Esperienze Quale marketing per la sanità? Le aziende ospedaliere oggi fanno marketing? E di che tipo, utilizzando che tipo di strumenti e di metodologie? I risultati di un’indagine dell’Istud su un campione di 13 primarie realtà sanitarie La diffusione del marketing in sanità Quando si affronta il tema del marketing applicato alla sanità, nel percepito dei professionisti sanitari e della popolazione la questione non si pone in modo neutrale, ma evoca reazioni ambivalenti che necessitano di essere approfondite. Che significa oggi la parola marketing nelle aziende ospedaliere? Si può affermare che queste “facciano marketing”? E, in caso affermativo, sono consapevoli di farlo? Quali sono gli strumenti maggiormente utilizzati? Si potrebbe ipotizzare un’apparen- Maria Giulia Marini, Responsabile Area Sanità dell’Istud 52 Management della Sanità te difficoltà nell’introduzione di principi dwi marketing in sanità. Le principali problematiche possono essere raggruppate in due categorie: questioni tecniche ed etiche. Dal punto di vista tecnico, la difficoltà più importante potrebbe essere rappresentata dal fatto che gli ospedali risentono di vincoli di natura legale e burocratica. Questi però sono stati in larga misura superati attraverso le riforme che hanno caratterizzato il SSN negli anni ’90 (in particolare con i D.Lgs 502/92, 517/93 e successive modifiche): in questo modo è stato legittimato anche in Italia lo sviluppo del marketing sanitario, in quanto il cittadino è libero di scegliere il luogo di cura e il proprio professionista curante. Dal punto di vista etico il problema non è ancora risolto. Il marketing evoca ancora una serie di resistenze ed equivoci culturali legati all’interpretazione del concetto di “mercato” e di “profitto”. Il marketing potrebbe essere visto come modo per fare pressione su un utente che, presumibilmente, è già in una situazione di disagio dovuto alla malattia. In ambito sanitario, si può verificare una profonda asimmetria informativa tra terapeuta e paziente: l’utente non è in grado di valutare quale sia la qualità intrinseca della prestazione e il ventaglio di possibili alternative a propria disposizione, quindi decide princi- Alessandro Radicati di Primeglio, Ricercatore Area Sanità dell’Istud palmente sulla base della fiducia, della notorietà, dell’accettabilità delle prescrizioni e, oggi, anche delle informazioni e servizi proposti in Internet. La particolarità del marketing sanitario è legata alla complessità del “prodotto-salute”, in quanto si tratta di un bisogno di tipo primario, che comporta un carico emozionale intenso e i cui benefici ricercati sono difficili da definire e valutare. Internet potenzia il ventaglio di strumenti a disposizione delle imprese per condurre azioni di marketing più efficaci e personalizzate. L’utilizzo del Web è effettivamente diffuso in ambito sanitario: quasi tutte le aziende ospedaliere giugno 2005 Le 13 aziende intervistate ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● Azienda Sanitaria Ospedaliera Molinette – Torino Istituto Clinico Humanitas – Rozzano (MI) Azienda Ospedaliera San Paolo – Milano Azienda Provinciale Servizi Sanitari – Provincia di Trento Ospedale Evangelico Internazionale – Genova Ospedale Privato DomusNova – Ravenna Azienda Ospedaliera Universitaria Senese – Siena Policlinico Universitario Agostino Gemelli – Roma Azienda Ospedaliera Antonio Cardarelli – Napoli Clinica Mediterranea – Napoli IRCSS Casa Sollievo Della Sofferenza – San Giovanni Rotondo (FG) Azienda Ospedaliera Cannizzaro – Catania Azienda Ospedaliera "G. Brotzu" Ospedale San Michele – Cagliari sono dotate di un proprio sito in cui, oltre alla proposizione di informazioni relative alla struttura, talvolta erogano servizi on-line come, ad esempio, la prenotazione di esami e di visite specialistiche o la possibilità di consultare il proprio referto in Rete. L’impatto di Internet si sta manifestando nelle comunicazioni con fornitori, medici, professionisti sanitari e pazienti, come risposta a un crescente bisogno di informazioni e di controllo sulle cure ricevute da parte degli utenti, specie se affetti da malattie gravi e/o croniche. Oggi riscontriamo nel cittadino un interesse in crescita continua nei confronti delle tematiche relative alla salute: l’utente è più informato rispetto al passato. Internet, in questo senso, contribuisce molto ad aumentare il numero di dati disponibili e a ridurre drasticamente l’asimmetria informativa, quale ad esempio quella rispetto ai centri di cura disponibili. Lo scambio di informazioni che finora poteva essere effettuato quasi esclusivamente attraverso il passaparola (word-of-mouth), può beneficiare di un’enorme moltiplicazione grazie al word-of-mouse. Il cliente/utente gioca un ruolo attivo grazie agli strumenti e alle potenzialità fornite dal Web: può far sentire la sua voce, giudicare, suggerigiugno 2005 re miglioramenti, portare informazioni sul proprio stato di salute. L’indagine dell’Istud Attraverso una ricerca su un campione formato da 13 aziende ospedaliere distribuite sul territorio italiano e ripartito equamente tra strutture pubbliche e strutture private accreditate, abbiamo desiderato esplorare: ● Il ruolo del responsabile dell’Ufficio Relazione con il Pubblico (URP) e la mission degli URP ● L’utilizzo delle logiche di marketing e di Internet marketing ● Gli adattamenti richiesti dalle specificità del settore ● Se fossero utilizzate tutte le leve di marketing mix (4P – Product, Price, Place, Promotion) ● La proposizione di servizi on-line ● Aspetti economici legati all’uso di Internet L’indagine è stata svolta attraverso: ● Un’analisi desk relativa ai siti Internet degli ospedali, per verificare sia la completezza delle informazioni presenti, sia il livello di interattività e la proposizione di servizi online. ● Un’analisi attraverso interviste proposte ai responsabili degli Uffici Relazione con il Pubblico (URP) del medesimo campione, utilizzan- Esperienze do un questionario predefinito suddiviso nelle seguenti sezioni: strategia, marketing, organizzazione, analisi competitiva, analisi e segmentazione della domanda, comunità virtuale, prezzo, comunicazione, gestione del sito, ostacoli al Web, futuro. I risultati dell’analisi dei siti L’analisi desk ha evidenziato che i siti Internet sono in larga parte ben articolati dal punto di vista informativo e descrivono dettagliatamente i reparti e le prestazioni erogate, il ruolo dell’URP e le informazioni utili per accedervi, i servizi accessori disponibili e le caratteristiche generali della struttura. Sono spesso indicati i nomi dei responsabili dei reparti e le procedure da seguire per accedere ai vari servizi. Quasi la metà dei siti esaminati indica in dettaglio i nomi delle diverse èquipe mediche operanti all’interno della struttura e, in alcuni casi, anche i curricula. Una clinica privata ha anche evidenziato, prima in Italia, un vero e proprio Bilancio Sociale che analizza l’impatto della stessa su tutti gli stakeholder di riferimento (clienti, fornitori, personale interno, comunità in generale, istituzioni...). Per quanto riguarda l’interattività la situazione è, invece, più complessa. Mentre è consentita nella totalità dei casi la possibilità di comunicare ed essere raggiunti dall’utenza attraverso la posta elettronica, molto più rari sono gli esempi di percorsi differenziati a seconda del tipo di utente che accede al sito (paziente, cittadino, giornalista, medico…), la presenza di aree riservate e di comunità virtuali, la proposizione di veri e propri servizi on-line. Management della Sanità 53 Esperienze I risultati delle interviste con i responsabili dell’URP nager della comunicazione”, ma lontano dalle problematiche di cura e protezione del paziente. 1) Il ruolo dell’URP nei confronti dell’utente è divenuto proattivo Oggi l’URP non si occupa più della semplice raccolta dei reclami, come succedeva in passato, ma della gestione a 360 gradi della relazione con gli utenti e con gli altri stakeholder (istituzioni, stampa, personale interno, comunità…). L’ufficio effettua inoltre rilevazioni di customer satisfaction e, a volte, può fornire vere e proprie proposte di miglioramento organizzativo alla direzione generale. Il profilo del responsabile URP, che emerge dal campione, è il seguente: laureato in economia (in alcuni casi possiede anche un master in comunicazione), ha circa 40 anni e ha già vissuto altre esperienze nella stessa o in altre aziende ospedaliere. Per quanto riguarda la mission dell’URP, le determinanti principali sono risultate: la comunicazione, la tutela del paziente e l’agevolazione dell’accesso alla struttura per il cittadino. La dichiarata assunzione di responsabilità sulla tutela del paziente è un elemento innovativo e, a nostro parere, estremamente positivo, rispetto alle classiche aspettative riposte nel ruolo del responsabile URP, visto molto spesso come “ma- 54 Management della Sanità que accettata e non genera ostilità. Inoltre quasi tutti i responsabili URP prevedono un ulteriore sviluppo del marketing sanitario nel prossimo futuro. 3) Esiste una mancanza di integrazione tra le fasi di marketing più strategico (analisi della domanda e della concorrenza) e le fasi più operative, ovvero l’utilizzo delle leve di marketing mix 2) L’idea di marketing non risulta essere di identico significato fra gli intervistati Alcuni responsabili URP associano alla parola “marketing” l’attività libera professionale intramoenia; altri l’informazione e comunicazione al cittadino riguardo ai propri servizi e prestazioni; altri ancora la pura pubblicità, dandone un’accezione negativa. Molti degli intervistati affermano che esistono certamente vincoli etici e legali al marketing sanitario, rispetto a ciò che accade in altri settori. In generale, però, l’idea di marketing sembra essere ovun- Ben il 61% degli intervistati afferma che non è chiaro se venga svolta una vera attività di analisi della domanda all’interno dell’ospedale e chi la svolga. Le fasi di analisi della domanda e della concorrenza vengono frequentemente effettuate all’esterno dell’URP e capita spesso che l’ufficio non ne ottenga nemmeno i risultati. Del resto l’URP non può prendere in autonomia decisioni strategiche riguardanti l’allocazione delle risorse rispetto alla domanda di salute della popolazione, né modificare il posizionamento dell’ospedale. 4) La segmentazione appare essere di difficile applicazione in un’azienda ospedaliera Perplessità ha spesso suscitato la domanda relativa alla segmentazione della popolazione in cluster al fine di poter servire meglio, e in modo personalizzato, alcune partigiugno 2005 Esperienze colari categorie di utenti. Le decisioni strategiche riguardanti il mercato da servire sono state prese in passato e appaiono difficili da modificare. Inoltre molti ospedali si sono consolidati su uno specifico core business (es. eccellenza in cardiochirurgia, cura ai tumori o assistenza all’infanzia). Invece, per quanto riguarda la medicina preventiva, a volte si riscontra una segmentazione legata ai processi di comunicazione e di accoglienza: essa è a carico dell’URP, anche se spesso non viene percepita come un’attività di marketing istituzionale. 5) L’utilizzo delle comunità virtuali non appare molto diffuso Le aree riservate agli utenti registrati, le community, i forum e le chat sono strumenti poco utilizzati dalle aziende ospedaliere. Pochissimi siti presentano una comunità virtuale e, se essa esiste, è ancora ad uno stadio embrionale e non è utilizzata ai fini di analisi della domanda, né per fidelizzare la clientela (non si elaborano i dati frutto delle discussioni). Lo sviluppo di una politica di fidelizzazione è considerato auspicabile da molte strutture, ma non vi è ancora unicità di intenti su come attuarla e, per ora, non sembra facilmente praticabile. Non sembra esservi, inoltre, una spinta a realizzare sistemi di Customer Relationship Management (definiti anche Patient Relationship Management) al fine di conoscere e fidelizzare i propri utenti. 6) Internet, finora, non pare aver ridotto significativamente costi o risorse impiegate all’interno delle aziende ospedaliere I vantaggi derivanti dall’utilizzo di Internet sono consistiti principalmente in una maggiore visibilità per la struttura e nell’offerta di un servigiugno 2005 zio aggiuntivo all’utente: è molto raro il caso in cui l’utilizzo della Rete abbia ridotto alcuni costi, compresi quelli relativi al personale di front-office. Riflessioni finali Il marketing appare essere ormai entrato a far parte del DNA delle aziende ospedaliere italiane, seppure con alcune limitazioni. In particolare potremmo individuare alcune aree a bassa complessità (per le quali si riscontra già un buono stato di utilizzo dello strumento) e altre ad alta complessità (aree di difficile applicazione o sfide per il futuro). Bassa complessità La maggioranza degli ospedali utilizza il marketing e Internet come strumento di informazione, comunicazione e promozione dei propri servizi e della propria immagine verso il cittadino. Si cerca di fornire un’idea di apertura e facilitare il contatto con l’URP anche via email. L’analisi dei bisogni dei propri utenti viene effettuata attraverso la somministrazione sistematica di questionari di gradimento ai pazienti (anche se spesso le domande riguardano maggiormente i servizi accessori rispetto all’efficacia della prestazione sanitaria). Alta complessità appaiono invece essere la segmentazione, il targeting e il posizionamento. Inoltre la leva prezzo, utilizzabile nelle cliniche private o nella libera professione intramoenia, non è proponibile nelle strutture pubbliche. Infine lo strumento delle comunità virtuali è poco presente nei siti degli ospedali e non si è certi che, in futuro, questo acquisterà grande importanza; comunque, a maggior ragione nel settore sanitario, tale strumento sarà presumibilmente svincolato da interessi commerciali. E’ più frequente, invece, imbattersi in comunità virtuali indipendenti, single-issue, che si occupano di particolari patologie e nelle quali interagiscono malati, familiari e talvolta medici specialisti. Per quanto riguarda infine i servizi on-line, l’utilizzo non è ancora molto frequente (circa il 30% del campione) ma, da quanto è emerso dalle interviste, il trend è in forte crescita. Alla luce di tali considerazioni, il marketing sanitario e l’utilizzo di Internet per potenziarne le attività appare una realtà in fase di consolidamento. E’ prevedibile che le nuove applicazioni si rivolgeranno ancora di più al marketing sanitario, creando utilità in una logica winwin per l’organizzazione sanitaria e per il paziente/utente sempre meglio informato. Si ringraziano i responsabili URP delle tredici aziende ospedaliere intervistate per il tempo dedicato, la disponibilità e la cortesia. Maria Giulia Marini, Responsabile Area Sanità dell’Istud Istituto Studi Direzionali Alessandro Radicati di Primeglio, Ricercatore Area Sanità dell’Istud Istituto Studi Direzionali Aree di più difficile applicazione Management della Sanità 55