Gli ausili a supporto della scuola in ospedale a Montecatone - Itd

Gli ausili a supporto della scuola in ospedale a Montecatone
Cinzia Macchi, IPSSAR “B. Scappi” Castel San Pietro Terme (BO)
Anna Grazia Giulianelli e Roberta Vannini, Montecatone Rehabilitation Institute, Imola (BO)
Il Montecatone Rehabilitation Institute di Imola, con i suoi 150 posti letto di degenza
ordinaria, di cui 50 di Unità Spinale e 22 per Gravi Cerebrolesioni Acquisite,
rappresenta il maggiore presidio ad Alta Specialità Riabilitativa in Italia.
I Pazienti che afferiscono all’ospedale hanno subito, per cause diverse, un evento lesivo
del midollo spinale, che può compromettere definitivamente funzioni motorie, sensitive,
viscerali e coinvolgere anche la sfera psico-cognitiva, nel caso di gravi cerebrolesioni.
Dai dati epidemiologici si evince come la fascia di età più colpita si collochi tra i 15 ed i
35 anni.
Il percorso riabilitativo è estremamente complesso e comporta tempi medi di degenza
intorno ai 4 mesi per una persona con paraplegia e agli 8 mesi per una persona con
tetraplegia; per i soggetti con cerebrolesione i tempi sono sempre molto lunghi.
Quando il midollo spinale risulta leso, le conseguenze sono a carico sia del sistema
motorio che del sistema vegetativo: nel caso della paraplegia, possono risultare più o
meno compromesse le funzioni motorie a carico degli arti inferiori, le funzioni viscerali,
la termoregolazione; nel caso della tetraplegia si manifestano riduzioni funzionali più o
meno severe a carico degli arti superiori ed inferiori, della respirazione, della
termoregolazione e delle funzioni viscerali. In entrambi i casi restano integre le facoltà
mentali.
La presenza stabile di una sezione di scuola all’interno del Montecatone Rehabilitation
Institute diventa un utile elemento del percorso di riabilitazione di giovani con lesioni
midollari, anche gravi, che li rendono tetra o paraplegici.
Dall’anno scolastico 2004/2005, grazie ad una convenzione firmata tra la Regione
Emilia Romagna, l’Asl di Imola, la Montecatone R.I. S.p.A., l’U.S.R. dell’Emilia
Romagna, il C.S.A. di Bologna, l’I.P.S.S.A.R. “Scappi” di Castel S.Pietro Terme, l’I.C.
N. 6 di Imola, è cominciata l’attività didattica delle sezioni di scuola-ospedale.
Per i pazienti dell’ospedale di Montecatone, superata la fase acuta, si apre la necessità di
riprogettare la vita sulla base delle nuove condizioni funzionali, valorizzando abilità che
rimangono immutate e cercando di far emergere nuove attitudini.
L’approccio riabilitativo comporta:
 una valutazione clinica di ingresso a carico dell’équipe ospedaliera, comprendente il
medico e il fisioterapista di riferimento, lo psicologo, l’assistente sociale ed il
personale di assistenza;
 un progetto riabilitativo individualizzato che, nel caso di pazienti in età scolare,
preveda la frequenza scolastica nel periodo di ricovero; qualora le condizioni
cliniche lo permettano si avvia il protocollo per un percorso didattico strettamente
personalizzato. Il lavoro scolastico seguito all’interno dell’ospedale è in linea con
quello delle classi di appartenenza degli studenti ricoverati, è costruito
individualmente, si avvale della stretta collaborazione dei consigli di classe di
appartenenza, dell’equipe di docenti presenti in ospedale e dell’equipe medicoriabilitativa ed utilizza ampiamente tecnologie multimediali.
 Il lavoro prosegue con la stretta sinergia di tutti gli operatori che intervengono
sul/con il paziente e viene declinato in incontri sistematici di rivalutazione e
riallineamento della programmazione della riabilitazione funzionale e dell’eventuale
percorso scolastico alle necessità via via emergenti;

In corrispondenza della previsione delle dimissioni, viene redatta una
documentazione comprendente il quadro clinico, il bilancio di competenze, una
scheda relativa ai servizi territoriali del Comune di residenza del paziente ed ai
relativi referenti, il profilo dello studente con la certificazione delle competenze
acquisite, con la descrizione delle metodologie didattiche utilizzate.
Nel percorso riabilitativo è fondamentale l’individuazione di ausili a supporto
dell’autonomia. Va considerato come, nella disabilità acquisita, l’individuo sperimenti
una condizione molto particolare: mentre il raggiungimento della capacità di decidere di
sé e della propria vita, nella maggioranza dei casi, passa attraverso una conoscenza del
mondo mutuata da esperienze senso-motorie, la persona che vive una disabilità
imprevista ed anche severa, deve fare i conti con una autonomia del pensiero che può
diventare disgiunta dall’autonomia del gesto. Per l’adolescente scoprire l’esistenza di
ambiti nei quali ha mantenuto, nonostante la disabilità, capacità e competenze è
fondamentale e sostiene tutto il percorso verso l’autonomia.
Nel progetto riabilitativo è prevista una valutazione attenta della situazione personale,
abitativa e sociale di ogni paziente; lo staff della Terapia Occupazionale del M.R.I.
studia le soluzioni più adeguate in relazione alla lesione spinale, alle caratteristiche dei
soggetti, ai loro stili di vita e alla possibilità di una fruizione autonoma di sistemi
informatizzati.
Il contributo degli operatori della T.O. è indispensabile alla didattica: la presenza
costante agli incontri di équipe dedicati agli studenti ricoverati consente ai docenti di
segnalare difficoltà e bisogni legati alla gestione del lavoro scolastico ed insieme, di
individuare le possibili soluzioni, gli ausili necessari e di sperimentarli per,
eventualmente, modificarli. In questo primo anno di esperienza è emerso come molto
spesso sia necessario il contributo creativo di operatori e pazienti nel costruire strumenti
originali e personalizzati che facilitino l’approccio operativo. Infatti non esistono in
commercio ausili che siano rispondenti a semplici necessità operative adattabili
individualmente come la scrittura manuale o lo sfogliare i testi, pagina dopo pagina.
I risultati, dopo il primo anno, sono confortanti: tutti gli studenti seguiti hanno ottenuto
buoni risultati e sono stati ammessi alle classi successive. Il rientro nella scuola di
appartenenza ha favorito il ripristino di relazioni con il gruppo classe (che sarebbe
andato perduto senza la frequenza durante il ricovero) ed ha rappresentato una
conferma delle inalterate potenzialità cognitive.