Misure sul timer 555 Verifica circuitale del timer 555 in configurazione Astabile (multivibratore) Per lo svolgimento di questa prova, bisogna innanzitutto studiare le caratteristiche interne del timer 555, i blocchi costitutivi ed i vari impieghi. INTRODUZIONE Il timer (temporizzatore) 555 è un circuito integrato lineare introdotto dalla Signetics nel 1972 con tecnologia bipolare. Attualmente è prodotto da diverse ditte, in tecnologia si bipolare che CMOS; inoltre si trovano in commercio, con sigla 556, integrati costituiti da due 555 indipendenti. Il 555 può produrre accurate temporizzazioni , da alcuni microsecondi ad alcune decine di minuti; alimentato a 5V, ha un’ uscita TTL compatibile; la presenza di un driver, infine, permette di avere all’uscita una corrente fino a 200 mA, assorbita o erogata a seconda del livello, rispettivamente, basso o alto dell’uscita stessa. Vediamo ora come si presenta lo schema a blocchi interno e la piedinatura del 555 GND 1 Trigger 2 8 Vcc 7 Scarica OUT 3 6 Soglia Reset 4 5 Controllo Esso è composto essenzialmente da un partitore resistivo, costituito da tre resistenze uguali (di valore 5 KΩ), da due comparatori Comp1 e Comp2,da un latch SR, da uno stadio di uscita di tipo totem polee da un transistore di scarica T. Vediamo ogni blocco funzionale ed indichiamone le caratteristiche: Pagina 1 di 22 Sampei – Misure sul 555 PARTITORE RESTITIVO Analizzando la sua composizione interna, possiamo notare tre resistori uguali da 5 kΩ , aventi lo scopo di dividere la tensione di alimentazione Vcc in tre tensioni multiple di ⅓ di Vcc; infatti tra il resistore inferiore e massa (cioè sul morsetto non invertente del comparatore inferiore), abbiamo una tensione pari a ⅓ Vcc; tra il secondo resistore e la massa (cioè sul morsetto invertente del comparatore superiore), abbiamo una tensione pari a ⅔ Vcc; infine sul terzo resistore dal basso abbiamo l’intero valore della tensione Vcc. Tali tensioni servono come tensioni di riferimento per i due comparatori interni. PRIMO COMPARATORE Il primo comparatore (Comp 1) in connessione non invertente, ha una tensione di riferimento sul 2 V1 Vcc 3 morsetto invertente pari a , mentre il morsetto non invertente è disponibile all'esterno dell'integrato sul piedino 6 (detto soglia). In pratica quando la tensione sul piedino 6 è maggiore di ⅔ Vcc l'uscita del primo comparatore si porta a livello logico alto, cioè 1 logico; quando, invece, la tensione è inferiore a ⅔ Vcc, l'uscita si porta a livello basso, cioè 0 logico. SECONDO COMPARATORE Il secondo comparatore (Comp 2) in connessione invertente, ha una tensione di riferimento sul 1 V2 Vcc 3 morsetto non invertente pari a , mentre il morsetto invertente è disponibile all'esterno dell'integrato sul piedino 2 (detto trigger). Quando la tensione sul piedino 2 è maggiore di ⅓ Vcc l'uscita del secondo comparatore si porta a livello logico basso; quando, invece, la tensione è inferiore a ⅓ Vcc l'uscita si porta a livello alto. Le uscite dei due comparatori sono applicate agli ingressi di un latch di tipo S-R. Quest’ultimo è un circuito logico con due ingressi (set e reset) e due uscite (Q e Q\). LATCH SR Il Latch SR è un dispositivo che fa parte di quei sistemi logici sequenziali di cui spesso è necessario disporre nell’elettronica digitale e in cui la configurazione assunta dalle uscite è determinata non solo dalla configurazione degli ingressi, come in un semplice circuito combinatorio, ma anche dall’informazione dello stato precedente, che il dispositivo stesso ha memorizzato e trattenuto in uscita. Possono essere costituiti da porte NOR o NAND, con collegamenti in retroazione (feedback). Per capire il funzionamento di questo dispositivo prendiamo l’esempio a porte NOR (la stessa dinamica può essere semplicemente utilizzata per quello a porte NAND). Pagina 2 di 22 Sampei – Misure sul 555 Il Latch SR è un sistema asincrono e rappresenta l’operatore fondamentale della logica sequenziale. Dallo schema interno si vede che le uscite Q e Q sono mandate in ingresso e questo fa si che il segnale in uscita sia condizionato dalle transizioni che lo hanno preceduto. I due ingressi S (set) ed R (reset) forniscono i segnali di comando per il sistema. Se essi sono entrambi a livello basso, l’uscita conserva il valore precedente, nel momento in cui S va a livello alto allora anche Q sarà a livello alto. Il segnale R applicato in ingresso va ad azzerare il dispositivo. Nel momento in cui sia S che R dovessero trovarsi a livello alto si avrebbe uno stato instabile o meglio impossibile dato che le due uscite devono essere tra loro complementari e invece in tal caso risulterebbero uguali. tabella 2 tabella 1 Nella tabella 1 sono evidenziate anche le transizioni interne, è cioè messa in evidenza l’influenza che l’uscita di uno stato precedente Qn ha su uno stato futuro Qn+1. Nella tabella 2 sono evidenziati gli stati interni del latch. Da cui ricaviamo la tabella degli stati: 10/1 0 00/0 01/0 1 00/1 10/1 01/0 Pagina 3 di 22 Sampei – Misure sul 555 Vediamo ora come si comporta questo blocco nel timer 555: Fase 1 Quando la tensione di trigger scende al di sotto di Vcc/3, l’uscita di Comp2 passa a livello alto, il latch ha ingresso S =1, per cui l’uscita risulta settata: Q = 1, Q = 0. L’uscita del 555 è pertanto a livello; il transistor T è interdetto, quindi il piedino 7 si trova isolato da massa, permettendo la carica del condensatore(che di solito viene applicato al piedino 7). Tale situazione permane, data la presenza del latch, quando l’ingresso di trigger ritorna al di sopra di Vcc/3, purchè l’ingresso di Soglia rimanga ad una tensione inferiore a 2/3 Vcc. Fase 2 Il comparatore Comp 1 ha invece la funzione di permettere il reset del latch. Infatti, quando la tensione di Soglia supera 2/3 Vcc, l’uscita di Comp 1 passa a livello alto, è R=1, quindi il latch è resettato: Q = 0, Q = 1. L’uscita del 555 passa a livello basso ; il transistor va in saturazione, permettendo la scarica del condensatore. Tale situazione permane quando la tensione di Soglia scende al di sotto di 2/3 Vcc, data la presenza del latch. STADIO DI USCITA Sull'uscita Q è applicato un invertitore, che trasforma l'uscita Q in uscita Q, ed inoltre permette una elevata corrente in uscita. Infatti come detto prima esso è un driver erogando una corrente in uscita fino a 200 mA, pertanto vanta un FAN-OUT molto elevato di porte a valle comandate (driver). Il Controllo di tensione (Control voltage – sul piedino 5 ) permette di variare la tensione del terminale invertente di Comp1 ed è utilizzato, ad esempio, negli oscillatori controllati in tensione e nella modulazione ad impulsi di larghezze e di posizione. Quando non è usato, non deve essere lasciato fluttuante, bensì collegato a massa tramite un condensatore da 10 nF il quale, mentre cortocircuita a massa eventuali disturbi captati dal terminale, isola in continua il partitore dalla massa. Il terminale di RESET (piedino 4), portato a livello basso ( < 0,4 V), determina il reset del latch, indipendentemente dal livello degli altri ingressi, portando a livello basso l’uscita e il transistor interno in conduzione. Esso viene usato, in particolare, quando si inizia un nuovo ciclo di temporizzazione. Pagina 4 di 22 Sampei – Misure sul 555 Le principali caratteristiche elettriche sono le seguenti: Tensione d’alimentazione: Corrente d’alimentazione massima: Tempo di salita tipico dell’uscita: Tempo di discesa tipico dell’uscita: Errori di temporizzazione: compresa tra 4,5V (min) e 16V (max). 15 mA (nelle condizioni di tensione di alimentazione di 15V e uscita a livello basso) 100 ns 100 ns l’errore di temporizzazione è contenuto entro il valore tipico dell’1% del valore teorico; La deriva per variazioni di tensioni d’alimentazione è tipicamente contenuta entro lo 0,01% / V; La deriva per variazioni di temperatura è tipicamente contenuta entro 50 ppm/°C Valori tipici di tensione e corrente degli ingressi e dell’uscita: Tensione Tensione di Treshold: ⅔ Vcc Tensione di Trigger: ⅓ Vcc Tensione di reset: 0,7 V (tipica) Tensione d’uscita tipica a livello alto: Tensione d’uscita tipica a livello basso: Corrente Corrente di Treshold: 0,1 μA Corrente di Trigger: 0,5 μA Corrente di reset: 0,1 mA (tipica) 12,5 V (nelle condizioni di tensione d’alimentazione di 15 V e di corrente fornita all’uscita di 200 mA); 3,3 V (nel caso di tensione di alimentazione di 5 V e di corrente fornita all’uscita di 100 mA). 2,5 V (nelle condizioni di tensione d’alimentazione di 15 V e di corrente fornita all’uscita di 200 mA); 0,25 V (nel caso di tensione di alimentazione di 5 V e di corrente fornita all’uscita di 5 mA). Le configurazioni utilizzate per il trigger sono come multivibratore, pertanto diamo qualche cenno sui multivibratori, le principali caratteristiche e poi esamineremo la configurazione oggetto di questa relazione. Pagina 5 di 22 Sampei – Misure sul 555 I MULTIVIBRATORI I multivibratori sono dei dispositivi che presentano la caratteristica di fornire un segnale d’uscita che può commutare tra due soli valori possibili di tensione, indicati anche come stati del sistema. I multivibratori vengono classificati come segue: 1. Bistabili, quando i due stati possibili del sistema sono stabili e di conseguenza il segnale d’uscita mantiene il proprio livello di tensione per un tempo indeterminato e quindi il passaggio da uno stato all’altro avviene soltanto tramite un comando esterno, indicato come trigger. 2. Monostabili, quando il sistema presenta un solo stato stabilee da uno stato quasi stabile. Il passaggio dallo stato stabile e a quello quasi stabile avviene soltanto tramite un comando esterno(trigger), mentre il passaggio inverso avviene invece spontaneamente (senza trigger). Infatti il sistema torna da solo nello stato stabile dopo un tempo determinato dagli elementi presenti nel circuito (parametri costruttivi). Il livello di tensione associato allo stato stabile, invece, rimane per un tempo indeterminato e la sua durata non è legata al circuito stesso ma alla presenza di un trigger applicato dall’esterno. Questi dispositivi sono impiegati per generare impulsi rettangolari di durata determinata. 3. Astabili, quando entrambi gli stati sono instabili e l’uscita oscilla tra i due livelli di tensione. La commutazione tra uno stato e l’altro è spontanea, senza trigger (senza alcun segnale d’ingresso), e la durata di entrambi gli stati o frequenza di lavoro è determinata dal circuito stesso (parametri costruttivi). Pertanto otteniamo un generatore d’onda quadra con frequenza fissata dal valore dei componenti del circuito. Pagina 6 di 22 Sampei – Misure sul 555 ESECUZIONE DEL PROGETTO Vediamo come si presenta il circuito nella configurazione Astabile: Funzionamento dell’astabile: 1. – fase di carica – Supponiamo che per t= 0 il condensatore C sia scarico (vC = 0); gli ingressi dei due comparatori sui piedini 2 e 6 si trovano a livello basso; il comparatore superiore (comp 1) dà in uscita un livello basso, quindi R=0; il comparatore inferiore (comp 2) dà in uscita un livello alto, quindi S=1; di conseguenza il latch è settato, il latch S-R pone l'uscita Q a 1, mentre Q = 0; l'uscita del timer, sul piedino 3 si trova a livello ALTO; il transistor è interdetto, perché la base non è polarizzata direttamente, il piedino 7 si trova isolato da massa, il condensatore C inizia a caricarsi attraverso i resistori R1 ed R2 che si trovano in serie. Il condensatore C tende a portarsi alla tensione di alimentazione Vcc, con costante di tempo 1 ( R1 R2 )C Quando la tensione ai capi del condensatore C raggiunge il valore di Vcc/3, il comparatore inferiore commuta e si porta a livello basso, S=0; i latch S-R non commuta perché anche R=0, e quindi la parte restante del circuito resta nello stato precedente, ed il condensatore continua a caricarsi. Per cui l’equazione di carica è: Vcc vC Vcc ( Vcc) e 3 t 1 (1.1) Pagina 7 di 22 Sampei – Misure sul 555 La carica è interrotta all’istante t = T1 perché il condensatore C raggiunge una tensione pari a 2Vcc/3 Pertanto l’equazione 1.1 diventa: T1 2 Vcc Vcc Vcc ( Vcc) e 1 3 3 da cui si ottiene l’intervallo di tempo di carica T1 : T1 ( R1 R 2 ) C ln 2 0 ,693 ( R1 R 2 ) C vC Vcc 2Vcc/3 Vcc/3 0 t T1 2. – fase di scarica – Il condensatore C, a regime, è inizialmente carico con una tensione vC = 2 Vcc/3 allora il comparatore superiore commuta, portando la sua uscita a livello alto; R=1; il latch S-R azzera la sua uscita Q; Q = 1; l'uscita dell'integrato si porta a livello basso; il transistor va in saturazione, mettendo il piedino 7 del timer a massa; il condensatore è costretto a scaricarsi attraverso il solo resistore R2. con costante di tempo pari a : 2 R2C Pertanto possiamo scrivere l’equazione di scarica del condensatore: t 2 vC Vcc e 2 3 da cui si ottine l’intervallo di tempo di scarica per t = T2 : T2 R2 C ln 2 0,693 R2 C Pagina 8 di 22 Sampei – Misure sul 555 vC 2Vcc/3 Vcc/3 0 T2 t 3. Quando la tensione del condensatore C scende al di sotto di Vcc/3 allora il comparatore inferiore commuta, portando S = 1, mentre R già era a zero appena iniziata la scarica; quindi il latch S-R avendo S=1 porta la sua uscita Q a 1, e Q negato a 0; l'uscita del timer si porta a livello alto; il transistor è interdetto, il piedino 7 è staccato da massa, il condensatore inizia a ricaricarsi, ripetendo il ciclo precedente. Ora semplicemente ricaviamoci il periodo T di oscillazione dell’astabile: T T1 T2 0,693( R1 2 R2 )C (1.2) La cui frequenza di oscillazione, sarà: f 1 1,44 T ( R1 2 R2 )C (1.3) Il duty cycle δ, definito come rapporto fra l’intervallo di tempo in cui l’uscita è alta e l’intero periodo di oscillazione, vale: T1 ( R1 R2 ) T ( R1 2 R2 ) (1.4) Si noti che l’onda in uscita non è simmetrica (duty cycle ≠ 50%),perché la costante di tempo di carica τ1 è maggiore della costante di tempo di scarica τ2 del condensatore. Pagina 9 di 22 Sampei – Misure sul 555 I diagrammi della vC e della vOUT sono i seguenti: vC 2Vcc/3 Vcc/3 0 t VOUT Vcc 0 t T2 impossibile ottenere un duty-cycle pari al 50%, cioè T1 = T2, cioè il tempo in cui la forma d'onda è a livello alto è uguale al tempo in cui la forma d'onda è a livello basso; per ottenere questo dovremmo porre R1 = 0; però R1 è la resistenza di collettore del transistor interno, e non può avere valori molto bassi per evitare di bruciare il transistor. Per ottenere duty-cicle vicini al 50% possiamo usare per R1 valori intorno ai 1 KΩ ed usare per R2 valori molto più alti di R1. È CRITERI DI PROGETTO Il circuito astabile viene comunemente impiegato per generare oscillazioni di frequenza dai decimi di hertz fino a 100 KHz; il limite superiore è causato dai ritardi di propagazione nel 555. I valori delle resistenze sono di solito compresi fra alcune centinaia di ohm e alcuni megaohm; il condensatore C è comunemente compreso fra 1000 pF e 100 μF. Pagina 10 di 22 Sampei – Misure sul 555 Per ovviare al problema del duty cycle si aggiunge un diodo in parallelo a R2: Questo semplice inserimento ha un effetto considerevole sul funzionamento del circuito. In tal modo durante la carica del condensatore C il diodo D è polarizzato direttamente e si comporta come un corto circuito, il condensatore si carica solo attraverso R1; durante la scarica del condensatore il diodo è polarizzato inversamente, quindi è come un circuito aperto, permettendo al condensatore di scaricarsi attraverso R2. Il condensatore di 10 nF serve come livellamento della tensione di riferimento. Il morsetto di RESET va collegato a + Vcc, in modo da escluderlo. Scelto un valore di R2>> R1 (per avere un duty cycle vicino al 50%), un valore di frequenza di oscillazione ed il valore di duty cycle; dalla (1.4) si ricava: R1 R2 (2 1) 1 e per la (1.3), si ricava: C 1,44 ( R1 2 R2 ) f Pagina 11 di 22 Sampei – Misure sul 555 Per il nostro progetto, si sono ricavati i seguenti parametri progettuali: f = 5 KHz R1 = 2,7 KΩ δ = 0,55 C = 10,78 nF ≈ 10 nF R2 = 12 KΩ Cdisaccop= 47μF Vi è inoltre nel circuito, come si vede un condensatore di disaccoppiamento che serve ad eliminare la continua in uscita dal circuito ed eventuali rumori dovuti dalle resistenze connesse o propriamente dal 555. Mentre il diodo LED con l’eventuale resistenza RD in serie collegati in uscita dal nostro circuito, sono utilizzati per visionare a livello logico i livelli di tensione in uscita qualora non si facesse uso dell’oscilloscopio. In questa esercitazione non ne faremo uso praticamente poiché utilizzeremo l’oscilloscopio per visualizzare le forme d’onda. SIMULAZIONE Con una tensione di alimentazione di 5 V, tipica per i sistemi digitali, andiamo ad generare un’onda quadra con l’ausilio del programma di simulazione Electronics Workbench. Il circuito si persenta così: Chiaramente una buona simulazione deve essere tale da potersi avvicinare il più possibile alla realtà, pertanto siccome per i componenti discreti abbiamo: Una tolleranza del 5% per le resistenze; Una tolleranza del 5% per le capacità; Utilizzeremo un 555 del tipo TS555CN (ST semiconductor); Pagina 12 di 22 Sampei – Misure sul 555 Inseriamo i dati reali di questi componenti nel simulatore e vediamo come il circuito si comporta, visualizziamo sull’oscilloscopio cosa è accaduto: In questa figura è evidenziato il segnale vC di carica del condensatore (rosso) e il segnale rettangolare in uscita vOUT (blu). Come si vede il periodo di oscillazione vale T = T1 + T2 =187,8756 μs Andiamo ora ad interrogare il simulatore Pagina 13 di 22 Sampei – Misure sul 555 Come si vede dalla simulazione, l’onda quadra in uscita non ha una pendenza brusca, chiaramente questa è solo una simulazione, pertanto nella realtà quando andremo in laboratorio visualizzeremo una certa pendenza. Ed anche a livello alto ci saranno chiaramente dei ripple che dovranno essere misurati. MISURE SULL’ASTABILE Su questa sezione bisogna soffermarsi molto poiché è alla base del nostro progetto, ma è anche alla base di ciò che bisogna fare per un qualsiasi dispositivo, ovvero testarlo. In questo caso tratteremo la parte relativa alle misure in oggetto, ovvero quelle che comportano chiaramente ad un circuito che in uscita genera un’onda quadra. Le dovute analisi si riferiscono al fatto che abbiamo a che fare non con una simulazione al computer, ma con componenti reali che hanno una certa tolleranza, un certo distacco da quello che il costruttore inserisce nei datascheet e poi anche perché quando andremo a misurare ad esempio la frequenza di oscillazione dell’astabile, dai dati di progetto sappiamo che essa deve essere circa 5 KHz, però nell’oscilloscopio ci sarà comunque una certa differenza. Pertanto qui di seguito sono riportate le formule per ricavare l’incertezza di misura dei vari parametri dell’astabile (frequenza, duty cycle ecc…). Infine ci soffermeremo molto sul ripple agente a livello alto. In questa relazione che riguarda il trattamento dei dati di misura ci si sofferma non sul progetto ma in particolar modo sulle conseguenze che i dispositivi hanno sul progetto, ovvero le resistenze di partizione e la capacità che regola la frequenza. Nella formula del calcolo della frequenza di oscillazione del 555 il componente che può modificare interagire in maniera sostanziale è il condensatore C e quindi si è pensato di variare la frequenza in funzione della capacità C e di far rimanere costanti le due resistenze. FREQUENZA Chiaramente per il progetto ci limitiamo alla formula data in precedenza: Pagina 14 di 22 Sampei – Misure sul 555 f 1 1,44 T ( R1 2 R2 )C (2.1) Ma come si vede essa è formata da parametri quali R1, R2 e C non sono certi poiché sono affetti da tolleranza. Quindi ci sarà una certa incertezza nel valutare la frequenza di oscillazione dell’astabile. Ricaviamola: Utilizzando il metodo delle derivate parziali e la formula (2.1), ottengo: df f f f dR1 dR2 dC R1 R2 C 36 72 36 dR1 dR2 dC 2 2 2 25 C ( R1 2 R1 ) 25 C ( R1 2 R1 ) 25 C ( R1 2 R1 ) 36 72 36 ER1 ER 2 EC Ef 2 2 2 25 C ( R1 2 R1 ) 25 C ( R1 2 R1 ) 25 C ( R1 2 R1 ) Da cui ottengo l ' incertezza : Uf TEORICO 36 72 36 UR1 UR 2 UC 2 2 2 25 C ( R1 2 R1 ) 25 C ( R1 2 R1 ) 25 C ( R1 2 R1 ) Attenzione, questa incertezza ricavata è in funzione dei parametri consegnati dai costruttori. Pertanto si intende la tolleranza di ogni singolo componente e non incertezze derivate da strumenti. Siccome sono state utilizzate resistenze con ultima banda colorata: ORO allora ho una incertezza del 5%. Mentre le capacità C sono di tipo elettrolitico pertanto hanno una tolleranza del 5%. Si considera l’incertezza assoluta dei componenti in questo tipo: per le resistenze UR uR R 0.05 R per i condensatori UC uR C 0.05 C Invece nel test di laboratorio si è utilizzato l’oscilloscopio, con cui sono state fatte misure sul periodo della forma d’onda in uscita (rettangolare) e pertanto si ricava la frequenza di oscillazione ed utilizzando il manuale ci si ricava l’incertezza di misura. 1 (2.2) T Siccome non conosco le specifiche di incertezza sulla frequenza, ma conosco quelle sul periodo, mi rifaccio alla relazione che lega il periodo e la frequenza (2.2), e ricavo l’incertezza della misura di frequenza: 1 df 2 dT T f Pagina 15 di 22 Sampei – Misure sul 555 Uf 1 UT T2 Come si vede dalla figura, ottengo: U T 0,01% T 0,2%(10 K T ) 200 ps da cui l ' incertezza sulla frequenza è data da : Uf MISURATO U T T 2 (10 K T ) 200 ps 0,01% 0,2% T (T ) 2 (T ) 2 (2.3) Riepilogando, si ricava l’incertezza teorica di frequenza con l’ausilio della formula (2.1) e quindi dipendente dai parametri costruttivi dei componenti utile a valutare l’incertezza in fase di progetto. Mentre l’incertezza reale misurata fa riferimento al test fatto in laboratorio e prescinde dalla tolleranza delle resistenze ma fa riferimento solo alla strumentazione utilizzata. Ricaviamoci pertanto la tabella relativa. Fisso R1= 2,7 KΩ, R2= 12 KΩ, Vcc = 5 V e C = variabile. Le capacità utilizzate sono di tipo commerciale e quindi hanno valori standard. Pagina 16 di 22 Sampei – Misure sul 555 DUTY CYCLE Come si è visto dalla formula del duty sycle essa teoricamente era dipendente dalle sole resistenze e non dalla capacità, ma è chiaro che intrinsecamente si può notare che essa dipende anche dalla capacità. Pero chiaramente soffermandoci solo sulle resistenze andiamo a realizzare una tabella relativa che faccia evincere una variazione del duty cycle al variare della resistenza R2. È importante notare il perché si sceglie R2 anziché R1. Il motivo di questa scelta dipende proprio dal condensatore. Come si vede in fase di carica esso dipende dalle due resistenze: T1 0,693( R1 R2 )C mentre nella fase di scarica dipende solo dalla resistenza R2 : T2 0,693 R2 C Questa scelta dipende anche da un altro fattore, ovvero la formula del duty cycle: T1 ( R1 R2 ) T ( R1 2 R2 ) Come si vede è il rapporto del tempo di carica e il tempo di oscillazione. Come detto prima, per avere un duty cycle vicino al 50% devo avere una R2 >> R1. Come fatto prima, ricaviamoci l’incertezza teorica con il metodo delle derivate parziali: d ( R1 R2 ) ( R1 2 R2 ) R2 R1 dR1 dR2 dR dR2 1 2 2 R1 R2 ( R 2 R ) ( R 2 R ) 2 1 2 1 R2 R1 E R ER 2 E 1 2 2 ( R 2 R ) ( R 2 R ) 2 1 2 1 da cui ricavo l ' incertezza : U , TEORICO R2 R1 U R1 UR 2 ( R1 2 R2 ) 2 ( R1 2 R2 ) 2 Nota: ho inserito Δ anziché δ, per non confonderlo con la derivata parziale. Facilmente ricavo anche l’incertezza di misura reale, ovvero quella fatta utilizzando la strumentazione: Pagina 17 di 22 Sampei – Misure sul 555 T1 T Sempre con il metodo delle derivate parziali, si ottiene facilmente la formula: U , REALE T 1 UT1 1 UT T T Si ricordi sempre che l’incertezza dello strumento è data da: U T 0,01% T 0,2%(10 KT ) 200 ps Pagina 18 di 22 Sampei – Misure sul 555 MISURA DEL RIPPLE Questa fase è molto importante e richiede una introduzione teorica. La tensione di uscita di un astabile, a livello ALTO, contiene sempre,in forma più o meno accentuata, una componente di ondulazione residua (ripple): VOUT Vcc Vr,pp 0 T2 t 1. Soprattutto in fase di transizione questa ondulazione va ad inficiare sulla forma d’onda in uscita. Nei sistemi digitali questo ripple non ha alcun significato perché essi utilizzano come criterio il margine di errore a livello alto e basso, siccome si utilizzano sempre livelli molto distanti (es. 0 V per basso e 5V per alto). Non hanno alcun problema nell’acquisire la forma d’onda. Ma se ad esempio questo circuito non serve per generare un segnale di clock, ma serve ad esempio come stadio in un generatore di funzioni, allora è importante e fondamentale rendere il segnale di uscita estremamente pulito. Per fare questo si inserisce come si vede dal circuito progettuale un condensatore di disaccoppiamento opportunamente dimensionato e capace di compensare gli eventuali ripple. In questo caso toglieremo il condensatore dal circuito e faremo le misure adeguate atte a rilevare la presenza di questo ripple. 2. Vediamo lo schema esemplificativo: Pagina 19 di 22 Sampei – Misure sul 555 3. Misuro con l’oscilloscopio, in modalità AC, la Vr,pp. Parto con un valore di Rv = 0 Ω pertanto il carico iniziale sarà di R = 470 Ω. Ricavato il valore picco picco del ripple Vr,pp. Mi calcolo il valore efficace: Vr Vr , PP 2 3 4. Misuro con il voltmetro la Vu 5. Misuro con l’ amperometro la Iu Rilevando questi valori ad incremento casuale di Rv. 6. Mi calcolo il fattore di ripple: r Vr Vr Vm Vu 7. ed anche quello in percentuale: Vr 100 Vu La tensione di ripple dipende dal carico e, generalmente, aumenta all’aumentare della corrente Iu, pertanto è utile ricavare un diagramma che indichi l’andamento del fattore di ripple in funzione di Iu: r r = f (Iu). INCERTEZZE DEGLI STRUMENTI: • Voltmetro: U Vu (0,5 % rdg 1 digit ) • Amperometro: U Vu (0,5 % rdg 4digit ) Pagina 20 di 22 Sampei – Misure sul 555 • Oscilloscopio: misura con doppio cursore: U Vrpp 1,9 % lettura 0,4 (8 Kv ) FATTORE DI RIPPLE r Vr , PP Vr Vu 2 3Vu da cui semplicemente ricaviamo l’incertezza: Ur Vr 3 3 U Vrpp PP 2 U Vm 6 Vm 6 Vm Pagina 21 di 22 Sampei – Misure sul 555 CONSIDERAZIONI: Chiaramente il 555 è un dispositivo molto utilizzato proprio per le sue capacità e per la poca potenza assorbita. Le configurazioni più utilizzate sono come multivibratore. In particolar modo quello monostabile e bistabile ha un uso in sistemi di tipo digitale, mentre quello astabile ha usi sia in analogica per realizzare un’onda quadra, che in digitale per la realizzazione di un clock. Come si vede dalle tabelle è molto importante utilizzare questo dispositivo per frequenze massime pari a 500 KHz, anche se in alcune configurazioni si riesce ad arrivare intorno ai MHz. OSSERVAZIONI: La prima osservazione da fare è rilevante e molto importante, il fattore di ripple rilevato durante la prova si aggira tra il 50% e il 68% circa il che significa che se trascuriamo il rumore che in genere si va a sommare al segnale di uscita, allora chiaramente il ripple è estremamente poco rilevante. Come si è detti prima, il ripple in uscita si può eliminare quasi totalmente inserendo all’uscita una capacità di disaccoppiamento, in questo caso dimensionata a 47 μF , ma anche capacità da 4,7 μF o 2,2 μF sono utilizzabili. La seconda osservazione da fare è di inserire in uscita un blocco integratore il quale mi faccia l’integrale dell’onda quadra ottenendo un segnale triangolare e poi un terzo blocco integratore che mi dia in uscita un’onda sinusoidale. Come si vede con pochi componenti si riesce a realizzare, se pur a grandi linee, un buon generatore di funzioni. ____________________________________________________________________________________ Autori e copyright Questo documento è stato preparato per scopi didattici e/o di ricerca. Esso può essere copiato e distribuito liberamente, alle seguenti condizioni: si deve attibuire la paternità del documento (in questo caso non si ha il nome ma si faccia riferimento al link all'articolo citandone l'avatar sampei) ; non è consentito usare il documento per fini commerciali; non è consentito alterare o modificare il documento. 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