I Santi Segni – Percorso di approfondimento per catechisti
2011-2012
I Santi Segni: scoprire e presentare i Sacramenti della Chiesa
Percorso di approfondimento per catechisti
1. «Ciò che era visibile nel nostro Salvatore è passato nei suoi misteri» (S. Leone Magno)
1. L’esperienza del Risorto
All’indomani della pasqua vi è da parte dei discepoli di Gesù l’esigenza di portare agli altri l’esperienza vissuta con il
Signore affinché essa divenga bella notizia e salvezza per ogni uomo. I discepoli erano stati testimoni della sua
Pasqua, evento che aveva trasformato la loro vita e Gesù aveva chiaramente comandato di annunciare al mondo tale
novità.
Inizia la predicazione, mediante la quale risuona l’annuncio fondamentale della morte e risurrezione del Signore.
At 1,39
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi
lo uccisero appendendolo a una croce, 40ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si
manifestasse, 41non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e
bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. 42E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di
testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio.
Le parole della risurrezione non rimangono suoni inarticolati: agiscono nella vita delle persone che domandano come
ciò che ascoltano possa diventare esperienza viva.
At 2,37
All'udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa
dobbiamo fare, fratelli?».
Viene evocata una dimensione importante: il fare, il coinvolgimento della vita. Pietro indica una duplice esigenza:
At 2,38
E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il
perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo.
Conversione e rinascita battesimale sono le modalità di accesso alla vita di grazia in Gesù risorto e alla sua salvezza.
Da un lato l’adesione del cuore, dall’altro un evento cui partecipare, legato al Battesimo e al dono dello Spirito. Se
poi scorriamo di qualche versetto il testo di Atti, scopriamo che a questo evento ne segue un altro:
At 1,42
Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle
preghiere.
I credenti vengono rigenerati all’interno della chiesa, in particolare nella sorgente di grazia che è la celebrazione
eucaristica. In tal modo vediamo l’insorgere del primo nucleo sacramentale, costituito dal Battesimo e dall’Eucaristia.
E ciò non era un arbitrio o una fantasia degli apostoli. Gesù stesso aveva indicato il Battesimo come modalità per
accedere alla salvezza (Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo Mc 16,16) e l’Eucaristia come possibilità di ritrovare
lui e il suo dono pasquale (Fate questo in memoria di me Lc 22,19).
Nel Battesimo e nell’Eucaristia era raccolta tutta l’energia pasquale cui i credenti potevano attingere!
2. La consapevolezza dei discepoli
I discepoli mentre vivono e celebrano questi momenti di grazia, comprendono l’esistenza di un progetto che Gesù
aveva chiaramente fatto intendere e realizzato.
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Un progetto intuito dalle parole e dai gesti di Gesù: i discepoli ricordavano i segni da lui compiuti, i significati
intuiti e spiegati dallo stesso Gesù. I miracoli non erano fatti per stupire, ma per illuminare il mistero di Dio,
della sua provvidenza.
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Un progetto istituito: c’erano stati dei gesti particolarmente solenni da parte di Gesù che aveva consegnato
ai discepoli la possibilità di accedere perennemente alla sua salvezza. Essi capirono solo dopo la pasqua il
significato di quello che aveva consegnato loro Gesù.
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Un progetto realizzato. Gesù sulla croce raccoglie ogni gesto e ogni parola nell’unico segno di salvezza che
mediante il dono dello Spirito sarà disponibile per l’uomo di ogni tempo.
I discepoli però comprendono anche che il progetto è affidato anche alla loro responsabilità in virtù dello stesso
mandato apostolico: essi sono punto di riferimento per la comunità nascente costituiti dal Signore.
Gv 15,14
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che
fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
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Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto
rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.
I discepoli ripensando alle parole e all’azione di Gesù, al modo con cui egli accompagnava la vita delle persone,
specialmente ai momenti di sofferenza, estendono la forza della Pasqua a vari momenti dell’esistenza umana.
Prendono forma i Sette Sacramenti: un numero che dice la totalità dell’azione di Dio e la totalità della vita degli
uomini.
Gesù è il “mysterion” di salvezza rivelato da Dio Padre, termine che dice il disegno di salvezza di Dio
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Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
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In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, […]
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In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia.
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Egli l'ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza,
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facendoci conoscere il mistero della sua volontà: […] ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra.
I discepoli comprendono che il “mysterion” di Cristo si dà nei “mysteria”, di diversi momenti di grazia da cui promana
la salvezza di Cristo. Quando la parola greca “mysterion” viene tradotta in latino, viene usato il termine
“sacramentum”, inteso come “segno” e “strumento” di salvezza.
3. Unico dono, varie sorgenti
L’unico dono di Cristo sgorga dunque attraverso sette sorgenti di grazia che già nel NT prendono forma.
Il battesimo si sdoppia in due momenti: immersione e imposizione delle mani: At 8,16Non era infatti ancora disceso
sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. 17Allora imponevano loro le
mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.
Appare una prassi di perdono anche dopo il perdono battesimale: Gc 5,16Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli
altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti.
2Cor 2,10
A chi voi perdonate, perdono anch'io; perché ciò che io ho perdonato, se pure ebbi qualcosa da
perdonare, l'ho fatto per voi, davanti a Cristo, 11per non cadere sotto il potere di Satana, di cui non
ignoriamo le intenzioni.
Un’attenta prassi matrimoniale, fa capire che anche il matrimonio era legato al Signore. Ef 5,21Nel timore di Cristo,
siate sottomessi gli uni agli altri: 22le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; 23il marito infatti è capo della
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moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. 24E come la Chiesa è sottomessa a Cristo,
così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto.
I ministri della chiesa sono costituiti con l’imposizione delle mani. 1Tm 4,14Non trascurare il dono che è in te e che ti è
stato conferito, mediante una parola profetica, con l'imposizione delle mani da parte dei presbìteri.
Anche i malati sono raggiunti con l’imposizione delle mani e l’unzione con l’olio: Gc 5,14Chi è malato, chiami presso di
sé i presbìteri della Chiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo con olio nel nome del Signore. 15E la preghiera fatta
con fede salverà il malato: il Signore lo solleverà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati
La prassi celebrativa potrà subire qualche variazione da una chiesa all’altra, da un’epoca all’altra ma i nuclei di azione
rimangono inalterati.
4. Una sorgente sempre viva
La chiesa non sente il bisogno di definire la dottrina sacramentale fino al Concilio di Lione (1274) e Concilio di Trento
(1547). Vi è una prassi comunemente accettata. Ad un certo punto però sopraggiungono delle divergenze nel modo
di intendere i sacramenti. Dapprima vi sono varie controversie sull’Eucaristia che ne mettono in discussione la
presenza reale (XI sec.). A partire del 1519 si diffondono le idee luterane e protestanti che mettevano in discussione
il Settenario. L’accusa principale di Lutero è che i sacramenti sono stati deviati dal loro senso genuino, originale,
evangelico del quale testimonia la Sacra Scrittura. Di conseguenza egli riconosce solo tre sacramenti: «Baptismus,
Eucharistia et poenitentia tria proprie sunt sacramenta nove legis».
A Lutero risponde il Concilio di Trento: “Attenendoci alla dottrina delle Sacre Scritture, alle tradizioni apostoliche e
all'unanime pensiero… dei Padri”, noi professiamo “che i sacramenti della nuova Legge sono stati istituiti tutti da Gesù
Cristo nostro Signore” [Concilio di Trento, 1547]. CCC 1114.
Da questo momento i sacramenti saranno accostati con un marcato accento dogmatico e disciplinare, che mentre
custodisce il sacramento non sempre ne rivela la bellezza e la forza salvifica.
Occorre pertanto riappropriarsi dei sacramenti in tutta la loro realtà.
5. I sacramenti: alcune chiavi di comprensione
Cerchiamo di intravedere alcune prospettive per cogliere la ricchezza della realtà sacramentale tra dono di Dio e
accoglienza dell’uomo. Sono le direttrici che non dobbiamo perdere di vista nell’azione catechistica.
A. Sacramenti di Cristo
È un incontro personale con lui.
Le parole e le azioni di Gesù nel tempo della sua vita nascosta e del suo ministero pubblico erano già salvifiche. Esse
anticipavano la potenza del suo Mistero pasquale. Annunziavano e preparavano ciò che egli avrebbe donato alla
Chiesa quando tutto fosse stato compiuto. I misteri della vita di Cristo costituiscono i fondamenti di ciò che, ora,
Cristo dispensa nei sacramenti mediante i ministri della sua Chiesa poiché “ciò che era visibile nel nostro Salvatore è
passato nei suoi misteri” (San Leone Magno). CCC 1115
Il catechista riconosce e indica la presenza di Cristo che ci raggiunge con la sua azione di salvezza. È lui che si
nasconde e che agisce!
"Per realizzare un'opera così grande (la salvezza) Cristo è sempre presente nella sua Chiesa,... è presente
nell'Eucaristia, è presente con la sua virtù nei sacramenti, di modo che quando uno battezza è Cristo stesso che
battezza. E' presente nella sua parola giacché è Lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura. È
presente infine quando la Chiesa prega..." (SC 7).
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Questa prospettiva ci aiuta a riconoscere che prima di ogni nostra azione c’è l’azione di Cristo che con la sua
potenza supporta anche le attività del catechista!
B. Sacramenti per gli uomini
Dio quando parla con gli uomini si serve di un linguaggio umano. Adopera parole, gesti, cose.
Se tu fossi incorporeo, Dio ti avrebbe dato doni incorporei, ma poiché l’anima è unita al corpo egli ti dà
doni spirituali per mezzo di segni sensibili (S. Giovanni Crisostomo).
Dio ha parlato in questo modo in tutto l’Antico Testamento. Ma nel suo figlio Gesù la Parola si fa carne! Nella liturgia
viene valorizzata la stessa dinamica. Le parole divengono gesti e i gesti sono interpretati dalle parole.
C. Sacramenti della Chiesa
 Nella chiesa: li ha accolti e custoditi
 Della chiesa: li celebra e li offre ai credenti
 Per la chiesa: ne raccoglie i frutti e si edifica mediante essi
La chiesa affida i sacramenti a tutti i fedeli e con essi li celebra. È un popolo sacerdotale che entra a pieno titolo nel
santuario dei cieli.
Il ministro ordinato è garanzia di fedeltà sacramentale all’intenzione originaria di Gesù e partecipazione alla pienezza
del suo sacerdozio. Cinque sacramenti hanno sempre bisogno del ministro ordinato, mentre due possono usufruire
di una ministerialità più diffusa e partecipata:
- Il matrimonio: sono ministri gli stessi sposi poiché è il sacramento dell’amore umano di cui essi sono espressione.
- Il battesimo: ne può essere ministro ogni battezzato e addirittura anche il non battezzato se agisce secondo le
intenzioni della chiesa. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo (Mc 16,16). Queste parole di Gesù ricordano che il
sacramento presuppone la fede che nasce dall’ascolto della Parola. Non è un automatismo, ne un rito magico. Ma i
sacramenti non solo presuppongono bensì anche sostengono la fede e la alimentano perché essa riconosca in
pienezza l’azione di grazia di cui si è stati resi partecipi. È quello che avviene nei tanti episodi di guarigione nei
vangeli: c’è una fede che grida a Gesù “Abbi pietà di me” e una fede che riconosce che lui è il Signore e il Salvatore.
(cf. Lc 17,11-19).
D. Sacramenti della fede
I sacramenti inoltre custodiscono la fede: insegnano che cos’è la fede e come credono i cristiani tanto che la legge
della loro celebrazione (lex orandi) diviene regola della vita di fede (lex credendi).
Si tratta di credere secondo la logica dell’incarnazione:
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Una persona che agisce nel nome di Gesù (ministro)
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La realtà creata come terreno dell’azione divina (materia)
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I gesti e le parole di Gesù (forma)
“Non i sensi ma la fede prova questa verità”. L’essenziale è invisibile agli occhi.
E. Sacramenti di salvezza
I sacramenti sono azioni di salvezza da parte di Cristo: segni efficaci della sua grazia. Significa che Cristo in essi agisce
con tutta la sua forza, liberamente e gratuitamente e con un dono che non dipende né da chi lo “consegna” (il
ministro) né da chi lo riceve (il destinatario). I sacramenti sono sempre efficaci, tuttavia non sempre sono fruttuosi,
se non vi è accoglienza da parte di chi li riceve.
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Ogni sacramento rende viva e operante la salvezza di Cristo:
essi pertanto sono necessari per la salvezza, anche se la
salvezza agisce prima ancora che essi possano essere
pienamente celebrati. C'è una grazia che agisce:
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Nel voto (desiderio)
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Nel dono (celebrazione)
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Nel frutto (accoglienza).
Ogni sacramento inoltre dà la grazia che significa: vuol dire
che al dono più ampio di salvezza da parte di Cristo si
accompagna una grazia tipica del sacramento stesso: es. nella
confessione, il perdono dei peccati.
Nella catechesi sarà importante tener presente questo
dinamismo per non formulare pretese che sono solo nostre e
non di Dio (esigere che i ragazzi siano “preparati”: quale
preparazione è necessaria per Gesù?).
CCC 1128 È questo il significato dell'affermazione della
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Chiesa: i sacramenti agiscono ex opere operato (lett.
«per il fatto stesso che l'azione viene compiuta»), cioè
in virtù dell'opera salvifica di Cristo, compiuta una volta
per tutte. Ne consegue che « il sacramento non è
realizzato dalla giustizia dell'uomo che lo conferisce o
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lo riceve, ma dalla potenza di Dio ». Quando un
sacramento
viene
celebrato
in
conformità
all'intenzione della Chiesa, la potenza di Cristo e del
suo Spirito agisce in esso e per mezzo di esso,
indipendentemente dalla santità personale del
ministro. Tuttavia i frutti dei sacramenti dipendono
anche dalle disposizioni di colui che li riceve.
F. Sacramenti della vita eterna
I sacramenti vengono dati in uno spazio celebrativo che è annuncio della vita eterna. Essa già è iniziata mediante il
sacramento, ma va verso la sua pienezza.
Un’antica preghiera della chiesa proclama:
“O sacro convito nel quale ci nutriamo di Cristo, si fa memoria della sua passione; l'anima è ricolmata di grazia e ci è
donato il pegno della gloria futura”.
L’eucaristia viene celebrata “finché il Signore venga”, così nei sacramenti di Cristo la Chiesa già riceve la caparra della
sua eredità, già partecipa alla vita eterna, pur « nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria
del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo » (Tt 2,13). « Lo Spirito e la Sposa dicono: "Vieni!" [...]. Vieni, Signore
Gesù! » (Ap 22,17.20).
La celebrazione dei sacramenti ci restituisce al tempo in maniera nuova: viviamo tra kronos e kairos sostenuti dalla
grazia di Cristo che è con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo, fino all’abbraccio finale in cui egli sarà tutto in
tutti.
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