Continuità, discontinuità e crisi nello sviluppo

FRANCO NARDOCCI
CONTINUITA’, DISCONTINUTA’ E CRISI
NELLO SVILUPPO
CONCEZIONI DELLO SVILUPPO
• Talvolta ciò che stupisce è la misura delle differenze
individuali.
• Come è possibile che due bambini allevati allo stesso
modo, dagli stessi genitori siano tanto diversi?
• Si impone la riflessione su questioni di continuità e
discontinuità (L’adolescente irridente e oppositivo è la stessa persona
che due anni prima appariva arrendevole e desiderosa di cooperazione? I
problemi di rapporto con gli amici della dodicenne di oggi possono essere
una conseguenza del divorzio dei genitori di quando ne aveva tre?)
Teorie tradizionali dello sviluppo
• La crescita psicologica è stata spesso descritta come
una progressione sistematica attraverso una serie di
stadi comuni a tutti, che si succedono secondo un
ordine precostituito.
• Ciascun stadio avvicinerebbe il bambino alla maturità,
rappresentata dal funzionamento adulto.
• Si sono concentrate sui principi universali dello
sviluppo, piuttosto che sulle differenze individuali.
Teorie tradizionali dello sviluppo
• Gesell aveva richiamato l’attenzione sulla maturazione
biologica.
• Freud sul fatto che la vita interiore dei bambini implica
forti emozioni e un’interpretazione continua
dell’esperienza(gli stadi psicosessuali).
• Piaget sulla progressione dei meccanismi cognitivi,
dallo stadio sensomotorio, preoperatorio e concreto, a
quello delle operazioni formali.
• Erickson sulla rilevanza degli eventi sociali, molti dei
quali si verificano dopo l’infanzia: importanza delle
interazioni sociali individuando stadi caratterizzati da
compiti sociali definiti secondo l’età e momenti di crisi
che coinvolgevano aspetti come l’identità, la vita intima
e la capacità di generare.
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Teorie tradizionali dello sviluppo
• Partono dal presupposto che esista un unico percorso
evolutivo uguale per tutti e che ci sia un punto finale
coincidente con la maturità.
• La maggior parte di queste teorie sembrano ignorare la
vita sociale dei bambini malgrado il fatto che le
relazioni personali facciano parte della nostra eredità
di esseri sociali ( Le amicizie con gli altri, il gioco, i
rapporti con i fratelli e le sorelle le relazioni amorose.
• Il bambino come essere sociale (sviluppo sociale, le
teorie dell’attaccamento, ecc.)
LA DISCONTINUITA’: una certa dimensione psicologica
può assumere numerose forme diverse.
• Può interessare caratteristiche che operano allo stesso
modo a tutte le età, come sembrerebbe essere il caso
delle variabili temperamentali, per cui alcune persone
sono per natura più timide e paurose di altre
qualunque ne sia la causa.
• Può essere riconducibile ad una fase di sviluppo come
probabilmente si verifica nel caso della tristezza o
dell’infelicità che sembrano diventare più comuni
durante l’adolescenza.
LA DISCONTINUITA’: all’interno di uno stesso gruppo
di disturbi si possono delineare situazioni diverse.
•
La depressione grave, che conduce al ricovero e si
alterna a periodi di eccitazione maniacale (disturbi
bipolari) ha una sua configurazione distintiva mentre
la depressione comune di pazienti “ambulatoriali” è al
limite della normalità.
• La possibilità di stabilire una differenza sostanziale tra
i due tipi è suggerita, ad esempio, dal fatto che i fattori
genetici, molto importanti nel primo, hanno un ruolo
marginale nel secondo, esattamente al contrario di
quanto avviene per le condizioni ambientali.
PROSPETTIVA BIOLOGICA E SVILUPPO.
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La prospettiva biologica porta ad evidenziare l’influenza sullo
sviluppo sia di fattori interni che dell’esperienza.
I fattori genetici hanno un ruolo importante nel plasmare sia le
differenze individuali relative alle caratteristiche psicologiche, sia
il corso dello sviluppo.
La maturazione fisica del cervello ha conseguenze inevitabili sul
funzionamento mentale.
Anche i momenti di transizione fisiologica che non coinvolgono
primariamente la struttura cerebrale ma implicano grandi
cambiamenti nell’organizzazione ormonale e nella configurazione
corporea ( come nella pubertà), hanno conseguenze psicologiche.
Lo sviluppo è condizionato anche da fattori ambientali (diversi da
quelli propri dell’apprendimento) indipendenti da ogni alterazione
somatica. Esperienze interne e esterne alla famiglia di origine
hanno un impatto sullo sviluppo intellettuale e comportamentale.
LA DISCONTINUITA’: l’influenza dell’esperienza(1).
• Le esperienze influenzano lo sviluppo psicologico non
solo in rapporto alla loro natura, ma anche in rapporto
all’età in cui si compiono. E’ probabile che i bambini
molto piccoli siano relativamente protetti
dall’esperienza di separazione perché devono ancora
sviluppare i loro attaccamenti selettivi. I bambini più
grandi sono anch’essi protetti perché hanno già
imparato a mantenere la relazione, anche quando la
figura di attaccamento non è fisicamente presente. Al
contrario, quelli di età itermedia sono maggiormente a
rischio, perché presentano forme stabili di
attaccamento senza che abbiano ancora la capacità
cognitiva di mantenere la relazione in assenza della
persona.
LA DISCONTINUITA’: l’influenza dell’esperienza (2).
• La temporalizzazione può essere importante perché le
esperienze possono esser vissute diversamente o dar
luogo a risposte sociali differenti se avvengono in tempi
atipici, ovvero diversi da quelli normalmente condivisi
da una determinata cultura. Ad esempio una
gravidanza in età adolescenziale può portare a
difficoltà nell’assumere il ruolo parentale, un
matrimonio in età troppo giovanile può portare con
una certa facilità alla separazione,un licenziamento in
età adulta può essere motivo di forte stress.
LA DISCONTINUITA’: l’influenza dell’esperienza (3).
•
I bambini, non meno degli adulti, sono creature attive. Una
concezione dell’esperienza come azione delle forze esterne su un
organismo passivo non ha senso. Gli individui non sono del tutto in
balia del fato, ma in grado di dare un’impronta alla propria
esperienza; inoltre , data una certa esperienza, è necessario vedere
come gli individui si confrontano con essa: non è sufficiente
limitarsi a considerare l’impatto delle esperienze, ma occorre
soffermarsi sulla loro negoziazione che non riguarda solo che cosa
si fa,ma anche ciò che si sente e si pensa. Ci si può sentire oppressi
per le maggiori responsabilità associate ad una promozione nel
lavoro, o rinvigoriti dalla nuova sfida. Si può percepire una
bocciatura come riflesso della perdita totale di ogni speranza,o
come indice di un problema specifico da affrontare in modo
diverso (funzione delle frustrazioni).
LA DISCONTINUITA’: l’influenza dell’esperienza (4).
• E’ necessario tenere conto delle differenze individuali
per ciò che riguarda il contesto temporale e
esperenziale in cui accadono gli avvenimenti nonchè le
reali possibilità di reazione ad essi. Diventare genitori
a quindici anni, in seguito ad un rapporto sessuale
occasionale o ad una violenza, non è paragonabile alla
situazione in cui un figlio è atteso e programmato entro
un rapporto stabile fra due adulti; entrambe queste
esperienze sono a loro volta diverse da quella in cui un
figlio nasce dopo anni di tentativi infruttuosi, tra
interventi chirurgici e cure mediche.E tutte queste
esperienze sono diverse da quelle derivanti da una
fecondazione artificiale o da una adozione o
dall’allevamento di un figlio altrui.
LA DISCONTINUITA’: l’influenza dell’esperienza (5).
•
E’ necessario considerare il rischio e i fattori di protezione,
unitamente alla loro interazione. Sia le”cattive” che le
“buone”esperienze influenzano lo sviluppo. Va considerato che
alcune esperienze che appaiono negative in un dato momento,
possono poi dimostrarsi protettive. Questo è ovvio rispetto ad
alcuni funzionamenti somatici. Ad esempio, la resistenza alle
infezioni non è il risultato dell’esposizione a condizioni che
influenzano positivamente la salute ma al contrario il segno
dell’avvenuto contatto, risolto in modo positivo; con agenti infettivi
naturali, o con virus e batteri informa attenuata in condizioni
artificiali (il principio dell’immunizzazione). La capacità di
resistere a specifici stress acuti deriva dall’averli affrontati
positivamente , non dall’aver evitato esperienze stressanti.
(Avversità sociali croniche?)
CONTINUITA’ E DISCONTINUITA’ DELLO
SVILUPPO: un nuovo approcccio e un nuovo lessico.
• Sviluppo individuale.
• Fattori di rischio.
• Fattori protettivi.
• Resilience