Finanziamento per progetti di ricerca infermieristica

METODI
FINANZIAMENTO
PER PROGETTI DI RICERCA
INFERMIERISTICA
di Annalisa De Silvestri*, Moreno Curti*, Barbara Mangiacavalli**
* Direzione Scientifica, Ircss Policlinico San Matteo Pavia
** Dirigente Sitra, Ircss Policlinico San Matteo Pavia
> L’evoluzione del concetto di salute e il diffondersi di solide pratiche di evidence-based hanno notevolmente accentuato il carattere di
essenzialità e l’importanza della ricerca in campo infermieristico. Questa deve consentire di valutare la
pertinenza e l’efficacia dei metodi impiegati, favorendo il miglioramento qualitativo dell’assistenza individuale o di comunità, sia essa preventiva, curativa, palliativa o riabilitativa. La ricerca infermieristica deve permettere, inoltre, di definire e validare le
conoscenze, in modo da poterle diffondere e consentire di migliorare la formazione iniziale e quella
in corso di servizio.
L’International Council of Nurses (ICN) sostiene che
“l’attività assistenziale basata sulla ricerca è un segno
distintivo della pratica professionale infermieristica.
La ricerca infermieristica, sia qualitativa che quantitativa, è di importanza fondamentale per un’assistenza sanitaria di qualità e costo-efficacia” (5). La ricerca non avviene spontaneamente, va incentivata: è
pertanto necessario agire a livello politico, legislativo, economico, formativo ed organizzativo. Ma l’Italia è uno dei Paesi che non segue la strategia di Lisbona1, investendo nella ricerca < 1.5% del Pil e avendo 2.7 scienziati/1.000 abitanti contro i 5 della media UE e i 6 USA (1).
Dal 1976 il Workgroup of European Nurse Researcher
(WENR) (6) si propone di contribuire a promuovere e rafforzare la collaborazione nella ricerca infermieristica in Europa per supportare un range di attività scientifiche, sviluppare infrastrutture per la ricerca infermieristica, incrementare i research networks e diffondere i risultati, avere influenza sulla
1 Si fa riferimento in particolare alla raccomandazione di investire
il 3% del Pil nella ricerca dal 2010
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politica sanitaria europea e nazionale.
Nel 1996 gli Stati del Consiglio d’Europa hanno raccomandato ai loro membri di stabilire una strategia
per lo sviluppo della ricerca infermieristica: ne è stata quindi definita una come modello per lo sviluppo della ricerca infermieristica, richiamando i singoli Stati alla identificazione di bisogni e priorità nella ricerca infermieristica. Per giungere a ciò, le organizzazioni professionali e gli altri organismi interessati avrebbero dovuto essere parte del processo:
in realtà, nonostante la raccomandazione e l’accordo da parte del Consiglio d’Europa, solo pochi Stati membri possiedono attualmente delle direttive governative sulla ricerca infermieristica (2).
FONDI PER LA RICERCA
INFERMIERISTICA
La mancanza di fondi dedicati alla ricerca infermieristica (3) e la difficoltà ad accedere ai fondi
comuni persistono. Ciò risulta vero anche nel Regno Unito, dove, nonostante si investano 3.5 miliardi di sterline nella ricerca in campo medico, il
73% delle ricerche pubblicate in campo infermieristico è svolto senza fondi.
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Entrare in progetti multidisciplinari finanziati da vari enti è pertanto molto importante. Tra i più interessanti a tal fine troviamo sia enti nazionali che internazionali, pubblici e privati.
Tra questi è possibile segnalare:
• Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) (7). Tra le
attività che qualificano l’AIFA all’interno delle
Agenzie regolatoritrici europee vi sono la promozione di una ricerca clinica non a fini commerciali e la diffusione di un’informazione indipendente sul farmaco. Attraverso differenti programmi,
infatti, l’AIFA effettua non solo il monitoraggio e
la verifica sulla correttezza della sperimentazione
clinica pubblica e privata e sull’attività di promozione sui farmaci svolta dalle aziende farmaceutiche, ma coordina e supporta con proprie risorse
sia progetti di ricerca utili al Ssn che programmi
di (in)formazione per gli operatori sanitari e i Comitati Etici Locali. Tali attività sono caratterizzate da un elevato rigore metodologico e dalla necessità di trasparenza di processo nei confronti di
tutti i cittadini; sono finalizzate ad accertare che
i prodotti medicinali in fase di sviluppo siano sicuri per la popolazione ed efficaci nei confronti
delle patologie che devono contrastare.
• Istituto Superiore Sanità (Iss) (8). Nell’ambito
della ricerca i compiti e le funzioni dell’Istituto,
ai fini della promozione e tutela della salute pubblica nazionale, sono i seguenti:
- svolge direttamente attività di ricerca scientifica nell’ambito delle materie previste dal Piano
sanitario nazionale;
- promuove programmi di studio e di ricerca anche in collaborazione con le strutture del Ssn,
sperimentazioni cliniche e sviluppi tecnologici
di avanguardia, in collaborazione con gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e le
Aziende ospedaliere;
- stipula convenzioni, contratti ed accordi di collaborazione con enti, istituti ed organismi pubblici o privati, nazionali, esteri o internazionali;
- partecipa a progetti di studio e ricerca nazionali ed internazionali.
• Ministero Istruzione Università e Ricerca (MIUR).
Si segnala in particolare il programma PRIN (Progetti di rilevante interesse nazionale), ovvero specifici progetti di ricerca finanziati annualmente
dal MIUR. L’esecuzione dei progetti ha durata
massima biennale ed è prevista la disponibilità al
cofinanziamento da parte dell’Ateneo. Ciascun
progetto di ricerca potrà prevedere da una a cinque unità operative. Nel caso in cui il progetto
preveda un’unica unità operativa, questa non potrà che appartenere ad un ateneo. Ogni unità operativa sarà diretta da un responsabile scientifico
dipendente dall’ateneo avente la qualifica di pro-
fessore, o ricercatore del ruolo universitario.
• Unione Europea. Nell’ambito del tema Health (6.1
miliardi di euro) del programma quadro FP7 si
propone di migliorare la salute dei cittadini europei e di elevare la competitività delle industrie
legate alla salute. Supporta tutti i tipi di attività di
ricerca internazionali, dando la priorità a:
- biotecnologie che producano conoscenze
applicabili nell’area della salute e della medicina;
- medicina traslazionale, affinché le scoperte abbiano benefici pratici e possano migliorare la
qualità di vita dei pazienti;
- ottimizzazione della delivery delle cure sanitarie ai cittadini europei.
• Regioni. Diverse di queste mettono a disposizione fondi per la ricerca sanitaria, che possono includere anche la ricerca infermieristica, eventualmente in progetti multidisciplinari. È opportuno
consultare il sito relativo alla propria Regione e/o
rivolgersi presso gli assessorati competenti.
Il WENR ha anche studiato la possibilità di partecipare come network of experts ai progetti europei,
valutando fattibile la presenza di associazioni infermieristiche non come leader ma come partner soprattutto coinvolto nella divulgazione e disseminazione dei risultati (9).
COME STRUTTURARE UN PROGETTO
Per preparare il progetto di ricerca è indispensabile seguire le indicazioni specifiche del singolo bando; ci sono comunque delle regole generali e degli
aspetti che è opportuno prendere sempre in considerazione. Qualunque progetto necessita di una descrizione aggiornata e completa di quello che è lo
stato dell’arte ed una definizione chiara e precisa degli obiettivi da quantificare il più possibile, anche in
risposta ai requisiti specifici del bando. Si richiede
inoltre di specificare cosa il progetto intende aggiungere a ciò che già si conosce. Particolare importanza hanno i metodi (disegno dello studio; pazienti/popolazione; interventi previsti; analisi statistica),
da descrivere con molta precisione.
Molti bandi richiedono la valutazione della trasferibilità e dell’impatto che avranno i risultati previsti
dal punto di vista scientifico, assistenziale, economico-sanitario. Si chiede pertanto di quantificare la ricaduta il più possibile, spesso effettuando valutazioni successive alla disponibilità dei risultati.
Importante in ogni progetto è la multidisciplinarità:
dovrebbero essere contemplate tutte le figure professionali necessarie allo svolgimento del progetto
stesso, qualificate rispetto a ciò attraverso la messa a
disposizione del curriculum vitae dei partecipanti,
con le pubblicazioni relative all’argomento del progetto di ricerca proposto.
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Un punto di crescente importanza è rappresentato
dalle questioni etiche che possono essere sollevate
nell’ambito del progetto di ricerca, prestando particolare attenzione al consenso informato (incluse le
problematiche dell’assicurazione, della possibilità di
uscire dallo studio per il soggetto e di eventuali conseguenze rispetto a ciò), al trattamento dei dati sensibili (evitando la raccolta di quelli non necessari e
descrivendo come vengano protetti e come venga
garantito l’anonimato).
Data la notevole mole di lavoro necessario per definire un buon progetto di ricerca, alcuni bandi prevedono una selezione dei progetti a due fasi: inizialmente viene richiesto l’invio di una lettera di intenti, che descriva in poche pagine lo stato dell’arte, gli
obiettivi ed i risultati previsti dalla ricerca; successivamente i proponenti dei progetti selezionati a partecipare alla 2° fase inviano il disegno dello studio
completo e dettagliato.
I progetti vengono giudicati in genere da esperti, anche di livello internazionale, che devono tener conto della qualità scientifica e della rilevanza della ricerca proposta, dei contenuti innovativi e dell’originalità del progetto, dell’impatto traslazionale e della rilevanza clinica; non ultimo il profilo dell’investigatore e della sua attività scientifica (sulla base del
curriculum, dei lavori scientifici).
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
La ricerca infermieristica, sia a livello nazionale che
internazionale, presenta difficoltà strutturali; tra queste le più importanti sono la ridotta disponibilità di
risorse specifiche, la mancanza di una formazione
specifica diffusa e la mancanza di tempo per un’attività che si aggiungerebbe a quelle svolte giornalmente dal personale. Facendo riferimento alle 5 testate infermieristiche nazionali (AIR, Scenario, L’infermiere, Professioni Infermieristiche, Nursing oggi) si può
rilevare un’aumentata produzione di articoli che parlano di metodologia di ricerca o che riportano i risultati di lavori di ricerca relativamente al periodo
1998-2003, a dimostrazione di un interesse crescente per la ricerca che andrebbe opportunamente incentivata (4). La ricerca d’altra parte è strettamente
connessa con la formazione e le conoscenze dei ri-
BIBLIOGRAFIA
1 Bestini I., Garattini S. , Rappuoli R., Italy must invest more in science and technology. Nature 2008; 452:685.
2 Gruppo europeo Infermieri ricercatori,
Raccomandazioni su: La ricerca infermieristica in Europa Professioni Infermieristiche
2002. 55.4:250-4.
3 Rafferty A.M., Traynor M., Thompson
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cercatori. Accanto alle banche dati e alle riviste orientate all’ambito medico stanno sempre più diffondendosi quelle rivolte al mondo infermieristico: a titolo
di esempio si possono citare CINHAL e l’elenco delle riviste della categoria “nursing” incluse nel Journal Citation Reports (JCR), il sistema su cui si basa l’assegnazione dell’Impact Factor, oltre che di riferimento per i principali sistemi bibliometrici di valutazione dell’attività di ricerca nel mondo scientifico. Di
non minore importanza è la formazione del ricercatore relativamente alle metodologie di ricerca e a come affrontare i problemi da un punto di vista scientifico. In questi ultimi anni, la Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi ha inteso sostenere e adiuvare
lo sviluppo delle competenze degli infermieri italiani rispetto alla metodologia della ricerca. Dal 2006
in particolare ha sostenuto economicamente l’attivazione dei primi dottorati di ricerca infermieristica, con la finalità di creare i primi infermieri formati e preparati a produrre, gestire e divulgare la ricerca infermieristica. Ha inoltre ritenuto di sostenere e
promuovere ricerche di livello nazionale su argomenti organizzativi: per esempio nel XV Congresso
nazionale Ipasvi (26-28 febbraio 2009) è stato presentato il progetto di ricerca Progea/Ipasvi, Un percorso per la declinazione strategica della funzione
dirigenziale infermieristica, al fine di esplicitare il
posizionamento della professione nell’organizzazione. Non in ultimo la Federazione Ipasvi ha dedicato
grande impegno alla riconfigurazione della rivista
L’Infermiere, con l’obiettivo di produrre un unico organo informativo che faciliti la possibilità di pubblicare per gli autori infermieristici, inserendosi in sistemi di indicizzazione scientifica, oltre a garantire
la diffusione di informazioni di natura disciplinare
e multidisciplinare. A quest’ultimo fine è stata formata una redazione infermieristica con competenze metodologiche strutturate.
Va ribadito, e non il ultimo, che da sempre la Federazione Ipasvi sostiene, promuove e valorizza i progetti di ricerca e le iniziative di ricerca che provengono dai diversi iscritti; ciò nella convinzione che
questo afferisca, fra gli altri, al ruolo e alle funzioni
della stessa, peraltro previsti dalla norma, per favorire il continuo sviluppo culturale degli iscritti.
D.R., Ilott I., White E., Research in nursing, midwifery, and the allied health professions. BMJ. 2003;326:833-4.
4 Marcucci A.R., Sansoni J., Pierantognetti P., Luzzetti E., La produzione infermieristica scientifica italiana attraverso un'analisi di cosa pubblicano gli infermieri, (98-03)
Professioni Infermieristiche 2005.58.4:
236-45
SITOGRAFIA
5 http://www.icn.ch/PS_B05_Nsg% 20Research.pdf
6 http://www.wenr.org
7 http://www.agenziafarmaco.it
8 http://www.iss.it
9 http://www.wenr.org/fileadmin/sites/
WENR/PDF/Final_report_to_WENR_on_
the_6th_framework3.pdf