicalmente la tradizione illuminista e
rivoluzionaria. Si sviluppò in Francia un pensiero cattolico-liberale, con impegno dei cattolici nel
sociale.
Nei primi decenni dell’800 vi fu un grande sviluppo del pensiero socialista, con diverse posizioni e
sfumature.
Prese forma il nuovo indirizzo “scientifico” di Marx ed Engels, con le teorie “comuniste” sul ruolo
rivoluzionario del proletariato, per abbattere il mondo contraddittorio capitalistico della società
borghese.
Restaurazione e rivoluzioni – 1815\1848
Dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo, finiva il periodo delle guerre tra la Francia
rivoluzionaria e le monarchie europee.
Iniziava l’età della restaurazione, anche se per restaurare il vecchio ordine, dopo tutti i mutamenti
sociali e istituzionali verificatisi nei 25 anni precedenti, non era in realtà possibile.
Rilevanti furono i cambiamenti nella carta d’Europa sanciti dal congresso di Vienna (1814\15) per
opera delle più grandi potenze vincitrici (Gran Bretagna\Russia\Prussia\Austria) e della stessa
Francia.
Il principio che segnò il congresso fu quello della “legittimità”, cioè della restaurazione dei sovrani
spodestati.
La Francia anche se sconfitta, mantenne in larga parte l’integrità territoriale.
Russia e Prussica si ingrandirono verso occidente.
Gli stati tedeschi si riunirono in una confederazione.
L’impero asburgico perse Belgio e Lussemburgo e prese il Lombardo-Veneto e buona parte
dell’Italia. Solo il Regno di Sardegna restò abbastanza autonomo.
Il nuovo assetto d’Europa fu sancito dalla Santa Alleanza:
Russia\Prussia\Austria\Francia, ispirata ad una impostazione fortemente religiosa (idea dello zar
Alessandro I°).
Ad essa si affiancò la Quadruplice Alleanza, promossa dalla Gran Bretagna (cui aderirono
Russia\Prussia\Austria).
La restaurazione ebbe caratteri diversi nei singoli paesi, ma fu approntata ad un indirizzo
conservatore e tradizionalista.
La restaurazione non impedì la crescita della borghesia, mentre nell’Europa dell’est il processo di
emancipazione dai vincoli feudali fu assai lento.
Durante l’età della restaurazione si diffuse la cultura romantica.
Il romanticismo esaltava la spontaneità del sentimento, i valori della tradizione, della nazione.
Stimolò lo sviluppo del nazionalismo e segnò un mutamento profondo rispetto alla cultura e alla
mentalità illuministica.
Lotta politica nell’età della restaurazione tra:
 liberali\democratici (carboneria studenti, intellettuali e militari)
 partigiani dell’antico regime
Le rivoluzioni degli anni ’20 della carboneria (Spagna per 1ª, Italia…) furono soffocate, tranne che
in Grecia, contro i turchi che furono scacciati (aiuti alla Grecia da Inghilterra, Francia e Russia).
In Francia si tornò ad un periodo di maggior “conservazione” in linea con il passato “ancièn
regime” (anni ’20-’40).
In Inghilterra, tra il ’20 e il ’40 vi furono diverse riforme e più democrazia.
Le monarchie autoritarie dell’est si isolarono restando uguali con la Russia al centro mentre
l’Austria-Ungheria soffriva già di spinte autonomistiche all’interno dell’impero.
Il nazionalismo costituì invece un fattore di coesione nell’area tedesca.
Negli anni ’30 intesa inglese\francese, con alla fine del decennio, una rottura per le diverse
posizioni nelle questioni d’oriente. La Francia da allora fu sempre più conservatrice.
Le Americhe
All’inizio dell’800 in America Latina l’economia era di tipo agricolo. Con l’invasione della Spagna
da parte di Napoleone si mise in lotta, la guerra per l’indipendenza.
Dopo alti e bassi nel 1824, sconfitti gli spagnoli, l’Austria era libera e indipendente.
Non si riuscì a fare in America Latina come si fece per gli Strati Uniti, i diversi stati rimasero divisi
con sfaccettature politiche.
L’economia latino-americana restò influenzata dall’andamento delle esportazioni verso l’Europa.
Instabilità politica, stile ancora coloniale e facili insurrezioni militari.
Invece negli Stati Uniti vi fu un eccezionale sviluppo, per effetto dello spostamento ad ovest della
“frontiera”, dove in grandi spazi vivevano forse centinaia di migliaia di indiani, dove si riversarono
milioni di pionieri.
La democrazia verso cui protendevano gli Stati Uniti era favorita dall’assenza di retaggi
aristocratici e feudali, tipici della storia d’Europa.
L’espansione degli Stati Uniti si attuò nella 1ª metà dell’800 a ovest ma anche a sud, con l’acquisto
della Louisiana (dalla Francia) e della Florida (dalla Spagna).
Nel ’40 dopo una guerra contro il Messico, gli Stati Uniti ottennero altri territori compresi tra il
Golfo del Messico e il Pacifico.
Il Risorgimento italiano
L’idea di una nazione italiana era già presente fin dall’età comunale, anche se uno stato italiano non
era mai esistito.
Durante la dominazione napoleonica si accentò il desiderio di nazione, per mezzo dei giacobini
italiani, con i moti del ’31.
I moti ebbero come protagonisti i ceti borghesi appoggiati dall’aristocrazia liberale con presenza di
mobilitazioni popolari.
Gli austriaci stroncarono i moti nel nord Italia.
La sconfitta al ’31 mandò in crisi la carboneria e emerse Mazzini, che fondò la Giovine Italia
(principio cardine era che solo l’insurrezione popolare poteva far giungere libertà, indipendenza,
unità e repubblica).
Nel 1830\40 in Italia non si attuarono grandi sviluppi politici ed economici come in altri paesi
europei.
Vi fu ovunque un clima politico di “moderazione”Gioberti (imperniò il suo pensiero sul
centralismo della chiesa cattolica)  Cattaneo (federalismo).
Con l’ascesa di Pio IX al papato nel 1846, vi fu grande entusiasmo per alcune riforme da lui varate.
Così diversi stati italiani, tranne che il Regno delle due Sicilie, dovettero, con pressioni dal popolo,
concedere alcune riforme.
Rivoluzioni europee del 1848
Nel 1848 l’Europa fu sconvolta da una crisi rivoluzionaria di ampiezza ed intensità eccezionali
(espressione “48” per indicare uno sconvolgimento improvviso e radicale).
Simili furono le diverse crisi rivoluzionari dei paesi europei, con simili richieste (libertà politica e
democrazia) e in Italia, Germania e Impero Asburgico spinte verso l’emancipazione nazionale.
Novità rivoluzioni del ’48:
 massiccia partecipazione del popolo
 presenza di obiettivi sia sociali che politici
Il centro di irradiazione del moto europeo fu la Francia.
Nell’aprile ’48 la Francia divenne Repubblica, prima con il successo dei repubblicani moderati, poi,
con la repressione di giugno dei lavoratori di Parigi, in senso conservatore, con l’elezione a
presidente di Luigi Napoleone Bonaparte.
Dopo la Francia toccò all’impero asburgico, agli stati italiani e alla confederazione germanica.
In Austria, nel ’48, saliva al trono l’imperatore Francesco Giuseppe.
In Germania la rivoluzione fu tenuta sotto controllo.
Rivolte in Ungheria e a Praga.
In diversi stati italiani vi furono sollevazioni:
 Palermo, Toscana, Venezia, Milano (cinque giornate)
 I piemontesi vennero sconfitti dall’Austria e Custoza
 A Venezia fu proclamata la Repubblica
 A Roma, dopo la fuga del Papa, si proclama la Repubblica
I governi rivoluzionari furono tutti sconfitti.
L’Austria riprese il controllo.
Le fratture nelle diverse forze che componevano i ranghi dei rivoluzionari costituirono principale
aspetto della sconfitta, altre all’estraneità delle masse contadine, numerosissime.
In Francia, nel 1851 Bonaparte effettuò un colpo di stato e diventava, con successivo plebiscito
(dopo la riforma costituzionale), imperatore, con il nome di Napoleone III°.
Società borghese e movimento operaio
Le rivoluzioni del ’48 e ’49 si erano concluse con un totale fallimento.
Nel ventennio successivo al ’48 la borghesia europea conobbe una stagione di crescita e di
affermazione.
Nascita del “positivismo”, con diversi nuovi valori positivi, tra cui la fase nel progresso generale
dell’umanità, che poggiava su uno sviluppo economico e scientifico della IIª metà dell’800.
“Corrente filosofica nuova”  il rappresentante più noto fu Darwin (teorie dell’evoluzione e della
selezione naturale).
Boom industriale anni ’50 \’60 per diversi fattori:
 Libero scambio (comunicazioni\telegrafo)
 Invenzioni\nuovi mezzi di trasporto
 Disponibilità di materie prime\scambi
Meno sviluppo seguì l’agricoltura europea rispetto all’industria.
Sviluppo del proletariato, della coscienza di classe operaia.
Sviluppo del socialismo\comunismo e dell’associazionismo cattolico.
L’unità d’Italia
Dopo il ’48, in Italia era tornata una IIª restaurazione, con egemonia dell’Austria sulla penisola.
Solo in Piemonte la politica e la realtà erano diverse, specialmente con l’avvento di Cavour nel
1852 (presidente del Consiglio).
Il Piemonte, con le idee riformiste di Cavour, diventò l’ispiratore per tutta la penisola.
Cavour si alleò con la Francia di Napoleone III° per sconfiggere gli austriaci, che tenne però il
veneto.
Dopo la Lombardia il Piemonte annesse Emilia, Romagna e Toscana.
Con l’aiuto di Garibaldi, nel 1860, anche il sud veniva liberato dai borboni e, dopo un “freno” posto
a Garibaldi per evitare problemi con lo Stato Pontificio e la Francia, Cavour vinse su tutta la
penisola con la sua linea.
Il 1713\1861 Vittorio Emanuele III° fu proclamatore d’Italia.
L’Europa delle grandi potenze (1850-1890)
Dopo il ’48 l’Europa era dominata da 5
grandi
potenze: Francia\Gran
Bretagna\Austria\Prussia\Russia. L’Italia cercò di aggiungersi dopo il 1861.
Tra il 1850 e il 1870 vi furono 4 guerre, scaturite soprattutto dalla volontà di Napoleone III° di
dominare lo scacchiere europeo continentale (nel mondo l’egemonia inglese regnava).
La Francia nel tentativo di indebolire l’Austria, finì per facilitare l’ascesa della Prussia.
Dalla guerra franco-prussiana (‘70\’71) uscì un nuovo equilibrio che faceva perno sulla Germania
riunificata.
La Francia perse Alsazia e Lorena e cadde Napoleone III°.
Francia e Inghilterra si unirono contro la Russia nella guerra di Crimea (1854\55), in appoggio ai
turchi.
Con Bismarck, la Prussica scese in guerra con l’Austria (nel ’66) e si creò la confederazione della
Germania del nord.
Dopo la guerra franco-prussiana si diffuse in Europa un nuovo clima politico: ideologie della forza
e tramonto del libero scambio.
L’equilibrio godette di un lungo periodo di pace, fino al 1914.
L’equilibrio europeo si basava sul sistema di alleanze costituito da Bismarck per isolare la Francia:
 Patto dei tre imperatori (con Austria e Russia  rivali tra loro- guerra russo\turca del ’77)
 Triplice alleanza con Austria e Italia
In Gran Bretagna, con il lungo regno della regina Vittoria, vi furono solidità e prosperità
economica, con il problema però della questione autonomista irlandese.
In Russia rimasero arretratezza politica e sociale, con una vivace vita culturale e dibattito
ideologico. Con Alessandro II° migliorò, di poco, la situazione (abolizione dei servi della gleba).
I nuovi mondi: Stati Uniti e Giappone
A metà dell’800 USA in crescente espansione, con differenze nelle diverse zone (nord-est
industrializzato, sud agricolo e tradizionalista con milioni di schiavi neri e ovest con allevatori di
bestiame e liberi agricoltori).
L’ovest si unì al nord\est, con contrapposizione con il sud.
Nacque il partito repubblicano. Con l’ascesa di Lincoln, repubblicano, vi fu la secessione degli stati
del sud.
La guerra civile tra nordisti (unionisti) e sudisti (confederati), dal 1861 al 1865 segnò la vittoria dei
nordisti, e determinò la fine della schiavitù.
Dopo i traumi della guerra civile vi fu una grande ripresa economica.
L’isolamento della Cina fu volto agli stati europei che imposero al paese (soprattutto l’Inghilterra)
l’apertura al commercio estero.
In Giappone, in un primo momento vi fu una pressione europea. Poi, con la “restaurazione Meiji””
(1868) ci fu una modernizzazione accelerata dell’intera società giapponese, una rivoluzione non
popolare, ma gestita dall’alto, che, in breve tempo, attraverso riforme radicali, fece compiere al
Giappone una transizione tra il feudalesimo e lo stato moderno.
La seconda rivoluzione industriale
L’ultimo trentennio dell’800 vi fu una profonda trasformazione economica.
Crisi di sovrapproduzione, caduta dei prezzi, concentrazioni produttive e finanziarie, espansione
coloniale, caratterizzarono la “seconda rivoluzione industriale”.
Effetti più gravi per la caduta dei prezzi li ebbe l’agricoltura, con sviluppo enorme degli Stati Uniti,
con emigrazioni massicce di europei negli USA.
Sviluppi tecnici, industriali aprirono le porte a nuove produzioni e il motore a scoppio e la
produzione di energia elettrica furono i principali fattori della rivoluzione.
Parimenti vi furono progressi della medicina, dell’igiene con riduzione della mortalità e aumento
della popolazione.
Imperialismo e colonialismo
Ultimi decenni dell’800 corsa alla conquista coloniale, con sconvolgimento dei paesi colonizzati,
sfruttamento, uso della forza e sviluppo di nazionalismi locali.
Di contro, preme negli interessi dei colonizzatori, sviluppo della modernizzazione, mantenimento
usi e tradizioni locali e culturali.
Gran Bretagna possedeva l’India, dal ‘700, attraverso il controllo della Compagnia delle Indie.
L’apertura del canale di Suez nel 1869 diede nuovo impulso alla penetrazione europea in Asia.
La Francia conquistò l’Indocina e la Russia colonizzò la Siberia.
Il Giappone strappò vari territori alla Cina.
L’imperialismo americano si basava su forme di controllo indirette.
In Africa l’espansione coloniale fu rapida e quasi totale.
In sud Africa prevalse la potenza inglese.
Stato e società nell’Italia unita
Nel 1861 in Italia prevaleva l’attività agricola, con varietà di assetti produttivi:
 Aziende agricole moderne (Pianura padana)
 Mezzadria (Italia centrale)
 Latifondo (Mezzogiorno)
Condizione di vita dei contadini ai limiti della sussistenza fisica (arretratezza e disagio sociale erano
poco conosciuti dalla classe dirigente).
Morto Cavour (1861) vi fu l’ascesa della destra, con contrapposizione della sinistra (comunque in
entrambi i casi la classe dirigente era molto ristretta, solo 400.000 gli aventi diritto al voto). Vi fu
una rigida centralizzazione.
Al sud imperava il brigantaggio, che fu sconfitto con l’esercito.
Sul piano economico vi fu una intensificazione degli scambi commerciali che consentì all’Italia di
avere un ruolo in ambito europeo. Migliorò l’agricoltura.
Con l’aiuto della Prussica l’Italia acquisì il Veneto (1866). Dopo il ’76 la sinistra andò al potere.
In pratica il pigiama riformista fu modesto, con il “trasformismo” di Depretis la sinistra assumeva
caratteristica di un grande centro che immaginava le ali estreme.
Vi fu una crisi agraria che permise uno sviluppo industriale.
Si svilupparono i movimenti operai e nacque il P.S.I. (1892), con elezione di Papa Leone XIII
(1878).
Dopo la morte di Depetris (1887) divenne presidente del consiglio Crispi (conservatore\liberale).
Crispi riorganizzò tutto l’apparato statale, con guerra doganale con la Francia e diverso impegno in
Africa Orientale. Fece la riforma bancaria e fu sconfitto nella guerra con l’Etiopia.
Giolitti, che gli succedette nel ‘92\’93, risultò più tollerante nei riguardi dei conflitti sociali, ma lo
scandalo della Banca Romana provocò le sue dimissioni.
Verso la società di massa
Alla fine dell’800 in Europa occidentale e negli Stati Uniti cominciano a delinearsi i caratteri della
società di massa.
Tra il 1896 e il 1913, per i paesi industrializzati, fu un periodo di intensa espansione economica, con
aumento del reddito pro-capite, che determinò un allargamento del mercato. Si sviluppò una
produzione di massa (in serie) con diffusione dei processi di meccanizzazione e razionalizzazione
produttiva (catena di montaggio, taylorismo).
Mutava quindi la stratificazione sociale.
Nella classe operaia si distinsero i lavoratori (generici o qualificati) ma soprattutto si ebbero i nuovi
strati del ceto medio.
Vi fu un impegno massiccio dello stato, che intervenne in diversi settori della vita (istruzione, sevizi
sociali, economia,…).
Vi fu la questione femminile, con i primi moti.
Alla fine dell’80 sorsero i primi partiti socialisti europei che si ispiravano alla social.democrazia
tedesca (il marxismo fu assunto come dottrina ufficiale in tanti paesi).
Si diffuse il nazionalismo, in senso conservatore, si diffusero tendenze razziste ed antisemite.
In Germania ed in Europa orientale il nazionalismo prese il nome di pangermanesimo e
panslavismo.
Contro l’antisemitismo nacque il sionismo.
Declino del positivismo e accento più sul soggetto (istituto\volontà).
L’Europa fra i due secoli
Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 ci fu un mutamento delle alleanze che segnò la fine
dell’equilibrio bismarckiano.
Con l’alleanza tra Francia e Russia, l’intesa franco-inglese e l’accordo anglo-russo sulle questioni
asiatiche, si venne a costituire uno schieramento: la triplice intesa, contrapposta alla triplice
alleanza.
Situazione potenze europee:
 FRANCIA  a fine ‘800, forti correnti contrarie alle istituzioni repubblicane attorno al caso
del capitano Dreyfuss (un ufficiale ebreo ingiustamente condannato per spionaggio) nel
paese ci fu una spaccatura tra innocentisti e colpevolisti, i progressisti vinsero le elezioni,
con inizio di governi di stampo radicale.
 INGHILTERRA  dopo un periodo di coalizione tra unionisti e conservatori, con una
politica imperialistica con dosi di riformismo sociale, nel 1906 successo dei liberali con
contemporanea crescita dei laburisti. Contrasti forti tra lords e camera dei comuni.
 GERMANIA  dopo Bismarck, con Guglielmo II°, non cambiò la politica aggressiva estera
tedesca, con rafforzamento tra industria, aristocrazia e militari, con appoggio di tutte le forze
politiche, tranne i socialdemocratici (forti ma isolati).
 AUSTRIA  (Impero Asburgico) immobilismo e agitazioni autonomistiche che, con
problemi nell’area balcanica (minaccia della Serbia).
 RUSSIA  con l’ingresso di capitali stranieri e l’intervento diretto dello stato vi fu un primo
decollo industriale, anche se la società russa restava molto arretrata. Dopo la rivoluzione del
1905, poi sedata (esperimento parlamentare della DUMA), si fece una riforma agraria, non
sufficiente per risolvere gli enormi problemi.
Intanto, la Germania usciva sconfitta dalle crisi del Marocco, mentre la Francia otteneva un
protettorato sul Marocco.
Nella penisola balcanica vi furono diversi problemi: l’annessione della Bosnia-Erzegovina (1908)
da parte dell’Austria, la guerra Italo\Turca (1911), due guerre balcaniche (1912\13) che videro
l’impero turco uscire di scena dal panorama europeo (anche se appoggiato dagli imperi centrali).
Nasceva il principato di Albania, voluto da Austria e Italia per impedire alla Serbia lo sbocco al
mare.
La Bulgaria perse gli scontri territoriali con Grecia e Serbia e Romania e Turchia e dovette cedere
del territorio.
Si faceva sempre più acuto il contrasto tra Austria e Serbia (protetta dalla Russia).
Imperialismo e rivoluzione nei continenti extraeuropei
I primi 15 anni del ‘900 videro un primo segno di declino dell’Europa rispetto all’emergere di
popoli extraeuropei (in particolare dei paesi asiatici – Cina e Giappone – “pericolo giallo”).
Dopo l’esito favorevole della guerra per la Manciuria con la Russia, il Giappone si affermava
potenza egemone in estremo oriente.
In Cina, dopo la rivoluzione del 1911, andò al potere un movimento nazionalista e democratico, che
rovesciò la dinastia Mancia. Dopo le forze conservatrici presero il controllo, dando inizio ad una
serie di guerre civili.
Fino alla 1ª guerra mondiale l’imperialismo statunitense si rivolse verso l’America centrale in
particolare con la Presidenza di Roosvelt (repubblicano) (contrasto con la Colombia per il canale di
Panama). Per la politica interna Roosvelt fece grandi aperture ai problemi sociali. Dopo arrivò il
democratico Wilson che cambiò politica, sempre però con grande attenzione ai problemi sociali.
In America Latina vi fu un certo sviluppo economico, che però non bastava per non essere più
dipendenti, dagli stati occidentali. Nelle campagne regnava ancora il latifondo.
Unici mutamenti furono la vittoria dei radicali in Argentina e la rivoluzione messicana, iniziata nel
1910, con contrasti al suo interno, e finita nel 1921 con la vittoria dei democratici.
L’Italia giolittiana fine ‘800 inizi ‘900
Il periodo giolittiano fu caratterizzato da riforme sociali e neutralità nel campo dei conflitti di
lavoro, con sviluppo delle organizzazioni sindacali e degli scioperi, con incrementi di salario ad
operai e contadini.
Il decollo industriale italiano fu evidente, favorito dalla costituzione di una rete ferroviaria, da scelte
protezionistiche e dalla riforma del sistema bancario. Vi fu sviluppo e aumento dei redditi con
miglioramento del tenore di vita.
Cresceva l’emigrazione ed il divario tra un sud arretrato e agricolo e un nord industrializzato.
Principali azioni di giolitti (che rimase al governo, con alcune interruzioni, dal 1903 al 1914):
 Leggi speciali per il sud
 Statizzazione ferrovie
 Conversione della rendita
 Introduzione, nel 1912, del suffragio universale maschile
 Monopolio statale delle assicurazioni sulla vita
In politica estera l’Italia si riavvicinò alla Francia, pur restando fedele alla Triplice Alleanza, si
guardò con più entusiasmo alle conquiste coloniali. Vi fu l’intervento militare in Libia (1911) con
successiva guerra con la Turchia, con una successiva sovranità italiana sulla Libia.
Il nuovo PSI (da riformista) appoggiò Giolitti, fino a quando si fermarono all’interno del partito le
ali rivoluzionarie (con l’uscita dei sindacalisti nel 1907). Venne fondata nel 1906 la CGIL.
Nel PSI, dopo l’espulsione dei “revisionisti” nel 1912, il controllo del partito passò ai rivoluzionari,
che comprendevano diversi leader, tra i maggiori Mussolini.
Nel periodo giolittiano si sviluppò, in campo cattolico, il movimento democratico-cristiano,
condannato dal nuovo Papa Pio X.
Si svilupparono contemporaneamente le OO.SS. “bianche”. Le forze clerico-moderate stabilirono il
più delle volte alleanze con i liberali e conservatori, con linea politica premiata, nel 1913, con il
“patto gentiloni”.
I mutamenti in atto alla vigilia della guerra:
 Sviluppo del nazionalismo
 Più peso dei cattolici
 Prevalenza dei rivoluzionari nel PSI
Segnarono una progressiva crisi della politica giolittiana, sempre in grado di controllare la
radicalizzazione politica che si stava delineando.
Il sintomo più evidente del nuovo clima fu la “settimana rossa” del giugno ’14, con scontri di
piazza, scioperi e agitazioni ovunque. Con lo scoppio della guerra l’attenzione fu altrove.
La prima guerra mondiale
L’evento scatenante della 1ª guerra mondiale fu l’uccisione da parte di uno studente bosniaco
filoserbo a Sarajevo il 28\6\1914 dell’arciduca Francesco Ferdinando erede al trono degli asburgo.
Dopo una parziale risposta all’ultimatum austriaco alla Serbia (parte della protezione russa):
 L’Austria dichiara nel luglio ’14 guerra alla Serbia
 La Russia mobilita l’esercito ai confini della Germania
 Il 3 agosto, la Germania, alleata dell’Austria, dichiara guerra alla Russia e alla Francia sua
alleata
 Dopo l’invasione tedesca del neutrale Belgio, scende in campo l’Inghilterra contro imperi
centrali
Lo scenario divenne quindi mondiale, anche su spinte patriottiche, tensioni preesistenti e decisioni
dei capi politici e militari.
Nonostante numero e armamenti notevoli non vi erano concezioni diverse rispetto alle esperienze
ottocentesche.
Il conflitto, già dopo un anno, dopo l’arresto dei tedeschi sulla Marna francese, assumeva i caratteri
di una guerra di posizione e logoramento.
L’Italia, all’inizio, fu neutrale, poi si schierò contro l’Austria (nel 1915) con un accordo, in caso di
vittoria, con l’intesa di annessioni territoriali.
Nel 1915\16 la guerra sui fronti francese e italiano restò in equilibrio tra i due blocchi, con però un
enorme numero di vittime.
Sul fronte orientale (est e balcani) gli imperi centrali furono più vittoriosi.
Alla novità di nuove armi (gas, aerei, carri armati, sottomarini) si affiancò, sul piano tecnico la
trincea.
Tutti i paesi subirono un processo di militarizzazione e di intervento statale. Vi furono diverse
proteste contro la guerra, in particolare nel 1917, tra stanchezza, esortazioni del Papa e
rassegnazione e ribellione tra i soldati (dell’Itesa).
Fu così che gli austro-tedeschi, nel clima italiano sopra descritto, riportarono a Vaporetto nel ’17
una vittoria.
Nel 1917 la Russia, dopo la caduta dello zar e dopo la rivoluzione di novembre, si ritirò dal
conflitto.
In aprile gli USA entrarono in guerra, dando al conflitto, per opera di Wilson, un carattere di
ideologia “democratica”.
Anche grazie all’intervento americano, nel novembre ’18 la guerra terminava con la vittoria dei
paesi dell’Intesa, anche in virtù della dissoluzione interna dell’Austria –Ungheria, e della
rivoluzione scoppiata in Germania.
La conferenza di pace a Versailles, segnò diversi problemi.
La Francia voleva una pace “punitiva” per la Germania.
La Russia non sedeva al tavolo di pace.
La carta europea fu mutata radicalmente, nuovi stati nacquero con la dissoluzione dell’impero
asburgico.
L’ideale di Wilson di creare la società delle nazioni per evitare guerre future non si realizzò, anche
perché (con la morte anche di Wilson) non vi aderirono gli stati Uniti.
La rivoluzione russa
Nel marzo ’17 la rivolta degli operai e dei soldati di Pietrogrado provocò la caduta dello zar e si
formò un governo provvisorio a motrice liberal-moderata, cui seguì un governo a larga maggioranza
con esclusione dei bolscevichi.
Si andava rafforzando, accanto al potere “legale” del governo, un potere parallelo dei soviet (i
consigli eletti direttamente dagli operai e dai soldati).
Con il ritorno di Lenin in Russia i bolscevichi aumentarono il loro potere. Fecero un colpo di stato il
7\11\14 e seguì la dittatura comunista.
L’internazionale comunista nata nel ‘19\20 estese a tutto il movimento europeo la frattura tra
comunismo e socialdemocrazia, così come era avvenuto in Russia.
Nel 1921 i bolscevichi adottarono, dopo lo scontento del proletariato, una nuova NEP (nuova
politica economica) con scarsi risultati per il benessere del popolo.
Nel 1922 nasce l’URSS (unione repubbliche socialiste sovietiche) con il partito unico\comunista dei
bolscevichi, con la lotta contro la chiesa ortodossa.
Con l’ascesa di Stalin alla guida del partito (’22) si instaurò una dittatura personale, con
eliminazione dei gruppi e leader interni. Il comunismo con Stalin assunse una linea dura e
repressiva, che causò milioni di morti, anche successivamente, nel mondo.
L’eredità della grande guerra
Oltre alla tremenda distruzione di vite umane e allo sconvolgimento dei confini tra gli stati, la
guerra era stata la più grande esperienza di massa mai vissuta.
Il problema più importante fu quello dei reduci. C’era una grande aspirazione al cambiamento, alla
pace, alla giustizia sociale. Ma tutti i paesi tranne gli USA, erano stati dissestati economicamente.
L’inflazione non permetteva aumenti di ricchezza pro-capite e le aspettative della gente e degli ex
combattenti venivano meno.
La Germania fu obbligata a pagare un alto tributo economico e cercò di risollevarsi (a fatica) dalla
crisi, riallacciando i rapporti con la Francia.
Sulla scia della rivoluzione russa del ’18, nel biennio ‘18\20 vi fu un “biennio rosso” con avanzata
politica del movimento operaio che però non riuscì nell’intento rivoluzionario.
In Germania nacque la Repubblica di Weimar, che elaborò, con l’unione dei cattolici e socialdemocratici, una costituzione democratica fra le più avanzate dell’epoca.
Dopo il ’20 in Germania e in Austria vinseo i governi a guida cristiano-sociale.
In Ungheria, dopo una breve esperienza comunista, il potere passò ad un regime autoritario.
Il “biennio rosso” si concluse con una ripresa delle forze\coalizioni più moderate.
La crisi del marco e la fierezza tedesca contro la vessazione sulle riparazioni economiche fecero
andare in crisi il marco. Nel ’23 Francia e Belgio occuparono la Ruhr, una regione vitale per
l’economia tedesca, che provocò una inflazione gravissima. Tentativi di sinistra e destra di
insurrezioni fallirono.
Il governo stresemann tedesco avviò una nuova politica di stabilizzazione e di rigore, con
riavvicinamento alla Francia e accordo con gli USA (piano Dawes nel ’24) che finanziarono la
ripresa economica tedesca (anche con la ripresa del territorio della Ruhr).
Con il piano Dawes iniziava una fase di distensione internazionale, confermata dai rapporti di
Locarno (’25) che normalizzavano i rapporti franco-tedeschi. Questa fase si interruppe alla fine
degli anni ’30, in coincidenza con la crisi economica internazionale.
Il dopoguerra in Italia e l’avvento del fascismo
Il dopoguerra italiano portò diversi problemi, vista la debolezza delle strutture democratiche e la
crisi della classe dirigente liberale. I cattolici fondarono il partito popolare (1919), a sinistra il
partito socialista cresceva, con una maggioranza sempre della corrente rivoluzionaria la nascita
del “fascismo” introdusse nella vita politica un nuovo stile aggressivo.
Diffuso era tra l’opinione pubblica il sentimento di risentimento verso gli ex alleati e il governo che,
nelle conferenza di Parigi, non avevano concesso tutto quello che l’Italia chiedeva a livello di
territorio. Clamorosa la protesta di D’Annunzio con l’occupazione di Fiume nel ’19.
Il ‘19\20 videro molte agitazioni sociali, scioperi, agitazioni di operai e agrari, occupazione delle
terre.
Nel giugno ’20 Giolitti tornò la potere, con l’appoggio di popolari e socialisti. Risolse la questione
di Fiume e tentò un disegno riformista, cercando di ridimensionare le spinte rivoluzionarie
socialiste.
Giolitti si servì del fascismo per bloccare il controllo popolare sulle masse operaie e contadine della
sinistra. Così il fascismo crebbe di consensi.
Dopo debolezze di successivi governi liberali, Mussolini tentò il colpo di stato e vi riuscì nel ’22
con la marcia su Roma, con l’appoggio del Re, della chiesa e dei liberali e dei cattolici, contro le
minacce rivoluzionarie socialiste\comuniste.
Il governo mussolini attuò una politica autoritaria e, dopo l’uccisione di Matteotti, prese saldamente
il potere. Tra il ’25 e il ’26 il fascismo divenne partito unico.
La grande crisi – economia e società negli anni ‘30
Dopo il boom economico americano degli anni ’20, con il crollo della borsa di New York (ottobre
1929), la crisi degli USA provocò recessione, disoccupazione e si diffuse in tutto il mondo, causa la
contrazione del commercio internazionale dovuta a misure protezionistiche adottate prima negli
USA poi in altri paesi.
In Europa la grave crisi finanziaria culminò nella sospensione della convertibilità della sterlina.
Tutti i paesi europei fecero ricorso a misure di sviluppo economico e contenimento della spesa.
Negli USA, nel ’32, con l’elezione di Roosvelt, ci fu un tentativo di ripresa, con interventi più
diretti dello stato e più attenzione rispetto alle riforme sociali.
Si sviluppò il consumo di massa e imperò la teoria di Keynes, che sottolineava il ruolo della spesa
pubblica ai fini dell’incremento della domanda e del raggiungimento della piena occupazione.
Forte sviluppo ebbero radio, cinema, così come vi furono nuove scoperte scientifiche, es. l’energia
nucleare e aeronautica. Furono anni di disgregazione della cultura europea, di contrapposizioni
ideologiche (liberalismo-comunismo\democrazia-fascismo).
L’età dei totalitarismi
Dopo la crisi del ’29 si diffuse in Europa il fenomeno della disaffezione verso la democrazia, con il
consolidamento, negli anni ’30, dei regimi antidemocratici, tradizionali e nuovi (fascismo-nazismo),
che presero il nome di “totalitarismi”, in base ad una nuova organizzazione del potere che ricercava
un controllo totale sui cittadini (comune al regime staliniano).
Il successo del nazismo in Germania fu determinato dalla propaganda volta al grande ritorno della
Germania sullo scacchiere europeo, contro sinistre ed ebrei.
Nel ’32 il partito di Hitler prese più voti di tutti e nel ’33 guidò il governo. Dopo l’incendio del
Reichstag Hitler assunse pieni poteri e annientò le opposizioni, sbarazzandosi anche dell’ala
estremista interna facente capo alle milizie armate delle S.A.
Da capo dello stato Hitler fece crescere l’economia, ebbe successo in politica estera, raggiunse la
piena occupazione e migliorò i servizi sociali, anche con l’abile uso della propaganda e dei mezzi di
comunicazione.
Altri regimi autoritari si erano intanto affermati in altri paesi (Ungheria, Polonia, Bulgaria,
Yugoslavia, Spagna, Portogallo e soprattutto Russia con Stalin che attuò un vero e proprio
sterminio di massa).
Nel 1938 il nazismo annetteva l’Austria alla Germania, mentre il governo sovietico si ispirò, in
politica estera, alla lotta contro i fascismi, fomentando ribellioni in Francia e Spagna.
L’arrendevolezza di Francia e Inghilterra nei confronti della politica espansionistica tedesca,
favorirono l’aumento di forza della Germania nazista.
L’Italia fascista
Nel regime fascista l’organizzazione dello stato e del partito spesso si sovrapponevano. Prevalse,
per volere di Mussolini, l’organizzazione dello stato, mentre il partito nazionale fascista si occupava
della società civile.
Un limite al totalitarismo fu rappresentato dalla presenza del re e soprattutto della chiesa, il cui peso
fu riconosciuto con i patti lateranensi del 1929.
Negli anni del fascismo aumentò l’urbanizzazione, l’occupazione e i servizi. Consensi vi furono
dalla piccola e media borghesia, meno dell’alta borghesia e delle classi popolari.
Con il patto d’acciaio del ’39 si consolidò l’alleanza con la Germania.
Il fascismo ebbe largo consenso nei giovani, nell’idea dell’”uomo nuovo”. Il sistema economico
corporativo non si attuò mentre si puntò sull’autarchia, sul colonialismo dei lavori pubblici e
sull’industria bellica.
Gli antifascisti ex popolari e liberali rimasero in disparte, mentre i comunisti si muovevano nella
clandestinità. Con le leggi razziali contro gli ebrei, il rapporto con la Germania, l’adesione
dell’Italia agli ideali fascisti fu meno importante.
Il tramonto del colonialismo. L’Asia e l’America Latina
Tra le due guerre si allontanò la potenza coloniale europea e l’egemonia europea sugli altri
continenti. Movimenti indipendentisti crebbero ovunque e crearono rivoluzioni e
accordi\concessioni da parte delle potenze europee. In Cina aumentò il comunismo (Mao), in
Giappone le spinte totalitaristiche.
In America Latina la crisi ebbe effetti negativi, con la nascita di diversi governi dittatoriali (Brasile\
Messico\Argentina).
La seconda guerra mondiale
Nel 1938 Hitler sottoscrisse a Monaco una “talse police”con le potenze democratiche, dopo aver
smembrato la Cecoslovacchia. Con l’alleanza russo-tedesca (patto di non aggressione) Hitler invase
nel ’39 la Polonia e Francia e Inghilterra dichiarano guerra alla Germania. L’Italia restò neutrale.
La guerra lampo con la Polonia (aviazione + mezzi corazzati) aprì il fronte del nord con
l’occupazione di Danimarca E Norvegia. Nel maggio\giugno ’40 i tedeschi attaccarono sul fronte
occidentale con l’occupazione centro\settentrionale della Francia, dove si creò nel centro-sud la
Repubblica di Vichy, con il maresciallo Petain (subordinata alla Germania).
Mussolini, il 10\6\40, convinto della vicina vittoria tedesca si schierò in guerra ma fornì una
pessima prova sia contro i francesi, sia in Africa e nei Balcani (Albania\Grecia).
L’Inghilterra, sola con il 1° ministro Churchill, respinse la Germania per vi aerea e non firmò alcun
patto.
Nel 1941 la Germania invade l’URSS e si ferma vicino a Mosca, causa l’inverno e la resistenza
sovietica.
Gli Stati Uniti, dopo l’attacco giapponese di Pearl Harbor (isole Haway), dichiarano guerra a fianco
di Inghilterra e Francia.
Nell’estate del ’42 il tripartito “asse + Giappone” (il patto tripartito fu sottoscritto nel ’40 da Italia,
Germania e Giappone) raggiunge la massima espansione. Germania e Giappone cercarono di
costituire un “nuovo ordine” nelle zone occupate, basato sulla superiorità razziale. Iniziò e terminò
la persecuzione ebraica con i campi di concentramento e sterminio. Tra il ’42 e il ’43 i giapponesi
subirono alcune sconfitte nel Pacifico, mentre i russi respinsero i tedeschi a Stalingrado. Nel nord
Africa gli alleati fermarono le forze dell’asse “italo\tedesco” a El Alamein. Nel luglio del ’43 gli
americani sbarcarono in Sicilia.
L’8\9\43 veniva annunciato l’armistizio tra Italia e anglo-americani.
Mentre il re e Badoglio scappavano a Brindisi i tedeschi occupavano l’Italia centro-settentrionale.
Le forze armate italiane si sbandarono con episodi di guerra civile.
Al sud lo stato monarchico con gli alleati, al nord Mussolini costituiva la repubblica sociale italiana,
sotto il controllo dei tedeschi.
Alla fine del ’43 emersero le bande partigiane e i partiti antifascisti costituirono il CLN (comitato di
liberazione nazionale).
Le contrapposizioni tra CLN e governo Badoglio, vennero risolte da Togliatti, con la creazione, nel
’44, del 1° governo di unità nazionale, con i partiti del CLN.
Dopo la liberazione di Roma il re abdicò i poteri al figlio Umberto e si costituì un nuovo governo
più direttamente collegato con i movimenti partigiani del nord.
Nel giugno ’44 gli alleati sbarcavano in Normandia e subito dopo liberavano la Francia. L’URSS
riprendeva le posizioni e iniziava una controffensiva.
Nelle conferenze di Mosca del ’44 e di Yalta ’45, Russia, America e Inghilterra si accordavano sulla
futura sistemazione d’Europa. Nel ’45 i tedeschi dovettero arrendersi su tutti i fronti, mentre il 25\4
l’Italia veniva liberata, con uccisione di Mussolini.
Nel ’45, con i russi che entravano a Berlino, la Germania capitolava. La guerra proseguiva solo nel
pacifico contro il Giappone, con fine il 2\9\45, dopo l’esplosione di due bombe atomiche su
Hiroshima e Nagasaki.
Il mondo diviso
La 2ª guerra mondiale costituì la fine della supremazia europea, con l’emergere di due superpotenze
(USA\URSS).
Nasceva un equilibrio internazionale su base bipolare.
La creazione dell’ONU del ’45 segnò un importante risultato per dare vita ad un nuovo ordine
internazionale capace di sconfiggere i conflitti. Con la creazione del Fondo Monetario
Internazionale e della Banca Mondiale e gli accordi commerciali (GATT\1947), il primato del
dollaro come valuta internazionale, vi fu una ripresa dell’economia occidentale.
La grande alleanza tra potenze vincitrici si incrinava per le scelte sul futuro della Germania e del
controllo dell’URSS sui paesi dell’Europa orientale.
Nel ‘46\47 i contrasti USA\URSS si accentuarono, dando origine alla “guerra fredda”.
Con la chiusura degli accessi a Berlino nel ’49 da parte dei sovietici vi fu una crisi che divise la
Germania in due repubbliche: Repubblica Federale Tedesca (con zone sotto il controllo francoinglese-americano) e Repubblica Democratica Tedesca (sotto il controllo dell’URSS).
Con il Patto Atlantico (’49) e il Patto di Varsavia (’55) l’Europa fu divisa in due “blocchi”
L’URSS accentuò la dittatura comunista e creò diversi stati satellite, fatta eccezione per la
Jugoslavia di Tito, che conservò un’autonomia, con una vera e propria rottura nel 1948.
Negli USA si diffuse negli anni ’50 un sentimento anticomunista. In Europa occidentale vi fu un
vento di riforma, specie in Inghilterra, con i laburisti, che attuarono il welfare state. La Francia
ricostruì una repubblica (4ª repubblica), mentre la Germania Federale, con gli aiuti americani, si
risollevò e fece un miracolo economico.
Altro miracolo economico fu quello del Giappone, dove gli USA imposero un modello
democratico-parlamentare.
In Cina, con la vittoria dei comunisti, vi si creò uno stato indipendente.
Nel ’56 Kruscev fece una denunci sui crimini di Stalin, alimentando le aspirazioni e le rivolte negli
stati sotto influenza sovietica (Polonia, Ungheria), stroncate dall’Armata Russa.
Negli anni ’50 e ’60 vi fu una crescita economica europea, tranne un ristagno in Inghilterra. Il
ridimensionamento politico dell’Europa favorì l’integrazione dei vari stati con diversi accordi, in
particolare con la nascita del 1957 della CEE.
La Francia attraversò negli anni ’50 una grave crisi istituzionale, legata al problema algerino. Nel
’58 De Grulle assume guida del governo con una nuova costituzionae e concessione d’indipendenza
all’Algeria.
In politica estera De Gaulle cercò di creare un’Europa indipendente dai due blocchi ed
egemonizzata dalla Francia.
La decolonizzazione e il terzo mondo
La 1ª guerra mondiale sancì la definitiva crisi del colonialismo e l’affermazione, a livello
internazionale, del principio dell’autodeterminazione. Gli ex imperi coloniali raramente
costituivano governi democratici, ma autoritari e militari. L’india acquistò l’indipendenza nel 1947.
Lungo il processo di decolonizzazione in Vietnam, dove la lotta con i francesi si concluse nel ’54
con la divisione del paese in due (comunista\occidentale).
In Medio Oriente nasceva un movimento nazionalista arabo. Nel ’48 con il ritiro degli inglesi in
Palestina e la nascita dello stato d’Israele, nasceva il conflitto arabo-israeliano, con il problema
palestinese.
Con Nasser l’Egitto vide uno sviluppo nell’area, dopo che con la crisi del canale di suez del ’56,
francesi e inglesi dovettero ritirarsi dopo le pressioni di USA\URSS.
In Libia nel 1969 vinse il colonnello Gheddafi, artefice di un esperimento di “socialismo islamico”,
con la creazione di diverse future tensioni nell’area.
A sud del Sahara, nell’Africa nera, il processo di decolonizzazione avvenne tra gli anni ’50 e ’60.
Sul piano economico il terzo mondo era accomunato da una realtà di sottosviluppo, con una
demografia sempre in aumento.
I paesi dell’America Latina erano in condizione di dipendenza economica dagli Stati Uniti. Fra le
esperienze più importanti l’ascesa di Pèron in Argentina e la rivoluzione comunista a Cuba del 1959
ad opera di Fidel Castro.
L’Italia dopo il fascismo
Dopo la guerra le condizioni in Italia erano gravi: colpita molto l’agricoltura, danni all’edilizia e
trasporti; elevata inflazione. Disoccupazione, scarsità di cibo e problemi di ordine pubblico,
banditismo e separatismo in Sicilia.
Il 1° governo fra i partiti del CLN fu presieduto da Parri, partigiano, esponente del partito d’azione,
poi nel ’45 passò a De Gasperi (svolta moderata). Il 2\6\46 il referendum scelse la repubblica. Le
elezioni dell’assemblea costituente videro il successo dei tre partiti di massa (DC\PCI\PSI). Nel ’48
la costituzione. Le elezioni del ’48 videro il successo dei centristi (DC), che si allearono con
liberali, repubblicani e socialdemocratici (Saragat, che si era staccato dal PSI, troppo vicino al PCI).
Il monocolore DC, con gli altri appoggi, restò intatto fino agli inizi degli anni ’60 (dove prendeva
corpo l’allargamento ai socialisti, dopo la segreteria Fanfani alla DC, nel 1954, rappresentativa di
una nuova generazione, più attenta all’intervento dello stato e ai problemi sociali).
Le frontiere vennero ridefinite con perdita di zone a favore della Francia, mentre Trieste tornò
all’Italia solo nel 1954. L’Italia aderì nel 1949 al Patto Atlantico.
La società del benessere (anni ‘50\’60)
Intenso sviluppo demografico, industriale, tecnologico e commerciale, con più scoperte scientifiche.
In medicina nuovi traguardi e farmaci e progressi della chirurgia. Impulso anche nei trasporti e
sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa (più TV). La società si fa più consumistica.
Fine anno ’60 protesta giovanile contro la “società del benessere” nata negli USA e poi trasferita in
Europa occidentale e Giappone.
La più forte contestazione si ebbe nel maggio ’68 in Francia, a Parigi. Sviluppo in quegli anni anche
del femminismo. La chiesa, tentò un rinnovamento interno e un’apertura verso i problemi del
mondo contemporaneo, tale corso iniziò con il pontificato di Giovanni XXIII (‘58\’63) e continuò
con il Concilio Vaticano II°.
Distensione e confronto
Per le democrazie europee gli anni ’60 e primi anni ’70 furono un periodo di stabilità economica e
di mutamenti politici. In Italia, Gran Bretagna e Germania Federale entrarono i socialisti nel
governo. Nel ’72 la CEE si allargò con Inghilterra, Irlanda e Danimarca. Negli USA la presidenza
Kennedy (dal ’60 al ’63 quando fu ucciso) ebbe un impulso riformista, però con problemi a Cuba
(missili nucleari URSS nel ’62), e con distensione tra i due blocchi, con il trattato con Kruscev nel
’63 sulla messa al bando degli esperimenti nucleari nell’atmosfera (fu poi destituito da Brežnev nel
’63 per i fallimenti sul piano economico).
In Cina ci fu un forte sviluppo agricolo nel ’58, con successiva rottura con l’URSS, governo più
moderato. Ma fra il ’65 e il ’68 Mao fece la rivoluzione culturale, con eliminazione di potere di
diversi dirigenti. All’inizio degli anni ’70 la Cina cercò un avvicinamento con gli USA. Dal ’65 al
’73 ci fu la guerra del Vietnam del sud, con l’intervento americano. I partigiani comunisti vinsero
anche in Cambogia e Laos.
I russi stroncarono la rivolta di Praga del ’68 e accettarono più autonomia in Romania. Nel Medio
Oriente vi furono due guerre: la guerra dei 6 giorni (’67) e la guerra del Kippur (’73). Israele
occupò nuove terre arabe, riacutizzando il problema palestinese. Nel ’73 crisi mondiale per
l’aumento dei prezzi del petrolio.
Apogeo e crisi del bipolarismo
Nei paesi occidentali si manifestò, alla fine degli anni ’70, una crisi delle ideologie di sinistra, sia
riformiste che rivoluzionarie, con un abbandono dell’impegno politico, con un ritorno al privato
(“riflusso”). Esplose però in quel periodo il terrorismo politico.
L’Europa, negli anni ’70 e ’80, perse terreno in economia, rispetto a USA e Giappone. Margareth
Thatcher vinse in Gran Bretagna e tornarono al potere i cristiano-democratici in Germania (Khol).
Mitterand vinse in Francia (socialista). Tornò la democrazia in Portogallo, Spagna e Grecia, che
entrarono nella CEE. Gli USA con Regan (1980-88) e poi con Busch, iniziarono un periodo con una
scelta più liberista in economia e una politica estera più dura contro URSS e Medio Oriente
(Iran\Libia). Anche l’URSS, con Brežnev, allargò la sua influenza nel mondo, con l’intervento
militare in Afghanistan nel ’79. con l’avvento di Gorbaçėv (1985) fu avviata una radicale svolta
riformista in politica estera e interna. I mutamenti sovietici ebbero un riflesso in Europa, con diversi
processi di liberalizzazione dal giogo comunista (Polonia, Ungheria, Germania dell’est,
Cecoslovacchia, Bulgaria). In Romania e Serbia ii comunisti riuscirono a tenere il potere.
L’unificazione della Germania e la caduta del muro di Berlino (‘89), avvenne nell’ottobre del 1990.
In America Latina anni ‘70\’80 uguali dittature militari con lento successivo ritorno alla
democrazia, con molti problemi economici. In Medio Oriente le due guerre (6 giorni e Kippur) tra
arabi e israeliani lasciarono irrisolto il problema palestinese (anche dopo la pace del ’79 tra Egitto e
Israele). Il Libano fu sconvolto da una crudele guerra civile.
In Iran, dal ’79, la rivoluzione integralista portò al potere Komeini e fece una lunga guerra con
l’Iraq (’80-’88). In Cina, con Deng Xizoping, ci fu aumento economico ma non democrazia. Il
Giappone divenne la 2ª potenza economica del mondo.
L’Italia dal miracolo economico alla crisi della prima repubblica
Dal ’58 al ’63 vi fu il “miracolo economico”, che portò di fatto l’Italia verso un paese industriale. Il
boom dell’industria segnò l’esodo dal sud al nord e la crescita dell’urbanizzazione. La TV omologò
i modelli di comportamento, mentre l’automobile ebbe una diffusione di massa. Nel ’68 vi fu la
contestazione studentesca, mentre il governo (di centro-sinistra) varò importanti riforme.
Negli anni ’70 vi fu il terrorismo di destra e sinistra. Nel ’74 passò il referendum sul divorzio
(contro le posizioni di chiesa e DC). Vi fu poi una politica di compromesso storico (‘73\’78) con
Berlinguer e Moro (che fu rapito e ucciso dalle BR nel ’78). Il governo di “solidarietà nazionale”
non riuscì a decollare e continuò fino agli anni ’80, quando prese la guida del governo Spadolini e
poi Craxi. Gli anni ’80 videro l’espansione della spesa pubblica e la malavita organizzata al sud. I
contrasti del “pentapartito” portarono nell’87 la crisi del governo Craxi, con elezioni anticipate, che
segnarono aumenti nel PSI e calo nel PCI. Dopo le elezioni si ricostruì la vecchia coalizione, con
governi a guida DC, sempre più deboli e brevi (Goria, De Mita, Andreotti). Si accentuava così, alla
fine degli anni ’80, nell’opinione pubblica, la critica alle disfunzioni del sistema politico e l’attesa
delle riforme istituzionali.
La società post-industriale
La crisi petrolifera del ’73 suscitò interrogativi nel mondo industrializzato sui limiti dello sviluppo
economico e sulla distruzione delle risorse naturali, crebbero le tematiche ecologiche e la ricerca di
fonti alternative. Il successivo calo del petrolio però fece ridimensionare la crisi in quei periodi.
Gli ultimi decenni del XX° secolo hanno segnato nuove trasformazioni dell’economia, con
crescente applicazione dell’elettronica, che ha creato effetti sui consumi e sulla vita quotidiana. Tali
sviluppi (elettronici e informatici) hanno accelerato la transizione verso una società post-industriale,
globalizzata, con più informazione e sviluppo del terziario. Il divario tra paesi ricchi e poveri si è
approfondito. In Africa tragedie della fame.
Alla fine del ‘900 la popolazione mondiale è sempre più aumentata con rallentamento di sviluppo
nelle aree più povere e decremento demografico nei paesi dell’Europa occidentale, creando più
anziani e più difficoltà ai sistemi pensionistici.
La facilità delle comunicazioni ha svolto un ruolo importante nell’aumento di flussi migratori dalle
aree più povere a quelle più ricche, con una spinta alla società multietnica, con compresenza di
diverse culture ma anche con tendenza alla difesa delle identità nazionali e tradizioni locali.
La chiesa cattolica ha avuto un rilancio mondiale con Giovanni Paolo II°, mentre l’islam ha avuto
rilievo per la crescita delle correnti integraliste\fondamentaliste.
Ai progressi della medicina ha fatto riscontro l’arrivo di nuovi virus, tra cui l’aids.
Gli sviluppi della genetica hanno aperto un dibattito tra scienza ed etica. I limiti degli interventi
sulla natura e sulla vita costituiscono il campo di riflessione della bioetica.
Il mondo contemporaneo
Tra il 1989 e il 1991 gli equilibri mondiali subiscono un radicale sconvolgimento con la crisi e la
dissoluzione dell’URSS. Sulle riforme di Gorbaçėv e dopo un fallito colpo di stato del vecchio
regime nel ’91, l’URSS passò il campo alla federazione russa, sotto il governo di Eltsin, che cercò
di far diventare la Russia come l’USSL, anche se il dissesto economico era gravissimo e c’era il
conflitto con i separatisti della Cecenia. Una parziale stabilizzazione arrivò nel 2000 con l’elezione
di Putin alla presidenza. La Jugoslavia si divise in 14 diversi stati, tra il 1990 e il ’95 (Fed. Jugo.
Con Serbia e Montenegro, Croazia, Slovenia, Bosnia e Macedonia). Tra il ’98 e il ’99 esplose la
guerra nel Kosovo, dove il massacro ad opera dei serbi fu fermato dall’intervento militare della
NATO. Nel ’97 l’Albania ebbe una drammatica crisi interna, risolta con l’intervento dell’ONU.
L’Iraq di Saddam invase il Kuwait nel ’90 e provocò nel ’91 la risposta degli USA, sotto bandiera
ONU. La sconfitta dell’Iraq sfavorì il rilancio del processo di pace tra Israele e i palestinesi
dell’OLP (accordo del ’93 con Clinton, che aveva battuto Busch).
Con l’attentato a Rabin, nel ’95, e l’aumento della matrice integralista araba, la guerra ricominciò
nei territori. In Europa si accelerò l’unificazione, con il trattato di Maastricht nel ’92 (U.E.) e la
moneta unica –euro nel 2001. Dal 1998 in diverse nazioni vinsero coalizioni di centro sinistra
(Italia, Inghilterra, Francia e Germania). In America Latina sempre crisi economiche a minacciare le
stabilità democratiche (più grave in Argentina, 2001). Problemi di povertà e sottosviluppo in Africa
con diverse guerre civili (Angola, Etiopia, Somalia, Liberia, Ruanda, Congo). In sud Africa, grazie
al negoziato Deklerk-Mandela, fu abolito il regime di discriminazione razziale, con la vittoria
politica dei neri.
Quasi tutti i paesi asiatici, alla fine del ‘900 (XX° sec), fecero registrare successi economici, in
particolare i paesi del sud-est asiatico, sull’esempio del Giappone.
La Cina, pur con la presenza di un regime comunista ebbe notevole sviluppo. Le correnti islamiche
integraliste si insediarono in Afganistan, con i talebani. Problemi ebbero anche la Turchia e
soprattutto l’Algeria (l’annullamento delle elezioni del ’92, da parte del governo di motrice laica e
liberale, che vedevano la vittoria del FIS - Fronte Islamico di Salvezza - portò a spaventosi
massacri, tra il ’92 e il ’97 di oltre 100.000 civili).
Il governo nel ’97 riprese la vittoria elettorale (contestata) ma faticò a frenare le stragi, che
scemarono nel ’99 con il nuovo presidente Bontelfika. Il problema dell’integralismo islamico si
profilava come emergenza internazionale.
L’11\9\2001 ci fu l’attentato al Pentagono e alle Twin Towers, con migliaia di morti. L’occidente fu
sconvolto. La reazione USA e degli alleati si concentrò contro l’Afganistan, che ospitava il presunto
capo dei terroristi di “Al Qaeda” – Osama Bin Laden. Il regime dei talebani fu spazzato vi adagli
USA e dalle forze locali di opposizione.
La IIª repubblica in Italia
I primi anni ’90 si aggrava la crisi economica.
Il PCI si trasforma in PDS, nascono nuovi movimenti ostili al sistema dei partiti tradizionali (Lega,
Verdi, Rete).
“Nuova repubblica” è il nuovo assetto politico che si è determinato in Italia negli anni ’92-’94.
Dopo le elezioni del 5\4\92 vennero sconfitti i vecchi schieramenti e il governo Amato tenta il
riassetto economico. Il referendum del 1993, imponeva il passaggio al sistema maggioritario
uninominale a scapito di quello proporzionale. Nel ’93, dopo le dimissioni di Amato, il governo
Ciampi affrontava la crisi economica, in attesa delle elezioni del ’94, vinte dal centro-destra
capeggiato da Silvio Berlusconi. Dopo 7 mesi fu costretto a dimettersi, anche per pressioni della
magistratura, e la Lega, passò al centro sinistra con un governo di “tecnici”, presieduto da Dini. Le
elezioni del ’96 videro la vittoria dell’Ulivo di Prodi, che resse fino al ’98, sostituito da D’Alema.
Nel ’99 l’Italia partecipò con la NATO all’intervento in Kosovo. Nel 2000, dopo la sconfitta
elettorale a sinistra sulle regionali, D’Alema si dimise per Amato. Alla fine della legislatura fu
emanata un’importante legge costituzionale che ampliava i poteri degli enti locali. Le elezioni
politiche del maggio 2001 diedero la vittoria al centro-destra (Casa delle Libertà) con Berlusconi,
con il nuovo governo, tutt’ora in carica, dal giugno 2001.
Problemi in Italia: senilità e invecchiamento popolazione. Il nuovo governo ha in cantiere e sta
realizzando importanti riforme e azioni di politica interna ed estera.
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