Materiale di supporto per il “buon giorno” o altri brevi momenti di riflessione LE DIVERSITÁ NELL’ABBIGLIAMENTO Nelle seguenti pagine troverai l’abbigliamento tipico delle persone che professano le religioni presenti in Asia. Un abito speciale o qualche elemento distintivo nell’abito si trovano infatti in ogni rito, in ogni fede. L’uso di abiti rituali è comune a tutte le religioni. In ogni religione c’è un abbigliamento per i celebranti, in qualche caso anche per i fedeli. Andate e proclamate il Vangelo BUDDHISMO Non ci sono molte indicazioni particolari per l’abbigliamento dei fedeli. L’uso della sciarpa bianca (Katà) è qualcosa di tipico del buddhismo tibetano. Ma non si può parlare di abbigliamento usuale. È usata (e donata) in momenti particolari: rituali, o come dono (di ringraziamento, di benvenuto, ecc.). Difficile vederla indossata nella vita quotidiana. Un altro elemento che a volte capita che sia indossato dal buddhista laico è il “rosario” (juzu in giapponese, mala in tibetano, japamala in sanscrito). Ma anche qui siamo sempre nel campo delle eccezioni. Sostanzialmente il buddhista non ha alcun segno caratteristico nell’abbigliamento. ISLAMISMO Il “velo” è senza dubbio l’elemento vestimentario che più ha fatto parlare di sé e per questo vogliamo approfondirne il precetto e la situazione del suo uso nei principali paesi europei. Ci sono tre tipi che dobbiamo distinguere : - Hijàb, che significa “copertura”, indica il velo che lascia scoperto il volto - Niqàb è la copertura totale del volto ad eccezione degli occhi - Burqa (o Burga) è la copertura totale. Oggi è usato solo in Afghanistan. “ll velo non è un’imposizione formale coranica (il Corano indica la pudicizia e l’abbigliamento conveniente) e quindi non è un obbligo specificatamente religioso. Un solo passo del Corano accenna al velo (24,31) : “E calino il loro panno sul seno”. Versetto citato spesso da quanti pretendono imporre il velo alle donne, ma che secondo il Detto riferito da Bukkaârî si riferisce al mantello in quanto il termine Khimar (panno, usato nella Sura 24) al tempo del Profeta indicava un panno spesso, un mantello e solo dopo il XIII secolo prese a indicare il velo per la testa. Il velo è piuttosto un costume pre-islamico (utilizzato per proteggersi dal sole, dal vento e dalla sabbia) ed é ancor oggi condiviso con comunità non musulmane In alcuni paesi islamici esso è in uso, in altri è accolto solo parzialmente. In uno stesso paese vi sono zone in cui si porta e zone in cui non lo si porta. Il velo è anche una sorta di divisa in ambienti in cui si vuol far notare la propria appartenenza a una corrente fondamentalista” (Dizionario dell ‘Islam, p.232-233). Sulla questione del velo si è focalizzata l’attenzione pubblica in alcuni Stati europei ed é probabilmente in Francia che ha conosciuto le maggiori reazioni. Il 2 settembre 2004 , giorno di riapertura della scuole in Francia, si applicava per la prima volta la legge sulla laicità, approvata dal Consiglio dei ministri nel gennaio 2004 e a marzo dal Parlamento. La legge vieta l’esibizione ostentata di simboli religiosi, come il hijàb, la croce o la kippà ebraica nelle scuole pubbliche. 240 ragazze si sono presentate a scuola con il velo, 170 lo hanno tolto immediatamente su richiesta del Preside e con Andate e proclamate il Vangelo le altre 70 si è discusso per 15 giorni dopo di che, in caso di rifiuto, le sanzioni variavano da una sospensione temporanea all’espulsione dalla scuola (Corriere della sera, 3-9-04) SANATHANA DHARMA (INDUISMO) Non c’è nessun abbigliamento o parte di esso che sia proprio dell’induista laico. L’unica eccezione, che non riguarda però l’abbigliamento in senso stretto, ma l’identificazione a livello visivo di una donna appartenente all’induismo è l’uso del famoso puntino rosso in fronte (tika) per indicare il loro statuto di non vedove e l’uso del sindoor, una polvere rossa al centro dei capelli, che indica l’appartenenza ad un uomo, quindi usato solo dalle donne sposate. I particolarmente devoti a Siva applicano sulla loro fronte tre strisce bianche orizzontali. I particolarmente devoti di Visnu si segnano sopra il naso una specie di “U” o “V”; ma la maggior parte delle volte è un uso in occasioni particolari, come, soprattutto, il momento del pellegrinaggio e del rito. Andate e proclamate il Vangelo