IL CONVEGNO DIOCESANO SU “APPARTENENZA ECCLESIALE E CORRESPONSABILITA’ PASTORALE” (Mariangeles Mardomingo FI) Nei giorni 26-27-29 maggio la Chiesa di Roma si è data appuntamento per celebrare il suo Convegno diocesano annuale, da cui far scaturire un rinnovato slancio della pastorale ordinaria delle comunità parrocchiali e delle altre realtà ecclesiali. Questo Convegno , a differenza degli altri anni passati, per desiderio del Cardinale Vicario Vallini, è stato chiamato a riflettere non su un tema specifico da tradurre in proposte operative, ma ad introdurre la verifica dell’azione pastorale a Roma nell’ultimo decennio. Come ha ricordato Mons. Feroci nella sua relazione, “verificare” vuol dire “ ricondurre a verità. Benedire e ringraziare il buon cammino fatto, individuare gli elementi in cui ci siamo distaccati dal vero…capire meglio il cammino da percorrere in un’opera di discernimento operoso”. Il Santo Padre, nel suo discorso pronunciato nella basilica di S. Giovanni in Laterano in apertura dei lavori, si è congratulato con il Cardinale Vicario per la felice idea di fare una pausa di riflessione nel cammino pastorale “desidero esprimere il mio apprezzamento per la scelta di dedicare tempo a una verifica del cammino percorso”. Dopo una preghiera di introduzione,il Cardinale Vicario Agostino Vallini, ha salutato Sua Santità Benedetto XVI, a nome dei Vecovi ausiliari, sacerdoti e di tutta l’assemblea .Le ha confermato la piena comunione e affetto crescente alla sua Persona e Le ha espresso viva riconoscenza per il suo luminoso magistero. Di seguito il Papa si è fermato, come sempre con parole precise e profonde, a riflettere su alcuni punti nodali del nostro essere chiesa :”la Chiesa , che ha origine nel Dio trinitario, è un mistero di comunione. In quanto comunione, la Chiesa non è una realtà soltanto spirituale, ma vive nella storia, per così dire , in carne ed ossa”.E’ un sacramento e come tale “tocca l’invisibile nel visibile”. E’ comunione di persone che “per l’azione dello Spirito Santo, formano il Popolo di Dio, che è al tempo stesso il Corpo di Cristo” .Ha poi analizzato più a lungo le due parole chiavi:Popolo di Dio e Corpo di Cristo. Ha fatto un forte appello a favorire “il consolidarsi di un laicato maturo e impegnato” e a “custodire la comunione e l’unità della Chiesa”. Nel suo discorso non sono mancate indicazioni pratiche , quali rilanciare i centri di ascolto, nati con la missione cittadina, e promuovere la pratica della lectio divina, ha incoraggiato a “ridar vita ai piccoli gruppi …, luoghi dove sperimentare la fede e organizzare la speranza”. Ha ricordato pure che se l’unità della Chiesa nasce dell’incontro con il Signore è importante l’adorazione e la celebrazione eucaristica, particolarmente la celebrazione domenicale. Non è secondario – ha detto- che sia l’una che l’altra “siano ben curate in modo che chi partecipa sperimenti la bellezza del mistero di Cristo”.Infine ricordava che il tutto deve essere fatto nella carità “vivere la carità è la forma primaria della missionarietà” della Chiesa. Dopo la benedizione del Papa alla folta assemblea , ha intervenuto Mons Enrico Feroci , parroco di S. Ippolito, che ha fatto una lettura ad ampio raggio della realtà della Chiesa romana. Ripercorrendo le tappe più significative del suo cammino recente, ha sottolineato che “Dio è nel mondo e la Chiesa esiste per servire il mondo”. Questo mondo “ è il nostro mondo, la Roma di oggi, quella che Dio ha dato da amare e servire. E il miglior modo di servirla è annunciare il Vangelo. Ha incoraggiato- sempre con profonda semplicità e appassionante zelo apostolico- nel discernimento ad essere onesti e fedeli e nel nostro essere ed operare far vedere “a tutti l’amore come segno di un Altro, un amore che attende e che bussa da sempre”. A non aver paura di sporcarci per avvicinarci a tutti “ come l’acqua del Tevere, che c’è da sempre e per tutti ovunque passa” ,anche se a volte è pieno di fango per essere fedele al suo percorso.