Il diabete si fa piccolo

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n n Salute In arrivo un nuovo cerotto per la microinfusione controllata dell’insulina
Il diabete si fa piccolo
Presto anche un sensore di misurazione più minuto e accurato
di Cristina Cimato
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Mare
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Il bikini di Hedone Couture è
y color verde smeraldo con
in lycra
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rouches. I due
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z con top
pezzi
a triangolo
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della collezione che
ha nel colore
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nelle fantasie
gioco
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punti distintivvi. I dettagli,
ccome balze
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tagliate al vivo
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e piccole
rouches,
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Accessori
n
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n cerotto con microago incorporato al posto di un
tubicino con cannula, lungo 60 o 100 centimetri. La
ricerca in ambito di diabete cammina a passi lesti
verso i pazienti, soprattutto quelli più vulnerabili,
come i bambini. È appena approdato sul mercato italiano mylife
OmniPod, un nuovo dispositivo basato su un cerotto microinfusore compatto, leggero e impermeabile. Già utilizzato da più di
65 mila pazienti nel mondo (10 mila bambini e adolescenti) e
13 mila in Europa, è commercializzato dalla svizzera Ypsomed
e sarà presentato ufficialmente al XXV Congresso nazionale
della Società italiana di diabetologia a Bologna, da domani al
31 maggio. Sono circa 250-300 mila gli italiani a soffrire di diabete 1, cosiddetto giovanile per il precoce esordio. La malattia
autoimmune ha un tasso d’incidenza in aumento: studi relativi
al Nord Italia indicano una crescita del 3,3% annuo negli ultimi
20 anni, mentre resta basso il numero di pazienti che utilizza
questo strumento (alternativo alle multiple iniezioni dell’ormone
che regola la concentrazione di glucosio nell’organismo). «In
Italia la terapia insulinica con microinfusori è impiegata da
poco più di 10 mila persone, una percentuale pari al 3-4%», ha
commentato Daniela Bruttomesso, coordinatrice nazionale del
gruppo di studio Tecnologia e Diabete dell’Associazione medici
diabetologi e Società italiana di diabetologia. Una delle spiegazioni più comuni fornite dai pazienti che non optano per la microinfusione risiede nella scomodità di avere sempre attaccato
addosso un dispositivo e avere sottocute un ago. Questo nuovo
dispositivo rappresenta un’evoluzione per quanto riguarda la
grandezza (misura 3,9 x 5,2 x 1,45 centimetri), il peso (25 grammi)
e la possibilità avere non addosso ma nelle proprie vicinanze il
palmare di comando, sul quale si possono impostare le quantità
di insulina da erogare. Rimangono alcuni vincoli, ossia la necessità di cambiare il cerotto ogni tre giorni e di avere comunque
un microago sottocute. «In Italia nella stragrande maggioranza
dei casi l’opzione più utilizzata è quella iniettiva multidose e
questo rientra in un approccio progressivo», ha spiegato Paolo
Di Bartolo, direttore dell’Unità operativa di diabetologia della
provincia di Ravenna, Dipartimento chirurgico Ausl della Romagna, «quindi questa terapia viene presa in considerazione
nel caso in cui il paziente non riesca a gestire in modo ottimale
le multidosi o, anche con esse, incorra troppo spesso in episodi
di ipoglicemia». Questa soluzione offre una
modalità decisamente meno intrusiva e adatta anche
a pazienti in
età pediatrica. «Sicuramente
il fronte
tecnologico
è quello che
sta offrendo
le maggiori novità
per quanto riguarda il
diabete», ha commentato
Emanuele Bosi, direttore del Diabetes research institute dell’Irccs San Raffaele di Milano, «accanto ai microinfusori di ultima
generazione è in arrivo anche un nuovo sensore da indossare
per la misurazione della glicemia (questi strumenti quantificano
la concentrazione di glucosio nel liquido interstiziale minuto per
minuto e si presentano come cerotti), più piccolo e più accurato,
grande come una moneta da 2 euro, che dura due settimane
e non richiede la calibrazione con i sistemi tradizionali, come
avviene attualmente. Dal punto di vista farmacologico, inoltre,
è in arrivo una nuova insulina che consente maggiore flessibilità negli orari di somministrazione e, nei farmaci orali, una
nuova categoria che riduce la glicemia inducendo la presenza
di glucosio nelle urine e quindi permettendo un più rapido
smaltimento. (riproduzione riservata)
n n Eventi L’Oms promuove una campagna sull’aumento della tassazione del tabacco
Senza fumo, almeno per un giorno intero
di Giulia Silvestri
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n giorno solo per numeri da capogiro. Il
31 maggio è la Giornata mondiale senza tabacco
organizzata dall’Organizzazione mondiale della sanità
per sensibilizzare sulle conseguenze e sui rischi associati al consumo di tabacco,
prima causa di morte evitabile a livello mondiale. Secondo
l’Oms il fumo uccide 6 milioni
di persone all’anno (più di
600 mila sono fumatori passivi) e la stima per il 2030 è
di 8 milioni di morti all’anno.
Il tema scelto quest’anno è
quello dell’aumento della
tassazione dei prodotti del
tabacco, per far sì che questa sia un’arma per ridurre il
consumo. L’invito ad attuare
questa strategia poggia le
basi su una ricerca che mo-
stra come l’aumento delle
tasse sia più efficace nel ridurre il consumo di tabacco
fra i gruppi a basso reddito e
fra i giovani. Un aumento del
prezzo del tabacco del 10%
diminuisce il consumo di
circa il 4% nei Paesi ad
alto reddito e fino all’
8% nella maggior parte
dei Paesi a basso e medio reddito. Inoltre, il
World Health Report
2010 ha indicato che
un aumento del 50% delle
tasse sul tabacco potrebbe
generare un incremento di
poco più di 1,4 miliardi di
dollari in 22 Paesi a basso
reddito. Se assegnati alla salute, i fondi del governo per la
sanità in questi paesi potrebbero aumentare fino al 50%.
(riproduzione riservata)
Lampi
nel buio
È così dolce essere
amati, che ci accontentiamo anche
dell’apparenza
César F. d’Houdetot
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