Clinica Ancelle della Carità Lo scompenso cardiaco cronico nell’anziano:quale riabilitazione? Tiziana Torpilliesi Sant’Angelo Lodigiano, 14-15 Ottobre 2008 La riabilitazione cardiovascolare: definizione “ è un processo multifattoriale, attivo e dinamico, che ha come fine ultimo quello di favorire la stabilità clinica, di ridurre le disabilità conseguenti a malattia, di favorire un ruolo attivo nella società, e, in ultima analisi di ridurre il rischio di successivi eventi cardiovascolari, di migliorare la qualità della vita, e di incidere quindi positivamente sulla sopravvivenza” Organizzazione Mondiale della Sanità-1993 La riabilitazione cardiovascolare: obiettivi A breve termine 1. Perseguire la stabilità clinica 2. Limitare le conseguenze fisiologiche e psicologiche della malattia cardiovascolare 3. Migliorare globalmente la capacità funzionale ed incidere così favorevolmente sul grado di autonomia, indipendenza e quindi sulla qualità della vita A medio-lungo termine: 1. Ridurre il rischio di successivi eventi cardiovascolari 2. Ritardare la progressione del processo aterosclerotico e della cardiopatia sottostante ed il deterioramento clinico 3. Ridurre morbidità e mortalità Linee guida Nazionali-PNLG 2005 La riabilitazione cardiovascolare: cenni storici 1930: riposo a letto per sei settimane 1940: “terapia della sedia” 1950: passeggiate di 3-5 minuti al giorno dopo 4 settimane dall’evento 1960: inizia la consapevolezza che la deambulazione precoce previene i numerosi rischi dell’allettamento 1970: sviluppo di programmi altamente strutturati, con supervisione medica e sotto controllo elettrocardiografico 1980 ad oggi: si riducono i tempi di degenza, si sviluppano centri di riabilitazione specializzati nella messa in atto sistematica di servizi volti alla prevenzione secondaria. La riabilitazione cardiovascolare: indicazioni Cardiopatia ischemica: post-IMA post-by pass ao-co post-PTCA Chirurgia valvolare Post-intervento per cardiopatie congenite Trapianto di cuore o cuore/polmone Scompenso cardiaco cronico A.O. cronica periferica Portatori di PM o di defibrillatori La riabilitazione cardiovascolare: controindicazioni Angina instabile Scompenso cardiaco cronico in fase di instabilità clinica Aritmie ventricolari severe Ipertensione polmonare (PAP >60 mmHg) Ipert. Arteriosa non controllata da farmaci Versamento pericardico di media-grande entità Recente TVP con o senza embolia polmonare Miocardiopatia ostruttiva severa Stenosi aortica serrata o sintomatica Patologie associate evolutive limitanti il training Infiammazioni o infezioni in atto La riabilitazione cardiovascolare: le componenti I programmi componenti: di riabilitazione cardiologica includono le seguenti Assistenza clinica, stratificazione del rischio e ottimizzazione della terapia Training fisico e prescrizione di programmi di attività fisica Educazione sanitaria specifica e counseling riguardanti il rischio cardiovascolare e la sua riduzione Valutazione psicosociale e occupazionale con interventi specifici Controlli clinico-strumentali individualizzati e supporto per il mantenimento di un adeguato stile di vita ed un’efficace prevenzione secondaria Giannuzzi P, Monaldi Arch Chest Dis 2006 La riabilitazione cardiovascolare: i modelli organizzativi L'OMS classifica i livelli dell'intervento riabilitativo in tre categorie in base alla qualifica del personale, alle dotazioni strumentali, alla complessità e alla specializzazione dell'intervento: 1- livello avanzato, in un ospedale ad indirizzo riabilitativo, dove sono disponibili servizi e prestazioni di alta specialità, riservati ai pazienti nella fase post-acuta della malattia e a pazienti a rischio elevato; 2- livello intermedio, che si sviluppa all'interno di un ospedale per acuti, riservato a pazienti in fase post-acuta e a rischio intermedio; 3- livello base, a livello ambulatoriale, riservato a pazienti a basso rischio, cronici, stabili, con la finalità di mantenere un alto grado di indipendenza, promuovere un effettivo cambiamento dello stile di vita per un'efficace prevenzione secondaria, e che prevede cure ed interventi anche nell'ambito della comunità (attraverso palestre, club coronarici ecc.). La riabilitazione cardiovascolare: i modelli organizzativi Riabilitazione ambulatoriale Riabilitazione estensiva Riabilitazione “territoriale” Riabilitazione intensiva Riabilitazione degenziale Giannuzzi P, Monaldi Arch Chest Dis 2006 La riabilitazione cardiovascolare: le linee guida Nei pazienti con scompenso cardiaco cronico un intervento di cardiologia riabilitativa integrato consistente in un programma di modificazione dello stile di vita incluso programma educazionale e di autogestione, programma di esercizio fisico, modificazione del regime alimentare, approccio psicocomportamentale e ottimizzazione della terapia farmacologica si è dimostrato in grado di migliorare la mortalità totale La riabilitazione cardiovascolare: le linee guida • Diuretics and salt restriction in patients with fluid retention (Ev. C) • ACE-I (Ev. A) • Beta-blockers with proven efficacy in CHF (metoprolol, carvedilol, bisoprolol) in stable patients (Ev. A) Stage C Heart Failure Recommendations Class I • Avoid NSAI agents,most antiarrhytmics and ca-antagonists (Ev. B) • Exercise training (Ev. B) • ICD in pts with LVEF <30%, NYHA II/III 40 days after MI (Ev. A) • Resincronization therapy in patients with LVEF <35%, SR, NYHA III/IV, QRS >0.12 ms (Ev. A) • Anti-aldosterone diuretic with creatinine < 2.5 mg/dL and potassium < 5.0 mEq/L (Ev. B) La riabilitazione cardiovascolare: le linee guida La riabilitazione dello scompenso cardiaco: e nell’anziano? JL Fleg; Heart Failure Clin 2007 La riabilitazione dello scompenso cardiaco: e nell’anziano? Eur J Heart Failure 2005 La riabilitazione dello scompenso cardiaco: e nell’anziano? Pu et al; J Appl Physiol 2001 La riabilitazione dello scompenso cardiaco: e nell’anziano? Effect of an exercise programme for elderly patients with heart failure. AIMS: Benefit from exercise training programmes for patients with chronic heart failure has been demonstrated in relatively young (mean age 60 years) and predominantly male subjects. This study was undertaken to assess the effect of an exercise programme for older subjects more representative of the general heart failure population. METHODS AND RESULTS: Twenty-two patients with chronic heart failure of mean age 81+/-4 years were recruited into the study. Twenty-five percent were female and 31% were in chronic atrial fibrillation. A crossover study design was employed. The programme consisted of once weekly exercise sessions tailored to the abilities of elderly subjects and lasted for 12 weeks. Fifteen subjects completed the exercise component and nine the control component. The programme resulted in a 20% relative increase in 6-min walk test distance (ANCOVA: P<0.012). There was no improvement in quality of life as measured by the Living With Heart Failure Questionnaire, but the majority of subjects reported subjective improvement in wellbeing. CONCLUSION: Elderly patients with chronic heart failure can benefit from an appropriately designed exercise programme and should not be excluded from future large scale trials. Owen et al; Eur J Heart Fail 2000 La riabilitazione dello scompenso cardiaco: e nell’anziano? In elderly patients the goals of cardiac rehabilitation may differ from those of younger patients, and include the preservation of mobility, self-sufficiency and mental function La riabilitazione cardiovascolare: le fasi la valutazione iniziale La valutazione preliminare multidimensionale indaga: • sulle condizioni cliniche generali, sullo stato funzionale dei diversi organi ed apparati, sul grado di decondizionamento fisico, sulla capacità fisico-motoria (forza, flessibilità, coordinazione muscolare), sulla funzione cardiovascolare in condizioni di sforzo, comorbilità e terapia farmacologica associata; • sullo stato nutrizionale e sulle abitudini alimentari, poiché da problematiche sociali (solitudine, isolamento, modeste condizioni economiche) o mediche (edentulia, iporessia), possono derivare difficoltà ad assumere nutrienti fondamentali, in particolare quelli proteici, con conseguente malnutrizione calorico-proteica; • sullo stato emozionale e cognitivo, con eventuale consulenza neuropsichiatrica, sia clinica sia mediante test specifici, per affrontare ed impostare un eventuale trattamento di ansia, depressione e deficit cognitivi; • sulla qualità di vita e disabilità con test validati; • sul supporto sociale e familiare, per assicurare la migliore adesione possibile ai programmi di riabilitazione; • sul rischio cardiovascolare, con implementazione di un programma di “counseling” (suggerimenti dietetici e comportamentali), sull’educazione all’autogestione della terapia farmacologica, sulla correzione dei fattori di rischio influenti sulla prognosi cardiovascolare Vigorito C et al; Recomandations for cardiovascular rehabilitation in the very elderly 2003 La valutazione iniziale strumenti utili Performance fisiche: Stato cognitivo: Test ergometrico o ergospirometrico MMSE 6-Minute Walking Test Qualità della vita: Disabilità: SF-36 IADL/B-ADL Indice di massa corporea Barthel Index Stato nutrizionale: scala di Tinetti Mini Nutritional Assessment Scala di Borg Comorbilità: Tono dell’umore: CIRS Beck Depression Inventory Charlson Index Geriatric Depression Scale CES-D La valutazione iniziale stratificazione del rischio nei pz cardiopatici Rischio basso: basso Patologia cardiovascolare stabile • Coronaropatie (angina stabile, by-pass aortocoronarico/PTCA, pregresso IMA) con le caratteristiche cliniche sotto riportate • Valvulopatie di grado lieve-moderato con le caratteristiche cliniche sotto riportate • Cardiomiopatie dilatative con le caratteristiche cliniche sotto riportate (ad esclusione della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva e della recente miocardite) Caratteristiche cliniche (devono essere presenti tutte le seguenti) • Classe NYHA I-II • Non segni/sintomi di scompenso cardiaco congestizio • Assenza di ischemia miocardica a riposo o durante stress test per carichi inferiori a 6 MET • Normale incremento della pressione sistolica durante l’esercizio • Assenza di tachicardia ventricolare sostenuta/non sostenuta a riposo o durante esercizio Manuale delle metodiche procedure di riabilitazione cardiologia - 2007 e delle fisica in La valutazione iniziale stratificazione del rischio nei pz cardiopatici Rischio moderato/alto: moderato/alto Patologia cardiovascolare stabile • Coronaropatie (angina stabile, by-pass aortocoronarico/PTCA, pregresso IMA) con le caratteristiche cliniche sotto riportate • Valvulopatie di grado lieve-moderato con le caratteristiche cliniche sotto riportate • Cardiomiopatie dilatative con FE < 30% e con le caratteristiche cliniche sotto riportate (ad esclusione della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva e della recente miocardite) • Aritmie ventricolari complicate non ben controllate dalla terapia Caratteristiche cliniche (almeno una delle seguenti) • Classe NYHA III-IV • Capacità funzionale inferiore 6 MET • Angina o alterazioni ischemiche ECG per carichi minori di 6 MET • Riduzione della pressione arteriosa durante l’esercizio • Tachicardia ventricolare non sostenuta durante l’esercizio • Pregressi episodi di arresto cardiaco primario Manuale delle metodiche procedure di riabilitazione cardiologia - 2007 e delle fisica in L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: il razionale, meccanismi centrali e periferici-1 DOCUMENTO CARDIOLOGICO MULTISOCIETARIA. LA DI CONSENSO PRESCRIZIONE DELLA DELL’ESERCIZIO TASK FISICO FORCE IN AMBITO CARDIOLOGICO-2007 L’incapacità di effettuare esercizio fisico senza disagio è una caratteristica comune nei pazienti con ICC. La ridotta tolleranza allo sforzo genera un circolo vizioso di decondizionamento e peggioramento della funzione cardiocircolatoria: l’inattività favorisce l’atrofia dei muscoli scheletrici, la quale causa riduzione della forza e precoce esauribilità; la disfunzione cardiaca determina stimolazione neuroormonale e attivazione del sistema reninaangiotensina-aldosterone, che a loro volta peggiorano il deficit cardiocircolatorio, con iperattività adrenergica e vasocostrizione arteriosa, aumento del postcarico e sovraccarico cardiaco cronico L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: il razionale, meccanismi centrali e periferici-2 McKelvie R; Heart Fail Rev 2008. L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: il razionale, meccanismi centrali e periferici-2 DOCUMENTO CARDIOLOGICO DI CONSENSO DELLA TASK FORCE MULTISOCIETARIA. LA PRESCRIZIONE DELL’ESERCIZIO FISICO IN AMBITO CARDIOLOGICO-2007 Il training fisico induce una serie di adattamenti funzionali e strutturali a carico di diversi apparati che interrompono tale circolo vizioso e si traducono in miglioramenti emodinamici, ventilatori e metabolici tali da aumentare la capacità funzionale e da consentire una qualità di vita migliore L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: il razionale, meccanismi centrali e periferici-3 Sono stati riportati effetti benefici dell’esercizio fisico su: struttura muscolare risposte fisiologiche all’esercizio funzione endotelio vascolare periferico rilascio di catecolamine e citochine proinfiammatorie estrazione di ossigeno in periferia miglioramento risposta autonomica McKelvie R; Heart Fail Rev 2008 ESC Guidelines 2008. L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: gli effetti benefici Nonostante una eterogeneità di protocolli impiegati nei vari studi pubblicati i benefici acquisiti dal training fisico sono stati valutati in termini di Incremento della tolleranza all’esercizio Miglioramento della qualità della vita Miglioramento della sopravvivenza L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: gli effetti benefici L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: gli effetti benefici 2004 L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: gli effetti benefici To evaluat left ventricular function, exercise capability and autonomic control before and 3 months after a program of cardiovascular rehabilitation. L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: gli effetti benefici L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale tipo di esercizio DOCUMENTO CARDIOLOGICO DI CONSENSO DELLA TASK FORCE MULTISOCIETARIA. LA PRESCRIZIONE DELL’ESERCIZIO FISICO IN AMBITO CARDIOLOGICO-2007 I programmi di attività fisica sono efficaci se condotti con intensità, durata e modalità adeguate ad ottenere benefici dal punto di vista cardiovascolare e funzionale; sono sicuri se sono ben definiti i limiti di sicurezza ed i criteri di sorveglianza. Un esercizio anche se di moderata intensità, ma condotto con continuità e regolarità, è in grado di produrre effetti significativi, se adattato alle condizioni cliniche, agli specifici bisogni, agli obiettivi terapeutici, alle capacità ed alle preferenze dei singoli pazienti. L’intensità ottimale non deve quindi essere basata su valori assoluti, ma riferita alle capacità fisiche e funzionali del soggetto: l’esercizio deve essere prescritto come un farmaco, di cui è necessario conoscere indicazioni, controindicazioni, meccanismo di azione, effetti indesiderati, ed avere una “dose” e una “frequenza” soglia per attivare i meccanismi biologici attesi. L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale tipo di esercizio Il training fisico di questi pazienti necessita di estrema cautela e competenza e sarà proposto solo a pazienti clinicamente stabili. L'attività fisica può comunque già iniziare con esercizi di mobilizzazione attiva e passiva al letto anche quando la malattia è ancora in fase di instabilità, allo scopo di impedire o limitare quanto più possibile il decondizionamento muscolare. Succesivamente la distanza percorsa durante un periodo prefissato (test dei 6 minuti) può essere un buon parametro di riferimento per regolare il grado di mobilizzazione. Una volta raggiunta la stabilità emodinamica e completata la valutazione funzionale e prognostica, può essere iniziato un vero e proprio ciclo di riabilitazione fisica. Per quanto concerne la sua intensità, esso dovrebbe essere condotto in condizioni di assoluta aerobiosi e quindi al di sotto della soglia anaerobica Negli ultimi anni il training della forza è stato proposto per controbilanciare la miopatia secondaria, che è concausa della ridotta tolleranza all’esercizio. L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale tipo di esercizio,tempi e modalità di applicazione Fase preliminare: Selezione dei pazienti: verifica delle controindicazioni all'esecuzione di attività fisica, definizione della stabilità clinica, grado di compromissione funzionale: classe NYHA L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale tipo di esercizio,tempi e modalità di applicazione Fase di impostazione: Modalità applicative: · tipo di attività fisica, · durata delle sessioni di allenamento, · frequenza delle sessioni di allenamento, · intensità dell'attività fisica consigliata e le variazioni nel tempo, Modalità di valutazione: · tempi e modalità di osservazione clinica e strumentale, · tempi e modalità di verifica dell'efficacia dell'intervento e quali obiettivi considerare, · criteri clinico-strumentali di esclusione o riammissione al programma di attività fisica, L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale tipo di esercizio,tempi e modalità di applicazione Fase di mantenimento: Modalità applicative: · definizione del tipo e dell'intensità di attività fisica, della durata e della frequenza delle sessioni di allenamento, · verifica di ipotesi di attività fisica a maggior contenuto anaerobico o contro resistenza, · attività fisica controllata in strutture extreospedaliere: palestre, associazioni sportive, · attività fisica domiciliare, Modalità di valutazione: · tempi e modalità di osservazione clinica e strumentale, · tempi e modalità di verifica dell'efficacia dell'intervento e quali obiettivi considerare, · criteri clinico-strumentali di esclusione o riammissione al programma di attività fisica. L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale tipo di esercizio Operativamente: –nei pazienti meno compromessi (NYHA I-II / Weber A-B) il training fisico ha l'obiettivo di prevenire il decondizionamento e di migliorare la capacità funzionale. –nei pazienti più compromessi il training fisico ha l'obiettivo di prevenire il decondizionamento muscolare e la cachessia, di raggiungere e mantenere una migliore autosufficienza –durante la fase di instabilità clinica, e comunque in pazienti con scompenso grave che necessitano di terapie infusive, è limitata ad esercizi di mobilizzazione attiva o passiva al letto, in poltrona, a brevi percorsi assistiti in camera o corridoio, allo scopo di prevenire o contrastare gli effetti del decondizionamento fisico. –in pazienti clinicamente stabili è possibile impostare un'attività fisica più impegnativa, comunque prevalentemente aerobica (al 50-60% del VO2 massimo) in funzione della capacità funzionale: sedute alla cyclette e/o al treadmill, ginnastica respiratoria o calistenica a corpo libero, esercizi di singole masse muscolari L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale tipo di esercizio Frequenza Non esiste un unico protocollo, e le differenti modalità che si trovano utilizzate possono dipendere sia da particolari esigenze organizzative del Centro, che da protocolli differenziati sulla base degli obiettivi stabiliti per le diverse categorie di pazienti. Si possono considerare almeno tre sedute settimanali. L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale tipo di esercizio Intensità Deve essere tale da produrre un incremento dell’allenamento fisico in misura proporzionata con il grado di tolleranza allo sforzo e con il periodo di tempo in cui si è protratta l’immobilizzazione determinata dall’evento acuto. L'esercizio allenante dovrebbe essere effettuato di poco al di sotto della soglia anaerobica. • 1. la percentuale della massima frequenza cardiaca raggiunta • 2. la formula di Karvonen Nel primo caso, secondo l’American Heart Association il training viene eseguito mantenendo la frequenza cardiaca tra 50% ed 80% della FCM; se si applica la formula di Karvonen, si deve sottrarre alla massima frequenza raggiunta la frequenza a riposo, moltiplicare il risultato per 50% e 80%, e sommare i due valori ottenuti alla frequenza basale per ottenere il range di allenamento. • 3.VO2 picco, valutato con test cardiopolmonare L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale tipo di esercizio Modalità Fase di riscaldamento (5-10 min.) •Esercizio: a) Intermittente b) Continuo (40 min.) Fase di raffreddamento (5-10 min.) 5-10 minuti di rilassamento e stretching. L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale tipo di esercizio Durata Una singola sessione di training ha in media la durata di un'ora, magari suddividendo la sessione in due parti (ad esempio 30' al mattino e 30' al pomeriggio). La durata ottimale non può essere inferiore alle 4 settimane Progressione: In assenza di complicanze durante le sessioni di esercizio e al miglioramento della risposta allo sforzo segue un minore incremento di FC per carico equivalente che consente di incrementare il carico di lavoro fino a riportare la Target Heart Rate nel range prefissato (range di frequenza cardiaca entro il quale effettuare il programma in condizioni di sicurezza) L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale tipo di esercizio Intensità dell’esercizio, frequenza e durata del programma, monitoraggio (Linee guida Nazionali-PNLG 2005) L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale tipo di esercizio Intensità dell’esercizio, frequenza e durata del programma, monitoraggio (Linee guida Nazionali-PNLG 2005) L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale tipo di esercizio La scala di Borg, deve il suo nome al suo ideatore, il Dr. Gunnar Borg che intorno agli anni 50' introdusse per primo il concetto della percezione dello sforzo 6 7 molto molto leggero 8 9 molto leggero 10 11 leggero 12 13 abbastanza intenso 14 15 intenso 16 17 molto intenso 18 19 molto molto intenso 20 L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale tipo di esercizio Criteri di interruzione o di modifica del carico allenante Presenza o accentuazione di dispnea o fatica all’esercizio Sintomi di scarso adattamento allo sforzo (pallore, confusione, cianosi) Frequenza cardiaca > 120 b/m’ Frequenza respiratoria > 40 atti/m’ Comparsa di III tono o rantoli polmonari Calo della PA sistolica > 10 mmHg Aumento delle aritmie. L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: sicurezza dei programmi-1 Gli studi che hanno analizzato il rischio degli interventi di riabilitazione cardiaca comprendenti un programma d’esercizio fisico hanno evidenziato un buon profilo di sicurezza e un’incidenza molto bassa di eventi cardiovascolari maggiori. L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: sicurezza dei programmi-2 L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: sicurezza dei programmi-3 L’esercizio fisico nello scompenso cardiaco: quale setting Effects of exercise training in patients with heart failure: the Exercise Rehabilitation Trial (EXERT). BACKGROUND: The purpose of this study was to examine the effects of exercise training on functional capacity in patients with heart failure. METHODS: One hundred eighty-one patients in New York Heart Association class I to III, with ejection fraction <40% and 6-minute walk distance <500 meters, were recruited into a randomized, controlled, single-blind trial comparing 3 months of supervised training, then 9 months of home-based training with usual care. RESULTS: There was a significant increase in 6-minute walk distance at 3 and 12 months but no between-group differences. Incremental peak oxygen uptake increased in the exercise group compared with the control group at 3 months (0.104 +/- 0.026 L/min vs 0.025 +/- 0.023 L/min; P =.026) and 12 months (0.154 +/- 0.074 L/min vs 0.024 +/- 0.027 L/min; P =.081). Compared with the control group, significant increases were observed in the exercise group for arm and leg strength. No significant changes were observed in cardiac function or quality of life. Adherence to exercise was good during supervised training but reduced during home-based training. CONCLUSIONS: Exercise training improves peak oxygen uptake and strength during supervised training. Over the final 9 months of the study, there was little further improvement, suggesting that some supervision is required for these patients. There were no adverse effects on cardiac function or clinical events. McKelvie et la; Am Heart J 2002 La riabilitazione cardiovascolare nello scompenso cardiaco: l’educazione-1 È un aspetto assolutamente essenziale per la terapia dello scompenso. Bisogna assicurarsi, nel corso di più incontri, che per paziente e familiari siano assolutamente chiari: – la natura della sintomatologia – la gravità del quadro clinico ed eventualmente la prognosi a breve-medio termine La riabilitazione cardiovascolare nello scompenso cardiaco: l’educazione-2 Deve essere ben spiegata: – l'importanza e la finalità di ciascun farmaco – l'importanza e la finalità dei provvedimenti non farmacologici – la possibilità di effetti negativi di altri farmaci (anche da banco) – l’esistenza di altre eventuali strategie terapeutiche non farmacologiche La riabilitazione cardiovascolare nello scompenso cardiaco: l’educazione-3 Il paziente e/o il suo caregiver deve essere messo nelle condizioni di: – discutere apertamente ogni problema, dubbio o difficoltà – saper riconoscere precocemente il peggioramento sintomatologico e sapere come comportarsi in questi casi – interagire il più possibile nel prendere le decisioni terapeutiche La riabilitazione cardiovascolare nello scompenso cardiaco: l’educazione-4 Deve essere ribadita continuamente la necessità di controlli periodici Per alcuni pazienti selezionati può essere presa in considerazione l’eventuale possibilità di autogestione di alcuni aspetti della terapia (alcuni pazienti con lunga storia di scompenso cardiaco possono anche autogestire il dosaggio di alcuni farmaci, soprattutto dei diuretici) La riabilitazione cardiologica nel soggetto anziano: la nostra realtà- Casa di cura Ancelle della Carità Le carte di monitoraggio: rappresentano una traiettoria dell’andamento del recupero e possono essere impiegate a fini di programmazione, monitoraggio del trattamento, documentazione degli esiti. All’ingresso del paziente, l’equipe formula un progetto riabilitativo che viene esplicitato e dettagliato nel programma riabilitativo, clinico e assistenziale. Settimanalmente l’equipe si ritrova e valuta l’andamento del recupero del paziente nel tempo. Le carte di controllo esprimono graficamente questo andamento così da facilitarne una lettura a tutti i componenti dell’equipe. Sulla base di dati preliminari relativi alla nostra utenza, per ogni carta di controllo sono stati definiti gli andamenti attesi ed i possibili scostamenti dalla media (limiti di confidenza). Per lo scompenso cardiaco la principale carta di controllo utilizzata è menomazionespecifica, con il 6’ minutes walking test come misura di outcome. La riabilitazione cardiologica nel soggetto anziano: nostra realtà- Casa di cura Ancelle della Carità la La riabilitazione cardiologica nel soggetto anziano: la nostra realtà- Casa di cura Ancelle della Carità “gli opuscoli”: un esempio pratico di “educazione”. Si tratta di opuscoli informativi relativi a diverse patologie che si trattano in ambito riabilitativo, tra cui anche lo scompenso cardiaco. Vengono consegnati dal personale infermieristico al paziente e/o al famigliare come aiuto nella comprensione delle caratteristiche cliniche della malattia e quindi ad affrontarla nel miglior modo possibile La riabilitazione cardiologica nel soggetto anziano: la nostra realtà- Casa di cura Ancelle della Carità Prevalenza delle differenti diagnosi di ammissione dei pazienti ricoverati dal settembre 2005 al settembre 2006. 50 45 40 35 30 % 25 20 15 10 5 0 CABG Ch Valv CABG+Ch Valv SC Legenda: CABG = by-pass aortocoronarico; Ch Valv = chirugia valvolare; SC =scompenso cardiaco . La nostra realtà- Casa di cura Ancelle della Carità SC (<75 aa) n=15 SC (>76 aa) n=50 CCH n=66 p Età (anni) 72.2+3.5 82.6+4.6 69.6+8.8 .000 Sesso femminile 8 (53.5) 35 (70.0) 34 (52.3) .14 23.5+4.7 * 24.0+5.0 24.9+4.2 .46 Geriatric Depression Scale 15-items 7.6+3.8 5.4+3.1 3.3+2.2 .000 Charlson Index** 3.9+2.1 3.2+2.0 2.0+1.4 .000 Mini Nutritional Assessment (screening) 12.0+2.6 9.2+3.1 11.7+0.4 .05 Albuminemia (gr/dl) ingresso 3.5+0.3 3.2+0.4 2.9+0.3 .000 Proteina C-reattiva (mg/dl) ingresso 2.2+3.5 2.7+3.5 6.3+4.3 .000 N° farmaci ingresso 7.7+2.6 7.1+1.8 6.4+2.0 .03 N° farmaci dimissione 7.0+2.5 5.9+1.8 5.3+1.6 .005 N° eventi intercorrenti 0.1+0.5 0.7+1.0 0.7+0.9 .08 -- 10 (20.0) 4 (6.2) .02 I-ADL (funzioni compromesse) Barthel Index pre-morboso 3.2+2.7 87.0+14.9 3.5+2.6 84.3+17.5 0.7+1.4 97.2+7.6 .000 .000 Barthel Index ingresso 73.7+24.0 65.5+22.3 77.8+16.1 .000 Barthel Index dimissione 90.0+11.6 84.6+18.6 94.5+14.9 .000 Tinetti ingresso 20.3+5.2 15.6+7.8 23.0+6.4 .000 Tinetti dimissione 22.6+4.9 21.3+5.7 26.2+3.6 .000 ∆§ 6’ minutes WT (mt) 109+74# 105+54# 118+104 .50 Degenza (giorni) 23.2+9.0 22.6+7.0 23.6+6.8 .77 Mini Mental State Examination (0-30) Delirium (ingresso) Conclusioni-1 • La riabilitazione cardiovascolare è considerata il modello standard (standard of care) per il trattamento globale del paziente cardiopatico in fase post-acuta o cronica e la forma più strutturata ed efficace di prevenzione secondaria, componente essenziale di un moderno programma assistenziale e di intervento a breve e lungo termine per tutti i cardiopatici, specie se con malattia coronarica o scompensati. • Nell’ambito del programma riabilitativo l’esercizio fisico ha un ruolo centrale. La dimostrazione degli effetti biologici dell’esercizio lo fa considerare un agente “terapeutico” a tutti gli effetti e come tale da utilizzare con competenza e professionalità alla stregua di un farmaco. Conclusioni-2 • Anche nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco si è verificata una vera e propria rivoluzione terapeutica grazie all’introduzione del training fisico tra le raccomandazioni delle società scientifiche internazionali, dopo la dimostrazione che l’esercizio fisico migliora la capacità funzionale, la qualità della vita, la sopravvivenza senza sostanziali rischi di eventi clinici avversi o di un peggioramento della funzione cardiaca • Sebbene non esistano dati conclusivi in proposito, le poche segnalazioni della letteratura ed anche l’esperienza presso la nostra Unità Riabilitativa suggeriscono che un trattamento riabilitativo è possibile ed efficace anche nei soggetti anziani e molto anziani. Conclusioni-3 • Tra gli obiettivi per il futuro, l’acquisizione di nuove evidenze riguardanti il trattamento riabilitativo in questa fascia d’età, con particolare riferimento alle caratteristiche funzionali, e il perseguimento di una partecipazione sempre più attiva e consapevole degli anziani ai programmi riabilitativi è certamente una delle sfide più difficili ma al contempo più esaltanti per chi si occupa di questo settore. In particolare il geriatra è chiamato a farsi carico di questa impresa, sapendo integrare le proprie conoscenze con quelle più propriamente di pertinenza cardiologia. Grazie per l’attenzione!