Dott.ssa Laura Bedin Psicologa e Psicoterapeuta presso - Studi Medici via Don Cesare Pellizzari, 150 Meolo (VE) - Studio di Psicologia Campiello del Duomo, 12 Oderzo (TV) Cell: 327.7867906 Email: [email protected] ALCUNI CHIARIMENTI….. L’ADHD fa parte dei BES- Bisogni Educativi Speciali. “La salute non è assenza di malattia, ma benessere bio-psicosociale…” Questo è il principio base del modello diagnostico ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento) dell’OMS. Da qui deriva il concetto di BES che fa riferimento all’area dello svantaggio scolastico che comprende problematiche diverse degli alunni (problemi biologici, corporei, contestuali e ambientali, sociali, di discriminazione e così via) in una certa fase della loro crescita, con continuità o per determinati periodi, e dunque richiedono una speciale attenzione a scuola in quanto queste condizioni creano una difficoltà di funzionamento educativo ed apprenditivo. “…Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socio-economico, linguistico e culturale” (Direttiva Ministeriale 27/12/2012, p.2) -psicofisico -sensoriale -motorio DISABILITA’ Legge 104/92 BES DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI SVANTAGGIO -DSA Legge 170/2010 -ADHD Circolare Ministeriale 4089/2010 -Disturbi Specifici di Linguaggio -Disprassia -Disturbo non verbale -Disturbo dello spettro autistico lieve -Funzionamento cognitivo limite -DOP -Socioeconomico -Linguistico (stranieri non alfabetizzati) -Culturale -Disagio comportamentale (aggressività, bullismo, uso di droghe…) /relazionale (collera, ansia, depressione…) -Altre difficoltà (malattie, traumi, difficoltà in ambito familiare…) “Fermo restando l’obbligo di presentazione delle certificazioni per l’esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e DSA, è compito doveroso dei Consigli di classe o dei teams dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi sia opportuno e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni” (Circolare Ministeriale n.8, 6 marzo 2013. pp. 2-3) Certificazione DISABILITA’ Legge 104/92 BES DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI SVANTAGGIO Diagnosi clinica presentata dalla famiglia e considerazioni pedagogiche e didattiche verbalizzate dal Consiglio di classe o team docenti Segnalazione sulla base di elementi oggettivi (es. segnalazioni dei servizi sociali) e/o considerazioni pedagogiche e didattiche e didattiche verbalizzate dal Consiglio di classe o dal team docenti PRECISAZIONE SULLE DIAGNOSI PRODOTTE DA UN PROFESSIONISTA PRIVATO E DALLE ULSS. COS’E’ IL DISTURBO DA DEFICIT DI TTENZIONE/ IPERATTIVITA’ (ADHD)? L’ADHD è un disturbo evolutivo dell'autocontrollo di origine neurobiologica che interferisce con il normale svolgimento delle comuni attività quotidiane: andare a scuola, giocare con i coetanei, convivere serenamente con i genitori e, in generale, inserirsi normalmente nella società. “Evidenze genetiche e neuro-radiologiche giustificano la definizione psicopatologica del disturbo quale disturbo neurobiologico della corteccia prefrontale e dei nuclei della base che si manifesta come alterazione dell’elaborazione delle risposte agli stimoli ambientali.” DIMENSIONI SINTOMATOLOGICHE CARDINE DELL’ADHD Deficit di attenzione Iperattività Impulsività CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELL’ADHD IMPULSIVITA’ DISATTENZIONE IPERATTIVITA’ ….COMPROMISSIONE PERVASIVITA’ DURATA DISATTENZIONE - Spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compito scolastici, sul lavoro, o in altre attività; - Spesso ha difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle attività di gioco; - Spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente; - Spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici, le incombenze, o i doveri sul posto di posto di lavoro (non a causa di comportamento oppositivo o di incapacità di capire le istruzioni); - Spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività; - Spesso evita, prova avversione, o è riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto (come i compiti a scuola o a casa); - Spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività (per esempio, giocattoli, compiti di scuola, matite, libri o strumenti); - Spesso è facilmente distratto da stimoli estranei; - Spesso è sbadato nelle attività quotidiane. IPERATTIVITA’ - Spesso muove con irrequietezza mani o piedi o si dimena sulla sedia ; - Spesso lascia il proprio posto a sedere in classe o in altre situazioni in cui ci si aspetti che resti seduto; - Spesso scorrazza e salta dovunque in modo eccessivo in situazioni in cui ciò è fuori luogo (negli adolescenti o negli adulti, ciò può limitarsi a sentimenti soggettivi di irrequietezza); - Spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti in modo tranquillo; - E’ spesso “sotto pressione” o agisce come se fosse “motorizzato”; - Spesso parla troppo. IMPULSIVITA’ - Spesso “spara” le risposte prima che le domande siano state completate; - Spesso ha difficoltà ad attendere il proprio turno; - Spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti. I 3 SOTTOTIPI SECONDO IL DSM-IV-TR - Disattento: prevalenza (6 su 9) di comportamenti disattenti. - Iperattivo: prevalenza (6 su 9) di comportamenti impulsivi-iperattivi - Combinato: comportamenti disattenti e impulsiviiperattivi in egual misura. SINTOMI E CRITERI DIAGNOSTICI SECONDO IL DSM-IV-TR A. Presenza persistente per almeno 6 mesi di 6 (o più) sintomi al punto 1 o 2 o in entrambi. 1. Disattenzione 2. Iperattività - Impulsività Alcuni dei sintomi di iperattività-impulsività o di disattenzione che causano compromissione erano presenti prima dei 7 anni di età. B. Una certa menomazione a seguito dei sintomi è presente in due o più contesti (ad esempio, a scuola - o al lavoro- e a casa). C. Deve esserci una evidente compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo. D. I sintomi non si manifestano esclusivamente durante il decorso di un disturbo generalizzato dello sviluppo, di schizofrenia o di un altro disturbo psicotico, e non risultano meglio attribuibili a un altro disturbo mentale (ad esempio, disturbo dell’umore, disturbo d’ansia, disturbo dissociativo o disturbo di personalità). QUANTI SONO I BAMBINI CON ADHD? Prevalenza ADHD (criteri DSM-IV-TR, APA) Stime Nord americane e Nord Europee:3 % Disturbo Ipercinetico (ICD-10, WHO) = tutte le tre aree compromesse Incidenza: 1 – 2 % (Swanson, 1998) Tre recenti ricerche italiane: stime tra il 3 e 5 % (Gallucci, 1997; Marzocchi 2000, De Meo, 2006) ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL’ADHD… - E’ più frequente nei maschi che nelle femmine con una rapporto di 3:1. - L’età di insorgenza è molto precoce. Si fa diagnosi dai 6 anni in poi, ma si possono avere evidenze della presenza del disturbo già dai 3 anni. FALSE CREDENZE SULL’ADHD - Il bambino ADHD non riesce a prestare attenzione a nulla. - Il bambino ADHD è sempre distratto e iperattivo. - Un bambino ADHD è dispettoso e si oppone sempre a quanto gli viene proposto. - I bambini ADHD sono maleducati. - L’ADHD scompare con l’età. QUAL E’ L’EZIOLOGIA DELL’ADHD? COMPONENTE INNATA • Studi di genetica • Neuroanatomia • • • • Neurofisiologia • • Neurochimica • • COMPONENTE APPRESA No regole e routine domestiche Ambiente caotico Atteggiamento frettoloso e impulsivo Mancato insegnamento del saper aspettare Esperienze negative per aver atteso Gratificazione della frettolosità “Come per altri disturbi è presumibile che i fattori genetici determino la predisposizione per il disturbo, mentre l’attivazione di tale predisposizione sia modulata anche da fattori ambientali” Douglas (1972) Identificò 4 deficit principali: 1. poco investimento e mantenimento dello sforzo; 2. deficit nella modulazione dell’attivazione; 3. difficoltà nel controllo degli impulsi; 4. scelta del rinforzo immediato piuttosto che differito. Problema di AUTOREGOLAZIONE. LA SUA CAPACITA’ DI CONCENTRAZIONE E DI ATTENZIONE SOSTENUTA IL BAMBINO NON RIESCE A REGOLARE: IL PERCORSO DI PIANIFICAZIONE E SOLUZIONE DEI PROBLEMI IL COMPORTAMENTO CON GLI ALTRI IL COMPORTAMENTO MOTORIO LA TENDENZA A DARE UNA RISPOSTA PRECIPITOSA E IMPULSIVA Ipotesi Neuropsicologiche Deficit di Inibizione determina compromissione alle Funzioni Esecutive (Barkley, 1997) - Deficit nelle Funzioni Esecutive determina difficoltà di mantenimento dello sforzo, dell’attivazione e dell’organizzazione della risposta (Sergeant e Van der Meere, 1988) - Il deficit Funzioni Esecutive è primario e mediato da una difficoltà nell’uso di strategie e di processi di controllo comportamentale (Shallice et al., 2002) - Il modello di Barkley (1997) Meccanismi di inibizione Working memory Autoregolazione dell’emozione Discorso interiorizzato comportamento comportamento Ricostruzione FUNZIONI ESECUTIVE Sistemi responsabili della pianificazione e del controllo del comportamento: - pianificare una sequenza di azioni e rappresentarsi un compito - mantenere attiva un’area di lavoro a livello mentale - guidare con flessibilità le risorse attentive, selezionare le informazioni rilevanti da considerare ed eventualmente da tenere in memoria - sensibilità ai feedback ambientali - inibire o posticipare una risposta EVOLUZIONE DEL DISTURBO DA DEFICIT D’ATTENZIONE/IPERATTIVITA’ - Spesso i primi problemi si manifestano a tre anni di età, con una evidente iperattività - Le difficoltà aumentano con l’ingresso nella scuola elementare in cui al bambino si richiede il rispetto di regole e prestazioni cognitive - Verso gli ultimi anni della scuola elementare l’iperattività motoria si attenua mentre può persistere l’impulsività e la disattenzione - Con l’ingresso nelle scuole medie alcuni bambini con ADHD sviluppano delle strategie di compensazione con cui riescono a colmare le difficoltà, sebbene persistano difficoltà di concentrazione soprattutto nello studio orale - In età adolescenziale e adulta possono perdurare difficoltà nelle relazioni sociali, incapacità a mantenere un lavoro, ad avere relazioni coniugali stabili. Permane anche una certa disorganizzazione nell’intraprendere azioni e fare scelte di vita. ADHD in età prescolare - Massimo grado di iperattività - Comportamenti aggressivi - Crisi di rabbia - Litigiosità, provocatorietà - Assenza di paura, condotte pericolose, incidenti - Disturbo del sonno ADHD in età scolare - Comparsa di sintomi cognitivi (disattenzione, impulsività) - Difficoltà scolastiche - Possibile riduzione della iperattività - Evitamento di compiti prolungati - Comportamento oppositivo-provocatorio ADHD in adolescenza Possibili evoluzioni - 35%: superamento dei sintomi, prestazioni scolastiche talvolta inferiori ai controlli. - 45%: permanenza della sindrome, frequente attenuazione della componente iperattiva, crescente compromissione emotiva (depressivo-ansiosa) e sociale - 20%: permanenza della sindrome, disturbi comportamentali di adattamento sociale - Disturbo dell’attenzione: difficoltà scolastiche, di organizzazione della vita quotidiana (programmazione) - Riduzione del comportamento iperattivo (sensazione soggettiva di instabilità) - Instabilità scolastica, lavorativa, relazionale - Condotte pericolose - Disturbi depressivo-ansiosi ADHD in età adulta - Difficoltà di organizzazione nel lavoro (strategie per il disturbo attentivo) - Intolleranza di vita sedentaria - Condotte rischiose - Rischio di marginalità sociale Bassa autostima, tendenza all’isolamento sociale, vulnerabilità psicopatologica ADHD e sintomi secondari - Iperattività motoria - Impulsività - Inattenzione 1. Difficoltà relazionali 2. Difficoltà scolastiche 3. Bassa autostima 4. Disturbo del comportamento 1. Difficoltà relazionali - Emarginazione da parte dei coetanei - Scarse amicizie durature - Tendenza all’isolamento - Rapporti con bambini più piccoli o più instabili - Incapacità nel cogliere indici sociali non verbali 2. Difficoltà scolastiche - Rendimento inferiore alle potenzialità cognitive - Disturbo attentivo - Disturbo nella memoria sequenziale - Stile cognitivo impulsivo - Deficit di controllo delle risorse cognitive - Effetto sul piano emotivo-comportamentale 3. Bassa autostima - Demoralizzazione - Scarsa fiducia in sé stessi - Solitudine - Sentimenti abbandonici - Inadeguatezza per rimproveri, rifiuto sociale, insuccesso scolastico, sportivo, ecc. - Rischio di un disturbo depressivo, ansioso, comportamentale 4. Disturbo del comportamento - Comportamento negativista e provocatorio - Crisi di collera - Comportamento arrabbiato o rancoroso - Comportamento dispettoso o vendicativo - Frequenti litigi con gli adulti - Incapacità di rispettare le regole - Accusare gli altri per i propri errori - Sistematica violazione delle regole sociali - Aggressioni a persone o animali - Distruzione di proprietà - Frode o furto La comorbilità (associazione con altri Disturbi) condiziona l’espressività clinica, la gravità, la prognosi, il trattamento. Di seguito i principali Disturbi associati all’ADHD… Disturbo Oppositivo Provocatorio Una modalità di comportamento negativistico, ostile, e provocatorio che dura da almeno 6 mesi, durante i quali sono stati presenti 4 (o più) dei seguenti: 1) spesso va in collera 2) spesso litiga con gli adulti 3) spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare la/le richieste o regole degli adulti 4) spesso irrita deliberatamente le persone 5) spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo comportamento 6) è spesso suscettibile o facilmente irritato dagli altri 7) è spesso arrabbiato e rancoroso 8) è spesso dispettoso e vendicativo Disturbo d’Ansia Generalizzato A. Ansia e preoccupazione eccessive (attesa apprensiva), che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, a riguardo di una quantità di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche). B. La persona ha difficoltà nel controllare la preoccupazione. C. L'ansia e la preoccupazione sono associate con tre (o più) dei sei sintomi seguenti (con almeno alcuni sintomi presenti per la maggior parte dei giorni negli ultimi 6 mesi). Nota Nei bambini è richiesto solo un item. 1) 2) 3) 4) 5) 6) irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle facile affaticabilità difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria irritabilità tensione muscolare alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, o sonno inquieto e insoddisfacente) Disturbi dell’Apprendimento Dislessia L’associazione del Disturbo della lettura con l’ADHD dipende dal sottotipo: ADHD- sottotipo combinato 18% ADHD- sottotipo inattentivo 26% ADHD- qualsiasi sottotipo 37% Discalculia - Nei bambini l’associazione tra discalculia e dislessia è del 17% mentre è del 26% tra discalculia e ADHD - Il 20% dei ragazzi con ADHD soffre di discalculia - I bambini con la doppia diagnosi di discalculia e dislessia hanno una maggiore compromissione nelle abilità aritmetiche e un risultato complessivamente peggiore nei test neuropsicologici rispetto ai bambini affetti solamente da discalculia o da discalculia ed ADHD Disturbo della condotta Una modalità di comportamento ripetitiva ed persistente in cui i diritti fondamentali degli altri o le principali norme o regole societarie appropriate per l'età vengono violati, come manifestato dalla presenza di tre (o più) dei seguenti criteri nei 12 mesi precedenti, con almeno un criterio presente negli ultimi 6 mesi: Aggressioni a persone o animali 1) spesso fa il prepotente, minaccia, o intimorisce gli altri 2) spesso dà inizio a colluttazioni fisiche 3) ha usato un'arma che può causare seri danni fisici ad altri (per es., un bastone, una barra, una bottiglia rotta, un coltello, una pistola) 4) è stato fisicamente crudele con le persone 5) è stato fisicamente crudele con gli animali 6) ha rubato affrontando la vittima (per es., aggressione, scippo, estorsione, rapina a mano armata) 7) ha forzato qualcuno ad attività sessuali. Distruzione della proprietà 8) ha deliberatamente appiccato il fuoco con l'intenzione di causare seri danni 9) ha deliberatamente distrutto proprietà altrui (in modo diverso dall'appiccare il fuoco). Frode o furto 10) è penetrato in un edificio, un domicilio, o una automobile altrui 11) spesso mente per ottenere vantaggi o favori o per evitare obblighi (cioè, raggira gli altri) 12) ha rubato articoli di valore senza affrontare la vittima (per es., furto nei negozi, ma senza scasso; falsificazioni). inizio prima dei 13 anni di età. Gravi violazioni di regole 13) spesso trascorre fuori la notte nonostante le proibizioni dei genitori, con inizio prima dei 13 anni di età 14) è fuggito da casa di notte almeno due volte mentre viveva a casa dei genitori o di chi ne faceva le veci (o una volta senza ritornare per un lungo periodo) 15) marina spesso la scuola, con L'anomalia del comportamento causa compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico, o lavorativo. TIPICO ADHD? 1.Ha difficoltà a prendere decisioni ALTRO 2.Spara le risposte prima che le domande siano terminate TIPICO 3.Ha difficoltà ad attendere il proprio turno TIPICO 4.Fa il prepotente, minaccia, intimorisce gli altri ALTRO 5.Ha difficoltà a sviluppare relazioni con i coetanei ALTRO 6.Manifesta una grande stima di sé, enfatizzando spesso le sue capacità ALTRO 7.Evidenzia un bisogno continuo di parlare ALTRO 8.Interrompe gli altri mentre sono impegnati in attività o conversazioni TIPICO 9.Non porta a termine i compiti scolastici TIPICO 10.Non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente TIPICO 11.E’ sbadato nelle attività quotidiane TIPICO 12.Ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti in modo tranquillo TIPICO 13.E’ vendicativo e porta rancore ALTRO 14.Ha difficoltà ad attendere il proprio turno TIPICO 15.E’ disturbato dagli stimoli esterni ALTRO 16.Si nota la mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie e interessi ALTRO 17.Non riesce a prestare attenzione ai Particolari TIPICO 18.Litiga apertamente con gli adulti ALTRO 19.Muove con irrequietezza mani o piedi e si dimena sulla sedia TIPICO 20.E’ facilmente distratto dagli stimoli esterni TIPICO 21.Ha difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti fino alla fine TIPICO 22.E’ in difficoltà nel riconoscere o identificarsi con i sentimenti altrui ALTRO 23.Richiede continua ammirazione per ciò che fa ALTRO 24.Lascia spesso le cose in disordine TIPICO 25.Accusa gli altri per i propri errori ALTRO 26.Non è in grado di utilizzare alcuni comportamenti non verbali nell’interazione ALTRO 27.Raggira gli altri per ottenere favori ALTRO 28.Si dimostra irrequieto di fronte a situazioni o compiti nuovi ALTRO 29.Perde e/o dimentica gli oggetti necessari per i compiti o le attività TIPICO 30.E’ riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo protratto TIPICO 31.Crede di essere speciale e unico ALTRO 32.Oscilla tra vissuti di inadeguatezza e altri di eccessiva stima nelle proprie capacità ALTRO 33.Presenta persistente riluttanza o rifiuto di andare a scuola ALTRO 34.E’ spesso irritabile e affaticabile ALTRO 35.Ha difficoltà ad organizzarsi nei compiti o nelle attività TIPICO 36.E’ intollerante di fronte ai no o alle frustrazioni ALTRO 37.Si alza dal proprio posto spesso, sia a scuola che a casa TIPICO 38.Passa da un gioco all’altro senza soffermarsi su nessuno TIPICO 39.Chiede insistentemente le cose anche se gli vengono negate ALTRO 40.E’ sensibile alle gratificazioni sia verbali che materiali TIPICO 41.Ha un rendimento scolastico da sempre insufficiente ALTRO 42.Sfida e irrita deliberatamente le persone ALTRO DUNQUE Una diagnosi corretta, e possibilmente quanto piu’ precoce possibile, è indispensabile sia per la riduzione delle probabilità di evoluzione in problematiche più severe, che per la definizione di un intervento specifico e funzionale. La valutazione diagnostica dell’ADHD - Il colloquio con genitori e bambino. - L’osservazione. -La somministrazione di questionari(valutazione neuropsicologica, cognitiva). test e Il colloquio con... Genitori anamnesi raccolta dati; vissuti dei genitori; esemplificazione di situazioniproblema; Bambino idee del bambino circa la figura del clinico; consapevolezza e vissuti del problema; eventuali attribuzioni di cause. L’ Osservazione L’osservazione a casa (i genitori) L’osservazione a scuola (insegnanti e/o psicologo) Il contesto strutturato del rapporto “uno a uno” Le scale di valutazione SCALA IPDAI, individua la presenza di predittori per Disturbi Specifici dell’Apprendimento e ADHD. Si usa per la scuola materna. SCALA SDAI, individua la frequenza di comportamenti disfunzionali tipici dell’ADHD. Si usa prevalentemente per la scuola primaria. SCALA CONNERS, individua la frequenza di comportamenti disfunzionali tipici dell’ADHD. Si usa prevalentemente per la scuola secondaria di I°grado. Dunque da un’attenta valutazione diagnostica si evincono i settori problematici per il trattamento: Ragazzo Ragazzo Irrequietezza Irrequietezza interiore interiore Impulsività Impulsività Disturbi Disturbi associati associati Deficit Deficit funzionale funzionale Problemi Problemi genitoriali, genitoriali, mancanza mancanza di di controllo, controllo, problemi problemi relazionali relazionali Famiglia Famiglia Scuola Scuola Coetanei Coetanei Carico Carico per per la la famiglia, famiglia, problemi problemi di di salute salute mentale mentale dei dei genitori genitori Difficoltà Difficoltà di di apprendimento apprendimento ee insuccesso insuccesso scolastico scolastico Rapporto Rapporto negativo negativo insegnante-studente insegnante-studente Relazioni Relazioni interpersonali interpersonali negative negative con con ii coetanei coetanei Richiede un intervento multimodale Sulla base di tali problematiche, l’intervento multimodale consiste: Psicoeducazione Psicoeducazione Sul Sul paziente paziente Farmacoterapia Farmacoterapia Terapia Terapia cognitivo-comportamentale cognitivo-comportamentale Sui Sui genitori genitori Sulla Sulla scuola scuola Aiuto Aiuto psicoeducativo psicoeducativo Parent Parent training training Azione Azione educativa educativa condivisa condivisa Interventi Interventi comportamentali comportamentali NORMATIVA NAZIONALE ADHD Si fa riferimento alla Circolare Ministeriale N. 4089 del 15.06.2010. Gli ADHD sono compresi nei BES per cui è consigliata la stesura del Piano Didattico Personalizzato dell’alunno con tale disturbo. L’intervento a scuola per il bambino con ADHD 1. Approccio psicoeducativo comportamentale 2. Insegnare al bambino con ADHD 3. L’approccio metacognitivo 4. La gestione dello stress dell’insegnante 1. L’approccio psicoeducativo comportamentale Interventi basati sugli antecedenti Interventi basati sulle conseguenze positive Interventi basati sulle conseguenze negative Strategie avanzate Interventi basati sugli antecedenti: Significa intervenire prima che il problema si presenti in quanto i bambini con ADHD spesso hanno una scarsa capacità di prevedere le conseguenze gli insegnanti possono intervenire aiutando il bambino a prevedere le conseguenze di determinati eventi prima di agire: così si incrementeranno i comportamenti adeguati alle situazioni e il bambino potrà scegliere con più obiettività quali conseguenze affrontare. La capacità di prevedere le conseguenze del proprio agire può essere favorita dall’adulto attraverso varie strategie: Offrire informazioni di ritorno al bambino: spiegare la bambino perché si sia verificata una determinata conseguenza dando chiare indicazioni sul grado di correttezza o meno del suo comportamento Instaurare delle routine: tutte le regolarità e le scadenze prestabilite forniscono al bambino una cornice di supporto nella comprensione di ciò che accade intorno a lui. Gli avvenimenti che si ripetono sistematicamente aiutano il bambino a tenere presente i suoi impegni e a pianificare i suoi tempi, in quanto rendono più strutturato e prevedibile il tempo Stabilire delle regole: avere regole chiare e conosciute da tutti aiuta il bambino a organizzare i propri spazi e tempi e a sapere in anticipo quali azioni siano da considerarsi fuori dalle norme stabilite. Dunque si ottiene un contesto facilitante attraverso: - Le routine Le regole L’organizzazione della classe L’organizzazione dei tempi di lavoro L’organizzazione del materiale Attività pianificate nel tempo libero LE ROUTINE • ingresso in classe • disposizione in fila • inizio lezione • presentazione delle attività e i relativi tempi di lavoro • pause concordate • attività ricreative stabilite a priori (ad es. vincolate dal giorno della settimana) • dettatura dei compiti ad orario stabilito • routine di saluto LE REGOLE - Porre delle regole chiare all’interno della classe è necessario per regolare le interazioni fra pari e con gli adulti. - Perché siano efficaci è necessario che siano condivise: è buona prassi discutere con i bambini le regole da ratificare, dando loro la possibilità di approvarle o modificarle - Devono essere proposizioni positive, non divieti - Devono essere semplici, espresse chiaramente - Devono descrivere le azioni in modo operativo - Dovrebbero usare simboli pittorici colorati - Devono essere poche (3-4 al massimo) e sintetiche Le regole andranno poi trascritte su un cartellone Il cartellone delle regole NO • Non si deve parlare senza aver alzato la mano per chiedere la parola • Non si corre nei corridoi durante la ricreazione • Per uscire bisogna essere in fila per due, ed essere tutti pronti • Bisogna aver cura delle piante della classe SI Quando vuoi parlare ricordati di alzare la mano Cammina lentamente Preparati in fila al suono della campana || Usciamo tutti in fila per due Ricordati di bagnare le piante L’ORGANIZZAZIONE DELLA CLASSE I banchi • Vedete il bambino? • E’ facilmente raggiungibile? • E’ favorito lo scambio di sguardo insegnantebambino? • Ha compagni a lui vicini? • Se sì, sono compagni tranquilli o piuttosto vivaci? • Se un bambino si alza per qualche motivo, quanti bambini possono essere disturbati o coinvolti? • E’ corretta la posizione delle fonti di luce? • Quanti bambini guardano direttamente fuori dalle finestre? • Ogni bambino, quanti bambini osserva dal suo posto? ATTENZIONE AI DISTRATTORI…. • • • • • Cartelloni Cestino Porta Finestre Orologio (utile per segnare i tempi di lavoro da apporre non all’interno della loro abituale visuale) • Compagni vivaci • Armadi…… L’ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI LAVORO - I bambini ADHD sono particolarmente poco abili nel fare stime realistiche di grandezza, tempi, quantità, difficoltà - Aiutarli a lavorare con tempi stabiliti significa aiutarli a valutare meglio e quindi ad essere più efficaci nel pianificare e organizzare il lavoro. - All’inizio è preferibile che sia l’insegnante a fornire indicazioni sul tempo di svolgimento dei compiti assegnati; in seguito, quando i bambini si saranno abituati a includere la variabile tempo nella pianificazione del proprio agire, chiedere loro, sotto forma di gioco . “Quanto tempo serve per…?” Importante l’uso di simboli pittorici Facile Alla mia portata Difficile ☺ ☺ Strutturazione del compito Poco tempo Tempo Medio Molto tempo ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE - Può essere utile appendere in aula un cartellone del materiale, avendo cura di assegnare ai quaderni delle varie materie una copertina di colore diverso, ed uno delle materie giornaliere. - All’inizio dell’anno scolastico si può preparare uno schema del materiale necessario per ogni materia, in forma di cartellone o tabella da apporre sul diario di ogni bambino. - Per i bambini che dimenticano i materiali è possibile impostare una strategia specifica che comprenda l’uso di materiale visivo, l’introduzione di routine finalizzate, l’applicazione di un sistema a punti. Vediamo i passaggi necessari all’impostazione della procedura - Impostare con il bambino un accordo basato su un sistema a punti o su uno schema di gratificazione da riconvertire in premi materiali o privilegi - Preparare schede ritagliabili con piccole illustrazioni del materiale, uguali a quelle del cartellone - Ad un’ora prestabilita della mattinata - far leggere il cartellone per il giorno dopo - fare elencare il materiale necessario per il lavoro in ogni materia - chiedere di incollare sul diario per il giorno dopo le figurine del materiale scolastico così individuato - ogni mattina, all’inizio della lezione o in altro momento prestabilito, verificare la presenza del materiale e applicare la procedura di gratificazione o di costo della risposta. ATTIVITA’ PIANIFICATE NEL TEMPO LIBERO Il comportamento del bambino con ADHD è fortemente influenzato dalla situazione in cui si trova…le situazioni scatenanti rispetto a comportamenti problematici sono tutti quei momenti di vita scolastica in cui non si hanno del tutto chiari i ruoli, le regole come durante l’intervallo, il passaggio da un luogo ad un altro, inizio e fine della lezione e la mensa necessità di usare regole e attività strutturate e PREVEDIBILI anche in quei momenti Durante l’intervallo… Cartellone con regole specifiche per questo ambito (sempre concordate con i bambini) Proposte ludiche strutturate, diverse con anche uso del calendario (MAI vietare l’intervallo al bambino) Finita l’attività…decompressione allo scopo di ridurre la fase di eccitazione. Si può far chiacchierare il bambino col compagno seduto al banco, mettere in ordine i banchi… Durante il passaggio da un luogo ad un altro… Regole definite per questo momento ricordargliele Evitare che avvenga precipitosamente ciò crea eccitazione motoria Per l’inizio e fine lezione… Importanza di fissare una routine per iniziare la lezione e per la fine: no fretta affinchè riesca a scrivere i compiti e non dimentichi il materiale Per la mensa… Stabilire ruoli ben definiti a turno Premiare un certo comportamento alimentare o una condotta adeguata mediante sistema a punti che coinvolge la classe, in vista di un “premio mensa” (piccoli oggetti come regali delle merendine, figurine…) per i ragazzi più grandi minuti in più di computer… Interventi basati sulle conseguenze positive Uso del rinforzo vari studi hanno evidenziato che le conseguenze positive immediate, frequenti e variate hanno un impatto notevole sugli alunni con ADHD. Fasi per gratificare adeguatamente: 1. Identificare i rinforzi: osservare il bambino e/o somministrare il Questionario sulle preferenze personali. Esempi di rinforzi efficaci a scuola: Bambini: andare in biblioteca, scegliere dove sedersi, raccontare qualcosa a tutta la classe, fare l’aiutante dell’insegnante, ricevere una telefonata da un genitore… Adolescenti: essere nominato capoclasse, essere lasciato libero di uscire prima dalla classe, dare un suggerimento per il lavoro a casa… 2.Uso strategico del rinforzo: usare rinforzi simbolici non sempre quelli tangibili, usare rinforzi sociali (sorrisi, incoraggiamenti a bassa o alta voce a seconda del soggetto) senza aggiungere una critica e spesso accompagnarli da un rinforzo affettivo (tocco sulla spalla) o concessione di un privilegio 3.Accorgimenti nell’uso dei rinforzi: mettere in evidenza che giustizia non è trattare tutti i bambini allo stesso modo MA dare ad ogni bambino ciò di cui ha bisogno. Devono essere vari, frequenti ed immediati. Obiettivo è diminuire gradualmente la modalità di rinforzo nel momento in cui un comportamento è divenuto sufficientemente stabile (da incentivo estrinseco ad intrinseco) Interventi basati sulle conseguenze negative Ignorare pianificato Conseguenze logiche Rimproveri IGNORARE PIANIFICATO Ignorare sistematicamente un comportamento indesiderabile da parte dell’insegnante e, se determinante, da parte anche dei compagni incoraggiandoli. NON va usato per comportamenti pericolosi o altamente disturbanti per la classe. CONSEGUENZE LOGICHE Le conseguenze sono DIRETTAMENTE collegate al comportamento scorretto, a differenza delle normali punizioni. E’ necessario rendere l’alunno consapevole del fatto che ogni azione ha la sua diretta conseguenza con es. tipo “se non rispetti il regolamento quando giochi a calcio sarai espulso dalla partita…” Sviluppo della RESPONSABILITA’ PERSONALE RIMPROVERI Per la maggior parte dei bambini sono efficaci MA cautela per l’alunno con ADHD più efficaci i rimproveri privati di quelli pubblici. Deve essere centrato sul comportamento senza svalutare il bambino; è suddiviso in 4 fasi: - Descrizione del comportamento indesiderato - Spiegazione del perché sia indesiderato - Suggerimento di un comportamento alternativo - Indicazione del vantaggio che deriva dal comportamento alternativo Strategie avanzate Analisi funzionale e token economy Time out: interrompere un comportamento gravemente negativo (picchiare, mordere, dar calci, urlare…) facendo sedere il bambino sulla sedia, ignorandolo. OSSERVAZIONE E ANALISI FUNZIONALE DEL COMPORTAMENTO • Fase 1: – Osservazione non strutturata per la creazione di un inventario di comportamenti negativi che l’insegnante si proporrà di modificare • Fase 2: – Selezione ed identificazione dei comportamenti oggetto dell’osservazione (Si allontana dal posto, parla ad alta voce, non porta a termine il lavoro, si oppone a richieste verbali, aggredisce oggetti e compagni) • Fase 3: – Costruzione di due griglie per l’osservazione strutturata che analizzino i comportamenti al fine di identificare: • • Antecedenti e conseguenze per ogni comportamento emesso Frequenza e distribuzione di emissione dei comportamenti della giornata • Fase 4: – Riflessione sui dati raccolti al fine di ottenere indicazioni su: • • Probabili fattori scatenanti Probabili fattori di rinforzo • Fase 5: – Sviluppo dell’intervento allo scopo di: • • Anticipare il verificarsi di comportamenti problematici Ridurre o eliminare le risposte dell’ambiente che rinforzano l’emissione dei comportamenti problematici • Fase 6: – Verifica dei risultati ottenuti mediante le stesse griglie di osservazione Pre-osservazione dei comportamenti negativi Lunedì Martedì Mercoledì .......................... .......................... .......................... .......................... .......................... .......................... .......................... .......................... .......................... Giovedì Venerdì Sabato .......................... .......................... .......................... .......................... .......................... .......................... .......................... .......................... .......................... Classi comportamentali a cui ricondurre i singoli comportamenti problema: SI ALLONTANA DAL PROPRIO POSTO PARLA AD ALTA VOCE AGGREDISCE I COMPAGNI/LE LORO COSE NON PORTA A TERMINE IL LAVORO INTERROMPE/DISTURBA LA LEZIONE SI OPPONE/RIFIUTA RICHIESTE VERBALISI OPPONE/RIFIUTA REGOLE Griglie di osservazione Comp. Problema Antecedente Giorno 1 1^ ora 2^ ora 3^ ora Risposta ambientale Giorno 2 Giorno 3 Conseguenze Giorno 4 IL CASO DI PAOLO La richiesta di intervento per un bambino che ha gravi difficoltà di attenzione assieme a una ancor più problematica iperattività, giunge al Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’ULSS di appartenenza su richiesta delle insegnanti di una classe seconda. Al colloquio dello psicologo con loro, queste ultime lamentano la situazione insostenibile che si è venuta a creare nella loro classe a causa del comportamento di un bambino che sembra far di tutto per rendere loro la vita impossibile. Non sembra interessato alle lezioni tanto che distoglie quasi subito l’attenzione per alzarsi o mettersi a giocare; svolge solo saltuariamente i compiti e generalmente in modo inaccurato e parziale; inoltre, non segue le principali regole della classe, inventandosene altre “tutte sue”. Anche i compagni ne sembrano disturbati, tanto che i rispettivi genitori hanno cominciato a lamentarsi per il timore che tali atteggiamenti possano da un lato fungere da modello negativo per i propri figli, dall’altro rallentare il programma scolastico. Le insegnanti sono molto infastidite soprattutto dall’atteggiamento di Paolo, che definiscono irritante per quel suo costante disinteresse verso tutto ciò che esse propongono. Si dimostrano inoltre preoccupate per la comparsa di comportamenti aggressivi nei confronti dei compagni di classe, sia durante le lezioni che durante l’intervallo e temono che prima o poi la situazione possa degenerare. Il rendimento scolastico naturalmente è insufficiente, anche se il bambino sembra più portato per la matematica, dove perlomeno, inizialmente accoglie le attività proposte. In effetti, sostengono le insegnanti, se qualcuno gli si mette accanto e lo segue personalmente, Paolo riesce a fare qualche cosa di più, ma la presenza di certi suoi comportamenti disturbanti, inopportuni e a volte aggressivi fanno perdere la voglia di aiutarlo. Se interrogato rispetto ai motivi che lo spingono a comportarsi in questo modo, a non terminare mai i compiti, a disinteressarsi di tutto, egli non sa rispondere (o, le insegnanti si domandano, forse non vuole), per poi mettere il broncio e stare per conto suo. In effetti, esse sostengono, un’altra sua caratteristica è l’oscillare spesso da uno stato emotivo (es. euforia) all’altro (tristezza, desiderio di isolamento). All’inizio esse riprendevano ogni suo comportamento, poi però hanno “gettato la spugna” perché sembrava non servisse comunque a niente. PRE-OSSERVAZIONE: INVENTARIO DEI COMPORTAMENTI NEGATIVI • • • • • LUNEDI non vuole sedersi subito quando inizia la lezione copia solo una parte del testo alla lavagna tira i capelli di una bambina lancia la gomma contro un compagno si alza e saltella si alza per guardare i disegni alla parete MARTEDI non ha portato i compiti per casa di storia non vuole finire l’esercizio si alza ed esce dalla classe senza chiedere sbuffa e si lamenta quando l’ins. gli toglie un giochino dal banco tamburella rumorosamente con la penna sul banco non rispetta la fila in mensa urla MERCOLEDI interrompe spesso con domande dice che è stanco e abbandona il compito si alza dal banco e corre per la classe ignora la richiesta di tornare a sedersi GIOVEDI VENERDI SABATO •fatica a mettere sul banco non risponde alla corre tra i banchi e non il materiale appropriato domanda dell’insegnante prende posizione all’inizio della lez. •gira tra i banchi si alza e gira tra i banchi urla per parlare •non vuole fare l’esercizio ridacchia e prende in giro non rispetta il proprio turno dice che è stanco una compagna e ruolo (puzzle) •borbotta cose tra sé smette di lavorare stropiccia il puzzle di dicendo che è difficile un compagno stringe le braccia di un compagno si allontana dal gruppo e cammina per conto suo rimane con la testa e le braccia sul banco senza seguire SELEZIONE ED IDENTIFICAZIONE DEI COMPORTAMENTI OGGETTO DI OSSERVAZIONE Si allontana dal proprio posto (colore blu) X X X X X X X X Parla ad alta voce (colore rosa) X X Aggredisce i compagni/le loro cose (colore rosso) X X X X X Non porta a termine il lavoro (colore nero) X X X X X Interrompe/disturba la lezione (colore giallo) X Si oppone/rifiuta richieste verbali (colore verde) X X X Si oppone/rifiuta regole (colore grigio) X X X X X X OSSERVAZIONI •NETTA PREVALENZA DI COMPORTAMENTI DISTURBANTI DURANTE LE LEZIONI DI ITALIANO E STORIA •TENDENZA AD EMETTERE COMPORTAMENTI NEGATIVI IN PROSSIMITA’ DELL’INTERVALLO E DELLA FINE DELLE LEZIONI NELLO SPECIFICO: EMISSIONE DI COMPORTAMENTI PROBLEMATICI PREVALENTEMENTE QUANDO: L’ATTENZIONE DELL’INSEGNANTE E’ RIVOLTA ALTROVE O IL BAMBINO NON PUO’ ESSERE CONTROLLATO/MONITORATO DIRETTAMENTE VI SONO SITUAZIONI DISORGANIZZATE (ES. CAMBIO DI LEZIONE, PIU’ PERSONE IN PIEDI….) VI E’ UNA SPIEGAZIONE TROPPO PROTRATTA O VEROSIMILMENTE POCO CHIARA IL BABINO VAGA PER LA CLASSE O NON E’ IMPEGNATO •INIBIZIONE DEL COMPORTAMENTO PROBLEMA QUANDO: IL BAMBINO VIENE PUNTUALMENTE RIPRESO ED IL COMP. “BLOCCATO SUL NASCERE” VENGONO FORNITE INDICAZIONI SPECIFICHE RISPETTO A QUANTO CI SI ASPETTA DA LUI VIENE GRATIFICATO CI SI ASSICURA DEL LIVELLO DI COMPRENSIONE LE ASPETTATIVE NEI SUOI CONFRONTI SONO POSITIVE Quindi è importante • Fare una scelta accurata di quali siano i comportamenti che richiedano un intervento • Condurre, a tal fine, numerose e sistematiche osservazioni • Porsi nell’ottica di incrementare la comparsa di comportamenti corretti • Usare l’anticipazione, ricordando al bambino, prima delle attività, quale comportamento gli viene richiesto. LA TOKEN ECONOMY • Il bambino può guadagnare o perdere punti (o gettoni) in base alla correttezza del suo comportamento • I punti vengono poi convertiti in gratificazioni tangibili con ritmo giornaliero, settimanale o sulla base di un punteggio criteriale (“raggiungendo 50 punti otterrai…”) • I punti possono essere erogati dalla scuola oppure ci può essere una forma di collaborazione tra scuola e famiglia. I passi per costruire un sistema a punti sono: • Osservazione del comportamento del bambino per individuare i comportamenti adeguati e i non adeguati • Scelta delle azioni obiettivo • Scegliere il metodo per calcolare il punteggio(stelline, smile, gettoni…) • Giusta corrispondenza tra punti e obiettivo: azioni più impegnative devono essere convertite in cifre suoperiori e comportamenti complessi possono essere suddivisi in sotto-traguardi • Selezione dei premi: deve essere concordata con l’alunno ed eventualmente con la famiglia; possono riguardare azioni, oggetti… • Accanto al guadagno, utilizzare parallelamente una strategia tipo costo della risposta che porta alla perdita anche di punti IL COSTO DELLA RISPOSTA E’ una procedura che prevede che il bambino perda un privilegio a seguito di un comportamento inadeguato. Va applicata per comportamenti non gravi. Deve essere: Proporzionale all’azione inadeguata Corredato da informazioni chiare circa il comportamento del bambino Controllabile nella sua applicazione Comunicato in anticipo al bambino o concordato con lui Inevitabile e non flessibile nella sua applicazione. I CONTRATTI COMPORTAMENTALI La gratificazione a punti con il costo della risposta possono essere sanciti da un contratto comportamentale tra insegnante e bambino al fine di esplicitare i termini da rispettare Io sottoscritto e i miei insegnanti facciamo il seguente patto: ogni volta che io riuscirò a fare una delle cose indicate in questo contratto, riceverò dei punti da utilizzare a fine giornata. Posso guadagnare i seguenti punti ogni volta che: completo 2 schede di lavoro assegnate dalla maestra nelle ore di italiano (4 PUNTI) porto a scuola tutti i compiti scritti assegnati per la giornata (3 PUNTI) ho in cartella tutto il materiale scolastico per la lezione del giorno (2 PUNTI) Posso perdere i punti ogni volta che: non completo 2 schede di lavoro assegnate dalla maestra nelle ore di italiano (4 PUNTI) non porto a scuola tutti i compiti scritti assegnati per la giornata (3 PUNTI) non ho in cartella tutto il materiale scolastico per la lezione del giorno (2 PUNTI) Ogni giorno potrò scegliere uno dei seguenti premi a seconda dei punti accumulati: fare un disegno libero gli ultimi 15 minuti di lezione (9 PUNTI) giocare 15 minuti al computer dopo la mensa (7 PUNTI) aiutare la maestra a distribuire delle fotocopie (6 PUNTI) ricevere delle figurine colorate (5 PUNTI) scegliere una gommina a forma di animaletto (4 PUNTI) avere un timbro sul diario con il sorriso (3 PUNTI) distribuire le schede ai compagni (2 PUNTI) Dichiaro che cercherò di onorare questo contratto con il massimo impegno Data…………….. Firme Alunno……………………. Insegnanti……………….. 2. Insegnare al bambino con ADHD Adattare la didattica Lavorare su fattori specifici del disturbo Struttura della lezione Problemi relativi ai compiti per casa ADATTARE LA DIDATTICA Brevità: esercizi brevi e frequenti Varietà: varietà di materiali per non far decrescere l’interesse apprendimento cooperativo Struttura: routine costanti con regole e conseguenze ben specificate PDP o strategie non formalizzate basate su una metodologia diversa, NO compensazione o dispensa LAVORARE SU FATTORI SPECIFICI DEL DISTURBO Difficoltà a mantenere l’attenzione nel tempo: stima attentiva dell’alunno e di conseguenza confrontarlo con il tempo necessario per il compito con l’obiettivo di suddividere in brevi sequenze i compiti più lunghi. Mano a mano aumentare la tenuta attentiva Difficoltà a porre attenzione alle consegne: far rileggere la consegna all’alunno ADHD e fargliela ripetere con parole proprie. Fargli sottolineare con un pennarello le parti più importanti o costruire un piano di azione per punti Impulsività e scarsa pianificazione: per l’impulsività ignorare le risposte date con questo stile e gratificare chi esegue riflettendo. Stabilire procedure fisse di pianificazione del compito (le 5 fasi per le autoistruzioni verbali) Procedure di controllo poco efficaci: il bambino con ADHD non riesce spesso ad applicare procedure di controllo del proprio livello attentivo concordare segnali con l’insegnante che fungano da richiamo all’attenzione (toccare il suo banco, avvicinarsi a lui...) STRUTTURA DELLA LEZIONE Ordine degli argomenti Tempi di lavoro Argomento stimolante (figure, audiovisivi e tanti colori) Uso del computer a piccoli gruppi con software che contengono feedback Uso di domande Utilizzo dei nomi degli alunni Esplicitare le procedure Usare un tono di voce variato, vivace Alternare compiti attivi e passivi Favorire la partecipazione attiva (secondo le regole di comportamento) Chiarire i tempi di lavoro e la difficoltà, i materiali da usare PROBLEMI RELATIVI AI COMPITI PER CASA Scrittura dei compiti: no diari normali, troppe distrazioni. Lasciarglielo portare a scuola ma usare per scrivere i compiti un quaderno semplice. Aiuto dell’insegnante se non riesce a scrivere completamente o uso del registratore finchè non diventa autonomo Per dimenticanze di quaderno per i compiti e/o materiale scolastico si usano le procedure comportamentali prima citate Dividere in sotto-unità un compito lungo 4. L’approccio metacognitivo Problem solving Autostima Attribuzioni Gestione delle emozioni IL PROBLEM SOLVING Processo attraverso il quale si cerca di definire e raggiungere il proprio obiettivo attraverso delle fasi. Il bambino con ADHD è deficitario nell’attuare il processo di pianificazione ma tale modo di procedere può essere insegnato agli studenti se l’insegnante si propone come modello attivo nella soluzione dei problemi attingendo a problemi che emergono in classe e che vanno risolti. I passaggi della pianificazione possono essere rappresentati in un cartellone per la classe IL LIVELLO DI AUTOSTIMA A causa delle incapacità autoregolative i bambini con ADHD vanno incontro a numerosi insuccessi, percependo un minor senso di competenza e raccogliendo frequenti disapprovazioni dall’adulto. L’insegnante può intervenire attraverso frequenti gratificazioni, evitando paragoni con altri alunni e facendo leva sui suoi punti di forza ed interessi. LE ATTRIBUZIONI Sono le cause che noi individuiamo per i nostri insuccessi o successi. Possono essere interne (attribuisco la causa degli eventi a me stesso) o esterne (attribuisco la causa degli eventi agli altri o al caso) Per impulsività il bambino con ADHD non valuta tutte le variabili in gioco e può compiere errori di attribuzione L’insegnante dovrebbe riconoscere tali attribuzioni e con esempi concreti correggere le attribuzioni errate, favorendo quelle funzionali: per le situazioni positive attribuire a sé il merito e per quelle negative decidere se è possibile correggere la situazione o impedire che si verifichi di nuovo. LA GESTIONE DELLE EMOZIONI Scarsa modulazione delle emozioni che si traduce nell’evidenziare stati emotivi eccessivi e non congrui con le situazioni che si creano. La scuola può educare all’espressione e all’autoregolazione delle emozioni attraverso esempi di problemi, modificando il modo con cui viene interpretato un evento. Utile “laboratorio delle abilità sociali” in cui verrebbero insegnate: le autoistruzioni - riconoscere gli aspetti non verbali della comunicazione - riconoscere le emozioni - come unirsi ad un gruppo - come fare e come rifiutare richieste 5. La gestione dello stress degli insegnanti Alcuni suggerimenti per ridurre e controllare lo stress emotivo che può insorgere di fronte alla gestione di comportamenti indesiderabili associati a iperattività, impulsività e oppositività: • Accettare il fatto che l’alunno iperattivo ha caratteristiche di natura costituzionale • Conoscere le caratteristiche del Disturbo ed i metodi d’intervento rende le cose più facili • Rendere chiara la comunicazione con l’alunno • Essere consapevoli delle situazioni che scatenano la crisi • Essere positivi • Utilizzare in modo adeguato e costante le tecniche psicoeducative comportamentali • Rimanere calmi in situazioni di crisi attraverso il rilassamento • Formare gruppi di supporto • Ricordarsi che non si è da soli! Importante è la collaborazione con i servizi del territorio che hanno il bambino in carico Se avessi la possibilità mi legherei le gambe con la carta igienica così starei ferma come gli altri… R., 10 anni Sento addosso una noia costante, ho sempre la necessità di fare qualcosa... F., 26 anni Mi ritrovo costretto a scrivere ogni tipo di impegno nei minimi dettagli, anche cose banali altrimenti le dimentico S, .19 anni Beh una cosa positiva dell’impulsività che ho, è che con mia moglie funziona: il vortice di parole con il quale la invado ogni volta la lascia sconvolta al punto che…mi dà ragione A., 44 anni Grazie per l’attenzione