898_070 Le nostre Spigolatrici O Parroci Reverendi, o colleghi e confratelli, o padroni e fattori, o coloni e operai che tante prove ne deste del vostro buon cuore, ci raccomandiamo a voi coll’effusione dell'anima. Aprite cortesi le porte anche in quest'anno alle nostre spigolatrici, che umili e supplichevoli vi stendono la mano in nome di tanti orfanelli, derelitti e vedove desolate e vecchi cadenti e storpi e idioti e giovinette scampate alli artigli della seduzione. Quest'infelici aspettano da voi il pane, e impotenti di ricambiare la vostra generosità in qualsiasi modo, sfogano la loro gratitudine e riconoscenza levando le palme al cielo e pregandolo a benedire le vendemmie, le messi, le industrie seriche, gli opifici, le filande, le vostre famiglie. Oh se li vedeste questi disgraziati, quando nel nostro santuario genuflessi al suolo van recitando le orazioni pei benefattori, vi strapperebbero lagrime di tenerezza! Le preci loro, i voti, gli auguri salgono al cielo come delicato e soave odore di rose mattutine. Aiutateli dunque, si aiutateli, questi figli della sventura. E voi o figlie del S. Cuore, andate, andate pure animose a compiere il vostro caritativo ufficio: forti della fiducia in Dio, sostenute dal favore dell'autorità ecclesiastica e civile che vi munì di regolare licenza, battete franche alle porte de' nostri fratelli e troverete dovunque generosa ospitalità. Ricordalevi che l'opera vostra non è soltanto di un soccorso materiale ai nostri Istituti, ma giova anche alla Fede, perocché, diffondendo voi per le campagne, nelle ville, nei tuguri, nei paeselli il nostro giornaletto, immagini di Maria Vergine, del S. Cuore, dei Santi e libretti di devozione, raffermate sempre più ne' cuori de' nostri amici l'amore di quella religione che Cristo consacrò col suo sangue e del cui conforto c'è tanto bisogno in questi tempi procellosi. Andate, andate, e l'Arcangelo duce del piccolo Tobia, siavi guida fedele nelle asprezze e disagi del lungo cammino. 1